Comunità sostenibili e sviluppo del nord est

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Reg. Trib. Di Vicenza N. 1140 del 02/04/2007

Speciale Energheia agosto 2010

i quaderni

COMUNITA' SOSTENIBILI E SVILUPPO DEL NORDEST Buone pratiche di collaborazione pubblico-privato nell'efficienza energetica e nella produzione di energia da fonti rinnovabili

19-26 Marzo 2010

La settimana che cambia il futuro

European Union Sustainable Energy Week La settimana europea dell’energia sostenibile



1 I quaderni di Energheia

GREENordEsT week: si (ri)parte da qui Editoriale a cura della Redazione di Energheia Magazine

Eccoci arrivati al traguardo. Con grande orgoglio presentiamo la seconda edizione de “I Quaderni” di Energheia Magazine, tutta dedicata ad una “creatura” che abbiamo visto nascere e che ora trasferiamo in un numero speciale, come speciale è stato l’evento che fa da sfondo. Dal 19 al 26 marzo le esperienze più interessanti del Triveneto, in termini di utilizzo delle risorse energetiche rinnovabili e di nuovi modelli di sviluppo sostenibile, si sono date appuntamento a GREENordEsT week. L’iniziativa ha offerto una visione a 360 gradi delle eccellenze green espresse dal nostro territorio, contribuendo a promuovere il confronto tra addetti ai lavori, ad informare l’opinione pubblica e a diffondere la conoscenza di tante buone pratiche. In altre parole: a mettere in moto idee e a fare cultura. Conferenze, convegni, dibattiti, ma anche visite aperte alla cittadinanza, workshop e laboratori per le scuole: ricco e articolato il calendario di eventi andati in scena da Venezia a Trento, passando per Padova, Rovigo, Belluno, Verona e Vicenza, e realizzati in partnership con SEE (Sustainable Energy Europe), all’interno della Settimana Europea dell’Energia Sostenibile (EUSEW 2010) che ha avuto luogo in tutta Europa. A dare lustro all’iniziativa ha contribuito la squadra di qualificati organizzatori di cui Energheia ha avuto il piacere di far parte e che ha visto la presenza di Habitech - Distretto per l’energia e l’ambiente, eAmbiente e del Consorzio di Sviluppo Polesine, con la collaborazione di Veneto Innovazione, Eurosportello di Unioncamere del Veneto, Enea, il patrocinio della Regione Veneto, della Provincia di Trento, nonché l’appoggio del Ministero dell'Ambiente e il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia. Non una semplice passerella di soluzioni e progetti, ma un luogo attivo, dove ragionare, proporre, lanciare spunti, condurre riflessioni; un luogo da cui guardare avanti, banco di prova per la creazione di una rete di comunità sostenibili e sicure in grado di proiettare il Nordest verso una svolta “verde”: GREENordEsT week è stato tutto questo. Un evento cui hanno preso parte numerosi rappresentanti di enti territoriali, del mondo

istituzionale, economico e produttivo e che ha raccolto vivo apprezzamento tra gli operatori del settore e la cittadinanza, con ampia risonanza presso la stampa locale e nazionale. Ecco perché riteniamo che questa rivista, a metà tra una raccolta di atti e una rielaborazione a posteriori dei dati e delle idee emersi nel contesto della Settimana dell'Energia Sostenibile, sia da considerarsi come il primo vero documento della green economy del Nordest, nato dal territorio, area nella quale un sistema industriale meno energivoro potrebbe anche rappresentare una risposta efficace ad un'economia in difficoltà. La speranza condivisa da vari soggetti che hanno preso parte all'iniziativa è infatti quella di poter fare squadra allo scopo di promuovere lo sviluppo delle energie rinnovabili a partire dal nostro territorio. Noi ci auguriamo che il contributo di Energheia possa diventare punto di partenza e prezioso volano per il raggiungimento di questi obiettivi.

GREENordEsT week: we (re)start from here by editorial staff - Energheia Magazine Here we get to the goal. We are very proud to present the second issue of “I Quaderni” by Energheia Magazine, entirely dedicated to a “creature” that was born before our eyes and that we are now transforming into a special issue, as special as the event was that inspired the articles. From 19th to 26th March 2010, the most interesting experiences of Triveneto in the sector of renewable energy and sustainable development met up at GREENordEst week. The initiative offered a 360° degree view on the green excellences of our territory, promoting the exchange of ideas between experts, informing the public and spreading the awareness on good practices. In other words, ideas and culture were put into motion. The event programme was rich and various: conferences, meetings and debates, but also

‘open-door day’ for the public and workshops for students throughout the Triveneto, including Venice, Trento, Padua, Rovigo, Belluno and Vicenza. The entire event was part of the European Sustainable Energy Week (EUSEW 2010) and set up in partnership with SEE (Sustainable Energy Europe). Energheia was amongst the team members of qualified promoters, which included Habitech - Distretto Tecnologico Trentino per l’energia e l’ambiente (the energy and enviroment network of Trento), eAmbiente and Consorzio Sviluppo del Polesine (the development consortium of Rovigo), with the collaboration of Veneto Innovazione, Eurosportello delle Unioncamere del Veneto (Chamber of commerce), Enea and under the patronage of the Veneto Region, the Province of Trento and the support of the Ministry for the Environment and the Region of Friuli Venezia Giulia. Not simply a show of solutions and projects but an active place to discuss issues, make suggestions, launch ideas and reflect; a place to look forward to the creation of a network of sustainable communities, to allow North East Italy to turn “green”. GREENordEsT Week was all of this, an event in which several representatives from local and institutional authorities took place together with experts from the economic / entrepreneural world. The event found great support from people working in the sector and the public, and was greatly acclaimed by national and local media. That's why we consider this magazine to be halfway between a collection of official documents and an informed report on the data and ideas that emerged during the week. This should be considered the first document on the green economy in the North East based on the experience from this geographical area in which a less energy consuming system may also mean an answer to economic difficulties. The hope shared by the various entities participating in the event is to build a team with the aim to promote the development of renewable energy starting from this area. It is our wish that Energheia becomes the starting point and driving force in reaching this aim.


Testata registrata presso il tribunale di Vicenza n.1140 del 02.04.2007 Speciale Energheia agosto 2010 Finito di stampare nel mese di agosto 2010 Edizioni Logika sede legale, direzione, amministrazione, redazione Via Marco Corner, 1 36016 Thiene VI - Italy Tel. +39 0445 362701 Fax +39 0445 380624 redazione@energheiamagazine.it Direttore responsabile Mariagrazia Bonollo Capo Redattore Laura Pilastro Redazione Elisa Carraro Anna Lotto Katia Meggiorin Segreteria di Redazione Anna Righele info@energheiamagazine.it Progetto grafico e impaginazione Erika Bacchiega Stampa Safigraf industria grafica - Schio (VI) COMITATO SCIENTIFICO GREENordEsT week - EUSEW 2010 (European Union Sustainable Energy Week) (comitatoscientifico@energheiamagazine.it) Coordinamento Paolo Gurisatti - Distretto Tecnologico Trentino Veronica Bonafè - CONSVIPO Consorzio per lo Sviluppo del Polesine Rosanna Bonollo - Energheia Gabriella Chiellino - eAmbiente Tommaso Dal Bosco - UNCEM Marco Gorini - Veneto Innovazione Arturo Lorenzoni - Dipartimento Energia Elettrica Università di Padova e Università Bocconi Milano Maria Masiero - Counseling, Consulenza Strategica d’Impresa Patrizia Messina - Università di Padova Elisa Paccagnan - eAmbiente Francesco Pareti - Unioncamere Veneto Lorenzo Ranzato - Scienze Politiche Università di Padova Vittorio Regis - Politecnico Milano, Team Europe - Milano, Evalue Srl Diego Santi - ENEA Rossella Verza - INBAR Padova Direzione organizzativa Rosanna Bonollo Hanno collaborato: Fabrizio Barbaso, Manuel Benincà, Mauro Bonera, Dario Braga, Aldo Campesan, Paulina Campos, Elena Cavazzin, Maurizio Dissegna, Giovanni Fornasa, Roberto Furlan, Luciano Gallo, Dario Gamba, Erica Holland, Roberto Jodice, Amedeo Levorato, Stefano Lucchi, Antonio Lumicisi, Arvea Marieni, Andrea Marroni, Pier Mario Munari, Paolo Pandolfo, Lisa Roncon, Fabrizio Rovatti, Luca Secco, Giorgio Simonetto, Carla Travagnin, Ufficio stampa SunEdison, Angelo Zanellato, Paolo Zaniboni, Gino Zottis. Concessionaria esclusiva per la pubblicità LOGIKA sas Via Marco Corner, 1 36016 Thiene VI Tel. +39 0445 362701 Fax +39 0445 380624 info@logikaweb.it

SOMMARIO 1 4

Editoriale GREENordEsT week: il programma

Gli orizzonti della green economy, dal globale al locale 7 2010: un anno fondamentale F. Barbaso - Energy DG, European Commission Campagna SEE: vantaggi per le aziende che puntano sulle rinnovabili 8 C. Travagnin - Sustainable Energy Europe Campaign 10 Verso la nascita dell'”International Renewable Energy Agency” A. Marroni - GSE 13 Interventi da attuare a favore delle fonti “verdi” G. Chiellino - eAmbiente 14 Lo sviluppo delle energie rinnovabili in Italia A. Lumicisi - Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare 16 Green Economy e Nordest: oltre lo skyline della “periferia industriale” P. Gurisatti – Habitech, Distretto Tecnologico Trentino Comunità sostenibili a Nordest: buone pratiche di collaborazione pubblico-privato 22 Il Veneto come area strategica per la green economy D. Santi – ENEA 25 Energia: una nuova sfida per il Veneto e le sue imprese G. Simonetto - Veneto Innovazione 27 Distretto per l'idrogeno a Porto Marghera: l'iniziativa HY ZONE 28 Terminale Adriatic LNG: l'energia abita qui L. Roncon – Adriatic LNG Montagne sostenibili e sicure 30 I mercati volontari del carbonio e il Progetto Carbomark M. Dissegna - Servizio Pianificazione e Ricerca Forestale Regione Veneto 31 Oil Free Zone 33 La montagna al centro di un nuovo modello di sviluppo sostenibile T. Dal Bosco - UNCEM 36 Acqua come risorsa scarsa: quali usi energetici? D. Gamba - Zeco Relazioni generative tra industria e territorio nelle "città impresa" di media dimensione 38 Alto Garda Power: centrale di cogenerazione ad alto rendimento S. Lucchi - AGS 40 Cogenerazione nelle aree residenziali: il progetto Crisalide per impianti ad alta efficienza via Fuel Cell 41 Progetto PVS in Bloom, piantagioni fotovoltaiche in fiore E. Holland - Unioncamere del Veneto Buone pratiche di sostenibilità energetica in città e territori ad alta intensità di infrastrutture 44 Le imprese e la scommessa della sostenibilità ambientale R. Furlan - Camera di Commercio di Padova 46 Isera, Comune virtuoso tra idrogeno e fotovoltaico P. Zaniboni - Comune di Isera (TN) 48 Progetto energia e sicurezza: best driving G. Zottis - SAF 51 Da ex discarica di rifiuti urbani a parco fotovoltaico A. Levorato - Ente di Bacino Padova 2 52 Incentivi degli enti locali per il fotovoltaico L. Gallo - Unione dei Comuni del Camposampierese 54 Consorzio Ponterosso: modello di eccellenza nel risparmio energetico D. Braga - TurBinde 56 Sognando il fotovoltaico P.M. Munari 57 Enerplan: l'”abito” ecologico dell'area Science Park di Trieste A. Marieni, F. Rovatti - Innovation Factory 60 Cityporto Padova P. Pandolfo - Interporto Padova 64 Lavori in corso per il più grande impianto fotovoltaico al mondo su tetto E. Cavazzin - SOLON 65 Mezzi di trasporto alimentati dal sole L. Secco - SOLON 66 Rapporto tra utilities e amministrazioni locali A. Campesan - Aim Vicenza


Aree rurali ed energie rinnovabili: opportunità di sviluppo 68 Aree rurali ed energie rinnovabili in Veneto M. Benincà - Federazione Regionale Coldiretti Veneto 70 L'impiego delle biomasse di origine agricola per la produzione di energia rinnovabile R. Jodice - CORTEA 74 Bio-cogenerazione a servizio delle imprese agricole M. Bonera - AB Energy 76 Biogas e sviluppo rurale P. Campos - MT Energie Italia 78 Sfruttare i canali irrigui per produrre energia G. Fornasa - Zeco

