I quaderni - conclusioni

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EVENTI SPECIALI

PORTE APERTE ALL’ENERGIA SOSTENIBILE E LABORATORI PER LE SCUOLE

Non solo incontri, approfondimenti e dibattiti, ma anche visite, esperienze sul campo e laboratori didattici dedicati agli studenti. La Settimana dell'Energia Sostenibile ha trattato il tema della green economy a 360 gradi. Nel calendario di appuntamenti hanno trovato spazio anche le visite alla stalla sociale di Monastier (TV) con il suo impianto di biogas che produce energia elettrica per oltre 2 mila famiglie, e alle mini centrali idroelettriche di Sarcedo (VI) costruite utilizzando i canali irrigui. Eventi speciali aperti alla cittadinanza – operatori, studenti, famiglie - che ha risposto con una grande partecipazione: un pubblico eterogeneo per età e provenienza che ha avuto l'opportunità di conoscere da vicino due eccellenze espresse dal territorio. Agli studenti veneti, in particolare, è stata offerta la possibilità di partecipare ad un laboratorio didattico sulla realizzazione di un pannello solare-termico. La stalla sociale di Monastier: uno dei maggiori impianti di biogas del Nordest, il più grande a Treviso Anche l'antico mestiere contadino quando sposa le più moderne tecnologie si rivela capace di rinnovarsi e innovare. E appare naturale che proprio un gruppo di allevatori, che conosce bene l'importanza del rispetto della natura e dei suoi equilibri, promuova un progetto basato sul legame tra una millenaria occupazione e l'esperienza di produzione di energia pulita. Accade a Monastier, piccolo comune trevigiano, dove la locale Stalla Sociale, azienda zootecnica con quarant'anni di storia, dall'anno scorso affianca all'attività di allevamento di bovini da carne la produzione di energia verde, grazie ad un impianto di biogas capace di generare energia elettrica sufficiente a soddisfare il bisogno annuo di oltre 2 mila famiglie. L'idea, scaturita dagli incontri con Pierluigi Navarotto, professore dell'Università degli Studi di Milano, si è delineata gradualmente nella mente dei responsabili della Stalla che ne hanno intuito le potenzialità. I numeri oggi dicono molto sulla lungimiranza di tale visione: l'impianto, alimentato dalle deiezioni dei 3.500 bovini (21 mila tonnellate di letame l'anno) e con biomasse vegetali (in prevalenza silomais, coltivato in 400

ettari per un totale di 12.400 tonnellate l'anno), in un anno fornisce 7 milioni e mezzo di kilowatt/ora di energia elettrica, garantendo una riduzione di anidride carbonica nell'atmosfera di 4 mila tonnellate. L'impianto di biogas, realizzato dalla MT-Energie Italia (Padova), è stato progettato per assicurare il massimo sfruttamento energetico del substrato impiegato. In assenza di ossigeno, la sostanza organica immessa nei digestori fermenta e si trasforma in biogas, che viene convogliato in un cogeneratore, dove si trasforma in energia elettrica che viene immessa nella rete pubblica Enel. Al termine del processo di fermentazione, rimane il digestato, sottoprodotto della digestione anaerobica che viene valorizzato come fertilizzante organico. I vantaggi in termini di rispetto ambientale sono notevoli: il biogas non solo assicura autonomia energetica, ma favorisce la graduale riduzione dell'inquinamento ambientale, rappresentando anche un'opportunità di lavoro per le giovani generazioni contadine che non vogliono lasciare la terra. “Alta Pianura Veneta”: da consorzio di bonifica a produttore di energia idroelettrica, con 7 centrali è il primo del Veneto Pochi sono gli enti con una percezione precisa dell'importanza di rinnovamento e innovazione quanto i consorzi di bonifica che nel corso della loro storia hanno dovuto evolversi e mutare il proprio operato in sintonia con le profonde trasformazioni del territorio. Lo testimonia il percorso compiuto dal Consorzio di bonifica Medio Astico Bacchiglione (Vicenza) - da fine gennaio formalmente confluito nel Consorzio Alta Pianura Veneta - che, pur mantenendo gli storici compiti di bonifica, pulizia e manutenzione di canali, rogge e fossi, di distribuzione di acqua agli agricoltori tramite gli impianti irrigui e di gestione dell'emergenza piene, nel 2009 si è aperto ad un nuovo ruolo, divenendo anche produttore di energia idroelettrica, utilizzando i piccoli salti d’acqua presenti nel sistema di canali della zona. Il Consorzio è riuscito, ancora una volta, a reinterpretare la propria veste e a rinnovarsi a partire dalla risorsa acqua che da sempre ha

