i quaderni di Energheia_Speciale greeNordesT 2011. Comunità Integrate e Sostenibili

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I quaderni di Energheia

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In regards to this, EU help is essential for the regional level to act in the best way: defining appropriate rules, facilitating the exchange of best practices and using EU funds for regional policies in the best ways. With this in mind, the Covenant of Mayors, signed by thousands of cities, has shown as well a great potential to create a new model of energy policy governance.

di Carlo Clini, Dirigente Servizio Coordinamento progetti europei, network e relazioni istituzionali sede di Bruxelles della Regione Veneto

La Settimana per l’Energia Sostenibile rappresenta ormai da cinque anni uno dei principali eventi che si svolgono a Bruxelles tra !"#$%&#'&!!()%*&+%,#&#!()%)-),#'&!!"#.+)/"*&+"0 Quest’anno, ancor più che in passato, l’evento ha monopolizzato l’attenzione di migliaia di persone che hanno partecipato alle conferenze, ai seminari e ai dibattiti organizzati in vari punti della città, favorendo un incredibile scambio di idee, buone pratiche e contatti fra operatori del settore, decisori politici, amministratori locali e semplici cittadini. Durante le oltre cento manifestazioni che si sono svolte in meno di cinque giorni sono stati affrontati numerosi argomenti: dalle nuove soluzioni per le energie rinnovabili alla riduzione delle emissioni dei gas a effetto 1&++"2#$%,#"!!,#1*)!3..,#')#3%#1&44,+&#'&)# trasporti veramente sostenibile. Tuttavia, lo slogan prescelto “un’energia intelligente per un futuro sostenibile”, ha sin dall’inizio evidenziato la particolare attenzione rivolta al tema dell’efficienza energetica. Come, infatti, è stato rilevato nella conferenza inaugurale dal Commissario per l’energia Oettinger e il Direttore generale Lowe, l’efficienza è il modo meno costoso che la nostra società ha per affrontare le sfide energetiche del nostro tempo, per garantire un’energia sostenibile a prezzi accessibili. 53+4+,..,2#.&+#63"%4,#+)73"+'"#!(&8$9)&%-"# energetica, l’Europa è appena all’inizio del percorso: per conseguire l’obiettivo di una riduzione del 20% del consumo di energia primaria entro il 2020 è necessario un rapido cambio di passo, che permetta di aumentare gli investimenti soprattutto nel settore residenziale e che coinvolga i cittadini e le autorità locali, permettendo loro di fare economie di scala massimizzando i risultati. Proprio quest’ultimo aspetto è emerso con forza nel corso dei lavori. L’Europa deve 9&+4"/&%4&#'&$%)+&#!)%&&#73)'"#&#.,!)4)9:&# generali idonee allo scopo, ma deve anche, con altrettanta risolutezza, appoggiarsi alle Regioni

e agli Enti locali che hanno un contatto più profondo col territorio. Come ha sottolineato il Commissario per le politiche regionali Hahn, la dimensione locale è fondamentale per il conseguimento o il fallimento della politica energetica europea: le Regioni e le città devono vedere nella “rivoluzione energetica” non un’imposizione da parte di Bruxelles, ma una grande opportunità socio-economica per 18+344"+&#!&#!,+,#1.&9)$9)4;#&#)#!,+,#.3%4)#')# forza. In effetti, le Regioni e le Autorità locali gestiscono oltre la metà degli investimenti pubblici e sono tra i primi attori a trarre giovamento da un minore costo dell’energia e dallo sviluppo di nuove attività imprenditoriali, soprattutto nel settore dei servizi energetici. A questo proposito, è indispensabile che l’Unione Europea aiuti il livello regionale ad "7)+&#%&!#/)7!),+&#'&)#/,')2#'&$%&%',#+&7,!&# adeguate, favorendo lo scambio di buone pratiche e indirizzando al meglio l’uso dei fondi comunitari destinati alle politiche regionali. In quest’ottica, anche il Patto dei Sindaci, a cui hanno aderito migliaia di città, ha mostrato ottime potenzialità per creare un nuovo modello di governance della politica energetica. La sede di Bruxelles della Regione Veneto ha partecipato attivamente ai lavori della Settimana per l’Energia Sostenibile accompagnando e supportando diversi attori pubblici e privati provenienti dal territorio e si è adoperata per veicolare in Veneto le informazioni, le buone pratiche e i casi di 1399&11,#.+&1&%4"4)#"#<+3=&!!&10#>%8"44)2#"!#$%&# di garantire la transizione verso un’economia a basso contenuto di carbonio è necessario un forte coinvolgimento di tutti gli attori locali. Per questo ben vengano iniziative come quella della greeNordEsT week, dove le esigenze e gli stimoli provenienti dalla società civile e dal tessuto economico locale si incontrano, nel tentativo di sensibilizzare il pubblico e di promuovere sinergie essenziali con gli Enti locali che meglio di tutti conoscono le 1.&9)$9)4;#'&!#4&++)4,+),#&#.,11,%,#"',.&+"+1)#

per metterle a frutto nel modo più adeguato. 5&+#)!#?&%&4,#!&#1$'&#'&!!(&%&+7)"#9:&#1)# .+,$!"%,#"!!(,+)--,%4&#1,%,#/,!4,#)/.&7%"4)*&2# ma sicuramente anche piene di opportunità. Non si tratta solo di contribuire ad un ambiente migliore e più pulito, ma di offrire alle nostre numerose, piccole e medie imprese la possibilità di agganciare il treno di un settore economico in forte espansione, uno dei pochi in Europa ad avere tassi di crescita “cinesi”. Mancare questo treno sarebbe un’occasione sprecata.

THE EU SUSTAINABLE ENERGY WEEK

by Carlo Clini, Director, Department for EU Projects Coordination, Network and Institutional Relations, Veneto Region Brussels Office The Sustainable Energy Week has been for five years one of the major events that take place in Brussels between late winter and early spring. This year, more than in the past, the event has monopolised the attention of thousands of people who took part in conferences, seminars and debates organised in various parts of the city, allowing an amazing exchange of ideas, best practices and contacts among professionals, policy makers, administrators and ordinary citizens. During the over one hundred events that took place in less than five days, many topics have been discussed: from new renewable energy solutions to reduction of emissions, to the development of sustainable transportation. However, the chosen slogan “Intelligent energy for a sustainable future,” enhanced, right from the start, the particular attention paid to !"!#$%&!'()*!")%. In fact, as highlighted in the Opening Conference by Energy Commissioner Oettinger and the Director-General Lowe, !'()*!")%&*+& the cheapest way for our society to address the energy challenges of our time, and to ensure sustainable and affordable energy.

Unfortunately, with regard to energy efficiency, Europe is just at the beginning: the goal of achieving a reduction of 20% of primary energy consumption by 2020 requires a quick change of pace, to allow the increase of investments especially in the residential sector, and involving citizens and local authorities, allowing them to maximise results of economies of scale. This aspect has emerged strongly during the work. Europe must define guidelines and general policies fit for the purpose, but also, with equal determination, rely on the regions and local authorities, which have a deeper contact with the territory. As the Commissioner for Regional Policy Hahn pointed out, the local dimension is fundamental to the achievement or failure of the European energy policy: Regions and cities need to see the “energy revolution” is not an imposition from Brussels, but a socioeconomic opportunity to take advantage of their specificity and their strengths. In fact, the regions and local authorities manage more than a half of public investments and they are among the first actors to benefit from lower energy costs and the development of new business activities, especially in the energy services field.

The Brussels office of the Veneto Region actively participated in the works of the Sustainable Energy Week, accompanying and supporting various public and private actors from Veneto, and worked to convey the information, the best practices experiences and case studies presented in Brussels into the Veneto area. In order to ensure the transition to a low carbon economy, a strong involvement of all local stakeholders is in fact required. For this reason, initiatives such as greeNordEsT week are more than welcomed: they represent an opportunity for demands and inputs from civil society and the local economy to meet, in an effort to raise public awareness and promote essential synergies with local authorities, who best know the peculiarities of the territory and can work to put them to good use in the most appropriate ways. For Veneto, energy challenges that lie ahead are very challenging, but certainly also full of opportunities. This is not only about contributing to a better and cleaner environment, but to offer to our many small and medium-sized companies the opportunity to take full advantage of a booming economic sector, one of the few in Europe that has “Chinese” growth rates. Missing that train would be a wasted opportunity.

www.greenordest.eu

LA SETTIMANA PER L’ENERGIA SOSTENIBILE


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I quaderni di Energheia

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LA POLITICA ENERGETICA EUROPEA: GUARDANDO AL 2020 E OLTRE di Nicolò Rossetto, Rappresentanza Regione Veneto a Bruxelles

Tra le aree di policy che oggi hanno più visibilità e attirano maggiore attenzione a Bruxelles, vi è senza dubbio quella dell’energia. Questo rappresenta evidentemente un grande cambiamento, se solamente si pensa che tra 7!)#"%%)#@&11"%4"#&#!"#$%&#'&7!)#"%%)#A44"%4"# le uniche iniziative comunitarie in materia di energia riguardavano la riconversione del settore carbonifero, l’approvvigionamento di uranio per le centrali nucleari e poco altro. A partire dagli anni Novanta, invece, l’Europa si è sempre più interessata ai temi dell’energia e a quelli ad essi connessi (emissioni inquinanti, cambiamento climatico, trattamento delle scorie nucleari, relazioni con i paesi produttori di materie &%&+7&4)9:&2#&8$9)&%-"#'&7!)#&')$9)2#'&)#*&)9,!)#"# motore e degli apparecchi elettrici, etc.), tanto che al momento attuale esiste tutta una serie di direttive e regolamenti, che regolano direttamente !"#/"4&+)"#&#!)/)4"%,#1)7%)$9"4)*"/&%4&#!"#!)B&+4;# di manovra dei singoli stati membri. A conferma ulteriore di questo cambiamento basta citare due fatti. Il primo è la nomina di un tedesco, Günther Oettinger, a Commissario per l’energia. Si tratta indubbiamente di una scelta indicativa, giacché la Germania è il paese più importante dell’Unione e il primo contribuente netto. L’altro fatto da ricordare è l’entrata in vigore nel dicembre 2009 del Trattato di Lisbona, )!#63"!&#'&$%)19&#&1.+&11"/&%4&#"!!("+4)9,!,# 194 le caratteristiche e gli obiettivi della politica energetica europea (PEE). Tali obiettivi, ribaditi più volte dalla Commissione Europea nei suoi documenti, sono essenzialmente tre: competitività, sostenibilità e sicurezza. Si tratta di un trinomio importante, sostenuto strenuamente dalla Commissione e accolto dal Consiglio Europeo nel 2007. Alla sua base vi è !()'&"#9:&#!&#1$'&#.,14&#'"!!(&%&+7)"#"!!"#1,9)&4;# europea vadano affrontate in modo integrato e che le politiche adottate per risolverle possano &11&+&#.)C#&8$9)&%4)#&'#&8$9"9)2#63"!,+"#1)# sfruttino appieno tutte le sinergie esistenti. Si tratta, a ben vedere, di un’idea che si basa sull’assunto, non sempre valido e dimostrato, che vi sia coerenza tra le azioni volte ad avere un settore energetico concorrenziale in termini economici, quelle che mirano alla sostenibilità "/B)&%4"!&#&2#)%$%&2#63&!!&#9:&#.3%4"%,#"'#