SUMMARY 1 4

Editorial GREENordEsT week program

The horizons of green economy: from global to local 7 2010: an important year F. Barbaso - Energy DG, European Commission 8 SEE Campaign: advantages for companies with a stake in renewable energy C. Travagnin - Sustainable Energy Europe Campaign 10 Towards the birth of the International Renewable Energy Agency A. Marroni - GSE 13 Interventions to be realized in favour of “green” sources G. Chiellino - eAmbiente 14 Renewable energy development in Italy A. Lumicisi - Ministry for the Environment, Land and Sea 16 Green economy and north east Italy. Beyond the industrial district skyline P. Gurisatti - Habitech, Distretto Tecnologico Trentino Sustainable Communities in North East Italy: best practices of public-private collaboration 22 Veneto as a strategic area for green economy D. Santi - ENEA 25 Energy: a new challenge for Veneto and its businesses G. Simonetto - Veneto Innovazione 27 Hydrogen cluster in Porto Marghera (Venice): HY ZONE iniziative 28 The Adriatic LNG terminal: energy lives here L. Roncon - Adriatic LNG Sustainable and safe mountains 30 Voluntary carbon markets and the Carbomark project M. Dissegna - Planning and Research for the Forest Region of Veneto 31 Oil free zone 33 The mountains at the centre of a new model of sustainable development T. Dal Bosco - UNCEM 36 Water as a depleting resource: what are the real possibilities for energy production? D. Gamba - Zeco The generative relationship between industry and territory in medium-sized “cityenterprise” 38 Alto Garda Power: power station with a high cogeneration yield S. Lucchi - AGS 40 Co-generation in residential areas: “Crisalide” project for high efficiency fuel cell route system. 41 The PVS in bloom project E. Holland - Unioncamere del Veneto Best practices of sustainable energy in cities and territories with infrastructures high-density 44 Firms and the environmental sustainability dare R. Furlan - Padua Chamber of Commerce 46 Isera a virtuos community, amidst hydrogen and pv P. Zaniboni - Municipality of Isera (TN) 48 Energy and safety project: best driving G. Zottis - SAF 51 Former urban rubbish dump turned into photovoltaic power station A. Levorato - Bacino Padova 2

80 82

Un ruolo da protagonista per il Polesine A. Zanellato - Consvipo Il primato di Rovigo: nasce il parco fotovoltaico più esteso d'Europa a cura dell'Ufficio stampa SunEdison Italia

GREENordEsT week per cittadini e studenti 83 Porte aperte all'energia sostenibile e laboratori per le scuole Il ruolo del Trentino per lo sviluppo sostenibile 87 Estratti dalla tavola rotonda a conclusione della Settimana Europea dell'Energia Sostenibile

52 54 56 57

60 64 65 66

Local government incentives for photovoltaic L. Gallo - Camposampierese Council Union Consorzio Ponterosso, a model of excellence in energy saving D. Braga - TurBinde Dreaming of photovoltaic energy P. M. Munari Enerplan: “the environmentally friendly aspect” of the Area Science Park in Trieste A. Marieni, F. Rovatti - Innovation Factory Cityporto Padova P. Pandolfo - Interporto Padova Work in progress on the biggest photovoltaic roof plant in the world E. Cavazzin - SOLON Sun fuelled means of transport L. Secco - SOLON The relationship between utilities and local administration A. Campesan - Aim Vicenza

Rural districts and renewable energy: development opportunities 68 Rural districts and renewable energy in Veneto M. Benincà - Veneto regional farmers' association (Coldiretti) 70 Agricultural biomass utilisation for renewable energy production in Italy R. Jodice - CORTEA 74 Bio co-generation for factory farms M. Bonera - AB Energy 76 Biogas and rural development P. Campos - MT-Energie Italia 78 Using irrigation channels for clean energy G. Fornasa - Zeco 80 For Polesine a leading role A. Zanellato - Consvipo 82 Rovigo's record: Europe biggest photovolatic park to be established here by the press office of SunEdison Italia GREENordEsT week for public and students 83 Open-door day for renewable energy and workshops for students The role of Trentino in sustainable development 87 Round table at the end of the GREENordEsT week

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programmagreeNordEsTweek2010 LO STATO DELL’ARTE PER LA COSTITUZIONE DI IRENA (Agenzia Internazionale per l’Energia Rinnovabile) Andrea Marroni, GSE- Gestore Servizi Energetici

marzo 9.30 Registrazione partecipanti 10.00 Apertura dei lavori Adriano Rasi Caldogno, segretario generale Regione del Veneto Michele Vianello, direttore VEGA Parco Scientifico Tecnologico

LA SETTIMANA EUROPEA DELLE ENERGIE SOSTENIBILI E LE “COMUNITÀ” DEL NORDEST Paolo Gurisatti, Habitech Rosanna Bonollo, Energheia Gabriella Chiellino, eAmbiente 10.30 STRUMENTI E PROGETTI DELLA COMMISSIONE EUROPEA E DELLA PROGRAMMAZIONE UNITARIA 2007-2013 PER LO SVILUPPO DELLE FONTI RINNOVABILI E DELL’EFFICIENZA ENERGETICA Samuele Furfari, direzione Generale Energie e Trasporti UE Elio Manti, direzione per lo Sviluppo Sostenibile, il Clima e l’Energia Ministero dell’Ambiente

11.30 STRUMENTI E PROGETTI DELLE ISTITUZIONI TERRITORIALI IN MATERIA DI FONTI RINNOVABILI ED EFFICIENZA ENERGETICA Alberto Pacher, vicepresidente Provincia Autonoma di Trento Elio De Anna, assessore Lavori Pubblici e Ambiente Regione Friuli Venezia Giulia Luigi Rossi Luciani, presidente VEGA Parco Scientifico Tecnologico 13.00 DEGUSTAZIONE PRODOTTI TIPICI A KM ZERO in collaborazione con Coldiretti Venezia 14.30 INVESTIMENTO E INTEGRAZIONE PUBBLICO-PRIVATO A NORDEST. DALLE BUONE PRATICHE SPERIMENTALI AGLI INTERVENTI SU VASTA SCALA, NELLA PROSPETTIVA DEL 20-20. Coordina: Michele Vianello, direttore VEGA Parco Scientifico Tecnologico Intervengono: Matteo Segafredo presidente Enrive; Paolo Gurisatti, Presidente Habitech; Diego Santi, ricercatore ENEA; Francesco Pareti, Eurosportello Veneto; Angelo Zanellato, presidente Consvipo; Giorgio Simonetto, presidente Veneto Innovazione; Gian Angelo Bellati, direttore Unioncamere; Romina Zanvettor, Foro di Brescia; Maria Bruschi, Foro di Treviso. 17.00 Conclusioni

DISTRETTO PER L’IDROGENO A PORTO MARGHERA: L’INIZIATIVA HYZONE Matteo Ametis, vicedirettore di Veneto Innovazione

marzo

13.10 DEGUSTAZIONE PRODOTTI TIPICI A KM ZERO in collaborazione con Coldiretti Belluno 14.00 2^PARTE Coordina: Tommaso dal Bosco, direttore generale nazionale UNCEM

10.00 Registrazione partecipanti 10.30 Saluti Gianpaolo Bottacin, Presidente della Provincia di Belluno 10.45 1^PARTE Coordina: Gabriella Chiellino, eAmbiente SISTEMA INFORMATIVO MULTIUTENTE AGGIORNABILE IN TEMPO REALE PER LA GESTIONE DELLE ENERGIE RINNOVABILI Giovanni Piccoli, Presidente del Consorzio BIM Piave di Belluno IL DISTRETTO DELLE ENERGIE RINNOVABILI Luigino Boito, Distretto delle Energie Rinnovabili RUOLO STRATEGICO DELLE FORESTE: IL PROGETTO CARBOMARK Gianluca Santi, eAmbiente MODELLI DI MICROCOGENERAZIONE DA BIOMASSE MEDIANTE CICLO STIRLING E CELLE A COMBUSTIBILE DI TIPO SOFC Roberto Da Forno, MDA VALORIZZAZIONE DI BIOCOMBUSTIBILI SOLIDI DI ORIGINE FORESTALE Luca Canzan, consulente per Ecodolomiti OIL FREE ZONE E AUTONOMIA ENERGETICA IN UNA VALLE CHIUSA (SOLUZIONI OFF-GRID) Luciano Zeni, Primiero – ACSM

“ENERGIANOVA” PER I RIFUGI ALPINI: DAL PROGETTO ALLE ESPERIENZE APPLICATIVE Raffaello Cossu, Università di Padova - Dipartimento IMAGE - Fondazione Giovanni Angelini GENERAZIONE DI ENERGIA E ACCUMULO MEDIANTE IDROGENO IN ALTA QUOTA Massimo Luminari, ELMA USO DELLE BIOMASSE FORESTALI E CO-GENERAZIONE IN MONTAGNA Silvio Rudy Stella, presidente Italcogen – Associazione Italiana Produttori e Distributori di Impianti di Cogenerazione Andrea Ventura, Bioenergia Fiemme ACQUA COME RISORSA SCARSA: QUALI USI ENERGETICI? Franco Roccon, Presidente di GSP Dario Gamba, Zeco 16.15 QUALI PROSPETTIVE DI SVILUPPO PER LE ENERGIE RINNOVABILI IN MONTAGNA: tavola rotonda tra amministrazioni ed enti locali Intervengono: Giampaolo Bottacin, presidente della Provincia di Belluno Paolo Doglioni, presidente della Camera di Commercio di Belluno Ivano Faoro, assessore all’Ambiente della Provincia di Belluno Giovanni Piccoli, presidente del Consorzio BIM Piave di Belluno Luigino Boito, rappresentante del Distretto delle Energie Rinnovabili 17.30 Conclusioni


programmagreeNordEsTweek2010

15.30 EFFICIENZA ENERGETICA E INNOVAZIONE Progetto GOE, (Gestione Ottimale Energia) Emanuela Lucchini, ICI Caldaie - ATI Industria 2015 Laura Cremonesi, Cremonesi Consulenze

marzo

14.00 Registrazione partecipanti 14.30 Saluti Vito Giacino, assessore all’Urbanistica del Comune di Verona Michele Bauli, vicepresidente Confindustria Verona 14.45 DISTRETTI NELLO SVILUPPO DELL’ENERGIA RINNOVABILE E DEL RISPARMIO ENERGETICO: IL CASO DI VENETO CLIMA E HABITECH Italo Candoni, direzione sviluppo economico ricerca e innovazione Regione del Veneto Marcello Fantini, Confindustria Verona Paolo Gurisatti, Habitech

marzo 10.00 Registrazione partecipanti 10.30 Saluti Flavio Zanonato, sindaco di Padova Giuseppe Zaccaria, rettore dell’Università di Padova Roberto Furlan, presidente della Camera di Commercio di Padova 11.15 1^PARTE EFFICIENZA ENERGETICA E PRODUZIONE DI ENERGIA IN CITTÀ: INTEGRAZIONE NEGLI SPAZI TIPICAMENTE URBANI

16.15 TELERISCALDAMENTO E ALTRI TIPI DI CO-GENERAZIONE TERRITORIALE Ruggero Moser, AGS- Riva del Garda Franco Zanardi, Fonderie Minerbe 17.00 CO-GENERAZIONE ED EFFICIENZA NELLE AREE RESIDENZIALI: IL PROGETTO CRISALIDE PER IMPIANTI A GAS VIA FUEL CELL Alberto Ravagni, SOFCPower Marco Merler, Dolomiti Energia 17.30 TERRE MARGINALI E LORO POTENZIALITÀ INESPRESSE: IL PROGETTO PVS IN BLOOM - PIANTAGIONI FOTOVOLTAICHE IN FIORE. NUOVA SFIDA PER LA VALORIZZAZIONE TERRITORIALE UNA STRATEGIA DI SVILUPPO LOCALE ECO-SOSTENIBILE Erica Holland, Project manager Unioncamere del Veneto 18.00 Conclusioni

