ES.SER.CI. E RACCONTARSI - Il mio cammino da funambolo

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Certo non nascondo di aver convissuto, soprattutto nei primi giorni, con una tachicardia imperante. Ma dopo mi sono abituata all’idea e mi sono convinta che queste siano delle esperienze fantastiche. Ho pensato a tutte quelle occasioni perse in passato, ma non bisogna sempre guardarsi indietro. Questo è un nuovo inizio e, lasciamelo dire: che inizio! Com’è stato il ritorno? Mi sentivo rigenerata, perchè ero arrivata ad un punto in cui non riuscivo nemmeno a respirare. Ero così concentrata su me stessa e su questa esperienza che non ho sentito né il jet lag né il trauma del ritorno. Sono arrivata in ufficio e c’erano i nuovi ragazzi. Anche per loro era un nuovo inizio e per me, forse, la fine di un ciclo. Dopo i dodici mesi di Servizio Civile tu hai redatto un progetto “6 mesi in + per Es.Ser.Ci.”, vero? Sì, si tratta della possibilità di elaborare un’idea che parta dal progetto originario di Servizio Civile, ed impegnarsi per altri sei mesi nella sua realizzazione. Nel mio progetto c’era una parte di affiancamento ai nuovi ragazzi, alcune attività di front office e l’organizzazione e la partecipazione del “Treno della Memoria”. 19


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