costituito il saldo punto di partenza nella definizione delle sue prerogative. Sono sette le piccole centrali idroelettriche che il Consorzio ha in esercizio, delle quali quattro acquistate nel settembre 2008 e tre entrate in funzione nell'ottobre 2008, costruite ex novo dall'ente con finanziamenti propri e regionali. Con le recenti acquisizioni il Consorzio è diventato il primo del Veneto, sia per numero di centrali sia per le entrate economiche provenienti dalla vendita di energia elettrica prodotta da fonte rinnovabile (circa 900 mila euro l'anno). Novità assoluta di questa esperienza è il fatto che le tre nuove centrali sono state costruite non su corsi d'acqua dell'ente, bensì utilizzando tubazioni degli impianti di irrigazione consorziale. I ricavi che la nuova avventura imprenditoriale green porterà (capaci di coprire il 30 per cento del bilancio consorziale) permetteranno di finanziare e realizzare maggiori lavori sul territorio senza gravare sulle tasche dei cittadini oppure di ridurre gli importi delle bollette. A scuola di rinnovabili: il laboratorio didattico per realizzare un pannello solaretermico Grazie alla collaborazione dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura (INBAR), Sezione di Padova, agli studenti degli istituti tecnici del Veneto, GREENordEsT week ha offerto la possibilità di partecipare ad un laboratorio didattico della durata di due ore, all’interno dell’orario scolastico, sulla realizzazione di un pannello solare-termico. L’iniziativa, mediante un’esperienza pratica, ha avuto l’obiettivo si sensibilizzare gli studenti sul tema delle energie rinnovabili. Il laboratorio, che ha visto la partecipazione di 150 alunni (tra Padova e Vicenza) si è articolato in una prima sintetica parte teorico-informativa sul concetto di risparmio energetico e di energia rinnovabile, nonché sulla funzionalità dei pannelli solari. La seconda parte, di carattere pratico, ha riguardato l’assemblaggio dei diversi elementi costitutivi del pannello solare.


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OPEN-DOOR DAY FOR RENEWABLE ENERGY AND WORKSHOPS FOR STUDENTS Not only meetings, analysis and debate but also visits, practical experiences and workshops dedicated to students; the Sustainable Energy Week dealt with every aspect of green economy. Organized visits to the “Stalla sociale” (social farm) of Monastier (Treviso) with its biogas plant giving energy to more than 2000 families and to the mini-hydroelectric power stations of Sarcedo (Vicenza), established on an irrigation canal. These special events were opened to a heterogeneous group of citizens in both age and origin, who had the chance to get to know some of the excellent work carried out in Veneto. To students the possibility to take part in a workshop for the building of a solar thermal collector was also offered. Monastier’s “Stalla sociale”: one of the biggest biogas facilities in the North-East of Italy and the largest in Treviso Even the ancient trade of farming can be renewed and innovative when combined with modern technologies. It seems natural, therefore, that a group of breeders, who understand only too well the importance of the natural balance of things, should promote a project based on the link between an ancient profession and the experience of producing green energy. This is what happens in Monastier, a small village in the province of Treviso: here the “Stalla sociale”, an animal husbandry with forty years of history in beef cattle breeding that has also produced green energy since last year, with a biogas plant that can satisfy the energy demand of more than 2000 families. The idea came from the farm’s managers after a meeting with Pierluigi Navarotto, professor at the University in Milan, and was actually a very farsighted vision. The plant is today fed with the waste from 3,500 oxen (21 thousand tons of manure per year) and with vegetal biomasses (mainly corn, raised in 400 hectares for a total of 12,400 tons per year).

It produces 7,5 millions kWh of electric energy per year, resulting in a reduction of 4 thousand tons of carbon dioxide in the atmosphere. The biogas plant, set up by the Padua-based company MT-Energie Italia, is designed to assure the maximum exploitation of the substratum used. In absence of oxygen, the organic substance in the digesters ferments and becomes biogas, which is then directed to a co-generator, where it is transformed into electric energy to be introduced into the public electricity network of Enel. At the end of the fermentation process the by-product remaining, digestate, is put to good use as organic fertilizer. The advantages are remarkable, and not only for the environment: biogas, in fact, assures energy autonomy and supports the reduction of pollution, but is also a job opportunity for the young farmers who don’t want to leave their land. “Alta Pianura Veneta”: in the beginning only a water reclamation consortium, it is now the major hydroelectric energy producer in Veneto with seven facilities. Water reclamation consortiums, historically, had to evolve and modify their work following the deep transformations of land. This is why they are probably the authority with the best understanding of the importance of innovation. An example is provided by the Medio Astico Bacchiglione reclamation consortium (province of Vicenza), now a member of Alta Pianura Veneta consortium: besides the traditional assignments - keeping ditches clean, distributing water to farmers and managing spate emergencies - in 2009 the Consortium also became a producer of hydroelectric energy exploiting the small waterfalls of the local irrigation network. There are currently seven small hydroelectric power stations operating in the Consortium network, of which four were bought in September 2008 and three were built ex novo with the consortium’s and regional funds and started working in October the same year. Now the Consortium is the main producer of hydroelectric energy in Veneto, both for the number of stations and the revenues from

sale of energy (about 900 thousand euro/year) The originality of this project is that the three new stations have not been established on water canals, but on the pipes of the irrigation network. The income from this green investment - potentially covering 30% of the consortium balance - will fund new projects without being a burden for citizens or will allow a reduction of charges to end users. Learn how to be renewable: a workshop to build a solar thermal collector Thanks to the collaboration of the Padua section of INBAR (National Institute of Bioarchitecture), Veneto technical college students were offered the possibility to take part in a two-hour workshop for the creation of a solar thermal collector. The aim of the initiative was to raise awareness amongst students of the importance of renewable energy through a practical experience. The workshop took place in schools in Padua and Vicenza, involving 150 students and was divided into two parts: the first, more theoretical, on energy saving, renewable energy and the role of solar collectors; the second, more practical, saw students assemble the components of a solar collector.


