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LA PRIMAVERA IN CUCINA di
Davide Tremante
Con l’arrivo della primavera, l’aria si fa più dolce e il sole comincia a riscaldare la terra. È il momento perfetto per godere delle verdure primaverili, ricche di nutrienti e di sapore. In questo articolo parleremo delle proprietà delle verdure primaverili e dei loro benefici per la salute.
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Vediamo ora quali sono!
Gli asparagi
Sono un alimento ricco di proprietà benefiche per il nostro organismo. Sono ricchi di antiossidanti, come i flavonoidi, che aiutano a combattere lo stress ossidativo e ad eliminare le sostanze nocive dal nostro corpo. Inoltre, gli asparagi contengono vitamine A, C, E e K, che aiutano a rafforzare il sistema immunitario e a prevenire le malattie cardiovascolari.
I piselli
Sono un altro ortaggio primaverile che offre numerosi benefici per la salute. Sono ricchi di proteine, fibre, vitamine e minerali. In particolare, i piselli contengono una grande quantità di vitamina C, che aiuta a rinforzare il sistema immunitario e a proteggere la pelle dal danneggiamento dei raggi UV. Inoltre, i piselli contengono una grande quantità di antiossidanti, che aiutano a combattere i radicali liberi e a prevenire l’invecchiamento precoce.
Le carote
Sono una verdura primaverile molto comune, che offre molti benefici. Sono ricche di vitamina A, che aiuta a mantenere la pelle sana. Le carote contengono poi una grande quantità di fibre, che aiutano a regolare il transito intestinale e a prevenire le malattie del sistema digestivo.
La lattuga
È ricca di vitamine e minerali, come la vitamina C, il potassio e il calcio. Inoltre, la lattuga contiene una grande quantità di antiossidanti, che aiutano a combattere lo stress ossidativo e a prevenire le malattie cardiovascolari.
Gli spinaci
Sono una verdura primaverile molto nutriente. Sono ricchi di vitamine A, C e K, che aiutano a rinforzare il sistema immunitario e a proteggere la salute delle ossa. Contengono anche una grande quantità di ferro, che aiuta a prevenire l’anemia e a mantenere i livelli di energia alti.
Il cavolo
È ricco di vitamine e minerali, come la vitamina C, il potassio e il calcio. E non solo; il cavolo contiene anche una grande quantità di antiossidanti ed un composto chiamato sulforafano, che ha proprietà antinfiammatorie e anticancerogene.
Le cipolle
Sono ricche di antiossidanti, come i flavonoidi e contengono una grande quantità di vitamina C.
Le zucchine
Sono una verdura primaverile molto leggera e nutriente: sono ricche di vitamine e minerali, come la vitamina C, il potassio e il magnesio oltre ad essere una fonte di fibre.
I broccoli
Sono ricchi di vitamine A, C e K. Sono pieni di antiossidanti e anch’essi sono fonte di sulforafano.
I pomodori
Sono uno dei simboli della cucina italiana nel mondo. Sono ricchi di vitamina C e contengono licopene, un antiossidante. Inoltre, i pomodori contengono una grande quantità di potassio, che aiuta a mantenere la pressione sanguigna sotto controllo e a prevenire le malattie cardiovascolari.
Conclusioni
In conclusione, le verdure primaverili offrono numerosi benefici per la salute. Sono ricche di vitamine, minerali, antiossidanti, fibre ed altri nutrienti indispensabili al corretto funzionamento del nostro organismo.
Questa stagione è una delle stagioni con la più grande varietà di verdura ed è bene consumare questi prodotti nella loro stagione, poiché più ricchi e saporiti rispetto allo stesso ortaggio cresciuto in serra o coltivato all’estero (oltre che meno impattanti sull’ambiente!). Questa stagione riesce ad abbracciare più temperature consentendoci così di godere delle ultime zuppe ma anche delle prime insalatone!
Una regola che dovreste sempre cercare di seguire è quella “dei colori”, questa consiste nel cercare di inserire più colori possibile all’interno dei vostri piatti: più colori avrete, più il piatto sarà ricco di nutrienti diversi. Ovviamente questa regola va presa molto con le pinze, ma il fatto di aggiungere tanti colori vi invoglierà ad avere molte verdure all’interno dei vostri piatti cosa che di certo, vi farà bene!
Ora non vi resta che sbizzarrirvi creando piatti buonissimi e coloratissimi con l’ausilio delle verdure che questa stagione ci offre!
Ingredienti (per 4 persone):
- asparagi 500g
- latte 200ml
- farina 2 / 3 cucchiai
- burro 150g
- spezie q.b
- formaggio stagionato q.b.