TURBOESPANSIONE COGENERATIVA: L’ESPERIENZA DEL CONSORZIO PER LA ZONA DI SVILUPPO INDUSTRIALE PONTEROSSO - S. VITO AL TAGLIAMENTO (PN) Giorgio Romano, presidente Consorzio Zona di Sviluppo Industriale Ponterosso Dario Braga, Turbinde ENERPLAN: “L’ABITO ECOLOGICO” DEL PARCO SCIENTIFICO AREA DI TRIESTE. IL PIANO PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA DA APPLICARE AGLI EDIFICI. Fabrizio Rovatti e Arvea Marieni, Area di Ricerca di Trieste Gianfranco Pellegrini, STP PARCHI SOLARI IN AREE INDUSTRIALI: L’ESEMPIO DELLA MACROAREA DI CASTELGUGLIELMO E SAN BELLINO (RO) Liborio Francesco Nanni, general manager SunEdison Italia CITYPORTO: L’INTERPORTO DI PADOVA E LA MOBILITÀ SOSTENIBILE. INVESTIRE NELLE ENERGIE DA FONTI RINNOVABILI: DIFFICOLTÀ E RISULTATI PER IL PIÙ GRANDE FOTOVOLTAICO SU COPERTURA D’EUROPA Luciano Greco, vicepresidente Interporto di Padova

Coordina: Patrizia Messina, Università di Padova ILLUMINAZIONE NOTTURNA DI DUE FRAZIONI MONTANE CON L’USO DI IDROGENO DA FONTI RINNOVABILI E BARRIERA ANTIRUMORE FOTOVOLTAICA SULLA A22 AUTOSTRADA DEL BRENNERO Paolo Zaniboni, Comune di Isera - TN AUTONOMIA ENERGETICA E TECNOLOGIE PER LA RIDUZIONE DEI CONSUMI DELLA FLOTTA DI AUTOBUS: IL CASO SAF SOCIETÀ AUTOTRASPORTI FRIULI Gino Zottis, AD SAF Roberto Grandinetti, presidente SAF INCENTIVI DEGLI ENTI LOCALI PER IL FOTOVOLTAICO: LE POLITICHE DEI COMUNI DELL’AREA CAMPOSAMPIERESE Luciano Gallo, Unione Comuni Camposampierese PERGINE VALSUGANA E IL TELERISCALDAMENTO A BIOMASSA IN ZONA INDUSTRIALE Marco Osler, presidente STET Pergine Valsugana 14.00 2^PARTE Coordina: Arturo Lorenzoni, Università di Padova

LA DISCARICA DI RONCAJETTE: DA EX DISCARICA A PARCO FOTOVOLTAICO Amedeo Levorato, presidente Ente di Bacino Padova 2 16.00 RAPPORTO TRA UTILITIES E AMMINISTRAZIONI LOCALI, TRA PATTO DI STABILITÀ E OPPORTUNITÀ: L’ESPERIENZA DI VICENZA Aldo Campesan, consigliere di amministrazione AIM Vicenza COMUNE DI PADOVA: IL CONSORZIO PER IL FOTOVOLTAICO IN CITTÀ Alessandro Zan, assessore all’ambiente del Comune di Padova TAVOLA ROTONDA - DALLA SPERIMENTAZIONE PIONIERISTICA ALLE INSTALLAZIONI SU LARGA SCALA Arturo Lorenzoni, Dipartimento di Ingegneria Elettrica Università di Padova; Giuseppe Stellin, prorettore ai rapporti con le imprese Università di Padova; Antonio Scipioni, docente di Sviluppo Sostenibile Università di Padova; Paolo Duella, presidente A22; Alessandro Zan, assessore all’ambiente del Comune di Padova; Marco Calaon, coordinatore Tavolo per l’Energia della CCIA di Padova. 18.00 Conclusioni Roberto Furlan, presidente della Camera di Commercio di Padova


programmagreeNordEsTweek2010 13.00 DEGUSTAZIONE PRODOTTI TIPICI A KM ZERO in collaborazione con Coldiretti Rovigo

marzo

14.00 BIO GAS A SERVIZIO DELLO SVILUPPO RURALE Paulina Campos, MT - Energie Italia SFRUTTARE I CANALI IRRIGUI PER PRODURRE ENERGIA Luca Zamboni, Zeco TERRITORIO POLESANO E INSEDIAMENTI FOTOVOLTAICI: Il Parco Solare della macroarea di Castelguglielmo e San Bellino Liborio Francesco Nanni, general manager SunEdison Italia Il fotovoltaico sugli edifici pubblici Luigi Ferrari, dirigente Settore Ambiente - Provincia di Rovigo

10.00 Registrazione partecipanti

IL RUOLO DEI FINANZIATORI NEI PROGETTI PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA IN AMBITO RURALE Matteo Vidali, CariVeneto

10.30 Saluti delle autorità Tiziana Virgili, presidente della Provincia di Rovigo AREE RURALI ED ENERGIE RINNOVABILI: UN’OPPORTUNITÀ DA REGOLAMENTARE PER GARANTIRE SOSTENIBILITÀ AL TERRITORIO E SICUREZZA AI CITTADINI Giorgio Piazza, presidente Federazione Regionale Coldiretti Veneto IMPIEGO DELLE BIOMASSE DI ORIGINE AGRICOLA PER LA PRODUZIONE DI ENERGIA RINNOVABILE Roberto Jodice, C.E.T.A. Centro Ecologia Teorica Applicata - Udine L’ESPERIENZA DELLE AZIENDE: Esperienza europea al servizio della Pubblica Amministrazione Ivano Boarretti, Agri Capital La cogenerazione dal biogas: soluzioni tecniche, problematiche ed esempi applicativi Mauro Bonera, Gruppo AB

INCENTIVI PUBBLICI PER L’USO DELLE FONTI RINNOVABILI IN AZIENDE AGRICOLE Luca Bielo Boscolo, direzione Agroambiente e Servizi per l’Agricoltura della Regione del Veneto 16.45 TAVOLA ROTONDA E DIBATTITO Intervengono: Tiziana Virgili, presidente della Provincia di Rovigo; Loredano Zampini, presidente della Camera di Commercio di Rovigo; Giuliana Gulmanelli, assessore all’Ambiente ed Energia della Provincia di Rovigo; Angelo Zanellato, presidente Consvipo; Geremia Gennari, presidente Ente Parco Regionale Delta del Po Veneto 18.00 Conclusioni Angelo Zanellato, presidente Consvipo 10.00 Introduce e coordina: giornalista RTTR

marzo

Partecipano: Lorenzo Dellai, presidente Provincia Autonoma di Trento: “Ruolo centrale del Trentino nella green economy” Paolo Gurisatti, presidente Distretto Tecnologico Trentino: “Presentazione Settimana Europea dell’Energia Sostenibile” Marino Simoni, presidente Consorzio Comuni Trentini: “Comunità montane nel risparmio energetico” Gianni Lazzari, Distretto Tecnologico Trentino: “Il Distretto Tecnologico Trentino, strumento territoriale per uno sviluppo sostenibile” Enrico Borghi, presidenteUNCEMNazionale In diretta TV, le buone pratiche pubbliche e private oggi presenti sul territorio, per chiarire il ruolo dell’area nello sviluppo della green economy. Verranno trasmessi alcuni tra gli interventi più significativi presentati durante gli eventi territoriali. L’Istituto Nazionale di Bioarchitettura (INBAR) Sezione di Padova accompagna gli studenti degli Istituti Tecnici e Professionali del Veneto nella realizzazione in classe di un pannello solare-termico. PADOVA Mercoledì 24 marzo

Una giornata per operatori, studenti e famiglie alla scoperta di alcuni impianti di produzione di energia sostenibile Monastier (TV) - via Giacomelli, 9 Elettricità da una stalla Un sistema alternativo per creare energia pulita: la Stalla Sociale di Monastier produce, con il biogas, corrente per duemila famiglie con un risparmio di quattromila tonnellate di anidride carbonica. Sarcedo (VI) - via Monte Corno Dai piccoli corsi d’acqua, un mare di energia pulita Il Consorzio Alta Pianura Veneta, con sette centraline idroelettriche, è leader nel Veneto per la produzione energetica dai canali irrigui.

Aula magna Dipartimento di Sociologia via Cesarotti, 12 - Padova Presentazione del libro (Cleup, 2009) Innovazione e sostenibilità. Modelli locali di sviluppo al bivio a cura di Patrizia Messina Un cambiamento dello stile amministrativo e della cultura di governo del territorio costituiscono, oggi più che mai, la vera sfida per la sostenibilità del “modo di sviluppo” del Veneto. Ore 16.00 Registrazione Ore 16.30 Presentazione del libro Coordina: Roberto Grandinetti, Università di Padova Intervengono: Paolo Gurisatti, presidente Habitec Distretto Tecnologico Trentino; Lorenzo Ranzato, Istituto Nazionale di Urbanistica del Veneto; Anna Mazzi, Università di Padova; Francesco Jori, Centro “Giorgio Lago”, Università di Padova; Patrizia Messina, Università di Padova


7 I quaderni di Energheia

2010: UN ANNO FONDAMENTALE di Fabrizio Barbaso, Deputy director - General of Energy DG, European Commission

Negli ultimi cinque anni, la politica energetica europea si è notevolmente sviluppata e la sostenibilità è diventata un nodo cruciale per tutte le nostre iniziative. L’Unione Europea si è impegnata a raggiungere il 20% di produzione di energia da fonti verdi entro il 2020 ed una nuova direttiva sulle rinnovabili che stabilisce dei vincoli legali per ogni Stato membro è entrata in vigore nel 2009. Il 2010 è un anno determinante per questo settore: agli Stati membri viene richiesto un grosso sforzo per completare la cornice legislativa introdotta dalla direttiva. È infatti l’anno di preparazione del Piano di Azione per le Energie Rinnovabili, uno strumento cruciale per l’evolversi del percorso da qui fino agli obiettivi del 2020 e per assicurare agli investitori la necessaria stabilità e fiducia. Questo, inoltre, è l’anno in cui la direttiva dovrebbe trovare attuazione nelle legislazioni nazionali. Tuttavia, la mera trasposizione a livello nazionale della direttiva europea non garantisce il raggiungimento degli obiettivi del 2020. Per rimuovere gli ostacoli allo sviluppo dell’energia sostenibile sono necessari un impegno politico forte, un supporto economico ed un’azione coerente a livello nazionale, regionale e locale. Gli Stati membri devono assicurarsi che i livelli decisionali interni siano in grado di collaborare, che le procedure di rilascio delle autorizzazioni siano snellite, necessarie e proporzionate. Gli operatori dei sistemi di distribuzione e trasmissione devono prevedere la priorità o almeno garantire una rete di accesso alle energie rinnovabili. I consumatori devono poter essere accuratamente informati riguardo alle agevolazioni dal settore. In Italia, dove coesistono diversi livelli amministrativi (nazionale, regionale e locale), la necessità di coordinarsi è particolarmente sentita. Nonostante ciò, concentrarsi solamente su queste sfide non è sufficiente per creare un settore delle energie rinnovabili che sia coerente e integrato. È necessario lavorare di più all’interno della Commissione Europea per indirizzare ulteriori orizzonti tecnici e finanziari che emergeranno a seguito della diffusione delle

che emergeranno a seguito della diffusione delle rinnovabili. Ad esempio, per integrare il mercato europeo dell’energia sostenibile e diminuire i costi di raggiungimento degli obiettivi del 2020, la Commissione ha intenzione di adottare un pacchetto di infrastrutture energetiche. La rete di infrastrutture, specialmente quella dell’energia elettrica, è la chiave di connessione per i mercati regionali europei e per rafforzare una crescente diffusione di energia “verde”. Si è giunti ad un importante accordo in termini di regolamentazione per la promozione delle energie sostenibili, ma rimane ancora molto da fare. L’Europa è chiaramente indirizzata verso la creazione di un settore delle energie verdi potenziato e coerente e questo assicura che la green economy europea abbia fondamenta valide per innovare, competere e crescere.

