Espoarte Digital - Speciale Torino

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SPECIALE TORINO

IL MEGLIO DELL’ART WEEK TRA FIERE ED EVENTI IN CITTÀ 1


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Registrazione del Tribunale di Savona n. 517 del 15 febbraio 2001 Espoarte è un periodico di arte e cultura contemporanea edito dall’Associazione Culturale Arteam. © Proprietà letteraria riservata. È vietata la riproduzione, anche parziale, di testi pubblicati senza l’autorizzazione scritta della Direzione e dell’Editore. Corrispondenza, comunicati, cartelle stampa, cataloghi e quanto utile alla redazione per la pubblicazione di articoli vanno inviati all’indirizzo di redazione. Le opinioni degli autori impegnano soltanto la loro responsabilità e non rispecchiano necessariamente quelle della direzione della rivista. Tutti i materiali inviati, compresi manoscritti e fotografie, anche se non pubblicati, non verranno restituiti.

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indice 7

ARTISSIMA 2018. UN PASSATO ELOQUENTE E UN FUTURO APERTO Intervista ad ILARIA BONACOSSA di Francesca Di Giorgio

14 ARTISSIMA 2018. BEST SELLER: CONSIGLI PER GLI ACQUISTI a cura di Livia Savorelli e Matteo Galbiati Galleria Antonio Verolino, APALAZZOGALLERY, Artesilva, Boccanera Gallery, C+N Canepaneri, Cardelli & Fontana artecontemporanea, Galleria Doris Ghetta, FL Gallery, Francesca Antonini Arte Contemporanea, Il Chiostro arte contemporanea, MLZ art dep, Osart Gallery, Prometeogallery, Galleria Raffaella Cortese, UnimediaModern Contemporary Art, Luis Adelantado, Galerie Rolando Anselmi, Braverman Gallery, Anca Poterașu Gallery.

54 THE OTHERS 2018: METTERE A FUOCO L’ARTE DEL NUOVO MILLENNIO Intervista a ROBERTO CASIRAGHI di Elena Inchingolo 58 FLASHBACK 2018. L’ARTE NON HA TEMPO E ALTRI RACCONTI Intervista a STEFANIA PODDIGHE e GINEVRA PUCCI di Michele Bramante

Editore Ass. Cult. Arteam Direttore Editoriale Livia Savorelli Publisher Diego Santamaria Direttore Web Matteo Galbiati

62 PARATISSIMA 2018. FEELING DIFFERENT Intervista a FRANCESCA CANFORA di Valentina Varoli 66 NESXT FESTIVAL III EDIZIONE. IL FUTURO È INDIPENDENTE Intervista ad OLGA GAMBARI di Irene Biolchini 70 A TORINO CON FLAT. I LIBRI E L’EDITORIA SONO ARTE Intervista a CHIARA CAROPPO, BEATRICE MERZ e MARIO PETRICCIONE di Matteo Galbiati

Segreteria di Redazione Francesca Di Giorgio

75 ARTE & IMPRESA A TORINO 2018. LA VOCE DI CHI INVESTE NELL’ARTE a cura di Jacopo Fanciulli

Direttore Responsabile Silvia Campese

Unicredit, Fondazione CRT, illycaffè, Campari, Irinox, Compagnia di San Paolo, Azimut Capital Management, Vibel Design.

Direttore Commerciale Diego Santamaria Tel. +39 019 4500744 Mob. +39 347 7782782 diego.santamaria@espoarte.net

84 FABIO VIALE & GAGLIARDI E DOMKE GALLERY: 15 ANNI DI AMORE PER LA SCULTURA Intervista a FABIO VIALE di Matteo Galbiati

Art Director Elena Borneto Redazione via Traversa dei Ceramisti 8/b 17012 Albissola Marina (SV) Tel. +39 019 4500744 redazione@espoarte.net Redazione grafica – Traffico pubblicità villaggiodellacomunicazione® traffico@villcom.net Ufficio Abbonamenti abbonamenti@espoarte.net Contributors Irene Biolchini, Elena Borneto, Michele Bramante, Francesca Di Giorgio, Jacopo Fanciulli, Matteo Galbiati, Elena Inchingolo, Livia Savorelli, Valentina Varoli

92 AGENDA / TORINO & DINTORNI. COSA VEDERE IN CITTÀ DURANTE LA CONTEMPORARY ART WEEK... a cura di Elena Borneto Castello di Rivoli, GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna, Musei Reali di Torino, Palazzo Madama, CAMERA Centro Italiano per la Fotografia, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, MEF – Museo Ettore Fico, Fondazione Merz, Museo Nazionale della Montagna, OGR – Officine Grandi Riparazioni, Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli, PAV - Parco Arte Vivente, Barriera, Fondazione 107, DAMA, Festival Club to Club, Luci d’Artista, ERSEL, Giampiero Biasutti, Biasutti&Biasutti, Guido Costa Project, Riccardo Costantini Contemporary, Cripta747, Galleria Davide Paludetto, Norma Mangione Gallery, E-static, Galleria Raffaella De Chirico, Galleria Giorgio Galotti, Galleria Giorgio Galotti - ALLEY, Galleria Franco Noero, Luce Gallery, Mazzoleni, Alberto Peola, Noire Gallery, Giorgio Persano, Ex Opificio Pastiglie Leone, Photo & Contemporary, Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea, Weber & Weber, Roccatre Galleria d’Arte, Almanac Inn, Opere Scelte, Quartz Studio, Mucho Mas! artist-run space, Res Publica - Galleria d’Arte Democratica, Chiono Reisova Art Gallery - CRAG, Galleria Febo & Dafne, Spazio Don Chisciotte, Galleria Moitre, MARCOROSSI artecontemporanea. Preview: Xerjoff Gallery, Bookshop Fondazione Sandretto Re Rebaudengo.

134 SPAZIO LANCIA. UNA CONTEMPORANEITÀ ULTRAFUNZIONALE Intervista a TIZIANA CARPINELLO di Francesca Di Giorgio

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Anna Di Prospero, Self-portrait with my mother, 100x70 cm, a.p., 2011

18 OTTOBRE 2018 - 19 GENNAIO 2019

LUOGHI FAMILIARI di ANNA DI PROSPERO Testo critico di ANTONIO GRULLI INAUGURAZIONE Giovedì 18 ottobre ore 18:00

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10/08/2018 10:50:51


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14 ottobre 2018 – 10 marzo 2019 giovedì – domenica via Fratelli Cervi 66 – Reggio Emilia tel. +39 0522 382484 info@collezionemaramotti.org www.collezionemaramotti.org

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ARTISSIMA 2018. UN PASSATO ELOQUENTE E UN FUTURO APERTO TORINO | OVAL LINGOTTO FIERE | 2 – 4 NOVEMBRE 2018 Ila r

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Intervista ad ILARIA BONACOSSA di Francesca Di Giorgio

È di Torino e ha 25 anni. Artissima, la “signora” delle fiere italiane dal cuore internazionale torna all’OVAL ricordando il proprio passato ma con il consueto slancio verso il futuro. Quest’anno parliamo di 195 gallerie da 35 paesi (60% espositori stranieri) per 20.000 mq di spazio espositivo. 8 sezioni di cui 4 a firma di un curatore. 7 premi assegnati durante la fiera e oltre 50 curatori e direttori di Museo nelle giurie e iniziative speciali. E, visto che di numeri stiamo parlando ne spicca uno su tutti: 300.000 di euro in acquisizioni istituzionali nella scorsa edizione. Ma oltre a questi dati, che danno certamente un’idea di che cosa sia in grado di muovere Artissima in solo tre giorni di apertura al pubblico, abbiamo parlato

con Ilaria Bonacossa, per il secondo anno alla guida della fiera torinese, degli aspetti più progettuali che hanno caratterizzato Artissima sin dai suoi esordi… Time is on our side (Il tempo è dalla nostra parte). Leggo nel tema-guida di questa edizione una grande carica positiva, che rispecchia la continua ricerca di Artissima nel costruire, negli anni, rapporti sempre più stretti con le istituzioni del territorio, è così? Abbiamo lavorato davvero con grande entusiasmo alla costruzione di questa nuova edizione che rappresenta una tappa importante per la fiera, sancendo i suoi primi 25 anni. Il tema che abbiamo scelto è il tempo, inteso non come statica cristalliz7


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Oval, Artissima 2017. Foto: Perottino – Alfero – Bottallo – Formica

zazione del ricordo e della celebrazione, ma proposto come flusso dinamico, in grado di imprimere il ritmo del cambiamento. Pensando ai 25 anni della fiera, il tempo di Artissima assume poi una duplice valenza: un passato eloquente e un futuro aperto all’indagine creativa, in cui la fiera parte dalla propria storia e dalla propria identità per partecipare alla costruzione di nuovi percorsi. Artissima è una fiera che coniuga respiro internazionale con la volontà di creare un circolo virtuoso con tutte le istituzioni del territorio, per noi importantissime: Artissima 2018 si articola in grande sinergia con Città di Torino, Regione Piemonte, Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, Compagnia di San Paolo e Camera di commercio di Torino e le molteplici istituzio8

ni culturali e artistiche attive sul territorio, senza dimenticare le OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino che quest’anno ospitano la prima edizione della nuova sezione Sound, dedicata alle indagini sonore. Inoltre, nella cornice della mostra #Soundframes e in partnership con il Museo Nazionale del Cinema, il 3 novembre 2018 Artissima presenterà un progetto che riunisce cinema, musica e arte in collaborazione con Vdrome, un “cinema online” curato da Edoardo Bonaspetti, Andrea Lissoni, Filipa Ramos con Enrico Boccioletti. In occasione del primo evento dedicatole in Italia a cura di Vdrome, l’artista inglese Marianna Simnett mostrerà una selezione dei suoi più recenti lavori e una versione rieditata di Blood In My Milk (2018) presentato al New Museum di New York,


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Christina Kubisch, The Greenhouse, 2017, veduta della mostra presso Silenzi d’Alberi. Courtesy: l’artista, Galerie Mazzoli Berlin e Silenzi D’alberi, Pieve di Soligo (TV). Foto: Silvia Longhi

dove è in corso una sua mostra personale e la serata sarà aperta da una conversazione tra Edoardo Bonaspetti, l’artista e Lucia Pietroiusti, curatrice del Public Program alla Serpentine Galleries di Londra. Da Disegni, la sezione-novità portata in Fiera nella tua prima edizione da direttore di Artissima, a Sound, il nuovo progetto, in partnership con OGR Torino. Il segnale di una progressiva apertura verso nuovi collezionismi ma anche diversi spunti di riflessione sulle pratiche curatoriali che la Fiera ha sempre tenuto in considerazione negli ultimi anni? Artissima si rivolge sia a un pubblico di collezionisti “storici”, sia a coloro che invece si affacciano oggi nel mondo dell’arte e che vogliono partire da qualcosa di più

abbordabile come, per esempio, i disegni, che amo e che colleziono io stessa, perché credo che rivelino qualcosa di intimo e segreto sugli artisti. Dare un supporto al giovane collezionismo è uno degli obiettivi di Artissima, insieme al sostegno alla creatività emergente, proprio perché la fiera guarda sempre avanti, al futuro dell’arte. In fiera presenteremo anche un nuovo progetto, da me curato in collaborazione con Treccani: Alfabeto Treccani, una collana di ventuno opere inedite a tiratura limitata realizzate da artisti italiani di tre diverse generazioni, dai grandi maestri ai talenti emergenti di cui in fiera presenteremo i primi 6 esemplari. Il progetto nasce proprio con la volontà di promuovere una diffusione universale dell’arte, favorendo lo sviluppo di un collezionismo giovane e, allo stes9


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Francesco Vezzoli, Take My Tears. Courtesy: Treccani Arte

so tempo, fidelizzando i grandi collezionisti. Artissima è riconosciuta a livello internazionale per l’attenzione alle pratiche sperimentali e come trampolino di lancio per artisti emergenti e gallerie di ricerca, e la nuova sezione Sound si inserisce coerentemente nel percorso della fiera: nasce sicuramente dalla voglia di sperimentare e osare, per mettere in discussione le logiche dell’arte visiva. È una bellissima sfida di cui siamo molto orgogliosi e la curatela è affidata a due giovani professionisti, Yann Chateigné Tytelman, curatore e critico d’arte a Berlino e professore associato di storia e teoria dell’arte all’HEAD di Ginevra e Nicola Ricciardi, direttore artistico delle OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino. Ho voluto questa sezione perché i suoni hanno un impatto emotivo fortissimo, coin10

volgendoci in una esperienza totale: il suono trasforma lo spazio e la sua percezione, riattiva ricordi, libera l’immaginazione ed è oggi protagonista di numerose ricerche in ambiti eterogenei proprio per la sua capacità di evocare e svelare una realtà intangibile, sempre mutevole. Tra i nuovi progetti speciali Artissima Experimental Academy. La Fiera torna a mettere al centro i giovani artisti e le gallerie sperimentali che ad Artissima hanno sempre trovato uno spazio di rilievo. Di cosa si tratta e come si sviluppa a partire dal primo appuntamento di DAF Struttura, a cura di Zasha Colah? Artissima Experimental Academy, che lanciamo in fiera in collaborazione con Combo – il concept di ospitalità innovativa e in-


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Making of Pietro Golia. Courtesy: Treccani Arte

cubatore culturale aperto alla sperimentazione che inaugurerà nel 2019 a Milano, Venezia e Torino – è un inedito progetto formativo legato all’approfondimento culturale che Artissima porterà avanti nel corso di tutto l’anno. Il progetto sarà un’occasione unica di crescita professionale offerta a giovani professionisti dell’arte e prenderà forma attraverso una serie di appuntamenti che vedono workshop di co-progettazione creativa potenziati da format di co-abitazione e divulgazione sperimentali. Il primo appuntamento dell’Academy sarà proprio in fiera con DAF Struttura, realizzato con il sostegno della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT di Torino e curato da Zasha Colah, curatrice indipendente attiva a Torino e Mumbai. Grazie alla collaborazione con Jan St. Werner – mu-

sicista sperimentale, co-fondatore della band Mouse on Mars e professore – il progetto attingerà alla storia e al presente della ricerca acustica. St. Werner sarà affiancato da due relatori ospiti, Yael Solomonowitz e Marc Matter, saranno inoltre presentate installazioni robotiche e luminose di Moritz Simon Geist e Matthias Singer, in cui i robot e le luci si trasformano in strumenti musicali interagendo con diversi interventi del Collettivo DAF. DAF struttura è realizzato in collaborazione con l’Accademia delle Belle Arti di Norimberga, i cui studenti ricreeranno uno spazio modulare rievocando un’antica tradizione di scuole sperimentali costruite con le proprie mani dagli alunni e dagli insegnanti. Questo spazio diventerà così contemporaneamente un auditorium, uno 11


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ARTISSIMA 1 – 4 novembre 2018 OVAL Lingotto Fiere via Giacomo Matté Trucco 70, Torino 1 novembre: vernissage (su invito) 2 – 3 – 4 novembre: apertura al pubblico ore 12.00-20.00

Jan St. Werner, DAF Struktur (Dynamische Akustische Forschung/ Ricerca Acustica Dinamica), struttura itinerante e modulare, Accademia di Belle Arti di Norimberga, 4-8 luglio 2018

studio di produzione, una stazione radio, un palco: una piattaforma per incontri che vedrà l’alternarsi di speakers provenienti dal mondo della sperimentazione acustica e della robotica, insieme a sperimentatori elettronici e artisti. L’Academy è aperta a 25 studenti internazionali selezionati attraverso una call che vivranno per i giorni di Artissima in due ampie tende geodetiche adiacenti all’Oval, in modo da vivere il laboratorio a tuttotondo, 24 ore al giorno. Le attività di DAF Struttura saranno documentate dalla scuola stessa e una pubblicazione che raccoglie la produzione sonora sarà concepita collettivamente e lanciata all’inizio del 2019 con il supporto del Goethe Institut Torino. Visto il venticinquesimo compleanno di Artissima vorrei concludere pensando a… Cosa facevi e dov’eri nel 1994, quando inaugurava la prima edizione di Artissima a Torino? L’arte (come e se) era già entrata nella tua vita? Nel 1994 avevo 21 anni, studiavo Lettere 12

Opening: giovedì 1 novembre 2018 Anteprima stampa ore 11.00-20.00 Incontro con la stampa ore 12.00 Anteprima dalle ore 11.00 (su invito) Vernissage ore 17.00-20.00 (su invito) Anteprima stampa Sound ore 17.00 (su invito) c/o OGR – Officine Grandi Riparazioni Inaugurazione Sound ore 19.00-21.00 (su invito) Sound @OGR: 2-3-4 novembre 2018, ore 11.00-20.00 Biglietti: Intero: € 18,00 Ridotto: € 13,00 * Abbonamento 3 giorni: € 36,00 * Ragazzi 12-18 anni. Over 65. Studenti universitari su presentazione del libretto universitario. Militari in divisa. Ingresso gratuito per disabili con accompagnatore. Maggiori informazioni sulle convenzioni sono disponibili sul sito di Artissima, nella sezione visitatori. Info: +39 011 197 441 06 info@artissima.it www.artissima.art

Moderne all’Università Statale di Milano e iniziavo timidamente ad andare per gallerie (all’epoca si parlava molto meno di arte contemporanea sui giornali generalisti e scoprire le gallerie per chi non aveva collezionisti o artisti in famiglia era un’impresa). Mi ricordo in quegli anni le mostre da Emi Fontana, De Carlo e Guenzani. Avevo comunque 21 anni: studiavo, uscivo la sera, viaggiavo il più possibile e i musei erano i luoghi in cui amavo passare il tempo…



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Artissima 2018

BEST SELLER Consigli per gli acquisti a cura di Livia Savorelli e Matteo Galbiati

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— Quali artisti presentate ad Artissima e in che sezione? — Quale sarà il “top lot” o l’artista di punta del vostro stand?

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Galleria Antonio Verolino Modena

Risponde: DOTT. ANTONIO VEROLINO, Direttore

> Saremo presenti nella sezione Back to the future, Hall Gray, Stand 23, dove esporremo una mostra monografica dell’artista modenese Cesare Leonardi. > Il “Top lot” della nostra esposizione sarà SRA (Struttura Reticolare Acentrata), un tappeto realizzato su un progetto di Cesare Leonardi, annodato a mano in Nepal, 100% lana Nuova Zelanda, con misure cm. 103x225, firmato dall’artista e numerato 1/3. www.galleriaantonioverolino.com

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CESARE LEONARDI SRA (Struttura Reticolare Acentrata) tappeto annodato a mano in Nepal, 100% lana Nuova Zelanda, cm 103x225, ed. 1/3 Courtesy Galleria Antonio Verolino 17


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APALAZZOGALLERY Brescia

Risponde: FRANCESCA MIGLIORATI, fondatrice della galleria > Presenteremo opere di Nathlie Provosty, Olympia Scarry, Augustas Serapinas, nella Main Section. > Segnaliamo in particolare un’opera di Augustas Serapinas di cui abbiamo attualmente una mostra personale in galleria. In mostra e ad Artissima sono presentati una serie di lavori ispirati dagli affreschi che, fino a poco tempo fa, facevano parte della Chiesa di San Silvestro di Folzano (Brescia), che l’artista ha visitato in uno dei suoi viaggi in Italia. Serapinas è rimasto affascinato dal fatto che questi affreschi, originariamente realizzati per

l’interno della chiesa nel 1930, furono poi rimossi senza apparente motivo nel 2010, il che lo ha fatto riflettere profondamente attorno al concetto di conservazione. Augustas Serapinas lascia il futuro degli affreschi libero. Essi hanno la possibilità di tornare nel passato ed essere riattaccati ai muri della chiesa se necessario. O potrebbero riapparire in futuro sotto diversa forma e in un altro contesto. Oppure potrebbero restare così come sono, nascosti e in attesa di un nuovo tempo. Prezzi da 5000 a 15.000 euro + IVA www.apalazzo.net

Augustas Serapinas, Waiting for Another Time, veduta della mostra, APALAZZOGALLERY, Brescia, 20 ottobre 2018 - 12 gennaio 2019

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AUGUSTAS SERAPINAS Fresco of Chiesa di San Silvestro 08, 2018 stacco di affresco, cm 175x134. Courtesy l’artista e APALAZZOGALLERY Prezzo: 15.000 euro + IVA 19


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Artesilva

Seregno (MB) Risponde: SILVIA BORSANI, Gallery Assistant

> Ad Artissima 2018 presenteremo una per-

sonale dell’artista Fausta Squatriti, un’artista storica italiana nata nel 1941. Come richiesto dalla sezione Back to the Future, il focus sarà sugli anni 1980-1994. Dopo gli anni ’70, anni nei quali l’artista si dedica alla scultura in ferro e acciaio, sezionando volumi primari nell’intento di disegnare equivalenze, divisioni, moltiplicazione di volume, visibili/invisibili in una ideale occupazione di spazio nel vuoto, sente l’esigenza di tornare ad usare il colore per definire figure geometriche sulla superficie dell’opera verticale, con l’intenzione di dimostrare la complessità della semplice geometria. Geometria che sta all’origine di ogni decorazione, usata da ogni civiltà per assecondare la necessità di bello, anche non disponendo di mezzi avanzati di raffigurazione del vero in modo speculare: la realtà ci sta dinnanzi, e la vogliamo rappresentare, sia con verosimiglianza sia con una diversa interpretazione.

Ma la geometria, sta a monte della verosimiglianza, sta nel mondo astratto dell’immaginazione e della spiritualità allo stato puro. Nasce così la serie tematica denominata come Fisiologia del quadrato e successivamente quella denominata In segno di Natura, che si basano sulla giustapposizione, in forma di dittico, di due immagini, che si relazionano tra di loro, anche ponendo degli interrogativi a proposito di tale ravvicinamento che induce a leggere gli opposti come un insieme.

>

L’opera In segno di Natura: alla Mecca del 1988 utilizza, trasformandolo in un firmamento, un dettaglio di soffitto dell’Alhambra, capolavoro dell’arte islamica: una costruzione ordinata e vitale, che inconsapevolmente indirizza l’uomo verso la raffigurazione geometrica e spirituale. Nella parte di destra, usando l’immagine della stella fornita dal decoro in legno del soffitto, sviluppa un gioco tra pieno e vuoto, che la conduce a disporre di sei quadrati, con i quali costruisce un cubo di marmo che sta ai piedi dell’intera costruzione e che la giustifica. www.artesilva.com

Veduta della personale di Fausta Squatriti da Artesilva, 25 ottobre - 6 dicembre 2018

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FAUSTA SQUATRITI In segno di Natura: alla Mecca, 1988 serigrafia su grafite, acquarello, pastello e cera su cartone Parol + marmo, cm 220x200 + volume Courtesy: Artesilva, Seregno (MB) Prezzo: 18.000 euro

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Boccanera Gallery Trento / Milano

Risponde: GIORGIA LUCCHI BOCCANERA, Direttrice > Presentiamo due artisti: Daniel González (Argentina, 1963) e Jared C. Deery (Stati Uniti, 1980). Partecipiamo alla Sezione Dialogue con il progetto espositivo intitolato American Daily Future. > La galleria punta su entrambi. Visto che devo scegliere uno dei due, opto per l’artista che rappresenta la novità della nostra scuderia e per il mercato italiano, ossia l’americano Jared C. Deery. Nel suo dipinto Finally, there’s a Season, Deery ritrae la natura morta proveniente dalla me-

moria e la reintroduce nel suo quotidiano. Il suo lavoro è un flusso di coscienza che trasforma il soggetto floreale in oggetto animato e pulsante, attraverso l’uso del colore e la composizione delle superfici. La texture, ricavata dalla pittura liquida che scorre sulla tela, introduce un elemento organico vivo nella composizione. Il soggetto si trasforma da oggetto inanimato in materia viva: i petali sono pelle, gli steli membra che si muovono in uno scenario onirico sospeso tra il ricordo e il sogno. www.arteboccanera.com

Grenzländer, Veronica de Giovanelli, Andrea Fontanari, Julia Frank, Federico Seppi, 2018 veduta della mostra, Boccanera Gallery, Trento, fino al 3 novembre 2018

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JARED C. DEERY Finally, there’s a Season, 2018 olio su tela, cm 91,5x122 Courtesy Boccanera Gallery, Trento Prezzo: 5.600 euro [range 900 - 8.500 euro]

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C+N Canepaneri Milano / Genova

Risponde: MARCO CANEPA, Direttore > La galleria C+N Canepaneri presen-

terà un solo show dell’artista Claudio Costa per la sezione Back to the Future.

