S&H Magazine n. 289 • Marzo 2021

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Panky Alma: “La musica ti sceglie” di ALBA MARINI

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a quando è nata, la cantautrice, musici­ sta e percussionista cagliaritana Pamela Strazze­ ra respira aria di musica. La passione nasce come un gioco, per poi accendere una scintilla e concretizzarsi in una necessità. Nel 2005 prende avvio il progetto Al­ mamediterranea. Il gruppo, assieme a lei, diventerà una delle band sarde più note nel panorama cantautorale regionale e nazionale. Gli Al­

mamediterranea calcano i più importanti palcoscenici, dal Roxy Bar by Red Ronnie al Concerto del 1° maggio del 2013, fino ad arrivare a Cuba. «In famiglia ho sempre re­ spirato aria di musica ­ dice Pamela per presentarsi ­ Mi piace pensare che la musica ti scelga. Ti trovi così, d’im­ provviso, con uno strumen­ to in mano. Inizia quasi per gioco, poi la passione diven­ ta fortissima e si tramuta in bisogno» Nel 2017 la collaborazione

ne del rapporto con gli Al­ con gli Almamediterranea viene messa in standby e mamediterranea, mi sono Pamela (in arte Panky Alma) buttata su un tipo di compo­ decide di buttarsi in un pos­ sizione che riuscisse a rap­ sibile progetto da solista. presentarmi il più possibile Nel 2018 i primi due inediti, e così è nato “Asia”. Il brano “Asia” e “OvertureMoon”, si è stato ispirato da quel piazzano come finalisti al­ mondo meraviglioso che è l’Arezzo Waves e al Premio l’infanzia e in particolare Peppino Impastato. È il sin­ dalla sofferenza di quei golo Asia ­ di cui Pamela è bambini che a causa di fatti autrice e compositrice ­ a ri­ che non dipendono da loro, cevere un riconoscimento come le guerre, le situazioni ancor più importante, vin­ di disagio, le violenze fami­ cendo nel 2019 il contest liari, il bullismo, vengono nazionale “Promuovi la tua privati della gioia che, in cer­ musica”. Il pezzo è dedicato te fasi della vita, dovrebbe alla gioventù e alla spensie­ essere un loro diritto. Dopo ratezza perdute dai bambini la composizione di Asia, ho che vivono situazioni delica­ pensato di iscrivere il brano te e difficili (guerre, violenze al contest “Promuovi la tua familiari, abusi). Il videoclip musica” e dopo una prima di Asia, curato da Alessan­ selezione, mi è stato chiesto dro Pulloni e interpretato di esibirmi a Milano, davanti dalla nipotina della cantau­ al direttore artistico del con­ trice, è uscito poco dopo la test, Antonio Vandoni (che fine del lockdown, a giugno è anche il direttore artistico 2020. Da allora Panky Alma di Radio Italia). Siccome ha continuato a credere nel suono anche il cajon (un suo sogno, che è proseguito particolare strumento a per­ sulle note di “Jolie Fille”, un cussione), ci tenevo partico­ inedito figlio delle influenze larmente a suonare e canta­ della musica manouche e il re dal vivo insieme ai miei cui testo è stato scritto da musicisti e a non utilizzare la Erriquez (Enrico Greppi), voce della band Bandabardò base. Vandoni è rimasto molto contento del live e e scomparso di recente. probabilmente della vibra­ Ciao Pamela, il tuo singolo zione che gli è arrivata, tan­ Asia ha vinto il primo pre­ to che Asia ha vinto. mio al contest nazionale ...CONTINUA SUL WEB “Promuovi la tua musica”. Raccon­ taci come è nato INQUADRA IL CODICE il brano e come è QR CON IL TUO stato vincere SMARTPHONE PER questo riconosci­ CONTINUARE A mento. LEGGERE L'ARTICOLO Dopo l’interruzio­


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S&H MAGAZINE Anno XXVI - N. 289 / Marzo 2021 EDIZIONE CAGLIARI+SASSARI

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Direttore Responsabile MARCO CAU

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Ufficio Grafico GIUSEPPINA MEDDE Hanno collaborato a questo numero: SIMONA COLOMBU, FRANCA FALCHI, HELEL FIORI, ALBA MARINI, DANIELA PIRAS, RAFFAELLA PIRAS, AURORA REDVILLE

03 03 Panky Alma

“La musica ti sceglie”