- foglie di pasta fresca 400g
Procedimento: cominciamo col tagliare gli asparagi separando le punte dal gambo e dalla parte legnosa. Con le punte faremo le decorazioni, mentre i gambi serviranno per preparare la nostra salsa; la parte legnosa, invece, potrete tenerla da parte per preparare un brodo o altri fondi.
Partiamo con le punte degli asparagi, portiamo a bollore dell’acqua e ci mettiamo le nostre punte. Quando queste avranno raggiunto un bel verde brillante (circa 30 / 60 secondi) le buttiamo in acqua ghiacciata così da fermare il colore e mantenerlo bello brillante.
Nella stessa acqua delle punte buttiamo ora i gambi, diamo anche a loro una bella sbollentata e, non appena diventeranno verde brillante, li buttiamo in una padella con olio caldo ed aglio, diamo una bella scottata e li mettiamo in un bicchiere per frullarli col frullatore ad immersione. Dovremmo ottenere un composto abbastanza liquido; se così non fosse, aggiungiamo cucchiai dell’acqua di cottura degli asparagi.
Filtriamo il liquido ottenuto con l’ausilio di un colino e dovremmo trovarci con un composto liscio e molto liquido da una parte e la parte solida e filamentosa dall’altra. Tenete la parte solida, potrà essere usata in altre preparazioni come brodi o mangiata condita con un filo di olio!
Prepariamo adesso le due “salse”. Partiamo con la classica besciamella: in un pentolino versiamo il burro e lo facciamo sciogliere; a burro sciolto aggiungiamo un cucchiaio di farina e amalgamiamo bene mescolando di continuo per evitare la formazione di grumi. Non appena avremo un bel composto omogeneo, andiamo ad aggiungere il latte e le spezie. Io l’ho tenuta semplice e l’ho condita con pepe e noce moscata, ma voi potrete aggiungere le spezie che più vi aggradano. Continuiamo a cuocere a fuoco medio alto fino ad ottenere una consistenza abbastanza densa e mettiamo da parte.
Nello stesso pentolino, andiamo a far sciogliere il resto del burro e aggiungiamo un cucchiaio di farina, continuiamo a mescolare fino a che il nostro fondo non acquisisce un colore un po’ dorato, a questo punto aggiungiamo il liquido ottenuto frullando gli asparagi e continuiamo a cuocere e mescolare fino ad ottenere una salsa dalla consistenza della besciamella.
A questo punto non ci resterà che formare la nostra lasagna alternando strati di pasta a strati di besciamella e sugo aggiungendo un po’ di formaggio grattugiato di tanto in tanto e cuocere a 180° per circa 25 minuti.
Una volta estratta dal forno, non dovremo far altro che servirla e decorarla con le punte degli asparagi, qualche fiorellino per dare colore (consiglio viole e primule che sono commestibili) e, se lo avete, del tartufo in scaglie.
Buon appetito!
A Volte Basterebbe Aggiungere Una Lettera
Uno degli argomenti che più appassiona gli osservatori dei fenomeni socio-culturali e pedagogici, è certamente quello del disagio giovanile.
Solo a pensarci, si apre davanti una prateria di considerazioni, di riflessioni, di sentenze emesse nel tribunale dell’interiore giudizio.
Tutti cespugli in una foresta dove spesso il pro è uguale al contro, il paradossale è simile allo scontato, la condanna cammina sugli stessi sentieri dell’assoluzione.
Tanti i protagonisti frequentatori di questa prateria sociale: i genitori, la scuola, la società e, ovviamente, i giovani con lo zaino dell’adolescenza, ripieno di aspettative, di speranze e di futuro. I genitori, quelli coscienziosi, cercano di capire se i propri figli vivono o meno uno stato di disagio. È comprensibile, visto che è conforme al loro ruolo educativo.
Questo lavoro di atavica responsabilità, non sempre però riesce a fare breccia fra la nebbia della comprensione. Vuoi perché, socialmente, vivono magari su due livelli diversi, dove gli inte-
DETTO TRA NOI...
di Sergio Grifoni
ressi potrebbero divergere in maniera significativa. Vuoi perché il genitore non sempre è aggiornato sugli standard sociali che avvolgono i propri figli.
A volte il primo vorrebbe che il figlio facesse suoi i format comportamentali che hanno guidato i suoi anni giovanili, non capendo che non sono cambiati i giovani, sono cambiati gli anni.