2010: AN IMPORTANT YEAR by Fabrizio Barbaso, Deputy director - General of Energy DG, European Commission European energy policy has developed significantly over the last five years, and sustainability has become a crucial aspect of all our activity in this field. The EU has committed to having 20% of its final energy consumption supplied from renewable energy sources by 2020. A new Renewable Energy Directive establishing legally binding renewable energy targets for each Member State came into force in 2009. For renewable energy, 2010 is a very important year as a great deal of work needs to be done at a Member States' level in order to complete the legal framework developed by the Directive. It is the year of the preparation of the National Renewable Energy Action Plans – critical tools for laying the pathway towards the 2020 targets and for ensuring the necessary stability and predictability for investors. It is also the year of the transposition of the Directive into Member States' national legislations. The full transposition of the Directive into national legislations does not guarantee, though,

the achievement of the 2020 targets. To address all the obstacles in renewable energy development there is also a need for strong political commitment, financial support and coherent action at national, regional and local levels. Member States have to make sure that their internal levels of decision-making are working together successfully, that their authorisation procedures for renewable energy are streamlined, proportionate and necessary. The distribution and transmission system operators have to provide priority or guaranteed grid access to renewable energy. The consumers have to be accurately informed on support measures for renewable energy. For Italy, with its many levels of decision-making (national, regional and local), the need for coordination is particularly strong. However, addressing only these challenges is still not enough for creating a coherent, integrated and sustainable energy sector. More work needs to be done within the European Commission to further address the technical and financial challenges raised by the growing share of renewable energy. For example, in order to integrate Europe's energy markets and lower the costs of meeting the 2020 energy targets, the Commission will be adopting an energy infrastructure package. Network infrastructure, particularly the electricity grid, is the key to interconnecting regional European markets and to integrating a growing share of renewable energy and distributed energy. A great deal has been done in terms of setting up the regulatory framework for the promotion of renewable energy, and a lot still remains to be done. Europe is clearly headed towards a more coherent, integrated and sustainable energy sector that will ensure that the European green economy is best placed to innovate, compete and prosper.


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CAMPAGNA SEE: VANTAGGI PER LE AZIENDE CHE PUNTANO SULLE RINNOVABILI di Carla Travagnin, Senior Communication Expert della Sustainable Energy Europe Campaign e organizzatrice della EU Sustainable Energy Week (www.eusew.eu)

La Settimana Europea dell’Energia Sostenibile, momento privilegiato per il confronto diretto con le istituzioni, rappresenta l’evento finale della Sustainable Energy Europe Campaign (Campagna SEE, www.sustenergy.org). La crescita dell’evento rappresenta il successo della Campagna in Europa.

con l’Europa è il dialogo con uno degli oltre 100 associati della Campagna SEE: ognuno di essi, infatti, ha un canale privilegiato perché rappresenta in Europa un diverso territorio dell’Unione. In Italia, per esempio, un grande lavoro in questo senso è stato svolto dal Ministero dell’Ambiente.

Storia della Campagna SEE: • 1 conferenza nel 2006 a Bruxelles • 40 eventi nel 2007 • 73 eventi nel 2008 • 148 nel 2009, in 19 paesi e 51 città

Un altro importante canale è il sito www.sustenergy.org, redatto e aggiornato in 23 lingue. Gli uffici di Bruxelles, inoltre, sono sempre a disposizione per rispondere a qualsiasi richiesta. Qualunque azienda o istituzione comunitaria può diventare Partner Ufficiale della Campagna, seguendo le indicazioni presenti sul sito. Una volta presentata la documentazione necessaria, una commissione interna valuta le richieste, le seleziona suddividendole per categoria di intervento, ne invia comunicazione all'EACI – (Executive Agency for Competitiveness and Innovation) e, ottenuta l'approvazione, conferisce al soggetto richiedente il titolo di Sustainable Energy Europe Campaign Official Partner. In breve tempo il neopromosso Partner riceve l'autorizzazione all'utilizzo del logo su tutto il materiale promozionale, un riconoscimento che si traduce in un certificato di qualità riconosciuto a livello comunitario. Il nuovo progetto viene pubblicato sul portale ufficiale dell'iniziativa e gli uffici di Bruxelles ne garantiscono la promozione sui media comunitari del settore.

EUSEW 2010: 328 eventi: • 82 eventi a Bruxelles • 246 eventi in Europa (e in Croazia, Serbia, Norvegia, Turchia, Georgia) • 234 presenze su stampa, radio, TV La Campagna Energia Sostenibile per l’Europa è un’iniziativa attraverso la quale l’Unione Europea fornisce alle aziende e alle istituzioni che operano nel territorio comunitario un supporto gratuito in termini di comunicazione, a fronte di un progetto concreto mirato allo sviluppo di una gestione energetica sostenibile. Il progetto deve rispettare le seguenti condizioni: aderire agli obiettivi della Campagna, essere in atto e finanziato. Ogni anno la Campagna promuove oltre 250 progetti (che diventano Partner Ufficiali), valutati positivamente per il loro impegno che spazia dall’implementazione della sostenibilità energetica alla riduzione della CO2 emessa in atmosfera, dalla formazione all’uso dei biocarburanti. Si tratta di un cambio di visuale: non è l’azienda - pubblica o privata - che chiede sostegno alle istituzioni comunitarie, ma è l’Europa stessa che si muove verso il territorio, offrendo così un supporto nei rapporti con le istituzioni, le imprese, con i media nazionali e comunitari, nell’organizzazione di eventi e nella realizzazione di progetti di sviluppo. Il principale canale attraverso il quale ogni imprenditore, ente pubblico o ricercatore, può uscire dal suo distretto imprenditoriale e mettersi in contatto

Non ultimo, ogni partner della Campagna ha la possibilità di concorrere ogni anno per l'assegnazione del Sustainable Energy Europe Award. Nessun contributo economico diretto da parte della Campagna Energia Sostenibile per l'Europa è dunque previsto tuttavia per i Partner vi è l'opportunità di un canale privilegiato per la richiesta di fondi al Ministero o ad altre istituzioni comunitarie. Numerose le segnalazioni di un accesso facilitato al credito grazie alla garanzia offerta dall'essere partner ufficiale della Campagna che, inoltre, garantisce l'ingresso in una rete di comunicazione europea: gli uffici possono inoltrare le richieste e le proposte dei Partner

verso progetti comunitari mirati, favorendo così l'accesso ad eventuali fondi disponibili. È il caso, ad esempio, del coinvolgimento di Build-up per i progetti a carattere edile, e della IEE – Environmental Technologies Action Plan per iniziative legate all'innovazione tecnologica.

SEE CAMPAIGN: ADVANTAGES FOR COMPANIES WITH A STAKE IN RENEWABLE ENERGY by Carla Travagnin, Senior Communications Expert from the Sustainable Energy Europe Campaign and organizer of the EU Sustainable Energy Week (www.eusew.eu) The EU Sustainable Energy Week, an opportunity for institutions to discuss and exchange information directly, is the final event of the Sustainable Energy Europe Campaign (www.sustenergy.org). The growth of the event proves that it has been a successful European campaign. History • 1 conference in 2006 in Brussels • 40 events in 2007 • 73 events in 2008 • 148 in 2009, in 19 countries and 51 cities EUSEW 2010: 328 events • 82 events in Brussels • 246 in Europe (Croatia, Serbia, Norway, Turkey, Georgia) • 234 appointments with the Press, Radio, TV The Sustainable Energy Europe Campaign is an initiative through which the EU provides companies and institutions operating within the Community free support in terms of communication, when presented with a specific project aimed at developing sustainable energy management. The project must meet the following conditions: comply with the aims of the campaign, already be in progress, and funded. Every year, the Campaign supports over 250 projects (which become


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Official Partners), which have been positively evaluated for their efforts in the implementation of sustainable energy, in the reduction of CO2 atmospheric emissions and in the training to the use of biofuels. This shows a change in stance: it is not the company – privately or publicly owned - seeking support from EU institutions, but Europe itself that is making a shift towards the area. In this way it offers support in dealing with the institutions, the companies, the national and EU media in the organization of events and the development of projects. The main channel through which every employer, public company or researcher, may leave the geographical business area and make contact with Europe is through dialogue with one of the over 100 members of the See Campaign: each and every one of the former is, in fact, privileged because they represent a different area within the European Union. In this respect, for example, the Italian Ministry of Environment has done excellent work. Another important channel is the site www.sustenergy.org, edited and updated in 23 languages. Furthermore, the offices in Brussels are also always available to answer any questions. Any EU company or institution can become an Official Partner of the Campaign by following the directions given on the website. Once the necessary documentation has been submitted, an internal committee evaluates the requests, then selects and separates them into categories according to the type of intervention, then the EACI (Executive Agency for Competitiveness and Innovation) is contacted, and, once approved, the applicant is awarded the title of Official partner to the Sustainable Energy Europe Campaign.

Very soon the newly promoted partner receives permission to use the logo on all promotional material, a recognition that translates into a quality certificate approved at EEC level. The new project is posted on the official initiatives portal (www.sustenergy.org) and the Brussels offices ensures that the project is promoted through EU media in dealing in that area. Moreover, every campaign partner has the chance to compete annually for the Sustainable Energy Europe Award. No direct economic contribution is made by the Sustainable Energy Europe Campaign, however, there is certainly the opportunity for a privileged partner to request funds from the Ministry or other EU institutions. There have also been many other reports of easier access to credit, thanks to the guarantee that comes with being an official campaign partner. The European Sustainable Energy Campaign also guarantees entry into a European network of communication: our offices are able to forward requests and proposals from partners to the suitable community projects, thus promoting access to any available funds. This applies, for example, to the involvement of Build-up for projects relating to the construction industry of the IEE (Intelligent Energy Europe) or ETAP (Environmental Technologies Action Plan) for initiatives related to technological innovation.


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VERSO LA NASCITA DELL’ “INTERNATIONAL RENEWABLE ENERGY AGENCY” di Andrea Marroni, Consulente del GSE SpA

IRENA (International Renewable Energy Agency, www.irena.org) è un’agenzia internazionale per lo sviluppo delle fonti di energia rinnovabile il cui scopo è anche quello di offrire agli Stati membri un punto di riferimento per quanto riguarda consulenze politiche, tecniche e finanziarie in ambito energetico. La prossima tappa cruciale del processo costitutivo dell’Agenzia è la preparazione degli organi costitutivi in vista di gennaio 2011, quando il mondo dell’energia si ritroverà negli Emirati Arabi Uniti per l’appuntamento annuale del World Future Energy Summit e lo Statuto siglato il 29 gennaio 2009 a Bonn dai Paesi fondatori sarà entrato in vigore. Uno strumento per valorizzare le competenze del settore In Egitto, a fine giugno 2009, sono state prese decisioni in merito al Quartier Generale di IRENA. La preferenza è andata alla capitale degli EAU, attraverso un compromesso politico che ha previsto anche due sedi-satellite: Bonn e Vienna. Bonn ospiterà il Centro per l’Innovazione e la Tecnologia, Vienna un ufficio per le relazioni con le altre organizzazioni internazionali. L’impostazione italiana è stata sinora segnata da una partecipazione positiva e collaborativa, a sostegno dell’attuale assetto, con la prospettiva di considerare l’Agenzia come uno strumento per valorizzare adeguatamente gli interessi e le competenze nazionali del settore: sia dei soggetti privati - le imprese attive nella generazione elettrica da fonti rinnovabili e l’industria manifatturiera - sia dei pubblici (per esempio la società Gestore dei Servizi Energetici GSE sarà la prima in Europa ad adottare un sistema di monitoraggio basato su una rete di comunicazione via satellite, per incrementare la prevedibilità della produzione di energia derivante dalle fonti energetiche rinnovabili). È interessante continuare a seguire con attenzione il processo costitutivo di questo soggetto intergovernativo che suscita molte aspettative nei suoi obiettivi-chiave, cioè lo sviluppo e la penetrazione delle rinnovabili nelle economie emergenti, nei Paesi in via di sviluppo e in quelli meno sviluppati dell’Africa. L’Agenzia si occuperà di tutte le forme di energia

