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UNA PANORAMICA GENERALE SULL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE di Leonardo Tiene
L’Intelligenza Artificiale (IA) è una delle tecnologie più innovative e promettenti del nostro tempo. È un campo di ricerca interdisciplinare che si occupa di sviluppare algoritmi e sistemi in grado di permettere ai computer di emulare il pensiero umano, apprendere dai dati, riconoscere pattern e prendere decisioni autonome. L’IA è presente in molte applicazioni che usiamo quotidianamente, come gli assistenti vocali, i motori di ricerca e le chatbot, ma ha anche il potenziale per rivoluzionare molti settori, dalla medicina alla finanza, dalla logistica alla produzione. In questo articolo esploreremo la storia dell’IA, i suoi principali ambiti di applicazione, le sue sfide e le sue opportunità future.
STORIA
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L’idea di creare macchine intelligenti risale almeno al XVII secolo, quando il matematico tedesco Gottfried Leibniz propose un calcolatore meccanico in grado di compiere operazioni matematiche. Tuttavia, l’IA come la conosciamo oggi è nata solo alla fine degli anni ‘50, quando il matematico e informatico americano John McCarthy coniò il termine “intelligenza artificiale” e fondò il primo laboratorio di ricerca sull’IA presso il MIT. Negli anni ‘60 e ‘70, l’IA si concentrò principalmente sulla creazione di programmi che potessero risolvere problemi di logica e matematica. Tuttavia, a metà degli anni ‘80, l’IA subì una brusca battuta d’arresto, quando i risultati ottenuti si rivelarono deludenti e le risorse finanziarie si ridussero.
Negli ultimi anni, l’IA ha subito una nuova rinascita, grazie all’avvento di nuove tecnologie come il cloud computing, il big data e il machine learning. Oggi, l’IA sta rivoluzionando molti settori, dalla medicina alla finanza, dalla logistica alla produzione.
Applicazioni
L’IA trova applicazione in una vasta gamma di settori. Di seguito, presentiamo alcuni dei principali ambiti di applicazione dell’IA:
• assistenza sanitaria: analizzare grandi quantità di dati medici, identificare pattern e aiutare i medici nella diagnosi e nella pianificazione del trattamento;
• finanza: analizzare i dati finanziari, prevedere le tendenze di mercato e identificare opportunità di investimento.
• automazione: per processi ripetitivi e migliorare l’efficienza dei processi produttivi;
• trasporti: migliorare la sicurezza stradale, per ottimizzare il flusso del traffico e per sviluppare veicoli autonomi;
• sicurezza: per rilevare e prevenire le minacce, come gli attacchi informatici e il terrorismo;
• marketing: l’IA può essere utilizzata per analizzare i dati dei clienti, individuare i loro gusti e preferenze, e sviluppare strategie di marketing personalizzate;
• assistenza virtuale: per sviluppare assistenti vocali e chatbot, che possono aiutare le persone a ottenere informazioni e risposte alle loro domande;
• educazione: programmi di apprendimento personalizzati e per migliorare l’efficacia dell’insegnamento;
• gioco: sviluppare giochi intelligenti, in grado di adattarsi al livello di abilità dei giocatori e di fornire un’esperienza di gioco personalizzata;
• scienze sociali: analizzare i dati sociali, identificare tendenze e comportamenti e sviluppare modelli predittivi.
Sfide
L’IA ha il potenziale per rivoluzionare molti settori, ma ci sono anche molte sfide da affrontare. Di seguito, presentiamo alcune delle principali sfide dell’IA:
• bias: l’IA può essere influenzata dai pregiudizi dei suoi creatori o dalle fonti di dati utilizzate per addestrarla. Ciò può portare a risultati distorti e discriminazioni ingiuste;
• privacy: l’IA richiede grandi quantità di dati per essere addestrata, il che solleva preoccupazioni sulla privacy e la sicurezza dei dati;
• controllo: l’IA può prendere decisioni autonome, il che solleva preoccupazioni sulla sua capacità di controllare e gestire il suo comportamento;
• occupazione: l’IA ha il potenziale per automatizzare molti lavori, il che potrebbe portare a perdite di posti di lavoro e disuguaglianze economiche.