"11)93+"+&#3%"#8,+%)43+"#"8$'"B)!&#')#&%&+7)"#.&+# l’intera società (sicurezza energetica). Le principali iniziative attuate a livello europeo negli ultimi anni si sono ispirate a questo trinomio e all’approccio integrato ad esso sotteso. I principali risultati sono i seguenti. Il piano strategico europeo per le tecnologie energetiche Tra il 2007 e il 2009, l’Unione Europea ha deciso di destinare una quantità rilevante di risorse per le attività di ricerca e sviluppo nel campo delle tecnologie energetiche, risolvendo così )!#.+,B!&/"#'&!#1,44,$%"%-)"/&%4,2#9:&#&+"# emerso nel 2006 a seguito dell’adozione del 7° Programma Quadro per la Ricerca e l’Innovazione. Grazie alla creazione di piattaforme che mettono assieme imprese private e centri di ricerca, l’Unione vuole così accelerare lo sviluppo di quelle tecnologie che sono indispensabili per garantire, nel lungo periodo, il conseguimento degli obiettivi della PEE. Tra di esse si possono annoverare l’eolico, il solare, i bio-carburanti di seconda generazione, l’idrogeno e le celle a combustibile e le reti intelligenti. Il pacchetto energia-cambiamento climatico Nell’aprile 2009 il Consiglio e il Parlamento Europeo hanno adottato una serie di direttive 9:&#'&$%)19,%,#7!)#,B)&44)*)#'&!!(D%),%&#13!# mix energetico e sul clima da qui al 2020. Si tratta del famoso “20-20 entro il 2020”: l’UE deve ridurre del 20% le emissioni di anidride carbonica rispetto al 1990 e deve portare al 20% la quota di energia da fonti rinnovabili 13!#9,%13/,#4,4"!&#$%"!&0#E#63&14)#,B)&44)*)# vincolanti ne va aggiunto un terzo, non obbligatorio, che impegna i paesi membri a /)7!),+"+&#'&!#FGH#!"#!,+,#&8$9)&%-"#&%&+7&4)9"0 Per conseguire questi risultati, le norme del pacchetto estendono e rafforzano il meccanismo di scambio dei diritti di emissione (Emission Trading System), impongono vincoli più stringenti per il settore automobilistico e creano un quadro normativo favorevole per lo sviluppo delle energie rinnovabili, dei bio-carburanti e delle tecnologie per la cattura e lo stoccaggio dell’anidride carbonica (Carbon Capture and Storage).

Il terzo pacchetto sulle liberalizzazioni Nel successivo mese di luglio le istituzioni europee hanno formalmente adottato altre due direttive e tre regolamenti, che hanno dato nuovo slancio al processo di liberalizzazione dei mercati del gas e dell’elettricità. Tale processo, avviato nei primi anni ’90, mira a integrare i mercati nazionali e a introdurvi un maggiore grado di concorrenza, consentendo in questo modo ai 9,%13/"4,+)#')#B&%&$9)"+&#')#3%"#.)C#"/.)"# scelta e di prezzi minori. Per fare questo, la legge europea impone alle imprese che operavano in condizioni di monopolio, che generalmente erano a controllo statale, di cedere la proprietà '&!!&#+&4)#,#')#"8$'"+%&#!"#7&14),%&#"#1,9)&4;# fortemente indipendenti. È inoltre prevista la creazione obbligatoria di autorità indipendenti, cui è attribuito il dovere di sorvegliare il mercato, determinare alcune tariffe di riferimento e di punire le imprese che non si conformano, in particolare quelle che negano senza motivo l’accesso alla rete ad altre imprese o che non investono adeguatamente nelle infrastrutture e nelle interconnessioni tra le reti. Il piano d’azione sull’efficienza L’Unione ha portato avanti in questi anni anche tutta una serie di iniziative nel campo '&!!(&8$9)&%-"#&%&+7&4)9"0#<&%9:I#)!#target del 20% non sia vincolante, ottenere dei risultati concreti in questo ambito viene considerato di fondamentale importanza dalla Commissione Europea, in quanto tende a limitare la domanda di energia e quindi a rendere più facile la de-carbonizzazione del settore energetico e la riduzione della dipendenza dalle importazioni. Tra le misure adottate vi è stata l’introduzione di più severi standard sui consumi degli apparecchi elettrici, la revisione delle direttive sull’etichettatura dei prodotti elettrici e 13!#+&%')/&%4,#&%&+7&4)9,#'&7!)#&')$9)#&2#)%$%&2# una serie di campagne per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica.[1] Il programma energetico europeo per la ripresa Durante l’estate del 2009 l’Unione ha avviato un .+,7+"//"#.&+#9,J$%"%-)"+&#9,%#63"1)#63"44+,# miliardi di euro una serie di investimenti nel

settore energetico. L’intento dichiarato è quello ')#!)/)4"+&#7!)#&88&44)#%&7"4)*)#'&!!"#9+)1)#$%"%-)"+)"# sulla domanda aggregata e, allo stesso tempo, dotare l’Europa di quelle infrastrutture necessarie per accrescere la sicurezza energetica, collegare maggiormente i mercati nazionali e favorire una maggiore integrazione delle rinnovabili intermittenti, specialmente il vento. Tra le ,.&+&#$%"%-)"4&#*)#1,%,#.&+9)K#&!&44+,',44)#&# gasdotti, installazioni eoliche offshore e impianti dimostrativi CCS (tra questi ultimi vi è quello per la centrale di Porto Tolle). I negoziati internazionali sul clima e sulle forniture energetiche In questi anni la Commissione è stata molto attiva a livello internazionale, promuovendo i negoziati sul cambiamento climatico (conferenze di Copenhagen e Cancun) e perseguendo una serie di trattative e rapporti con i paesi fornitori di materie prime energetiche, Russia in primis, e con gli altri grandi consumatori, Cina e USA su tutti. Non bisogna poi dimenticare le iniziative in campo energetico avviate con i paesi nord-africani e del Vicino Oriente nell’ambito dell’Unione per il Mediterraneo. Il motivo di quest’attivismo è da rintracciare nel fatto che i problemi dell’energia, dal contenimento delle emissioni clima-alteranti alle questioni dell’approvvigionamento, sono spesso problemi globali e come tali possono essere risolti &8$9"9&/&%4&#1,!,#1&#4344)#)#.+)%9)."!)#"44,+)# internazionali cooperano attivamente. Nell’autunno del 2010 la Commissione ha portato a termine un esame generale della PEE e ha costatato come l’Europa abbia intrapreso la giusta strada. Tuttavia, ha anche rilevato che le 1$'&#9:&#!(&%&+7)"#.,%&#1,%,#"3/&%4"4&#&#9:&# quindi gli sforzi in termini di politiche pubbliche devono essere accresciuti: il fallimento non è ammesso, dati i grandi costi che comporterebbe per i paesi europei. È stata quindi presentata una strategia che guarda al 2020, ma non solo. Già oggi, infatti, si punta l’attenzione più lontano, al 2050, poiché è noto che i cambiamenti strutturali nel settore energetico richiedono i tempi lunghi, usualmente necessari a realizzare i grandi investimenti infrastrutturali. [2] E'#,7%)#/,',2#1,%,#14"4&#)'&%4)$9"4&#9)%63&# priorità per i prossimi anni: # L0# #+&"!)--"+&#3%(M3+,."#&8$9)&%4&#'"!#.3%4,#')# vista energetico; 2. costruire un mercato dell’energia veramente integrato a livello europeo; 3. dare più potere ai consumatori e raggiungere il più alto grado di sicurezza; 4. espandere la leadership europea nelle tecnologie energetiche e nell’innovazione; 5. rafforzare la dimensione esterna del mercato europeo dell’energia.[3] Per rendere possibile il cambiamento, la Commissione Europea ha suggerito un notevole aumento delle risorse di bilancio da destinare all’energia nell’ambito del prossimo quadro $%"%-)"+),#.!3+)&%%"!&#NFGLOJFGFGP#&#14"#1)%# d’ora spingendo per una rimodulazione dell’uso