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Fig. 1-5: Immagini scattate durante le visite a una centrale idroelettrica, alla Stalla di Monastier e il laboratorio didattico per realizzare un pannello solare-termico Pictures taken during the visits to an hydroelectric power station, to Monastier’s Stalla Sociale and the educational workshop to build a solar thermal collector


Take a week to change tomorrow

greeNordEsTweek: il Triveneto protagonista

TRENTINO TRENTO BELLUNO

Pergine Valsugana

Isera

FRIULI VENEZIA GIULIA

Fiera di Primiero San Vito al Tagliamento

Riva del Garda

VENETO VERONA VE

Trieste

VENEZIA A SARCEDO Vicenza

MONASTIER R Camposampiero

PADOVA ROVIGO O

Udine


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IL RUOLO DEL TRENTINO PER LO SVILUPPO SOSTENIBILE Tavola rotonda a conclusione di GREENordEsT week[1] Ospiti: Enrico Borghi, Presidente dei Comuni Montani UNCEM Lorenzo Dellai, Presidente della Provincia Autonoma di Trento Marino Simoni, Presidente del Consorzio Comuni Trentini Polo Gurisatti, Presidente di Habitech Gianni Lazzari, AD di Habitech

Moderatore. La crisi economica pone al centro una nuova sfida, quella della green economy. Il Trentino è pronto a tale sfida? Paolo Gurisatti. Il Trentino, lo abbiamo visto durante GREENordEsT week, è pronto ed è riconosciuto come la capitale legittima delle soluzioni migliori che sin qui si sono adottate in questo campo. Nell’arco di una settimana, questa regione ha portato numerosi esempi di eccellenza. Moderatore. Habitech significa, in cifre, 300 imprese 8.000 addetti e 1 miliardo di euro di fatturato. Una bella attività… Paolo Gurisatti. L’obiettivo che ci eravamo dati con il protocollo d’intesa tra associazioni di categoria e Provincia, nel 2005, era costruire un’industria dell’edilizia sostenibile che potesse reggere il passo del sistema nazionale ed essere competitiva. I numeri ci danno la dimensione della potenza d’urto del sistema Trentino. Stiamo costruendo un gioco di squadra per consentire a questi operatori di diventare leader riconosciuti in Italia. Moderatore. Si parla di un’area metropolitana green, sostenibile. Il Trentino di quest’area è la locomotiva. Presidente Dellai, ci stiamo dirigendo anche politicamente verso un distretto europeo delle rinnovabili? Lorenzo Dellai. L’obiettivo è proprio questo, senza che ci montiamo la testa, ma anche senza sottovalutare le esperienze positive che in questi anni sono cresciute e che ci rendono degli interlocutori naturali per tanti altri territori con i quali vogliamo collaborare, metterci in rete, dai quali dobbiamo imparare tante cose, ma ai quali vogliamo anche offrire questo nostro percorso. Penso che questo sia il tempo degli investimenti, finanziari ma anche politici e culturali sul tema delle rinnovabili. Ritengo che il Trentino abbia fatto cose importanti, innanzitutto riappropriandosi della forma di energia rinnovabile [1] La tavola rotonda si è svolta negli studi televisivi di RTTR, a Trento.

Moderatore: Walter Nicoletti, Giornalista RTTR

per eccellenza, l'idroelettrico. Vedo in questo anche una specie di nemesi storica: questi territori di montagna che per molti decenni sono stati rapinati delle loro energie, ora faticosamente devono ritornare ad avere un ruolo da protagonisti dell'uso delle risorse naturali per risolvere in maniera ecologicamente sostenibile il tema dell'energia. L'obiettivo credo debba essere quello di mettersi in rete, dobbiamo infatti ragionare in una logica globale, non possiamo più vivere solo questo aspetto di giusta rivendicazione della nostra peculiarità di territorio di montagna. Dobbiamo porci in un’ottica imprenditoriale, spingere sempre di più su questo tema, far nascere nuove imprese che possano capitalizzare i grandi investimenti che abbiamo effettuato in ricerca sulle energie alternative. Moderatore. Nuove alleanze a Nordest, dunque. Facciamo della sostenibilità il nostro cavallo di battaglia a tutti i livelli… Lorenzo Dellai. Sì, il Nordest è un insieme di rapporti. Siamo interessati a costruire a 360 gradi questa rete, prima di tutto nell’arco alpino che, come è noto, ci vede protagonisti. Si tratta in generale di dialogare col sistema delle imprese collocate nell’area delle grandi pianure a nord e a sud delle Alpi. Possiamo avere - già oggi è così nonostante la ristrettezza delle nostre dimensioni quantitative - un certo ruolo importante nel panorama nazionale e internazionale. Questa è la strada sulla quale vogliamo lavorare in futuro. Moderatore. Marino Simoni, possiamo pensare ad un’autonomia speciale che diventa anche autonomia energetica? Marino Simoni. Le premesse sono già state gettate, la giunta provinciale ha individuato la strada. L’esperienza di Primiero, con la realizzazione di una “oil free zone”, una zona libera e indipendente dall’utilizzo di olio combustibile, è mutuabile sul territorio trentino. Solo dobbiamo essere più capaci di interpretare le singole peculiarità dentro una logica unitaria.