• Responsabilità: l’IA può causare danni involontari o pregiudicare le decisioni umane, il che solleva preoccupazioni sulla responsabilità legale e morale delle sue azioni.
Opportunit
Nonostante le sfide, l’IA offre anche molte opportunità per il fu- turo. Di seguito, presentiamo alcune delle principali opportunità dell’IA:
• miglioramento della salute: per migliorare la diagnosi e il trattamento delle malattie, individuare nuovi farmaci e ridurre i costi sanitari;
• sviluppo sostenibile: per sviluppare soluzioni intelligenti per l’energia, l’agricoltura e la gestione dei rifiuti, al fine di ridurre l’impatto ambientale dell’umanità;
• sicurezza: utilizzata per prevenire e contrastare il terrorismo, il crimine e le minacce informatiche;
• efficienza: per automatizzare i processi ripetitivi, migliorare l’efficienza e ridurre i costi dei processi produttivi;
• apprendimento: per sviluppare modelli di apprendimento personalizzati e migliorare l’accesso all’istruzione per tutti.
CONCLUSIONI
L’intelligenza artificiale è una tecnologia in continua evoluzione, che sta rivoluzionando molti aspetti della nostra vita. L’IA offre molte opportunità per migliorare la salute, l’ambiente, la sicurezza e l’efficienza, ma presenta anche molte sfide, tra cui il bias, la privacy, il controllo, l’occupazione e la responsabilità. Per affrontare queste sfide, è importante sviluppare una governance dell’IA che garantisca la trasparenza, l’accountability e la responsabilità sociale.
L’IA può essere utilizzata per migliorare la vita delle persone, ma è importante sviluppare una governance che garantisca la sicurezza e l’etica dell’IA. Inoltre, è importante garantire che l’IA non sostituisca completamente l’essere umano, ma che lavori insieme ad esso per migliorare la qualità della vita e creare un futuro migliore per tutti.
“Giochi ogni giorno con la luce dell’universo. Sottile visitatrice, giungi nel fiore e nell’acqua. […]”
Queste parole di Pablo Neruda ci descrivono con eleganza e maestosità l’arrivo della stagione che da sempre è simbolo di rinascita, della vita che torna a manifestarsi dopo la quiete invernale: la primavera!
EQUINOZIO DI PRIMAVERA: 21 MARZO?
Anche se spesso si tende ad associare il 21 marzo come giorno simbolico di inizio primavera, in realtà non è un evento con cadenza stabile e definita: può essere collocabile tra il 19 e il 21 marzo, variazione possibile a causa del moto di rivoluzione della Terra, che differisce di circa poco più di 6 ore rispetto ai canonici 365 giorni previsti dal calendario gregoriano. Per risolvere questo eccesso temporale, ogni quattro anni è stato deciso di inserire un anno bisestile (in cui febbraio ha 29 giorni), e questo influenza anche la data di equinozio, che può quindi non essere sempre la stessa.
Per rendere meglio l’idea: tra il 2000 e il 2030, solo nel 2003 e nel 2007 l’equinozio di primavera è avvenuto il 21 marzo. Quest’anno invece, l’orario preciso in cui il sole sarà in posizione perpendicolare rispetto all’equatore sarà il 20 marzo alle 21:24, momento che segnerà quindi l’inizio della stagione primaverile.
FIORI PRIMAVERILI
Quando l’inverno è ormai alle porte, un dolce profumo inebria l’aria: profumo di primavera!
Piccole sentinelle colorate ne annunciano infatti l’arrivo: i fiori, grazie ai quali le grigie giornate invernali lasciano il posto a un’esplosione di colori.
