èArea MAGAZINE Anno 2 numero 7

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e AREA Sommario PA G I N A

finis terrae

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viaggi

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salsomaggiore terme

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goré

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intervista

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design

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luxury

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polo

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new architettura

12 il postino della patagonia

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felice connubio tra vecchio e nuovo 14 québec, mondo

e prodotti esclusivi a servizio del 18 trattamenti cliente

business sull’altopiano 22 yarchagumba himalayano

24 le 3 stelle romane

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32 il gigante mago 36 bulgari hotels & resorts tributo al lusso assoluto 38 1st international rome polo challange 40 museum of islamic art

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tendenze

mare 2010: couture da spiaggia

life style

mini cooper s clubman airstream by republic of fritz hansen: pensata per gli amanti del surf.

tech

VoIP su rete 3G con iPhone e iPad

golf

mugello tuscany open

sea time

lusso eleganza e tecnologia

arte

giovanni scafuro: un poeta del ready made

macondo

sgradevole è bello, fiordamalfi

alimentazione sani si diventa

auditorium

il mondo in scena a villa adriana

moleskine rock in roma

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NASCE IL nUovo èArea MAGAZINE Grafica inconfondibilie; contenuti accattivanti; argomenti originali; rubriche d’attualità! Chi legge èArea sa dove andare, sa dove mangiare, sa dove vestirsi e sa dove dormire. Chi ci legge ha il suo stile, parla, ride, gioca, e ama in stile èArea .

VLADI POLO Associazione

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focus

A CURA DI

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Alessandro Coccia

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Vincitrice nel tempio della terra rossa, Francesca Schiavone bacia il suolo, si rotola sul campo, si alza e scuote le mani giunte incredula, facendo segno con le braccia che non è possibile. È lei, la regina di Parigi, non riesce a convincersi di esser entrata nell’Olimpo del tennis espugnando il Roland Garros, uno dei tornei del grande slam, e anche quando viene sommersa dagli abbracci dei suoi fans, fatica a rendersi conto della portata del miracolo appena compiuto.

si chiedono da dove arrivi questa fuori classe che non sapevamo di avere.Il successo di Parigi porterà alla tennista tricolore, non solo punti in classifica, sarà la numero 6 al mondo, ma anche un premio in denaro, circa un milione e mezzo di euro tra montepremi e premio speciale della fit.

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Tutti la vogliono stringere, baciare, toccare e lei, alta appena 1,66 in un circuito di amazzoni, non si è lasciata vincere dall’emozione e con determinazione ha raggiunto il podio. Samantha Stosur ha sfoggiato un tennis micidiale, uno dei servizi migliori del circuito, un dritto da KO e un gioco di volo spettacolare. Ma non è bastato, Francesca ha battuto in due set l’australiana con il punteggio 6-4 7-6 al termine di un incontro entusiasmante. L’Italia scopre la passione per il tennis e punta gli occhi sulla trentenne tutta nervi, dallo sguardo sornione e battuta pronta. Per la Schiavone, e per il tennis azzurro, è un’impresa senza precedenti, l’ultima vittoria a Parigi era datata 1976, allora fu Adriano Panatta a conquistare l’ambito trofeo. Il giorno dopo la sua incoronazione tutti

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Gli occhi di Francesca al momento della premiazione hanno raccontato il sogno che diventa realtà, l’incredulità di una fuoriclasse che ha vissuto momenti difficili in carriera e che a trenta anni è definitivamente entrata a far parte del gotha mondiale del tennis femminile, la tennista lascierà il campo con un curioso pizzo rosso sul mento, di quella terra rossa che ha baciato dopo la vittoria.

èArea magazine pubblicazione mensile freepress Anno 2 n° 6, Luglio 2010 Direttore Responsabile:Maria Laura Cruciani Direttore Editoriale: Antonio Feliziani Progetto e Direzione Esecutiva: Alessandro Coccia Coordinamento Editoriale: Stefania Ricci Consulente: Giovanna Amato Amministrazione: Cristina Meloni Editor: 3Aadvertising Registrato presso il Tribunale di Tivoli n. 20/2008 Grafica e impaginazione: IMG.ZEROUNO srl www.img01.com Pubblicità: Nancy Amroglini, Claudio Maltese, Stephanie Mayer. Direzione, Redazione e Segreteria: Via Montenero, 36 - 00012 Guidonia (RM), 388 1185198 – 335 6156 737 – 392 9290702 estarea@gmail.com www.estarea.it info@estarea.it Stampa: Fotolito Moggio Hanno collaborato: Tito Barbini, Flaminia Colonna Bareti, Claudia Bena, Chiara Calace, Rosi Di Donato, Donatella Lavizzari, Emma Lanciani, Ente Turismo Qébec, Cristina Marozzi, Redazione Immagino, Marta Rossi, Secondome Edizioni, Ufficio Stampa Auditorium, Ufficio Stampa Destinazione Mare, Ufficio Stampa FIG, Uff. comunicazione D. Mignardi, Dott Vincenti, Dario Zullo. Crediti Fotografici: automobilesreview.com, bulgarihotels.com, Luca Fontanesi, redazione immagino, Scaccini, giovanniscafuro.it, victoriassecret.com, Uff. Com. D. Mignardi, Ufficio Stampa Destinazione Mare, Uff. Stampa la Pergola, Ufficio Stampa Auditorium.

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Tutto il materiale cartaceo e fotografico inviato alla redazione non verrà restituito. Tutte le collaborazioni ad articoli o servizi sono considerate a titolo gratuito. La riproduzione di testi e immagini anche parziale deve essere autorizzata dall’editore.


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finis terrae

A CURA DI Tito Barbini

Il postino della

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Da Nahuel Pan, nel mezzo della Patagonia più arida e dimenticata, un po’ prima della fine del mondo, ogni giorno, o quasi, parte un treno. Torna a Esquel da dove è partito, frontiera di neve col Cile. Forse sono più quelli che vengono da quelli che vanno. Anch’io ho preso il treno patagonico invece di proseguire verso lo Stretto di Magellano. Oggi mi sento davvero lontano da Arezzo e da tutto quello che è stata la mia vita precedente. Sono ormai nella parte della Patagonia che annuncia la Terra del Fuoco, dove il continente si sbriciola nel verde dello stretto e le colonie dei pinguini ammorbano l’aria con il loro odore, inconfondibili. Però non sei mai così distante da tutto. Per quanto lontano tu vada c’è sempre qualcosa che ti riporta a casa, con il cuore o con la testa. Intendendo per casa, a volte, non solo la tua terra, la tua città natale, ma proprio la dimensione più domestica e famigliare. Più o meno è questo che mi succede anche ora. Perché il nome in cui mi imbatto, decisamente, a sorpresa, è un nome che credo moltissimi di voi conoscono e amano. Sicuramente è un nome che conoscono e amano i vostri bambini, se ce li avete. Sono convinto che per diversi di loro questo nome corrisponde a un libro che hanno trovato sotto l’albero di Natale. Per altri è una lettura consigliata o ricercata proprio in questi

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giorni di vacanze. Insomma, penso al Piccolo Principe. Più precisamente all’autore del Piccolo Principe. Quando il treno arriva a San Antonio Oeste, lo sguardo mi cade sulla nuova costruzione, alcuni chilometri prima delle case. È nuova, un piccolissimo aeroporto che la comunità ha dedicato proprio a lui, all’autore del Piccolo Principe, ad Antoine de Saint-Exupèry. Il Principito come lo chiamano qui. Non era solo uno scrittore, quest’uomo. Anzi, era in primo luogo un pilota di aerei. Di più, sono convinto che senza le sue esperienze di volo non ci sarebbero state nemmeno le sue pagine. Bisogna volare alto, anche metaforicamente, per raggiungere cose molte concrete. Un libro o anche qualcosa di buono, di utile, per la nostra famiglia, per la nostra comunità, per la nostra città. E questo è un augurio per questo 2010 che con il Piccolo Principe mi rende vicino a tutti voi, a tutti noi, anche dalla Patagonia. Pilotava l’aeropostale delle Ande, il giovane Antoine. Tutti i giorni. Da Bahia Blanca a Sant Antonio Oeste e da qui a San Julian e Rio Gallego. Arriva anche a Punta Arenas quasi ogni giorno, e non può non aver incontrato anche Alberto De Agostini, il salesiano di cui voglio raccontare la storia. “Ho fatto un lungo volo di duemilacinquecento chilometri in un solo giorno - scrisse Antoine alla madre - è stato bellissimo tornare dall’estremo sud, dove il sole tramonta alle dieci di sera, presso lo stretto di Magellano. Là è tutto verde:

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città su dei prati. Strane piccole città di lamiere ondulate. E gente che, a forza di sentire freddo e di raccogliersi attorno ai fuochi, è divenuta simpaticissima”. Quando il giovane lasciò il Sudamerica per dedicarsi al giornalismo e poi alla letteratura lasciò un vuoto enorme in questa terra, dove gli eroi e gli esploratori si riconoscevano da lontano. Nessuno sa invece dire quando scomparve invece di morire. Come il Piccolo Principe, forse, decise di farsi mordere dal serpente per lasciare il pianeta nel quale si sentiva troppo solo. Fu abbattuto con il suo aeroplano nel 1944, in piena seconda guerra mondiale, al largo di Marsiglia. Anche il Piccolo Principe, insomma, è stato travolto dalla guerra. Per questo il mio augurio per il 2010 non può che essere di nuovo,

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di nuovo ancora, con tutta la forza che ho dentro, un augurio di pace. Di più, un augurio che richiama alla responsabilità di tutti noi, al nostro impegno per la pace. Il Piccolo Principe ce lo ha insegnato, la pace parte da quello che siamo e vogliamo essere. Ho letto da qualche parte, prima di partire per il mio viaggio, che un anziano ex pilota della Luftwaffe, ha ammesso di aver sparato a un aereo che poteva essere quello di Saint Exupéry. Mi hanno fatto una certa impressione e colpito le sue emozioni. Ha detto che conosceva i suoi libri a memoria, che aveva cominciato a volare grazie a lui, che aveva sperato per anni di non averlo colpito. Chissà cosa gli sarà passato per la testa quando ha scoperto di aver abbattuto un poeta che stava volando ad ali spiegate.


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viaggi

A CURA DI Openmind

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QUÉBEC

felice connubbio tra

VECCHIOeNUOVOmondo

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Dominato in tutta la sezione meridionale dal corso del San Lorenzo (uno dei maggiori fiumi del pianeta), il Québec vanta un’eccezionale ricchezza di ambienti naturali: una fertile pianura fluviale, tra lo scudo canadese a nord e la catena montuosa degli Appalachi a sud, e vaste distese di foreste, di taiga e di tundra che si spartiscono oltre un milione di laghi e migliaia di fiumi, per un totale di almeno 180.000 kmq di superficie ricoperti d’acqua dolce. Profondamente radicato in terra americana e al

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contempo fiero del proprio retaggio francese, il Québec è il frutto del felice connubio tra Vecchio e Nuovo Mondo. Con l’entusiasmo e l’amore per le buone cose che gli sono tipiche, coltiva con passione un’arte e una gioia di vivere senza eguali sul continente. Per questi e per altre 1000 motivi, trascorrere le proprie vacanze in Québec significa vivere un’esperienza ricca di emozioni in una destinazione che non ha eguali in Nord America: dalla vitalità delle città di Montréal e Québec alla grandezza della Natura, tutto concorre alla soddisfazione del più esigente viaggiatore. In una combinazione di modernità tutta nordamericana e di charme europeo, le grandi

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città del Québec conquistano il cuore del viaggiatore con l’energia e la dimensione umana che le contraddistinguono. Ovunque regna l’atmosfera vibrante e calorosa della vita di quartiere, ed è naturale sentirsi come in famiglia. Sono città dai piacevoli contrasti, dove gli edifici antichi si specchiano nelle svettanti costruzioni di vetro e gli spazi naturali si aprono alle porte del centro urbano. L’arte di far festa è onorata ovunque, come dimostra il nutrito calendario delle manifestazioni, e, grazie a una vibrante vita notturna, si ha sempre di che divertirsi fino alle ore piccole. Facili da raggiungere, le città rappresentano la base ideale per partire alla scoperta del Québec.