rinnovabile e, fra le mansioni principali, fornirà consulenza agli Stati membri. L’idea originaria è tedesca. La Germania, il paese che detiene la leadership sul fronte tecnologico delle rinnovabili, aveva sperato di poter ospitare la sede di IRENA a Bonn, ma le combinazioni della geo-politica hanno portato ad una decisione finale diversa. Nel giugno 2009 è stato infatti deciso di accettare la proposta proveniente dal deserto della penisola arabica che includeva, fra le altre cose, un impegno di finanziamento (a tassi di interesse competitivi) di progetti di energia rinnovabile nei PVS da parte dell’”Abu Dhabi Fund for Development”, per un valore di 50 milioni di dollari all’anno per sette anni. Le delegazioni tecniche dei Paesi firmatari stanno preparando i processi di ratifica parlamentare a livello nazionale, cui faranno seguito i contributi finanziari necessari. Lo statuto di IRENA Al momento sono meno di 20 i Paesi che hanno ratificato lo statuto e la soglia di 25 Paesi, necessaria per l’entrata in vigore della nuova organizzazione, sembra abbastanza vicina. IRENA è un’organizzazione indipendente fra Governi. Sul lungo termine non è irrealistico pensare che possa affiliarsi/integrarsi nella famiglia delle Nazioni Unite. Al momento sono oltre 145 i Paesi firmatari. Lo statuto rimane aperto per la firma e tutti gli Stati, come tutte le organizzazioni regionali intergovernative, possono ancora divenire “membri fondatori” di IRENA. Da un punto di vista istituzionale, lo statuto prevede: un’assemblea, un consiglio e un segretariato guidato da un Direttore Generale. A regime, nel primo anno dopo l’entrata in vigore dello statuto, l’Agenzia si doterà approssimativamente di 100 professionisti. Il contributo finanziario di ogni Paese dipende dal budget totale che sarà approvato. Masdar City L’Agenzia sarà fisicamente localizzata all’interno di Masdar City, una città in via di costruzione a 17 chilometri da Abu Dhabi, sulla base di un progetto da 22 miliardi di

di dollari. La Capitale degli Emirati Arabi Uniti ha trovato nell’opportunità di ospitare IRENA un ulteriore rafforzamento della propria dimensione internazionale, in particolare nel settore energetico. I piani di sviluppo delle rinnovabili negli EAU sono noti: Masdar costituisce oggi una delle più ambiziose ed innovative iniziative mondiali verso la cosiddetta low carbon economy. Negli ultimi tre anni, il Paese ha dimostrato l’intenzione di collocarsi far i leader mondiali in termini di innovazione tecnologica energetico-ambientale. Il target naturale di una città che è tuttora un enorme cantiere a cielo aperto è estremamente elevato. Masdar City ospiterà 90.000 cittadini, 40.000 residenti e 50.000 pendolari; il progetto curato da Norman Foster prevede che tutta l’energia consumata nella città, inclusa quella dei trasporti, sia ridotta ad un quarto rispetto ad una città delle stesse dimensioni e che provenga da impianti eolici e solari. Non ci saranno automobili e nelle strade potranno circolare solo pedoni, ciclisti e tram. Per le altre esigenze di trasporto è previsto un livello sotterraneo nel quale circoleranno 2.500 navette elettriche che circoleranno seguendo magneti inseriti sul fondo stradale. Nella progettazione si sono ripresi gli schemi degli antichi centri delle città arabe con torri del vento e strade strette ed ombreggiate per proteggersi dal sole ed incanalare le brezze. Nelle vicinanze dell’area urbana verranno installate una fattoria del vento da 20 MW e una centrale solare da 40-60 MW. Nella città verrà localizzato anche un importante impianto per la produzione di idrogeno. Per quanto riguarda l’acqua, i consumi programmati sono del 60% inferiori a quelli di insediamenti analoghi grazie ad accorgimenti tesi a ridurne l’uso. Siamo nel deserto e quindi si utilizzerà acqua di mare destalinizzata grazie ad un impianto ad energia solare e circa l’80% dell’acqua verrà riciclata. Anche per quanto riguarda i rifiuti, solo il 2% finirà in discarica, mentre il resto verrà riciclato ed una quota sarà bruciata per produrre energia. Si tratta dunque di una città con una progettualità spinta sul versante della riduzione dei consumi, un’area nella quale far convivere centri di ricerca e attività industriali riguardanti le rinnovabili. Non a caso vi avrà sede il Masdar


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Institute of Science and Technology, finalizzato allo studio delle fonti rinnovabili, che sarĂ collegato con molti centri universitari come il Massachusetts Institute of Technology e a diverse grandi compagnie multinazionali.

TOWARDS THE BIRTH OF THE INTERNATIONAL RENEWABLE ENERGY AGENCY by Andrea Marroni, Consultant of GSE SpA IRENA - International Renewable Energy Agency (www.irena.org) is a new international agency with the aim of providing the member states consulting for political, technical and financing issues in the energy business. The next crucial step in the process of building the Agency is the preparation of the Constituent Bodies with a view to January 2011 when the energy world comes together at the UAE for the annual meeting of the World Future Energy Summit and in view of the statute signed in Bonn by the founding Countries on January 29, 2009 which will have come into force. A tool to enhance skills within the sector In Egypt at the end of June 2009 (during the second session of the Preparatory Commission held in Sharm El Sheik) decisions were made regarding the Headquarters of IRENA. Preference was given to the UAE capital, and political compromise foresaw two satellite locations, Bonn and Vienna. Bonn will host the Centre for Innovation and Technology, Vienna an office for relations with other international organizations. The Italian approach has so far been marked by a positive collaborative approach in support of the present set up and Agency is seen as an appropriate tool to promote the interests and national expertise of the industry: both private companies (firms active in electrical power generation from renewable sources and manufacturing companies) and public companies such as the company Gestore dei Servizi Energetici GSE (Energy Management

Services GSE) which will be the first in Europe to adopt a monitoring system based on a network of satellite communications (in order to increase the predictability of energy production derived from renewable energy sources). It will be interesting to continue monitoring closely the setting up process of this intergovernmental entity which raises such high expectations with its key objectives, namely the development and penetration of renewables in emerging economies, developing countries and in the less developed countries of Africa. The Agency will handle all forms of renewable energy and, among its main roles, provide advice to Member States. The original idea is German. Germany, the country leading the technological front of renewables, had hoped to host the headquarters of IRENA in Bonn. But combinations of geo-politics have led to a different final decision. In June 2009 it was, in fact, decided to accept the proposal from the desert of the Arabian Peninsula, which included, among other things, a commitment to fund (at competitive interest rates) renewable energy projects in developing countries from the Abu Dhabi Fund for Development, worth 50 million dollars a year for seven years. The technical delegations from the signatory Countries are preparing the process of parliamentary ratification at national level, which will be followed by the necessary financial contributions. The IRENA statute Currently there are fewer than 20 countries which have ratified the statute and the threshold of 25 countries needed in order for the new organisation to come into force seems quite close. IRENA is an independent organization between governments. In the long term it is not unrealistic to think that it can join / be integrated into the UN family. There are currently over 145 signatory countries. The statute remains open for signature and all States, as with all regional intergovernmental organizations, may yet become "founding members" of IRENA. From an institutional point of view, the IRENA Statute provides for: an Assembly, a Council and a Secretariat headed

by a Director General. When fully operational, after the Statute has been in force for a year, the Agency will employ approximately 100 professionals. The financial contribution of each country depends on the total of the approved budget. Masdar City IRENA will be physically located inside Masdar City, a city which is being built 17 kilometres from Abu Dhabi, on the based on a $22 billion urban plan. By hosting IRENA, the UAE capital has found an opportunity to further strengthen its international ties particularly within the energy sector. The plans for the development of renewables in the UAE are well known: Masdar now hosts one of the most ambitious and innovative global initiatives in the so-called low carbon economy. Over the past three years the country has demonstrated its intention to position itself amongst the world leaders in terms of energy and environmental technological innovation. The aim of a city that is still a huge open air construction site is extremely high. The city will house 90,000 people, 40,000 residents and 50,000 commuters. The plan, which was designed by Norman Foster, foresees that all the energy consumed within the city, including that which is consumed by transport, is reduced to a quarter of that which is consumed by a city of comparative size and foresees wind farms and solar power. On the streets there will be no cars, only pedestrians, cyclists and trams. For other transportation needs there will be an underground level where 2500 electric shuttle buses will operate by following magnets inserted under the surface of the road. The plans echo the layout of ancient Arab town centres, with narrow streets and shade for protection from the sun and to channel the breeze there will be wind towers. A 20 MW wind farm and a solar power plant to 40-60 MW will be built near the city. In the city itself there will also be an important plant for the production of hydrogen. With regards to water consumption, it is expected to be 60% lower than that of similar sized settlements thanks to the use of reduction devices.


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Being in the middle of the desert, this will be sea water, desalinized thanks to a solar energy system and about 80% of water will be recycled. For what waste is concerned, only 2% will end up in landfills, whilst the rest will be recycled and a part will be burned to produce energy. Masdar City is therefore going to be a city designed to reduce energy consumption and an area in which research centres and industries in the renewable sector will be able to live side by side. The head office of the Masdar Institute of Science and Technology will be located there, aimed at the study of renewables, and will network with many universities such as the Massachusetts Institute of Technology, and several large multinational companies.

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Fig. 1,2,3: rendering di Masdar City (fonte: web) - Masdar City computer rendering (from web)


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INTERVENTI DA ATTUARE A FAVORE DELLE FONTI “VERDI” di Gabriella Chiellino, CEO di eAmbiente Srl

L’appuntamento con la Settimana dell’Energia Sostenibile ha dato vita a spunti e riflessioni che hanno permesso di guardare al nostro territorio in una prospettiva più ampia: lo sviluppo delle energie rinnovabili in Italia e nel Nordest, infatti, passa anche attraverso delle scelte strategiche di politica energetica a livello europeo. Vanno considerati a questo proposito alcuni aspetti. Ad incidere su tali scelte, è prima di tutto la questione dei costi. Negli Stati membri vi è una grossa disparità tra il costo netto dell’energia e l’ammontare delle imposte/accise applicate, le quali fanno variare di molto il prezzo finale. La disparità, inoltre, è accentuata da una sostanziale differenziazione, a seconda degli Stati, delle fonti di produzione energetica. In un’ottica di comunità europea, dunque, sarebbe opportuno allineare il prezzo dell’energia. I consumi nei settori più energivori (industriale, civile e dei trasporti) sono un altro tema su cui si deve intervenire subito per frenare il trend di crescita che si sta verificando in questi anni e che non accenna a fermarsi. A caratterizzare l’Italia è infine la dipendenza energetica rispetto ad altri Paesi europei. È necessario quindi intervenire aumentando la quota di produzione di energia da fonti rinnovabili e, nel contempo, modificare l’assetto dei consumi delle fonti tradizionali attraverso valutazioni di politica energetica. A livello nazionale le misure più urgenti, necessarie per porre freno alle criticità ancora presenti nel sistema delle FER e dell’efficienza energetica, possono identificarsi con: l’esigenza di una normativa chiara e stabile di riferimento, sia per quanto concerne i procedimenti autorizzativi sia per l’erogazione di finanziamenti e lo stanziamento di fondi; il potenziamento ed il rinnovo della rete elettrica in maniera da poter ottimizzare lo sfruttamento di un sistema di produzione di energia non programmabile com’è quello delle FER e la messa in atto di una capillare e sostanziosa azione di informazione ai cittadini. Una corretta strategia, finalizzata al soddisfacimento di un bilancio energeticoambientale positivo, necessita quindi della

stretta ed equilibrata combinazione di misure di tipo tecnico, ambientale, normativo, economico e sociale, così da poter favorire un nuovo modello di sviluppo che, essendo basato su un approccio più “snello” sia in termini burocratici sia di impatto ambientale, possa a tutti gli effetti definirsi realmente sostenibile.

INTERVENTIONS TO BE REALIZED IN FAVOUR OF “GREEN” SOURCES by Gabriella Chiellino, CEO of eAmbiente Srl The Sustainable Energy Week Convention stimulated new ideas that allow one to look at our territory in a wider perspective: as a matter of fact, the development of renewable energies in Italy and in the North-Eastern region is accomplished also through strategic decisions, taken at an European level, concerning energy policies. In this regard, one must take into account some things. First of all, one of the elements that influences these decisions is how much they cost. Among the Member Countries there is a big gap between the net cost of energy and the amount of applied taxes that quite considerably modify the final price of energy. Moreover, the gap is enhanced by a substantial differentiation of energy sources from one country to the other. From the point of view of the European Union, it would be advisable to equalize the price of energy. Energy use in the most energy-consuming activities (industry, services and transports) is another topic for which urgent measures must be taken in order to stop the positive trend of energy consumption which has appeared in these years and which does not appear to be slowing down either. A feature which specifically characterizes Italy with respect to the other European Countries is that Italy is not self-sufficient country with regard to energy. It is therefore necessary to intervene increasing the quota of energy from renewable sources and, in the meantime, modifying the status of the use of

energy from traditional sources through energy policy solutions. At a national level, there are a few measures to be taken in order to solve the critical urgencies of RES and energy efficiency: a clearer and stable regulation, both for authorization procedures and funds appropriation/incentives; the improvement and renewal of the power distribution network in order to meet the peculiarity of a non-programmable production system as the RES one is; a widespread and substantial information action for the public. A good strategy to reach the aim of a positive energy-environment balance have to provide a combination of technical, environmental, regulatory, economic and social measures, in order to promote a new model of development with an easier approach both from a bureaucratic and an environmental point of view and therefore truly sustainable.