> Claudio Costa, Senza titolo, 1985 www.canepaneri.com

CLAUDIO COSTA Senza titolo, 1985 tecnica mista su tavola cm 204x100x11 Prezzo: 30.000 euro 24


presentano

NATURA.0

Annalisa Di Meo e Alice Padovani

1-4 novembre 2018

Ex Ospedale Maria Adelaide Lungo Dora Firenze 87, Torino Stanza 34 I piano

Orari: 1 Novembre | 20.00 - 00.30 | Opening party 2-3 Novembre | 17.00 - 00.30 | The Others show 4 Novembre | 11.00 - 20.00 | The Others show

Info: www.espoarte.net | www.arteam.eu | www.theothersfair.com


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Cardelli & Fontana artecontemporanea Sarzana (SP)

Risponde: MASSIMO BIAVA, Direttore > Presenteremo alcune ultime opere di Mirko Baricchi, Mirco Marchelli, Beatrice Meoni, Fabrizio Prevedello. > Non c’è un’opera di punta, cercheremo di creare un allestimento che valorizzi tutte le opere in ugual misura. Dovendo però proprio scegliere mi fa piacere segnalare un’opera di Mirco Marchelli, perché è un nostro artista che non avevamo esposto nella passata edizione di Artissima. Si tratta di una ceramica realizzata da Marchelli nella bottega “La Casa dell’Arte”di Danilo Trogu ad Albisola Capo. www.cardelliefontana.com

Veduta della galleria Cardelli & Fontana artecontemporanea, Sarzana (SP)

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MIRCO MARCHELLI Bella cera, 2018 ceramica policroma, cm 62x47 Courtesy Cardelli & Fontana artecontemporanea Prezzo: 4.800 euro

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Galleria Doris Ghetta Ortisei (BZ)

Risponde: KARIN SCHMUCK, assistente di galleria > Presentiamo un Solo Show dell’artista Sara Enrico nella sezione Dialogue. La ricerca di Sara Enrico prende le mosse dall’analisi delle potenzialità insite nelle superfici e nei materiali come unità narrative, alchemiche, modellando tessuti, tele e volumi flessibili come la gommapiuma. Queste forme astratte investigano la dimesione ‘aptica’ dello sguardo ed il significato contenutistico con la loro collocazione nello spazio espositivo. > Presenteremo un nuovo lavoro appartenente alle serie RGB (skin) (2015-18) e Untitled (2015), oltre a dei nuovi disegni digitali. Partendo dall’impiego di un materiale come il tessuto, le sculture trasmettono per mezzo della propria instabile posizione un’idea di

viva presenza corporea. In RGB (skin), l’utilizzo dello scanner e la lavorazione digitale della superficie giocano un ruolo fondamentale nei processi usati dall’artista. Nell’opera Untitled, Sara Enrico costruisce, usando tela e colore ad olio, degli oggetti caratterizzati da un linguaggio formale elementare. Da questo approccio alla corporeità, in quanto relazione tra forze che si esprimono nelle posture che questi lavori assumono, nascono delle manifestazioni plastiche ambivalenti, che dispiegano un forte potenziale narrativo grazie a sfumature di significato contrastanti. Il prezzo delle opere è di 3.000 € per Untitled e 4.500 € per RGB (skin). www.dorisghetta.com

Waving back, veduta della mostra, Galleria Doris Ghetta, Ortisei

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SARA ENRICO Untitled, 2015 tela, colore ad olio, cm 210x30x40 Courtesy Galleria Doris Ghetta Prezzo: 3.000 euro 29


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FL Gallery Milano

Risponde: FEDERICO LUGER, proprietario

> Il nostro stand ad Artissima, nella Main Section, presenterà il focus – Iconografia delle crisi – dedicato a tre artisti contemporanei venezuelani: José Antonio Hernández-Díez, Luis MolinaPantin e Pedro Terán. Ad esso si accompagnerà una panoramica degli artisti di galleria: Danilo Buccella, Gabriele Di Matteo, Igor Eskinja, Bruna Esposito, Franklin Evans, Diango Hernández, Antonio Hernández-Díez, Luis Molina-Pantin, Edgar Orlaineta, Gianni Pettena, Luca Pozzi, Pedro Terán, Amikam Toren. > Segnalo i lavori della serie Brakes di Antonio Hernández-Díez,

sculture realizzate con pastiglie dei freni usate su cui è incisa una vasta gamma di immagini legate all’iconografia della storia contemporanea del Venezuela: manifestazioni, studenti, oggetti, scudi, polizia, armi da fuoco, criminali, la Costituzione, personaggi in motocicletta, bottiglie di rum e birra, politici. Hernández-Díez propone delle metafore per farci riflettere sulla crisi che il Venezuela sta vivendo: l’idea di perdere il freno, di non riuscire a fermarci, di perdere il controllo ci trasporta nel Venezuela di oggi, un Paese fuori controllo, che vive in uno stato anarchico, appunto, senza freno. www.flgallery.com

JOSÉ ANTONIO HERNÁNDEZ-DÍEZ Brakes, 2017 incisione laser su metallo, cm 28,8 ø Courtesy FL Gallery, Milano Prezzo: 5.000 euro 30


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Francesca Antonini Arte Contemporanea Roma

Risponde: FRANCESCA ANTONINI, Direttrice

> Guglielmo Castelli e Monica Carocci / Sezione Dialogue. > Presentando due artisti nella sezione Dialogue non è possibile individuare un unico artista di punta. Guglielmo Castelli è un artista che utilizza il mezzo pittorico mentre Monica Carocci utilizza la fotografia. Pur usando metodi differenti entrambi gli artisti torinesi “dipingono” le loro opere e questo è il motivo per cui abbiamo deciso di metterli in dialogo tra loro. www.francescaantonini.it

Veduta della galleria Francesca Antonini Arte Contemporanea, Roma

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GUGLIELMO CASTELLI Cano, 2018 olio su tela, cm 240x180 Courtesy Francesca Antonini Arte Contemporanea Prezzo: 15.000 euro

MONICA CAROCCI Senza titolo, 2018 stampa fotografica su carta baritata, cm 130x100 Courtesy Francesca Antonini Arte Contemporanea Prezzo: 7.000 euro 33


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Il Chiostro arte contemporanea Saronno

Risponde: MARINA AFFANNI, Direttrice > Jorge Eielson nella sezione Back to the future. > L’opera Quipus 57 CR è un’opera realizzata in tessuto iuta ed è

caratterizzata da un doppia tensione che si unisce al centro e dal Nodo, cifra stilistica dell’artista peruviano, protagonista delle avanguardie latino americane del dopoguerra. A partire dagli anni Sessanta le sue opere realizzate con il nodo in tessuto, che rimanda alle culture precolombiane reinterpretate secondo il linguaggio della modernità europea, sono una novità nel panorama dell’astrazione dell’epoca, grazie anche al dinamismo dato dalla terza dimensione dell’opera. www.ilchiostroarte.it JORGE EIELSON Quipus 57 CR, dittico iuta, cm 180x360 Courtesy Il Chiostro arte contemporanea

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Museo Regionale dell’Emigrazione dei Piemontesi nel Mondo


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MLZ art dep Trieste

Risponde: MARCO LORENZETTI, direttore e fondatore

> The Cool Couple, con il progetto Emozioni Mondiali, nella sezione Present Future. >

The Cool Couple in questa serie di lavori giocano alla loro maniera sul parallelismo tra il sistema dell’arte e il mondo del calcio, evidenziando i punti di contatto e attrito tra i due universi per riflettere su uno spettro di temi, che spaziano dall’influenza del mercato sulla produzione artistica al ruolo del pubblico, dallo star system alla storicizzazione di periodi e movimenti. Il progetto si compone di un’installazione

THE COOL COUPLE Emozioni Mondiali, 2018 stampa diasec in cornice, cm 70x100 Courtesy MLZ art dep, Trieste

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partecipativa che offre ai visitatori la possibilità di impugnare un joystick e giocare a calcio, tramite una copia di Pro Evolution Soccer 2018 personalizzata, scegliendo tra 20 squadre, ciascuna in rappresentanza di un periodo o movimento della storia dell’arte, dal Rinascimento a Documenta 13, e di una serie di opere pittoriche e fotografie digitali. Le quotazioni vanno da 3.500 euro per le fotografie a 5.500 euro per i lavori pittorici. www.mlzartdep.com


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THE COOL COUPLE Emozioni Mondiali, 2018 veduta dell’installazione (postazione di gioco) Courtesy MLZ art dep, Trieste

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SPECIALE TORINO

Osart Gallery Milano

Risponde: ANDREA SIRIO ORTOLANI, Direttore

> Artissima 2018 MAIN SECTION (Black/Booth #11).

Presentiamo un solo show dedicato ad Aldo Tagliaferro dal titolo Aldo Tagliaferro ’70 che avrà in mostra principalmente opere realizzate dal 1970 al 1979.

>

Essendo un solo show l’artista di punta è Aldo Tagliaferro. L’opera che segnaliamo si intitola Ritratto ed è composta da 14 elementi fotografici realizzati nel 1978, l’opera appartiene al ciclo dal titolo L’Io Ritratto (The Potrayed Ego) che l’artista realizza verso la fine degli anni ’70; uno dei cicli più conosciuti di Aldo Tagliaferro e, forse, l’analisi più difficile e intima che svolge in tutto il suo percorso artistico.

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Significato: L’artista definisce così ciò che intende quando parla di ‘dualismo dell’IO’: «L’analisi del proprio io porta inevitabilmente a una scelta di valori. Avendo posto questi valori a metà tra il positivo e il negativo, perché soggettivi, ho preferito porre in discussione la mia immagine, affinché questa analisi fosse più obiettiva». Nell’opera utilizza tre elementi: la sua immagine frontale, il suo negativo e l’immagine della nuca; quindi, modifica e combina queste tre varianti in ogni modo possibile per rivelare l’alterità della relazione che ognuno di noi può avere con il proprio IO, «...fino a rendere ossessivo questo guardarsi nella propria ‘immagine’». www.osartgallery.com

ALDO TAGLIAFERRO Ritratto, 1978 fotografie su carta, cm 19,5x25,3 cad. Courtesy Osart Gallery, Milano Foto: Max Pescio Prezzo: 28.000 euro (IVA inclusa) - i singoli autoritratti sono acquistabili a un valore di 2.000 euro cad. (IVA inclusa)

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SPECIALE TORINO

Prometeogallery Milano / Lucca

Risponde: STEFANO DE GREGORI, Gallery manager > Nella Main Section, presentiamo Maria José Arjona, Giuseppe Buzzotta, Michelangelo Consani, Fabrizio Cotognini, DEMOCRACIA, Regina José Galindo, Hiwa K, Iva Lulashi, Edson Luli, Maria Evelia Marmolejo, Ruben Montini, Giovanni Morbin, Mario Santizo, Santiago Sierra, Mao Tongqiang, Stefanos Tsivopoulos, Driant Zeneli e Mary Zygouri. > Lo stand di Prometeogallery presenterà una serie di opere di artisti consolidati e internazionali come Santiago Sierra, Regina José Galindo, Hiwa K, Mary Zygouri, Mao Tongqiang e opere di artisti emergenti che lavorano con i differenti media dalla performance o dal video alla pittura, al disegno e al rica-

Veduta della Prometeogallery, Milano

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mo. Ci saranno opere di Driant Zeneli, il quale rappresenterà il padiglione dell’Albania alla prossima Biennale di Venezia e nuove opere di Fabrizio Cotognini, vincitore dell’ultima edizione del Premio Cairo. Ruben Montini avrà uno spazio dedicato ai suoi intimi ricami, mentre la giovane Iva Lulashi verrà presentata per la prima volta ad Artissima con una serie di opere provenienti dall’esposizione a Palazzo Reale del Premio Cairo. L’idea è di creare uno stand armonioso in cui le opere possano dialoghino fra loro e ciascuna abbia la possibilità di avere la meritata lettura. www.prometeogallery.com


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DRIANT ZENELI It would not be possible to leave planet earth unless gravity existed, 2017 video full HD, 13’42’’ Courtesy Prometeogallery, Milano / Lucca

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SPECIALE TORINO

Galleria Raffaella Cortese Milano

Risponde: RAFFAELLA CORTESE, gallerista

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Nella Main Section, corridoio Viola, stand 9 presenteremo Francesco Arena, Yael Bartana, Karla Black, Monica Bonvicini, Michael Fliri, Simone Forti, Roni Horn, Zoe Leonard, Marcello Maloberti, Kiki Smith; mentre nella sezione Disegni, corridoio DS, stand 6 proponiamo i lavori di Silvia Bächli.

>

La Galleria Raffaella Cortese sarà presente ad Artissima, nella sezione Disegni, con un progetto interamente concepito da Silvia

Bächli, artista svizzera attiva sin dagli anni ‘80, che ha dedicato la sua ricerca allo sviluppo del disegno in bilico tra astrazione e accenni di figurazione, tra narrazione e azione. Un lessico di linee, griglie, movimenti in continua evoluzione caratterizza la sua produzione inconfondibile, un’indagine costante ma in perenne mutamento. Le azioni sono quelle del medium e necessariamente umane: le linee attraversano la carta, si fondono l’una nell’altra e progettano attentamente un incontro

Veduta della mostra Nähern, Silvia Bächli, Galleria Raffaella Cortese (Via Stradella 4, Milano), 17 settembre - 22 novembre 2018

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e un dialogo tra soggetti. La presenza dell’artista si avverte nella diversa pressione della pennellata, negli arresti, nella densità e nelle sfumature dei toni di gouache. I limiti del suo agire sul foglio corrispondono alla dimensione corporale mentre nella composizione come nelle pause si riconosce un’assonanza con la musica: Nella musica, il silenzio è importante tanto quanto le note suonate (Silvia Bächli, 2018). Per il suo solo show nella sezione Disegni, Silvia ha lavorato ad una brillante e attenta combinazione di opere nuovissime, dai piccoli formati in plexi ad un’evoluzione della serie Mantel, ovvero gouache in 2 o 4 parti. La sua palette di colori rinomatamente bianco/nera si evolve e si espande a dei toni di rosso intenso e la sua ricerca fa un ulteriore passo avanti nella sua relazione allo spazio. Il concetto di ensemble, nel senso di disposizione e conversazione delle opere su una parete bianca, riacquista una nuova forza ed importanza in un progetto minimale. www.raffaellacortese.com

SILVIA BÄCHLI Mantel Nr. 15, 2018 gouache su carta, cm 204,5x72 cm 210x77,4x4 incorniciata Courtesy Galleria Raffaella Cortese, Milano 43


SPECIALE TORINO

UnimediaModern Contemporary Art Genova

Risponde: CATERINA GUALCO, fondatrice

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Presentiamo una mostra personale di Geoffrey Hendricks nella Main Section, Hall Black Booth N. 3.

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Ovviamente, essendo una personale, l’artista che promuoviamo è proprio Geoffrey Hendricks. L’opera più importante in mostra è More than one hundred skies, che occuperà la parete di fondo dello stand (m. 3 x 7). Questo lavoro è composto da acquarelli di cm. 40x30 ciascuno accompagnati da piccole lastre di ardesia, di misure più o meno analoghe e consumate dal tempo. La genesi di questa opera è affascinante. Geoffrey viveva in Greenwich Street a New York, in una casa della fine dell’800. Ad un certo punto si è resa necessaria la riparazione del tetto di ardesia e Geoffrey ha portato alcune lastre nel suo studio. Immediatamente ha deciso che la texture delle lastre di ardesia e quella dei suoi acquarelli erano molto simili, e da lì è nata l’ispirazione di allestire un “Cielo per New York”, formato da acquarelli e ardesie appesi a formare un cielo sulla parete della Emily Harvey Gallery di New York. Questo cielo è stato poi esposto anche all’Archivio Emily Harvey di Venezia. Qualche anni dopo, venuto a Genova per organizzare una mostra all’Archivio Caterina Gualco (come si chiamava allora e per una decina d’anni l’UnimediaMo-

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dern), Geoffrey aveva felicemente scoperto che la Liguria è il luogo dove si trovano le cave di ardesia in Italia. Rifornimento di ardesie in Fontanabuona e bellissimo lavoro “100 cieli per Genova”. Questo lavoro è stato prima esposto all’Archivio Caterina Gualco e poi al Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce nella mostra The Fluxus Constellation, organizzata per festeggiare i primi quarant’anni di Fluxus. Nel 2016 Geoffrey, su mio caloroso invito, si era recato a Blois per decidere una mostra a La Fondation du Doute, unico spazio pubblico in Europa dedicato soltanto a Fluxus. Anche lì il destino ha voluto che il tetto della scuola di musica adiacente alla Fondazione avesse bisogno di riparazioni, e Geoffrey ha realizzato, durante una permanenza ospite della cittadina di Blois, più di 100 acquarelli, che accostati alle ardesia hanno dato vita al maestoso lavoro More then one hundred skies, opera più importante della mostra da me curata. Una parte dello stesso lavoro è stato esposto all’UnimediaModern nel dicembre 2017 e ora sarà il pezzo più importante dell’installazione ad Artissima. Secondo i nostri calcoli potremo appendere una settantina di acquerelli e una sessantina di lastre di ardesia. La quotazione è di € 60.000. www.unimediamodern.com


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GEOFFREY HENDRICKS More than one hundred skies, 2017 acquarelli e lastre di ardesia, cm 350 x 900 Fondation du Doute, Blois, Francia Foto: Caterina Gualco Prezzo: 60.000 euro 45


SPECIALE TORINO

Luis Adelantado Valencia

Risponde: OLGA ADELANTADO, Direttrice > Siamo presenti nella Main Section con gli artisti spagnoli Irma Álvarez-Laviada (1978), Álex Marco (1986) e il duo Fuentesal & Arenillas (1986 - 1989), con i francesi Mathieu Mercier (1970) e la coppia Lamarche-Ovize (1978 - 1980). > Il nostro stand sarà dedicato alla presentazione di opere di una selezione di artisti emergenti, per lo più spagnoli, insieme al noto artista Mathieu Mercier. www.luisadelantadovlc.com

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MATHIEU MERCIER Test, 2017, digital print on 310g Canson paper, cm 145x185, ed. 2/3 Sublimation (Umbrella), 2013/2018, umbrella, color palette and corian, cm 95x25x25 Courtesy Luis Adelantado, Valencia



SPECIALE TORINO

Galerie Rolando Anselmi Berlino / Roma

Risponde: ROLANDO ANSELMI, Direttore

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Siamo presenti nella Main Section con Gianni Caravaggio, Luca Vitone, Arcangelo Sassolino, Gianni Pellegrini, per quanto riguarda gli artisti italiani. Jorge Peris, David Jablonowski, Ignacio Uriarte, Ewa Juszkiewicz, Li Gang, Santiago Taccetti, Asger Dybvad Larsen, Johannes Wald, Mohamed Namou per quanto riguarda le convocazioni di artisti stranieri.

> Se come “Top Lot” si intende la quotazione

commerciale, l’opera più costosa presentata in stand sarà il lavoro Iniziare un Tempo di Gianni Caravaggio, una fusione in alluminio e terre, proposta per €22.000. www.rolandoanselmi.com

Galerie Rolando Anselmi, Berlino, veduta della mostra: Giorgio Andreotta Calò, Elizabeth Jaeger, Moris (Israel Meza Moreno) 16 settembre - 30 novembre 2017. Foto: Riccardo Malberti

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GIANNI CARAVAGGIO Iniziare un Tempo, 2012 alluminio, terre di fusione rosso-c, cm 135x40x40 Courtesy Galerie Rolando Anselmi, Berlino | Roma Prezzo: 22.000 euro

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SPECIALE TORINO

Braverman Gallery Tel Aviv

Risponde: ADI GURA, partner e direttore

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Esponiamo Dor Zlekha Levy con Aviad Zinemanas presenti con un’installazione video e audio su larga scala, in una sala di 60 metri quadrati. Inoltre abbiamo dipinti e sculture di Summer Wheat collocati fuori dalla sala video. Tutte le opere saranno presentate nella Main Section (Booth 13 Orange / 14 Dark Blue).

> Maqamat è un’opera frutto della collaborazione tra l’artista visivo Dor Zlekha Levy e il

musicista Aviad Zinemanas. È nata dalla comune passione nel recuperare la musica araba dell’Iraq degli inizi del XX Secolo. Innovativi per i suoi tempi, i precursori di questa tendenza musicale erano musicisti ebrei tra cui Ezra Aharon e Yusuf Zaarur, acclamati a livello internazionale. Questi musicisti in seguito emigrarono in Israele, dove si stabilirono lasciandosi alle spalle la propria fama. Le registrazioni e i materiali d’archivio dei fondi di questi musicisti servono agli artisti come punto di partenza per affrontare situazioni di separazione, diaspora e sogni. Maqamat sviluppa una simbiosi unica tra l’immagine vista e quella sentita, unendole in un’unica creazione che si espande oltre i confini di tutti gli stessi media che la compongono. www.bravermangallery.com

Summer Wheat Pulling Tongue of Snake, 2018 ceramic, cm 156 x 48 Courtesy: Braverman Gallery, Tel Aviv

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DOR ZLEKHA LEVY e AVIAD ZINEMANAS Maqamat, 2017 4 channel projection 7 channel sound installation, 14:28, loop, edition of 5 + 2AP Courtesy: Braverman Gallery, Tel Aviv Prezzo: 25.000 dollari 51


SPECIALE TORINO

Anca Poterașu Gallery Bucarest / Lipsia

Risponde: CRISTINA STOENESCU, curatrice

> Ci presentiamo nella Main Section con gli artisti Matei Bejenaru, Iulian Bisericaru, Daniel Djamo, Adelina Ivan, Olivia Mihaltianu e Decebal Scriba. >

Siamo impazienti di presentare due dei nostri artisti più affermati: Matei Bejenaru e Decebal Scriba. Matei Bejenaru (1963) è un artista visivo che vive e lavora a Iaşi, dove insegna fotografia e videoarte presso l’Università delle Arti “George Enescu”. Nei suoi progetti, attraverso fotografie, video, performance e installazioni multimediali, analizza come le modalità di produzione economica, conoscenza tecnologica, mentalità e stili di vita siano cambiate negli ultimi due decenni nei paesi post-comunisti. Between two worlds è un archivio fotografico che documenta musei, laboratori scientifici, spazi pubblici, fabbriche della Romania che hanno in comune la ricerca scientifica di altre forme di conoscenza razionale. Caduto il co-

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munismo, sono ora in rovina. Il Museo di Storia Naturale fu chiuso seguendo le severe norme di sicurezza attuate dopo la tragedia dell’incendio del Colectiv a Bucarest, notizia, all’epoca, ampiamente discussa dai media. Piuttosto che ristrutturare e ricontestualizzare un museo, che contiene una ricca collezione di manufatti coloniali, l’istituzione fu chiusa e la sua collezione fu destinata velocemente ad un inesorabile oblio. L’opera The Natural History Museum Iași viene proposta a 7.000 euro. Decebal Scriba (1944), che dal 1991 vive a Fontainebleau-Avon, è un artista che si avvicina a media come la fotografia, l’installazione, la performance e la video art, con ricerca mantenuta nell’ambito dell’arte concettuale, in cui unisce anche il suo coinvolgimento per il disegno. In Masks series #2 l’atto di avvolgere-svolgere propone una riflessione sociale sul controllo del sé, sugli effetti del dominio della politica sull’individuo e sulla volontà di fuggire. Quest’opera è offerta a 14.000 euro.