Dalla città di Montréal, a monte, fino alla punta della Gaspésie e ai confini con il Labrador, le strade che si sviluppano su entrambe le rive costeggiano tratti ora coltivati ora montagnosi e selvaggi. Lungo il percorso si godono anche splendidi scorci del fiordo del Saguenay, sito che testimonia della portentosa forza della natura.Lungo i suoi 1600 km il fiume si trasforma in estuario e, infine, in golfo, tanto da assumere le sembianze di un grande mare interno. È consigliabile scoprire veleggiando o pagaiando, in traghetto e su un’imbarcazione da crociera i mille e un segreto di questa regale via d’acqua; i dorsi rilucenti delle balenottere che emergono in superficie e i voli che gli uccelli marini intrecciano sull’acqua accompagnano il viaggiatore durante l’esplorazione..
Dall’isola di Montréal a quella di Anticosti e alle îles de

la Madeleine sono innumerevoli gli arcipelaghi, verdeggianti o rocciosi, che accolgono il visitatore e lo conducono alla scoperta della flora, la fauna e le leggende locali, che hanno per protagonisti i contadini, i marinai e i pescatori che ancora li abitano.

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salsomaggiore terme

A CURA DI

Redazione Immagino

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Grazie ai suoi preziosi fanghi e alle sue acque salsobromoiodiche, tra le più ricche di sali minerali conosciute in natura, le Terme di Salsomaggiore rappresentano l’indirizzo perfetto per soggiorni più o meno lunghi all’insegna del benessere, oltre ad essere le uniche in Europa ad estrarre il sale dall’acqua termale e a vantare ben due officine di produzione autorizzate dal Ministero della Salute: un’Officina Farmaceutica per la produzione di specialità medicinali e un’Officina Cosmetica. Presso le Terme, infatti, è possibile sperimentare e acquistare una pregiatissima linea cosmetica, a base di principi attivi vegetali, fitoestratti, olii essenziali e acqua termale salsobromoiodica, allineata alle nuove filosofie naturali della dermatologia e indicata per ogni tipo di pelle, dalle più giovani alle più mature. In particolar modo il Centro Berzieri, costruito nel 1923, offre una vasta gamma di pacchetti e proposte wellness, fra cui docce termali, trattamenti relax, massaggi ayurvedici, tibetani

ggiore trattamenti e

prodotti esclusivi a servizio del cliente

e antistress, massaggi cromatici e massaggi in nuvola, ovvero massaggi “idrici a secco” praticati attraverso l’uso di uno speciale materassino ad acqua calda. Da sperimentare anche i diversi tipi di fanghi termali (fango bianco al caolino, il classico fango termale verde, il fango azzurro e il fango rosa) e il bagno aromatico termale che prevede l’immersione in un’apposita vasca profumata la cui acqua è arricchita con olii essenziali che levigano e proteggono la pelle, nutrita durante il bagno attraverso lievi massaggi effettuati con sacchetti di garza contenenti erbe di malva e camomilla, lavanda, timo e salvia. Il Centro Berzieri mette a disposizione dei propri ospiti anche un centro anticellulite davvero all’avanguardia e un centro di medicina estetica di assoluto livello, dove è possibile sottoporsi a sedute di vario tipo: dall’elettrolipolisi al peeling, dalla mesoterapia alla rivitalizzazione cellulare. Note anche come le “Terme del Respiro”, grazie all’utilizzo di acque sulfuree fra le migliori e più ricche di zolfo in Europa, le Terme di Tabiano sono l’ideale non solo per cure idropiniche volte a contrastare alcuni disturbi del metabolismo ma anche e soprattutto per la prevenzione e la cura di numerose patologie di bronchi, orecchio, naso, gola e pelle, sia negli adulti sia nei bambini. Le Terme di Tabiano mettono a disposizione degli ospiti trattamenti personalizzati e specifici, basati su protocolli terapeutici collaudati e monitorati da specialisti, per vere e proprie “vacanze di salute” alla ricerca di un benessere globale. Tutto ciò trova la sua massima espressione nel moderno Centro Benessere T-SPATIUM, un’area di circa 2.000 mq., caratterizzata da ambienti eleganti e raffinati, dove si eseguono percorsi wellness e trattamenti mirati visocorpo di medicina estetica. Per beneficiare ancor di più del diretto contatto con l’acqua termale, in sinergia con aromoterapia e giochi di luce, è stato anche realizzato il T-SPATIUM AQUAE attrezzato di sauna finlandese, bagno turco, percorso kneipp e docce aromatizzate. Gli amanti della quiete e dei massaggi shiatsu e ayurvedici troveranno poi nel Centro Orientale un’oasi di pace dove lasciarsi avvolgere da un’atmosfera calda e rilassante. Da non perdere, infine, le Terme Romane, padiglione decorato con eleganti affreschi raffiguranti scene di vita dell’antica Roma, dove sperimentare percorsi a diretto contatto con l’acqua. Il Sistema Terme di Salsomaggiore e di Tabiano, nato nel 2008 dalla fusione delle Terme di Tabiano SpA e Terme di Salsomaggiore SpA, allo scopo di integrare l’offerta e rilanciare con forza il prodotto benessere termale, include atttualmente gli stabilimenti termali “Lorenzo Berzieri” (1923) e “Luigi Zoja” (1970), il centro Inalatorio Pediatrico, il Centro di Balneoterapia e Igiene della Bocca e il Centro di Idroterapia e le strutture alberghiere “Grand Hotel Porro” e “Hotel Valentini”.

Numero Verde: 800 861 385 www.termesalsomaggioretabiano.it

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gorè

A CURA DI

Stefania Ricci

Yarchagumba

BUSINESS SULL’ALTOPIANO

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C’è un viagra naturale sulle vette himalayane. Qui dove rovesci e schiarite si alternano più volte al giorno cresce un minuscolo fungo dai poteri particolari: è considerato il tonico più prezioso di tutta la medicina cinese. Apprezzato da secoli come potente afrodisiaco ed elisir di giovinezza, secondo la tradizione sarebbe in grado di prolungare la virilità maschile. Lo yarchagumba è sicuramente il più prezioso tra tutti gli afrodisiaci orientali. Sembra un bruco ma altro non è che una larva mummificata di alcune falene himalayane su cui si attaccano le spore del fungo cordyceps sinensis. Vecchi donne e bambini salgono montagne e colline per raccogliere il magico (e costoso) fungo-larva ad un’altezza compresa tra i tremila e i cinquemila metri. Grazie alle sue qualità rigeneranti è stato usato per 1500 anni nella medicina tradizionale cinese tibetana. Gli effetti del fungo sono noti da tempo alle popolazioni tibetane e della provincia cinese del Qinghai: una zuppa o un tè con estratti di yarchagumba aiuta a migliorare la resistenza, la capacità polmonare e la funzionalità dei reni con effetti benefici anche sull’attività sessuale. Recenti scoperte mediche sembrano dimostrare che, a differenza di quasi tutti gli afrodisiaci naturali, lo yarchagumba funziona davvero. Le analisi chimiche hanno dimostrato che le sue presunte proprietà sono molto più che semplice superstizione o folclore: è ricco di beta-glucani, riconosciuti di ausilio nelle terapie contro il cancro e di polisaccaridi, lunghe catene di zuccheri con all’interno numerose sezioni di ossigeno e, quando scomposti dall’organismo, le molecole di ossigeno vengono rilasciate e assorbite a livello cellulare. Il cordyceps sinensis

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incrementa di quasi il ventotto per cento i livelli di ATP (adenosia trifosfato) nell’organismo. L’ATP costituisce la fonte di energia del corpo ed è necessaria per tutti i processi enzimatici. Uno studio ha inoltre riscontrato un aumento del 17-ketosteroide nell’urina degli uomini che lo consumano: questo indica un aumento del desiderio e delle prestazioni sessuali. Per avere dei benefici bisogna assumerlo ogni giorno. Il commercio è più simile a quello dello zafferano o delle orchidee che a quello degli stupefacenti ed i manang che lo raccolgono raramente ne fanno un uso personale. È troppo costoso. Gli uomini asiatici ricci di una certa età pagano migliaia di dollari ogni anno per sottoporsi ad un regime di yarchagumba. 60 pezzi, a malapena sufficienti per un mese a chi ne fa un uso quotidiano, si vendono nelle farmacie cinesi a 1300 dollari. Nel 2009 i rivenditori al dettaglio di Hong Kong hanno importato cordyceps per un valore di 98 milioni di dollari. A partire dagli anni ‘90 la scoperta dello yarchagumba ha rivoluzionato l’economia himalayana. Improvvisamente un semplice agricoltore poteva guadagnare in poche settimane quello che suo padre non era riuscito ad ottenere in una vita. Con l’aumento della domanda, diversi imprenditori hanno provato a coltivare il fungo, purtroppo lo yarchagumba cresciuto artificialmente non ha le stesse proprietà della sua varietà selvatica. Il fungo “magico” doveva rappresentare la salvezza del popolo manang, in realtà si è trasformato nella sua maledizione: l’eccessiva domanda, enormemente cresciuta da quando nel 2001 il governo ne ha liberalizzato la raccolta, sta creando seri problemi ambientali e di sfruttamento minorile. I bambini infatti sono particolarmente adatti alla raccolta perché più vicini al suolo e riescono a vedere meglio degli adulti il gambo affusolato che spunta dal

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terreno. Ogni anno, durante la stagione del raccolto, orde di commercianti cinesi arrivano nei territori di Braga, Nar e Manang per vendere televisori, lettori dvd e per organizzare bordelli improvvisati, alterando irrimediabilmente gli equilibri del luogo.


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intervista

A CURA DI Marta Rossi

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Io ho un sogno nel cassetto che ha improntato molto la mia vita e le scelte durante tutta l’adolescenza e la mia crescita professionale: quand’ero piccolo una volta l’anno i miei genitori mi portavano al teatro Sistina e si passava davanti a un bellissimo albergo che è l’attuale Excelsior: non potendo entrare mi faceva sognare questo albergo, sono sempre rimasto incuriosito da esso e tra me e me e con i miei ho detto “Io un giorno sarò direttore di questo albergo”... il mio sogno nel cassetto è essere direttore d’albergo e proprio dell’Excelsior. La vita per il momento mi ha portato ad essere sensibile verso la ristorazione, è quello che a me piace, ho iniziato frequentando la scuola alberghiera e adesso sto facendo carriera. È un pò tardi per iniziare la carriera di direttore d’albergo perché adesso ne cercano di molto più giovani, che abbiano avuto un’esperienza universitaria. Io purtroppo non ho potuto fare questo genere di carriera e spero di essere come i vecchi direttori di una volta che facevano gavetta nei diversi reparti fino a dirigere un giorno una vera e propria struttura. Il mio sogno è quello, sono dieci anni che sono direttore della Pergola al Rome Cavalieri e spero di poter continuare nella struttura a far carriera, chissà magari essere direttore di questo albergo e perché no prima di andare in pensione direttore dell’Excelsior!