05 Folklore

La leggenda di Pazzia nel folklore sardo

06 S’Incantu

Alla scoperta della necropoli di Monte Siseri

07 Need for Nerd

Una vita da programmatori

08 Alessandra Derriu

Stregoneria e superstizione in Sardegna

10 09 Ichnusaite sarda Il minerale più raro al mondo

10 Sandra Deiana È sarda una delle migliori coin designer internazionali

12 Daniela Spoto Artista visuale e illustratrice dal sapore fiabesco

14 SMART STORIES

Redazione Sassari, Via Oriani, 5/a - tel. 079.267.50.50 Cagliari, tel. 393.81.38.38.2 mail: redazione@shmag.it

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in Copertina

SANDRA DEIANA


stock.adobe.com | Andrea Raffin

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di FRANCA FALCHI

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ella storia dell’uomo, si è sempre cercata una spiega­ zione all’inconsueto tra­ mite la tradizione orale che si adatta e si modella alle esigenze del luogo. Accadde così in Sardegna che, per cercare di giustificare i comportamenti poco consoni di ta­ luni abitanti, si sia tramandata la storia di Pazzia, che coinvolge di­ versi paesi sardi, dall’entroterra alla costa. Pazzia, bellissima e scaltra donna, venne incontrata per la prima volta dagli abitanti di Paulilatino nel pozzo di Santa Cristina. Questi, am­ maliati dalla sua bellezza, decisero di ospitarla in paese dove, fin da subito, venne presa in grande con­ siderazione per il suo carattere spi­ gliato. Ogni giorno, diversi abitanti si recavano da lei in cerca di consigli che dispensava in modo alquanto bizzarro, in base al colore che il suo dito indice assumeva una volta im­ merso in un vaso di terra. Quando, dopo circa un mese, co­ municò di voler lasciare il paese, gli abitanti impazzirono e corsero a chiudere ogni strada d’uscita, ma ella non si preoccupò e salutò i suoi più assidui frequentatori donando loro un pezzo di ferro, simile al suo dito, da piantare al suolo, poi si tra­ sformò in avvoltoio e volò via la­ sciando tutti con un palmo di naso e poco giudizio. Giunta a Milis, dove riprese forma umana, si fermò a riposare in un agrumeto apprezzando il profumo delle zagare e da quel momento, gli

uomini del paese divennero indu­ striosi e le donne assai fredde. Pro­ seguì il viaggio verso Bauladu e lì seminò pigrizia e vanità, a Sola­ russa invece, dopo essersi ubria­ cata con dell’ottima vernaccia, lasciò gli uomini risoluti e le donne civette. Arrivata presso Oristano, si dissetò allo stagno di Santa Giusta immer­ gendosi nelle sue acque dove ri­ versò tutto il sale in zucca tolto nei paesi che aveva attraversato, tra­ sformandolo in salato e privando gli abitanti del loro intelletto. Rag­ giunse Cabras dove gustò del fortis­ simo vino nero e la bottarga che trovò parecchio eccitante. Gli uo­ mini così divennero ubriaconi, bef­ fardi e attaccabrighe e le donne petulanti e volubili. Andò subito via per riposare verso Riola Sardo ma venne disturbata dalle zanzare che la costrinsero a fuggire lasciando, per dispetto, gli uomini rozzi e le donne scure e affumicate. Sua ultima tappa fu Seneghe dove si fermò a lungo. Giovani e anziani, stregati da tanta bellezza, si inna­ morarono di lei facendo a gara per vederla e circuirla ai piaceri più vo­ luttuosi ma senza successo. Ella ri­ fiutò tutte le proposte di matrimonio provocando l’ira negli uomini e la gelosia nelle donne. Tutto il paese indispettito si riunì per mandarla via ma ella, venuta a conoscenza del piano, si procurò la morte mangiando un’erba vele­ nosa, forse melassa. Una scelta estrema, dal finale amaro, ma significativo per la sete di indipendenza di Pazzia.


Foto Nicola Castangia

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Alla scoperta della necropoli di Monte Siseri di ALBA MARINI