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LO SVILUPPO DELLE ENERGIE RINNOVABILI IN ITALIA di Antonio Lumicisi, Coordinatore nazionale della Campagna SEE - Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Con l’approvazione del “Pacchetto ClimaEnergia”, l’Unione Europea ha adottato come vincolante un obiettivo pari, in media, al 20% di fonti di energia rinnovabile sul consumo di energia al 2020 (17% per l’Italia) che si affianca ad altri due obiettivi quantitativi: il 20% di riduzione delle emissioni di gas serra e il 20% di miglioramento dell’efficienza energetica. Questi traguardi (20-20-20) al 2020 rappresentano la proposta dell’UE per contrastare i cambiamenti climatici in atto e, allo stesso tempo, sostenere la competitività delle industrie europee sui mercati internazionali nel contesto di una più generale politica sul clima che ha individuato come obiettivo quello di limitare l’aumento della temperatura globale a non più di 2°C rispetto all’epoca preindustriale. L’obiettivo è ambizioso, soprattutto per quei paesi, come l’Italia, che si trovano già in ritardo nei precedenti obiettivi fissati al 2012 nell’ambito dell’attuazione del Protocollo di Kyoto. È evidente la necessità di un cambio radicale, di una nuova cultura dell’energia che veda coinvolti tutti gli attori del panorama energetico nazionale. Nel settore delle fonti di energia rinnovabile, con le normative emanate negli ultimi 3 anni, l’Italia ha confermato di voler continuare sulla strada degli incentivi basati sui meccanismi di mercato, differenziati per tecnologia. Il quadro degli incentivi però deve essere, da una parte, garantito con continuità e stabilità al fine di dare al comparto industriale una prospettiva chiara per la pianificazione degli investimenti, ma risultare, dall’altra, di durata limitata nel tempo, in modo che raggiunta una posizione di competitività della tecnologia delle fonti rinnovabili rispetto alle risorse tradizionali, adottare tali soluzioni sia giustificabile in termini di conquistata convenienza economica. Lo snellimento delle procedure di autorizzazione per l’installazione di nuovi impianti a fonte rinnovabile rimane l’altra priorità assoluta nel nostro Paese. A sostegno del raggiungimento degli obiettivi europei e con il preciso scopo di coinvolgere attivamente tutti i livelli della società, la Commissione Europea ha lanciato la campagna “Energia Sostenibile per l’Europa (Sustainable Energy Europe Campaign SEE)” che ha tra i propri scopi quello di accrescere la

consapevolezza sulla produzione ed utilizzo dell’energia. La campagna SEE è attiva anche in Italia (www.campagnaseeitalia.it) e particolare attenzione è posta a tutte le iniziative che si prefiggono proprio di aumentare la quota di energie rinnovabili, l’efficienza energetica e, al contempo, ridurre le emissioni di anidride carbonica in atmosfera. Sono oltre 120 le partnership attivate in Italia nell’ambito della campagna SEE e, tra queste, anche quella con Energheia, una delle più attive nel Nord Italia. Durante la Settimana dell’Energia Sostenibile (EUSEW), sono state numerose le iniziative messe in atto per promuovere una nuova cultura dell’energia, e il nostro Paese più di altri ha risposto all’appello lanciato dalla Commissione Europea. In particolare quest’anno, l’area del Nordest è risultata la più attiva nel coinvolgimento dei diversi livelli della società civile. Nell’ambito della Campagna SEE, un ruolo prioritario lo dovranno svolgere le città ed è per questo che è stato lanciato il “Patto dei Sindaci”, un’alleanza strategica tra le Amministrazioni più vicine ai cittadini con il preciso scopo di raggiungere, a livello locale, gli obiettivi posti dall’Unione Europea per il 2020. Sono oltre 400 le città italiane che ad oggi hanno aderito a questa specifica iniziativa preparandosi a redigere il proprio Piano di Azione sull’Energia Sostenibile. L’Italia riuscirà a raggiungere gli ambiziosi traguardi fissati a livello comunitario quando una forte sinergia verrà attuata tra gli obiettivi vincolanti che il Paese si è assunto nell’ambito del Pacchetto Clima-Energia e gli impegni, al momento volontari, degli altri attori del panorama energetico nazionale, incluse le città; saranno necessarie inoltre una comunicazione ed un’informazione più attente e puntuali sui temi dell’energia sostenibile, al fine di coinvolgere attivamente anche tutti noi quali utenti energetici finali.

RENEWABLE ENERGY DEVELOPMENT IN ITALY by Antonio Lumicisi, SEE Campaign national coordinator, Ministry for the Environment, Land and Sea With the approval of the "Climate and Energy package", the European Union has adopted as a binding target an average of 20% (17% in Italy) of renewable energy sources in energy consumption in 2020, along with two other targets: 20% reduction in greenhouse gas emissions and 20% energy efficiency improvement. These goals (20-20-20) by 2020 represent the EU’s proposal to combat climate change and, at the same time, support the competitiveness of European industries on international markets as part of a broader climate policy which has identified the objective of limiting global temperature increase to no more than 2°C more than during the pre-industrial era. The goal is ambitious, especially for countries such as Italy, who are already behind in the previous objectives in implementing the 2012 Kyoto Protocol. There is clearly a need for radical change, a new energy culture which involves all the players of the national energy scenario. In the field of renewable energy sources, with the regulations enacted over the past three years, Italy has confirmed its intention of continuing along the road of incentives based on market mechanisms, for different technologies. However, the framework of incentives must be, on the one hand, a guaranteed continuity and stability in order to give the industry a clear vision for investment planning, but on the other hand, respect a time limit so that when it reaches a position of technological competitiveness of renewable sources compared to traditional resources, its adoption is justified in terms of earned benefits. Streamlining licensing procedures for the installation of new renewable source plants is another priority in our country. In order to help achieve the European targets, with the precise aim of involving all levels of society, in 2005 the European Commission


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launched the Sustainable Energy Europe (SEE) Campaign campaign, which has among its aims the raising of awareness on sustainable production and use of energy. The SEE Campaign is also active in Italy (www.campagnaseeitalia.it) and particular attention is given to all initiatives which have the precise aim of increasing the share of renewable energy and energy efficiency, while reducing carbon dioxide emissions into the atmosphere. More than 120 partnerships have been activated under the SEE Campaign in Italy, and including the Energheia partnership, one of the most active in northern Italy. During the European Union Sustainable Energy Week (EUSEW), there were many initiatives to promote a new culture of energy and Italy is the country that has largely responded to the call by the European Commission. In particular, this year, the area of north-east was the most active in the involvement of various levels of our society. In the framework of the SEE Campaign, a priority role will be played by cities and that is why the "Covenant of Mayors" was launched in 2008. This Covenant is a strategic alliance between those local authorities which are closest to citizens and which have set themselves the target of achieving the objectives set by the EU for 2020. More than 400 Italian cities today have adhered to this specific initiative preparing to draw up their own Sustainable Energy Action Plan. Italy will meet the ambitious targets set at EU level when it manages to reach a strong synergy between binding targets that the country has accepted under the climate-energy package and other commitments which for the moment are optional made volontarily by other players in the national energy panorama, including the local authorities. It will also be necessary to improve communication and information on themes related to sustainable energy in order to involve all final energy users.

Nel portale www.energheiamagazine.it puoi scaricare documenti e video degli interventi di greeNordEsTweek.

19-26 Marzo 2010

La settimana che cambia il futuro

European Union Sustainable Energy Week La settimana europea dell’energia sostenibile


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GREEN ECONOMY E NORDEST. OLTRE LO SKYLINE DELLA “PERIFERIA INDUSTRIALE” di Paolo Gurisatti, Presidente di Habitech, Distretto Teconologico Trentino Scarl

Il territorio del Nordest Il paesaggio del Nordest è stato plasmato nei secoli dall’opera dell’uomo. Non c’è campo, giardino, area industriale, centro abitato, fiume o laguna che non sia stato modificato nel tempo per rendere il territorio adatto allo sviluppo delle attività produttive e, se possibile, ad assecondare uno stile di vita, un’identità culturale specifica. Negli ultimi decenni, da quando la manifattura è diventata la principale fonte di reddito regionale, il territorio del Nordest è stato ri-disegnato, per l’ennesima volta, a misura di un’economia e di una società industriale, trainata dalle esportazioni. È stato trasformato in un’immensa “periferia industriale”, una piattaforma logistica inconsapevole, un laboratorio distribuito che ha pochi eguali in giro per il mondo. La capacità di esportare, prodotti manifatturieri in primo luogo, è stata fonte di reddito e di identità per quasi quarant’anni ed è ancora oggi il primo elemento che orgogliosamente un cittadino del Nordest propone come distintivo del nostro modo di essere all’ospite occasionale. E talmente forte è il senso di appartenenza ad una società manifatturiera esportatrice che il cittadino del Nordest non si accorge neanche dei difetti che tale società ha prodotto sul paesaggio.

cinese, parvenue della ricchezza, fermo al margine di un sistema economico mondiale che cresce più velocemente attorno alla comunicazione, alla cultura, all’organizzazione della conoscenza. Linee guida per comunità sostenibili Alla ricerca di un modello economico, sociale e urbanistico più soddisfacente, il cittadino del Nordest incontra oggi linee guida che arrivano da Bruxelles. La dimensione europea non gli è mai piaciuta. Troppo lontana, sinonimo di burocrazia e regole astruse da “basso impero”, fonte di suggerimenti tanto interessanti quanto inutili, inadatti al nostro carattere locale.

A dire la verità, la sensazione che il paesaggio costruito non sia in linea con le aspettative di una società avanzata comincia a farsi breccia nell’inconscio collettivo del nostro territorio. La polemica sui capannoni industriali, esplosa un paio d’anni fa, è un sintomo evidente di una crescente insofferenza verso l’organizzazione urbana e industriale che ci ha fatto da landscape in tutti questi anni.

Eppure la prospettiva del 20-20-20 (20% in meno di carburanti fossili, 20% in meno di emissioni inquinanti e 20% in più di energia da fonti rinnovabili entro il 2020) e dello sviluppo sostenibile, da qualche tempo suona meno lontana e burocratica che in passato. Evoca ancora lo spettro di lacci e laccioli che fanno a pugni col modello manifatturiero dominante, ma comincia a trovarsi in risonanza positiva con la diffusa esigenza di vivere e lavorare in un contesto e in un paesaggio migliori. Il cittadino del Nordest comincia a percepire che le indicazioni europee, questa volta, possono servire. Potrebbero consentirci di presentare all’amico straniero o al viaggiatore occasionale, tra qualche tempo, non soltanto Venezia e la Cappella degli Scrovegni circondate di capannoni, ma forse anche una downtown moderna nella zona di Mestre, una Marghera risanata, quartieri residenziali ad alte prestazioni nella fascia pedemontana, centri storici e commerciali paragonabili al Greenwich Village, al Centro Pompidou o alla zona de Le Halles, alla Guggenheim di Bilbao, ecc.