delle risorse contenute nei fondi strutturali per il 2011-2013. L’idea è che i governi nazionali e gli enti locali dovrebbero usare i fondi europei che ricevono dalla politica regionale per 1,14&%&+&#)%)-)"4)*&#13!!(&8$9)&%-"#&%&+7&4)9"# e le rinnovabili, coniugando quindi l’obiettivo dello sviluppo locale a quello della creazione di un settore energetico competitivo, sicuro e sostenibile. Q3&14"#19&!4"#+)R&44&#!"#9,%*)%-),%&#9:&#3%# cambiamento profondo è possibile solo se alle indicazioni che vengono dall’alto seguono iniziative e azioni dal basso, dalle comunità e dagli enti locali, che meglio conoscono il 4&++)4,+),2#!&#13&#1.&9)$9:&#.,4&%-)"!)4;#&#)#.3%4)# 13#93)#1)#.3K#)%4&+*&%)+&#)%#/,',#.)C#&8$9"9&0# È per questo motivo che poche settimane fa la Commissione ha voluto presentare una nuova iniziativa sulle Città Intelligenti (Smart CitiesP2#9:&#*"#"'#"8$"%9"+&#63&!!"#13!#5"44,#'&)# Sindaci (Covenant of Mayors) lanciata nel 2008. Dato che circa il 75% dei consumi energetici avvengono nelle città, è impensabile raggiungere gli ambiziosi traguardi per il 2020 o il 2050 senza che le città stesse passino all’azione e riescano a produrre e a usare l’energia in modo “intelligente”. Due ultime note potrebbero interessare i lettori. La prima riguarda l’attuale Presidenza polacca dell’Unione (luglio-dicembre 2011). Tra le 13&#.+),+)4;#%,%#1&/B+"%,#$73+"+&#!&#&%&+7)&# rinnovabili, nei confronti delle quali il governo di Varsavia tende a essere piuttosto scettico per via dei costi elevati che spesso comportano. È molto probabile che in campo energetico l’attenzione sarà spostata sulla sicurezza degli "..+,**)7),%"/&%4)#&#13!!(&8$9)&%-"#&%&+7&4)9"2# ambiti che sicuramente stanno più a cuore ai polacchi. La seconda nota concerne, invece, l’atteggiamento della Commissione nei confronti dei governi nazionali sul tema delle rinnovabili. I Funzionari della Commissione hanno ribadito più volte in questi mesi l’attenzione con cui stanno seguendo l’attuazione dei piani d’azione nazionali e hanno criticato esplicitamente quei paesi che repentinamente hanno alterato la loro legislazione, creando non pochi problemi al settore e alla futura crescita delle rinnovabili nel mix energetico.

[1] Nello scorso mese di giungo la Commissione ha presentato la sua proposta per una direttiva 13!!(&8$9)&%-"#&%&+7&4)9"2#9:&#)/.,%&#"7!)#14"4)# membri di ridurre i consumi del 20% rispetto al consumo previsto per il 2020 attraverso una serie ')#/)13+&#9:&#*"%%,#'"!#+)%%,*"/&%4,#'&7!)#&')$9)# pubblici all’introduzione di nuovi obblighi per le compagnie energetiche. [2] A novembre è prevista la pubblicazione da parte della Commissione di una Energy Roadmap per il 2050. [3] A settembre è prevista la pubblicazione di una comunicazione della Commissione sulla dimensione esterna della PEE.

EUROPEAN ENERGY POLICY: LOOKING TOWARDS 2020 AND BEYOND

by Nicolò Rossetto, Veneto Region Brussels Representation Office Nowadays, Energy is undoubtedly among the policy areas that are most visible and attract most interest in Brussels. This obviously represents a major change, if you consider that, between the Sixties and the end of the Eighties, the only EU initiatives in this field were related to coal sector conversion, uranium supply for nuclear power plants and little else. Since the beginning of the Nineties, however, Europe is increasingly interested in energy and energy-related issues (emissions, climate change, nuclear waste management, relations with energy producing countries, efficiency in buildings, motor vehicles and electrical appliances, etc.), to the point that, at the moment, a number of regulations and directives directly govern the field, significantly restricting the freedom of action of single member countries. As a further confirmation of this change, it is sufficient to mention two facts. The first one is the appointment of a German, Mr. Günther Oettinger, as EU Commissioner for Energy. It is a meaningful choice, given that Germany is the most important EU member and the largest net contributor. The second fact is the entry into force in December 2009 of the Lisboa Treaty, whose article 194 defines the characteristics and goals of the European Energy Policy (EEP). These objectives, often reiterated by the European Commission in its documents, are basically 3: competitiveness, sustainability and safety. These very important elements are strongly supported by the Commission and welcomed by the European Council in 2007. They are based on the idea that the energyrelated challenges posed to the European society are to be faced in an integrated way, and that the policies to solve them can be made more efficient and effective by fully exploiting the existing synergies. In fact, this idea is based on the assumption - not always valid and demonstrated - that there is a consistency between actions taken in order to have an economically competitive market, those which aim at environmental sustainability, and the ones aiming at ensuring a reliable energy supply for the whole society (energy security). The most important actions taken at a European level in the last few years have been inspired by the same three factors and their underlying integrated approach. The main results are as follows. The Strategic Energy Technology Plan Between 2007 and 2009, the European Union decided to allocate a significant amount of resources to research and development in energy technology, solving the problem of underfunding that emerged in 2006, after the adoption of the 7th Framework Programme for Research and Innovation.


Through the creation of platforms that bring together private companies and research centers, the Union aims at accelerating the development of those technologies that are essential to ensure the long term achievement of the objectives of the EEP. Among these we may include wind, solar, second-generation bio-fuel, hydrogen and fuel cells, and smart grid. The EU climate and energy package In April 2009 the Council and the European Parliament adopted a set of directives that define the Union’s goals on climate and energy mix by 2020. This is the well-known “20-20 by 2020”: the EU must reduce by 20% its carbon dioxide emissions compared to 1990, and has to reach a 20% share of energy from renewable sources on total final consumption. To these binding targets a third (non-mandatory) will be added, which commits member countries to 20% improvement in their energy efficiency. In order to achieve these results, the rules of the package extend and strengthen the Emission Trading System, impose more stringent constraints on the automotive industry and create an enabling legal framework for the development of renewable energy, bio-fuels and capture and storage technologies of carbon dioxide. The Third Liberalisation Package In the following July, European institutions formally adopted two directives and three other regulations, which have given new impetus to the liberalisation of electricity and gas markets. This process, begun in the early 90s, aims at integrating national markets and at introducing a greater degree of competition, thereby allowing consumers to benefit from a wider choice and lower prices. To achieve this, the European law forces companies that operated under monopoly conditions, usually state-controlled, to sell the ownership to networks or to appoint their management to strongly independent companies. Furthermore, the law creates mandatory independent authorities, which are assigned the duty of market surveillance, the determination of reference tariffs and punishment of companies that fail to comply, particularly those that deny access to the network by other companies for no reason, or those that do not invest adequately in infrastructure and interconnections. ,-!&."!#$%&.'()*!")%&/)0*1"&234" Recently, the EU has been pursuing a number of initiatives on energy efficiency. Despite the target of 20% being not binding, to get concrete results in this area is considered critical by the European Commission, as it tends to limit the demand for energy and therefore makes it easier to de-carbonise the energy field and to reduce import-dependence. Among the adopted measures, the introduction of tighter standards for electrical appliances consumption, the revision of the directives that used to rule the labelling of electrical products and energy

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I quaderni di Energheia

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performance of buildings and a series of awareness campaigns for the general public.[1] The European Energy Programme for Recovery In summer 2009, the Union began a co-financing programme for a number of investments in the energy sector, with almost four billion euros. The stated intent is to minimise the negative effects of financial crisis on aggregate demand and, at the same time, to enable Europe to set up the infrastructure needed to increase energy security, to create closer links between domestic markets and foster a greater integration of intermittent renewable energy sources, especially wind. Among the funded projects we can find electric and gas pipelines, offshore wind installations and CCS demonstration plants (among which the Porto Tolle plant is included). International negotiations on climate and energy supplies In the last few years, the Commission has been very active internationally, promoting climate change negotiations (e.g.: Copenhagen and Cancun conferences) and pursuing negotiations and relations with countries supplying raw materials for energy (primarily Russia), and with other major consumers, like China and the U.S.. Furthermore, we cannot forget the energy initiatives undertaken with North Africa and Near East Countries as part of the Union for the Mediterranean. The reasons for this activism are to be found in the fact that energy problems, from the reduction of climate-changing emissions to supply issues, are often global problems and can be effectively addressed only if all major international players cooperate actively. In the fall of 2010, the Commission has completed a comprehensive review of the EEP and has ascertained that Europe is on the right track. However, they also noted that the challenges posed by energy increased, and therefore efforts in terms of public policies need to be increased: failure is not allowed, given the large costs involved for the European countries. In fact, the strategy we presented looks towards 2020, but not only. Today as well, attention is shifted further, towards 2050, since it is known that structural changes in the energy field take a long time, because of the large infrastructure investments required.[2] However, we have identified five priorities for the next few years: 1. an energy-efficient Europe; 2. a truly integrated energy market at European level; 3. empowering consumers and achieving the highest level of safety; 4. expanding Europès leadership in energy technology and innovation; 5. strengthening the external dimension of the European energy market.[3] To make this change possible, the European Commission suggested a significant increase

in budget to be allocated to energy in the next multi-annual financial framework (2014-2020) and is now pushing for a reshaping of the use of resources contained in the structural funds for 2011-2013. The idea is that national governments and local authorities should use the funds they receive from the European regional policy to support energy efficiency and renewable energy, combining the goal of local development with the creation of a competitive energy sector , safe and sustainable. This reflects the belief that a profound change is possible only if the suggestions that come from the top are followed by initiatives and actions from the bottom, i.e. communities and local authorities, which best know the territory, its specific potential and the points on which it is possible to intervene more effectively. And this is why a few weeks ago, the Commission presented a new initiative on Smart Cities, joining the one launched in 2008 by the Covenant of Mayors. Since approximately 75% of energy consumption occurs in cities, it is impossible to reach the ambitious goals for 2020 or 2050 without the same cities taking action and managing to produce and use energy in a “smart” way. Two final notes may be of interest to readers. The first one concerns the current Polish Chairmanship of the European Union (JulyDecember 2011). Renewable energy does not seem to be included in its priorities, as the Warsaw government tends to be skeptical towards them because of their usually high costs. Very likely, the focus in the energy field will be shifted to the security of supply and energy efficiency, areas which are surely dearer to the Poles. On the other hand, we have the Commission’s attitude towards the national governments on renewable energy issues. During the last few months, the Commission officials have underlined several times the attention with which they are following the implementation of national action plans, and have explicitly criticised those countries that have suddenly altered their legislation, causing many problems to the industry and to the future growth of renewables in the energy mix.