Immaginate una lunga via, piena zeppa di negozi che propongono i generi più svariati. La domanda da farsi deve essere: se la via è percorsa da un adolescente, in quali negozi entrerebbe per curiosare e comprare? Se, di contro, è il padre a fare tale tragitto, entrerebbe negli stessi negozi? Probabilmente no.

Ecco quindi che, fino a quando il figlio è bambino e passeggia tenendo per mano il padre, è costretto ad entrare nel negozio dove entra il genitore. Nel momento in cui quella mano si distacca, la scelta si carica di autonomia e diversità.
Il genitore è generalmente visto come un punto di riferimento carico di potere: che affascina, tranquillizza, rassicura. Più si cresce e, proporzionalmente, più diminuisce questa sensazione di pote- re educativo e sostitutivo, lasciando prima il passo all’incomprensione, per finire poi nella ribellione. Svanisce anche l’esigenza della tranquilla sicurezza, con la certezza di poterla trovare nelle proprie scelte.
Bella la storia del bambino che viveva in una famiglia non agiata ma dignitosa.
La mamma gli raccontava sempre di un prezioso libretto di risparmio dove il papà teneva i soldi per ogni evenienza. E quel bambino, pur non guazzando nell’oro, ha sempre vissuto la sua fanciullezza nella massima serenità, conscio che ogni ostacolo economico sarebbe stato superato da quel libretto che, solo più tardi, ha scoperto la sua inesistenza.
Analizziamo un altro aspetto del disagio: il cosiddetto “ragazzo di strada”.
Perchè prova, almeno apparentemente, meno disagio rispetto a chi vive all’interno di consolidati parametri sociali? Perché è costretto a camminare in lungo e largo in quella via, entrando, non nei negozi che preferisce, ma in quelli che trova aperti.
Poi in questa nostra ipotetica prateria, c’è la scuola, dove i valori trasmessi dalla famiglia, spesso con l’esempio, dovrebbero essere rafforzati attraverso l’insegnamento.
In proposito, vedendo come si sviluppa il momento scolastico, mi nasce una domanda: sono i giovani che si adeguano al sistema educativo, o è la scuola che si adegua al sistema comportamentale dei giovani?
Se prima fare il genitore ed insegnare scolasticamente era un mestiere impegnativo, oggi diventa difficile se non improbo. E quando nel convivere sociale emerge la difficoltà, il disagio trova terreno fertile per attecchire.

Per ultimo analizziamo i veri protagonisti di queste mie considerazioni, ovvero i giovani. Per molti di loro, classificare il disagio che vivono come fenomeno sociale o singolo che nasce dalla difficoltà psicologica di crescita ed adeguamento, è un paradosso, più che un assioma. Una definizione cioè che spunta da elementi di giudizio cristallizzati, come stereotipi basati sulla superficialità. Quale reale dimensione assume allora il disagio per un adolescente?
Innanzitutto è una naturale insofferenza verso un sistema non accettato.
Può essere il non riuscire a replicare modelli costruiti o imitati. Il sentirsi rifiutati dal proprio contorno sociale, ovvero la non accettazione in quello che loro chiamano gruppo, che con il diniego diventa branco.
Può essere il sommarsi delle delusioni, delle sconfitte, di illusioni mai diventate certezze. Può essere il frutto di un istinto o di esperienze vissute. E quali i rimedi?
A volte si sceglie lo stordimento, lasciando alle droghe o all’alcool il compito di risanare e ricucire in maniera effimera alcuni istanti lacerati della propria esistenza. Oppure ci si affida a gesti plateali, che fanno della trasgressività la propria ragione di sussistenza, attraverso l’additivo dell’apparire per dimostrare di essere. Spesso si ricorre a comportamenti autolesionistici, dove il coraggio viene mistificato dall’idiozia. Il crearsi ematomi facciali visibili, l’attraversare bendati in auto un incrocio, gettarsi in uno strapiombo augurandosi che la fune resista, sono ingredienti del voler diventare un modello da apprezzare: non tanto per la concretezza, ma per la temerarietà. Non si comprende forse che è solo un modo sciagurato di avvicinarsi alla eterea illusione attraverso uno stato di disorientamento sociale.
D’altra parte, se i personaggi di spiccato successo mediatico, spesso si drogano, si costruiscono tatuaggi da capo ai piedi, bevono come dannati, si colorano i capelli con tonalità iridate, si bucano di piercing in ogni dove, sbarellano nei comportamenti, devo farlo anch’io se voglio emergere visivamente nella vita.
Detto fra noi, basterebbe solo aggiungere una semplice lettera per risolvere il problema, e così il disagio diventerebbe magicamente un di saggio.
È facile scriverlo, realizzarlo un po’ meno…