Il ragionamento di partire dal microsistema, quindi dai Comuni, in una logica di territorio, darà risposte concrete a quel proclama della green economy che tutti conosciamo. Le imprese sono chiamate ad essere coinvolte e metterci del loro, anche in capacità di innovazione, sotto la regia del Pubblico e guardando alle risorse della nostra terra. Il Trentino è per lo più idroelettrico, ma è anche territorio del legno, dell’aria e, non ultimo, del settore geotermico. Moderatore. La green economy è anche una sollecitazione a far funzionare la macchina dell’autogoverno, a coinvolgere strutture come Habitech e i cittadini, anche loro protagonisti di questa fase. Lorenzo Dellai. Penso vi siano due dimensioni su cui lavorare. Prima di tutto le imprese: bisogna capitalizzare gli investimenti facendo in modo che il Trentino diventi un distretto anche rispetto alle aziende che devono produrre valore economico intorno a tali scelte. A questo obiettivo siamo vicini. Il secondo terreno è poi quello della cultura, della sensibilità sociale perché anche i comportamenti dei singoli sono importanti. E anche su questo piano, pur non nascondendo le difficoltà e i ritardi, il Trentino sta dando il buon esempio. Moderatore. Enrico Borghi, sappiamo quali sono i vostri problemi, la montagna è sempre in sofferenza. Ma state ripensando la vostra economia e la vostra società sul tema delle rinnovabili… Enrico Borghi. La montagna è ad un bivio. Se si ferma ad una concezione della politica centralista, in base alla quale le economie dei territori si programmano in funzione della spesa pubblica centrale che per caduta arriva da Roma verso la periferia, ha già il destino segnato. Se invece si rende conto che il tema centrale è il rapporto tra gli utilizzatori e i produttori, tra il territorio montano e non montano che guarda alle montagne come uno straordinario serbatoio, allora dentro questo nuovo posizionamento può vedere aprirsi


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straordinarie opportunità. La politica si sta rendendo conto di quello che sta succedendo? La mia sensazione è che sia ancora attardata su un modello vecchio. Moderatore. All’interno di questa visione, che ruolo ha il Trentino per voi che vi occupate dei piccoli Comuni della montagna? Enrico Borghi. Abbiamo celebrato in Trentino il 15° Congresso Nazionale che ha trasformato l’UNCEM da sindacato di enti a sindacato di territori. Lo abbiamo organizzato qui perché riteniamo che in quest’area ci sia l’integrazione di sistema e quelle componenti tra soggetti pubblici e privati che possono fare in modo che queste risorse siano governate partendo dal basso. L’Italia è obbligata ad arrivare entro 9 anni a garantire il 20% del proprio bilancio energetico attraverso le rinnovabili. L’idroelettrico oggi garantisce il 12,5%, con la geotermia e l’eolico si arriva al 15%. Questo significa che in tema di efficienza dell’idroelettrico e di capacità di nuove economie (forestazione, biomassa e messa in regime del sistema delle rinnovabili) si è aperto uno straordinario mercato nel quale si assiste già al posizionamento di grandi player, privati e pubblici. Guardiamo con interesse quello che sta succedendo in Trentino perché da qui potrebbe partire un positivo contagio all’Arco Alpino. In modo da evitare che questo territorio venga concepito soltanto come serbatoio anziché come luogo con il quale interfacciarsi e stabilire un nuovo patto di solidarietà e di equilibrio tra montagna produttrice e città consumatrice. Moderatore. Marino Simoni, c’è una forte domanda di energie sostenibili. Un caso importante è rappresentato dalla casa in legno di cui il Trentino è leader. Voi state lavorando molto sulla filiera del legno a partire dalla certificazione… Marino Simoni. Il legno è una delle risorse importanti di questo territorio. È sempre stato uno dei grandi filoni dell’economia che ha sorretto queste terre di montagna, da quando commerciavamo con la Repubblica Veneta che lo utilizzava per le sue navi e per le fondamenta