È primo pomeriggio a Roma, c’è un sole magnifico sulla capitale, da quì si vede tutta, la città eterna... Dalla terrazza de “La Pergola”, ristorante dell’Hotel Rome Cavalieri Hilton, c’è una magnifica vista, solo una delle tante meraviglie che caratterizza questo posto. L’ambiente è ricercatissimo, il ristorante è ancora vuoto, i camerieri sono indaffarati nei preparativi per la serata, ma sarà solo alle 19 che “si apriranno le danze”, momento in cui tutto dovrà essere impeccabile. Come un tempio la cui cura è affidata ai sacerdoti, che guidano i devoti nella preghiera e nella ricerca della propria spiritualità, allo stesso modo si presenta “La Pergola”, che offre ai propri clienti un viaggio nel benessere attraverso il gusto delle ricercate pietanze create da Heinz Beck, la cui qualità e la cui filosofia sono “portate in tavola” dalla cura e ricercatezza nell’arte della sala di Umberto Giraudo, restaurant menager de “La Pergola” da dieci anni, una simbiosi tra i due personaggi, tra cucina e sala che ha fatto guadagnare al ristorante il riconoscimento delle 3 stelle e 5 forchette Michelin. La minuziosità e la cura dei dettagli caratterizza il lavoro di Umberto che ci ha raccontato un pò di se e del luogo che lo circonda, che ormai ha fatto proprio...

Come mai la cucina italiana è considerata tra le migliori eppure è necessario spostarsi all’estero, in particolare in Francia per imparare l’arte del servizio? Vero ci sono un pò di paradossi in Italia, i più

Da bambino cosa avresti voluto fare “da grande”?

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Maitre, un buon direttore di sala non è soltanto un “porta piatti”, è un buon cameriere perché deve assicurare il servizio dalla sala alla cucina, però è un buon “Public relation” perché deve mettere in evidenza, deve far capire al cliente la cucina dello chef, la filosofia del ristorante, deve saper trattare con i diversi clienti, quindi avere relazioni con le associazioni del posto, con enti politici, con istituzioni, con una persona che viene da noi per una sola occasione nella vita, con l’habitué che verrà ogni settimana... Oggigiorno un buon maitre d’hotel è un importante strumento di marketing e di comunicazione, è

e accanto dei sali che vengono dalle diverse parti del Mondo, tra i ragazzi nessuno sa che esistono diversi tipi di sale, far loro vedere che hanno diverse proprietà, diversi gusti è un modo di formarli, la stessa cosa si fa per le diverse tipologie di frutta, di pesce, di carne, di verdure, di vino ecc.. si apre un mondo che è l’enogastronomia che è grandissimo e molto interessante per tutti quanti, i ragazzi fanno delle fotocopie, le distribuiscono, apprendono che cos’è il fuagra,il fegato, le diverse tipologie, il thè come viene classificato, quanti tipi ne esistono, il caffè ecc... tutto ciò che è merceologia, che va a contatto con il nostro cliente, lo spieghiamo ai ragazzi, che sono contenti perché si formano, diventano più sicuri di se e riescono anche a trasmettere un pò della loro passione ai clienti. La Pergola si caratterizza anche per le molte tipologie di acqua che offre al cliente...no? È un gioco che facciamo con i nostri clienti habitué, esistono diversi tipi di acqua la cui classifica è data dalla legge in base al residuo fisso, su questa semplice teoria abbiamo deciso di fare una carta delle acque con principalmente le minimamente mineralizzate che sono quelle un pò più rare, hanno un residuo bassissimo, poi abbiamo cominciato a farne di diverse categorie,

grandi direttori di sala al mondo sono italiani, molto apprezzati in tutta Europa, nel mondo, per il nostro spirito, il nostro modo di essere così caldi. Però bisogna fare un pò di esperienza all’estero perché in Italia non abbiamo ancora quelle basi e quella cultura che invece esiste da diversi secoli in altri Paesi. Una delle tappe obbligatorie è l’Inghilterra per imparare la lingua perché siamo sempre a contatto con clienti di tutto il mondo, l’esperienza francese può essere d’aiuto nella formazione dell’accoglienza perché hanno un savoir faire, una conoscenza che ormai è secolare, molto seguita ed è rispettata. Io volevo andare in Francia per imparare il francese e tornarmene subito nel mio paese nativo, invece sono rimasto perché quando sono entrato a lavorare a Montecarlo e a Parigi, ho visto che il nostro mestiere è così enfatizzato così riconosciuto che era veramente importante continuare l’esperienza, perché c’era molta sensibilità, molto interesse, concentrazione, si cercano sempre delle novità, ed è un mestiere riconosciuto con la M maiuscola. In Italia è più difficile riconoscere importanza alla sala, non è riconosciuto come mestiere di prima categoria, non ci sono più tante persone che vogliono fare questo lavoro. Io sono un difensore del mio mestiere, perché dico che un buon

difficile trovarne di buoni perché bisognerebbe dare quell’incentivo in più ai ragazzi giovani che cominciano con la scuola alberghiera, quello stimolo per tirar fuori la loro passione. Se dovessi definire il tuo mestiere in tre parole quali sarebbero? Camerieri, psicologi e comunicatori. Quello di essere ingenieri del nostro mestiere è una mia forza per cercare di formare sempre gli altri ragazzi, per costruire uno staff,una squadra che sia forte. Quì al ristorante serviamo dei sali, a tavola abbiamo un piattino con dell’olio d’oliva

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ha varie provenienze, da allora ho detto “voglio conoscere tutti i tipi di sale” e li ho conosciuti tutti, e siamo stati i primi a portare dei sali rossi e dei sali neri in Italia dieci anni fa. Qual è la parola d’ordine per arrivare al successo? Potrebbero essere due, se non tre : volontà, costanza e tenacia. Ci vuole volontà, bisogna essere motivati, sicuri di se, bisogna avere un’idea, avere un sogno e bisogna cercare di arrivare a questo sogno. La vita è molto bella perché ci da tante gioie, tanti doni, dei momenti bellissimi, bisogna saper approfittare di tutto quello che uno ha e di quello che la vita gli riserva, sicuramente riuscirà ad affrontare delle diverse regioni d’Italia, d’Europa, cercando meglio certe problematiche, poi avere un sogno le bottiglie di grande design, poi del mondo, dalla e cercare di raggiungerlo, per raggiungerlo ci Nuova Zelanda, Patagonia e poi sempre più rare. vuole molta costanza e molta tenacia, bisogna Abbiamo un gioiello di acqua chiamato la “FILLICO Water” a duecento euro a bottiglia, in ogni bottiglia di queste ci sono degli Swarovski con un tappo in argento e un’ acqua che viene dal Giappone, da Kyoto. Abbiamo cercato delle ALLE 19:00 acque come ad esempio la Fiji, che pur venendo da lontano sono molto sensibili all’ecologia “SI APRONO perché per essere trasportate si usano delle rotte più brevi che inquinano meno. LE DANZE”, Riguardo invece i tipi di sale? Abbiamo una ventina di tipi di sale: il sale rosso, quello nero delle Hawaii, quello dall’Australia, quello dal Sud africa, abbiamo il Roccia dell’Himalaya, i sali marini di Cervia italiani, di Trapani, quelli norvegesi, francesi, affumicati, speziati, ne esistono tanti, questo ristorante fu uno dei primi d’Italia ad avere tante tipologie di il sale, perché quando sono andato in Francia la prima volta mi dissero : “Umberto vai a prendere il sale grigio!” e io ovviamente non parlando bene la lingua pensavo che mi stessero prendendo in giro, che fosse l’olio di gomito e non andavo, di nuovo mi incitarono varie volte portandomi infine per le orecchie a prendere il sale grigio, e capii che in Francia esiste l’”affleur de sel”, ossia il soffio di sale, l’ultimo strato di sale che si è formato, che viene raccolto a mano ancora traslucido e umido che permette di assaporare delle pietanze, si scioglie facilmente in bocca e

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IN QUEL MOMENTO TUTTO DEVE ESSERE IMPECCABILE.

saper affrontare gli ostacoli e andare sempre avanti, perché non arriva niente per niente quindi bisogna lavorare e mettercela tutta, se no non ci si riesce. Chi ti è stato vicino durante questo percorso? I famigliari sono le persone che aiutano di più, perché i genitori sono riusciti a capire la nostra necessità, la mia volontà, la mia passione e non mi hanno messo i bastoni tra le ruote, come nel fatto di andare a scuola alberghiera, anche se loro aspiravano facessi un altro tipo di scuola un pò più importante... poi a sedici anni mi hanno lasciato partire sulle navi da crocera, ovviamente la mamma ha accettato ma è andata in “depressione totale” (ride) quando sono partito per tre mesi nel periodo estivo per fare delle esperienze. Mio fratello nonostante facesse il liceo era orgoglioso di me che facevo la scuola alberghiera perché viaggiavo, facevo altre esperienze quindi non mi sono mai sentito complessato di fare una scuola “inferiore” e poi

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sicuramente nella vita c’è la moglie perché è la persona con cui si cresce, si fanno delle scelte, se avessi avuto una moglie che mi avrebbe bloccato nelle scelte, che non mi avrebbe incoraggiato e dato questa serenità che per fortuna riesco ad avere a casa quando si ritorna, ad esempio lasciandomi riposare o stimolandomi nelle scelte...la moglie è la dolce compagna della vita, quella che mi aiuta di più adesso. Se tornassi indietro cambieresti qualcosa? Cosa e perché? No, no. Fin’ora ho fatto sempre quello che volevo fare, ci sono state delle difficoltà, dei momenti di solitudine, di tristezza per non riuscire a capire perché faticare così tanto, però col passare del tempo no, perché sono pienamente soddisfatto di quello che sono riuscito a fare. Oggi come oggi c’è da ritenersi fortunati se si fa il lavoro che si ama...no? Il problema è proprio quello che uno poi si affeziona e non se ne vuole più andare no? (ride) Io tante volte vorrei iniziare a fare carriera nell’ambito alberghiero, lasciare un pò la ristorazione, però dopo dieci anni di “Pergola”, dove sono affezionato ai miei clienti, a questo posto, nel quale mi riconosco, che sento talmente mio che alla fine uno non riesce dopo tanto tempo a distaccarsi, bisognerebbe farlo per poter iniziare a fare un pò di carriera amministrativa, per poter essere un giorno direttore d’albergo, vedremo cosa ci riserva la vita!


È difficile avere a che fare con una determinata tipologia di clientela, altolocata, con magari delle particolari esigenze... Io dico sempre che tutti i clienti che entrano nel ristorante, ognuno di loro è diverso dall’altro, e ognuno ha un’ansia e un’aspettativa diversa. Non importa la tipologia di clientela, noi abbiamo a che fare con la più bella clientela che esiste su questo pianeta, siamo molto fortunati perché il posto può essere “selettivo” però c’è anche quella persona che magari viene soltanto una volta nella vita e bisogna saperla trattare nello stesso modo di una persona che è abituata, la persona capricciosa, la persona che viene per affari. Cerchiamo di mettere a proprio agio e rilassare le persone, perché la persona rilassata potrà apprezzare meglio. Dico anche ai ragazzi di essere sempre professionali come sono i francesi, però mai dimenticare che siamo italiani e quindi il nostro modo di essere è molto più solare, sorridente, mette a proprio agio il cliente e il cliente che si sente a suo agio si sente anche a casa sua e ha voglia di ritornare. Spesso i clienti arrivano stressati, bisogna saperli calmare, metterli a proprio agio e a quel punto possono poi apprezzare tutta la serata, ed è quello il nostro compito, siamo anche un pò psicologi, un buon maitre deve essere anche un pò psicologo.

di carriera? La carriera è fatta da tanti piccoli momenti, da noi è come un teatro, dovrei scrivere un libro per quanti momenti...quando riesco a ridare un sorriso e un momento di felicità a un cliente, è il momento in cui i sono più contento e più soddisfatto, perché tante persone anche se hanno molto agio, magari non sono soddisfatte o passano dei momenti difficili anche loro, quando riesco a dare a ciascuno di loro un momento di serenità e di pace è il momento in cui sono riuscito a creare un momento forte per loro e per me stesso.