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MATEI BEJENARU The National History Museum Iași, 2015 digigraphe print, cm 120x150, ed.2/5 + AP Courtesy: Anca Poterașu Gallery Foto: l’artista Prezzo: 7.000 euro

DECEBAL SCRIBA Masks series #2, 1976, stampata nel 2018 3 gelatin silver prints, cm 30x30 cad., ed. 3/5 + 2 AP, cm 47x112, con cornice Courtesy: Anca Poterașu Gallery Foto: l’artista Prezzo: 14.000 euro 53


SPECIALE TORINO

THE OTHERS 2018: METTERE A FUOCO L’ARTE DEL NUOVO MILLENNIO TORINO | EX OSPEDALE MARIA ADELAIDE | 1 – 4 NOVEMBRE 2018 Ro b

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Intervista a ROBERTO CASIRAGHI di Elena Inchingolo

The Others è la principale fiera indipendente italiana, torinese, dedicata alle più recenti tendenze artistiche internazionali. È una piattaforma espositiva rivolta a gallerie, collettivi di artisti, curatori, spazi indipendenti, nata per catalizzare e valorizzare le nuove energie creative. È stata concepita per espositori giovani, con costi di partecipazione contenuti, orari di apertura serali, un’atmosfera vivace e informale, un ampio programma di eventi cross-disciplinari, tutti elementi che hanno concorso alla creazione di un nuovo format di promozione dell’arte. La riflessione che The Others propone è di mettere a fuoco l’arte del nuovo millennio, a partire dal logo sfocato e capovolto su fondo giallo, che interpreta una sorta di “esercizio visivo” sulla capacità di cogliere cosa sia oggi l’espressività artistica. La fiera debutta otto anni fa, grazie 54

all’esperienza di Roberto Casiraghi, senza timore di innovare. Più di quaranta le gallerie e associazioni culturali presenti quest’anno dall’1 al 4 novembre, presso la sede dell’ex Ospedale Maria Adelaide. Sono per due terzi realtà straniere, individuate grazie all’attento lavoro di ricerca di un board curatoriale rinnovato e di respiro internazionale. Si tratta di un gruppo di ambasciatori dell’arte come Alejandro Alonso Diaz, Yulia Belousova, Pietro Della Giustina, Iben Bach Elmstrøm e il collettivo SUPERDEALS – che vivono tra Santander, Berlino, Mosca, Parigi, Copenaghen e Bruxelles – coordinati, per The Others, dal curatore torinese Bruno Barsanti. I partecipanti si dividono in 4 sezioni Main, Specific, Special Projects e Expanded Screen. Un team di curatori internazionali, quindi, ed una sezione dedicata alle video installazioni – Expanded


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The Others 2017, ingresso folla, opera con mappa Europa Ambienta, ingresso Ex Ospedale Maria Adelaide, Torino

Screen – sono gli highlights di The Others 2018, ma lasciamo la parola a Roberto Casiraghi, colui che ha ideato la fiera e l’ha traghettata fin qui. The Others nasce nel 2011 come fiera d’arte indipendente presso la sede dell’Ex carcere Le Nuove di Torino. Si tratta di un progetto fieristico innovativo, una sua creatura, che nel 2013 cede a suo figlio Andrea, nel ruolo di direttore artistico. Nel 2016 la fiera si trasferisce negli spazi dell’Ex Ospedale Maria Adelaide (nel cuore di Borgo Rossini, lungo la “rive gauche” della Dora, ndr), dove si svolgerà anche l’edizione 2018. In che modo lo spazio che ha ospitato la fiera ha influito sul concept del progetto? Lo spazio ha influenzato moltissimo il concept del progetto, tanto che nel 2015 per

offrire alle gallerie partecipanti la possibilità di esporre opere di grandi dimensioni abbiamo realizzato Exhibit, evento espositivo, all’interno del vecchio edificio della Borsa Valori in centro città. Il vincolo degli spazi piccoli obbligava le gallerie a misurarsi con pochissime opere e di piccole dimensioni. L’ospedale permette, invece, di esporre lavori più grandi ed abbiamo pensato a Specific, una sezione creata proprio per presentare progetti in locali lasciati “al naturale”, nel rispetto delle loro funzioni originarie. Com’è nata l’idea di costituire The Others? Abbiamo pensato che a Torino ci fosse lo spazio per offrire al pubblico che partecipa all’Art week una visione diversa dell’arte contemporanea, più “facile” dove il dialogo fra proposta e pubblico fluisse più rapidamente e comprensibilmente per tutti, in 55


SPECIALE TORINO

Giovanni Ozzola, Atlantico, 2017, film-forming binder on slate, cm 28x38, ed. 1/1. Area Main - Galleria Suburbia, nuova opera edizione 2018

modo più diretto. Nessuna carriera da dichiarare da parte delle gallerie, solo la freschezza della proposta progettuale, nessuna scuderia di appartenenza per gli artisti, orari notturni da socializzazione collettiva. Volevamo divertirci, così è nata The Others. Quali i suoi caratteri distintivi? 1. Unicità e novità del progetto di allestimento, come nel caso della sezione Specific, che accoglie progettualità studiate appositamente per lo spazio dell’Ex Ospedale Maria Adelaide. 2. La disponibilità e volontà degli espositori di raccontare il proprio spazio ai visitatori, abbattendo la barriera quasi invalicabile che erigono le gallerie più celebrate verso 56

chi chiede solo di sapere e non di comprare; The Others in questo senso fornisce molti utili strumenti di comprensione ed interpretazione dell’arte contemporanea ai collezionisti di domani. 3. Il costo di partecipazione che permette alle gallerie di investire nella produzione e nella creatività artistica più di quanto sia possibile altrove, dove spesso è necessario badare maggiormente agli aspetti commerciali. 4. Orari molto poco usuali per le manifestazioni di arte contemporanea; oggi tutti parlano delle notti delle arti, ma in questo senso noi continuiamo ad avere il primato. Quali le novità dell’edizione 2018? La presenza di oltre il 60% di gallerie non ita-


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liane, una serie di Talks, previsti per sabato 3 novembre, veri e propri incontri/scontri tra personalità del mondo dell’arte, con relativo moderatore/arbitro. Ma non vorrei svelare troppo… È più fiera mercato o progetto culturale? Per come abbiamo concepito The Others dal primo momento, la distinzione per noi non esiste ed anzi, proprio per la possibilità che le gallerie hanno di investire nella progettualità dei propri artisti, l’aspetto culturale sembra prendere il sopravvento. Ma siamo sicuri che esista una distinzione tra mercato e cultura? Non si tratta di uno schematismo datato che ha contribuito ad ingessare il sistema dell’arte? Quali le tre parole chiave che potrebbero descrivere The Others? Coinvolgente, energetica, imperdibile.

THE OTHERS FAIR con il sostegno di Compagnia di Sanpaolo, Fondazione CRT, gode dei patrocini di Regione Piemonte e Comune di Torino. 1 – 4 novembre 2018 Ex Ospedale Regina Maria Adelaide Lungo Dora Firenze, 87 – Torino Orari: 1 novembre – 20.00 – 00.30 Opening Party 2 e 3 novembre – 17.00 – 00.30 4 novembre – 11.00 – 20.00 Preview Stampa: 1 novembre – 15.00 – 17.00 Ingresso: Biglietto Intero 7,00 euro Biglietto Ridotto per convenzioni 5,00 euro Universitari (Università di Torino, Politecnico di Torino, IAAD, IED, Accademia Albertina di Belle Arti di Torino) – Torino+Piemonte Contemporary Card – Città della Salute e della Scienza di Torino). Info: www.theothersfair.com Fb: @TheOthersArtFair Ig: theothersartfair

Joanna Rajkowska e Malgorzata Markiewicz, létrangère. Foto: Akio Takemoto 57


SPECIALE TORINO

FLASHBACK 2018. L’ARTE NON HA TEMPO E ALTRI RACCONTI TORINO | PALA ALPITOUR | 1 – 4 NOVEMBRE 2018 v ra

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Intervista a STEFANIA PODDIGHE e GINEVRA PUCCI di Michele Bramante

Da sei anni, Torino è sede di un progetto che si distingue sullo sfondo del panorama fieristico – vale a dire, del mercato dell’arte nella sua modalità oggi più efficiente, è bene ricordarlo – con una fisionomia non precisamente classificabile, appassionata all’arte di ogni tempo intesa come valore atemporale nel presente perenne della contemporaneità. Flashback, dicono le direttrici Stefania Poddighe e Ginevra Pucci, «Si presenta come un atlas di cultura visiva, un insieme di opere frutto della creatività dell’uomo dai primordi ai nostri giorni nella convinzione che l’opera sia tale indipendentemente dal momento storico in cui è stata creata, e sia contemporanea perché vive del rapporto continuamente rinnovato con il fruitore. Gli espositori sono selezionati sulla base della loro ricerca e del progetto 58

presentato nella coerenza di una sperimentazione che metta insieme mixité espressiva e temporale». In altre occasioni ho paragonato la sovraesposizione delle fiere al rumore bianco, un campo di rumori e suoni talmente caotico e ridondante da appiattirsi su un’unica frequenza indistinta. Quando visito Flashback distinguo delle voci – e spero di continuare ad avere la stessa esperienza. So che ha a che vedere con il tempo, con il clima temperato dell’attenzione alle opere, con il guardare una seconda volta. Voi come lo spieghereste? Crediamo che la tua osservazione sia giusta: è la stessa differenza che passa tra l’intontito vagare negli spazi della GDO (grande distribuzione organizzata, n.d.r.) a canale


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Flashback, Torino, 2017. Foto: Move graphics & Photography

lungo e l’esperienza in un sistema a canale diretto dove “meno è meglio”, l’attenzione è concentrata e la fruizione cambia. E poi a Flashback, passando attraverso “l’artgate”, ci si ritrova in una dimensione atemporale, sospesa, dove l’arte è tutta contemporanea. Qual è la costante che avete conservato fin dalla prima edizione? L’umanità e la passione. Cosa rende particolare questa, invece? La diversità (tema della riflessione di Flashback di quest’anno, ispirato dal libro di Chad Oliver Le rive di un altro mare, ndr), la mescolanza, il mare. La trasversalità storica che anima la Fiera fa pensare a quanto la critica con-

tro il mercato intacchi solamente uno strato inessenziale della complessità dell’opera, che si può far coincidere con il momento della sua mercificazione. Manufatti tradizionali realizzati nel contesto di culture non occidentali o premoderne si affiancano alla produzione artistica più recente sulla quale si concentra spesso la polemica comunemente intessuta di accuse di provocazione o di ricerca del profitto. Il fatto che un’opera sia acquistabile non ne disintegra lo spirito, almeno non in maniera così automatica e universalmente invalidante. Qual è secondo voi il valore senza tempo, e dunque, se vogliamo, sempre attuale, contemporaneo, che rimane irriducibilmente al fondo di ogni opera d’arte? Credo che questo abbia a che vedere anche con i 59


SPECIALE TORINO

FLASHBACK 2018

l’arte è tutta contemporanea VI edizione le rive di un altro mare 1 – 4 novembre 2018 Pala Alpitour Corso Sebastopoli 123, Torino ingresso unico Piazza D’armi

Flashback, Torino, 2017. Foto: Move graphics & Photography

vostri criteri di selezione dei progetti proposti dalle Gallerie. Vorremmo partire da quanto hai affermato: «Il fatto che un’opera sia acquistabile non ne disintegra lo spirito». Un’opera che possa definirsi tale esiste al di là del tempo e della compravendita, il mercato interviene in un momento successivo ma non intacca minimamente la complessità dell’opera, così come non lo fanno le polemiche. Un’opera è tale indipendentemente dal momento storico in cui è stata creata, ed è contemporanea perché vive sempre e comunque solo nel rapporto con il fruitore. Il vero problema sembra essere dunque a quali condizioni un’opera possa definirsi tale e non quando possa definirsi contemporanea. Il mercato ha però caratteristiche diverse quando si tratta di lavori prodotti negli ultimi anni o di lavori storicizzati. Il tempo influisce come valore aggiunto. Il fatto che per centinaia o addirittura migliaia di anni le persone, i fruitori, di generazione in generazione, abbiano deciso che “valeva la pena” preservarne alcuni, sicuramente rappresenta un valore aggiunto. Cosicché, per quanto il mercato possa oscillare, per quanto le speculazioni possano agire, c’è 60

Orari: Tutti i giorni h. 11.00 - 20.00 anteprima stampa 31 ottobre 2018, h. 11.00 - 13.00 preview 31 ottobre 2018, h. 16.00 - 18.00 vernissage 31 ottobre 2018, h. 18.00 - 22.00 Biglietti: intero € 10 ridotto € 8, riduzioni previste per legge ridottissimo € 5, abbonamento Torino Musei, Abbonamento Musei Lombardia Milano, Torino + Piemonte Contemporary Card, Touring Club Card gratuito giovedì 1 novembre abbonamento Torino Musei, Abbonamento Musei Lombardia Milano, Torino + Piemonte Contemporary Card, Touring Club Card, gratuità previste per legge, mef Info: +39 011 19464324 +39 393 6455301 info@flashback.to.it www.flashback.to.it

un valore inattaccabile e potente che è lo status di “contemporaneità” dell’opera, status riconosciuto nel tempo e con il passare delle generazioni. Mi fate qualche esempio con gli highlights di questa edizione? Che dire, c’è l’imbarazzo della scelta: il Macrino d’Alba di Fabrizio Moretti, il Casorati di Fabrizio Russo, il caravaggesco Monogrammista proposto da Lampronti, il Carrà di Galleria dello Scudo, l’incredibile installazione di ritratti di Sperone, etc. Ci fermiamo, perché se l’opera vive del rapporto con il fruitore… Bisognerà visitare la Fiera.


DEMOCRACY IS NOT PERFECT GEMA RUPéREZ opening 30 ottobre 2018, ore 18.30

Dal 31 ottobre al 24 novembre 2018. Orari: da martedì a sabato 15.30 - 20

OS Opere Scelte via Matteo Pescatore 11/D, Torino www.operescelte.com


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PARATISSIMA 2018. FEELING DIFFERENT TORINO | CASERMA LA MARMORA | 31 OTTOBRE – 4 NOVEMBRE 2018 n Fra

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Intervista a FRANCESCA CANFORA di Valentina Varoli

Paratissima festeggia quest’anno la sua XIV edizione, presentando tra il 31 ottobre e il 4 novembre ben 357 artisti, per il secondo anno, negli spazi della Caserma La Marmora di Torino, complesso originariamente sorto con finalità militari in cui è in corso un processo di rinnovamento (nuove residenze, laboratori e spazi multifunzionali) sotto la guida di Carlo Ratti Associati. La direttrice artistica, Francesca Canfora, racconta il tema e le novità dell’edizione 2018… Oggi presentate Paratissima ricordando la sua età, 14 anni, e paragonandola ad un adolescente: una creatura piena di dinamismo e vitalità ma anche di molti conflitti aperti. Quali sono gli aspetti più problematici del progetto e quali i più promettenti? Gli aspetti problematici sono tanti e le critici62

tà altrettanto, considerando che Paratissima negli ultimi sette anni si è svolta in luoghi in disuso che vengono appositamente riaperti al pubblico. Al di là di questi aspetti tecnico-logistici, siamo riusciti a compiere un passo importante nella nostra crescita mettendo a punto un modello che, anche grazie alle ultime esperienze fatte a Bologna e Milano, sta arrivando al suo compimento e che conferma la nostra identità ibrida, aperta ad artisti indipendenti e a gallerie d’arte ma anche a tutte quelle realtà che si occupano di arte e creatività a 360°. Per un artista emergente è difficile presentare i propri lavori a un pubblico interessato: Paratissima sopperisce in primis a questa esigenza. Rispetto alle altre fiere offriamo l’opportunità agli artisti di scegliere tra un ampio numero di progetti curatoriali. Chiaramente è tutto subordinato alla sele-


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Veduta Caserma La Marmora, Foto: Davide Bellucca

zione delle candidature: altro passo significativo introdotto quest’anno nell’evento torinese. In che senso reputate rilevante la selezione? E quali sono le altre novità rispetto alle passate edizioni? La grande novità del 2018 riguarda appunto la selezione degli artisti, aspetto già introdotto negli eventi di Milano e Bologna. Non si tratta solo di fare una selezione che ammette o esclude, ma cercare anche di consigliare gli artisti, svolgendo in pratica un’azione di tutorship e non solo di curatela: vorremmo prima di tutto spronarli a migliorare il modo di presentarsi al pubblico. Per esempio, un aspetto importante è quello di invitarli a stringere collaborazioni con altri colleghi e riunirsi in progetti comuni di piccole collettive seguite da un curatore. Molti

artisti hanno raccolto il nostro suggerimento e così l’anno scorso sono nati i progetti ICS, Independent Curated Spaces, che nel giro di un anno sono passati da cinque a ben una trentina. Non vogliamo quindi solo soddisfare le esigenze degli artisti ma cercare di anticiparle, mostrando che ci sono molte modalità di esporre in grado di valorizzare meglio i lavori di tutti e l’evento stesso. Altra novità di spicco, inaugurata nella prima Paratissima a Milano, riguarda i premi. Paratissima infatti non è una semplice occasione espositiva ma svolge anche un’azione di talent scouting attraverso i premi. Quest’anno, oltre i premi normalmente assegnati, sono previsti premi di acquisizione opere come il Premio Azimut Capital Management che nasce dalla collaborazione con il gruppo Azimut.

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SPECIALE TORINO

Paratissima Talent Prize Bologna 2018 – Alice Padovani, Black and fluo nest, dettaglio

Riguardo alle diverse sezioni della manifestazione quali diverse anime si palesano in ogni progetto e da cosa invece sono accomunate? Mi piace immaginare Paratissima da un lato come un grande contenitore, in grado di dare spazio a una pluralità di forme d’arte, dall’altro come a una cassa di risonanza che può amplificare la loro voce e destare l’attenzione e la curiosità del pubblico. Le sezioni interne nel tempo si sono moltiplicate per far fronte alle più svariate necessità. In questi anni per esempio sono nate le sezioni dedicate al design, al fashion design o all’artigianato autoprodotto e una sezione dedicata esclusivamente alla fotografia. Ci sono poi i progetti espositivi realizzati dai nostri giovani curatori del corso NICE e le personali dei premiati delle scorse edizioni, Juan Eugenio Ochoa e Alice Padovani (Paratissima Talent Prize Torino 64

2017 e Bologna 2018). Inoltre, ci sono i progetti speciali esterni, come quello che vede la partecipazione dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino o il progetto espositivo The Bloody Blast Show ospitato nell’ex cappella della caserma che include artisti emergenti e artisti internazionali come Carsten Höller, Sergio Garcia e Greg Bogin. Tutto questo accomunato da un unico tema: Feeling Different. Oltre all’attenzione che rivolgete da sempre agli artisti emergenti, da qualche anno avete inserito una sezione dedicata alle gallerie e all’artigianato e contemporaneamente vi state misurando nel campo della formazione. Che riscontri avete avuto dall’interazione di questi diversi ambiti? Effettivamente per vocazione non vediamo limiti alla creatività, così come non amiamo i


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vincoli o le definizioni troppo strette: siamo a tutti gli effetti una realtà inclusiva e meticcia. Le gallerie d’arte hanno sempre preso parte a Paratissima, anche se non è mai stata una presenza numericamente significativa fino a sette anni fa quando il numero è aumentato facendo emergere l’esigenza di collocarle in un luogo apposito. Uno sviluppo analogo ci ha spinto a dedicare più spazio alle forme d’arte e creatività legate al design, al fashion e alle nuove forme di artigianato. In questo senso la sede della Caserma La Marmora con le sue otto palazzine ha aiutato a tematizzare i diversi edifici abbinandoli alle varie sezioni, facilitando anche la fruizione da parte dei visitatori. Parallelamente sviluppiamo da cinque anni un progetto formativo, il corso per Curatori NICE, di cui sono molto orgo-

gliosa. Gli esiti del corso – 6 mostre curate – vengono presentati durante l’evento stesso. Tutti questi aspetti sono fortemente interconnessi e ci hanno portato a confrontarci con realtà molto differenti, spesso sviluppando con loro lunghe collaborazioni. Lo stesso corso NICE ci ha permesso di implementare lo staff, integrando valide persone che hanno saputo comprendere la natura dell’evento e apportare nuova linfa al team originario. I desideri e gli obiettivi da raggiungere sono ancora molti, per esempio progettiamo di uscire dai confini nazionali portando Paratissima in Europa, com’è accaduto per le tappe di Milano e Bologna. In primo luogo però sogniamo di riuscire a strutturare meglio le proposte formative, dedicandoci soprattutto agli artisti e pensando a un nuovo modello di Accademia con un tipo di formazione più contemporanea e aderente alle necessità professionali di oggi.

PARATISSIMA ART FAIR. FEELING DIFFERENT 31 ottobre – 4 novembre 2018 Ex Caserma La Marmora Via Asti 22, Torino Orari: mercoledì 31 ottobre, 18-24 giovedì 1 novembre, 10.30-22.00 venerdì 2 e sabato 3 novembre, 10.30-24.00 domenica 4 novembre, 10.30-22.00 Biglietti: ingresso giornaliero 5 Euro; abbonamento 5 giorno 10 Euro; ingresso gratuito minori 14 anni Info: +39 011 2073075 info@paratissima.it www.paratissima.it Paratissima Talent Prize Torino 2017 - Juan Eugenio Ochoa, Iconica analitica, 2018 65


SPECIALE TORINO

NESXT FESTIVAL III EDIZIONE. IL FUTURO È INDIPENDENTE TORINO | DOCKS DORA | 30 OTTOBRE – 4 NOVEMBRE 2018 Olg

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Intervista ad OLGA GAMBARI di Irene Biolchini

NESXT Festival è alla sua terza edizione. Ideato e prodotto dall’Associazione ArteSera e a cura di Olga Gambari e Annalisa Russo, NESXT non è la risposta indipendente ad una fiera, quanto uno spazio fisico nel quale poter incontrare e mettere in pratica forme di progettualità indipendenti. Ma indipendenti da chi e da cosa? Nel corso dell’intervista con Olga Gambari si è cercato di fare il punto, di capire le ragioni di questo festival e di spiegare perché sia un incontro necessario per capire come poter costruire un nuovo modo di fare arte. Le descrizioni dei progetti selezionati fanno emergere in maniera chiara come la open call sia uno strumento frequentemente utilizzato nelle loro pratiche. In maniera interessante NESXT si è strutturato proprio grazie ad una open call. Come 66

leggi questa continuità tra la pratica di selezione adottata e la progettualità di questi spazi indipendenti? È secondo te un sintomo di una certa democratizzazione e apertura del processo di selezione? Seguire le open call e non solo inviti diretti o conoscenze personali significa guardare al mondo come un luogo da esplorare, predisposto allo scambio e al contatto, un concetto di società aperto ed evoluto, sicuramente impostato democraticamente. I nove progetti esposti sono tutti caratterizzati da un coinvolgimento del “pubblico” in maniere più o meno partecipate. Come spieghi questo desiderio, così diffuso, di ritornare al contatto diretto con le persone, anche in maniera non critica, ma anzi quasi con un legame immediato, esperienziale?