[1] The Commission presented last June its proposal for a directive on energy efficiency, requiring member states to reduce their power consumption by 20% compared with forecast for consumption in 2020, through a number of measures ranging from the renovation of public buildings to the introduction of new obligations for energy companies. [2] The publication of an Energy Roadmap for 2050 by the European Commission is expected by November 2011. [3] The publication of a Communication by the European Commission on the external dimension of EEP is expected by September 2011.

IL PROTOCOLLO “GREEN MOUNTAIN” Linee guida per la sostenibilità in montagna e nei territori non urbani di Tommaso Dal Bosco, Direttore Generale UNCEM

Le due crisi, economica e della finanza pubblica, praticamente permanenti negli ultimi anni, hanno reso immanente il dibattito sui costi e sul grado di efficienza della politica e della pubblica amministrazione. Il sistema istituzionale italiano, a dispetto dei dibattiti ricorrenti sull’utilità di certe istituzioni (le province, i piccoli comuni, ma anche il bicameralismo, ecc.) negli anni è cresciuto secondo logiche un po’ perverse che, a fronte della crescente complessità dei bisogni e dei rapporti sociali, hanno fatto prevalere la dimensione burocratica piuttosto che quella dell’efficienza. Le riforme importanti sul decentramento amministrativo avviate alla fine degli anni Novanta e la riforma del titolo V della Costituzione, benché ispirate a dei principi sacrosanti, non sono riuscite a vincere le resistenze politico clientelari e le lobby sindacali conservatrici. Il trasferimento di funzioni dal centro alla periferia non è servito a sburocratizzare e rendere più efficienti i processi decisionali con l’avvicinamento ai cittadini. Nella maggior parte dei casi, infatti, ha determinato sovrapposizioni e duplicazioni di competenze, prerogative e responsabilità amministrative ingessando il Paese e contribuendo in modo decisivo alla perdita di competitività rispetto ai principali partner europei e globali. Questo, naturalmente, ha fatto esplodere i costi e, in un momento di crisi, anche la rabbia dei cittadini che si sono fatti facilmente trascinare in logiche giacobine e un po’ sommarie. Alcuni di noi, appartenenti al sistema della rappresentanza delle autonomie locali, non si sono mai accontentati della funzione sindacale dei soggetti intermedi a tutela degli enti e degli amministratori che li rappresentano. Hanno, invece, pensato che il momento fosse propizio per avanzare idee e soluzioni più innovative di quelle che, spesso un po’ demagogicamente, hanno proposto la riduzione indiscriminata di costi attraverso semplici tagli ai trasferimenti. Un modo di affrontare la questione che rende solo iniqua la distribuzione dei carichi della crisi penalizzando la periferia che subisce le decisioni del centro.

L’impossibilità di finanziare a debito la perpetuazione di funzioni amministrative che alimentano sé stesse, obbliga a riflettere su come si possa riorganizzare il sistema istituzionale del Paese secondo una logica più produttiva, orientata alla qualità dei processi e al risultato. Ci sembra che la riorganizzazione globale dei processi produttivi definita Green economy offra delle opportunità nuove e importanti, soprattutto a quella parte di popolazione montana e rurale che in questi anni ha pagato più di altre la capacità sempre più ridotta dello Stato di assicurare dal centro il mantenimento delle loro risorse umane e ambientali. L’opportunità sta nella riorganizzazione delle proprie funzioni secondo una logica più produttiva, a sostegno dei processi di sviluppo locale sostenibile. In particolare, il ruolo centrale dei Comuni dev’essere interpretato al meglio e in modo innovativo, affinché possano esercitare la loro funzione principale: promuovere lo sviluppo delle comunità che rappresentano. Venuta meno la funzione distributiva, attraverso cui si è cercato di alimentare le politiche di sviluppo, è il momento di vedere se si riesce con le proprie forze ad affrontare con più coraggio la stagione di riforma federalista dello Stato. Fino ad oggi, infatti, la situazione finanziaria difficile in cui si trovano tutte le istituzioni ha condizionato negativamente il dibattito federalista. Si tende, così, a discutere con insistenza di un Federalismo “dei costi”. Tutte le trattative sui meccanismi applicativi della progressiva fiscalizzazione dei trasferimenti dallo Stato a Comuni, Province e Regioni si basano sulla necessità di assicurare una base contributiva certa che, nella dinamica negoziale tipicamente sindacale, viene sovra o sottostimata a seconda che ci si trovi dalla parte di chi deve ricevere o erogare. A ciò si aggiunga che i meccanismi perequativi dovranno compensare situazioni talmente diverse da provocare, in certi contesti, un vero e proprio rientro dalla finestra della finanza derivata che si è cercato di mettere alla porta. Siamo di fronte al tentativo di dare una risposta

a delle esigenze giuste, sulla base di principi giusti. Un tentativo, però, che si cerca di innestare in un “corpaccione” in cui le inerzie e le incrostazioni restano irremovibili, se non si incide sulla struttura del suo funzionamento, ancor prima della sua missione. Per fare un esempio concreto, partendo da tematiche care a noi che ci occupiamo prevalentemente di montagna e di territori rurali, vorrei illustravi cosa avviene in molte parti del mezzogiorno da anni. La funzione di manutenzione forestale è delegata (secondo un modello giuridico amministrativo consolidato) dalla regione alle Comunità Montane. L’esercizio di tale funzione, tuttavia, non è mai stato collegato a un rapporto trasparente in termini di obiettivi e di risultato. Così, in questi anni, sono stati assunti migliaia di operai forestali, sfruttando il finanziamento connesso a quella delega, con il risultato che a una gestione forestale scadente si accompagna un gigantesco problema sociale costituito da un esercito di manodopera scarsamente qualificata alla quale l’amministrazione non è più in grado di pagare gli stipendi. Un problema analogo si riscontra in alcune Regioni del Nord che hanno stabilito di attribuire alle Comunità Montane una quota della tariffa del servizio idrico per la manutenzione dei bacini. Il principio, come spesso avviene, è apprezzabile: mostra una certa sensibilità verso il fatto che l’acqua generandosi in montagna ponga vincoli e condizionamenti che devono essere compensati al territorio montano stesso. Tuttavia, queste risorse non sono assegnate a fronte di un patto che preveda, nell’ambito di priorità condivise, il perseguimento e la valutazione di specifici obiettivi di manutenzione o di valorizzazione. Il loro impiego, spesso insufficiente, è completamente slegato da una logica di “strategia di sviluppo locale” e viene disperso in mille piccoli interventi di mantenimento, con l’unico obbligo di dimostrare che la spesa è stata effettuata sul bacino idrico rispettando il vincolo. Il risultato è un’istituzione che ricopre un ruolo solo organizzativo, svilita nella sua funzione di fulcro delle politiche di sviluppo.


Dall’osservazione di queste degenerazioni, talvolta macroscopiche, ci siamo resi conto che il vero obiettivo d’innovazione non può essere quello di perseguire semplici risparmi di spesa per contenere l’ipertrofismo burocratico di un Paese dall’organizzazione ancora napoleonica. L’obiettivo dev’essere trasformare le istituzioni odierne da enti locali di distribuzione (centro di costo dello stato nazionale) a istituzioni di progetto (centri di profitto) e agenzie di sviluppo, capaci di elaborare programmi d’investimento autonomi. Questi soggetti nuovi, che abbiamo definito Comunità Integrate Sostenibili e Sicure, sviluppando creatività e imprenditorialità, progettano le funzioni che si candidano ad esercitare, le negoziano con i privati, lo Stato e le Regioni, e vengono remunerati per ciò che fanno. Quanto vale la sicurezza idrogeologica del territorio? Quanto vale la purezza dell’acqua che proviene da quel bacino? Quanto vale la capacità di assorbimento della CO2 dei boschi? Quali altre forme di valorizzazione sostenibile delle risorse ambientali e territoriali si possono mettere in campo? È tempo di cambiare non solo modello economico e sociale, ma anche il centro della politica italiana: dai soggetti fabbrica e città ai nuovi soggetti emergenti nei territori green (cfr. “Manifesto per lo Sviluppo della Montagna” ne La Sfida dei Territori nella Green Economy - Il Mulino 2009). Se c’è bisogno di investire sulle energie rinnovabili, sulle tecnologie e sui servizi che risparmiano energia e ambiente, sui prodotti “naturali” e su una nuova rete di infrastrutture, è proprio con i comuni di montagna e i distretti green che si dovrà trattare. E questo comporta lo studio di sistemi di residenza e mobilità nuovi, formule di gestione dei servizi sociali e ambientali più avanzate, attività di supporto alle esportazioni e all’internazionalizzazione delle imprese più virtuose e, naturalmente, un nuovo sistema di sussidiarietà tra Territori e Stato. Da questa descrizione del contesto emerge con chiarezza l’importanza e l’urgenza della riflessione del sistema italiano della rappresentanza istituzionale di cui noi ci siamo fatti promotori, pena una nuova forma di colonizzazione territoriale già conosciuta a partire dagli anni Trenta del Novecento con l’indiscriminato e, talvolta criminale, sfruttamento delle risorse idroelettriche soprattutto nell’arco alpino. Certo sono necessari adeguati strumenti operativi. Sul fronte normativo, è ormai assodato che le risorse territoriali e ambientali sono l’asset principale su cui fondare un progetto di riorganizzazione territoriale, perciò i diritti di utilizzo di tali risorse devono essere regolati diversamente. Oggi, infatti, l’acqua, le risorse forestali e l’uso del suolo sono sottoposti a vincoli e a un inestricabile groviglio di competenze amministrative che li rende di fatto indisponibili alla comunità locale. Le risposte che si sono cominciate a dare

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I quaderni di Energheia

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con il Federalismo Demaniale sono timide e insufficienti. Sul tema, invece, degli strumenti operativi la nostra riflessione ha fatto qualche passo in più. Ci sembra urgente proporre a questi territori e alle loro rappresentanze la definizione di un modello di riferimento e di un sistema di misura dei risultati ottenuti, che si configurino come un servizio di politica economica. Di questa proposta abbiamo deciso di farci carico come UNCEM. Un modello di questo tipo è uno strumento indispensabile per partecipare alla green economy in modo autorevole, oltre che per definire un nuovo rapporto (federale/ competitivo) tra Comunità locali, Regioni e Stato. I rappresentanti di questi territori sentono la necessità di disporre di uno schema di riferimento, di un vero e proprio protocollo di gestione sostenibile delle risorse territoriali che permetta la pianificazione degli investimenti (pubblici e privati) in un quadro di trasparenza e certezza dei risultati (economici e ambientali). Un protocollo inteso come precondizione per una revisione dei rapporti con le Regioni e lo Stato nazionale. Pertanto, dopo aver promosso il Manifesto per lo Sviluppo della Montagna nel 2009, siamo impegnati sul campo per svilupparlo come strumento, grazie a una convenzione stipulata con il Ministero dell’Ambiente che ci permetterà di sperimentare la validità di queste ipotesi in alcune regioni del Mezzogiorno.