Quali sono le “chicche” del ristorante La Pergola? Dalla vista alla cucina del maestro Heinz Beck, che è sicuramente una cucina molto salubre, molto leggera, i sapori sono netti, sono precisi, sono riconoscibili, le cotture sono molto delicate, è necessario che la cucina sia delicata, perché siamo un ristorante aperto solo la sera. Si cerca di rispettare la cucina mediterranea, quella italiana, per esempio i “fagottelli” della Pergola sono dei ravioli alla carbonara, non conditi, ma ripieni di questa carbonara che rimane liquida in modo naturale, c’è questa esplosione in bocca che tutti i clienti impazziscono. Riconoscere questa cucina così delicata di Heinz è straordinario, già appaga un bisogno perché quando si va in un ristorante bisogna saper soddisfare il bisogno Qual è stata la più bella esperienza in tanti anni di mangiare e di bere. Per di più abbiamo una

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bellissima cantina, una bellissima vista e un servizio ben organizzato, non siamo i migliori in assoluto, cerchiamo sempre di mettercela tutta, io dico sempre anche nel libro “Arte e scienza del servizio” che il servizio non è soltanto fatto da arte ma anche da scienza, perché nel servizio ci sono delle regole che devono essere seguite, soprattutto sulla tempistica, l’organizzazione, la gestione, dal momento delle prenotazioni fino a quando il cliente pagherà il conto. A quale domanda ti piacerebbe rispondere durante un’intervista? “Cosa ti riserverà il futuro?” (ride) Come nasce l’intesa con un grande chef come Heinz Beck? Siamo in piena sintonia perché Heinz è stato uno dei primi chef a capire l’importanza della sala, il mio compito non è quello di essere un suo antagonista, ma è quello di creare sintonia tra la sala e la cucina, mettere in valore la cucina di Heinz, un cliente rilassato e contento è anche disposto ad assaggiare dei piatti diversi, nuovi e può capire meglio la cucina, quindi io cerco sempre di mettere in valore la cucina dello chef e Heinz è più contento che ci sia una persona che possa spiegare la sua filosofia ai clienti. Come vi siete conosciuti? Ci siamo conosciuti a Parigi, io lavoravo da Ducasse, lui venne a mangiare al ristorante, stava con il direttore di questo albergo quando

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ha chiesto se in quel posto lavorasse un ragazzo italiano, lì abbiamo iniziato a conoscerci, poi mi ha invitato a venire quì a Roma, c’è stata subito una grande intesa, la vita ha voluto proprio che dopo nove anni che ero in Francia e avevo deciso con mia moglie di sposarmi e di restare a vivere là, è stato il momento che siamo rientrati in Italia e anche di questo non me ne pento, siamo molto contenti.

A quale domanda le piacerebbe rispondere durante un’intervista? Non ci sono domande alle quali non si risponde, a me piace rispondere a tutte, le interviste sono così belle perché le persone che ti fanno le interviste sono così diverse, perciò sono anche molto stimolanti, ti fanno tante volte anche pensare, ovviamente domande insolite... se è la quindicesima volta che mi chiedono: “ma tu sei sposato con una siciliana?” si lo sono, mi Ed è proprio nel momento in cui ne parliamo che fa molto piacere rispondere a questa domanda esce dalla modernissima cucina il creatore del o “come sei diventato chef?” meglio rispondere prelibato menù, dei piatti che rendono ancora a quella di Teresa che è mia moglie che le sono più speciale una serata a La Pergola, pietanze che lui stesso definisce figli... Con estrema gentilezza Heinz Beck, uno dei più grandi chef della cucina internazionale, Executive Chef presso “La Pergola”, ci ha piacevolmente incantato con la sua concezione del lusso e del benessere, concetti che “vanno declinati” come lui stesso ha affermato, per poterne percepire l’essenza... Qual è la qualità che la caratterizza nell’arte della cucina? Queste sono domande che dovresti fare ai miei collaboratori, perché è sempre più difficile giudicare se stessi, comunque serietà, onestà, perseveranza, precisione, amore e passione, questi sono i termini...talento. Come sceglie l’accostamento di aromi, sapori e colori? È una cosa di sentimento, di conoscenze, di studio, di prove, uno non è che nasce con la conoscenza degli accostamenti, si impara piano piano come usare le spezie, come usare le erbe, combinarle, poi più studi e fai le prove, più ricco diventa il tuo bagaglio professionale, poi ovviamente ci vuole un pò di talento a scegliere i connubi più interessanti, più intriganti, anche quelli un pò più insoliti. Come nasce la scoperta di nuove pietanze? Quella di creare nuovi piatti è un’ispirazione, poi si fanno delle prove e a volte il piatto perfetto esce subito con la prima prova e altre volte ci vogliono più prove, si comincia a cambiare, l’una o l’altra cosa fin quando si arriva al prodotto finale che deve essere comunque un prodotto di finezza, di qualità, di gusto, di sentimento, di cuore. Il piatto che lei preferisce o di cui è più orgoglioso? Preferisco sempre il piatto sul quale lavoro o quello che non è ancora stato inventato, però sono sempre più orgoglioso dell’ultimo che è arrivato almeno, perché se non fossi orgoglioso non lo metterei sul menù, non è che si può dire ad un padre “A quali figli sei più affezionato, di quale sei più orgoglioso?” è impossibile perché sono tutti figli e perché nascono, arrivano sul menù, a questo punto sono orgoglioso di tutti.

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affezionatissimo, l’altra è una cosa di trent’anni fa... vorrei avere la possibilità di rispondere a domande belle, nuove, moderne come “Che cos’è per te il lusso?” o “Cos’è l’emozione?” domande un pò diverse, non “dove compri il pesce?”... Secondo lei in questo caso il lusso è rappresentato da “La Pergola”? No, per me il lusso è un altro concetto, non è l’ultimo cellulare uscito sul mercato, il lusso è non aver bisogno di portarsi il cellulare dietro.

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Il lusso non è l’orologio di Cartier o di Rolex, il lusso è non aver bisogno di essere condizionato dal tempo, poter scegliere il tempo e fare ciò che si vuole, questo è il lusso! Invece tutti cerchiamo di avere l’ultimo modello perché altrimenti ti guardano male, o l’orologio con i diamanti, tutto molto bello, ma per me questo non è il lusso, il lusso è se tu hai la facoltà di determinare il tuo tempo e non sono più gli altri a determinare il tuo tempo. Lo spazio, avere spazio, siamo in un mondo dove lo spazio diventa sempre più piccolo, questo è il lusso, è un concetto molto più ampio di andare a mangiare e farti coccolare, questo è benessere. Un piatto in particolare che le ricorda il lusso, secondo questo concetto? Il lusso può essere un piatto di spaghetti al pomodoro, oggi come oggi un buon pomodoro per fare una buona salsa è raro da trovare o la pasta perfetta, il basilico perfetto, il parmigiano delle vacche rosse di 36 mesi, questo è poi quello che determina se il mio piatto è un lusso o no. Alla fine però è un benessere, il mangiare non deve essere lusso, il mangiare deve essere sentimento, deve essere passione, deve essere cuore, deve essere convivialità, condivisione con quelli ai quali vogliamo bene,questo è il mangiare, un concetto molto molto diverso da quello del lusso. Si pensa che venire da me è un lusso, ma uno deve anche vedere il controvalore di quello che verrà dato, a questo punto questo non è più lusso, questa è cultura, è emozione, è sentimento. Non si devono vedere sempre preconcetti, se una cena costa più di 50 euro diventa lusso? No, non è così, perché mangiare una pizza per 20 euro è lusso, perché lì hai una materia prima che ti costa un euro e paghi 20, a questo punto è un lusso pagare 20 euro per la pizza perché è cara. Ma se io compro gli scampi vivi dell’Argentario e li vendo poi a porzioni di 50 euro è costoso perché c’è la materia prima che costa carissima, che poi è relativamente cara perché si deve anche pensare che chi li raccoglie è un pescatore, che si alza la mattina ecc...I concetti uno li deve declinare e se comincia a declinare si rende conto in che mondo viviamo. Riguardo al rapporto con Umberto? Sono andato a Parigi, ho visto come lavorava e poi me lo sono portato in Italia, ormai è da dieci anni che mi sta a fianco, per me è molto importante perché più di un collaboratore è un amico, anche questo è lusso, circondarsi di persone alle quali vuoi bene, perché nel lavoro non è una cosa normale che tu scegli chi ti sta intorno. Tante volte sei in un contesto dove le scelte di chi ti circonda vengono fatte da qualcun altro o con dei criteri che non sempre puoi determinare tu. Se tu hai il piacere e la fortuna di circondarti di persone che stimi, che vedi come più di un collaboratore è un bene bellissimo, perché c’è un rapporto di amicizia, di sentimento di fiducia, di tanto.




D A CURA DI

Cristina Morozzi

design

ILGIGANTE

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Alighiero Boetti diceva che chi pratica l’arte possiede sempre una sua forma di bellezza, anche fisica. Credo che i designers, quelli che del design hanno fatto una ragione di vita, si disegnino anche un fisico corrispondente al loro progetto. Marco Stefanini, pare il gigante mago che puoi incontrare, come canta Vinicio Caposela, “quando il lume sembra spento, quando fa scuro tutto intorno e non c’è niente del gran giorno”. Già a guardarlo si capisce un po’ della sua arte: una sorta di atto di forza per modellare le materie, che plasma per ricondurle al disegno che ha in mente, senza che perdano le loro qualità primordiali, la loro solidità, la loro aggressività. La pietra Bedonia, che ama per la sua compattezza, nelle sue mani si arrotola come pasta di pane. L’acciaio diventa acuminato come un’arma. I genitori abitavano in Svizzera, lui in campagna con sua nonna che non aveva l’acqua in casa. Quando andava a trovare i genitori che vivevano in una casa linda, arredata con mobili in legno chiaro, gli pareva di essere nella fantascienza. A casa della nonna passava le sue serate nel buio caldo della stalla. Da bambino ha vissuto sulla pelle il contrasto tra modernità borghese calvinista e la civiltà contadina materica. Ha scelto di vivere al Chiavicone (RE), in campagna, vicino ad un fiume, in una casa ricavata da una vecchia cisterna d’acqua, ma si porta addosso questa contraddizione. Anche la sua arte vive questo doppio registro: c’è la parte esatta, influenzata dai maestri come Le Corbusier, che si esprime in forme di acciaio lucido, rigorose e affilate. C’è quella materica che nasce quasi per istinto, e si concretizza in oggetti primitivi e in forme possenti di pietra di cava tagliata di netto. Si descrive come uno che pensa con le mani. E pensa in grande, perché ha grandi mani. Lavora sovente all’aria aperta, al freddo, quasi volesse impegnare il fisico

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Luca

Fontanesi

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MAGO nel processo creativo. Nella forza del gesto ricompone il legame con la natura. La casa che ha costruito, il bozzolo del suo mondo artistico, definita da TF (tele France), “ la più bella del mondo”, è un progetto di vita: abitazione, laboratorio, ma anche centro di sperimentazione. “ Le opere devono funzionare” dichiara Marco, “sennò a che servono”. Nel volume cilindrico che sale per aprirsi verso il cielo, i suoi pezzi vivono il quotidiano, usati e consumati. E anche gli oggetti più improbabili; i disequilibri; le sedie con i capelli rasta in mocio Wileda; i pouf e i tavolini a margherita da sfogliare, per ricordarsi del gioco degli innamorati, funzionano, perché li ha costruiti per sé, per la sua casa, seguendo il suo istinto, senza disegnarli, modellandoli di getto, spinto da una urgenza, quasi fisiologica. Il gigante- mago, come accade nelle fiabe, ha un cuore tenero, femminile (non nel senso di contrapposto a maschile, ma di sentimento complementare). E allora dall’acciaio nascono foglie tremule e regolari tessiture di corde da salvagente diventano sedie. Non è estraneo al suo fare prendere le cose e trasformarle per renderle un po’ magiche: il mocio “Vileda” diventa l’ arruffata capigliatura di una sedia dall’alto schienale; le corde tessono la trama resistente di una seduta. Marco può essere ruvido e primitivo, oppure spigoloso e acuminato, ma non dimentica il sorriso, quasi avesse conservato dell’infanzia vissuta all’addiaccio o nel calduccio della stalla, lo stupore e l’ingenuità. Sa, per istinto, che lo stupore è la linfa della sua arte e l’ha nutrito con viaggi in paesi lontani, Amazzonia, Camerum, Yemen…. paesi dove ancora esiste la comunione con la natura. È andato nel mondo a lezione di magia per diventare, come canta Vinicio Capossela, “gigante e mago” e non è per caso che di Vinicio sia amico fraterno, che realizzi gli allestimenti dei suoi spettacoli e che Vinicio metta in prosa e musica le storie dei suoi viaggi.