La fioritura è regolata da una serie di fattori ambientali, tra cui la temperatura dell’aria è uno dei più importanti. Nello specifico, essa viene innescata da uno specifico processo chimico, indotto da una proteina chiamata Flowering Locus T (FT). Grazie alle foglie, la pianta è in grado di percepire la durata del giorno: è per questo motivo che alcune sbocciano quando le giornate si allungano, mentre altre invece preferiscono le giornate corte. Per dare il via al processo di fioritura, “le foglie sintetizzano e trasmettono la proteina FT nel tessuto vascolare (il floema, incaricato del trasporto di zucchero e nutrienti al resto della pianta), che fa viaggiare l’induttore fino all’apice del germoglio, dove si trovano le strutture che daranno origine a nuovi fusti e foglie. Qui la proteina FT promuove la formazione di nuovi boccioli” (Fonte: focus.it).
Ma quali sono i primi fiori che annunciano l’arrivo della primavera? Di seguito la TOP10 di Atlas Magazine, Il mondo sulle nostre spalle:
1. Margherita (Leucanthemum vulgare oppure Chrysanthemum leucanthemum). L’origine del nome deriva dall’unione di due parole greche: “leukos”, ovvero “bianco” e “anthemon”, che significa “fiore”.
2. Primula (Primula vulgaris). Dal latino “primus”, cioè “primo”, in quanto il suo sbocciare annuncia il primo apparire della primavera.
7. Narciso (Narcissus). Deriva dal greco “narkào” che significa “stordisco”, con riferimento all’odore molto intenso emanato dai fiori.
3. Violetta. Il termine deriva dal greco antico “ion”, “fiore blu scuro”.
8. Gelsomino (Jasminum). Il nome gelsomino deriva dalla parola persiana “yasmin”, che significa “fiore profumato”.
4. Fiore di ciliegio. È il fiore di uno dei diversi alberi del genere Prunus; il termine ciliegio deriva dal latino ceresium.
9. Camelia (Camellia). Si ritiene che il nome sia stato attribuito nel 1735 dal botanico Linneo che volle dedicarlo al religioso Joseph Kamel, il primo a importare il fiore dal Giappone in Europa.
5. Tulipano (Tulipa sylvestris). Il termine deriva dal turco “tülbend” cioè “turbante”.
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6. Glicine (Wisteria). Termine che deriva dal greco “glykýs”, cioè “dolce”, per il sapore dolciastro proprio dei fiori.

CAMBIAMENTO CLIMATICO E FIORITURE ANTICIPATE
Come visto in precedenza, la temperatura dell’aria è uno dei fattori più importanti per quanto riguarda la fioritura delle piante in primavera. A causa del riscaldamento globale, facendo sempre più caldo e iniziando quest’ultimo sempre prima nel corso dell’anno, il rischio è quello di incorrere in fioriture precoci con conseguente rischio di gelate o di altri danni legati alle basse temperature. A dimostrazione di questo, uno studio condotto nel Regno Unito e pubblicato su Proceedings of the Royal Society B, ha dimostrato come il periodo di fioritura delle piante nel Paese sia anticipato di circa un mese dagli anni Ottanta a oggi. Oltre a questo, anche se un fiore “dovesse sopravvivere senza problemi a un’ipotetica fioritura marzolina, non è detto che trovi gli impollinatori che gli serviranno per riprodursi, e che sono ancora legati alle “vecchie” stagioni” (Fonte: focus.it/ambiente/natura/regno-unito-fiori-sbocciano-un-mese-prima).
ALLERGIE STAGIONALI: PRIMAVERA! di Leonardo Tiene
La primavera è una stagione meravigliosa, ma per molte persone rappresenta anche un periodo difficile a causa delle allergie. Se sei una di queste persone sai già quanto fastidiose possano essere, ma forse non conosci tutte le cause dei tuoi sintomi o come alleviarli.
In questo articolo vedremo nel dettaglio come affrontare al meglio il bel periodo dell’anno.
