S&H Magazine n. 279 • Dicembre 2019

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CASU MARZU

L’amore proibito dei sardi di MANUELA PIERRO

N

onostante il casu marzu si sia aggiudi­ cato nel 2009 il pri­ mato come formaggio più pericoloso al mondo, i sardi sembrano beffeggiarsi del ti­ tolo e continuano ad amarlo e a tutelarlo come uno dei marchi più prestigiosi e tra­ dizionali della Sardegna. Viene prodotto “clandestinamente” su tutta l’isola e trovarlo è sempre più difficile: il numero di estimatori cresce anche tra i “forestieri” che ne ricono­ scono il valore storico oltre

che apprezzarlo per le sue particolari caratteristiche ga­ stronomiche. Proprio a proposito delle sue radici, anticamente i pastori sardi credevano che il casu marzu fosse il risultato di eventi soprannaturali e magici; in realtà il processo che tra­ sforma un comune formaggio pecorino, caprino o vaccino in casu marzu, ossia formaggio marcio, è del tutto naturale: merito della Piophila casei, meglio conosciuta come mo­ sca casearia, che, attirata dal­ l’odore del formaggio con il primo caldo, depone le uova

all’interno della forma. Le lar­ ve che ne nascono si nutrono della pasta, creando una cre­ ma morbidissima, pungente e piccantina. Verosimilmente questo for­ maggio è nato per errore, la­ sciato alla mercé delle mosche da un pastore distratto o trop­ po impegnato, ma i sardi pro­ teggono con impegno e so­ lennità tutto ciò che li riguarda e, per facilitare questo pro­ cesso, negli anni hanno creato dei trucchi che ne favorissero la produzione: oltre ad ac­ corciare i tempi destinati alla salamoia, si scavano dei buchi

sulla calotta della forma di formaggio, all’interno dei quali viene versato olio in modo che la crosta si ammorbidisca e attiri gli insetti più veloce­ mente. Quando il formaggio ha raggiunto il giusto stadio di fermentazione, la forma viene aperta togliendo la parte superiore, altrimenti chiamata su tappu. In contrasto con la campagna denigratoria a livello mondiale, la Regione Sardegna ha ri­ chiesto il marchio DOP al­ l’Unione Europea e lo ha in­ serito nell’elenco regionale dei prodotti tradizionali agroa­ limentari. Schierati con il casu marzu vi sono anche numerosi docenti e studiosi, che negano nel modo più assoluto un reale rischio per la salute, visto che le larve della mosca casearia muoiono durante la digestione a opera dei succhi gastrici. A rafforzare questa tesi, va detto che in tutta Italia si con­ sumano formaggi con queste caratteristiche: in Abruzzo tro­ viamo per esempio il pecorino marcetto; in Calabria il casu du quaggiu, in Puglia e in Molise troviamo il casu puntu (ossia punto dalla mosca). De­ cisamente più goliardico il lin­ guaggio in Piemonte e Liguria, dove le larve che attaccano i formaggi vengono definite grilli o vermi che saltano. Per concludere, mi sembra doveroso fare un’osservazio­ ne: come può una secolare tradizione culinaria essere an­ che lontanamente scalfita da chi si limita a dare giudizi sen­ za conoscerne lo spirito? Non può, soprattutto se il popolo soggetto al giudizio è il popolo sardo!


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