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è OUT secondome

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La proposta di complementi di arredo ed oggetti firmata da Marco Stefanini, artista designer, si può ammirare nella Design Gallery Secondome.

Una mostra collettiva di 7 artisti autoproduttori italiani per nascita o per adozione che presentano sotto lo stesso comune denominatore OUT, degli arredi-scultura di

design inediti. Fuori produzione, fuori da ogni logica, fuori funzione, o semplicemente per “fuori”, cioè da esterno. Andrea Salvetti, Oscar Aciar, Alessandro Ciffo, Antonino Sciortino, Giovanni Minelli, Dum Dum (Marco Stefanini), Luca Nichetto questi i protagonisti di questa mostra Fuori dall’ordinario. Vari i materiali, dai metalli fusi e sapientemente plasmati da Salvetti, alla pietra scolpita da Dum Dum; dal silicone colorato di Ciffo, al ferro etereo modellato da Sciortino e da Minelli, al vetro di murano soffiato unito alla ceramica di Nichetto, alle piante che trovano casa nei tubi di carta di Aciar. Con OUT secondome apre una finestra per guardare fuori. Rosi di Donato

FUORI PRODUZIONE, FUORI DA OGNI LOGICA, FUORI FUNZIONE, O SEMPLICEMENTE PER “FUORI”

Secondome Design Gallery Via degli Orsini 26, Roma Tel 06 97270135 info@secondome.eu www. secondome.eu

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redazione èArea

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TRIBUTO AL LUSSO

ASSOLUTO S

Se pensate che Bulgari è sinonimo solo di eleganza tradotta in gioielli e diamanti, vi sbagliate. Il brand italiano noto in tutto il mondo per l’alta gioielleria dal 1984 è proprietario anche di tre Hotel Resort: Bali, Tokyo, Milano. La filosofia del marchio italiano in questo settore si traduce in lusso contemporaneo nell’ospitalità. Siti unici, design contemporaneo e servizio impeccabile sono gli elementi chiave che caratterizzano gli Hotels e Resorts Bulgari. Ogni dettaglio è un tributo al lusso assoluto, la ricerca dei materiali pregiati, l’architettura affidata ad archistars, ricercatezze culinarie ed esclusivi trattamenti benessere. Connubio perfetto tra arte ed eleganza, spazi sontuosamente arredati e curati nei minimi dettagli che diventano preziosi gioielli di design.

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A 150 metri sul livello del mare, punto dal quale si ha una vista ineguagliabile sull’Oceano Indiano, l’architetto Antonio Citterio ha progettato il Bulgari Hotel di Bali. 59 ville, grandi dai 300 ai 500 metri quadrati, che uniscono lo stile balinese a quello italiano, tutte dotate di una piscina privata e di un giardino tropicale. Ogni villa è raggiungibile solo da un accesso privato e dispone di due camere da letto, un soggiorno con area bar, una sala da pranzo, una sala home teathre e, ovviamente, una piscina. La spiaggia, anch’essa privata, è invece raggiungibile tramite funicolare. La grande creazione di design rimane però Villa Bulgari; 1300 mq tre stanze da letto, salone bar, sala video, sala da pranzo, dependance per il personale, ampio spazio per la meditazione e una grande terrazza.Nella costruzione del resort sono stati impiegati pietre vulcaniche tagliate a mano, legni esotici pregiati, tessuti raffinati e oggetti d’arte e d’antiquariato balinese di elevato pregio. Le camere da letto

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hanno vista mare, mentre il bagno è dotato di una parete in vetro che affaccia su un piccolo giardino privato e una piccola piscina. Il soggiorno all’aperto è perfetto per colazioni e pranzi informali in compagnia della musica del sistema audio e video Bang&Olufsen. Tutte le sistemazioni offrono una vasta gamma di servizi, incluso un maggiordomo in grado di soddisfare tempestivamente le esigenze degli ospiti. Cucina di ispirazione italiana e locale utilizzando materie prime importate dall’Italia e prodotti coltivati localmente provenienti da agricolture biologiche rendono il menù creativo proposto dallo chef esclusivo e sublime in grado di regalare momenti di assoluto piacere. Se è vero che il lusso è l’abitudine a consumi di elevata gamma qualitativa e di costo, il Bulgari resort Bali senza dubbio incarna nella sua accezione più completa il termine “lusso”.


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polo

A CURA DI

Chiara Calace

1st ROME POLO CHALLANGE: S INTERNATIONAL

Si è conclusa domenica 23 maggio presso l’Ippodromo Militare Generale C.A. Pietro Giannattasio di Roma il “1st International Rome Polo Challenge - Coppa della Federazione Polo Italiana, ITALIA - RUSSIA - U.S.A.”. La manifestazione stata realizzata da VLADI POLO Associazione in collaborazione con il Ministero della Giovent ed il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ufficio per lo Sport, del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, del Consiglio Regionale del Lazio, della Provincia di Roma e del Comune di Roma.

da HARPA ITALIA POLO TEAM (Italia), seconda classificata e PELAGOS POLO TEAM (USA), terza classificata. Performance di altissimo livello e fair play hanno caratterizzato l’incontro. A capitanare ciascun gruppo, giovani polisti dal promettente talento.

L’evento, connubio di Sport & Cultura, stato inaugurato la sera del 22 maggio dalla mostra personale del fotografo cult della fashion industry, Marco Glaviano, sul tema “Polo&Fashion”, con la presentazione delle cinque opere di punta di Glaviano, donate alla VLADI POLO e si concluso con una mostra organizzata in collaborazione con la gallerista Jeanne Stavropoulou Rossi, titolare di Spazio Officina 468. Il triangolare ha visto protagonista la VLADI POLO TEAM (Russia), prima classificata, seguita

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new architettura

A CURA DI

Flaminia Colonna Bareti

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Su un’isola artificiale di 26 ettari, bagnata dalle acque del golfo di Doha e circondata da imponenti palme, si staglia il Museum of Islamic Art (MIA). Uno scrigno preziosissimo nei contenuti, ottocento tesori provenienti da tre continenti per un totale di di 13 secoli di storia, e nel progetto, realizzato dal noto architetto Leoh Ming Pei, Premio Pritzker e maestro dell’architettura modernista. Il Museo è il simbolo di un grande progetto: rendere il piccolo stato arabo il centro culturale del Medio Oriente. Per mesi e mesi prima di iniziare a progettare il Mia, Pei, novantuno anni, ha esplorato in lungo e in largo quasi tutto il Medio Oriente alla ricerca di una fonte di ispirazione. Trovata alla fine nelle sobrie linee della moschea di Ahmad ibn Tulun al Cairo. Il nuovo museo dell’Emirato è un’imponente costruzione simbolo di un nuovo Qatar. L’archistar ha disegnato una struttura che intende incarnare “l’essenza dell’architettura islamica”. Il risultato è un’imponente composizione cubista di blocchi quadrati ed ottagonali in pietra bianca sovrapposti l’uno all’altro, una progressione geometrica culminante in una torre centrale.

alto 50 metri. I materiali utilizzati: pietra calcarea “Magny” e “Chamesson” (Francia), granito Jet Mist (Stati Uniti), acciaio proveniente dalla Germania e calcestruzzo del Qatar. Una facciata continua in vetro sul lato nord del museo offre viste panoramiche sul Golfo e sulla West Bay di Doha da tutti i cinque piani dell’edificio principale. L’aspetto dell’edificio varia molto col variare della luce e il sole del deserto gioca un ruolo fondamentale, trasformando l’architettura in un caleidoscopio di luci ed ombre. L’atrio ha il volume dei cinque piani dell’edificio, con una parete interamente dedicata all’unica, amplissima finestra alta 45 metri che guarda la città di Doha e il Golfo Persico. Un lampadario circolare di dodici metri di diametro in metallo perforato si specchia nei marmi intarsiati del pianterreno, al centro del quale parte la doppia scala che congiunge questo livello ai due piani dedicati alle zone espositive. Se l’esterno è imponente, l’interno è ampio e sontuoso. Il progetto delle gallerie è stato affidato allo studio francese Wilmotte & Associés. Jean-Michel Wilmotte, architetto e designer di interni, spazia nelle proprie attività dall’industrial design al planning delle città, sostenendo il concetto di “interior architecture” per le città.

Il progetto prende forma dalla combinazione di due volumi: un edificio principale di cinque piani, che contiene i capolavori del Museo di arte Islamica, ed una Education Wing di due piani, collegati da una corte centrale. I volumi spigolosi dell’edificio principale arretrano man mano che la struttura si sviluppa in altezza intorno ad un atrio centrale a cupola

Le soluzioni di Willmotte nei materiali sono eleganti e rigorose, porfido grigio scuro e louro faya, un legno brasiliano spazzolato e trattato fino ad ottenere un aspetto metallico, contraltare interno ad un esterno chiaro e luminoso. Il Museo raccoglie la prima e più importante collezione di Arte Islamica al mondo: circa ottocento pezzi che mostrano le connessioni artistiche attraverso i diversi paesi e le diverse culture, dall’Egitto all’Iran, Iraq, Turchia, India e Asia Centrale, ai paesi del Golfo, lungo tredici secoli di storia. Le teche che racchiudono gli inestimabili tesori sono in cristallo e spesso poggiano su tavoli di ferro scuro. Un ponte lungo 280 metri collega la terra ferma al complesso museale. Il Museo è dotato di un auditorium da 197 posti, di bookshop e coffeeshop nell’atrio, di un ristorante a cinque stelle con vista sul mare, luoghi di preghiera per uomini e donne e un ampio giardino tutto intorno. Forza pulsante e motore del progetto che ha visto la luce nell’autunno 2008, è stata la giovane Presidente del Museo: la Sheikha Al Mayassa, figlia dell’Emiro che governa il Qatar. Da ormai dieci anni lo Sceicco Al Thani è diventato il maggior acquirente del mercato mondiale dell’arte. Ha speso cifre da capogiro per acquisire mobili e fotografie, dipinti e sculture argenti e terracotte di epoche e culture diverse, radunando un patrimonio unico al mondo. Le acquisizioni più importanti di Al Thani sono però quelle legate all’universo dell’arte islamica. Costati secondo alcune stime non ufficiali, all’incirca un miliardo di dollari, troveranno posto nei 41 mila metri quadrati dello spazio espositivo ideato da I.M. Pei.