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Docks Dora, Torino

I nostri criteri di selezione richiedevano proprio spazi nelle cui progettualità ci fossero questi valori: la processualità come momento fondamentale di elaborazione concettuale e di coinvolgimento di altri soggetti oltre che del territorio, la condivisione, l’arte come luogo di incontro e sviluppo, formazione, scambio collettivo, per raggiungere il risultato finale di una produzione artistica e culturale. Questi sono requisiti fondamentali che connotano da sempre le vere pratiche indipendenti, al di là di mode ed etichette che ne adottano solo il nome ma nessun tipo di valori e ideali. Tenendo conto dell’aggiornamento e dell’evoluzione legata al mutamento storico, nel Novecento, e ancora prima, questi sono sempre stati requisiti e caratteristiche comuni, pur nell’eterogeneità e pluralità di forme e dinamiche delle pratiche indipendenti e autonome.

Nell’edizione speciale di Garibaldi – uscito in occasione di Nexst, e che vede gli interventi di Lorenzo Balbi, Serena Carbone, Olga Gambari, Pietro Gaglianò e Alessandra Pioselli – la giuria di selezione ha creato un proprio ‘glossario’ dell’indipendenza. Leggendo gli interventi emerge chiaramente come l’approccio orizzontale ed un sistematico rifiuto del mercato siano punti fondamentali su cui costruire la propria autonomia. Sembra che le cose siano molto cambiate rispetto a quasi 40 anni fa in cui Bonito Oliva (presentando la Transavanguardia) scriveva: ‘La novità nasce sempre da una richiesta del mercato che ha bisogno della stessa merce, ma trasformata nella forma’. O forse non siamo poi così lontani dato che quel mercato di cui parlava Oliva si è di molto trasformato… Non è esattamente così. Respingere la pos67


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Farmacia Wurmkos, Mauro Panzeri, Fata Morgana, 2015, Installazione, Farmacia Wurmkos, Sesto San Giovanni (MI)

sibilità di sussistenza e il valore di libertà che il mercato\denaro, gestito e utilizzato come mezzo e non come fine, può portare, sarebbe una rigidità ideologica e un dogmatismo slegati dal legame tra arte e vita. Si deve sviluppare una costante analisi critica e mantenere una consapevolezza data anche dal vivere in una comunità di persone che si confrontano, che condividono saperi ed esperienze mettendo al primo posto valori opposti alla società che invece il sistema mercato ha plasmato a suo uso e consumo. Dopo la caduta del muro di Berlino il mercato è stato vissuto da molti paesi sottoposti a forme di potere politico centralizzato come una forma di libertà. L’indipendenza era garantita dalla possibilità di lavorare fuori da fondi statali. Ad oggi sembra esserci un’inversione, nel senso che molti 68

spazi prediligono la compartecipazione a bandi pubblici (ed europei) al mercato. Cosa ha favorito il salto a tuo avviso? Credi che la cooperazione necessaria nella pratica dei fondi europei, ad esempio, fornisca gli strumenti per difendersi da forme di interferenze esterne sviluppando una pratica più libera? Ogni discorso va contestualizzato nel contingente specifico e spesso questo tipo di approccio ha caratteristiche generiche e qualunquiste. Non sono meglio i soldi pubblici o privati a priori. Dipende da chi è il privato, da quale è l’obbiettivo del pubblico, per esempio. Certo non si possono prendere fondi da aziende eticamente scorrette o che interferiscano con la libertà e autonomia di pensiero e azione dei progetti. Ma pensate al valore di un’azienda che decide di investire e supportare progetti artistici e culturali come


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per esempio quelli degli spazi indipendenti, o dell’arte partecipativa e pubblica. C’è un enorme potenziale di modello, di sviluppo, di evoluzione sociale in questo, che non si può respingere in blocco.

NESXT INDIPENDENT ART FESTIVAL

III edizione

30 ottobre – 4 novembre 2018 Realtà indipendenti selezionate tramite call: Borderlight (Milano), Cantieri d’arte (Viterbo), Farmacia Wurmkos (Sesto San Giovanni- Milano), FatStudio (San Lazzaro -Bologna), Lottozero (Prato), MUCHO MAS! (Torino), Novella Guerra (Imola), Porto dell’Arte (Bologna), VILLAM (Roma). Programma di incontri, talk ed eventi: Il Cerchio e le Gocce e Laboratorio Koiné + Arteco, hub dedicati rispettivamente alla parola e alla musica. Novella Guerra (ospitato da Studio65), attiverà un ciclo continuo di incontri, talk e workshop. Come Together realizzato da Marseille Expos e NESXT in collaborazione con le città di Torino e Marsiglia (2 novembre). FatStudio (ospitato da Superbudda) presenterà un programma di live e spettacoli per tutta la settimana del festival. Si continua in città con Autofocus#10 – VANNI, Barriera, Comodo 64 + Minimum Studio (Palermo), Fusion Art Gallery, Galleria Cristiani, Galleria Moitre, Galo Art Gallery, Idem Studio, Isole Studio, Jest, Kspaces, Studio Nucleo, Quasi Quadro, viadellaFucina16 Condominio-Museo, Davide Paludetto, Phos, Spazio Ferramenta + Fondazione Malutta, Studio Bild, Via Pisa 53 e Teatro Espace. Docks Dora via Valprato 68, Torino Orari: martedì 30 ottobre OPENING mercoledì 31 ottobre: 16.00 – 19.30 giovedì 1 novembre, venerdì 2 e sabato 3: 16.00 - 24.00 domenica 4 novembre: 12.00 - 20.00 Ingresso gratuito Info: www.nesxt.org

Dall’alto: Cantieri d’Arte, Anna Raimondo, Come un mare fuor d’acqua #3, courtesy Cantieri d’Arte, foto: Chiara Ernandes Lottozero, Luca Vanello, Generous Images Unable to Reach, work in progress (stracciatura), 2017 Collettivo Bordelight, “PaesaggioM6” stampa della serie “Visione Periferica” di Emilia Castioni 69


SPECIALE TORINO

A TORINO CON FLAT I LIBRI E L’EDITORIA SONO ARTE TORINO | LA CENTRALE, NUVOLA LAVAZZA | 2-4 NOVEMBRE 2018

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Intervista a CHIARA CAROPPO, BEATRICE MERZ e MARIO PETRICCIONE di Matteo Galbiati

Seconda edizione per FLAT. Fiera Libro Arte Torino che, forte del successo registrato lo scorso anno, nella nuova sede de La Centrale, Nuvola Lavazza, riporta, durante l’art week torinese, attenzione sull’universo del libro d’arte, del libro d’artista e dell’editoria specializzata e di settore. In attesa di visitare gli stand degli espositori presenti abbiamo intervistato i fondatori di FLAT, Chiara Caroppo, Beatrice Merz e Mario Petriccione che, parlandoci di questa fiera, ci ha introdotto ai suoi contenuti, ai progetti in corso e alle anticipazioni previsti per la nuova edizione di questa manifestazione di indiscusso successo: Come nasce il progetto di FLAT? Il progetto è nato osservando la crescita e il successo di eventi come le Art Book Fair di 70

New York e Los Angeles, di Londra, Parigi e Berlino, testimoni della vitalità di un ambito di ricerca che negli ultimi anni ha registrato anche in Italia un interesse sempre più forte da parte di artisti, collezionisti, studiosi, appassionati. Pensiamo che FLAT possa essere l’elemento che completa e arricchisce il sistema di Istituzioni, musei e gallerie che fa di Torino un laboratorio dell’arte contemporanea. In questa avventura siamo stati affiancati fin dall’inizio da Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT e da Lavazza, due partner importanti con cui abbiamo potuto sviluppare la fiera attraverso un dialogo costante e proficuo. A quale pubblico si rivolge una fiera così settoriale? Quali presenze registrate?


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Dieter Roth, Diary pages, 1967 © Dieter Roth Estate. Courtesy: Hauser & Wirth. Foto: Michael Pfisterer

Siamo stati molto felici del numero di visitatori dello scorso anno, avendo registrato più di 3000 presenze in 3 giorni. In realtà una fiera del libro d’arte e del libro d’artista è meno settoriale di quanto si possa pensare. Certamente ci sono gli appassionati, i collezionisti, i curatori e i direttori di musei, ma abbiamo avuto una risposta molto interessante anche da parte di un pubblico che si è avvicinato per la prima volta al libro come medium artistico, rimanendone impressionato. Il programma della mostra è ricco e articolato, su cosa puntate? FLAT si basa su tre punti fermi che, edizione dopo edizione, cerchiamo di migliorare e di rafforzare: da un lato ci sono gli espositori, quindi la fiera vera e propria, che raccoglie

il meglio della produzione internazionale di libri d’arte e libri d’artista; poi c’è la mostra Dieter Roth. Le Pagine, a cura di Elena Volpato, che continua il ciclo inaugurato lo scorso anno con Ettore Sottsass. Le Pagine e darà una visione di insieme di tutta la produzione libraria del grande artista tedesco, figura primaria nella storia del libro d’artista e fra le più influenti dell’arte visiva degli ultimi decenni del Novecento. Infine, il programma di incontri, curato da Francesca Valentini, con 30 ospiti internazionali protagonisti della ricerca e del dibattito sui temi dell’editoria d’arte. Chi sono in prevalenza i vostri espositori, dal momento che non ci sono solo gallerie d’arte? Che ruolo riveste il comitato scientifico? 71


SPECIALE TORINO

FLAT – Fiera Libro Arte Torino, la nuova sede (interno): La Centrale, Nuvola Lavazza. Foto: Andrea Martiradonna

Lo scopo di FLAT è quello di portare a Torino, nella settimana dell’arte contemporanea, il meglio della produzione editoriale dedicata al libro d’arte e al libro d’artista, settore estremamente vivace che vede protagonisti grandi editori, piccole realtà indipendenti, studi bibliografici, musei e gallerie con una propria attività editoriale. Sono loro gli interlocutori a cui FLAT si rivolge, così da offrire ai visitatori un ampio spettro di proposte. Il comitato scientifico è composto da Liliana Dematteis, curatrice di libri d’artista e collezionista, Richard Flood, Director of Special Projects and Curator At Large del New Museum a New York; David Senior, Head of Library and Archives al San Francisco Museum of Modern Art; Ken Soehner, Chief Librarian alla Watson Library, The Metropolitan Museum of Art, New York e dall’artista Lawrence Weiner. Con loro se72

lezioniamo gli espositori in modo che FLAT possa garantire un livello alto di offerta e, allo stesso tempo, possa rappresentare le diverse anime dell’editoria d’arte. Il comitato scientifico, insieme ai rappresentanti della Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, compone la giuria del premio FLAT – Fondazione Arte CRT che ogni anno sceglie un progetto editoriale proposto da un espositore e ne sostiene la produzione. Quest’anno, infatti, presenteremo il progetto Form your Character! di Hammann von Mier, vincitore dell’edizione 2017. Quali sono i cambiamenti sostanziali rispetto alla prima edizione dello scorso anno? Lo schema di FLAT è rimasto lo stesso – la fiera, la mostra, le conversazioni – ma il


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FLAT. FIERA LIBRO ARTE TORINO 2-4 novembre 2018 La Centrale, Nuvola Lavazza via Ancona 11 A, Torino Orari: 2-4 novembre 11.00-19.00; 3 novembre 11.00-22.00; ultimo ingresso 2-4 novembre 18.45; 3 novembre 21.45; la biglietteria (via Ancona 11/a) seguirà gli stessi orari di apertura della fiera Dieter Roth, Diaries © Dieter Roth Estate. Courtesy: Hauser & Wirth. Foto: Stefan Altenburger Photography, Zürich

cambiamento di sede è sicuramente un cambiamento sostanziale. Per la seconda edizione siamo ospitati all’interno dello spazio La Centrale, parte del nuovo complesso Nuvola Lavazza, progettato da Cino Zucchi. La seconda edizione di FLAT è per noi un’edizione di consolidamento rispetto alla prima e crediamo che la formula sia vincente. Novità di quest’edizione, infatti, è la sede: La Centrale, Nuvola Lavazza. Cosa permette questa location? Innanzitutto ci permette di lavorare diversamente sull’allestimento, sia della fiera che della mostra. La sfida di quest’anno è stata quella di rafforzare il carattere di FLAT, lavorando sullo spazio in modo da valorizzare al meglio le proposte degli editori e riproporre al pubblico lo stesso tipo di esperienza che ha caratterizzato il debutto dello scorso anno. Inoltre siamo felici di spostarci in una zona della città che negli ultimi anni, anche durante la settimana dell’arte contemporanea, ha acquisito una sua vitalità ed è ormai parte integrante del circuito dell’arte torinese. Quale dialogo/rapporto avete con Artissima?

Ingresso unico per i tre giorni €5.00 Info: www.flatartbookfair.com

Tra le due fiere c’è un’ottima relazione e stiamo proficuamente collaborando per progettare azioni condivise che arricchiscano l’esperienza di partecipazione da parte del pubblico. Progetti e idee per il futuro? Far crescere FLAT, non solo perché vogliamo che sia un punto di riferimento importante, ma anche perché crediamo fermamente nei progetti artistici che coinvolgono l’editoria e siamo oltremodo convinti che ci sia spazio per sostenerli sia culturalmente che commercialmente.

FLAT – Fiera Libro Arte Torino, programma incontri 2017: IRMA BOOM/K di Irma Boom. Foto: Andrea Guermani 73


via della Conciliazione, 4 - 00193 Roma www.visionarea.org - info@visionarea.org

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ARTE & IMPRESA A TORINO 2018

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La voce di chi investe nell’arte a cura di Jacopo Fanciulli

Il mondo dell’arte contemporanea e quello dell’imprenditoria sono sempre stati fortemente legati ed anche durante questa “Settimana dell’Arte Contemporanea” di Torino 2018 sono molte le collaborazioni tra aziende ed i grandi eventi. Sponsorizzazioni, partnership, assegnazioni di premi speciali sono solo alcuni dei modelli di interazione tra le imprese e gli eventi torinesi. Ma quali sono i motivi che spingono un’azienda a finanziare il mondo dell’arte contemporanea? Ci sono alla base delle filosofie aziendali particolari? In che modo le imprese investono sugli eventi e perché? Abbiamo fatto queste domande ad alcune delle aziende che hanno deciso di investire nei principali eventi della art week torinese, in particolare Artissima, The Others, Flashback, Paratissima e FLAT... 75


SPECIALE TORINO

/ UniCredit /

unione positiva tra cultura, solidarietà e business «UniCredit promuove la diffusione della cultura come motore di sviluppo sociale ed economico sostenibile e strumento per l’apertura al dialogo, per la produzione e circolazione di idee e innovazione. Il Gruppo si impegna attivamente nell’ideazione e produzione di progetti volti ad avvicinare la cultura ad un pubblico vasto e a promuovere l’educazione delle generazioni più giovani». Ci dicono dalla Sede Centrale del gruppo UniCredit. «Iniziative di valore, attraverso le quali UniCredit e i suoi Partner realizzano l’unione positiva tra cultura, solidarietà e business. Il Gruppo collabora con Musei e Centri Espositivi per la realizzazione di progetti culturali di rilievo. UniCredit è Main Partner di Artissima 2018, partnership che va avanti dal 2003, confermando così il proprio impegno a favore dell’arte contemporanea, sostenendo una tra le più vitali e interessanti kermesse nella scena italiana e non solo, capace di catalizzare un gran numero di persone tra collezionisti e semplici visitatori. Grazie alla collaborazione di Artissima, UniCredit offrirà, anche per questa edizione, servizi specializzati e gratuiti di Art Advisory e di consulenza tecnica legale e fiscale, nonché indicazioni 76

sui finanziamenti per i collezionisti e per gli appassionati d’arte grazie alla presenza di esperti dedicati. I professionisti di UniCredit durante la fiera sono a disposizione di tutti i visitatori per offrire loro una consulenza artistico-patrimoniale, in modo sempre più personalizzato, proponendo anche soluzioni complete e innovative di asset management per la gestione del patrimonio, facilitando così l’accesso al collezionismo. Dal 2 al 4 novembre, i consulenti della Banca accoglieranno il pubblico nello spazio UniCredit al piano terra dell’Oval – Lingotto Fiere per offrire a tutti l’opportunità di una consulenza ad hoc in base alle specifiche esigenze. In linea col tema di fondo di Artissima 2018, il tempo, inteso come flusso dinamico in continua evoluzione, verranno esposte nello spazio UniCredit all’Oval opere di artisti contemporanei presenti nella nostra Collezione d’Arte come Emanuele Becheri, Alexander Brodsky, Ludovica Carbotta, Alice Cattaneo, Claudia Rossini e Antonella Zazzera, che hanno tradotto nei loro lavori questa visione del tempo sotto forma di traccia, conservandone però inalterata la dimensione artistica sospesa tra arte e musica, arte e natura, arte e percezione della realtà».


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/ Fondazione CRT / l’arte come motore dell’intero sistema «La Fondazione CRT, sin dalla sua nascita nel 1991, ha destinato all’arte e alla cultura mezzo miliardo di euro; in particolare, ha costituito nel 2000 la Fondazione per l’Arte Moderna e Contemporanea CRT, ente strumentale con il compito di gestire e arricchire una delle più importanti collezioni private di arte contemporanea in Italia. In diciassette anni la Fondazione ha acquisito oltre 800 opere, per un investimento complessivo superiore ai 38 milioni di euro. Racconta il Presidente Fulvio Gianaria, rispondendo alle nostre domande. Oggi la Fondazione per l’Arte è uno degli attori principali del sistema dell’arte piemontese, sostenendo economicamente e culturalmente numerose iniziative, prima tra tutte la Fiera Internazionale di Artissima. Artissima è un motore indispensabile per l’intero sistema dell’arte piemontese, sia in termini di attrattività turistica, che di ricadute economiche, che di produzione culturale, ragion per cui va sostenuta e aiutata nel mantenere la sua specificità; per la Fondazione rappresenta anche un importante appuntamento per arricchire la Collezione della Fondazione attraverso l’acquisto di nuove opere, destinate al Castello di Rivoli e alla GAM di Torino. Nell’ambito di Artissima la Fondazione

sostiene OGR Award, un premio che consiste nell’acquisizione di un’opera da parte della Fondazione ma destinata agli spazi delle OGR – Officine Grandi Riparazioni di Torino. Riconoscendo l’importanza dei premi all’interno delle fiere, la Fondazione sostiene anche la seconda edizione del Premio FLAT, con la premiazione del miglior progetto editoriale di FLAT - Fiera Libro d’Arte a Torino. Da anni, infine, la Fondazione promuove alcune iniziative di educazione, formazione e comunicazione rivolte al pubblico: lo storico progetto ZonArte, cui dal 2018 si affiancano i progetti formativi OGR Public Program e OGR YOU, oltre al programma divulgativo e promozionale della Città di Torino Contemporary Art Torino - Piemonte».

In alto: Fulvio Gianaria, Presidente Fondazione Arte Moderna E Contemporanea CRT

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/ illycaffè /

l’arte nel DNA dell’azienda Anche illycaffè partecipa ad Artissima 2018 con l’assegnazione di un premo: «illycaffè riconferma il suo impegno a sostegno dei giovani talenti partecipando anche quest’anno alla nuova edizione di Artissima, la rinomata fiera d’arte contemporanea in programma a Torino dal 2 al 4 novembre», racconta Carlo Bach, direttore artistico di illycaffè. «Per celebrare il diciottesimo anno del Premio illy Present Future, Artissima e illycaffè hanno realizzato un video che ne racconta le tappe attraverso gli artisti premiati dal 2001 al 2017. Il video sarà visionabile ad Artissima e in occasione della prossima Biennale di Venezia. Grazie al nostro impegno, il Premio illy Present Future in questi diciotto anni ha offerto un importante contributo per l’affermazione di talenti emergenti e anche quest’anno conferma il ruolo innovatore di Artissima nel sostegno di artisti internazionali. Il premio, che dal 2012 offre al vincitore l’eccezionale opportunità di esibire le proprie opere negli spazi del Museo d’Arte Contemporanea del Castello di Rivoli, rappresenta la volontà dell’azienda di supportare la comunità artistica e i giovani talenti nel loro percorso di crescita. Per noi non si tratta di una semplice presenza in musei e luoghi d’arte, ma di una affinità reale, basata sul DNA dell’azienda che si propone come 78

vera e propria operatrice culturale: dalle illy Art Collection alle numerose attività promosse e realizzate nel mondo delle arti visive. Contribuiamo attivamente alla valorizzazione e promozione dell’arte contemporanea, lavorando fianco a fianco con artisti affermati ed emergenti, creando eventi come Galleria illy, sostenendo grandi manifestazioni internazionali come la Biennale di Venezia, e le più importanti fiere d’arte, come Artissima e ARCO Madrid, e offrendo visibilità agli artisti dei Paesi emergenti con illy sustainArt».

In alto: Carlo Bach, direttore artistico di illycaffè


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/ Campari /

un’alleanza con l’arte del proprio tempo Paolo Cavallo, direttore di Galleria Campari, ci ha parlato del Campari Art Prize. «Esiste una secolare tradizione di alleanza tra Campari e l’arte del proprio tempo. Già alla fine dell’Ottocento l’azienda, muovendo i primi passi in ambito pubblicitario, si affida ad artisti dallo stile elegante e incisivo per promuovere le proprietà e le virtù dei suoi prodotti. Con l’intuizione di Davide Campari (figlio del fondatore Gaspare), uomo di marketing ante litteram, l’arte spinse l’azienda ad aprirsi ai più nuovi e inediti linguaggi di comunicazione. Davide, definito da Fortunato Depero “esempio audace di industriale amico degli artisti”, capì l’importanza della comunicazione pubblicitaria per il successo di un prodotto e per la sua diffusione. Affida quindi le campagne ad alcuni fra i più grandi artisti del tempo, riconoscendo l’arte come linguaggio universale. La collaborazione con Artissima consolida lo storico rapporto tra Campari e il mondo dell’arte contemporanea. Il brand ha sempre considerato l’arte come mezzo principale per comunicare i suoi valori, attraverso il linguaggio, lo stile e la creatività di giovani artisti. La sua identità e storia, l’attenzione alla ricerca, la forte direzione artistica e la dimensione curatoriale, il ta-

lentscouting, la profonda conoscenza dell’evoluzione del mondo dell’arte e la capacità organizzativa, rendono Artissima un partner ideale per l’ideazione di nuovi progetti artistici di GC (nuovo nome di Galleria Campari, ndr) orientati allo storytelling. GC, con il Campari Art Prize e la partnership triennale con Artissima, conferma la sua vocazione di laboratorio di ricerca e produzione culturale tramite una programmazione articolata, dinamica e trasversale tesa alla valorizzazione del proprio patrimonio costruito attraverso la collaborazione tra il brand e gli artisti contemporanei: il Premio è dedicato a un artista under 35, selezionato in base alla sua ricerca, al potere evocativo del racconto, alla dimensione comunicativa e alla capacità narrativa dell’opera». [Tratto dall’intervista a Paolo Cavallo, direttore di Galleria Campari, di Matteo Galbiati, Campari: quando l’arte è nel cuore dell’azienda, Espoarte 103, pp 122-127] In alto: Paolo Cavallo, direttore di Galleria Campari

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/ Irinox /

reinventare conservando «L’arte è per natura esplorativa, rompe paradigmi, sperimenta, sorprende, è pensiero che si materializza», ci racconta Katia Da Ros, Vicepresidente e AD di Irinox SpA. «C’è un parallelo tra quello che produce un artista e quello che produce una impresa. Si tratta di pensiero elaborato, che attraverso esperienza e sperimentazione produce un oggetto tangibile, fruito da altri. Tutte le imprese sono di per sé anche un po’ “artisti” perché producono qualcosa di nuovo, o se già conosciuto, qualcosa di fatto in maniera diversa, con un pensiero che è creativo. L’incontro tra Irinox e l’arte è recente e nasce con il Premio REFRESH, dedicato alla nuova sezione Disegni di Artissima; il pay off del premio è “reinventare conservando”, che è esattamente quello che fanno gli artisti della sezione e quello che fa Irinox con i suoi abbattitori rapidi di temperatura, oggetti tecnologici innovativi, che reinventano il modo di conservare e prolungare la freschezza degli alimenti cotti e crudi. Irinox non solo va all’arte, ma l’arte va all’Irinox: è di quest’anno l’acquisto di due opere – La tavola dei sentimenti di David Reimondo e Surrounding filters di Shigeru Saito – esposte negli spazi della azienda trevigiana».