fioramento di roccia tufa­ cea, una particolare roccia ella Sardegna nord­ magmatica. Il sito archeolo­ occidentale, nel gico emerse grazie agli scavi poco noto comune eseguiti nel 1989, sotto la di Putifigari in provincia di direzione dell’archeologo Sassari, ad un’altitudine di Gianmario Demartis. Oltre 855 metri sopra il livello del a S’Incantu, il sito compren­ mare, si trova uno dei gioiel­ de altre tre domus de Janas, li nascosti della Sardegna e ormai degradate. In queste che prende il nome di S’In­ tombe buona parte dei sof­ cantu. Si tratta della più bel­ fitti è crollata. le delle quattro domus de Delle tre strutture di Monte janas ipogeiche che com­ Siseri, la domus de janas di pongono la necropoli di S’Incantu (anche chiamata Monte Siseri, chiamata così tomba dell’architettura di­ perché situata alle falde del pinta o tomba I) è quella monte omonimo. Il sepol­ che si è conservata meglio, creto è risalente al Neolitico nonché la più ricca. S’Incan­ finale e fu ricavato da un af­ tu (ossia “l’incan­ to” in italiano) è un monumento INQUADRA IL CODICE eccezionale per QR CON IL TUO gli appassionati SMARTPHONE PER d’archeologia e CONTINUARE A per gli studiosi. Al LEGGERE L'ARTICOLO suo interno l’arte

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prenuragica si mostra in tut­ ta la sua complessità e il suo splendore, rivelando una tale varietà di decorazioni da lasciare sorpresi. Il culto dei morti dei popoli sardi del Neolitico era infatti mol­ to elaborato e la ricchezza e l’impegno messo per la co­ struzione e il decoro di que­ sta domus de janas lo dimo­ strano appieno. Grazie a S’Incantu, il sito di Monte Si­ seri può considerarsi non solo il sito archeologico più importante del territorio co­ munale, ma anche quello in cui l’arte ipogeica (ossia lo scavo di tombe nella roccia, caratteristico delle popola­ zioni che abitavano l’isola già 6000 anni fa) si mostra al suo apice, nella sua massi­ ma espressione. Precisamente, la costruzio­ ne di S’Incantu (nonché del­ le altre tre tombe, denomi­

nate II, III e Domus de Janas Badde ‘e Janas) viene collo­ cata, sulla base dei reperti archeologici rinvenuti, in un arco temporale compreso tra i 3.200 ed i 2.600 anni a.C., a cavallo tra il Neoliti­ co e l’Eneolitico. S’Incantu è l’unica visitabile delle quat­ tro tombe della necropoli, ma da sola vale l’intero viag­ gio. Ammirarla, infatti, corri­ sponde a teletrasportarsi in­ dietro nel tempo, perché la tomba conserva tutte le sue parti principali, tanto che at­ traverso di essa è possibile fare una ricostruzione del­ l’architettura­tipo delle fa­ mose case delle fate. La tomba dell’architettura di­ pinta ha una struttura a T con dromos (corridoio), è articolata in più vani (alcuni realizzati come le capanne del Neolitico) ed è decorata con tutti i motivi caratteristi­ ci dell’età prenuragica. L’in­ gresso è tipicamente a for­ ma di testa di toro. Ma il quasi perfetto stato di con­ servazione dell’architettura della tomba non è ciò che più stupisce. S’Incantu, in­ fatti, vanta al suo interno particolari scultorei in bas­ sorilievo e a tutto tondo e dei dipinti, che la rendono paragonabile alla bellezza delle tombe a camera etru­ sche. In particolare, ad at­ trarre l’attenzione dei visita­ tori sono due porte finte, scolpite e pitturate di rosso. Si tratta dei simboli del viag­ gio dei morti e delle anime verso l’incognita dell’aldilà. ...CONTINUA SUL WEB

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NEED FOR NERD, UNA VITA DA PROGRAMMATORI I linguaggi di programmazione informatica e l’impatto sul mondo del lavoro di RAFFAELLA PIRAS

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ome sarebbe oggi il mondo senza la tecnologia e i computer? Di certo non lo potrebbero mai im­ maginare coloro che hanno fatto del­ l’amore per i computer e della passione per la risoluzione dei problemi un mestiere di vita, i programmatori informatici. Il programmatore non è, come si può comunemente pensare, un tecnico che effettua riparazioni, è invece colui che programma, scrive un codice che viene compreso dal computer, ed è così che nascono i sistemi operativi, i siti internet, i videogiochi e le applicazioni per smar­ tphone, ormai di uso quotidiano. Un programma non è altro che una serie di istruzioni che vengono date ad un com­ puter per risolvere un determinato pro­ blema e, in base alle istruzioni dettate dal programma, il computer restituirà un risultato, una soluzione. La “lingua” attraverso cui vengono scritte queste istruzioni è il codice – o linguaggio ­ di programmazione. Questi linguaggi sono ormai talmente fondamentali da essere previsti di uso comune nel futuro. Ne è assolutamente convinto Michele Mereu, founder di Need for Nerd, una community nata nel 2016 all’interno del percorso uni­ versitario chiamato “Contamination Lab Cagliari”. Il Contamination Lab è un pro­ getto dell’Università degli Studi di Ca­ gliari nato nel 2013 con l’obiettivo di creare un ponte tra il mondo dell’uni­ versità e quello delle imprese. «Durante il Contamination Lab, ­ racconta Michele Mereu ­ avevamo un team in

