S&H Magazine n. 276 • Settembre 2019

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lasciando spazio all’improvvisazione e rendendo così ogni prassi esecutiva originale e irripetibile con abbellimenti e virtuosismi estemporanei che dipendono dalla sensibilità e dal gusto estetico dei componenti del tenore. Il repertorio poetico-musicale di questo canto è costituito da tre forme principali: il canto a sa boghe seria o boghe ‘e notte, che consiste in un

canto lento, malinconico. Fondato su due strutture di base, s’isterrida e sa zirada, è uno degli stili più noti e diffusi, di tematica amorosa, modulato su testi poetici costituiti da endecasillabi e legato all’usanza delle serenate notturne. Ulteriori forme sono invece la versione a tenore dei muttos, canti di contenuto umoristico o amoroso e, spesso, dagli accesi toni polemici, e il più vivace canto a boghe ‘e ballu (o canti a ballos), nato appunto per accompagnare i balli. Il canto a tenore è un simbolo identitario molto sentito dalle vecchie e dalle nuove generazioni, soprattutto in tempi in cui il declino della cultura agro-pastorale e lo spopolamento mettono a dura prova la conservazione di pratiche culturali la cui trasmissione si basa sull’oralità. Negli ultimi cinquant’anni, l’unicità di questa forma artistica ha destato l’interesse degli studiosi e di un pubblico sempre più vasto: il folk revival degli anni Settanta accende i riflettori sulla musica popolare e fa sì che alcuni gruppi di cantori divengano vere e proprie celebrità e instaurino proficue collaborazioni con artisti

internazionali, costruendo in questo modo ponti tra la musica di tradizione sarda e altri generi musicali. È il caso dei cantori di Neoneli, piccolo centro dell’oristanese, attivi dal 1976, con alle spalle tournée di centinaia di spettacoli nei cinque continenti e collaborazioni con artisti quali Giovanna Marini, Francesco Guccini, Angelo Branduardi, Ligabue, PFM, The Chieftains, Elio e molti altri. Attualmente costituito dal fondatore e direttore artistico Tonino Cau, Ivo Marras, Roberto Dessì, Peppeloisu Piras e Angelo Piras, il tenore vanta una nutrita discografia (per saperne di più rimandiamo al sito ufficiale tenoresneoneli.it) che rispecchia la volontà di intendere il canto tradizionale come qualcosa di vivo e mutevole, su cui è possibile innestare contenuti nuovi, legati all’attualità e con un loro specifico peso sociale e culturale: questo tenore inizia infatti la propria attività artistica scrivendo i primi testi di protesta relativi all’industrializzazione sfrenata, affrontando la delicata tematica delle basi militari in Sardegna, parlando di emigrazione. Altro tenore storico che ha attirato l’attenzione degli etnomusicologi e in merito al quale esiste una vasta documentazione (si veda, per citare un solo esempio, il documentario Alle radici della musica sarda – La storia dei Tenores di Bitti) è il gruppo bittese Remunnu ‘e Locu (tenoresdibitti.net), nato nel 1974, a cui peraltro si deve il merito di aver fondato, in collaborazione col comune di Bitti, la Scuola di Canto a Tenore per avvicinare i giovani a questa pratica canora. Anche i cantori di Bitti (Daniele Cossellu, Dino Ruiu, Mario Pira e Pier Luigi Giorno) possono vantare incontri e collaborazioni con artisti internazionali del calibro di Frank Zappa, Lester Bowie, Ornette Coleman e la scoperta da parte di Peter Gabriel, un incontro, quest’ultimo, suggellato dalla pubblicazione dei lavori del gruppo per l’etichetta discografica Real World. Queste sono soltanto due delle numerosissime realtà legate al canto a tenore che fioriscono in tutta la Sardegna, da Orune a Orosei, da Mamoiada a Oniferi: ognuna con un proprio specifico codice poeticomusicale e un repertorio tutto da scoprire.


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