In alto: Katia Da Ros, Vicepresidente e AD di Irinox SpA

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/ Compagnia di San Paolo /

l’arte come attivatore di processi innovativi La Dottoressa Francesca Gambetta, dell’Area Innovazione Culturale della Compagnia di San Paolo, ci ha raccontato del costante impegno a favore dell’arte. «Da sempre impegnata nell’arte contemporanea e attenta alle evoluzioni e alle nuove tendenze del panorama culturale, la Compagnia di San Paolo, con l’area Innovazione Culturale, si pone oggi come interlocutore per progetti e soggetti attivi in campo culturale che presentino elementi innovativi. Tale impegno ha visto evolvere il ruolo della Fondazione da sostenitore delle istituzioni museali e degli eventi culturali del territorio a interlocutore e attivatore di processi innovativi per l’intero sistema dell’arte contemporanea torinese, sollecitando e sostenendo progetti nei diversi linguaggi dell’avanguardia espressiva, in una dimensione che si apra a nuove ricerche nel contemporaneo, nuovi modelli di gestione e nuovi attori. In questa prospettiva, anche quest’anno la Compagnia di San Paolo rinnova il proprio impegno a favore degli

eventi dedicati alla cultura contemporanea che si svolgono a Torino nella prima settimana di novembre e che concorrono a qualificare il panorama e l’offerta culturale dell’autunno in città. In linea con la volontà di favorire l’emergere di nuove tendenze e ricerche creative che siano espressione di innovazione, anche quest’anno torna il sostegno a favore di The Others Art Fair, la principale fiera italiana dedicata all’arte emergente internazionale, nata per valorizzare le nuove energie creative».

In alto: Francesca Gambetta, dell’Area Innovazione Culturale della Compagnia di San Paolo

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/ Azimut Capital Management / sostenere i nuovi talenti tra arte e impresa Silvano Bramati, Co-Direttore commerciale di Azimut Capital Management, dichiara: «L’idea di partnership con Paratissima è nata dalla volontà di trovare una sintesi tra il percorso di cui Azimut da anni si è fatto promotore per favorire la crescita e il successo dei giovani talenti, realizzato anche attraverso il progetto Millennials dedicato ai consulenti finanziari sotto i 35 anni di età, alle iniziative realizzate da Paratissima per favorire la massima visibilità dei migliori giovani artisti contemporanei. Ci accomuna il voler scoprire, lanciare e far crescere talenti nella consapevolezza che sono le nuove generazioni ad avere in mano le basi del futuro di Azimut, dell’arte e di ogni aspetto della società italiana. Da qui la scelta di dedicare un premio economico all’autore che esprime maggiore potenziale artistico, il quale avrà la possibilità di esporre le proprie opere presso uno dei nostri uffici di Torino. L’opera vincitrice del Premio Azimut Capital Management sarà 82

scelta tra tutte quelle esposte alla Caserma La Marmora dal 31 ottobre al 4 novembre, durante lo svolgimento della quattordicesima edizione di Paratissima».

In alto: Silvano Bramati, Co-Direttore commerciale di Azimut Capital Management


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/ Vibel Design /

credere nelle potenzialità dell’arte Andrea Scarpellini, Artista, Designer multidisciplinare e attuale Direttore Creativo di Vibel Design, ci ha raccontato dell’impegno della sua impresa con Paratissima. «Vibel è nata nel 1979 a Torino come carpenteria metallica leggera per la produzione di componenti tecnici e meccanici. Si è affermata presto sul territorio torinese per merito delle capacità dei maestri Guglielmo Rizzolo e Danilo Merlante. Negli anni, con l’evoluzione delle tecnologie, la guida è passata al figlio di Guglielmo, Claudio Rizzolo. Grazie a lui e alla passione per le arti applicate, l’Azienda ha iniziato ad esplorare anche nuovi settori produttivi e progettuali. Sono così partite le prime collaborazioni in ambito creativo. Grazie a questa volontà di innovazione è nata Vibel Design, un compartimento aziendale dedicato, che oggi può vantare collaborazioni con affermati artisti e designer internazionali. L’Azienda, che nel 2005 è stata insignita del riconoscimento di “Piemonte Eccellenza Artigiana” è molto attiva sul territorio ed è stata tra le prime a credere nelle potenzialità di quella che oggi è una delle più importanti Fiere Artistiche Torinesi, ovvero Paratissima Art Fair. Da alcuni anni, oltre a partecipare in prima persona con mostre

ed esposizioni, ci è stato affidato il prestigioso incarico di ideare e realizzare gli esclusivi premi che alla fine di ogni edizione vengono consegnati agli artisti vincitori delle numerose categorie. Trofei che, possiamo affermare, senza falsa modestia, essere essi stessi delle vere opere d’arte, ogni anno diversi e dedicati al tema dell’edizione. Il prossimo anno, il 2019, Vibel Group compirà 40 anni e l’intento è quello di creare per l’occasione una grande mostra proprio all’interno di Paratissima con nostre nuove opere e una selezione di quelle realizzate nel corso degli ultimi anni».

In alto: Andrea Scarpellini, Artista, Designer multidisciplinare e attuale Direttore Creativo di Vibel Design

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SPECIALE TORINO

FABIO VIALE & GAGLIARDI E DOMKE GALLERY:

15 ANNI DI AMORE PER LA SCULTURA Intervista a FABIO VIALE di Matteo Galbiati

Fabio Viale. Fifteen veduta della mostra, Gagliardi e Domke Gallery, Torino 84


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SPECIALE TORINO

Fabio Viale, Ahgalla II, 2008, marmo bianco, cm 140x350x90

Tra le mostre che Torino ci offre in occasione di Artissima va segnalata la grande personale di Fabio Viale (1975) da Gagliardi e Domke Gallery non solo perché vengono raccolte le opere più significative che hanno costellato la sua carriera, ma anche per il rapporto stretto che lega l’artista al gallerista Pietro Gagliardi. Con Fifteen, infatti, si celebrano i 15 anni di collaborazione tra Viale e Gagliardi a sottolineare una storia di reciproco successo e di visioni condivise: entrambi si contraddistinguono per la forte visionarietà e per la capacità di catalizzare l’attenzione del pubblico, coinvolgendolo in un empatico interesse verso la contemporaneità dell’arte nelle sue espressioni più innovative e, al contempo, tradizionali. Un linguaggio, come la scultura, le cui origini affondano nelle prime pratiche artistiche dell’uomo, in Viale si rende attuale grazie alla capacità di trasferirvi nuove significazio86

ni rispettando la compostezza di vecchi modelli riabilitati ad un altro “oggi”: attraverso immagini conosciute, quotidiane e di illustre tradizione, l’artista spinge oltre l’iconografia iniziale caricandola e sovraesponendola al potenziale del lessico dell’attualità, con i suoi codici e le sue immagini. Nelle pieghe del marmo, dove passato e presente si confondono, il ruolo rivelatore di contenuti potenziali spetta ancora ad una meraviglia e ad uno stupore che oltrepassano simboli e certezze storicamente acquisite per incarnarsi in nuovi capolavori. In occasione di questa mostra abbiamo raccolto la testimonianza diretta di Fabio Viale. Fifteen è la mostra che celebra i 15 anni di rapporto con la galleria Gagliardi e con il fondatore Pietro Gagliardi, come ci riassumi questi anni? Quali serie di lavori hanno segnato le tappe del vostro impegno la-


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Fabio Viale, Laocoonte, 2018, marmo bianco e pigmenti, cm 198,5x134x87 87


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Fabio Viale. Fifteen, veduta della mostra, Gagliardi e Domke Gallery, Torino

vorativo e culturale? Quando ci siamo conosciuti c’era la stessa distanza d’età che c’è adesso, ma allora mi sembrava enorme. Rimasi colpito dal fatto che Pietro cercasse negli artisti una capacità di esprimersi che rendesse meno ostico al pubblico il contatto con l’arte contemporanea. Era una modalità di lavoro che avevo perseguito dall’inizio della mia carriera, quella di fare un cortocircuito fra la tecnica e, attraverso quella, la sorpresa. La sorpresa rende contemporaneo un lavoro. I lavori più significativi? La barca di marmo che galleggia (Ahagalla), gli pneumatici di marmo con anche l’inganno olfattivo (Infinito), le sculture che se non le tocchi sembrano di polistirolo (Gioconda), i tatuaggi (Kouros). Ecco, i tatuaggi sono forse la tipologia di lavoro che maggiormente parla dell’impegno lavora88

tivo. Io avevo il mio daffare a realizzarli, ma Pietro si è “sbattuto” a portarli in giro per il mondo, fino a Miami, e so che per i pochi giorni di fiera non è uno scherzo. In questi tuoi lavori recenti la presenza del tatuaggio è diventata una nota caratterizzante. Come si legge questo intervento che – soprattutto quando viene applicato a sculture che hanno tracciato una storia passata molto precisa – porta la “pelle” della scultura a definire una nuova identità del soggetto? Bisogna sempre ricordare che noi amiamo il marmo candido, ma gli autori del passato spesso ricorrevano alla pigmentazione delle sculture per esigenze narrative. Nascevano per comunicare ai potenti e alla plebe della grandezza dei potenti, dovevano essere


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Fabio Viale. Fifteen, veduta della mostra (Anchor), Gagliardi e Domke Gallery, Torino 89


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Fabio Viale, Aereo, 2015, marmo bianco, cm 75x200x95

il più vicine possibile al racconto di un film che pure non c’era. Ecco, intervenendo sul marmo con i tatuaggi penso di arricchire la capacità di narrazione delle mie sculture, senza togliere nulla al marmo che è un materiale che adoro. Quali significati nuovi, altri, si impegnano a cercare le tue sculture? Cosa vuoi che trasmettano oggi tra cultura passata e innovazione futura, tra tradizione e new media? Non voglio sentirmi impegnato a cercare significati nuovi. Sono soddisfatto se la gente si avvicina alle mie sculture in preda ad un equivoco rimanendo, così, molto tempo in contatto con esse a meditare. Rispetto poi ai miliardi di anni di esistenza dell’universo quella che viene definita cultura passata è in realtà contemporanea. All’ingresso della GAM di Torino trovi scritto: “Tutta l’arte è 90

contemporanea”. Qualche maligno potrebbe pensare che lo abbiano scritto perché di arte del nostro millennio non ce n’è, ma il concetto è giusto. Quali opere saranno presenti in mostra? Che percorso intendi proporre? Ci saranno alcune opere che il mio gallerista ha collezionato dall’inizio della nostra relazione o che ha recuperato addirittura dal mercato (Aerei, Ahagalla, Flat Line per citarne alcune), e altre che mostrano la mia produzione più recente come Laocoonte, Stargate, Door Release. Nei 700 metri quadri della galleria le proporrò miscelate fra loro, a sottolineare una trama costante nel procedere. Per la mostra è prevista anche la performance di un’icona contemporanea come Young Signorino, come si concilia con il


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tuo lavoro? Cosa voler sottolineare con questo dialogo? Riprendo alcuni pezzi di una recente intervista che dice: “Young Signorino è l’artista più discusso del momento e nessuno capisce perché. Contro di lui tuonano i benpensanti, le istituzioni, quasi tutti i media italiani e non solo, perché ormai ha valicato anche le Alpi. È un fenomeno di costume, fa parlare, arrabbiare, ingiuriare. Si è mai visto prima qualcosa del genere in Italia? Paolo Caputo, questo il suo vero nome, classe 1998, di Cesena, ha creato la personalità di Young Signorino e sostiene attraverso di essa di essere il Figlio di Satana… Anche lui diventerà Satana, crescendo, e si prepara già al peggio…” Trovo nell’agire di Paolo una capacità di provocare reazioni estreme da parte dei ben-

pensanti. E tornando al passato, che sembra accompagnarci in questa conversazione e da cui sembra nascere il mio lavoro, mi vengono in mente le streghe bruciate sul rogo dai benpensanti come anche Galileo tacciato di eresia o semplicemente Celentano che prima era un molleggiato “non sense” e in seguito è stato accreditato come guru. Chi siamo noi per giudicare? (Sento mentre la dico che non è una frase mia, ma del Pontefice). Tornando alla domanda: David era a sua volta un ribelle, la storia e il marmo ce lo hanno fatto ricordare con una retorica non indifferente. Ecco proprio questo David mi piace pensare che oggi, se fosse in vita, sarebbe anche lui un po’ Signorino. Nasce così “David Signorino” e racconta di un ribelle reincarnato in un altro ribelle. Prossimi progetti? Una mostra alla Tate Gallery di Londra, una al MOMA a New York, e poi al MAXXI di Roma, al Guggenheim di Bilbao, infine alla Biennale di Venezia. Però non ti dico quando.

FABIO VIALE. Fifteen 1 novembre 2018 – 12 gennaio 2019 Inaugurazione: sabato 3 novembre 2018 ore 20.00-24.00 performance Young Signorino ore 22.30-23.00 Gagliardi e Domke Gallery via Cervino 16, Torino Orari: aperture speciali durante Artissima da giovedì a domenica 10.00-24.00; da martedì a venerdì, 15.30 – 19.30

Fabio Viale, Door Release, 2018, marmo bianco, cm 198x100x55

Info: +39 340 1162988 info@gagliardiedomke.com www.gagliardiedomke.com

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SPECIALE TORINO

/ AGENDA /

TORINO

& dintorni a cura di Elena Borneto

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Cosa vedere in cittĂ durante la Contemporary Art Week...

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SPECIALE TORINO

Castello di Rivoli Piazza Mafalda di Savoia, Rivoli (TO) www.castellodirivoli.org

HITO STEYERL. THE CITY OF BROKEN WINDOWS / LA CITTÀ DELLE FINESTRE ROTTE a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marianna Vecellio 1 novembre 2018 – 30 giugno 2019 Inaugurazione: 31 ottobre 2018, ore 19 In occasione della mostra nella Manica Lunga del Castello di Rivoli, Steyerl crea una nuova installazione multimediale basata sul suono, sul video e sull’intervento architettonico. Steyerl presenta in anteprima The City of Broken Windows (La città delle finestre rotte, 2018), nata dalla sua ricerca attorno alle industrie di AI (artificial intelligence), sulle tecnologie di sorveglianza e attorno al ruolo che i musei d’arte contemporanea svolgono nella società oggi. L’artista indaga il modo in cui l’intelligenza artificiale influenza il nostro ambiente urbano e come possano emergere atti pittorici alternativi in spazi pubblici. Schermi, finestre, cristalli liquidi e non liquidi si legano tutti insieme in questa nuova installazione. CALLY SPOONER. EVERYTHING MIGHT SPILL Premio illy Present Future 2017 a cura di Marianna Vecellio 3 novembre 2018 – 6 gennaio 2019 Inaugurazione: 2 novembre 2018, ore 11 La vincitrice del Premio illy Present Future 2017 Cally Spooner presenta Everything Might Spill (Tutto potrebbe rovesciarsi) nella sala progetto della Manica Lunga. In Everything Might Spill, 2018, un disegno a parete che reca l’immagine ingigantita di un organo umano è messo in relazione a una fontana dalla quale sgorga un liquido dichia94

ratamente tossico. L’installazione può essere interpretata come un’inquietante riflessione sulla condizione umana, soggetta a una crescente ed ossessiva dipendenza dalla tecnologia, al punto di avviarsi verso mutazioni incontrollabili e non reversibili.

Dall’alto: Hito Steyerl, Hell Yeah We Fuck Die, 2016, videoinstallazione, ambiente; video HD a tre canali, 4 minuti, 35 secondi Courtesy: l’artista e Andrew Kreps Gallery, New York Cally Spooner, Murderous public drinking fountain (disegno), 2018 Courtesy: l’artista


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NALINI MALANI. LA RIVOLTA DEI MORTI. RETROSPETTIVA 1969-2018. PARTE II A cura di Marcella Beccaria In collaborazione con il Centre Pompidou, Parigi fino al 6 gennaio 2019

NALINI MALANI. LO STATO LIQUIDO DEL TEMPO E DELLA VIOLENZA di MICHELE BRAMANTE Dopo la mostra al Centre Pompidou, l’artista indiana Nalini Malani approda al Castello di Rivoli con una retrospettiva che ne illustra il percorso iniziato da quasi cinquant’anni. Tra i primi artisti in India ad esplorare i linguaggi contemporanei, Malani innesta sugli esordi

modernisti critica sociale e riflessione postcolonialista, cronaca contemporanea e spiritualità, per scoprire una costante sotterranea nella violenza. Con le sue opere, Malani avvolge il pubblico nell’esperienza di una piena immersione, resa intensa a partire dalla sensorialità eccitata ed assorbente dei colori, molto spesso primari e rivelatori di una premeditazione pittorica. Una padronanza che subito si dissolve nella loro espansione liquida e spontanea. L’artista parla di empatia, ma quello che sorprende i sensi è piuttosto una fusione nei passaggi di continuità tra gli scivolamenti delle immagini e la loro percezione, diluiti nella stessa atmosfera in cui si trovano sospese le installazioni ambientali e le mescolanze della pittura. È più facile sentirle scorrere sulla lingua, o patire la tentazione di allungare la mano per ungerla

Nalini Malani, In Search of Vanished Blood, 2012, video installazione/gioco di ombre a 6 canali, pittura al rovescio su 5 cilindri rotanti di mylar, 4 giri/min., sonoro, dimensioni variabili. Burger Collection, Hong Kong

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SPECIALE TORINO

nei fluidi e tastare le diverse consistenze, che cercare di afferrarne le forme. Soggetto ed opera circolano uno intorno all’altro, l’uno dentro l’altro, precipitando nel centro della stessa spirale e riemergendo ai suoi bordi. Le immagini si infiammano per impregnare tutto l’occhio fino al cervello, poi si allontanano nuovamente per lasciarsi osservare; la tentazione tattile e subacquea dello spettatore si ritrae per riposare nella distanza visiva dalle raffigurazioni. Il tempo è il liquido che inonda pitture e ambienti, attraversati da suoni e immagini fluttuanti. Le sue correnti muovono in direzioni incrociate, su più livelli, in moti inclinati o ascensionali, in altre spire che rimestano di continuo interno ed esterno sull’orlo del presente. Organismi vermicolari trapassano tutta l’evoluzione terminando alle estremità con dei volti umani, vaporizzano in nuvole che trasportano visioni, uniscono entità lontane in cordoni ombelicali o cosmici. Scheletri e teschi estroflettono l’interno del corpo, la morte si sovrappone alla vita, le colonne vertebrali serpeggiano. Insieme ad essi, figure mitologiche che non appartengono a nessuna mitologia nota si combinano entro un’unica spiritualità mutante. Tra le eruzio-

Nalini Malani, Cassandra, 2009, polittico, pittura acrilica, inchiostro, smalto, pittura al rovescio su foglio di acrilico, 30 pannelli cm 45x65 ciascuno, dimensioni totali cm 225x390. Kiran Nadar Museum of Art, New Delhi

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ni cellulari, alcune icone derivate dalla storia dell’arte si compongono con scene di violenza esercitata su diverse scale e con differenti pressioni sulla psiche. L’insieme apparentemente incoerente non è l’effetto di un accostamento casuale di elementi eterogenei. C’è una densità continua che incolla le diverse formazioni, adattandosi e riplasmandosi nei movimenti delle immagini e nei loro processi di apparizione e decomposizione. La densità variabile del tempo permea le opere esposte nelle sale al ritmo alternato di movimento e quiete, tra installazioni dinamiche e pittura, wall drawings e video. Non il tempo comunemente conosciuto nella sua divisione in istanti semplici. Il suo modello si accorda, piuttosto, con quella che il filosofo Henri Bergson ha chiamato “durata”: una successione di stati di coscienza all’interno del soggetto secondo intensità e qualità indeterminate destinate a conservarsi e a compenetrarsi. Il tempo coincide, dunque, con la memoria, personale, sociale e cosmica. La violenza inizia ad uno stadio primigenio, nella tragedia delle forze che lottano per affermarsi sul piano dell’esistenza; procede nella sopraffazione particolare, nell’abuso subito dalle donne, nella minaccia dei fucili puntati su una vittima – è Bakargiev a ricordare come lei e Malani, mentre lavoravano insieme alla mostra, vennero raggiunte e turbate dalla notizia dello stupro e omicidio di un’adolescente avvenuto in India. La violenza si eleva, infine, alla sfera collettiva globalizzata, ricadendo sulla psicologia individuale costretta a registrare conflitti, perturbazioni sociali e traumi personali che Malani restituisce attraverso le deformazioni di ombre e videoproiezioni sovrapposte, sovvertendo lo spazio e straziando i corpi. L’opera di Malani è un moto continuo attraverso le linee della coscienza e del corpo,


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Nalini Malani, Angel III, 2009, tondo, pittura acrilica, inchiostro, smalto, pittura al rovescio su foglio di acrilico / tondo, cm 152,5 ø. Arario Museum, Seoul

tolti alla loro interiorità per essere esposti a una cruda visione, di cui diventa emblema la bocca spalancata ripresa da uno sguardo talmente ravvicinato che sembra voglia farsi ingoiare. Accanto ad essa scorrono immagini della storia politica indiana, il Mahatma Gandhi, una vacca sacra, altri volti anonimi sfigurati. Ripetutamente, come per un’icona pop, viene impresso ed esibito anche il cervello, organo, secondo Bergson, nel quale hanno sede i processi di reazione meccani-

ca dei ricordi, che ad un livello più profondo dipendono dalla memoria pura e spirituale della “durata” interiore. La mostra si dispiega esteriormente come un’esplorazione interna alla memoria universale del mondo, punteggiata da aree appartenenti alla dimensione più intima dell’artista. Essa si apre per ricevere in sé le diverse storie dei visitatori, dando luogo, nel contempo, a un’esperienza destinata ad aggiungersi ai loro vissuti. 97


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GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna Via Magenta, 31 www.gamtorino.it

I MACCHIAIOLI. ARTE ITALIANA VERSO LA MODERNITÀ a cura di Cristina Acidini e Virginia Bertone Coordinamento tecnico-scientifico: Silvestra Bietoletti, Francesca Petrucci 26 ottobre 2018 – 24 marzo 2019 Gli antefatti, la nascita e la stagione iniziale e più felice della pittura macchiaiola, ossia il periodo che va dalla sperimentazione degli anni Cinquanta dell’Ottocento ai capolavori degli anni Sessanta, saranno i protagonisti della mostra che per la prima volta alla GAM - Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino valorizzerà il dialogo artistico tra Toscana, Piemonte e Liguria nella ricerca sul vero. (Wunderkammer GAM) APOLLINAIRE E L’INVENZIONE “SURRÉALISTE”.