delle sue città. Il legno in seguito, come molti prodotti dell’agricoltura, era diventato filiera debole. Il primo scopo che il consorzio si è fissato è stato quello di partire dalla certificazione sostenibile del bosco, dall’analisi dello stato dell’arte delle nostre foreste, per raggiungere tutta quella catena sostenibile che dà qualcosa in più anche al consumatore, il quale quando va ad acquistare una sedia, un tavolo o una casa in legno riconosce in questi prodotti la potenzialità del territorio che li ha generati. Moderatore. Paolo Gurisatti, come dicevamo, la filiera si completa con la casa in legno. Anche qui il Trentino ha una leadership con importanti novità che si trovano dentro al vostro distretto. Paolo Gurisatti. La riscoperta delle strutture in legno esiste a tutti i livelli. Come Habitech abbiamo fatto due operazioni: offerto al mercato più sistemi per valutare le prestazioni di questi edifici e investito sul green building council, sul sistema di certificazione Leed. Dopo aver diffuso questa sensibilità sul mercato abbiamo creato le condizioni perché aggregazioni di produttori trentini fossero in grado di rispondere alla domanda che sta nascendo, fornendo non solo le strutture in legno, ma anche le finiture, gli impianti, in linea con gli edifici di alta qualità che mantengono il loro valore. Adesso i nostri operatori trovano crescenti opportunità per fare innovazione pagata dal mercato. Moderatore. Quando parliamo di 300 aziende di Habitech, parliamo solo di imprese trentine? Gianni Lazzari. Habitech ha un numero elevato di aziende trentine, ma tra i soci figurano anche molte aziende venete e del Nordest in genere. Il nostro distretto è in continuo sviluppo. Moderatore. Essere distretto è qualcosa di complicato dal punto di vista organizzativo. Voi fornite anche servizi. Un esempio che va in questa direzione solo le Esco (Energy Service Companies).

Gianni Lazzari. Occorre partire dal presupposto che se vogliamo riqualificare il patrimonio degli edifici esistenti, dei nostri uffici e delle nostre case, non possiamo pensare che l’onere di questo investimento stia tutto dalla parte del committente. Una soluzione interessante che si è sviluppata dalla prima crisi petrolifera degli Stati Uniti, è quella di trovare delle società che a fronte di un risparmio garantito effettuano degli investimenti (cambiano infissi, sistemi di riscaldamento, ecc.). Mentre l’utentecommittente continua a pagare la bolletta, la Esco sviluppa tutti gli interventi necessari e trova anche i finanziamenti. Stiamo cercando di costruire le varie parti del mercato perché questo possa diventare realtà. È necessario avere dei contratti seri che garantiscano il risparmio, che garantiscano il committente e la Esco. Occorre avere filiere di competenze, persone che facciano bene gli audit energetici e garantiscano anche le banche che mettono l’investimento. Noi siamo impegnati in questo e crediamo che sui territori possano nascere delle Esco che avrebbero così l’opportunità di entrare direttamente in contatto con le persone, di avere la riconoscibilità della filiera degli artigiani e anche della filiera degli istituti di credito. Moderatore. È anche un modo per legare le banche locali al loro territorio… Gianni Lazzari. Assolutamente sì. Se riusciamo a far partire questo mercato ci sarà possibilità di lavoro per i prossimi 10-15 anni. La Provincia ha già iniziato a mettere mano a questo progetto. Moderatore. Del resto, in questo momento di crisi, la green economy è forse l’unico settore in grado di promuovere l’occupazione. Presidente Gurisatti, parliamo ora di riqualificazione urbanistica, edilizia e ambientale. Si tratta di fermarsi e riqualificare l’esistente? Paolo Gurisatti. Sì, per tutto il Nordest si tratta di passare da un modello basato su una fabbrica per campanile ad un altro che prevede


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la capacità di modificare il paesaggio, di entrare in competizione con le aree metropolitane che attirano investimenti e cittadini perché offrono servizi e qualità dell’ambiente. Nel Veneto e nel Nordest è una sfida enorme perché si tratta di ripensare il sistema territoriale. In tre punti, è necessario: ridurre i consumi laddove gli edifici e capannoni consumano troppo, risolvere i problemi ambientali nel “giardino di casa” (preferendo soluzioni tecnologiche di piccola scala), e trovare il modo di produrre energia dove serve. Il lavoro di trasformazione e distribuzione infatti comporta anche dispersione. Le tecnologie solari che stiamo sviluppando in Habitech daranno la possibilità tra qualche anno di produrre energia dove serve, quando serve. Moderatore. C’è un aspetto della green economy che è un po’ curioso: se risparmiamo fonti energetiche non cresce il Pil. Dunque, in termini politici, il Pil non sarà più un indicatore del benessere… Enrico Borghi. Ricordiamoci il discorso di Robert Kennedy sull’inadeguatezza del Pil come indicatore del benessere delle nazioni economicamente sviluppate. Il problema è uscire dalla logica del Pil per entrare in un nuovo sistema di indicatori. Non è un caso che oggi le economie più avanzate stiano entrando nel concetto di “benessere interno lordo”. Oggi, ricchezza non è più solo quantità, ma quantità associata alla qualità. Altrimenti, una logica di costante produzione quantitativa rischia di metterci fuori scala rispetto a giganti quantitativi, come Cina, India e Brasile. Il punto è come riuscire a interfacciare il concetto della qualità che ci consente di stare, sotto il profilo del valore aggiunto, su una scala superiore. Qui incrociamo il tema della qualificazione delle nostre economie locali. L’artigiano edile che fino a ieri costruiva una casa con mattoni e cemento oggi deve iniziare a farla secondo altri princìpi. L’abitazione classica non è più quella tradizionale degli anni ‘60 ma è quella nella quale si riescono a tenere insieme le economie del territorio, la filiera del legno, la costruzione attraverso l’approvvigionamento energetico locale (come il fotovoltaico o l’utilizzo dei piccoli salti di