SINTOMI
Le allergie primaverili sono causate dalla fioritura di alcune piante che rilasciano polline nell’aria, il quale può provocare una reazione allergica nel corpo, manifestandosi con diversi sintomi. Alcuni dei più comuni includono:
• starnuti
• naso che cola o congestionato
• occhi pruriginosi e lacrimosi
• gola irritata o pruriginosa
• tosse secca
• affaticamento generale
Questi sintomi possono variare in intensità da persona a persona, ma tendono a essere più acuti durante i periodi di alta concentrazione di polline nell’aria.
CAUSE
Quali sono le piante maggiormente coinvolte nella produzione del polline?
Qui un elenco riassuntivo:
• betulle
• ontani
• pioppi
• cedri
• acacie
• graminacee
Il polline di queste piante viene rilasciato nell’aria e può entrare in contatto con le mucose nasali e oculari, causando una reazione allergica nel corpo. Alcune persone possono anche essere allergiche a peli di animali o a polvere, che possono esacerbare i sintomi delle allergie primaverili.
RIMEDI
Ci sono molte opzioni per alleviare i sintomi delle allergie primaverili. Alcuni rimedi comuni includono:
• antistaminici: questi farmaci aiutano a ridurre la reazione allergica nel corpo e possono alleviare i sintomi delle allergie primaverili come starnuti, naso che cola e occhi pruriginosi;
• spray nasali: i spray nasali possono aiutare a ridurre la congestione nasale e il naso che cola;
• decongestionanti: i decongestionanti possono aiutare a ridurre la congestione nasale, ma non dovrebbero essere usati a lungo termine poiché possono causare effetti collaterali come secchezza delle fauci e aumento della pressione sanguigna;
• immunoterapia: l’immunoterapia può aiutare a ridurre la gravità delle allergie primaverili a lungo termine. Questa terapia coinvolge l’esposizione graduale al polline per ridurre la risposta allergica del corpo;
• evitare l’esposizione al polline: se sei allergico al polline, cerca di evitare di uscire durante i periodi di alta concentrazione di polline nell’aria.
Insomma, nonostante il bel tempo e i colori che porta la Primavera, ha con sé anche le conseguenze legate all’allergia ma se seguirete i nostri consigli potrete convivere al meglio la vita quotidiana e la bellezza di questa stagione!
IL MANTENIMENTO E L’AFFIDAMENTO DEI FIGLI NELLE FAMIGLIE DI FATTO dell’Avv. Simone Facchinetti
L’ordinamento riconosce e tutela le famiglie di fatto, ovverosia le famiglie che hanno scelto di non ricorrere allo strumento del matrimonio per regolamentare la loro unione. In un primo momento, ciò è avvenuto attraverso l’entrata in vigore della Legge n. 219/2012, che ha equiparato i figli nati fuori dal matrimonio a quelli nati all’interno del matrimonio, riconoscendo loro pari diritti e tutele. Tra le più importanti novità introdotte dalla legge, occorre richiamare anzitutto la modifica dell’art. 74 c.c., che attualmente prevede che la parentela sia il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite “sia nel caso in cui la filiazione è avvenuta all’interno del matrimonio, sia nel caso in cui è avvenuta al di fuori di esso”. Del pari, occorre richiamare il novellato art. 315 c.c., che statuisce che “tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico”, così di fatto sottolineando ulteriormente che i figli nati fuori dal matrimonio sono equiparati da un punto di vista giuridico a quelli nati all’interno del matrimonio. Importanza fondamentale per il riconoscimento nell’ordinamento delle famiglie di fatto acquista anche la Legge n. 76/2016 (nota anche come Legge Cirinnà), che oltre a regolamentare le unioni civili, introduce anche una disciplina per le convivenze di fatto (oppure anche dette “convivenze more uxorio”). Da ultimo, occorre citare anche la Legge n. 206/2021 di riforma del processo civile, in conseguenza della quale molte materie sono passate dalla competenza del Tribunale Ordinario a quella del novello Tribunale per le persone, per i minorenni, per le famiglie. In particolare, il Tribunale di nuova introduzione si occuperà, tra le altre materie, anche delle controversie legate alla famiglia, e dunque di separazioni, divorzi e questioni relative all’affidamento dei figli.