Il cittadino medio del Nordest comincia a desiderare qualcosa di diverso dalla periferia industriale in cui ha vissuto fino ad ora. Vorrebbe mettere ordine, togliere gli aspetti negativi, aprire i cantieri di una città e di una economia più evolute, più internazionali, più metropolitane. Vorrebbe smarcarsi da un modello organizzativo che lo fa sentire ancora oggi troppo indiano o

Il cittadino del Nordest comincia inoltre a fare i conti di quanto costa il dissesto dell’attuale territorio, non solo in termini di bolletta energetica e ambientale, ma anche in termini di svalutazione progressiva del patrimonio personale, familiare e dell’azienda. Le linee guida UE per costruire un altro territorio, a misura di sostenibilità, diventano per forza

interessanti, non tanto per ragioni etiche, estetiche e politiche, ma anche e soprattutto per ragioni finanziarie molto concrete. Le linee guida, richiamate nella settimana europea dell’energia sostenibile (EUSEW 2010), cominciano ad essere un obiettivo condiviso, a livello di amministrazioni comunali e associazioni di cittadini. Ma cosa dicono queste linee guida, cosa suggeriscono di buono ai cittadini e agli amministratori del Nordest? In primo luogo, esse raccomandano di ridurre i consumi energetici. Il paesaggio industriale costruito negli ultimi decenni è altamente energivoro e non aiuta a competere in un contesto internazionale nel quale i costi dell’energia sono previsti in crescita. È opportuno mettere a punto progetti di ristrutturazione degli edifici e degli impianti obsoleti, allo scopo di ridurre il fabbisogno di energia termica ed elettrica. Non solo a livello di amministrazioni locali, ma anche nelle associazioni di categoria, il tema dell’efficienza energetica comincia a diventare priorità. Ovviamente ci sono forti resistenze, soprattutto quando l’efficienza energetica si scontra con l’esigenza di competere in settori tradizionali con margini bassissimi, che ancora oggi garantiscono reddito, occupazione e identità. Quando viene vista come un costo e non come un’opportunità, l’efficienza energetica non piace. Ma il trend è ormai irreversibile e i progetti si moltiplicano di giorno in giorno. In secondo luogo, la UE raccomanda di cercare soluzioni innovative ai problemi ambientali “nel giardino di casa”. Il cittadino del Nordest non è certamente immune dalla sindrome “nimby” e, se può, accetta volentieri di spostare i rifiuti nell’orto del vicino. Ma la distribuzione delle attività produttive e delle aree residenziali in una molteplicità di piccoli comuni rende difficile un atteggiamento disattento e irresponsabile, come quello tipico delle grandi concentrazioni metropolitane compatte. La raccolta porta a porta diventa una necessità e, con soddisfazione di tutti, sostituisce la rete dei puzzolenti


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cassonetti. La raccolta porta a porta e differenziata accresce la possibilità di utilizzare soluzioni alternative alle discariche onnicomprensive e difficili da gestire. Sono ancora pochi i termovalorizzatori di piccole dimensioni, ma la ricerca procede verso impianti che neutralizzano i problemi vicino a chi li produce, grazie ad una filiera corta che coinvolge i cittadini come produttori e utilizzatori di rifiuti in un ciclo virtuoso ad alto potenziale energetico e di riciclo. Un esempio tra gli altri è il sistema di depurazione delle acque ad Arzignano (VI), che viene spesso citato come innovazione internazionale. Sempre più spesso si sente parlare di soluzioni tecnologiche che propongono di trattare lo scarto in piccole quantità vicinissimo al luogo o al processo che lo ha generato. E i risultati sono incoraggianti. In terzo luogo, la UE insiste sulla produzione di energia da fonti rinnovabili locali (produzione distribuita). A Nordest sono sempre più diffusi, anche per la configurazione del paesaggio e per la struttura dei consumi, gli impianti fotovoltaici, a biomasse o di altro tipo (co-generatori che utilizzano gas metano) che offrono energia termica ed elettrica là dove serve e quando serve. Proprio la presenza di insediamenti residenziali e produttivi diffusi e di piccola scala offre la possibilità di una produzione distribuita con vantaggi interessanti. Produrre e utilizzare energia elettrica sul posto (a bassa tensione) conviene in termini economici, perché riduce i costi e le dispersioni da trasporto e trasformazione che sono un problema dei grandi impianti. Il territorio del Nordest massimizza infine gli incentivi che Italia e UE mettono a disposizione dei privati o delle piccole comunità pronti ad entrare nell'economia green. Partecipazione pubblico/privato Naturalmente, intervenire con progetti di efficienza energetica, effettuare investimenti sugli edifici e gli impianti esistenti, finanziare lo sviluppo di nuove reti e ripensare alle prestazioni energetiche e ambientali complessive non è questione che può essere risolta dai singoli individui. Cresce la consapevolezza che entrare nella green economy conviene “in rete”.

C’è un crescente interesse ad effettuare interventi ed investimenti in modo sinergico. I vantaggi di una logica di rete sono enormi. Se la rete è intelligente e riesce ad ottimizzare gli scambi locali di energia, se le utility locali sono in grado di aiutare i cittadini (imprenditori) nelle scelte di investimento e di gestione, il vantaggio individuale cresce assieme a quello collettivo. Non solo. La ricerca e lo sviluppo di soluzioni interessanti su piccola scala, per il territorio, per il “giardino di casa”, sono una buona base per il progetto costituente di una nuova società e di un sistema di mercato e di finanziamento più concorrenziali ed efficienti. Mettere a posto la propria casa e il proprio quartiere in accordo col Comune, oppure mettere in efficienza l’area industriale attraverso un accordo con le associazioni delle imprese, sono tutte tappe di un percorso di apprendimento collettivo che promette grandi risultati. Sperimentare la ristrutturazione del paesaggio, rendere il territorio del Nordest un sistema metropolitano integrato ed efficiente di tipo nuovo, un’area metropolitana green nel cuore dell’Europa, significa ottenere due vantaggi in una mossa sola: - da un lato, sviluppare una nuova coscienza collettiva del bene comune, del valore e dell’importanza che possono avere oggi una dimensione e un’identità “sostenibili” (Nordest come rete di città e comunità green impegnate a superare il modello unico della periferia industriale); - dall’altro, ingegnarsi a progettare soluzioni di piccola scala, smart grids, integrazioni di sistema innovative per accumulare conoscenze e competenze critiche che servono a mettere in piedi una nuova manifattura, in linea con la domanda internazionale; anche questo concorre a trasformare il Nordest in un cantiere, un laboratorio a cielo aperto, che ci porta dentro la nuova fase della modernità economica e sociale dalla porta principale. L’attivazione di accordi di investimento pubblico/privato è la via maestra per compiere il miracolo della nuova modernizzazione.

Cambiare lo skyline del territorio, passare in poco tempo da una periferia industriale energivora ad un’ area metropolitana green, comporta investimenti importanti a livello di singola famiglia, di singola impresa, ma anche a livello di enti locali e di utility. Le utility sono state costruite negli anni ’50 e ’60 per provvedere alla distribuzione di energia, acqua, gas e alla raccolta dei rifiuti su scala urbana, ma possono oggi trasformarsi in una rete di centri per l’innovazione, agenzie di sviluppo pubblicoprivate capaci di portare il territorio alla nuova dimensione metropolitana venetian style che stiamo ansiosamente ricercando. Ri-progettare il Nordest “Ri-progettare” il Nordest, riempire di nuovi contenuti un termine che si è affermato in altri tempi, per differenza, per caratterizzare un modello di sviluppo manifatturiero più forte di quello nazionale: questo è un compito prioritario in questa fase di crisi e di passaggio ad una nuova economia. Sappiamo che il modello della manifattura non è più trainante e non serve a disegnare lo stile di vita delle future generazioni. La manifattura, come attività produttiva, sarà ancora utile in futuro, ma non si può dire altrettanto del modello di economia e società collegato all’organizzazione manifatturiera dei distretti industriali (e anche dei “dislarghi” di Daniele Marini, che delocalizzano a Est). Il libro curato da Luca Paolazzi per i cento anni di Confindustria e il volume di Antonio Calabrò (“Orgoglio industriale”) hanno mostrato che le imprese esposte alla concorrenza internazionale sanno reagire bene alla crisi, assieme alle loro reti di fornitori. Tuttavia, le aziende capaci di immaginare una nuova posizione tra le economie emergenti della conoscenza e della green economy sono ancora una minoranza: meno del 25% del totale. Quelle esposte alla concorrenza dei paesi emergenti chiedono protezionismo e non sono neppure in grado di immaginare una società più complessa di quella delle “città impresa”. Dunque il problema è aperto! Non abbiamo ancora una borghesia industriale (o post-industriale) capace di immaginare un modello alternativo e più forte del capitalismo


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“popolare” manifatturiero del ‘900. Se anche esiste, essa è oggi minoranza anche nel territorio del Nordest. Vive in un contesto in cui prevalgono coalizioni conservatrici. E tuttavia il vecchio modello non basta più, non è in grado di garantire benessere alle generazioni future e di ri-pagare nel contempo il debito pubblico accumulato, anche a livello locale. Se non vogliamo ridurre la spesa pubblica per non ridurre i livelli di benessere (europeo) dobbiamo al più presto cambiare registro. Solo una nuova crescita ci può salvare, può garantire un nuovo e duraturo periodo di benessere, da società globale avanzata. Qualcuno però deve mettere in piedi un modello capace di sommare tra loro la quota di reddito prodotta dal sistema industriale e manifatturiero, con la quota di reddito prodotta dalle altre attività emergenti di servizio (sostitutive dell’agricoltura e del turismo di bassa qualità), con il capital gain derivante dalla valorizzazione del patrimonio regionale. Non si tratta tanto di imparare a vivere di royalties, di turismo e slow food o di servizi di consulenza e formazione. E non si tratta neppure di vendere i gioielli di famiglia, ma di mettere in moto un meccanismo (mobilitazione di mercato) che sappia attirare capitali internazionali sulle nostre imprese, su porzioni di patrimonio immobiliare e territoriale di cui disponiamo. Il Nordest deve attirare investitori interessati alle nostre competenze, alla creatività e innovazione dei nostri tecnici, alle bellezze del nostro territorio da Venezia alle Dolomiti, al nostro patrimonio paesaggistico e culturale, al nostro progetto di costruzione di un’economia green e uno stile di vita e di lavoro migliore di quello di Shanghai, Dubai, Londra, ecc… Serve un modello metropolitano, una rete di "comunità sostenibili” GREENordEsT week ha cominciato a nominare tutti questi problemi, mettendo assieme i rappresentanti delle numerose comunità sostenibili del Nordest già attive lungo la strada del 20-20-20. La manifestazione ha voluto

comunicare al resto dell’Italia e al mondo che a Nordest esiste un’aggregazione programmatica dal basso che trova consensi crescenti in diversi ambienti della cultura, dell’economia e della politica. GREENordEsT week ha cominciato a mettere assieme, dal basso, comunità sostenibili che già esistono sul territorio e si riconoscono in un progetto comune di “classe mondiale”.

Week: “you sew/tu cuci”.

Costruire un’area metropolitana green significa mobilitare risorse ingenti e una molteplicità di soggetti. Trasformare l’area di Mestre in una downtown di livello internazionale (accessibile via aereo, via nave e via treni veloci da tutto il mondo) significa progetti di investimento immobiliare mai tentati prima d’ora, significa probabilmente coinvolgere gli stessi operatori che oggi costruiscono edifici a Dubai. Trasformare l’area di Marghera in un resort avveniristico o l’area di San Giuliano in un parco sportivo di dimensioni globali significa mettere in piedi un comitato organizzatore ben più complesso e strutturato di quello immaginato per lanciare la candidatura di Venezia a sede delle prossime Olimpiadi. Costruire una regione metropolitana vuol dire investire in strutture di comunicazione che rendano raggiungibili in pochi minuti le Dolomiti, Vicenza, Treviso e le altre località di residenza alta, turismo e lavoro sparse a Nordest nell’area pedemontana e sulla costa.

GREEN ECONOMY AND NORTH EAST ITALY. BEYOND THE INDUSTRIAL DISTRICT SKYLINE

Un progetto impossibile? Velleitario? Può darsi, ma ricordiamo che progetti simili sono già stati realizzati da cittadini come noi in altre realtà dinamiche del mondo. E se non ci poniamo sfide ambiziose non avremo il valore necessario per continuare a vivere decorosamente in un ambiente piacevole e sostenibile, restituendo il debito che abbiamo ereditato. Di tutto questo abbiamo discusso alla GREENordEsT week del 2010 e di tutto questo pensiamo di discutere ancora nel 2011, puntando a raccogliere un numero sempre più ampio di comunità sostenibili a Nordest. Il metodo che abbiamo scelto è quello suggerito dalla UE nella settimana EUSEW, acronimo che sta per European Union Sustainable Energy

EUSEW evoca la volontà di cucire dal basso un patchwork europeo di comunità sostenibili, impegnate a innovare e ad entrare, tutte insieme, nella green economy prossima ventura. È una prospettiva interessante, che non facciamo alcuna fatica ad accettare.

by Paolo Gurisatti, President of Habitech The landscape of North East Italy The landscape of North East Italy has been shaped, by human intervention, over hundreds of years. Today the observer cannot see a single field, an industrial district, an urban centre, river or lagoon that has not been changed in time so that it becomes the right environment for specific productive activities and, if possible, to “participate” in a specific way of life and cultural identity. During the last decades, since manufacturing has become the main driver of the regional income (GDP), the landscape of North East Italy has been re-modelled, once again, to become the perfect home for an industrial, export driven economy and society. It has been transformed into an immense “industrial periphery”, a logistic platform, a distribution workshop imitated by very few other countries around the world. Exporting manufactured goods has been the fundamental source of social identity and income for more than 40 years. Even today this is the first thing a foreign visitor to the area is shown by a local citizen, as the most important attribute of his heritage and experience. People living in North East Italy are so proud of their manufacturing and export identity, that everything else, even the injuries sustained on the skyline of this landscape, plays a secondary role. In fact, it is becoming ever clearer that urbanised territory is no longer in keeping with the expectations of an advanced society.