THE “GREEN MOUNTAIN” PROTOCOL

Guidelines for sustainability in mountain and rural territories by Tommaso Dal Bosco, Director-general, UNCEM The economic crisis and the public finance crisis, two situations that have been virtually permanent in recent years, have raised the debate on costs and efficiency of politics and public administration. Despite the dispute on the usefulness of some institutions (provinces, small municipalities and bicameralism among others), in the last decades the Italian system grew according to insidiously trends that made bureaucratic and procedural logic prevail on efficiency and simplicity, regardless of the growing complexity of needs and social relations. The major devolution reforms in the late Nineties and the reform of Title V of the Constitution[1], though inspired by welldeserved principles, have failed to overcome the opposition of the favouritism-oriented politics and of the conservative trade-union lobbies. The transfer of functions from the centre to the periphery did not mean cutting red tape nor streamlining the decision-making process,

which in fact remains far from the citizens: in most cases, this transfer has led to overlapping and duplication of responsibilities, prerogatives and administrative responsibilities, plastering the Country and contributing decisively to the loss of competitiveness compared to the major European and global partners. This, of course, blew up the costs and the anger of citizens, who in these times of crisis get carried away by hasty and Jacobin reasoning. Some of us, representatives of local governments, think times are propitious for the proposal of innovative solutions, different from the ones that, often demagogically, intend to reduce costs only by cutting transfers indiscriminately. The effect of these cuts is an inequitable distribution of the loads of the crisis which penalise the periphery, forced to be subjected to the centrès decisions. Local governments should not get into debt to finance the current expenses: this forces us toreflect on re-organising the Italian institutional system to make it more productive, oriented to the quality of process and to the results. It seems that the global reorganisation of production processes called Green economy offers significant new opportunities, especially to the mountain and rural peoples that in these years have paid more than others the Statès reduced ability to ensure, from the centre, the maintenance of their human and environmental resources. The opportunity lies in the reorganisation of functions in order to support the processes of local sustainable development. Municipalities need to play their role - to promote the development of the communities they represent - in an innovative way. Now that the attempt to feed the development policy trough a distributive function has failed, it’s time to see if, with our own efforts, we can manage to face the federalist reform of the State. Up to now, in fact, the federalist debate was influenced negatively by the difficult financial situation in which all institutions find themselves. We tend to discuss insistently about a federalism “of costs”. The negotiations on the mechanisms of the progressive taxation of transfers from the State to Municipalities, Provinces and Regions are based on the need to ensure a definite contributory base which typically over- or underestimated depending on whether you are on the side of who should receive or give. In addition, the equalising mechanisms will need to compensate different situations so as to see that the derivative financial instruments that we have tried to throw out the door are back through the window. We are facing an attempt to answer some

[1] Some amendments to the Italian Constitution, passed in 2001, concerning the devolution of powers to the Regions and the direct election of Regional Presidents [TN].

acknowledged needs, based on correct principles. This attempt, however, inserts itself in a structure encrusted with inertia, unless we start working on its operative system and, even before that, on its mission. To make an example, I will tell you what has been going on in many areas of Southern Italy for several years. According to a consolidated administrative and legal model, the Region delegates the function of forest preserving and upkeeping to the so-called Comunità Montane[2], but without any commitment to goals and results. Therefore in these years thousands of foresters have been hired with the financing coming from the Region for this function, resulting in poor forest management and a huge social problem constituted by an army of low-skilled labor to which the administration is no longer able to pay salaries. A similar problem occurs in some regions of the North which have agreed to give to the Comunità Montane a share of the water service rates for the maintenance of the catchment areas. The principle, as often happens, is valuable: it shows attention to the fact that catching the water in the mountains implies constraints that should be compensated to the same mountainous area. However, the allocation of these resources does not demand the sharing of priorities nor the pursuit of specific objectives of maintenance or development. These resources are used in a way which is completely disconnected from the logic of the local development strategy, often wasted into thousands of small maintenance interventions, with the only requirement to prove that the spending was made in the catchment area. The result is that the Comunità Montane play only an organisational role, debased in its function as centres of development policies. Observing these sometimes macroscopic degenerations, we realise that the real innovation goal is not simply to save costs and to hold down the bureaucratic hypertrophy of a State which still has a Napoleonic organisation. The aim should be transforming the present institutions from local authorities of distribution (cost centres of the national State) to project institutions (profit centres) and development agencies which are able to devise autonomous investment programs. These new subjects, that we called Comunità Integrate Sostenibili e Sicure (Sustainable and Safe Integrated Communities), develop creativity and entrepreneurial spirit, plan their own functions, they negotiate with companies, regions and the State and are paid for what they do. How much is the territory’s hydrogeological security worth? How much is the purity of water coming from that area worth? How much is the capacity of the wood to absorb CO2 worth? In which other way can we sustainably exploit the environmental and land resources? It is time to change not only the economic and social model, but also the centre of Italian

politics: from the subjects factory and town to the emerging subjects green territories (cf. “Manifesto per lo Sviluppo della Montagna” in “La Sfida dei Territori nella Green Economy” - Il Mulino 2009). We will have to deal with the mountain municipalities and the green districts if we want to invest on renewable energies, on energy-saving and environmental-friendly technologies and services, on natural products and on a new infrastructural network. This implies studying new mobility and residential systems, advanced forms of management for the social and environmental services, support activities for the export of best-practices and virtuous companies and, of course, a new subsidiarity system between the State and the local territories. From this description, the importance and urgency of a reflection on the Italian system of institutional representation emerges. This is exactly what we are promoting, in order to avoid a new form of land colonisation, already known since the 1930s, which led to an indiscriminate and sometimes even criminal exploitation of hydropower resources especially in the Alps. From the normative point of view, it is now acknowledged that land and environmental resources are the main asset on which a new project of territorial reorganisation should be based, and this is why the rights to use these resources must be regulated differently. As a matter of fact, water, forest resources and soil use undergo at present a series of constraints and are subject to an inextricable tangle of administrative skills which make them unavailable to the local community. The first answers coming from the Federalismo Demaniale[3] are still insufficient. From the operational point of view, our

reflection has made a few more steps. These local authorities and their representatives should urgently define a reference model and a results measuring system, to be considered as a service of economic policy. UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani, the National Association of Mountain Municipalities and Mountain Communities) decided to take responsibility for this proposal. Such a model is an essential tool to take part in green economy in an credible way and to define a new federal and competitive relationship between local authorities, Regions and the State. Local representatives need to have a reference scheme, a real sustainable management of land resources protocol to schedule private and public investments in a frame of transparency and certainty of both economic and environmental results. Such a protocol would be the presumption for the revision of the relationship between local authorities, the regions and the State. Therefore, after having promoted the Manifesto per lo Sviluppo della Montagna (Mountain Development Manifesto) in 2009, we are committed to developing it on the field as an operation tool, thanks to an agreement with the Ministry of the Environment that will allow us to test the validity of these assumptions in some regions of the South.

[2] A public authority established by order of the Regional Council and grouping different hilly and mountain Municipalities/communities, with the aim of promoting the mountain areas [TN]. [3] According to the legislative decree no. 85, May 28, 2010, the central Government can transfer to the local authorities part of the properties that were previously State-owned [NT].


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I quaderni di Energheia

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IL PROTOCOLLO “GREEN MOUNTAIN” Linee guida per lo sviluppo di Comunità Integrate Sostenibili e Sicure (CISS) di Paolo Gurisatti, Presidente di STEP e Consigliere Scientifico di Habitech

Premessa Il presente contributo ha preso forma all’interno di un progetto di intervento sui territori di montagna in via di realizzazione per volontà di UNCEM (Unione dei Comuni, delle Comunità e degli Enti della Montagna) e del MATTM (Ministero dell’Ambiente, per la Tutela del Territorio e del Mare). Tale progetto si propone di sperimentare, all’interno di sei comunità montane delle Regioni Obiettivo Convergenza, linee guida per l’efficienza energetica e ambientale, che si ispirano ad un protocollo di 9&+4)$9"-),%&#)%%,*"4)*,#NGreen Mountain). Nuove attribuzioni dello sviluppo territoriale Fino a qualche anno fa, lo sviluppo economico veniva misurato in termini di crescita del PIL e dell’occupazione, a prescindere dalle conseguenze energetiche e ambientali dello sviluppo stesso. Da qualche tempo a questa parte, e in particolare dopo la crisi del 2008, le autorità politiche ed economiche di quasi tutti i paesi hanno iniziato a considerare importanti anche altri parametri di qualità e sostenibilità dello sviluppo. L’Unione Europea ha indicato il 2020 come termine ultimo entro il quale ridurre del 20% le emissioni di gas serra, limitare del 20% il consumo di carburanti fossili e aumentare del 20% l’energia prodotta da fonti rinnovabili. Negli ultimi mesi, ha lanciato anche il tema delle “comunità sostenibili” come nuova frontiera dell’innovazione in materia di ambiente. Evidenziare gli aspetti di un territorio che possono diventare non solo la leva di uno sviluppo “sostenibile”, ma anche uno strumento concreto per valorizzare )!#."4+)/,%),#.3BB!)9,#&#.+)*"4,2#1)7%)$9"# promuovere iniziative dal basso, mobilitare interessi di milioni di cittadini in direzione di un nuovo modo di fare economia. L’obiettivo della pianificazione sostenibile è più che mai sentito nei territori di montagna. In questi territori è notoriamente impossibile importare dall’esterno modelli di business manifatturieri, in declino peraltro anche nelle aree urbane, e mancano le risorse per amministrare beni pubblici essenziali come