acquedotto per la sostenibilità energetica) e la qualificazione del personale. Se guardiamo la storia delle montagne italiane, i montanari sono stati straordinari innovatori nei momenti clue della storia. E siccome crisi è sempre sinonimo di cambiamento, se ci si attarda sul rimpianto, sul lamento, sulla paura, fatalmente qualcun’altro prenderà la bicicletta del cambiamento e noi saremo costretti a corrergli dietro. Moderatore. Simoni, affrontiamo il tema “green economy e giovani”. È il loro momento? La nuova classe dirigente si formerà su questi temi? Marino Simoni. Il tema della green economy è già patrimonio della nostra scuola. Bisogna farlo diventare credibile nel momento in cui ai giovani prospettiamo nuove opportunità. Credo che questa sia la grande scommessa: sostenere un sistema economico, renderlo nuovamente appetibile, nel settore della ricerca e dell’innovazione, e aprire uno spazio per i giovani. In parallelo deve crescere una nuova scuola, un nuovo modo di essere degli istituti professionali, delle stesse università che non possono trascurare la ricerca e l’innovazione. E i giovani in questa dimensione dovranno per forza esserci. Moderatore. Siamo partiti parlando di energia e siamo finiti a trattare di nuova politica e nuovo pensiero. Abbiamo messo molti tasselli per la prossima edizione della Settimana Europea dell’Energia Sostenibile… Paolo Gurisatti. Sì, si è stretto un vero e proprio accordo tra le persone che hanno partecipato a questo evento, le quali si sono date appuntamento al prossimo anno. Tra i temi da affrontare nella prossima edizione ci sarà probabilmente il Pil, in quanto strumento che ci permette di misurare la ricchezza a livello medio nazionale, ma che non calcola molti costi che poi si ritrovano in un secondo momento. L’obiettivo dei soggetti che hanno partecipato a questa settimana è quello di vedere se si può scendere di scala, se si può

ragionare di Pil locale, di investimenti che tornano in termini ambientali ed energetici sul locale senza scaricare i problemi all’esterno. Moderatore. È il momento di cambiare a tutti i livelli, Borghi… Enrico Borghi. Sì, questa è la scommessa su cui la politica è chiamata a cimentarsi, perché calcolare il Pil su scala locale significa anche porsi una nuova modalità di costruzione dello sviluppo, che dal nostro punto di vista di amministratori delle montagne è una straordinaria opportunità per consentire alla macchina-Paese di ripartire. Con una battuta, il Paese riparte non con il Ponte sullo Stretto di Messina, ma con mille piccoli cantieri su scala locale in cui le ricchezze possano essere realmente calcolate e in cui gli indici di performance non sono più manipolabili dalla grande comunicazione di massa, ma sono concreti. In altre parole, se decidi di realizzare un impianto a biomassa in una cittadina, o lo costruisci oppure no. E in questo caso non ci sono chiacchiere perché se c'è lavoro, la risposta si innesca, altrimenti l'argomento non può resistere alle critiche.


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THE ROLE OF TRENTINO FOR SUSTAINABLE DEVELOPMENT Round table at the end of the GREENordEsT week[1] Guests: Enrico Borghi, Chairman of Uncem Mountain Communities Lorenzo Dellai, Chairman of the Autonomous Province of Trento Marino, Simoni, Chairman of Consortium of Comuni Trentini Polo Gurisatti, Chairman of Habitech Gianni Lazzari, Chief Executive Officer of Habitech

Moderator. This economic crisis has, at its centre, a new challenge: the future of green economy. Is Trentino ready for it? Paolo Gurisatti. As we saw during the GREENordEsT week Trentino is not only ready, but is also recognized as the legitimate capital of green techs in Italy, thanks to the best practices that have been developed in this field up to now. During the week this region brought us numerous examples of outstanding excellence. Journalist. Habitech means, in figures, 300 companies, 8,000 employees and 1 billion euro turnover. A considerable business ... Paolo Gurisatti. The goal that we set out to achieve, with the Memorandum of Understanding signed between the local associations and the Province in 2005, was to build a sustainable construction industry able to keep pace with the national system and to be competitive. The numbers show the size of the impact of the Trentino system. We are organising a team effort will allow Trentino operators to become recognized leaders in Italy. Moderator. We heard talk of a green sustainable metropolitan area. Trentino is supposed to be the driving force in this area. Are we politically moving towards a European cluster of renewable energy sources Mr. Chairman Dellai ? Lorenzo Dellai. This is our goal, without being too big headed, but also without underestimating the positive experiences which have increased over the last few years and which have made us the natural go between for other areas with whom we wish to collaborate, create networks with and from which we should learn much and to which we also want to offer our positive experience. I believe that the time is ripe for financial, political and cultural investments in renewable energy sources. I think that Trentino has done important things, above all regaining

[1] The round table took place in the studios of RTTR TV channel, in Trento.