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tendenze

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Emma Luciani

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Anche se l’estate quest’anno sembra proprio non arrivare, comincia a salire la voglia di vacanza che è in ognuno di noi. Nell’immaginario collettivo questo desiderio di “staccare dal quotidiano” fa quasi sempre rima con mare. Nelle vetrine dei negozi questi sogni di evasione sono assecondati dall’impazzare di coloratissimi costumi. A pochi giorni dalla temutissima prova costume curiosando, scopriamo che i “must have” 2010 sono ben definiti. Tra i modelli da donna bikini a fascia che lasciano le spalle scoperte per un’abbronzatura a prova di scollatura e per esaltare il decoltè. Cotone stampato, lycra iridescente, jersey elasticizzato e viscosa ricchi di suggestioni etniche, mediterranee ed africane che richiamano i colori della terra rigorosamente abbinati a splendidi kaftani trasparenti. I bikini per l’estate 2010 tendono ad essere piccoli, piccolissimi. I micro slip di sicuro sono poco adatti per chi ama tuffi audaci. Ricami, borchie, paillettes e pietre colorate, dettagli preziosi da inserire su costumi dai colori intensi come l’amaranto e il cobalto o i sempre classici bianco e nero per chi non ce la fa a non essere glamour anche in vacanza. I costumi interi hanno tagli asimmetrici, incroci e scolli poco adatti alla tintarella ma perfetti per gli aperitivi sulla spiaggia a fine giornata. Doveroso spazio va concesso anche alla moda maschile che rilancia il costume a slip. Questo modello che era ormai relegato ad un pubblico più adulto riscopre il suo fascino tra i giovani che vogliono esaltare fisici atletici e slanciati. Il costume a slip è funzionale per prendere il sole così come per nuotare e viene reso attuale da versioni più fantasiose delle classiche righe nei toni del blu e del bordò. Sempre in voga il boxer multicolor e nelle fantasie esotiche con originali abbinamenti di righe e fiori per chi ama osare di più. Come sempre ce n’è per tutti i gusti, buone vacanze!

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2010: couture da spiaggia

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A CURA DI

Alessandro Coccia

Mini Cooper S Clubman

Airstream by Republic of Fritz Hansen:

pensata per gli amantidelsurf. 44

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Tre icone del design internazionale, Mini Cooper S Clubman, Airstream - la roulotte americana di 6,48 metri che fa ormai parte dell’immaginario USA di una vita “on the road”- e Republic of Fritz Hansen, prestigiosa griffe danese dell’interior design, si sono uniti per dar corpo ad un progetto davvero unico. L’insolito abbinamento è nato nell’ottica del “mobile living”, una vita itinerante dedicata alle immersioni, al surf e al campeggio in riva al mare. La Mini Clubman e la Airstream al traino creano un unico concetto di casa mobile per chi si vuole dedicare agli sport d’acqua, cercando l’onda perfetta e sentendosi a casa propria in ogni parte del mondo. Dettagli e colori di questa speciale combinazione di traino-rimorchio da spiaggia sono stati scelti per rappresentare anche visivamente la voglia di avventura e di

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vita all’aria aperta lungo la costa.
Republic of Fritz Hansen è il marchio di mobili premium di Copenhagen famoso a livello mondiale per il suo design minimalista e funzionale, ed è stato proprio il marchio danese a progettare gli interni della MINI Cooper S Clubman e del rimorchio Airstream.
 Il colore predominante di questa nuovissima MINI sarà il nero, con numerosi dettagli di un verde intenso. La colorazione verde accesa è applicata al contorno delle prese d’aria anteriori, alla cornice dei fari, alla modanatura alla base dei vetri e alla cornice degli sfoghi d’aria posteriori. A contrasto è stato scelto il bianco degli specchietti esterni, dei cerchi in lega e delle strisce decorative sul cofano motore. Sul tetto è applicato uno speciale supporto Republic by Fritz Hansen per trasportare le tavole da surf.
Nell’abitacolo è un trionfo di neoprene (il materiale delle mute), applicato a sedili, plancia e pannelli laterali, mentre al posto dei sedili posteriori e del bagagliaio della MINI Clubman, Republic by Fritz Hansen ha ricavato

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uno spazio specificamente attrezzato per il trasporto delle attrezzature sportive, con spazi già predisposti per maschera da sub, pinne, muta da immersione e bombole di ossigeno. La caravan Airstream attaccata al gancio di traino ripropone lo stile della MINI, con parti superiori ed inferiori nere, la fascia centrale nel classico colore alluminio che contraddistingue le famose roulotte americane, le stesse ruote bianche della MINI, le cornici dei finestrini verdi e le finiture esterne in neoprene.
All’interno un tavolo Superellipse circondato da quattro sedie Series 7 più una coppia di poltroncine Swan garantiscono comodità e riposo dopo le onde, mentre il pavimento è realizzato in legno “stile yacht” e le pareti sono decorate con motivi floreali e due mensole a forma di tavola da surf. Una delle pareti laterali può essere aperta elettricamente e ribaltata per dare luce alla casa su ruote e creare un solarium in caso di necessità. Il terrazzinoveranda apribile offre quindi la possibilità di godersi una pausa campeggio all’aria aperta.



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tech

A CURA DI Stefania Ricci

VoIP su rete 3G

con iPhone

e iPad

per gli utenti iPhone; se vi collegate via WIFI potrete telefonare gratuitamente ai vostri contatti, sotto copertura 3G dovrete pagare un piccolo abbonamento mensile ( dettagli precisi al riguardo ancora non ce ne sono). L’obolo richiesto da Skype dovrà essere particolarmente economico per convincere gli utenti a sottoscrivere un altro abbonamento mensile.

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Apple ha finalmente cambiato la policy che vietava il VoIP su rete 3G. In occasione della presentazione di iPad Apple ha annunciato il rilascio del nuovo SDK 3.2 Beta, che rimuove le limitazioni che consentivano alle applicazioni VoIP di funzionare solo tramite connessione WIFI e non su rete 3G. Sino ad ora Apple rifiutava di inserire nell’App Store programmi VoIP che consentivano di telefonare via internet usando la rete 3G / UMTS dell’operatore mobile. Con iPhone era possibile fare chiamate VoIP solo in modalità WI-FI. Ora sull’onda commerciale di iPad, questo vincolo è stato tolto. Alcune applicazioni come iCall e Fring già

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supportano il protocollo VoIP su iPhone. Disponibile anche il tanto atteso aggiornamento per l’applicazione Skype; l’applicazione, giunta alla versione 2.0, aggiunge la possibilità di effettuare chiamate VoIP anche su rete 3G, cosa fin ora impossibile. Le precedenti versioni di Skype per iPhone si limitavano a permettere di effettuare telefonate Skype verso Skype solo utilizzando una rete Wi-Fi, oggi basta essere collegati alla rete 3G. il nuovo iPhone OS 4.0 permetterà a Skype di funzionare in background, e questa non può che essere una ottima notizia. Purtroppo però la possibilità di effettuare e ricevere chiamate Skype-Skype sotto rete 3G, sarà gratuita fino alla fine del mese di agosto 2010; in seguito è prevista una tariffa mensile soggetta ai costi di navigazione del proprio operatore. La tanto attesa novità non sarà del tutto gratuita

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golf

A CURA DI FIG

Mugello Tuscany

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Giovanissimi alla ribalta nel Mugello Tuscany Open e vittoria dopo spareggio di Floris De Vries, ventenne neopro olandese nato a Rheden, ai danni del ventunenne danese Thorbjorn Olesen. La prima edizione del torneo in calendario nel Challenge Tour e inserito anche in quello del Pilsner Urquell Pro Tour, ossia il circuito delle gare nazionali, è stata molto combattuta e ha visto il successo delle nuove leve nei confronti di giocatori più esperti quali lo scozzese Andrew Coltart, che vanta titoli nell’European Tour, Alessandro Tadini e Alvaro Velasco. Emozioni forti nel finale. Olesen, che aveva rimontato con un ottimo 64, era leader in club house e non pensava certo a uno spareggio perché De Vries aveva un colpo di vantaggio con tre buche da giocare. Però questi andava sotto pressione e con due bogey rischiava addirittura di perdere, ma rimediava con il birdie della parità sull’ultimo green. Nel play off De Vries realizzava un birdie alla seconda buca e firmava il primo titolo nel circuito. Il terzo posto era appannaggio del venticinquenne inglese Lloyd Kennedy e di Coltart, mentre Tadini, che era stato sempre nelle prime posizioni e che era partito per il giro finale con la ferma determinazione di recuperare i tre colpi di ritardo dai due leader, lo stesso

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De Vries e il tedesco Nicolas Meitinger (19° al termine), non trovava la giornata giusta e doveva accontentarsi del quinto posto. La settimana di golf internazionale al circolo del Mugello è stata sponsorizzata da UNA Hotels & Resorts, in collaborazione con Regione Toscana, Comunità Montana del Mugello e Federazione Italiana Golf. La gara ha fatto parte, come detto, del Pro Tour che ha quale Title Sponsor per il secondo anno consecutivo Pilsner Urquell. Sostengono il circuito altre importanti aziende quali il main sponsor Sharp Aquos e lo sponsor Piaggio Veicoli Industriali. Official partner: Creative Italia; official time: TeeTime. L’allestimento è stato del Comitato Organizzatore Tornei dei Professionisti della FIG. Durante tutto l’evento Pilsner Urquell è stata presente con il Club 19ª Buca, punto d’incontro per trascorrere piacevoli momenti di relax degustando ottima birra. Note positive per Emanuele Canonica, 13° dopo un periodo di risultati avversi, e per Matteo Delpodio e Andrea Signor, 19.i, in un contesto complessivamente favorevole ai colori italiani perché indipendentemente dai risultati individuale, hanno superato taglio ben dodici giocatori, evento che non si verificava da tempo e che conferma la crescita progressiva di tutta la base. Floris De Vries ha ricevuto oltre all’assegno di 24.000 euro, su un montepremi di 150.000 euro, anche il Trofeo Mugello Open, consegnatogli da Elena David, AD di UNA Hotels&Resorts, e un BlackBerry offerto da Pilsner Urquell. Premio speciale anche per Alessandro Tadini, primo degli italiani, che ha avuto un orologio offerto da TeeTime dalle mani del presidente del circolo ospitante Francesco Brogi. Elena David al termine ha dichiarato “Ospitare il Mugello Tuscany Open sul campo del nostro UNA Hotel Poggio dei Medici è stato per noi estremamente emozionante. Riportare sul nostro percorso una gara di prestigio internazionale come questa non rappresenta per noi un traguardo ma un importante punto di partenza per sviluppare un programma di lavoro serio e concreto che mira a far leva anche sul golf per incrementare la notorietà della nostra terra, destagionalizzando i flussi turistici. Per questo abbiamo lavorato, e continueremo a farlo, in concerto con la Regione, la Comunità Montana del Mugello e naturalmente la Federazione Italiana Golf. La sfida è riuscire a trasformare l’evento sportivo in un vero e proprio traino per la destinazione, non solo nell’immediato, ma nel tempo. Credo che il Mugello Tuscany Open appena conclusosi dimostrerà di aver raggiunto anche questo obiettivo”. Il torneo è stato anticipato dalla UNA Poggio dei Medici Pro Am che è stata vinta con 60 colpi dalla squadra guidata da Emanuele Canonica con i dilettanti Roberto Donadoni, ex CT della nazionale azzurra di calcio, Claudio Scaccini e Carlo Pallavicino.