Venendo al tema che qui ci occupa, premesso il graduale e costante riconoscimento che l’ordinamento ha, negli anni, attribuito alle coppie di fatto, occorre ora domandarsi cosa succede in caso di crisi della coppia. In altri termini, bisogna capire che cosa succede qualora la coppia di fatto intende separarsi.
Va anzitutto segnalata una prima ed importante differenza rispetto a quanto accade nelle crisi coniugali che si verificano all’interno di coppie sposate: nel caso di convivenze di fatto, l’ordinamento non prevede che il convivente economicamente più debole abbia diritto a ricevere un assegno di mantenimento da parte dell’altro convivente, economicamente più forte. L’unica tutela è rappresentata, sussistendone i presupposti, dall’istituto degli alimenti, che vengono riconosciuti in misura proporzionale alla durata della convivenza.
Se, questa, è un’importante differenza rispetto a quanto accade nelle famiglie legate dal vincolo matrimoniale, occorre però segnalare che questa differenza riguarda solamente il rapporto tra
“conviventi”. Non si segnalano, infatti, differenze sostanziali nella regolamentazione e nella gestione dei figli, i quali, dunque, nella fase successiva alla crisi coniugale presentano gli stessi diritti, tanto che i genitori risultavano uniti dal vincolo matrimoniale, quanto nel caso di famiglia “di fatto”. Nello specifico, la tutela dei figli passa attraverso il riconoscimento di un assegno di mantenimento in loro favore e nella regolamentazione del diritto di visita del genitore c.d. non collocatario. Quanto al primo aspetto, compito del giudice sarà anzitutto quello di individuare il genitore collocatario, ovverosia colui al quale (generalmente) viene assegnata la casa coniugale e, quindi, presso il quale risulterà “collocato” il figlio minore. Quindi, il giudice dovrà quantificare l’assegno di mantenimento che il genitore non collocatario dovrà versare per il mantenimento del figlio al genitore collocatario sino al raggiungimento dell’indipendenza economica del figlio.

Del pari, il giudice dovrà stabilire in che misura i genitori devono partecipare alle spese straordinarie che si rendono necessarie per il mantenimento del figlio: generalmente, la partecipazione viene stabilita in misura egualitaria nella quota del 50% ciascuno, ma, ricorrendo circostanze particolari, il giudice potrebbe stabilire anche delle misure diverse. A titolo esemplificativo, ricorrendo circostanze particolari, potrebbe stabilire che un genitore sia te- nuto nella misura del 75% mentre l’altro nella misura residuale del 25%, oppure ancora, in taluni eccezionali casi, potrebbe prevedere che un genitore sia tenuto a provvedere integralmente al pagamento delle spese straordinarie, ovverosia nella misura esclusiva del 100%. Sul punto, è bene precisare come non si possa fare in astratto un discorso in punto di previsione delle percentuali di concorrenza al pagamento delle spese straordinarie, non potendosi prescindere ovviamente dalla valutazione dei casi concreti che gli organi giudicanti sono chiamati ad effettuare in maniera scrupolosa.
Infine, i figli nati fuori dal matrimonio hanno diritto, in caso di separazione dei genitori, alla regolamentazione del diritto di visita con il genitore non collocatario, che avverrà con le medesime modalità e i medesimi criteri previsti per i figli nati all’interno del matrimonio. Anche rispetto a questo aspetto, dunque, si assiste ad una fondamentale equiparazione.
Per concludere, l’ordinamento tutela allo stesso modo i figli nati all’interno del matrimonio e quelli nati al di fuori del matrimonio anche in caso di crisi familiare e separazione della coppia genitoriale, prevedendo in entrambi i casi tanto il diritto all’assegno di mantenimento e al pagamento delle spese straordinarie quanto la regolamentazione del diritto di visita con il genitore non collocatario.
In basso: lo staff dello Studio Legale Facchinetti