Moderator: Walter Nicoletti, Journalist RTTR

ownership of the ultimate form of renewable energy, hydropower. In this I see a form of historical vindication: for many decades these mountain areas have been robbed of their energy, now they are slowly returning to taking a leading role in natural resources development and an environmentally sustainable way of producing energy. I believe the goal should be to create a network. In fact, we must reason within a global logic. We can no longer take the angle that this is a just revinification in our unusual mountain setting. We must view ourselves from a business perspective, placing more and more enphasis on this issue, creating new business able to capitalize the large investments we have made in research into alternative energy. Moderator. New alliances in the Northeast area as far as I understand. Let’s make sustainability our battle banner at all levels ... Lorenzo Dellai. Yes, Northeast Italy is a set of relationships. We are interested in building this network at 360°. Firstly, in the Alpine areas where, as I see it, we are seen to be leaders. This means in general that we want to open discussions with the businesses located on the great plains north and south of the Alps. We can already have, despite the limits of our quantitative size, an important role at a national and international level. This is the way we want to work in the future. Moderator. Marino, Simoni, can we consider that special autonomy could also mean energy autonomy? Marino Simoni. The foundations have been laid, the provincial government has identified the way forward. The experience of Primiero for instance with the implementation of an oil-free zone, an independent oil free area, could be transferred to Trentino. We must only be more able to clarify the individual features converging into a single logic. The reasoning behind starting from the microsystem, that is the municipalities, within a territorial logic, will give us concrete answers to the proclaimed

green economy that everybody is talking about. Companies are invited to become involved and make their contribution, in the field of innovation too, under the direction and in cooperation with Public sector and always with an eye to the Trentino regional resources. Trentino is mainly hydro, but it is also timber and air territory, and, not least, in the geothermal sector. Moderator. The green economy is also an invitation to run the machinery of self government involving structures such as Habitech and private citizens, who also play a part in this. Lorenzo Dellai. I think there are two levels to work on. First of all, companies must capitalize on the investments in order to enable Trentino to become a cluster, this alo regards those companies that must produce economic value around these choices. We are very close to acheiving this aim. The second point refers to culture, to social sensitivity because the behaviour of individuals is also important. And even at this level Trentino, whilst not hiding the problems and delays, is setting a good example. Moderator. Enrico Borghi, we all know what your problems are, there are always difficulties in the mountain area. Yet you are considering your economy and your society within the context of renewables ... Enrico Borghi. The mountain area is at a crossroads. If it stops using the concept of central policies, under which the economies of the territories are planned in accordance with centralised public spending initiating in Rome and moving outwards towards the periphery, its destiny is already mapped out. If, however, you are aware that the main issue is the relationship between user and producer, between mountainous territory and non mountainous territory who see the mountain as an extraordianry reserve, then in this new role, it offers tremendous opportunities for the territory. Is the political engine aware of what's happening? My feeling is that politics are still


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clinging to an outdated model. Moderator. Within this vision, what role do you, who are used to dealing with small mountain towns, assign to the Trentino region?

chain which will offer added value to the consumer, who is able to recognize when buying a chair, a table or a wooden house the potential of the area in which it has been produced.

Enrico Borghi. We recently celebrated the 15th National Congress which has transformed the Uncem from a union body to territorial union. We organized it here because we believe that in this area there is an integration of systems and entities from public and private sectors which can ensure that these resources are governed from the bottom up. Italy must, within the next 9 years, ensure that 20% of its budget is spent on renewable energy. Today hydro provides 12.5%, geothermal and wind power provide 15%. This means that in terms of efficiency and capacity of hydropower new economies (forestry, biomass and renewables) a special new market has opened up where the major players both private and public are already positioned. We are watching with interest what is happening in Trentino as the positive work done here could well spread to the Alpine region in such a way that this area which is percieved as a reservoir rather than a place with which to interface and agree on a new pact of collaboration and balance between mountain producers and city consumers.

Moderator. Paolo Gurisatti, the chain is completed with wooden housing. Here too, Trentino is under a leadership with important news.

Moderator. Marino Simoni, there is a strong demand for sustainable energy. An important case is timber housing for which the Trentino region is a leader. You're working a lot in the timber sector starting with certification...

Gianni Lazzari. Habitech has among his members a large number of companies from the Trentino region, but also many Veneto companies and from the Northeast in general. Our consortium is constantly evolving.

Marino Simoni. Wood is one of the important resources in this territory. It has always been one of the great veins of the local economy that has supported this mountain area, since when we started trading with the Republic of Venice who used our wood for its vessels and for the foundations of its city. Later wood, as with many agricultural sectors, became unproductive sector. The first thing the consortium set out to acheive was the certification of sustainable forest starting with the analysis of the actual state of our forests, in order to acheive a sustainable

Moderator. Being a cosortium is something complicated from an organizational point of view. You also provide services. An example of a move in only this direction are ESCOs, Energy Service Companies.

Paolo Gurisatti. The rediscovery of wooden buildings exists at all levels. Like we have done two things: offered the market more ways to assess the performance of these buildings, and invested in the Green Building Council, the LEED certification system. After sensibilizing the market we have created the conditions for an aggregation of producers in the Trentino area who were able to meet emerging needs, supplying not only the wooden buildings, but also the accesories, installations, in line with the high quality buildings which maintain their value. Increasingly our operators find opportunities for innovation paid for by the market. Moderator. When we talk about 300 companies involved in Habitech, are we only talking about Trentino businesses?