cui erano presenti tre programmatori che riscontravano un grande problema, la mancanza di una mentorship, di un senior che guidasse nella fase dell’orien­ tamento professionale. Siamo nati come startup, dapprima attraverso una piatta­ forma dove i programmatori senior aiu­ tavano i ragazzi junior, poi con una com­ munity Facebook, “Programmatori Need For Nerd ­ Code Community”, dove i programmatori postano delle richieste di aiuto e quelli più esperti rispondono, gratuitamente». Ciò che distingue Michele Mereu e tutto il team di amministratori e moderatori della community è l’attenzione per le necessità dei programmatori che li con­ tattano: «Facciamo continuamente que­ stionari – spiega il founder ­ per capire come rispondere alle esigenze della community, ci lavoriamo e cerchiamo di soddisfarle. Speriamo di crescere nel tempo in modo da creare in futuro una vera e propria azienda che abbia come focus i programmatori. Oggi, con la no­ stra comunicazione, le nostre strategie e le dirette live, lavoriamo per aiutare concretamente i programmatori durante le diverse fasi della loro vita lavorativa, dalla formazione iniziale ai consigli su quali potrebbero essere gli ambienti la­ vorativi migliori. Non ci rivolgiamo solo ai programmatori ma anche alle aziende, soprattutto nella fasa di offerta del lavoro. Questa è la nostra battaglia». Di sicuro Need for Nerd ha già raggiunto un importante traguardo, la consape­ volezza dell’impatto che la digitalizzazione ha e avrà sempre di più sul mondo del­ l’occupazione.


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di DANIELA PIRAS

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onservare, studiare, e divulgare, attraverso la scrittura e l’inse­ gnamento, quanto appreso durante la sua attività di sto­ rica e archivista: questo è ciò che fa Alessandra Derriu. Nata e cresciuta ad Alghero, dopo aver conseguito la Laurea in Beni Culturali a Sassari, si è specializzata a Roma alla Scuola di Archivi­ stica dell’Archivio Segreto Vaticano e presso la Scuola di Archivistica dell’Archivio di Stato di Cagliari. L’inte­ resse per i processi di stre­ goneria e superstizione, l’hanno portata a raccontare sui libri ciò che più la colpiva delle sue scoperte. Tra i suoi lavori troviamo Il tribunale dell’Inquisizione di Alghero. Storie di donne e di uomini attraverso documenti inediti del XVIII secolo, 2015 (Edi­ cions de L’Alguer). Magia e stregoneria dal Logudoro alla Barbagia. Le denunce dell’Inquisizione vescovile settecentesca nella diocesi di Alghero, 2016 (Edicions de L’Alguer). Maura, l’indovi‐ na di Orotelli. Streghe nella Sardegna del ‘700, 2018 (Nemapress Edizioni). L’ultima pubblicazione è del 2020 e si intitola L’eredità di Angela. Magia e stregoneria in Sardegna tra ‘800 e ‘900

ALESSANDRA DERRIU La scrittrice che racconta la Sardegna di streghe, indovine e superstizioni

(Nemapress Edizioni). Il libro racconta la vicenda, real­ mente accaduta, che ha come protagonista Angela Piroddi, una donna di Oro­ telli processata nel 1902 dal Tribunale di Nuoro, per “truffa” ed uso del “gioco delle carte”. Il libro è frutto di un lavoro di ricerca storica finanziato dall’Amministra­ zione di Orotelli e curato dal­ la Casa Editrice Nemapress di Neria De Giovanni, e rien­ tra nelle attività di valorizzazione e tutela della storia INQUADRA IL CODICE e delle tradizioni QR CON IL TUO locali. SMARTPHONE PER Il fascicolo pro­ CONTINUARE A cessuale è con­ LEGGERE L'ARTICOLO servato nell’Ar­

chivio di Stato di Nuoro. An­ gela Piroddi è accusata di truffa, ma non solo. Alla donna si contesta l’uso di arti magiche e di medica­ menti superstiziosi. In L’ere‐ dità di Angela viene rico­ struita l’intera vicenda pro­ cessuale, unita al racconto delle vicende familiari della protagonista, la quale riper­ corre la storia delle sue an­ tenate. Alla realtà storica si unisce una parte romanzata, alla storia vera, la storia ve­ rosimile. Arricchisce il lavoro un’appendice con dei mini saggi che riguardano l’arte della divinazione, la medici­ na popolare, le pratiche magiche­devozionali e anti­ chi riti. Abbiamo chiesto ad