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eleganza e tecnologia

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Destinazione Mare nasce nel 2004 come società di mediazione marittima specializzata nel charter di lusso . Sviluppata dalla grande passione per il mare e dall’attitudine imprenditoriale di Massimo Spaziani, Andrea Lefevre e Michele Papa, i quali in questi anni, hanno spinto la Società verso traguardi sempre più ambiziosi. DM infatti Compie il definitivo salto di qualità nel 2006 quando viene scelta dai cantieri Jeanneau (primo cantiere al mondo) come importatrice esclusiva per il Lazio della linea “Prestige” E’ la storia di un’esperienza, maturata nella vendita della gamma di motor yachts “Prestige” dei Cantieri Jeanneau appunto, che da diversi anni si affermano come leader del mercato nelle family boat e nella costruzione di imbarcazioni sino a 50 piedi. Con la più piccola gamma Leader, il nuovo NC11 e gli ormai consolidati modelli 38S e 42S per quanto riguarda gli express cruiser, sino ad aumentare poi l’offerta con “Prestige Yachts” presentando già un 60 Fly per arrivare

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fino ad un 80 piedi, quindi una nuova linea della quale DM è concessionaria. A metà del 2009, per completare ulteriormente la gamma di imbarcazioni da offrire alla propria clientela Destinazione Mare, acquisisce in esclusiva per l’Italia il marchio Arcoa, cantiere specializzato nella produzione di yachts di alta qualità, ed in particolare nella tipologia dei Fast Commuter di lusso (Canot 42) e dei Lobster (Mystic -44-60-62). Creatività alta tecnologia ed eleganza sono il punto di forza di questo storico cantiere francese. DM offre anche una vasta scelta di imbarcazioni da charter sia a vela che a motore nelle località più belle del mondo. Dalla Costa Azzurra alle Baleari, dalle isole greche alla Croazia, fino alle più lontane Isole vergini passando per la Sardegna e tutte le altre perle del mediterraneo Inoltre, per il gradimento di clienti sempre più esigenti che sanno apprezzare il valore dei particolari, la Società nel 2010 ha inaugurato un nuovo ufficio direzionale nel quartiere dell’Eur, con l’intento di avvicinarsi al Cantiere Netter di Fiumicino, divenuto nel tempo la propria base operativa.




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Arch. Donatella Lavizzari

GIOVANNI SCAFURO: UN POETA DEL

READY MADE

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“Per fare un poema dadaista. Prendete un giornale. Prendete delle forbici. Scegliete nel giornale un articolo che abbia la lunghezza che contate di dare al vostro poema. Ritagliate l’articolo. Ritagliate quindi con cura ognuna delle parole che formano questo articolo e mettetele in un sacco. Agitate piano. Tirate fuori quindi ogni ritaglio, uno dopo l’altro, disponendoli nell’ordine in cui hanno lasciato il sacco. Copiate coscienziosamente. Il poema vi assomiglierà.” Ed ecco, usando le parole di Tristan Tzara, Giovanni Scafuro “uno scrittore infinitamente originale e d’una sensibilità affascinante…” Stilisticamente e concettualmente il designer napoletano Giovanni Scafuro rende giocosamente omaggio alla genialità del lavoro di Marcel Duchamp che con i suoi ready made, ironiche provocazioni, ha creato un nuovo modo di pensare gli oggetti. Osando e giocando, Scafuro interviene sugli oggetti di uso quotidiano manipolandoli ironicamente e genialmente, trasformandone radicalmente la funzione originaria ed ottenendo interpretazioni originali. Posate manipolate che diventano opere d’arte cariche di emozioni e memorie. La sua produzione comprende sculture, lampade, candelieri, accessori, specchi e gioielli: curiose creature dall’accativante personalità, relaborazioni raffinate e poetiche che denotano uno straordinario talento ed una particolare sensibilità artistica.

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Dario Zullo, Claudia Bena

schede distributori marzo 2009

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“Fiordamalfi” FIORDAMALFI FLAVIA AMABILE

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di Claudia Bena

“Poteva essere il sogno di un idealista tardobucolico, il tentativo di risolvere con una cartolina plasticata la crisi di un ex fotografo. Ma poteva anche trattarsi di un

Da Happiness sino al recentissimo Perdona e Dimentica, il cinema di Todd Solondz (Newark, 1959) rappresenta una delle esperienze più innovative e rigorosamente indipendenti all’interno del cinema americano contemporaneo. Film difficili i suoi, soprattutto per le tematiche affrontate, che riguardano essenzialmente nuclei familiari in crisi, famiglie borghesi che sono l’altra faccia della medaglia di un sogno americano puntigliosamente decostruito, ridicolizzato e smontato pezzo per pezzo. Secondo una felice definizione del regista Davide Ferrario, i film di Solondz raffigurano la famiglia “normale” come “un’istigazione a delinquere”. E non sorprende che tale definizione venga da uno studioso di Rainer Werner Fassbinder, quale Ferrario è. Se si vogliono apprendere due o tre cose sulla famiglia, va infatti assolutamente visto Perché il Signor R. è diventato matto? (1970), opera tra le più sconvolgenti di Fassbinder. Per chi volesse approfondire, scoprendo l’opera di uno straordinario regista, la casa editrice Pedragon ha appena pubblicato Sgradevole

è bello. Il mondo nel cinema di Todd Solondz, scritto da Diego Mondella. Prima d’ora non esistevano monografie “solondziane”, e quindi il merito di Mondella risiede prima di tutto nell’aver colmato questa lacuna. Il libro è molto ben fatto, una buona introduzione all’opera del regista americano i cui film, come ad esempio Palindromi (2004), non sempre hanno trovato distributori nel nostro paese. Forse proprio a causa della “cattiva” fama di Solondz, che a partire da Happiness è stato al centro di furiose polemiche per via del suo sguardo non conforme su temi come l’adolescenza, la famiglia, il sesso . Il limite di questo libro, come del resto sottilmente evidenziato nell’introduzione di Mario Sesti, sta forse nel soffermarsi troppo su alcune problematiche controverse, come la pedofilia, cercando di fornire una sorta di pubblica difesa di Solondz citando psicologi e studi scientifici che appesantiscono un pochino la trattazione. Molto interessante è invece l’intervista dello stesso Mondella al regista, in cui Todd Solondz, in occasione della presentazione veneziana di Perdona e Dimentica, ci parla del suo modo di lavorare – scrittura, direzione degli attori, riprese – e dei suoi film passati e futuri. Buona lettura!

valido investimento”. Lasciarsi un’avviata carriera fotografica alle spalle, una moglie troppo immersa nel suo lavoro per pensare al proprio bambino ed immergersi in un’impresa fallimentare come quella di coltivare limoni nella costiera amalfitana e farne marmellata. Fiordamalfi si chiamerà. Dai labili rapporti di circostanza alle fragili relazioni di paese, dove bisogna stare attenti a cosa dire, come e quando. Occuparsi tutto il giorno di un bambino che si ritrova a possedere un’enorme eredità, quella di suo nonno da poco suicidatosi, e per il quale solo ora la madre mostra un particolare interesse nel mantenimento. Trovarsi alle prese con la faticosa vita del contadino, dura nel lavoro ed ingrata nel risultato. Un padre che lotta per avere il proprio figlio al suo fianco raccontato con la sensibilità di una donna. Il sogno di una vita tranquilla, distante anni luce dal desiderio di autoaffermazione che pervade la nostra generazione e la nostra società. “Dove finiva l’azzurro del cielo iniziava il verde delle terrazze di limoni. Dove finiva il verde, scoppiava il giallo dei frutti. In basso, il mare disteso a profusione, tra insenature delle rotondità più eleganti che mi fosse mai toccato vedere. Tutt’intorno, silenzio”. Una descrizione che sembra uscita da una foto di Franco Fontana. Una trama già impegnativa per l’argomento, si infittisce di un giallo intrigante che vi costringerà a leggere il libro tutto d’un fiato. Flavia Amabile, l’autrice, è giornalista della Stampa ed autrice di libri di viaggio e saggi storici. Con le edizioni La Lepre ha già pubblicato un altro romanzo insieme a Marco Tosatti, “I baroni di Aleppo”

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Dr. Raffaele Vincenti

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Per mantenere la vita e sostenere i processi vitali la natura compie sforzi enormi. Se nell’organismo qualcosa è andato storto e si presenta una malattia, non si tratta mai di una sciocchezza, bensì di disturbi basilari. Questo ci fa pensare a collegamenti complicati, che infatti sono ancora oggi sconosciuti, nonostante il dominio di principi estremamente semplici che devono essere riconosciuti. La necessità di ampliare il concetto di salute quindi e la conoscenza delle difficoltà per mantenerla ci deve oggi consapevolmente coinvolgere in prima persona. L’obiettivo di questo articolo è di invitare praticamente i lettori interessati alla propria salute a partecipare al progetto “SANI SI DIVENTA…SANI SI CRESCE” che toccherà in modo semplice e divulgativo attraverso dei mini incontri alla portata di tutti, gli argomenti e i principi dai quali ricavare indicazioni pratiche quotidiane relativi con alimentazione e prodotti naturali.

SANI si diventa umano nel suo complesso e nei suoi organi, si attua attraverso la produzione energetica della cellula, la quale viene determinata e gestita dagli ormoni e da una regolare alternanza delle fasi del metabolismo. L’informazione è determinante per l’individualità della persona ed è il risultato dell’interazione tra genetica e informazioni acquisita con il vissuto; essa è gestita dalla mente tramite la capacità di apprendere e di autodeterminarsi attraverso la polarità tra mente razionale ed emozionale. Ecco quindi qui di seguito elencati gli argomenti che saranno trattati utili per attuare praticamente la PREVENZIONE. PREVENZIONE INDIVIDUALE DELLE PATOLOGIE INVERNALI. Sappiamo che ogni anno un certo numero di persone si ammaleranno di

È importante prevenire attraverso metodi integranti che sostengano la persona su più livelli in modo semplice e senza applicare metodi distruttivi… La materia, o meglio lo stato vivente della materia, è rappresentato dal nostro corpo e viene gestito dai meccanismi di difesa del sistema immunitario. L’energia ossia il livello energetico dell’essere

“influenza stagionale”. Possiamo capire perché le malattie infettive colpiscono questi soggetti sensibili e quindi attuare una prevenzione mirata e personalizzata? Esiste di fatto un terreno individuale più predisposto geneticamente che proprio“in quel momento” è meno capace di difendersi naturalmente. Quali sono i fattori a cui prestare attenzione?

ALIMENTAZIONE SANA È PREVENZIONE! Una alimentazione consapevole ci nutre, ci da energia e capacità di difesa. Inoltre ci predispone ad una regolazione del sistema immunitario e del metabolismo. Senza contare che ance la mente riceve le informazioni dal cibo. COME PERSONALIZZARE LA DIETA perdere peso e sgonfiarsi. Come drenare, disintossicare e colmare le carenze anziché combattere gli eccessi. Come attivare il metabolismo. Quale è la mia dieta ideale? ANTI AGE THERAPY cioè TERAPIE ANTIINVECCHIAMENTO: come prevenire e rallentare tutti i processi di invecchiamento dei tessuti attraverso alimentazione e integratori alimentari FUORI DALLO STRESS! Come trasformare e regolare con consapevolezza l’equilibrio emotivo e psicofisico evitando di generare o mantenere conflitti psicoemozionali. Quindi come gestire le proprie emozioni. UMANOLOGIA: chi sono e in che fase sono? conoscere la propria costituzionetemperamento-carattere e come migliorare i propri punti deboli. è ora di sapere per diventare sani!

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Uff. Stampa Auditorium

IL MONDO IN SCENA

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Un sorprendente incrocio di culture e stili diversi caratterizzerà la quarta edizione di festiVAl - Festival Internazionale di Villa Adriana – Lazio, promosso dalla Regione Lazio e prodotto dalla Fondazione Musica per Roma in collaborazione con MIBAC - Direzione Regionale Beni Culturali e Paesaggistici del Lazio e con il Comune di Tivoli. Il grande palcoscenico all’aperto che accoglierà gli spettacoli - dal 15 giugno al 18 luglio - sarà allestito anche quest’anno nell’area delle Grandi Terme di Villa Adriana, uno dei più grandi siti archeologici a cielo aperto del mondo, riconosciuto dall’Unesco come Patrimonio dell’Umanità.