Gianni Lazzari. We must assume that if we want to redevelop the existing buildings, our offices and our homes, we mustn’t think that the burden of this investment is not only to be born by the developer. An interesting solution that was developed after the first oil crisis in

the United States, is to find companies that, when faced with guaranteed savings, make investments (change windows, heating systems, etc.) Whilst the consumer-supplier continues to pay the bill, the ESCO develops all necessary actions and finds funding. We are trying to build the various parts of the market so that this becomes a reality. It is necessary to have proper contracts that guarantee savings to the customer and the ESCO. You need to have chains of skilled workers, people who are able to carry out energy audits effectively and ensure that the banks offer investments. We are committed to this and believe that in different localities ESCOs can be set up which will have the opportunity to come into direct contact with people, who will be recognised and valued by artisans and also by the local banks. Moderator. It is also a way to link the local banks to their local areas. Gianni Lazzari. Absolutely. If we can get the market started there will be employment opportunities for the next 10-15 years. The Province has already started to consider this. Moderator. In a moment of crisis in employment, the green economy is perhaps the only sector that promotes employment. Mr. Gurisatti, Chairman of Habitech, let’s talk about urban redevelopment, housing and environment. Do we stop and upgrade the existing one? Paolo Gurisatti. Yes, throughout the Northeast there is a move from a model based on a small town factory to another model that provides the ability to change the landscape, to compete with metropolitan areas that attract investment and citizens because they offer services and quality environment. In Veneto and in the Northeast it’s a huge challenge because it means rethinking the territorial system. In three areas it is necessary to reduce consumption where buildings and warehouses consume too much, solve environmental problems in one’s own back yard (preferring small-scale technological solutions), and find a way to


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produce energy where needed. The work of transformation and distribution also involves dispersion. The solar technologies that we are developing in Habitech will offer the opportunity to generate power where and when it is needed in a few years time. Moderator. There is an unusual aspect related to green economy: If we save energy is there is no growth in GDP. Thus, in political terms, the GDP will no longer be a welfare indicator ... Enrico Borghi. Remember Robert Kennedy's speech about the inadequacy of GDP as an indicator of the welfare of economically developed nations. The problem is to get away from the logic of GDP in order to get into a new system of indicators. It is no coincidence that today's most advanced economies are entering the term "gross domestic welfare." Today, wealth is no longer quantity but quantity associated with quality. Otherwise, a logic of constant volume production is likely to put us off the scales compared to giant quantities, such as China, India and Brazil. The crux of the matter is how to interface the concept of quality that allows us to feel, in terms of added value, that we are on a larger scale. Here we come across the issue of qualification of our local economies. The building craft that has been building brick and cement houses until just the other day must now start to do the same job according to another set of principles. The house is no longer the traditional classic one of the'60s but it is one in which we manage to support the economies of the area, the timber sector, construction through local energy supply (photovoltaic and use of small jumps of the aqueduct for sustainable energy) and qualification of personnel. If we look at the history of the Italian mountains, the mountain settlers were extraordinary innovators in and key moments in history. And, as crisis is always synonymous with change, if you delay on regrets, complain about fears, inevitably someone else will take up the banner of change and we are forced to run behind. Moderator. Simoni, focuses on "green economy and young people." Is it their moment? Will the new leadership build on these themes?

Marino Simoni. The theme of the green economy is already part of our school. We must make it believable when young people are prospecting for new opportunities. I believe this is the great challenge: support an economic system, making it desirable for research and innovation once again and create space for young people. Contemporarily there needs to be a new school system, a new way of life in professional schools, and in the universities that cannot refute research and innovation. And within this dimension young people must, of course, be involved. Moderator. We started talking about energy and we ended up negotiating new policies and new wishful thinking. We have many issues for the next edition of the EU Sustainable Energy Week... Paolo Gurisatti. A real agreement has been formed, between the people who participated in this event and those who plan the next one. As to the GDP, the theme will probably be ‘how to measure wealth’. GDP is a tool that allows us to measure wealth at the national average level, without taking into account many of the costs that we will pay at a later date.The aim of those who participated in this week is to see if it is possible to downsize, if one can think about GDP in local terms, of returns on investment in environment and energy terms in the local area without passing on the problems to anyone else. Moderator. Is it time to change at all levels Borghi? Enrico Borghi. Yes, this is the challenge to which politics is must rise to, because the calculation of GDP at a local level also means asking for a new way of structuring development, which, from our point of view as mountain region administrators, is a tremendous opportunity to enable the Country to kick-start. To quip, the country kick-starts not with the Strait of Messina, but with thousands of small-scale local building sites where the resources can actually be calculated and in which performance indicators are no longer

manipulated by the great mass communication, but are concrete. If you decide to build a biomass power plant in a small town, either you build it or you do not. And in this case there is no room for small talk, because if there are jobs the response is triggered, otherwise the argument does not hold water with its critics.



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