l’acqua, il bosco e il paesaggio. Molti sindaci iniziano a pensare che sia necessario rinegoziare il rapporto tra attività di servizio, che hanno luogo in montagna, e attività “industriali” e “logistiche” delle città. Ma intendono dimostrare, nei fatti, non solo che è possibile ridurre di molto i consumi energetici degli spazi antropici e delle attività produttive montane (alberghi e infrastrutture di trasporto), ma che, al di là della produzione idroelettrica o eolica per il paese, in montagna è possibile arrivare vicino all’autonomia energetica, grazie alla produzione di energia da fonti rinnovabili (biomasse boschive in primo luogo). Per questo UNCEM ha deciso di investire sul 4&/"#'&!!&#S9,/3%)4;#1,14&%)B)!)T#)'&%4)$9"%',# una serie di linee guida per l’azione dei comuni e una serie di strumenti di misura dei risultati raggiunti. Ha così deciso di collaborare allo sviluppo del protocollo Green Mountain, assieme ad un gruppo di esperti, e si propone di sperimentare nel biennio 2011-2012 casi concreti di attuazione del protocollo in comunità montane “pilota” del Nord e del Sud. Il termine “Green Community” assume, 63)%')2#3%#1)7%)$9"4,#."+4)9,!"+&#%&!#9,%4&14,# appena descritto. Green community diventa un “artefatto sociale”, un prodotto misurabile, che consente agli operatori privati di ottenere maggior valore aggiunto e alla pubblica amministrazione di svolgere meglio e con maggiori risorse il proprio ruolo di organizzatore del contesto ambientale e sociale. UNCEM ha coniato il termine CISS (Comunità Integrata Sostenibile e Sicura) per rappresentare un territorio, all’interno del quale i problemi ambientali sono risolti in modo eccellente (nel giardino di casa!) producendo nel tempo un aumento di valore delle proprietà pubbliche e private e minori costi di gestione. Non occorre citare l’esempio di Napoli per spiegare perché un territorio aumenta di valore se gestisce adeguatamente i problemi ambientali. Se, all’interno di una CISS, i costi energetici sono molto contenuti, grazie allo sviluppo di tecnologie green, che sfruttano le fonti rinnovabili locali e ottimizzano i consumi elettrici e termici grazie a reti intelligenti, le

ricadute sulle possibilità di sviluppo sono immediate. Come identificare e promuovere una CISS L’esperienza già realizzata da UNCEM in alcuni territori del Nord (Belluno e Primiero) e del Sud (Casacastra) offre indicazioni preziose a tutti gli agenti locali, i sindaci e i presidenti di comunità montana che intendono partecipare alla costruzione di una rete italiana di CISS. In base a tale esperienza possono essere indicate alcune condizioni di successo delle comunità sostenibili del futuro. In primo luogo è indispensabile la presenza sul territorio di una “coalizione produttiva” composta di operatori privati che condividono una medesima specializzazione produttiva o visione del mercato, riconosciuta dal mercato globale. Può essere una coalizione “agricola”, legata ad un sistema di mercato emergente nel settore alimentare (Slow Food, Filiera Corta e simili), oppure una coalizione “turistica”, legata ad un particolare circuito internazionale, oppure ancora una coalizione “produttiva”, legata "!!()%'314+)"#'&!!(&%&+7)"#,#"'#3%#"!4+,#1.&9)$9,# ramo della manifattura e dell’artigianato. In secondo luogo è importante che questa 9,"!)-),%&#.+,'344)*"#+)&19"#"#'&$%)+&2#%,%# solo una strategia di investimento (individuale &#9,!!&44)*,P#13#4&9%,!,7)&#&#1".&+)#1.&9)$9)2# ma anche un accordo con le istituzioni locali, .&+#!"#.)"%)$9"-),%&#')#3%#9,%4&14,#9,&+&%4&# con la vocazione produttiva principale. Un territorio diventa CISS, nella misura in cui la “coalizione distributiva” di risorse pubbliche centralizzate non prende il sopravvento, distorcendo il sistema di mercato e le strategie di investimento private. Ma lavora in sinergia con le capacità dei cittadini. La Green Community è quindi uno spazio costituente, all’interno del quale la leadership è lasciata agli operatori privati. Ma tale leadership è accompagnata da linee guida e sistemi di valutazione degli investimenti che consentono a tutti (e quindi anche all’operatore pubblico) di misurare oggettivamente il ritorno economico degli investimenti, in termini di maggiore reddito pro-capite e crescita

del valore patrimoniale locale, in ragione del risparmio energetico e ambientale raggiunto (riduzione delle esternalità negative) e del vantaggio competitivo prodotto da infrastrutture dedicate (esternalità positive). Il protocollo Green Mountain consente di misurare le condizioni appena descritte e propone agli agenti del territorio strumenti e linee guida utili a raggiungere più facilmente il +)13!4"4,#$%"!&0#E!93%)#&1&/.)#.,11,%,#")34"+&# a capire come funziona. Tra gli altri inseriamo anche Capri, per insistere sull’idea che una CISS è realizzabile anche in territori molto diversi da quelli montani, rappresentati da UNCEM. Tre casi esemplari: Oil Free Zone del Primiero, Filiera Corta a Casacastra, Turismo sostenibile a Capri Primiero e Capri sono località turistiche molto note e inserite in circuiti internazionali. Sono accomunate da problemi ambientali ed energetici simili, con qualche importante differenza: Capri è destinazione turistica per la cultura e il sight-seeing nella bella stagione, mentre il Primiero (e San Martino di Castrozza )%#."+4)9,!"+&P#U#'&14)%"-),%&#')#R311)#43+)14)9)# orientati all’attività sportiva e out-door, anche invernale. Casacastra, al contrario, è un distretto agro-turistico specializzato nei servizi &#%&)#.+,',44)#'&!!"#9,1)''&44"#$!)&+"#9,+4"#N"%-)# cortissima) ed è territorio di destinazione di R311)#43+)14)9)#')#4).,#%3,*,0 In tutti questi territori è possibile riscontrare %,%#1,!,#!"#.+&1&%-"#')#1.&9)$9:&#9,"!)-),%)# produttive bene organizzate, con una identità forte e condivisa, ma anche di investimenti pubblici coerenti con la vocazione produttiva principale. In tutti questi territori è possibile evidenziare la presenza di problemi ambientali non risolti e di margini di miglioramento nell’efficienza energetica e nella produzione di energia da fonti rinnovabili. Nel caso del Primiero, ad esempio, un progetto di CISS è catalizzato dalla locale utility (ACSM), che si è posta l’obiettivo di aggredire i nodi energetici, attuando un piano di teleriscaldamento all’interno della valle e recuperando biomasse forestali, allo scopo di aumentare l’indipendenza dalle fonti esterne non rinnovabili. ACSM ha anche avviato un piano di mobilità sostenibile, per ridurre !()/."44,#'&!#4+"8$9,#')#"44+"*&+1"/&%4,#%&)# picchi di stagione. L’ipotesi di offrire servizi 43+)14)9)#63"!)$9"4)2#)%#3%"#Oil Free Zone dalle caratteristiche uniche nell’arco alpino, è oggi ampiamente condivisa e attende solo di essere tradotta in tecnologie adeguate. Nel caso di Capri, il progetto di CISS scaturisce invece dal problema irrisolto dell’approvvigionamento energetico, oltre che dagli elevati costi ambientali indotti dai .)99:)#7),+%"!)&+)#')#4+"8$9,0#V()1,!"#1,'')18"# oggi il proprio fabbisogno grazie a una centrale a gasolio in località Marina Grande, con costi molto elevati per i cittadini e per la collettività. Ma ha anche problemi di smaltimento dei

+)$34)2#9,%#9,14)#'"#9".,7)+,0#E!B&+7"4,+)2# ristoratori, animatori culturali restano ostaggio ')#R311)#43+)14)9)#')#/"11"2#9:&#+)."7"%,# una minima parte dei costi che producono. All’isola restano in carico la gestione dei +)$34)#&#)#9,14)#')#+"88+&19"/&%4,#'&7!)#&')$9)2# senza che il sistema di mercato riesca a +)9,%,19&+&#+)9"*)#138$9)&%4)0#V&#asimmetrie nella gestione sostenibile del territorio non sono risolte, anche perché manca un catalizzatore “collettivo” che, a differenza del Primiero, sappia rappresentare la frontiera dell’innovazione. A Capri la proprietà delle infrastrutture energetiche e di trasporto è privata e non esiste un soggetto forte, capace di svolgere un ruolo di catalizzatore della nuova CISS, simile a quello giocato da ACSM in Primiero. Ma l’ipotesi di trasformare l’isola in una seconda Oil Free Zone è condivisa dalla maggior parte degli operatori turistici locali, che hanno anche qualche idea concreta sul sistema tecnologico di cui avrebbero bisogno. Nel caso di Casacastra la situazione è altrettanto interessante dal punto di vista della possibile CISS. L’idea di diventare un distretto )4"!)"%,#'&!!"#$!)&+"#9,+4"#"!)/&%4"+&2#3%# presidio slow food, con relazioni forti non solo 9,%#)#R311)#43+)14)9)#'&!!"#9,14"2#/"#"%9:&#9,%# $!)&+&#43+)14)9:&#)%%,*"4)*&#!&7"4&#"!#7314,#&#")# percorsi meno praticati, è non solo condivisa, ma anche ben rappresentata a livello di comunità locali e Ente Parco del Cilento. Già, perché Casacastra si trova all’interno del Parco Naturale del Cilento e dispone di risorse e vincoli che incoraggiano l’identità scelta dalla coalizione produttiva. In questo caso esiste anche un catalizzatore del progetto, il GAL Casacastra, che promette investimenti interessanti nell’intero quadriennio 2011-2014. Il protocollo “Green Mountain” e lo sviluppo di una rete nazionale Gli esempi sopra citati dicono che la domanda di servizi specializzati al servizio di nuove CISS è presente al Nord, come al Sud e può essere soddisfatta meglio se nasce una rete nazionale capace di conciliare due tipi di esigenza: - da un lato la diffusione di strumenti e servizi ')#.)"%)$9"-),%&#9:&#9,%1&%4"%,#"%9:&#"!# comune più piccolo del nostro territorio di trovare alleati, esempi e percorsi di investimento a ritorno sicuro, laddove i fondi pubblici scarseggiano; - dall’altro una lobby trasparente che obblighi il governo nazionale (e la UE) ad adottare un sistema meritocratico di assegnazione delle risorse pubbliche, in ragione dei risultati effettivamente raggiunti nei diversi territori. In questa prospettiva non solo si è mossa UNCEM, ma è nato un gruppo di esperti intenzionati a costituire presto il Green Mountain Council Italia, proprio per venire incontro ad esigenze così diffuse. GM Italia sta prendendo forma grazie alla collaborazione con il Green Building Council Italia, gestore del 1)14&/"#)%4&+%"-),%"!&#')#9&+4)$9"-),%&#VMMW#&#