IL POETA E I SUOI AMICI NELLA PARIGI DELLE AVANGUARDIE a cura di Maria Teresa Roberto con Virginia Bertone, Franca Bruera e Marilena Pronesti 31 ottobre 2018 - 24 febbraio 2019 Organizzata in parallelo alla mostra alla Fondazione Ferrero di Alba dei capolavori dadaisti e surrealisti del Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam, l’esposizione in Wunderkammer propone un antefatto di quelle ricerche, illustrando alcuni aspetti emblematici dell’avanguardia parigina degli anni Dieci. Fulcro della mostra è la prima rappresentazione, nel 1917, de Les Mamelles de Tirésias di Apollinaire, un testo paradossalmente sospeso tra il registro tragico e quello comico e grottesco, a proposito del quale l’autore coniò l’aggettivo “surréaliste”.

Giovanni Fattori (1825 - 1908), Le macchiaiole, 1866 circa, olio su tela, cm 90x180. Courtesy: Società di Belle Arti, Viareggio. Foto: Società di Belle Arti

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Artisti ENRICO MINGUZZI PAUL DE FLERS ALESSANDRO CARDINALE GIULIANO SALE GIACOMO MODOLO TOMAS TICHY SILVIA ARGIOLAS LUCA COSER DIEGO ZANGIROLAMI MATTIA NOVELLO

Mostra in corso info@cragallery.com www.cragallery.com +39 3351227609

CHIONO REISOVA ART GALLERY via Giolitti 51 - Torino

PAUL DE FLERS Une traversée sans histoire 25 ottobre- 1 dicembre 2018


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Musei Reali di Torino

CAMERA - Centro

Sale Palatine / Galleria Sabauda Piazzetta Reale, 1 www.museireali.beniculturali.it

Via delle Rosine, 18 www.camera.to

VAN DYCK. PITTORE DI CORTE a cura di Annamaria Bava e Maria Grazia Bernardini 16 novembre 2018 – 3 marzo 2019 Voluto e amato dalle grandi corti europee cui deve la straordinaria affermazione del suo successo, Antoon van Dyck (1599-1641) è il protagonista di questa importante mostra che porta a Torino, in 4 sezioni, oltre 50 suoi capolavori. L’esposizione vuole proprio analizzare l’elaborazione pittorica e formale che ha legato la pittura del più significativo allievo di Rubens ad un esclusivo rapporto con i regnanti e i potenti europei del suo tempo.

CAMERA POP. LA FOTOGRAFIA NELLA POP ART DI WARHOL, SCHIFANO & CO a cura di Walter Guadagnini fino al 13 gennaio 2019 La mostra CAMERA POP. La fotografia nella Pop Art di Warhol, Schifano & Co ripercorre la storia della trasformazione del documento, fotografico nello specifico, in opera d’arte, giunta al culmine negli anni ’60. Fino al 13 gennaio a CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia saranno esposte oltre 120 opere tra quadri, fotografie, collages, grafiche, che illustrano la varietà e la straordinaria vivacità di questa grande vicenda.

Italiano per la Fotografia

Palazzo Madama Piazza Castello www.palazzomadamatorino.it LA SINDONE E LA SUA IMMAGINE. STORIA, ARTE E DEVOZIONE fino al 21 gennaio 2019 Il percorso espositivo ripercorre la storia della Sindone e le diverse funzioni delle immagini che l’hanno riprodotta nel corso di cinque secoli, da quando il Sacro Lino fu trasferito da Chambéry a Torino nel 1578, per volere di Emanuele Filiberto di Savoia.

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Antonino Parentani, Sindone presentata da Angeli. Foto: Giorgio Olivero


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Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

Via Modane, 16 www.fsrr.org

RACHEL ROSE. WIL-O-WISP A cura di Erica Battle 2 novembre – 3 febbraio 2018 Opening: 2 novembre 2018, ore 19 La mostra personale di Rachel Rose presenta l’anteprima europea della videoinstallazione Wil-O-Wisp, 2018, prima opera prodotta in collaborazione con il Philadelphia Museum of Art nell’ambito della Future Fields Commission in Time-Based Media, un programma di com-

mittenze pensato per sostenere la ricerca innovativa di giovani artisti internazionali. Le opere video di Rachel Rose indagano il nostro ambiente saturo di immagini e le rappresentazioni della Storia. In questo lavoro l’artista volge la sua attenzione a un momento storico tumultuoso, l’Inghilterra del tardo 1500, e la persecuzione delle donne accusate di stregoneria.

In alto: Rachel Rose, installation image from Wil-o-Wisp (Moiré Installation), 2018. Video installation with sound, double-lined mesh scrim, carpet, projection screen, and semi-transparent projection scrims. Jointly commissioned and owned by the Philadelphia Museum of Art and Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Funding is made possible for the Philadelphia Museum of Art through the Contemporary Art Revolving Fund. Image © 2018 Rachel Rose. Courtesy: Philadelphia Museum of Art, 2018. Photo: Tim Tiebout

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LYNETTE YIADOM-BOAKYE OPERE DALLA COLLEZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO 2 novembre – 3 febbraio 2018 Opening: 2 novembre 2018, ore 19 La mostra presenta una selezione di opere dalla Collezione Sandretto Re Rebaudengo. L’artista di origine ganese e nazionalità inglese, già finalista del prestigioso Turner Prize, è nota per la sua ricerca pittorica incentrata sulla rappresentazione della figura umana, in particolare personaggi fittizi, sempre di colore, attraverso i quali l’artista riflette su questioni identitarie così come sulla specificità del medium pittorico. Lynette Yiadom-Boakye, Switcher, 2013

ANDRA URSUTA. VANILLA ISIS A cura di Irene Calderoni 2 novembre – 30 marzo 2018 Opening: 2 novembre 2018, ore 19 La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo

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In basso: Andra Ursuta, Stoner, 2013, baseball pitching machine, 61x57x29,5 inches urethane rubber, concrete, cloth rocks, fence. Courtesy: Ramiken Crucible and Venus Over Manhattan Photo: Uli Holz


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presenta la mostra personale di Andra Ursuta, artista di origine romena che vive a New York. Attraverso le sue sculture ed installazioni, l’artista indaga con tetro umorismo la vulnerabilità dell’uomo nell’età contemporanea, dando spesso vita ad opere irriverenti e provocatorie. L’esposizione presenterà lavori esistenti e nuove produzioni incentrate sui temi della propaganda e del rapporto tra estremismo e cultura popolare. MONSTER CHETWYND. IL GUFO CON GLI OCCHI LASER a cura di Irene Calderoni 2 novembre - 30 marzo 2018 Opening: 2 novembre 2018, ore 19 La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta la mostra personale di Monster Chetwynd, artista britannica di base a Glasgow. Attraverso l’unione di diversi medium – tra cui performance, scultura, pittura, installazioni e

video – l’artista indaga con forza la relazione tra arte e teatro, creando opere di forte impatto culturale. La mostra in Fondazione presenterà una serie di nuove opere pittoriche in cui l’artista ripropone in forma di immagine elementi derivati da precedenti performance, e un nuovo progetto performativo che sarà presentato in occasione di Artissima.

In basso: Spartacus Chetwynd, Bat Opera, 2017, oil on paper. Courtesy: Massimo De Carlo, Milan/London/Hong Kong Photo: Alessandro Zambianchi

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MEF – Museo Ettore Fico Via Francesco Cigna, 114 www.museofico.it

100% ITALIA. CENT’ANNI DI CAPOLAVORI Biella | Vercelli | Torino Mostra ideata e coordinata da Andrea Busto a cura di Luca Beatrice, Lorenzo Canova, Claudio Cerritelli, Marco Meneguzzo, Elena Pontiggia, Luigi Sansone, Giorgio Verzotti fino al 10 febbraio 2019 Una mostra, sviluppata su più sedi, dedicata agli ultimi cento anni di arte italiana, dall’inizio del Novecento ai giorni nostri. Con un percorso storico esaustivo, il progetto è l’occasione per evidenziare il ruolo preminente dell’arte italiana, che ha saputo segnare profondamente la creatività europea e quella mondiale. Ogni anno e ogni decennio sono stati contraddistinti da forti personalità che hanno influenzato l’arte del “secolo breve” e oltre; nessuna nazione europea ha saputo infatti offrire artisti e capolavori, scuole e movimenti, manifesti e proclami artistici con la continuità dell’Italia.

Fortunato Depero, Pietre alpestri, 1934. Courtesy: MEF - Museo Ettore Fico, Torino

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Fondazione Merz via Limone, 24 www.fondazionemerz.org

PETRIT HALILAJ. SHKREPËTIMA un progetto del vincitore della 2° edizione del Mario Merz Prize a cura di Leonardo Bigazzi fino al 3 febbraio 2019 La mostra di Petrit Halilaj, vincitore per il settore arte della seconda edizione del Mario Merz Prize, rappresenta il momento culminante e conclusivo di un articolato progetto declinato in tre diverse tappe. Il primo capitolo è costituito dalla performance tenutasi il 7 luglio 2018 presso le rovine della Casa della Cultura di Runik (Kosovo). A questa è seguita la mostra allestita dal 20 luglio al 19 agosto 2018 al Zentrum Paul Klee di Berna (Svizzera),

Petrit Halilaj. Shkrepëtima, veduta della mostra, 29 ottobre 2018 - 3 febbraio 2019, Fondazione Merz. Foto: Renato Ghiazza

punto di contatto tra Shkrepëtima e la ricerca sviluppata precedentemente dall’artista con la serie di opere RU. Infine, il progetto giunge a Torino, dove saranno presentate delle installazioni monumentali che ricontestualizzano all’interno dello spazio espositivo le scenografie, i costumi e gli oggetti di scena della performance di Runik. Il progetto Shkrepëtima prosegue l’indagine dell’artista sulle radici storiche della cittadina kosovara dove è cresciuto, riflettendo sul potenziale dell’arte e sul valore della memoria. Intervenendo direttamente sulla realtà, Halilaj intende modificare i processi di costruzione della storia collettiva della sua comunità riavvicinandola alle proprie origini e mettendo in discussione alcuni modelli che ancora oggi ne regolano la struttura sociale. 105


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Museo Nazionale della Montagna Piazzale Monte dei Cappuccini, 7 www.museomontagna.org

POST-WATER a cura di Andrea Lerda Artisti: Andreco, Georges-Louis Arlaud, Marcos Avila Forero, Olivo Barbieri, Gayle Chong Kwan, Caretto/Spagna, Jota Castro, Sebastián Díaz Morales, Federica Di Carlo, Mario Fantin, Bepi Ghiotti, William Henry Jackson, Adam Jeppesen, Francesco Jodice, Jeppe Hein, Frank Hurley, Peter Matthews, Ana Mendieta, Studio Negri, Giuseppe Penone, Pennacchio Argentato, Paola Pivi, Laura Pugno, Gaston Tissandier fino al 17 marzo 2019 Un percorso narrativo e semantico sul tema dell’acqua articolato attraverso video, fotografia, pittura, disegno e scultura. Il progetto include i lavori di circa venti artisti internazionali, assieme a un nucleo di fotografie e di documenti storici che appartengono all’Area Documentazione del Museomontagna. In mostra anche alcu106

ne importanti opere provenienti dal Castello di Rivoli - Museo d’Arte Contemporanea, dal MAMbo - Museo d’Arte Modernadi Bologna, dal Vejle Kunstmuseume dalla Collezione La Gaiadi Busca. La mostra si inserisce all’interno del dibattito globale sul più essenziale elemento naturale, che genera e garantisce il mantenimento della vita e rappresenta solamente uno dei beni che soffrono la crisi acuta del senso di responsabilità del nostro tempo. Fusione dei ghiacciai, inquinamento dei mari e degli oceani, desertificazione dei laghi e dei fiumi. Sono le immagini più inquietanti che l’era dell’Antropocene è stata in grado di produrre, alterando gli equilibri naturali a ogni livello.

Laura Pugno, A futura memoria, 2018, jesmonite. Opera esposta nella mostra Post-Water. Courtesy: Museo Nazionale della Montagna, Torino


Fabio Torre PERFECT LOVERS

Antonio Sidibè JPEG

Collaboration with

Galleria Studio G7

NOV 10 2018 - JAN 19 2019

SPAZIO TESTONI Bologna www.spaziotestoni.it


SPECIALE TORINO

OGR – Officine Grandi Pinacoteca Giovanni e Riparazioni Marella Agnelli Corso Castelfidardo, 22 www.ogrtorino.it

Via Nizza, 230/103 www.pinacoteca-agnelli.it

MIKE NELSON 1 novembre 2018 – 3 febbraio 2019 Per la sua mostra in OGR Mike Nelson realizza una nuova installazione immersiva, pensata appositamente per gli spazi del Binario 1 e il loro passato industriale. L’artista è noto sulla scena internazionale per le sue complesse sculture e installazioni. Attraverso l’appropriazione e l’esposizione di materiali quotidiani e reperti, il suo lavoro trasforma gli spazi espositivi in ambienti misteriosi, in cui elementi nascosti o imprevisti appaiono, bloccando i movimenti dei visitatori e giocando a turbare le loro aspettative. La nuova commissione per OGR occuperà l’intera navata, trasformandola in uno “spazio altro”, invitando gli spettatori a perdersi in un ambiente che cambierà le consuete coordinate percettive dello spazio.

GIUSEPPE CHIARI | LA LUCE concerto per suoni e luci da una partitura del 1966 1 - 4 novembre 2018 In occasione di Artissima 2018, la Pinacoteca ospita un’installazione audiovisiva che Tempo Reale ha progettato, con il sostegno di Frittelli arte contemporanea, interpretando una partitura originale di Giuseppe Chiari (La luce, 1966): un dialogo tra rumore e silenzio, tra luce e buio, che innesca una riflessione sul significato stesso della musica. Altoparlanti e sorgenti luminose, collocati nello spazio buio, vengono attivati secondo una partitura precisa, creando così un percorso drammaturgico originale. I materiali sonori sono tratti tutti dal dominio dell’elettricità o da particolari paesaggi sonori. Il concerto ha una durata di 20 minuti e si svolgerà ogni ora dalle 10,30 alle 20,30 nei giorni dal 1 al 3 novembre e dalle 10,30 alle 12,30 di domenica 4 novembre. L’accesso è limitato a 25 persone per volta e le poltrone sono numerate. Ingresso gratuito su prenotazione obbligatoria: +39 011.0062713 – segreteria@pinacoteca-agnelli.it (attendere email di conferma della prenotazioni).

Mike Nelson, MAGAZIN, Büyük Valide Han, 2003. Installation view detail, Büyük Valide Han, 2003. Courtesy: the artist and 303 Gallery, New York; Galleria Franco Noero, Turin; Matt’s Gallery, London; and neugerriemschneider, Berlin

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PAV – Parco Arte Vivente

Via Giordano Bruno, 31 www.parcoartevivente.it

ZHENG BO. IL PARTITO DELLE ERBACCE / WEED PARTY III a cura di Marco Scotini 4 novembre 2018 – 24 febbraio 2019 Inaugurazione: sabato 3 novembre, ore 18 Attento indagatore del rapporto tra piante, società e politica, Zheng Bo, è tra i più interessanti artisti cinesi dell’ultima generazione. Presente a Manifesta 12 a Palermo, è reduce della seconda Yinchuan Biennale e coinvolto

nella prossima Taipei Biennale, che apre in novembre. Il Weed Party concepito per il PAV si pone come il terzo appuntamento dopo il giardino d’erbacce e terra realizzato per l’interno del Leo Xu Projects di Shanghai nel 2015 e il lavoro sulle felci per TheCube Project Space di Taipei nel 2016. In questa serie di episodi espositivi, Zheng Bo indaga il rapporto (ben oltre la metafora) tra il carattere incontrollabile dei movimenti politici spontanei e il potere infestante e inestirpabile delle piante cosiddette parassitarie.

Zheng Bo, Pteridophilia 1, 2016, video (4K, color, sound), 17 min. Courtesy: l’artista In alto: Zheng Bo, After Science Garden, 2018. Courtesy: l’artista

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SPECIALE TORINO

Barriera

Via Crescentino, 25 www.associazionebarriera.com ATTILA CSÖRGŐ, VADIM FISHKIN | COLLISIONS AND MISSING PARTS 4 novembre - 15 dicembre 2018 Inaugurazione: 4 novembre, ore 10 Csörgő e Fishkin sono due artisti della stessa generazione che condividono l’interesse per la scienza e la tecnologia che usano e interpretano con grande sensibilità poetica e indomabile giocosità. Attraverso varie allusioni alla “Wunderkammer” o curiosity cabinet, la mostra Collisions and Missing Parts introduce un intricato dialogo tra i due artisti che rivela un mondo immaginativo dove convergono fisica, meccanica, enigmi e sogni.

Fondazione 107

Via Sansovino, 234 www.fondazione107.it

VIVACE SOSTENUTO ANDANTE | CARBONI CASONI LANGE fino al 2 dicembre 2018 Si può fare speleologia nell’arte figurativa contemporanea usando la musica come metafora australe, suggestiva, soggettiva. Tre modi di affrontare la tela; tre stagioni estetiche; tre ‘tempi’. Che costituiscono, insieme, una armonia – una seduzione di dissonanze e di anomalie. La Fondazione 107 in Torino costruisce un percorso originale all’interno dell’arte figurativa di oggi mettendo in mostra tre artisti esemplari, nella loro diversità: Thomas Lange (1957), Luigi Carboni (1957), Cosimo Casoni (1990).

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DAMA

Palazzo Saluzzo Pesana Viale Bligny, 2 1 - 4 novembre 2018 www.d-a-m-a.com Nella splendida cornice di Palazzo Saluzzo Paesana, si apre a partire da giovedì 1 e fino al 4 novembre la terza edizione di DAMA, progetto indipendente fondato da Giorgio Galotti dedicato ad un ristretto numero di gallerie internazionali.

Festival Club to Club

Lingotto + sedi varie 1 - 4 novembre 2018 www.clubtoclub.it Torna al Lingotto di Torino, in occasione di Artissima, il Festival Club to Club, eccellenza dell’avanguardia musicale e musica elettronica, quest’anno alla sua diciottesima edizione. Call Super, Robin Fox, Tirzah, Yves Rumor, Gang of Ducks Soundsystem, Mana, Palm Wine, Primitive Art vanno a integrare le fila di una line up già imponente che comprende fra gli altri l’unica data italiana del geniale Aphex Twin, le performance in esclusiva per l’Italia di Beach House, Jamie xx, Iceage, Blood Orange, David August, Vessel, Leon Vynehall, i set di Peggy Gou, Avalon Emerson, Silvia Kastel, e molti altri.


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Luci d’Artista sedi varie, Torino fino al 13 gennaio 2019

La manifestazione, una vera e propria mostra d’arte contemporanea a cielo aperto - progetto della Città di Torino realizzato da IREN Energia Spa e Fondazione Teatro Regio Torino, con il sostegno di IREN, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT e Intesa Sanpaolo -, illuminerà le piazze e le strade di Torino dal 31 ottobre 2018 al 13 gennaio 2019. La ventunesima edizione vedrà allestite 23 opere d’arte contemporanea: 13 nella Circoscrizione 1 (l’area del centro) e 10 nelle altre sette circoscrizioni. La rassegna, offre a cittadini e turisti scenari inediti grazie al contributo creativo di artisti di fama internazionale che hanno realizzato nel tempo un patrimonio significativo di

opere luminose. È stata progettata nel 1997 con l’obiettivo di portare l’arte fuori dagli spazi istituzionali. Ripetuta negli anni, Luci d’Artista ha consentito a tutti (non solo agli esperti d’arte contemporanea) di fruire dei lavori di maestri di fama internazionale. Le opere luminose, infatti, sono diventate occasione di dialogo tra il sistema dell’arte contemporanea e il grande pubblico. Portando la collezione nel tessuto urbano si è raggiunta una più ampia fruizione dell’opera d’arte e sollecitato i cittadini a rapportarsi con più familiarità.

In alto: Marco Gastini, L’energia che unisce si espande nel blu

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SPECIALE TORINO

ERSEL

Sede Centrale - Piazza Solferino, 11 www.ersel.it

ENRICO T. DE PARIS. GOOD NEWS 2 novembre – 21 dicembre 2018 Preview: 2 novembre e 4 novembre 2018, ore 10 - 19; sabato 3 novembre ore 10 - 24 Good News è il titolo della mostra di Enrico T. De Paris, che apre dal 2 al 4 novembre nello Spazio ERSEL. L’artista presenta opere selezionate dedicate al tema della trasformazione del pianeta operata dall’uomo, alle conseguenze delle scoperte legate alle biotecnologie, l’uso dell’elettronica, le grandi migrazioni, le scoperte della medicina. Per il sesto anno consecutivo la Fondazione Paideia e ADISCO - Sezione Piemonte realizzano insieme l’iniziativa di raccolta fondi legata all’Arte per offrire ai bambini assistiti e alle loro famiglie un viaggio-vacanza a Eurodisney Paris. Il progetto è realizzato da Paola Giubergia, Consigliere di Fondazione Paideia, e Francesca Lavazza, Vicepresidente di ADISCO - Sezione Piemonte, con l’artista Enrico T. De Paris. Negli spazi espositivi di ERSEL a Torino verranno presentati i nuovi dipinti della serie Flussi, un polittico della serie Good News composto da 50 tele, un polittico rosso della serie H.O.T. di 77 tele, una serie di disegni della serie News, una nuova installazione Escape e della stessa serie 30 nuovi dipinti, ed alcune opere della serie Laboratory e H.F.E.A. In occasione della mostra verrà presentato un multiplo della serie Escape, un piccolo microcosmo in una campana di vetro, dove realtà, visionarietà e ironia si incrociano – tiratura di 50 esemplari – ed un cofanetto che raccoglie una collezione di 15 cartoline d’artista tratte

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dall’opera sviluppata in VirtualReality Synapse, anch’essa in tiratura di 50 esemplari. Il ricavato andrà totalmente alle due associazioni.

Enrico T. De Paris, Escape # 090718, cm 40x20 ø



SPECIALE TORINO

Giampiero Biasutti

Via della Rocca, 10 www.giampierobiasuttinovecento.com ITALIA’S NATIONAL TREASURE ARTISTS a cura di Roberto Brunelli 3 novembre – 11 dicembre 2018 Inaugurazione: 3 novembre, ore 18 Artisti italiani degli anni Novanta come tesoro nazionale. Non una semplice provocazione ma un esperimento critico per riallacciare i fili della storia dell’arte italiana, facendo riscoprire la produzione artistica italiana di fine XX secolo.