Alessandra Derriu di raccon­ tarci qualcosa di più di que­ sta sua ultima opera. Quando è stato il momen­ to, durante il corso dei tuoi studi, in cui hai deciso di dare voce alle protagoniste processate per stregoneria in Sardegna? Solitamente i fascicoli pro­ cessuali ricostruiscono la vi­ cenda giudiziaria, senza dare spazio a quella personale, vi si trovano le informazioni utili alle diverse fasi (es. de­ nunce, testimonianze, di­ chiarazioni). Il ritrovamento di documenti che dessero in­ formazioni anche sulla vita privata delle “protagoniste”, molto rari, mi ha spinto a raccontare al di là delle de­ nunce e delle accuse, la sto­ ria, i pensieri di queste don­ ne, dando spazio alle loro voci attraverso quanto su di loro avevo appreso in anni di studi e ricerche. Come è stato accolto questo tuo ultimo saggio dalla co­ munità di Orotelli? Sei riu­ scita a organizzare qualche presentazione pubblica? La comunità di Orotelli ha accolto il mio ultimo lavoro con entusiasmo e orgoglio, sono stata sostenuta nella mia ricerca dall’Amministra­ zione Comunale e dal sinda­ co Nannino Marteddu, che sta portando avanti tante iniziative di recupero e valo­ rizzazione della propria sto­ ria e delle proprie tradizioni e dai cittadini che sono cu­ stodi attenti della memoria dei propri antenati e fieri di poterla recuperare e farla conoscere. ...CONTINUA SUL WEB


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ICHNUSAITE SARDA

IL MINERALE PIÙ RARO AL MONDO di FRANCA FALCHI

Se avete l’intenzione di donare alla vostra amata un anello davvero raro, dimenticate i diamanti e re­ galatele una Ichnusaite sarda”. Questo è l’annuncio di Robert Hazen, ricercatore del Carnegie Institution for Science of Washington, riguardo alla sua nuova pubblicazione scientifica sui minerali più rari della Terra. L’Ichnusaite, infatti, è uno dei circa 2.500 minerali più rari al mondo (i diamanti al confronto sono molto più comuni). La sua catalogazione, avvenuta ad opera di Hazen, coadiuvato dal professor Jasse Ausubel della Rockefeller University of New York, costituisce il primo tentativo di studio del regno minerale per capire i cambiamenti e le diversità della Terra, nella più ampia indagine su animali e piante rare o estinte. I minerali, infatti, sono una combinazione di elementi che cristallizzano raccon­ tandoci l’evoluzione del nostro pianeta. Quando si formò il sistema solare, ad esempio, i minerali presenti sulla Terra erano solo una dozzina mentre oggi sono oltre cinquemila (due terzi dei quali sono legati all’attività biologica). Quelli rari, in modo particolare, ci rac­ contano le condizioni precise di un de­ terminato momento perché per formarsi hanno avuto bisogno di parametri perfetti e unici di variabili quali temperatura e pressione. Scoperta per la prima volta nel 2013 a Punta de su Seinargiu (Sarroch) dallo stesso Hazen, l’Ichnusaite, deve il suo nome alla Sardegna detta appunto Ichnussa dagli antichi greci per via della

forma simile all’impronta di un piede. Dal punto di vista scientifico è un mo­ libdato idrato di torio ottenuto dalla combinazione sotterranea di thorium radioattivo e molybdenum, pur mante­ nendo la loro autonomia. Oltre che rarissimo, si trova in quantità microscopiche da riempire appena un ditale, è anche estremamente fragile e mai permetterebbe la sua lavorazione in un gioiello. Per la fragilità e per le piccole quantità in cui è stato rinvenuto, nel 2016 è stato dichiarato dalla Mine­ ralogical Society of America come il più raro al mondo. L’Ichnusaite è un cristallo tubulare, in­ colore, sottile e lungo sino a 200 micron molto simile alla Nuragheite – molibdato attenide, secondo rarissimo minerale ri­ trovato in Sardegna (anch’esso a Sarroch) ma con lucentezza perlacea adamantina. Il ritrovamento di entrambi porta mag­ giore comprensione sui meccanismi di alterazione dei combustibili nucleari esauriti e sul rilascio di isotopi radioattivi in condizioni di stoccaggio. L’approfondito studio di tali minerali po­ trebbe dunque portare ad ottenere in­ formazioni utili per l’immagazzinamento delle bombe nucleari, per le scorie in­ stabili e per i reattori nucleari destinati allo spegnimento. Scienziati di tutto il mondo si stanno dedicando allo studio di questi due minerali, dei quali per ora non sono ancora note densità e proprietà ottiche. È dunque un ritrovamento che ha fatto il giro del mondo e che rende la Sardegna un sito importantissimo e sempre ricco di nuove scoperte.