promotore del protocollo Eco Quartieri (per le situazioni urbane). Il GMC Italia intende offrire servizi di indirizzo e assistenza tecnica ai comuni e alle comunità montane, in accordo con UNCEM, ANCIM, ANCI e altre associazioni simili, proprio allo scopo di migliorare la sostenibilità economica e ambientale degli investimenti nei territori non urbani. Naturalmente, lo sviluppo di una rete nazionale di esperti e amministratori interessati a condividere la metodologia GM (Green Mountain) richiede tempo e un processo di sperimentazione per gradi. Ma il primo passo è ormai compiuto. Nel corso del 2011, successivamente alla presentazione nel progetto (inserita nel volume curato da Uncredit, Federlegno e UNCEM, La filiera legno in Italia, pubblicato da Laterza) è prevista una fase di sperimentazione del protocollo in alcuni territori pilota delle regioni Obiettivo Convergenza. Nel 2012, successivamente alla valutazione dei risultati conseguiti, è previsto lo sviluppo su scala nazionale di linee guida generali per le CISS italiane (secondo tecniche consolidate nell’ambiente LEED). Forse può essere utile ricordare che obiettivo della sperimentazione 2011 è sviluppare dispositivi di intervento sui centri storici dei piccoli comuni (o delle isole minori) che possano essere replicati a costi contenuti. Particolare attenzione sarà dedicata ai territori collocati all’interno di aree vincolate e parchi, siti “naturali” da ricollocare all’interno di sistemi di mercato emergenti nel turismo e nel settore agro-alimentare. I comuni di piccola dimensione, collocati nei territori montani o non urbani (isole incluse), serviranno da esempi anche per altri. È infatti possibile che la sperimentazione possa essere estesa, in accordo con GBC Italia, a territori urbani, con in coinvolgimento di ANCI e di altre associazioni di enti locali. Governance dello sviluppo e costruzione sociale della tecnologia Il processo costituente di una nuova CISS non passa soltanto attraverso procedure di organizzazione degli investimenti e di consenso nei confronti della vocazione/ identità economica del territorio. Passa anche attraverso un’interazione “organizzata” con le tecnologie disponibili e le possibili combinazioni di fattori. Ciascuna CISS è )%8"44)#9"+"44&+)--"4"#'"#3%,#1.&9)$9,#/)=# di tecnologie e può raggiungere il massimo punteggio GM, soltanto predisponendo soluzioni complesse, ad hoc rispetto alle caratteristiche strutturali del suo territorio &#"!!,#1.&9)$9,#/,'&!!,#&*,!34)*,#'&!!"#13"# &9,%,/)"0#D%(&8$9"9&#9,/B)%"-),%&#')# tecnologie “green, smart & small” è l’obiettivo indispensabile di ciascuna CISS. Solo una “buona” interazione tra competenze tecniche, economiche e sociali può portare "!!"#9,%$73+"-),%&#')#3%#Sbuon sistema tecnologico locale”, caratterizzato dal giusto


mix di “macchine”, reti, investimenti pubblici e privati, che nel loro insieme assicurano il massimo rendimento e il massimo rating GM. Il processo costituente di una CISS implica, in conclusione, un’interazione stretta tra competenze di organizzazione della domanda &#')#.)"%)$9"-),%&#'&!#4&++)4,+),#&#9,/.&4&%-&# 4&9%)9:&#%&!#9"/.,#'&!!(&8$9)&%-"#&%&+7&4)9"#&# della produzione di energia da fonti rinnovabili. Tale interazione ha lo scopo di raggiungere il modello energetico e ambientale ottimo per ciascuna CISS. La possibilità di costruire strumenti e modelli di interazione generativa tra agenti locali, progettisti, system integrators, OEM e )%14"!!"4,+)#U#3%,#'&)#."11"77)#.)C#')8$9)!)#'&!# progetto Green Mountain, Ma rappresenta tuttavia la vera frontiera da superare per andare oltre i sistemi di generazione tradizionali, i modelli di marketing territoriale, le esperienze di programmazione negoziata. La costruzione sociale del “sistema tecnologico” locale è una tecnica di animazione dello sviluppo sostenibile che non è stata ancora sperimentata sul territorio italiano e rappresenta il cuore di una possibile futura politica della sostenibilità “dal basso”. Ulteriori problemi da risolvere Non bastassero i problemi connessi al processo costituente di una CISS e l’innovazione negli strumenti di programmazione, il progetto UNCEM-GM deve affrontare anche altri problemi relativi allo sviluppo della rete o comunità nazionale degli esperti, dei sindaci e dei cittadini che intendono partecipare alla green economy del futuro. 4.201 comuni coinvolti, 180 comunità montane, oltre 11 milioni di cittadini o meglio “montanari” da coinvolgere a vario titolo nella creazione delle comunità sostenibili. Sono 3%"#1$'"#7)7"%4&19"2#.&+#3%#."&1&#S%&,J federalista” come l’Italia. Non si tratta di un obiettivo semplice e non potrà essere gestito solamente dalle strutture associative di GMC Italia, GBC Italia, UNCEM e ANCI. Lo sviluppo di un “social network” di ampie proporzioni, capace di promuovere una più rapida diffusione dei sui risultati, sarà forse necessario, anche attraverso l’impiego di moderne tecniche informatiche e di social innovation.

THE “GREEN MOUNTAIN” PROTOCOL

Guidelines for the development of Safe and Sustainable Integrated Communities by Paolo Gurisatti, President of STEP and Scientific Councillor at Habitech Introduction The present article is part of a project which is being carried out for mountain territories. Such project is fostered by the Association

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I quaderni di Energheia

I quaderni di Energheia

of municipal districts, communities and organisations of mountain territories and by the Italian Ministry for the Environment, Land and Sea. It involves six mountain communities, which are situated in those Regions that take part in the project “Obiettivo Convergenza” (Objective: Convergence), and it tests guidelines for energy and environmental efficiency, which take into account an innovative certification protocol (the above mentioned Green Mountain Protocol). New connotations of territory development Until some years ago, economic development was measured in terms of GDP growth and occupational growth, without taking into account the consequences that development itself has on energy and environment. Especially after the 2008 financial crisis, political and economic authorities of almost all countries started giving much importance to other criteria of development quality and sustainability. By the end of 2020, the European Union aims at reducing greenhouse gas emissions by 20%, limiting fossil fuels consumption to 20% and increasing renewable energy by 20%. Recently, EU has also promoted sustainable communities as an innovative field while dealing with environment. These initiatives highlight those aspects of a territory that can become the basis of sustainable development and a real means to enhance public and private heritage: all this means promoting bottom-up initiatives and guiding the interests of millions of citizens towards a new economy. Sustainable planning is particularly important in mountain territories, where it is notoriously impossible to import manufacturing business models from the outside (such models are decreasing in urban areas, too); besides, mountain territories suffer from a lack of resources to manage, essential public goods such as water, wood and landscape. Many mayors are starting to think that we need to re-negotiate the relationship between service activities which take place in the mountains on one side, and “industrial” and “logistic” activities in the cities on the other. The mayors who are involved in this project try to show how it is possible to reduce substantially the energy consumption of populated areas and mountain productive activities (hotels and transport facilities); moreover, without taking into account hydroelectric and eolic production, mayors also intend to show that in mountain areas it is possible to reach quite complete energy autonomy, thanks to renewable sources (primarily wood biomass). For this reason, the Association of Municipal Districts, Communities and Organisations of Mountain Territories has decided to focus on sustainable communities, identifying some guidelines for local governments and a series of indicators to measure the results that have been achieved. Therefore, the association has decided to collaborate, together with a group of experts,

to develop the Green Mountain Protocol, and intends to analyse, in the period 2011-2012, real situations of some mountain communities of North and South Italy in which the protocol has been put into practice. The term “Green Community” acquires a particular meaning in the context that has been described above. Green community becomes a sort of “social artifact”, a measurable good, which enables private operators to increase added value and also Public Administration to better organise the environmental and social context with more resources. The Association of Municipal Districts, Communities and Organisations of Mountain Territories has coined the expression “Safe and Sustainable Integrated Community” in order to represent a certain kind of area where environmental problems are solved in an excellent way (right in onès own garden!), increasing the value of public and private properties and reducing management costs. We don’t need to mention what happened in Naples to clarify why the value of an area increases if the environmental problems are adequately solved. Within a Safe and Sustainable Integrated Community, energy costs are not high, thanks to the development of green technology, which uses local renewable sources and optimises electric and thermal consumption with the aid of intelligent networks: in such context, development can be immediately reached. How to identify and promote a Safe and Sustainable Integrated Community The experience that the above-mentioned Association of Mountain Territories has already had in some areas of the North of Italy (Belluno and Primiero) as well as in the South (Casacastra), provides important guidelines to all the mountain local agents, mayors and presidents who want to take part in the building process of an Italian network of sustainable communities. On the basis of such experience, we can identify some necessary conditions for future sustainable communities to succeed. Firstly, an “efficient coalition” of private operators is essential: they should share the same production specialisation or the same market outlook, which has to be recognised by the global market. It can be an “agricultural” coalition, which is connected to an emerging market system in the food sector (Slow Food, direct relationship between producers and consumers, and so on); or it could also be a “tourism” coalition, referring to a particular international chain. Furthermore, it could be even a “production” coalition, which is connected to the energy industry or to another specific branch of manufacture and handicraft. Secondly, such an efficient coalition has to set not only an individual as well as collective investment strategy on technology and knowledge, but also an agreement with local institutions, in order to plan a context which