Biasutti&Biasutti Via Bonafous, 7/L www.biasuttiebiasutti.com

LE POETICHE DELL’ASTRATTISMO E DELL’INFORMALE ITALIANO fino al 19 gennaio 2019 Una mostra dedicata ad alcuni artisti italiani che, nel secondo dopoguerra, hanno condiviso le poetiche dell’astrattismo e dell’informale, segnico e gestuale, interpretandole secondo un proprio inconfondibile linguaggio.

Guido Costa Project

Via Mazzini, 24 www.guidocostaprojects.com COSA IN SÉ | MANUELE CERUTTI, DE SERIO, HILARIO ISOLA, TOM JOHNSON, DIEGO SCROPPO Inaugurazione: 3 novembre 2018

Riccardo Costantini Contemporary via Giolitti, 51 www.rccontemporary.com

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PIERLUIGI PUSOLE. IO SONO DIO fino al 10 novembre 2018 In mostra l’ultima inedita produzione di lavori pittorici della serie Io Sono Dio con cui l’artista torinese prosegue la propria ricerca sul suo rapporto con la natura in qualità di demiurgo.

Cripta747 Via Quittengo, 41B www.cripta747.it

ANDREW WAGNER | GERNOT WIELAND 1 – 16 novembre 2018 Cripta747 presenta le ricerche di Andrew Wagner e Gernot Weiland, vincitori della seconda edizione di Cripta747 Residency Programme.

Galleria Davide Paludetto

Via degli Artisti, 10 www.davidepaludetto.com NICUS LUCÀ. OPENING CONTEMPORARY fino al 8 dicembre 2018

Norma Mangione Gallery

Via Matteo Pescatore, 17 www.normamangione.com

MEISENFLOO a cura di Michael Bauer 1 novembre – 22 dicembre 2018 Meisenfloo è una collettiva a cura di Michael Bauer che espone assieme agli artisti Raines Birkbeck, Vincent Dermody, Michaela Eichwald, Alastair Mackinven, David Noonan, Michail Paule e Renee So.


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E-static

Hans Peter Kuhn, Helix, 2006-2018 (det.) Courtesy the artist and the owner of the work for the image: © Gerhard Kassner

c/o blank - Via Reggio, 27 www.estatic.it GIOVANNI MORBIN. LIEVITÀ a cura di Carlo Fossati 3 novembre - 7 dicembre 2018 Inaugurazione: 3 novembre, dalle 20.30 alle 23.30 Giovanni Morbin presenta alcune opere, quasi tutte inedite, che sono state scelte in funzione di un progetto espositivo sui temi dello sgravio (ossia, letteralmente, l’opposizione alla forza di gravità) e della lievità che cangia in levitazione. HANS PETER KUHN. HELIX TALKS! a cura di Carlo Fossati dal 2 novembre 2018 Inaugurazione: 2 novembre, dalle 20 alle 22.30

Nel novembre 2006, l’artista tedesco Hans Peter Kuhn, su commissione di un collezionista torinese, realizzò un importante progetto di installazione permanente con luci e suoni, Helix, che venne inaugurato in occasione della stessa inaugurazione di un edificio appena ristrutturato in via Reggio 27 a Torino. L’opera venne presentata ancora priva della parte sonora, che faceva parte del progetto originario ma la cui esecuzione venne rimandata. Finalmente, esattamente 12 anni dopo la prima inaugurazione, la sera di venerdì 2 novembre verrà presentata al pubblico l’opera finalmente completata con una composizione di suoni creata appositamente dall’artista.

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SPECIALE TORINO

Galleria Raffaella De Chirico Via Giolitti, 52 - Via della Rocca, 19 www.dechiricogalleriadarte.com

BÖRJE TOBIASSON. IT WAS HARD TO BE A SAINT IN THE CITY 3 novembre – 22 dicembre 2018 Attraverso le note di David Bowie e Mick Jagger unitamente a Bruce Springsteen, che dà il titolo alla mostra con It’s Hard to Be a Saint in the City, la Galleria De Chirico ripercorre le vibranti atmosfere degli anni Ottanta, vissute e riviste dal personale punto di vista di Börje Tobiasson. Nato a Tingsryd (Svezia) nel 1952, Börje racconta attraverso le proprie fotografie una vita fatta di viaggi, volti e incontri. Sceglie di non aver fissa dimora e ciò lo porta a realizzare scatti in cui piazze, strade e vicoli sono i protagonisti, assieme alle storie di chi li ha attraversati.

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ANNA IPPOLITO. VELO-CITY (Project Room) 3 novembre – 22 dicembre 2018 L’opera dell’artista Anna Ippolito, presentata nella Project Room della galleria De Chirico, si contestualizza nello spazio intimo della stanza e pubblico della città. Il tempo dell’azione, concreta, viva, in movimento e il tempo mentale, bidimensionale, astratto, distorto convivono nella duplicità dell’opera/azione, con l’intento di generare una reazione a catena e coinvolgendo i diversi ambiti della comunicazione.

Börje Tobiasson, Playing football in Mexico City, 1986, cm 73.5x100, ed. 1/7. Courtesy: Galleria Raffaella De Chirico, Torino


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Galleria Giorgio Galotti Via Beinasco 16 www.giorgiogalotti.com

IL VELLO D’ORO fino al 20 dicembre 2018 Inaugurazione speciale: 3 novembre, ore 20-22 La galleria Giorgio Galotti presenta, dal 26 ottobre al 20 dicembre, un progetto sul recupero del linguaggio mitologico e delle forme arcaiche attraverso la visione di un gruppo di artisti italiani emergenti: Giulio Delvè, Diego Gualandris, Andrea Magnani, Valerio Nicolai, Vincenzo Schillaci, Namsal Siedlecki.

Galleria Giorgio Galotti - ALLEY Via San Francesco da Paola, 12/d www.giorgiogalotti.com

ANDREA MAGNANI. AUTUMN fino al 18 dicembre 2018 ALLEY è la project room della galleria Giorgio Galotti. Nel 2017 si trasferisce in un’antica vetrina del 1700 situata nel centro storico di Torino per invitare artisti internazionali a presentare interventi specifici, uno per ogni stagione. Andrea Magnani (Faenza, 1983) è l’artista invitato a elaborare l’intervento per le vetrine autunnali. Per l’occasione, pochi mesi dopo la sua prima personale con la galleria, l’artista presenta un oggetto scultoreo che richiama alla mente una clessidra, e un disegno astratto su cartoncino che riprende le medesime tonalità dell’antica vetrina. Entrambe le opere intendono provare a fermare il tempo in un’eta precedente e più vicina a quella della data di nascita della vetrina stessa, creando un forte dialogo con la sua storia.

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SPECIALE TORINO

Galleria Franco Noero www.franconoero.com Via Mottalciata, 10/B – In Residence DARA FRIEDMAN. LCVER fino al 26 febbraio 2019 LCver crea un’esperienza sinestetica che introduce alla potente visione di un ur-mensch: una donna fallica. In LCver il romanzo musicale del flauto di “Preludio al pomeriggio d’un fauno” di Claude Debussy, viene usato e rielaborato strumentalmente in modo che il flauto si riveli come oggetto che incarni sia qualità maschili che femminili, diventando un mezzo di potere sciamanico: una bacchetta magica che si impugna e in cui si soffia, dotata di un condotto vuoto, un passaggio fisico per un vento vibrante e di trasformazione. Poema empirico, LCver si avvale di uno spettro non oggettivo di campi di colore che mira a dissolvere la materialità delle immagini – la donna che procede ad ampie falcate, il flauto e le caverne di pietra rossa nel desiderio di sentire e prendere possesso di una forza rivelata dallo sconfinato senso del tempo. Via Mottalciata, 10/B RAYYANE TABET. HIDDEN IN PLAIN SIGHT fino al 26 febbraio 2019 La prima personale di Rayyane Tabet a Torino, negli spazi di Via Mottalciata. Per questa occasione l’artista ha realizzato quattro nuovi lavori: un neon, un murale, un’installazione fotografica e una scultura che guardano alla storia accidentale e interconnessa di un Bar a Beirut, di una fonderia torinese, di un carattere ideato nel 1934 e di una serie di romanzi popolari.

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Piazza Carignano, 2 FRANCESCO VEZZOLI. C-CUT HOMO AB HOMINE NATUS 1 novembre 2018 - 12 gennaio 2019 L’opera che dà il titolo alla mostra porta alle estreme conseguenze la pratica adottata da Vezzoli fin dall’inizio della sua produzione scultorea: un’estetica del pastiche che si realizza attraverso l’unione arbitraria, basata però su criteri storici inconfutabili, di elementi diversi e apparentemente lontani fra loro. C-CUT è realizzata a partire da una tipica scultura da giardino in cemento del XX secolo, che rappresenta un milite romano; sulla schiena di questo finto antico compare un “taglio” in bronzo, rimando iconografico ai Concetti Spaziali di Lucio Fontana, dal quale fuoriesce una testa virile marmorea originale del periodo tardo repubblicano (circa 50 AC - 37 DC). Mentre la scultura gira su sé stessa come un inquietante carillon, lo spettatore è chiamato ad assistere ad un atto del tutto eccezionale: un parto “sovrumano” in cui un uomo viene alla luce squarciando violentemente la schiena di un altro uomo. L’allestimento, ideato da Filippo Bisagni, coinvolge l’intero spazio della galleria ed è concepito come un percorso che prepara e congeda lo spettatore prima e dopo la visione della scultura: l’atmosfera che connota le stanze completamente vuote rimanda all’immaginario di certo cinema horror italiano degli anni ’70, spesso debitore della mitologia che lega la città di Torino all’occulto; la colonna sonora di Wendy Carlos esaspera un clima in bilico tra l’elemento orrorifico e il divertissement puerile.


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Luce Gallery Largo Montebello, 40 www.lucegallery.com

SEBASTIANO DAMMONE SESSA. TRAIETTORIE fino al 10 novembre 2018 Il lavoro di Sebastiano Dammone Sessa, incentrato in prevalenza sulla stratificazione di materiali, tocca radici profonde, sensazioni, disagi, impronte che portano il significato del passaggio: le figure appaiono man mano che l’artista svolge il suo lavoro di inserimento di chiodi nella tavola, a volte in modo più incisivo a volte meno. L’astrazione che emerge svolge un richiamo a mappe o percorsi che, di volta in volta con il singolo laborioso procedere dell’aggiunta di ogni chiodo, scandito dal rumore del martello, ripercorrono vita vissuta

o ricordi, come ad incidere ogni anfratto nella roccia scavata dal vento. Una scultura che viene forgiata dall’artista invisibilmente all’interno della tavola da mille chiodi che ne compongono la struttura.

Sebastiano Dammone Sessa. Traiettorie, veduta della mostra, Luce Gallery, Torino. Courtesy: Luce Gallery, Torino

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SPECIALE TORINO

Mazzoleni Piazza Solferino, 2 www.mazzoleniart.com

EQUILIBRIUM. UN’IDEA PER LA SCULTURA ITALIANA a cura di Giorgio Verzotti fino al 19 gennaio 2019 Il progetto espositivo indaga una delle costanti della scultura italiana che attraverso la negazione del proprio pondus si apre, strutturalmente, allo spazio esterno. Ciascun artista, seguendo percorsi differenti, giunge ad una situazione di equilibrio fra gli elementi che fisicamente compongono il proprio lavoro: in questo modo la fragilità, che spesso diventa il minimo comune denominatore di queste ricerche, trova una forza capace di conferire stabilità all’opera.

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Artisti in mostra: Vincenzo Agnetti, Getulio Alviani, Giovanni Anselmo, Gianni Caravaggio, Alice Cattaneo, Paolo Cotani, Elisabetta Di Maggio, Luciano Fabro, Sergio Limonta, Filippo Manzini, Giuseppe Maraniello, Fausto Melotti, Hidetoshi Nagasawa, Nunzio, Shigeru Saito, Remo Salvadori, Luca Trevisani.

Alice Cattaneo, Untitled, 2018, iron, Murano glass, ceramic, cotton yarn, cm 50x170x50. Courtesy: l’artista. Foto: Lorenzo Palmieri


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Alberto Peola Via della Rocca, 29 www.albertopeola.com

LALA MEREDITH-VULA. HAYSTACKS 3 novembre – 7 dicembre 2018 “Nell’agosto del 1988 [...] Lala Meredith-Vula lasciò Londra per la campagna albanese, dove iniziò a fotografare le balle di fieno. Chiesi: “Perché le balle di fieno?” Mi disse che in queste forme agrarie aveva trovato “l’opera d’arte per eccellenza”. E se anche lei desiderava ristabilire il contatto con la sua terra natia – Meredith-Vula nacque a Sarajevo, nell’ex Jugoslavia, nel 1966 – questo desiderio astratto doveva essere radicato nella terra. [...]” – testo di Monika Szewczyk.

Lala Meredith-Vula, Batush, from the series Haystacks (1989-ongoing). Courtesy: Alberto Peola Arte Contemporanea

Noire Gallery

Via Piossasco, 29B www.noiregallery.com Noire Gallery celebra il rinnovamento degli spazi della galleria con due mostre: SHIRIN NESHAT. THE HOME OF MY EYES fino al 10 novembre 2018 Si tratta del lancio del nuovo libro di Shirin Neshat, l’unico realizzato dall’artista e stampato in 50 copie numerate e firmate. Si tratta di una serie di 55 ritratti che ritraggono diversi gruppi etnici dell’Azerbaigian, evidenziando gli aspetti più personali e intimi dei soggetti fotografati. Il video autobiografico Roja (2016), attraverso il quale l’artista racconta la migrazione e l’essere straniero in una terra straniera, completa la mostra.

LE BEL ÉTÉ a cura di Domenico de Chirico fino al 21 dicembre 2018 Domenico de Chirico, nel creare Le Bel été, è stato ispirato dal romanzo breve La Bella Estate di Cesare Pavese. La mostra è un inno alla giovinezza e alla sua forza inesauribile ed è composta da opere dei giovani artisti internazionali Kasper Bosmans, Michal Budny, Valentin Carron, Alexandre da Cunha, Kaye Donachie, Christian Holstad, Sebastian Jefford, Piotr Łakomy, Angelika Loderer, Loup Sarion e Astrid Svangren. 121


SPECIALE TORINO

Giorgio Persano Ex Opificio Pastiglie Leone via Principessa Clotilde, 45 | corso Regina Margherita, 242 www.giorgiopersano.org MICHELANGELO PISTOLETTO | COMUNICAZIONE. LE PORTE DI CITTADELLARTE In collaborazione con Cittadellarte – Fondazione Pistoletto fino al 26 gennaio 2019 Michelangelo Pistoletto presenta alla Galleria Giorgio Persano una mostra che si sviluppa in un doppio percorso: una grande installazione concettuale che occupa completamente lo spazio di via Principessa Clotilde e un’esposizione di numerosi quadri specchianti nell’adiacente ex Opificio Pastiglie Leone. L’installazione è un omaggio all’operosità umana e una forte dichiarazione d’intenti da parte di Pistoletto. Una struttura in legno grezzo si articola a formare diciassette spazi aperti e che rappresentano i diversi ambiti della società.

Queste cellule, pur indipendenti, fanno parte di un unico organismo e, interconnesse, compongono il sistema che congiunge arte e società. La mostra prosegue negli spazi dell’ex Opificio Pastiglie Leone, luogo storico dell’industria torinese. Qui, le relazioni umane sono mostrate nella loro luce più contemporanea. Una serie di quadri specchianti fissa momenti di conversazioni quotidiane mediate da dispositivi digitali. I soggetti rappresentati paiono isolarsi nei loro gesti, portando ancor più lo spettatore a ricercare un dialogo con essi. L’arte di Pistoletto si sviluppa dunque nella comunicazione, sia attraverso una costruzione architettonico-simbolico-concettuale, sia attraverso sequenze di immagini che rappresentano l’oggi, il tempo.

Michelangelo Pistoletto, Ufficio, 2018, serigrafia su acciaio inox lucidato a specchio, cm 150x250. Courtesy: Galleria Giorgio Persano

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Photo & Contemporary

Via dei Mille, 36 www.photoandcontemporary.com FRANCO GRIGNANI. OPTICAL WORLD a cura di Valerio Tazzetti 3 novembre – 15 dicembre 2018 Questa mostra di Franco Grignani documenta in particolare due cicli di lavori: le Dissociazioni e le Psicoplastiche. Mentre le prime appartengono alla seconda metà degli anni Sessanta e presentano motivi curvilinei, giochi di colore e movimenti percettivi che spostano l’occhio dal bordo al centro e viceversa, il secondo ciclo di opere appartiene ai primi anni Settanta e utilizza un linguaggio più severo, spigoloso e lineare, privo delle morbidezze presenti nelle Dissociazioni. La mostra torinese segue di poco due mostre recenti di Grignani tenutesi a Londra, tra cui l’antologica presso la Estorick Collection di Londra (Franco Grignani: Art as Design 1950-1990) e la personale presso M&L Gallery. La figura emblematica di Franco Grignani è quella di un artista che non ha mai separato il proprio operato artistico dalle altre ricerche in ambiti differenti. Come sostiene il curatore Valerio Tazzetti: “Oggi, a 110 anni dalla sua nascita, Grignani è riconosciuto più che mai come un artista d’eccezione che ha saputo coniugare linguaggi e pratiche provenienti da mondi diversi al fine di creare una galleria di immagini che appaiono come esercizi enigmatici per l’occhio e per la mente, ma che sono in realtà illusioni bidimensionali progettate per farci accedere alle infinite possibilità dello spazio geometrico”.

Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea Chambres d’Art - Via Davide Bertolotti 2 www.tuccirusso.com

THOMAS SCHÜTTE fino al 22 dicembre 2018 Al centro del lavoro di Thomas Schütte, indipendentemente dal soggetto o dal materiale utilizzato, vi è la riflessione sulla condizione umana. Frequente è il ricorso nella sua arte al tema della famiglia, delle espressioni umane e dei modelli architettonici. L’artista si serve di medium diversi quali acciaio, vetro, bronzo e ceramica per esplorare concetti legati alla memoria culturale, alla difficoltà esistenziale e allo sforzo umano spesso finalizzato a un ideale utopico e impossibile. Le figure scolpite da Schütte riflettono l’immagine e gli stati d’animo dell’uomo, e quindi anche dell’artista stesso, all’interno della precarietà della vita. L’esposizione, inaugurata lo scorso 4 ottobre, consta di circa sedici tra disegni e opere di recente realizzazione.

Thomas Schütte, veduta della mostra, Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea, Torino; Fratelli, 2012 | 2018, alluminio laccato, cm 96x100x64 | cm 100x88x55 | cm 98x78x65 | cm 97x103x67. Courtesy: Tucci Russo Studio per l’Arte Contemporanea, Torino

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SPECIALE TORINO

Gillian Lawler, Relocation II, 2018. Courtesy: Weber&Weber, Torino

Weber & Weber

Via San Tommaso, 7 www.galleriaweber.it

GILLIAN LAWLER. THIS ENTROPIC ORDER a cura di Valeria Ceregini 30 ottobre - 8 dicembre 2018 La seconda dei tre artisti irlandesi del progetto espositivo “Painting through its poetical emotions”, Gillian Lawler, presenta un sostanzioso nucleo di nuovi lavori dove l’idea di luogo, ordine, trasferimento e trasformazione attraverso diversi stati dell’essere si infonde in ogni suo dipinto. Il lavoro incorpora la piattaforma come un’entità a volte messa a terra, in movimento, sospesa, legata, in bilico e altre volte estranea al paesaggio circostante. I ricorrenti motivi a scacchiera accentuano una anti-prospettiva definita ma distorta, che qui aggiunge un senso di disagio surreale e onirico, dove ciò che sembra essere stato pianificato secondo una logica prospettica viene trattenuto e sovvertito.

INTERFERENZA LUMINOSA a cura di Francesco Poli 3 novembre – 15 dicembre 2018 Inaugurazione: 3 novembre, ore 18.30 La galleria Roccatre presenta, per la prima volta a Torino, una significativa selezione delle Superfici a interferenza luminosa di Claudio Rotta Loria (Torino, 1949). Questo appuntamento espositivo assume un particolare valore in quanto avviene a cinquant’anni dalla prima realizzazione di un’opera in cartoncino curvato e inciso appartenente a questo ciclo di lavori (1968-2018).

Almanac Inn

Via Reggio, 13 www.almanacprojects.com ANNA FRANCESCHINI. CARTABURRO fino al 15 dicembre 2018 Il progetto presenta un nuovo corpus di opere esplorando, attraverso la ricerca cinematografica di Franceschini, l’ampio ed eclettico corpus artistico e teorico dell’architetto, fotografo e artista italiano Carlo Mollino (attivo dagli anni ‘30 agli anni ‘70). Franceschini esamina l’eterogeneità e le relazioni ad ampio raggio tra fenomeni, discorsi e tecniche che emergono dall’opera di Mollino, che abbraccia il design di mobili, l’architettura, la fotografia e gli studi sullo sci.

Roccatre Galleria d’Arte Via della Rocca, 3/B www.galleriaroccatre.com

CLAUDIO ROTTA LORIA. SUPERFICI A 124

Anna Franceschini, CARTABURRO, video still, 2018. Courtesy: l’artista e ALMANAC


ESPOARTE DIGITAL

Opere Scelte Via Matteo Pescatore, 11/d www.operescelte.com

GEMA RUPÉREZ. DEMOCRACY IS NOT PERFECT fino al 24 novembre 2018 Il lavoro di Gema Rupérez (Saragozza, 1982) si sviluppa attorno al desiderio di sopravvivenza in una società complicata dove neppure la Democrazia è perfetta. Instabilità, vulnerabilità e frustrazione sono parte del contenuto emotivo delle sue opere e nella sua ricerca è forte la consapevolezza della responsabilità sociale dell’uomo. L’artista si concentra su tensioni sociali e disparità, andando oltre l’abuso di genere e la lotta per la parità di diritti, parlando del rispetto tra gli esseri umani, puntando il dito su una sorta di torpore morale, probabilmente intensificato dai freddi mezzi di comunicazione. Rupérez ambisce a far vedere fuori dagli schemi, oltre le convenzioni proposte come uniche realtà possibili di un modello egemonico e tenta

di farlo raccontando problemi irrisolti, mostrando una condizione umana instabile e precaria, soggetta a continui cambiamenti. Gema Rupérez utilizza materiali diversi – pareti di caramelle, fili d’acciaio come capelli intrecciati, milioni di lenticchie, briciole di pane fluttuanti – che lei definisce infiltrazioni della vita quotidiana contemporanea nell’iconografia tradizionale artistica. Attraverso quindi l’installazione, la fotografia, il video e il disegno riflette sul potere, sulle distopie della società contemporanea e sulla comunicazione. Nel suo lavoro, oltre ad una critica pungente, c’è una base ironica e ottimistica grazie alla distorsione lirica della realtà. Democracy is not perfect presenta opere realizzate tra il 2015 e il 2018. Gema Rupérez, Be a Hero, 2016, intervento di un distributore automatico di spazi pubblici, video e fotografia: stampa a getto d’inchiostro, inchiostri pigmentati, supporto in carta di cotone hahnemuehle, dimensioni variabili

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SPECIALE TORINO

Jorge Macchi, Vidas paralelas, 1998. Courtesy: l’artista. Foto: Gustavo Lowry

Quartz Studio

Via Giulia di Barolo, 18/D www.quartzstudio.net

JORGE MACCHI. DER ZAUBERBERG 3 novembre 2018 – 12 gennaio 2019 Der Zauberberg è la prima mostra personale a Torino dell’artista Jorge Macchi (Buenos Aires, Argentina, 1963) che ha realizzato un’installazione site specific per gli spazi di Studio Quartz.