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Una medaglia d’oro per la medaglista Sandra Deiana, coin designer sarda nel mondo

di HELEL FIORI

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esta o croce. Lanci in aria la mo­ neta e speri con tutto te stesso che esca... ecco. Quella moneta per un attimo è stata il fulcro della tua vita. Eppure non lo immaginavi quan­ do te l’hanno data di resto al bar. Una vecchia signora l’aveva appena usata per pagare il caffè, e vai tu a sapere come l’aveva avuta. Probabilmente le era scivolata nella borsa quando per via di un certo astio nei confronti del clero si era intrattenuta nella sua ripro­ vevole attività di alleggerire il piattino delle offerte in chiesa. L’avresti mai im­ maginato? Le monete non sono né buone né cat­ tive, sono solo veicolo delle nostre in­ tenzioni profonde. Ma cosa significa una moneta? Lo ab­

biamo chiesto a Sandra Deiana, una tra i migliori giovani creatori di mone­ te a livello internazionale. Cagliaritana, classe 1990, fin da piccola dotata di straordi­ narie capacità che coltiva in­ sieme alla sorella, per­ corre la stra­ da artistica frequentan­ do il liceo di Cagliari e pro­ seguendo all’Ac­ cademia di Belle Arti di Roma. Con lei cresce un talento che richiede sfide sempre mag­ giori: nel 2012 si candida all’esclusiva Scuola dell’Arte della Medaglia del­ l’Istituto Poligrafico e Zecca dello Sta­ to a Roma, che ammette solo dodici promettenti studenti. La Scuola è dav­ vero impegnativa, rigida e virtuosa – dice Sandra – organizzata come una bottega d’arte in cui gli studenti ven­ gono seguiti da una classe docente ec­ cezionale tra cui spicca Uliana Pernaz­ za, docente di modellazione e incisore di risalto della Zecca dello Stato da più di trent’anni. Una borsa di studio interna le regala altri tre anni, periodo in cui affina il metodo all’italiana e alla cui conclusio­ ne parte per gli States dove incontra l’affermata medaglista Heidi Wastwe­ et. Esperienza spartiacque in cui ab­

braccia la tecnica america‐ na (maggiore velocità di esecuzione e precisione delle finiture) e scopre nella Wastweet un vero mentore e una grande amica. Parallelamente Sandra si in­ teressa ai bandi delle Zecche di altri Paesi, che a differenza di quella italiana si avvalgono anche di artisti esterni: siamo intorno al 2016 quando comincia un lungo elenco di importan­ ti commesse. Una grande soddisfazio­ ne arriva con la creazione della sua pri­ ma moneta, una commemorativa in ar­ gento dedicata all’architetto irlandese Eileen Gray (distintasi nel Novecento e considerata una pioniera) che avrà la peculiarità di essere la prima moneta della storia irlandese dedicata ad una donna (e disegnata fieramente da una donna, ora in mostra permanente al National Museum di Dublino). Anni dopo la Zecca la richiama: questa volta il tributo è per Philip Lynott, fondatore del gruppo rock Thin Lizzy. Moneta emessa in sole trecento copie, accen­ de la caccia di tutti i fan tanto da arri­ vare a decuplicare il suo valore nella compravendita on line. Le collaborazioni in Europa non man­ cano, così arriva il momento di guada­ gnare l’Oriente. Legatissima alla cultu­ ra sarda, vince il Premio Speciale della Giuria all’International Coin Design Competition (2017, Giappone) propo­ nendo un disegno sull’identità nuragi­ ca e nel 2019 guadagna il secondo po­ sto assoluto al Coin Design Forum and Award (Cina) con una rappresentazio­ ne delle maschere sarde. Culture così antiche non potevano che risuonare, non è la prima volta che la tradizione nostrana centra il bersaglio. È un bene allora che Sandra decida di produrre lei stessa una linea di meda­ glie tributo alla Sardegna (visibile su sandradeiana.com): la prima è una fu­ sione in bronzo che rappresenta S’Ac­