Il programma offrirà panoramiche inedite sulle novità più raffinate della scena internazionale. Da Taiwan a Londra, da Parigi a Tel Aviv, da Roma a Bruxelles, un giro del mondo in 14 tappe, attraverso le suggestioni e i talenti delle più disparate espressioni artistiche: la danza di Akram Khan e Sidi Larbi Cherkaoui, del Cloud Gate Dance Theatre of Taiwan e della Vertigo Dance Company; la musica di Elvis Costello, dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e di Enrico Rava con la PMJL – Parco della Musica Jazz Lab; il teatro “cuntista” di Mimmo Cuticchio e quello “circense” di Aurélia Thierrée.

DANZA festiVAl si inaugurerà martedì 15 giugno con la prima italiana di Gnosis che il coreografo e danzatore anglo-indiano Akram Khan stimato per l’intenso lavoro interculturale e interdisciplinare - ha sviluppato in collaborazione con i maestri di danza kathak Sri Pratap Pawar e Gauri Sharma Tripathi e con un ensemble di musicisti eccezionali, tra cui Yoshie Sunahata, artista ospite “prestata” dalla compagnia giapponese Kodo. Replica mercoledì 16 giugno. Il Cloud Gate Dance Theatre of Taiwan è la prima compagnia di danza contemporanea di un paese di lingua cinese. Nonostante la sua moderna cifra stilistica, affonda solide radici nei miti e nelle estetiche proprie del continente asiatico. Proporrà il 22 e 23 giugno Songs of the Wanderers in prima europea. Il gruppo israeliano Vertigo Dance Company presenterà il 26 giugno, in prima nazionale, MANA - Vessel of Light: la nuova produzione della coreografa Noa Wertheim descrive l’eterno dialogo tra il principio femminile e quello maschile, la tensione tra le forze vitali che lottano senza sosta per giungere alla complementarità: una continua oscillazione tra contenitore e contenuto, esteriorità e interiorità, interezza e vuoto. Infine, il coreografo belga di origini marocchine Sidi Larbi Cherkaoui il 16 e 17 luglio metterà in scena in prima italiana Babel, coprodotto con la Fondazione Musica per Roma. Un’esplorazione del linguaggio e della sua relazione con i concetti di nazionalità, identità e religione. Dopo Foi e

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Myth, Babel chiude la trilogia sulla potenza e la fascinazione dei testi religiosi. Tredici danzatori e cinque musicisti da tredici diversi paesi di cinque continenti per lavorare insieme su un progetto tanto ambizioso, immaginativo, determinato e capace quanto la costruzione della stessa Torre di Babele.

MUSICA Grande spazio quest’anno anche alla musica, sia essa classica o contemporanea: il 1 luglio l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia eseguirà sotto la direzione di Carlo Rizzari musiche di Prokofiev (la voce recitante di Pierino e il Lupo sarà quella di Filippo Timi) e Beethoven (in programma la Settima Sinfonia, la più “scatenata” delle Nove). Il 13 luglio Enrico Rava con la PMJL – Parco della Musica Jazz Lab porterà al Festival di Villa Adriana Rava Noir, una rivisitazione del celebre album del 1997, in cui Rava era protagonista di una storia poliziesca, qui integrato da un film di animazione tratto dalle tavole di Altan. Il 18 luglio infine, grande concerto di chiusura con la musica di Elvis Costello, che si esibirà nella splendida cornice di Villa Adriana insieme alla band degli Sugarcanes con i quali ha pubblicato l’ultimo album Secret, Profane & Sugarcanes, raggiungendo le vette più alte delle classifiche britanniche dai tempi di Get Happy del 1980. TEATRO Due appuntamenti da non mancare, adatti a spettatori di tutte le età. Il primo è il 4 luglio con il teatro musicale di

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Mimmo Cuticchio, il più importante erede della tradizione dei “cuntisti” e del teatro dei pupi siciliani, che per il suo Tancredi e Clorinda di Monteverdi si avvarrà dell’esecuzione musicale dal vivo dell’Associazione per la Musica Antica Antonio Il Verso.

Il secondo, dall’8 al 10 luglio, è con il teatro-circo di Aurélia Thierrée, che presenterà L’oratorio di Aurélia: un vortice di immagini, colori e suoni in cui predomina la fantasia e il sogno, ideato e diretto dalla madre, Victoria Thierrée Chaplin, che l’ha iniziata fin da piccola al nouveau cirque con viaggi interminabili in roulotte attraverso il mondo, accompagnata dal fratello James e dal padre Jean-Baptiste Thiérrée.

22, 23 Giugno danza Cloud Gate Dance Theatre of Taiwan SONGS OF THE WANDERERS - prima europea 26 Giugno danza Vertigo Dance Company MANA - Vessel of Light coreografia Noa Wertheim - prima italiana 1 Luglio musica Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia

direttore Carlo Rizzari voce recitante: Filippo Timi

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4 Luglio teatro musica Mimmo Cuticchio TANCREDI E CLORINDA di Monteverdi esecuzione musicale dal vivo Associazione per la Musica Antica Antonio il Verso diretta dal maestro Ignazio Schifani. 8, 9, 10 Luglio teatro circo Aurélia Thierrée L’ORATORIO D’AURÉLIA concezione e regia Victoria Thierrée Chaplin 13 Luglio musica Enrico Rava e PMJL – Parco della Musica Jazz Lab RAVA NOIR con un film di animazione dalle tavole di Altan prima italiana

PROGRAMMA 15, 16 Giugno danza Akram Khan GNOSIS - prima italiana

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Prokofiev, Pierino e il lupo Beethoven, Sinfonia n. 7

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16, 17 Luglio danza Sidi Larbi Cherkaoui BABEL prima italiana 18 Luglio musica ELVIS COSTELLO and the Sugarcanes I biglietti di ingresso per i singoli spettacoli variano da 20 a 40 euro. E’ previsto un servizio di navetta – al costo di 5 euro - che dal Parco della Musica permetterà agli spettatori di raggiungere

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Villa Adriana in pullman, con ritorno a fine spettacolo. La partenza è fissata alle ore 18,30. Per le prenotazioni rivolgersi all’infopoint dell’Auditorium o telefonare allo 06-80241281. E’ previsto un abbonamento che permette un risparmio complessivo di 15 euro sull’acquisto di 3 biglietti per 3 eventi diversi. Inoltre, oltre alla tariffa ridotta per i residenti a Tivoli, saranno applicate tutte le agevolazioni normalmente in uso all’Auditorium di Roma: Parco della Musica Card, giovani fino a 26 anni di età, over 65, American Express, Feltrinelli, Carta per Due, ACI, Bibliocard, Carta Giovani, Cral convenzionati, Interclub, CTS. Gli abbonati di Santa Cecilia avranno uno sconto del 10% sul prezzo intero. In occasione degli spettacoli, sarà possibile visitare la mostra Villa Adriana. Una storia mai finita. L’esposizione, allestita presso l’Antiquarium del Canopo, è un evento senza eguali: per la prima volta tornano a Villa Adriana le più importanti sculture antiche scavate a più riprese nell’area della Villa e finite poi nei maggiori musei italiani ed europei. Per gli spettatori del festival, il biglietto d’ingresso sarà di 1 euro. Info: 06 80241281 – www.auditorium.com Ufficio stampa Musica per Roma tel. 06-80241574 – 231 – 228 – 261 Francesco Cantalupo – 335 6794562


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Uff. Com. D. Mignardi

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Sarà un luglio di grande musica per la capitale con RockinRoma edizione 2010 all’Ippodromo delle Capannelle, la location romana del divertimento estivo. Una serie di grandi nomi che confermano l’imponenza del festival rock, tra i più importanti eventi musicali in Italia, che coinvolge migliaia di persone ogni sera e porta a Roma i più importanti artisti del panorama italiano e mondiale. Prodotto dalla The Base S.r.l, con la direzione artistica di Sergio Giuliani e Massimiliano Bucci, il calendario del RockinRoma si aprirà il 5 luglio con i Cranberries. Il gruppo musicale rock irlandese che ha avuto grande successo negli anni ‘90 e che ha venduto fino ad ora 50 milioni di album, canterà dal vivo dopo sette anni di assenza dalla scena musicale. Nel 2009 con un comunicato ufficiale sui siti di Dolores O’Riordan e dei Cranberries hanno annunciato il ritorno del gruppo, alla reunion farà seguito, molto presto, un nuovo album. Martedì 6 luglio salirà sul palco l’attesissimo Mika per uno dei tre concerti italiani. Il 2009 è stato un anno di conferme per l’artista di origine libanese, che grazie al successo del suo secondo album, The Boy Who Knew Too Much, non ha deluso chi aspettava una prova di grande spessore dopo il folgorante debutto con Life in Cartoon Motion. Mercoledì 14 una serata evento con una delle rock band di punta: i Baustelle e l’artista rivelazione dell’anno, Nina Zilli. Ad aprire la serata alle 20.30 sarà Nina Zilli, accompagnata sul palco da sei eccellenti musicisti per un travolgente live set la cui scaletta contiene i brani d’esordio e cover che sono state fondamentali nella formazione musicale di Nina. Dopo aver vinto il prestigioso Premio della Critica nella sezione Nuove Proposte dell’ultimo Festival di Sanremo con la canzone “L’uomo che Amava Le Donne”, l’album di Nina Zilli “Sempre Lontano” è arrivato al numero cinque della classifica ufficiale di vendite ed ha appena conquistato il disco d’oro, un risultato straordinario per la nuova regina italiana del soul. Per i Baustelle (Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini) il concerto sarà l’occasione per presentare il nuovo e attesissimo album di inediti dal titolo “I Musicisti dell’Occidente” (Atlantic/Warner Music). Per questo nuovo progetto discografico che sta avendo un enorme successo i Baustelle si sono avvalsi di una prestigiosa collaborazione: il disco è realizzato con il produttore Pat McCarthy, famoso per aver collaborato con i Rem, U2 e Madonna. A più di due anni dalla pubblicazione del loro ultimo album “Amen” i Baustelle si sono consolidati come una delle band più innovative, raffinate e di spessore del panorama musicale italiano. Consensi di pubblico e critica, un tour di successo con concerti sold out in tutta Italia, la vittoria della targa Tenco 2008 come Album dell’Anno, la colonna sonora del film “Giulia

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non esce la sera” che è valso loro il “Nastro d’Argento” per il singolo “Piaggi Roma” cantato con Valeria Golino, gli episodi più rappresentativi di questo ultimo periodo. Giovedì 15 luglio Skin e gli “Skunk Anansie”. a distanza di undici anni dal tutto esaurito al Palaeur (oggi Palalottomatica) e dopo le due trionfali date di Milano e Firenze dello scorso inverno, tornano nella capitale esclusivamente per il RockinRoma. Pe ciascun concerto che vedrà avvicendarsi

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sul palco tra gli altri: Litfiba, The Cult, Daniele Silvestri e “L’orchestra di Piazza Vittorio”, Gary Moore ed infine Shaggy che chiuderà il calendario del festival, è possibile acquistare i biglietti on line presso www.ticketone.it e sugli altri circuiti di vendita del festival: Greenticket, Amit, Listicket, Go2, Ticket.it, Booking show. Info: www.rockinroma.com www.the-base.it tel. 0645496305


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L’estratto d’ostrica agisce contro tutti i segni dell’invecchiamento cutaneo. REMINERALIZZA: grazie alla ricchezza di preziosi oligoelementi come ferro, calcio, fosforo, selenio, magnesio. RIGENERA: l’elevato contenuto di Proteine nobili ricche di Taurina stimola i processi di rigenerazione cellulare che contrastano la perdita di tono. AZIONE ANTI-ETÀ: protezione attiva anti-radicali liberi grazie agli acidi grassi polinsaturi, potenti antiossidanti naturali che rallentano la formazione delle rughe.

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