Mucho Mas! artist-run space

Corso Brescia, 89 www.muchomas.gallery

THOMAS KUIJPERS. DECOR 30 ottobre – 30 novembre 2018 Con Decors, Thomas Kuijpers presenta delle immagini prese dai video di propaganda dell’ISIS dalle quali cancella la figura umana, lasciando allo spettatore la visione di uno scenario vuoto, che ricorda le quinte teatrali, in un chiaro riferimento alla “messa in scena” e alla spettacolarizzazione dell’immagine. Questi scenari, svuotati da ciò che dovrebbe terrorizzarci e che spesso in realtà ci lascia indifferenti, risultano essere più inquietanti delle 126

immagini originali, lasciando spazio alla nostra immaginazione di trovare loro una nuova interpretazione. In una call aperta agli scrittori, poeti, ma anche ai semplici fruitori che si sentono toccati dal tema, Thomas chiede, a chi risiede sul territorio nel quale verrà esposta la serie Decor, di riempire questi scenari, questi decori appunto, con una nuova narrazione. Un testo, una riga, anche solo una parola, per descrivere quello che ci viene in mente guardandoli. I testi ricevuti tramite la call di scrittura vengono presentati sotto forma di libro stampato in unica copia, ed esposti in mostra assieme alle riproduzioni dei Decor, stampati in grande formato su dei teli sottili. La mostra fa parte dei progetti vincitori della call promossa da NESXT Independent Art Festival per il 2018.

Res Publica – Galleria d’Arte Democratica

Via dei Mille, 38 www.respublicagalleriadartedemocratica.it MARIA LAI/ROSANNA ROSSI. NELLE TRAME DEL TEMPO Inaugurazione: 30 ottobre, ore 18 30 ottobre – 15 dicembre 2018 Le oltre venti opere – accuratamente selezionate dal gallerista Alessandro Cacciola – intendono raccontare quel legame tra le due artiste sarde che Francesco Tedeschi, curatore della mostra, sostiene si possa «leggere nell’immediatezza di alcuni rimandi visivi, esito di atteggiamenti individuali che rispecchiano le loro reciproche sensibilità, il loro modo di essere, di misurarsi con il fare».


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Chiono Reisova Art Gallery - CRAG

via Giolitti, 51 www.cragallery.com

PAUL DE FLERS. UN TRAVERSÉE SANS HISTOIRE fino al 24 novembre 2018 Crag Gallery presenta i lavori del giovane pittore francese Paul de Flers nella personale che comprende lavori inediti dell’artista realizzati per la mostra. Il titolo richiama l’espressione francese Un traversée sans histoire, ovvero “una traversata calma” e sta a significare che si è compiuto un viaggio, un’avventura, ma che, apparentemente, non è successo nulla di particolare. L’artista trae ispirazione dal titolo della poesia dello scrittore francese Blaise Cendrars (1887–1961), famoso per aver saputo intrecciare l’immaginario ed il reale nei suoi romanzi, nei film e nelle sue poesie, ispirandosi a numerosi viaggi e diventando così un personaggio leggendario, amico di artisti come Modigliani, Chagall, Leger. Nelle opere di Paul de Flers, la vegetazione quasi astratta si fonde spesso con l’architettura funzionalista. L’artista, affascinato dagli edifici di

grandiosi architetti come Oscar Niemeyer, Lina Bo Bardi e Charles Eames, ne coglie scorci, atmosfere e li trasferisce sulle sue tele, privilegiando nella scelta le case in cui gli stessi architetti hanno poi abitato. I luoghi del Sud America, in particolare del Brasile ed in Francia della Costa Azzurra (che l’artista ha visitato) sono dipinti con colori profondi e complessi, risultato dell’utilizzo dei pigmenti che egli prepara per le sue tele e che ben rendono il clima della sua “traversata calma”. Talvolta ritroviamo anche figure appena accennate, quasi silhouette, di piccole dimensioni in confronto allo spazio che abitano. Ne risulta un clima sospeso, appena distratto dal vento che scompone le fronde, pervaso da una sottile malinconia, raffinato ed un dialogo universale.

Paul de Flers, veduta della mostra, CRAG, Torino. Da sx: La casa di vetro, cm 150x100 - Cap negre, bambous, cm 100 x 80 - Cap negre, piscina, cm 100 x 80

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SPECIALE TORINO

Pier De Felice, Short stories (stripes), 2017 olio, alluminio, legno, chiodi, cm 24,8x17,9x7,5

Galleria Febo & Dafne Via della Rocca, 17 www.feboedafne.org

PIER DE FELICE. SHORT STORIES 3 novembre – 1 dicembre 2018 Inaugurazione: 3 novembre, ore 18.00 - 22.00 Pier De Felice (Torino, 1969) è un artista torinese con una lunga carriera ed un percorso artistico in continua evoluzione. In questa mostra l’artista presenta i lavori realizzati nell’arco degli ultimi quattro anni, dopo essersi concesso una pausa dalle esposizioni. L’artista sentiva il bisogno di dedicarsi, libero da influenze esterne, a quella ricerca che lo ha portato alla attuale svolta stilistica. Un nuovo debutto quindi in cui le opere degli ultimi anni sintetizzano e reinventano le forme ed i contenuti che avevano carat128

terizzato in precedenza il suo lavoro. Dopo essersi dedicato per anni all’indagine dell’uomo in rapporto con la società e con l’ambiente, il lavoro di De Felice giunge ad un’indagine più intima in cui l’artista indaga il rapporto dell’uomo con il tempo e con lo scorrere della vita interiore. L’artista sembra essersi trasferito da una dimensione esteriore ad una più marcatamente personale. Così paesaggi urbani e figure antropomorfe si trasformano in forme minimali, geometrie, colori e composizioni di superfici che sfociano in un superamento della bidimensionalità non solo in senso figurato. Tavole di legno, scatole di cartone o di tela rac-


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chiudono o assemblano oggetti di memoria non più riconoscibili, creano quadri tridimensionali, sculture da parete. Infinite le tecniche utilizzate ed i materiali: pigmenti, bitumi, colle, resine, cellulose, vinili. Un’infinità di input che si riversano nella sua indagine e che emergono, ricreate ed irriconoscibili, in composizioni che assumono nuove forme estetiche compiute e concluse, ma che richiedono lunghissimi tempi di gestazione e di stratificazione. Pier De Felice, raccoglie idee e materiali, li accumula compulsivamente nel suo studio ed entra in dialogo con essi, come si fa dialogando con i propri pensieri. Li accosta sul tavolo e periodicamente interviene, ogni qual volta che l’opera lo richiede. Solo dopo lunghi periodi è l’opera stessa che, completamente trasfigurata dalla composizione che era in origine, comunica all’artista di essere compiuta. Divenendo la sintesi del percorso introspettivo che ha condotto l’azione dell’artista a quel risultato estetico. Le opere in mostra sono dunque delle Short Stories, racconti brevi non in quanto narrazioni corte, ma in quanto riassunti, concentrati ed intensi, di innumerevoli spunti e riferimenti. Pier De Felice è un artista in dialogo con il tempo. Il suo lavoro è un’indagine sulla stratificazione. Il tempo è un concetto astratto che concretamente può essere percepito solo negli attimi di vita vissuti. È il qui e ora, ma anche l’interezza delle vite, il loro fluire e trasformarsi. È il momento che rimane impresso, l’accadimento che forgia le individualità, ma anche l’imperturbabile e inafferrabile scorrere di un’entità che non possiamo razionalmente possedere e della quale piuttosto noi e le nostre azioni facciamo parte. Sono proprio le azioni che costruiscono le opere di De Felice. Azioni nel tempo, quasi fossero le testimonianze di opere performative non rivolte ad un pubblico, ma eseguite nell’intimità dello studio dell’artista.

Spazio Don Chisciotte Via Della Rocca, 37B www.fondazionebottarilattes.it

RUGGERI. OPERE SU CARTA (DAL 1958 AL 2008) a cura di Francesco Poli organizzata dalla Fondazione Bottari Lattes in collaborazione con la Fondazione Piero Ruggeri 31 ottobre - 22 dicembre 2018 L’esposizione “Ruggeri. Opere su carta (dal 1958 al 2008)” presenta una quarantina di lavori su supporto cartaceo, realizzati in cinquant’anni di attività, che per freschezza e qualità risultano della stessa importanza e levatura delle sue opere più note su olio. La mostra intende riportare l’attenzione su tempere o tecniche miste che da diversi anni non venivano esposte a Torino, per omaggiare l’abilità di un artista che ha fatto dell’azione sul colore e sul segno la cifra stilistica riconosciuta a livello internazionale.

Piero Ruggeri, Composizione, 1985, tempera su carta, cm 33x23. Courtesy: Spazio Don Chisciotte

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SPECIALE TORINO

Galleria Moitre Via Santa Giulia, 37 bis www.galleriamoitre.com

ANDREA FAMÀ. IDRONEFROSI a cura dell’Associazione Quasi Quadro fino al 1 dicembre 2018 In questa esposizione, l’artista analizza e rivela quella che in questi anni è stata la sua condizione psicofisica. L’Idronefrosi è la dilatazione del bacinetto renale che causa il ristagno dell’urina e ne impedisce il deflusso, provocando la compressione del rene. Tale patologia si manifesta con dolori profondi in rapporto alla distensione della sacca, oppure può restare silente a lungo e rivelarsi solo per un’eventuale complicazione infiammatoria, che si palesa con febbre suppurativa, emissione di pus con le urine, dolori e tumefazione lom-

bare. La cura è essenzialmente chirurgica e può richiedere l’asportazione del rene malato (nefrectomia). Un sogno premonitore anticipò quel che sarebbe successivamente avvenuto: un tonfo nella notte prese possesso del corpo e dell’anima, prepotente, metallico, malefico; dopo anni di silenzio il grosso incomodo che interrompeva la via si presentò ancor più aggressivo e incessante. Un vortice strozzato si palesa impossessandosi dello spazio, estende le sue membra fino a diventare protagonista minaccioso della scena, destando una sublime inquietudine. L’artista esorcizza il suo dolore, attinge alla paura e all’ansia, materializzandola più nera e possente che mai.

Andrea Famà. Idronefrosi, veduta della mostra, Galleria Moitre, Torino, 2018. Courtesy: Galleria Moitre, Torino

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ESPOARTE DIGITAL

MARCOROSSI artecontemporanea Via della Rocca, 36 www.marcorossiartecontemporanea.net

RUNE GUNERIUSSEN. TRACES OF AFFECION fino al 9 dicembre 2018 In mostra una selezione di dieci opere fotografiche, di grande formato, caratterizzate dalla transizione tra installazione e fotografia, dove quest’ultima rappresenta il punto d’arrivo dell’atto creativo. Nel silenzio rarefatto della natura della Norvegia, l’artista dispone lampade, libri, telefoni, seggiole e altri oggetti di uso quotidiano, che metaforicamente risuonano come amplificate da un’eco. L’opera è realizzata sul posto, in totale solitudine, nel quadro di un contesto naturale che svolge un

duplice ruolo: si configura al tempo stesso come protagonista e cornice dell’installazione. Nascono quindi sculture effimere, concepite su larga scala, che sopravvivono solo all’interno dello scatto fotografico. Ogni immagine sintetizza il processo di creazione dell’opera che coinvolge l’oggetto, la sua storia, lo spazio circostante e il tempo. L’effetto finale è un affascinante connubio tra natura e oggetti, in cui questi ultimi si animano perdendo la loro connotazione di manufatto umano. I soggetti dominano la scena diventando immutabili come gli elementi della natura circostante e trasformano il paesaggio da naturale in fiabesco.

Rune Guneriussen, Pulsate on a pivotal line, 2011, digital c-print/aluminum/laminate, cm 125x158, ed. 1/5 + 2AP

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SPECIALE TORINO

/ PREVIEW /

Xerjoff Gallery Via Cavour, 1 www.xerjoff.com

LIA PASCANIUC. VITA LIQUIDA a cura di Carla Testore Preview 31 ottobre 2018 30 novembre 2018 - 19 gennaio 2019 Nel mese dedicato all’arte contemporanea, sbarca a Torino un format multisensoriale e innovativo. XERJOFF GALLERY nasce da un’idea di Sergio Momo, direttore creativo e AD di XERJOFFGroup e di Andrea Tessitore, Presidente dell’azienda torinese che da oltre dieci anni rappresenta la profumeria italiana di lusso nel mondo. Per festeggiare il primo anniversario dall’apertura del flagship store di via Cavour 1, giovedì 29 novembre sarà inaugurata la XERJOFF GALLERY con l’esposizione dell’artista Lia Pascaniuc “VITA LIQUIDA” a cura di Carla Testore, in programma fino al 19 gennaio 2019. L’ampio spazio espositivo all’interno della Boutique sarà dedicato a mostre ed eventi culturali, per promuovere il dialogo possibile tra espressioni artistiche complementari. L’artista Lia Pascaniuc aprirà la serie di mostre in programma alla XERJOFF GALLERY il 29 novembre, con il progetto “VITA LIQUIDA” con il quale, attraverso una serie di opere ed installazioni tridimensionali, racconta la natura in continuo moLia Pascaniuc, I migranti ambientali dove andranno, 2014. © Lia Pascaniuc

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vimento, sottolineando la bellezza e la fragilità del nostro ecosistema, mentre un profumo dalle note marine, 40KNOTS,parte della collezione di XERJOFF, evocherà le atmosfere delle acque profonde, di una vita sommersa, di una vita ... liquida. Un’anteprima delle opere in mostra sarà esposta a partire dal 31 ottobre nella vetrina di via Cavour 1.

Bookshop Fondazione Sandretto Re Rebaudengo Via Modane, 20 www.fsrr.org

MASSIMILIANO CAMELLINI. ORE 18.00, L’ORARIO È FINITO 18 gennaio - 17 febbraio 2019 Inaugurazione: giovedì 17 gennaio 2019, ore 19 Presentazione del volume: 31 gennaio 2019 ore 19, Auditorium Fondazione Sandretto Re Rabaudengo (Via Modane 20, Torino) Ore 18.00, l’orario è finito è un progetto fotografico, realizzato all’interno degli spazi dell’ex Cotonificio Leumann di Collegno (Torino) dal 2010 al 2012, da Massimiliano Camellini (Venezia, 1964 - Vive e lavora tra Reggio Emilia e Milano) che, dagli anni Novanta, si occupa di fotografia di ricerca. Il progetto è curato da Lorand Hegyi che su di lui scrive: «[…] Massimiliano Camellini ci mostra il passato attraverso l’avvicinamento ai piccoli, quasi invisibili e insignificanti dettagli del presente, che portano in se stessi la totalità del passato. Così nasce la melanconia, la interiorizzazione fatalistica del trascorrere del tempo, mentre noi sperimentiamo empaticamente l’intera Lebensvergangenheit (il passato che diviene progressivamente una componente del


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Massimiliano Camellini, Leumann 10, Collegno (Torino), 2011

Massimiliano Camellini, Chiudere bene la porta sempre, Collegno (Torino), 2011

contemporaneo) nell’ambiente che ci circonda». Questo corpus di lavoro, realizzato tra il 2010 e il 2012, viene esposto negli spazi del Bookshop della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo nella mostra fotografica Massimiliano Camellini Ore 18.00, l’orario è finito dal 17 gennaio prossimo, e racchiuso in un volume bilingue edito da Hapax Editore (Torino, 2013) e che verrà presentato il 31 gennaio 2019 presso l’Auditorium della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Interverranno Manuela De Leonardis, critica d’arte e di fotografia, l’editore Riccardo Lorenzino, Carla Gutermann, storica dell’industria, e Giuseppe Croce, docente di Economia del Lavoro all’Università “La Sapienza” di Roma. La chiusura di un cerchio sul progetto di Camellini presentato per la prima volta prima al MIA (Milan Image Art Fair) nel 2013, nell’ambito del Festival Fotografico Europeo 2013 presso il Museo del Tessile di Busto Arsizio, all’interno della rassegna Italian Nostalgia presso il Museo della Fotografia di Seoul nel 2014 ed è stato oggetto della mostra “La suite du temps” organizzata dal MAMC - Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Saint Etienne nel 2015. La mostra in Fondazione Sandretto è quindi un ritorno al territorio, punto

di partenza della ricerca di Camellini, da un punto di vista iconografico ma anche emotivo e storico. Il luogo all’interno del quale si è sviluppato il lavoro di Massimiliano Camellini è, infatti, l’antico Cotonificio Leumann di Collegno, in provincia di Torino, al centro dell’innovativo villaggio operaio che l’industriale Napoleone Leumann fece costruire attorno all’opificio tra fine Ottocento e inizio Novecento: un esperimento imprenditoriale illuminato che si faceva carico della riproduzione delle stesse risorse sociali sulle quali la fabbrica incideva. Il progetto fotografico racconta la fine dell’era industriale in Europa, l’epilogo di un sogno basato sull’espansione manifatturiera e il suo welfare e che a suo tempo non aveva fatto i conti con la globalizzazione. Attraverso le immagini in bianco e nero, il racconto della presenza a presenza dei lavoratori che hanno vissuto la fabbrica e che l’hanno lasciata varcando per l’ultima volta quei cancelli nell’aprile del 2007, quanto fu chiusa per sempre. Ogni cosa era stata lasciata al suo posto, quasi a significare che la cessazione dell’attività fosse stata improvvisa. Le immagini ricostruiscono l’ultimo giorno di lavoro, quel momento dove la fine dell’orario lavorativo (18.00) ha coinciso con la fine di un’epoca. 133


SPECIALE TORINO

/ SPAZI /

SPAZIO LANCIA UNA CONTEMPORANEITÀ ULTRAFUNZIONALE

Intervista a TIZIANA CARPINELLO di Francesca Di Giorgio

Spazio Lancia, Torino. © Davide Dusnasco – www.davidedusnasco.com 134


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SPECIALE TORINO

Al primo piano – completamente ristrutturato – di Palazzo Lancia a Torino, nel Borgo di San Paolo, è nato un nuovo spazio culturale per la città. L’opening, il 25 ottobre scorso (con la performance di danza contemporanea a cura di La B. Fujiko e il dj set di Thomas Costantin). Poco prima dell’art week torinese di inizio novembre si affaccia una nuova realtà che dall’interno di un palazzo storico guarda al futuro. Il progetto di ristrutturazione parte proprio da questi presupposti rispettando, appunto, la struttura originaria ma guardando avanti, a ciò che potrà accogliere, all’insegna della polivalenza: eventi privati, mostre, esposizioni, convegni e presentazioni. L’arte sarà di certo una dei temi di punta per far vivere lo spazio anche perché dietro a questo progetto, ideato e sostenuto dalla Bentley SOA c’è il nome dalla manager, e collezionista, Tiziana Carpinello a cui abbiamo rivolto questa intervista. Un esempio di illuminismo corporate, testimoniato dalle varie pubblicazioni artistiche promosse negli anni, tra cui quelle su Alain Fleisher e Pininfarina, o l’inserimento di Palazzo Lancia, diventato sede di Bentley SOA, nel programma delle ultime due edizioni di Open House, o dalla collezione delle sculture di Walter Kopp innestata tra gli uffici. Il progetto originario del

Spazio Lancia, Torino. © Davide Dusnasco – www.davidedusnasco.com 136

Tiziana Carpinello e Marco Gennario. © Davide Dusnasco – www.davidedusnasco.com

Palazzo porta la firma dell’architetto Nino Rosani che lo progettò nel 1953, in collaborazione con lo studio Giò Ponti. Fino ai primi anni Sessanta è stato la sede della celebre casa automobilistica, prima di cambiare più volte destinazione. Oggi, il restyling, “di natura contemporanea e ultrafunzionale”, a cura dell’architetto Marco Gennaro rimette in luce la struttura del primo piano… Ci descrive le caratteristiche di Spazio Lancia dalle origini al recente restyling? Che tipo di spazi avete a disposizione per esprimere quella polifunzionalità utile ad accogliere progetti diversificati? Quello che prima era un ambiente dedicato agli archivi, adesso è diventato un ampio e particolare spazio espositivo, dalla chiara dialettica contemporanea. Già gli architetti che lo progettarono vollero esprimere questo concept, basti vedere le travi triangolari in cemento o i soffitti spioventi e tanti altri dettagli molto coerenti con un’estetica d’avanguardia. Il restyling ha voluto mantenere questa continuità con il passato, per cui è stata riattualizzata, con grande garbo, la struttura preesistente, riqualificandola e valorizzandola al massimo. Il risultato è uno spazio che per “costituzione”, e anche per


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dimensione, si presta a confrontarsi con vari linguaggi, dalle arti visive al design, dalla musica alla danza e, perché no, anche alla moda o al food. Un palazzo storico degli Anni ’50 che ha già di per sé un legame con Torino… Ma quali saranno i contatti e le collaborazioni che volete rinsaldare, a livello culturale, con il territorio e, nello specifico, con la città? Spazio Lancia nasce proprio con l’obiettivo di alimentare la proposta artistica e creativa torinese, già molto ricca. Il legame con Torino vogliamo tenerlo molto forte anche per dare un seguito alla storia di questo Palazzo, che per la città ha significato molto. Ancora non le abbiamo definite tutte, ma stiamo già dialogando con molte realtà, istituzionali e non, con le quali daremo vita

a progetti artistici di rilievo. Tuttavia ci piace pensare di poter diventare uno spazio polifunzionale, dove la costante sia l’espressione creativa, ma dove i linguaggi e le manifestazioni possano rimanere mutevoli. Il rapporto Arte & Impresa sarà sotto i riflettori durante la settimana dell’arte torinese, tanti, ad esempio, i progetti sostenuti da diverse aziende all’interno delle Fiere d’arte contemporanea. Da manager e collezionista qual è la sua visione a riguardo? I privati possono dare il contributo più importante al sistema dell’arte. Soprattutto in questa fase storica, soprattutto in Italia, credo che il pubblico debba impegnarsi a favorire il ruolo dei privati nel sostegno del contemporaneo, in applicazione del principio di sussidiarietà. Molto è stato fatto, ma

La performance ideata da La B. Fujiko. © Davide Dusnasco – www.davidedusnasco.com 137


SPECIALE TORINO

Spazio Lancia, Torino. © Davide Dusnasco – www.davidedusnasco.com

molto si può ancora fare, sia sotto il profilo fiscale che burocratico, affinché i soggetti privati possano diventare players istituzionali dell’art system. Dopo l’opening del 25 ottobre, quali saranno le prime mosse di Spazio Lancia in direzione dell’arte contemporanea e, in generale, verso il panorama culturale della città? Per ora di anticipazioni possiamo darne poche. Posso senz’altro annunciare la prima mostra d’arte in programma. Si tratta della personale di Erik Saglia, giovane artista torinese, di grande talento, che sta studiando un progetto site specific di grande fascino per lo Spazio, da presentare alla fine del mese di novembre. Subito dopo l’opening inizieremo con la comunicazione della mo138

stra e ne racconteremo tutti i dettagli. Nel frattempo presenteremo anche altri eventi “one shot” e organizzeremo alcune serate. Nel 2019 vorremmo dare anche spazio al design, ma vogliamo costruire la programmazione anche sulla base della valutazione delle proposte che riceveremo dopo l’opening.

SPAZIO LANCIA Via Vincenzo Lancia 27, Torino Info: info@spaziolancia.it www.spaziolancia.it




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