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cabadora, in cui, sfruttando le due fac­ ce, Sandra ci riporta l’immagine di una donna che sì, toglie la vita, ma dismes­ sa la cappa nera diventa levatrice, sim­ bolo di (ri)nascita; per la seconda, an­ cora in lavorazione, cede invece al fa­ scino delle misteriose janas. Il suo grande talento nel rappresentare l’immateriale le permette dunque di portare alto l’onore della nostra terra, ma anche di collaborare con Zecche in­ ternazionali facendo propri, grazie a un attento studio, i riferimenti estetici e culturali dei Paesi committenti, così da poter trovare la forma originale più adatta a testimoniare il concetto ri­ chiesto (la partnership tra due Stati, o l’infinita bellezza di un popolo, etc.) at­ tingendo alla propria sensibilità e al proprio istinto senza ispirarsi ad imma­ gini preesistenti. Forse consapevole di questo, la Pic­ chiani&Barlacchi (antica zecca e fon­ deria fiorentina che dal 1902 produce eccellenti prodotti d’oreficeria) le ha commissionato l’ambita medaglia Ca­ lendario 2021: “Ho fatto mente locale su quello che l’Italia ha affrontato in

questa pandemia, così mi sono chiesta che cos’è che ha sempre aiutato l’Ita‐ lia, ma che dovrebbe essere valorizzato molto di più? La risposta è ovunque noi ci giriamo: troviamo arte. Allora ho rappresentato una donna un po’ matu­ ra, sulla sinistra, che ha un mezzo sor­ riso come per dire sì, sono sempre bel‐ la ma sono un po’ in difficoltà, e sulla destra c’è un’altra donna, che è l’arte, e che le sta porgendo uno spazio. Spa­ zio centrale fisico, reale, che la meda­ glia prevede. Quel foro, ciò che non si vede, è il simbolo di ciò che l’arte sta porgendo all’Italia: uno spazio cultura­ le ricco di idee per farla rinascere. Deve solo decidersi ad usarlo.” Monete e medaglie portano dunque un messaggio che un artista ci ha volu­ to lanciare: ci penseremo al prossimo caffè? Magari mentre osserveremo il frutto dell’ultima commissione che Sandra per ora tiene segretissima. Nove disegni, nove calchi, il lavoro più impegnativo che abbia fatto finora. Ma il tuo talento merita sfide sempre maggiori, Sandra, tifiamo per te!


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ARTISTA VISUALE E ILLUSTRATRICE DAL SAPORE FIABESCO

aniela Spoto può essere definita “un’artista visuale”. Fin da piccola ha amato di­ segnare, dando corpo alla sua fantasia. Convinta del fatto che sia più semplice di­ segnare un pensiero piutto­ sto che raccontarlo, crescendo si è persuasa della fattibilità di realizzare il sogno che custodiva gelosa­ mente dalle scuole elemen­ tari, e che sembrava destinato a restare tale: tra­ sformare la sua passione per il disegno in un lavoro vero, facendo sì che il mondo dell’infanzia, costituito da disegni e scarabocchi, si evolvesse in un impiego “da adulta”. Sostenuta dai suoi genitori, Daniela ha deciso di stu­ diare Pittura presso l’Acca­ demia di Belle Arti di Sassari e, successivamente, di tra­ sferirsi in Germania. Lì, dove vive tuttora, realizza illustra­ zioni che hanno il sapore del fiabesco intrinseco di folklore. Ama disegnare bo­ schi, piante e insetti: tutti elementi affini al mondo delle favole. Tra i suoi autori preferiti troviamo Riyoko Ikeda (conosciuta in Italia per il cartone animato “Lady Oscar”), Rumiko Takahashi (la più popolare autrice dei fumetti del Giappone), il pit­ tore inglese Torii Kiyonaga e il graphic designer tedesco Olaf Hajek. È un mondo magico, quello dipinto da Daniela Spoto, e le copertine dei libri per l’in­ fanzia da lei illustrati rispec­ chiano i protagonisti di

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storie molto com­ plesse, con interes­ santi personificazioni. Del 2019 è Nu­ vole/Clouds, pub­ blicato da Raum Italic, con i testi di Eloisa Guarracino: Il libro affronta il tema della morte, e ha come protagoni­ ste due bambine che scoprono che le nuvole che ve­ dono in cielo sono, in realtà, le per­ sone che non fanno più parte di questo mondo. Sul tema della solitudine, invece, è in­ centrato Ruja (Ruja, la tua amica Solitudine), con i testi di Marie Franz, Goldblatt Verlag, 2018. «Ruja è la per­ sonificazione della solitu­ dine: è descritta come un’amica che ti viene a tro­ vare, ti fa compagnia per un po’ e poi, quando arriva il momento, va via. È l’occa­ sione per avere un mo­ mento di raccoglimento e di ascolto di noi stessi, in cui impariamo ad ascoltarci – spiega Daniela –; quando l’autrice mi propose il testo di Ruja le raccontai che in sardo ruju vuol dire rosso e le chiesi se potessi dise­ gnare il personaggio di quel colore. A lei l’idea piacque molto e infatti Ruja è rossa!». Abbiamo chiesto a Daniela di raccontarci qualcosa di sé e del suo lavoro. Tu sei originaria di Nuoro ma attualmente vivi in Ger­