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A few months ago a general debate on the proliferation of “ugly” industrial buildings took place. And it was evidence that a gap between social ambitions and environment conditions is widening.

base of the mountain chain) could become the home for residential sites comparable with Greenwich Village in New York, Centre Pompidou, Guggenheim Bilbao and Le Halles in Paris and so on.

Nowadays, citizens of the North East have their sights fixed on a somewhat different “industrial horizon” where they have chosen to live for such a long period of time. Today there is a call for a new way, for a change in many negative aspects of the regional landscape. There is a craving for a more comfortable space and a more advanced economical framework, towards an international and metropolitan lifestyle. The North East citizens would like to make a shift from a way of life that makes them feel too “Indian or Chinese”, the “nuoveau riche” of society, excluded from a globalised economic world which is growing fast in the sectors of communication and cultural infrastructures, metropolitan platforms and other facilities that North East Italy does not yet have.

North East citizens are also starting to sum up the cost of living in the present environmental situation, not only in terms of energy and pollution bills, but also in terms of devaluating personal, family and company assets. In this context European guidelines for a sustainable territory appear to be highly interesting for them, not only for ethic, aesthetic and political reasons, but also for practical economical and financial reasons. For all people, companies and many local councils and citizen associations European guidelines (like those mentioned in EUSEW) are starting to become a common aim.

Guidelines for sustainable communities Looking for a more satisfactory economic, social and urban model, North East citizens are today meeting a set of guidelines from Brussels. European authorities have never been accepted by North East citizens. For far too long they have been synonymous of bureaucratic power and abstract rules, a source of interesting but useless suggestions and regulations. Nevertheless the recent European perspective of 20-20-20 (-20% of oil consumption, -20% of carbon emissions,+20% or renewable energy production) and the EU’s claim for a sustainable development fits more and more into North East citizen’s expectations and long term interests. These people are coming to realise that the EU’s proposals are quite useful this time. These proposals could lead to a new North Eastern skyline within a couple of decades. Instead of Venice and the Scrovegni Chapel in Padua, surrounded by hundreds of ugly factories, the Venetian area could rapidly become a sort of modern town centre, having a beautiful new centre in re-designed Mestre and Marghera, and the pedemontana area (at the

First of all, European directives recommend the reduction of energy consumption. The landscape designed in the age of manufacturing is too “energy intensive” and gives many disadvantages to external competition. To refit existing buildings and even a number of industrial plants and infrastructures seems to be a priority for most of the regional bodies and trade associations. Obviously there is also a strong resistance in the face of a shift towards green techs, when energetic efficiency and new investments are called for in sectors which have practically no surplus to reinvest. Nevertheless, even though green investments are perceived as too costly for existing businesses, a great number of projects are set up every month and a long running trend in favour of a green landscape has been set.

But what are these guidelines asking them to do?

Secondly, the EU authorities recommend solutions, for environmental problems, to be implemented “in the backyard” of everybody’s home and company. North East citizens are not immune to the “Nimby” syndrome and, where possible, they send their

rubbish to someone else’s backyard. However, due to the specific distribution of industrial districts and the proximity of residential areas (in what we call a sprawling metropolis of hundreds of small municipalities), it’s practically impossible to maintain an irresponsible attitude or behaviour (even more than when in a traditional compact metropolitan area, highly organised with large scale utilities). Door –todoor waste collection is not only perceived as a necessity in such an environment, but is easily accepted as the right solution in the long term waste storage problem and the search for new available sites. Currently available technology for low scale exploitation of selected waste sources is poor. But the search for new solutions and new processes (on every village doorstep) is growing fast, both in industrial and residential areas. Thirdly, EU authorities insist on supporting a distributed production of energy, if possible by using small renewable sources. The North East landscape provides huge opportunities for the installation and running of small photovoltaic plants, biomasses and co-generation equipment giving heating and electric power where (and only when) needed. Thanks to the close proximity of residential areas and small widespread industrial sites there is an opportunity to design integrated systems, able to payback small scale investments in a relatively short term. To produce and use energy “on site” is starting to become economically sustainable, beyond the national and regional incentives to green tech solutions. Transportation and transformation costs are reduced by investing in small and widespread plants. And the structural configuration of the North Eastern landscape creates additional advantages when compared to other metropolitan sites. Public and private venture Obviously, in order to design energy efficiency projects and investments on new and existing buildings it is not a matter of individual choice within a totally free market framework. In order to finance innovation processes in existing production systems and new grids a public


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-private deal is needed. There is a great consensus that synergic interventions (public and private ventures) can make the difference. The advantages of a networking frame and public-private logic of investments are starting to become clear to many local agencies. If the local grid is well thought through and designed in order to optimize local power availability, if local utilities integrate their traditional supply with a new range of services for citizens’ needs (mainly on proprietary equipment choices), if the local systems grows thanks to a highly knowledgeable service of specialised system integrators… the opportunity of having increasing returns in industry and residential assets becomes a real one. Furthermore, the research and development processes activated on a local scale (inside a new open-source and green North East experimental area) should be the basis for new industrial clusters. Thousand of local experiments may lead to a North Eastern common framework of industrial sustainability, which could ratified and exported, as happened in the past for traditional manufacturing systems. A high number of small entrepreneurs, in contact with their mayors and trade association leaders, are day by day experimenting how to transform traditional energy consuming houses and industrial sites into green buildings and green sites. This collective effort could even transform the North Eastern sprawling metropolitan system into a new green metropolitan area of Europe. There is the possible virtuous combination of two important outputs: - the development of a new collective knowledge, a new perspective on governing the resources which are common to all citizens and on the rise of a new metropolitan identity; by working together to remodel local assets and design a regional network of green communities North Eastern citizens and entrepreneurs may learn how to create a new metropolitan model, beyond the limits of the traditional industrial periphery system; · the development of new generation of industrial artefacts (green products and

services) for export; by inventing small scale solutions, experimenting smart Italian style grids and integrating traditional competences with innovative frameworks North Eastern technicians can learn how to meet new international demand and find a niche of market suited to North East Italy with a competitive edge. The design of new regional agreement for public-private ventures and investments is the main street to a new Italian miracle of green modernisation (a third industrial divide). In order to change the North Eastern skyline, to move from a highly consuming industrial periphery towards e green metropolitan area, important investments should be planned at any level: at the family level, at the level of each single enterprise, and also at the level of local institutions and utilities. Urban utilities were created in the Fifties and Sixties in order to concentrate the production of electric power, gas and water, waste collection in a safe way. Today they are able to move towards a new model, becoming a regional network of innovation centres; local development agencies with a public-private governance structure. In a few years they will be able to steer the regional system towards the green metropolitan area North Eastern citizens are dreaming of. Re-designing the North East Re-designing the North Eastern identity, giving new meaning to a term that was adopted just fifteen years ago in order to characterize a manufacturing model far stronger than the national one. This is the main task in a phase of deep crisis and change towards a new economical model. North Eastern citizens are aware that the manufacturing model is over. It can no longer drive the future of regional development or be a starting point for designing the desired lifestyle for future generations. Manufacturing will remain an important segment of the local economy, but “the model” of organisation connected to industrial districts and manufacturing is going to play marginal role in the near furture.

Recent publications, like Luca Paolazzi’s report for 100 Years of Confindustria or Antonio Calabrò’s “Orgoglio Industriale” (Industrial Pride) underline the central role of rising networks of “medium size” companies in the Italian economy of the future. These companies are more exposed to international competition and, together with their supplier network, can be highly reactive in the face of the global crisis. They will drive Italy to a new international position. However, less than 25% of Italian (and North Eastern) companies are able to imagine taking the lead amongst knowledge economies and the small group of advanced “green” countries. Those particularly exposed to the competition of new industrialised countries (BRIC), still hope to be collectively protected and seem unable to even envisage a more complex society, beyond the traditional organisation of the so called “enterprise cities” and industrial districts. The way forward is still open! The North East region of Italy still lacks social leaders able to design an alternative model to the “popular capitalism” of manufacturing system of the latter 50 years. If these social leaders do exist, they are still hidden and play the role of a silent minority. They live in a context where conservative coalitions are still ruling. Nevertheless, the traditional model is meanwhile evidently unable to satisfy the needs of future generations and to produce a sufficient surplus to pay back the worst national (and regional) debt the Italian (North Eastern) citizens have so far encountered. The North Eastern citizens, even if public expenditure is radically restructured and the implementation of a new federal government agreement apon, have to choose a completely new approach to industrial development and competition, in order to fulfil their commonwealth ambitions. Only a new age of quick growth can provide the basis for further advancements in welfare and economic rates. But someone has to find the way for adding together the annual income provided by new


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activities (plus the remaining part of traditional manufacturing) and the capital gain that comes from the restructuring of the regional patrimony. It's not a matter of inventing new royalties on tourism and slow food brands, or to shift most of the present business towards high tech services and a worldwide university supply. And it's not a matter of selling wealthy mansions and public assets. Someone has to invent market mobility, a new deal with international finance structures, able to sort out increasing investments for our companies and our territorial patrimony. North East of Italy should succeed in attracting global investors by inventing a new frontier. Are there global agents interested in investing on our specific competences and specialised skills, design, creativity and innovation games? If the answer to this question is positive, in order to reach the final target, the region has to challenge other global destinations like Dubai, Shanghai, London… North East Italy can provide a better quality of life, territorial beauties like Venice and the Dolomites, and several patrimonial opportunities. But the message sent all over the world should be louder and clearer. A “metropolitan” vision is needed. North East Italy towards a network of sustainable communities The GREENordEsT week (EUSEW 2010) has started to give a name to all these questions. The Green Nordest Week succeeded in bringing together a great number of sustainable community leaders. More than 500 people, representatives of North East green communities (already active in experimenting green economy at a local scale) who participated in the second edition of the European Sustainable Week (on March 19-26 2010). They had the opportunity of the comparing successes and failures of their experiments and to communicate to the rest of the country that a constituent process has been launched. GREENordEsT week has put together, bottom up, sustainable communities that share the same vision of an integrated green metropolis in the North East. Of course, every participant is aware that in

order to create a “green area” huge resources need to be found and a multitude of agents must be involved. In order to transform Mestre in an international town centre (easily reached by plane, ship or train from all over the world), for example, a set of real estate projects should be designed quickly, in a way that has never been tried before. And a move towards global investment in Italy, currently directed towards Dubai, should occur. In order to transform Marghera into a five star resort or a high standard residential area or to invest in S. Giuliano, in order to create an international sport area for Olympic games and the likes is anything but easy. This means the regional authorities have to plan a metropolitan commuting system allowing future citizens to move in less than one hour from Venice/Mestre town centre to the Dolomites or Vicenza or Bologna. Is it an impossible dream? Maybe. But the North Eastern people know that other people have succeeded in similar projects in New York or Dubai or Sao Paulo in recent centuries. So, if they are unable to dream and envisage meeting these ambitious challenges, neither will they succeed in gaining the values necessary to maintain a globalised lifestyle, in a pleasant environment, with the hope of paying back the debt accumulated by previous generations. All these points and issues were discussed during the GREENordEsT week 2010. And the promoters of the event are committed to repeat the meeting in 2011, with the aim of increasing the presence of sustainable communities in the area. They are following the method suggested by EU authorities. EUSEW as a word sounds like “you sow”. It means that the future European landscape and also the North East green metropolitan area will be constructed bottom up, thanks to the participation of common people and a great number of green communities, as in a giant social patchwork game.

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