mania. Come è ini­ ziata la tua carriera e di cosa ti occupi lì? Dopo aver concluso gli studi di pittura all’accademia mi sono trasferita in Germania, con l’idea di voler continuare il mio percorso artistico. Ho capito di volermi occupare di illustrazione poco tempo dopo essere arrivata a Ber­ lino: sono poi iniziate le prime collaborazioni con pic­ cole realtà editoriali, collet­ tivi, le prime partecipazioni a mostre ed eventi di illustra­ zione. È un’attività flessibile, non necessariamente si col­ labora con editori o commit­ tenti che vivono nella città dove si risiede: il primo libro che ho illustrato è stato pub­ blicato da una casa editrice spagnola (mentre vivevo a Berlino). Puoi spiegarci come av­ viene la creazione di una tua opera? Quali sono le tecniche che utilizzi? Sia che si tratti di un lavoro

personale, quindi di progetti che sviluppo per me, sia che si tratti di un lavoro su committenza, la fase iniziale prevede la ri­ cerca e lo studio: cosa voglio comunicare? Come posso comuni­ carlo? Come è stato trattato il tema in pre­ cedenza? Poi, con­ cluse le ricerche, si passa agli schizzi e in­ fine allo sviluppo del disegno definitivo. Di­ segno sia in digitale, sia su carta (tempere, acquerelli, matite su carta). Scelgo la tecnica in base al progetto su cui devo lavorare. Qual è il tuo rapporto con le fiabe e come hanno in­ fluito nella tua formazione artistica? Le fiabe mi sono sempre piaciute moltissimo, ado­ ravo i libroni con le raccolte, che poi giustamente da bambina distruggevo e pa­ sticciavo brutalmente. Mi immaginavo che ci fossero streghe o spiritelli che abi­ tassero i boschi del Monte Ortobene o le piccole grotte tra gli ulivi nella campagna (nello specifico “la campa­ gna di nonno”, terreno della mia famiglia). Credo che il contatto con la natura e il piacere per le fiabe si siano intrecciati e abbiano trovato poi una loro dimensione nei miei lavori, intessendosi ul­ teriormente e fittamente con le influenze che hanno colpito il mio immaginario in seguito.

Quali sono i tuoi progetti futuri? Quelli ai quali stai lavorando attualmente o che vorresti realizzare? In futuro mi piacerebbe riu­ scire a pubblicare libri com­ pletamente scritti e disegnati da me. Collaboro molto volentieri con autrici e autori e sinora ho avuto la fortuna di lavorare con per­ sone con cui mi sono tro­ vata in sintonia, però penso sarebbe interessante speri­ mentare anche questa strada! Mi affascina molto anche la formula dei silent book (libri illustrati senza testo) e l’idea di realizzare libri illustrati giocando su formati e materiali diversi (per esempio libri perga­ mena, libri minuscoli, con carte trasparenti). Al momento sto lavorando a dei libri che usciranno nei prossimi mesi in Italia, a se­ guire ne ho altri due da illu­ strare e ho in conto di realizzare nuove serie di illu­ strazioni per alcune mostre. Contemporaneamente al la­ voro editoriale, mi piace molto prendere parte alle mostre: è una sperimenta­ zione di tipo diverso rispetto all’oggetto libro, un’intera­ zione diversa con lo spazio e il pubblico. I lavori per le mostre sono inoltre lavori più personali e di ampio re­ spiro: un piccolo momento di introspezione. Ho molte idee e vorrei avere il tempo per realizzarle tutte! Mentre aspetto il mo­ mento buono, le trascrivo in un amabile quadernino di Tiger e cerco di tenere a bada la mia impazienza! www.studiomassaiu.it

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Sassari | Via Alghero 22 Nuoro | Via Corsica, 15 079 273825 | 339 7209756 Informazione sanitaria a carattere informativo non promozionale e non suggestivo secondo il comma 282 della legge 248 del 04/08/2006 - Direttore Sanitario Andrea Massaiu Odontoiatra, Iscr. Albo Odontoiatri di Sassari n° 623


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