can combine with the main local production. A certain area becomes a Safe and Sustainable Integrated Community only if the coalition of centralised public resources does not prevail on the private sector: if this happens, the market system and private investment strategies get distorted. Such coalition, instead, has to work in synergy with citizens. Green Communities are led by private operators; however, some guidelines and investment evaluation systems enable all the institutions (and therefore the public sector, too) to measure objectively the economic advantages of investments, in terms of increasing per capita income and local property value. The final aim is to reduce energy consumption (reduce the negative external effects) and gain competitiveness thanks to facilities (positive external effects). The Green Mountain protocol enables to measure the conditions which have been described above and provides local agents with useful tools and guidelines in order to reach the final target more easily. The following examples, which better exemplify how the protocol works, include the case of Capri: this shows how a Safe and Sustainable Integrated Community can be created even in non-mountain areas. Three cases exemplifying the protocol realisation: Oil Free Zone in the Primiero valley (in the Trentino-Alto Adige Region), the direct relationship between producers and consumers in Casacastra (near Salerno), sustainable tourism on the island of Capri. Primiero and Capri are very popular tourist sites in the international context and they share similar environmental and energy problems, with some important differences: while Capri is a tourist destination for culture and sight-seeing in spring and summer, Primiero (and San Martino di Castrozza in particular) is instead a holiday destination for sport tourism and outdoor activities, also in winter. Unlike Primiero and Capri, Casacastra is an agri-tourism district that provides services and products thanks to a direct chain from producers to consumers: the area is a holiday destination for a new type of tourism. In all these territories we can find specific and well-organised production coalitions, with a strong common identity, and public investments that are consistent with the main local production. In these areas, some environmental problems have not yet been solved, but we can observe an improvement in !"!#$%&!'()*!")% and in renewable sources usage. For instance, as far as Primiero in concerned, the project of Safe and Sustainable Integrated Communities is included in local utilities (ACSM is the acronym of the local authority). ACSM aims to destabilise the energy junctions, realising a district heating plan in the valley, so that forest biomass material can be

recycled: in this way, the area becomes more independent from non-renewable sources. ACSM has also promoted a sustainable mobility plan, in order to reduce traffic impact during peak season. The idea of providing qualified tourist services, in a characteristic Oil Free Zone of the Alps, is widely accepted and the only thing to do is create adequate technology. As for Capri, the project of sustainable communities is a consequence of the energy supply problem (which has not yet been solved), not to mention the high environmental costs due to daily traffic peaks. At present, on the island an oil power station, situated in Marina Grande, supplies all citizens at a very high cost. Moreover, the island has also waste disposal problems, with incredibly high costs. Hotel managers, restaurateurs and cultural operators in general are overcome by mass tourism, which compensates just an insignificant part of the costs it produces. The island needs to invest money on waste management and on building renovation, but the market system does not get sufficiently good returns. The asymmetry in the sustainable management of the area is due to the fact that, unlike in Primiero, there is no “collective” institution which can lead the entire territory towards innovation. On the island of Capri, energy and transport facilities are private properties: this means that there is not a leading entity which can become the organiser of the new Safe and Sustainable Integrated Community (for example, in Primiero the local authority ACSM plays this role). However, the majority of local tourist operators share the idea of turning the island into another Oil Free Zone, and they already know what is the technology system they need. Casacastra is another interesting area from the point of view of a sustainable society:

here, local communities and the local authority “Parco del Cilento” promote the transformation of the territory into an Italian district of direct relationship between producers and consumers in the food industry, or, better, into a sort of slow food centre, with strong relations not only with the tourist flows of the coastal area, but also with innovative taste tours. Casacastra is situated in the Cilento National Park, where a wide range of resources encourages the development of sustainable communities. GAL Casacastra is the local body that promotes the project (its name stands for the Italian acronym of Local Action Group) and it is expected to lead to conspicuous investments in the period 2011-2014. The Green Mountain protocol and the development of a national network The above mentioned examples show that both North and South Italy need specialised services for the new Safe and Sustainable Integrated Communities. This national demand can be better met if we create a national network that can combine two requirements: - On one side, widespread planning tools and services that enable even small municipalities to find co-operators, models and investments with guaranteed returns, since public money is in short supply; - On the other side, transparent lobbying that forces national government (and EU) to adopt a meritocratic system in public resources allocation, taking into account the results which have been reached in the different areas. In this perspective, the Association of Municipal Districts, Communities and Organisations of Mountain Territories has started its activities; in addition, a group of experts has gathered with the aim of constituting Green Mountain Council Italia, in order to meet the above mentioned common requirements.


www.greenordest.eu

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I quaderni di Energheia

I quaderni di Energheia

GM Italia is taking shape thanks to its cooperation with Green Building Council Italia, which manages the LEED international certification system and promotes the “Eco Quartieri” protocol (the Italian for Eco neighborhood protocol, which is for urban areas). Green Mountain Council Italia intends to offer technical assistance to mountain municipalities and communities, together with the above mentioned Association of municipal districts, the National Association of Italian municipalities and other similar bodies, with the aim of improving the economic and environmental sustainability of investments in non-urban areas. Obviously, time and gradual processes are necessary elements for the development of a national network of experts and administrators who are interested in adopting the Green Mountain methods. But the first step has already been taken. During 2011, after the project report (which is included in the volume La filiera legno in Italia, published by Laterza and edited by Unicredit bank, Federlegno federation and the Association of municipal district), some areas of those regions participating in the project “Obiettivo Convergenza” are testing the protocol. After the analysis of the results that will be reached, in 2012 the next step will be a widespread development of general guidelines for Italy’s sustainable communities (following consolidated techniques of LEED certification). It may be useful to remind the reader that the aim of 2011 testing is to develop repeatable and cheap intervention tools on historic centres of small municipalities (or minor islands). Particular attention will be given to those territories which are situated within hedged-in areas and national parks: these are “natural” sites to set in emerging market systems such as tourism and agribusiness. Small municipalities, which are situated in mountain or non-urban areas (including islands), are examples for the other ones to imitate: in agreement with Green Building Council Italia, the protocol testing can be extended to urban areas, with the co-operation of the National Association of Italian municipalities and other associations of local bodies. Development governance and technology social building The process that leads to a new Safe and Sustainable Integrated Community includes not only investments organisation and consensus procedures, but also “organised” interaction with the available technology and the possible combinations of factors. Each sustainable community is characterised by a specific mix of technologies and it can reach the highest Green Mountain rating only by finding complex solutions, which can meet the structure characteristics of its territory and the specific evolving economic model. An efficient combination of “green, smart & small” technologies is the essential aim for each sustainable community. A good local technology system can only be assured by an efficient combination of technical,

economic and social competence; the local technology system should be characterised by a mix of “machinery”, networks, public and private investments, which all together guarantee optimum efficiency and the highest Green Mountain rating.

Case history COMUNE DI PORTO VIRO (RO)

In conclusion, the building process of a sustainable community implies a strong interaction between the demand management competence and territory planning competence on the one hand, and technical competence in energy efficiency and in energy production from renewable sources on the other. Such interaction aims at reaching the best energy and environment model for each sustainable community. One of the most difficult steps of the Green Mountain project is to create tools and interaction models among local agents, project managers, system integrators, OEM (Original Equipment Manufacturers) and fitters. However, we must overcome this limit in order to go beyond traditional generation systems, territorial marketing strategies and negotiated programming. The social construction of a local technology system is a technique of sustainable development which has never been tested in Italy before. This system represents possible future policies of bottom-up sustainability.

Dal piano energetico comunale ai progetti sostenibili nel parco del Delta del Po

Further problems to solve Besides the problems connected with the building process of a sustainable community and with the innovation of programming tools, the Green Mountain project has to deal with further problems related to the development of a national network or community of experts, mayors and citizens who intend to participate in future green economy. The project involves 4,201 local governments, 180 mountain communities, more than 11 million citizens: this is a gigantic challenge for recentlyturned-federalist country like Italy. This purpose is not so easy to reach and cannot be managed solely by Green Mountain Council Italia, Green Building Council Italia, the Association of Municipal Districts, Communities and Organisations of Mountain Territories and the National Association of Italian Municipalities. The development of a “social network” of wide dimensions (in order to spread more rapidly the results of the project) will be necessary and will need modern information technology and social innovation.

Relatore: Andrea Portieri, Comune di Porto Viro (RO)

Il Comune di Porto Viro, in provincia di Rovigo, è un esempio di best practice nel panorama dell’unione dei comuni in Italia. Nato nel 1995 con decreto del Presidente della Repubblica, unisce i due Comuni di Contarina e Donada, facendone il terzo centro del rodigino. L’area conta circa 15 mila abitanti su 3%"#13.&+$9)&#9,/3%"!&#')#LXX0XO#Y/60 A maggio del 2010 il Comune di Porto Viro ha approvato il Piano Comunale di Efficienza Energetica (PCEE). L’Amministrazione ha avviato un’iniziativa in linea con il quadro di riferimento normativo, ponendosi di ridurre il costo dell’energia di almeno il 50%, attraverso una serie di interventi .)"%)$9"4)2#'&$%)4)#%&!#5ZMM2#143')"4)2#*"!,+)--"4)2# progettati, realizzati e condotti da società ESCo. Piano Comunale di Efficienza Energetica >!#5)"%,#Z,/3%"!&#')#M8$9)&%-"#M%&+7&4)9"2# approvato in Consiglio Comunale, è in fase di attuazione ed è caratterizzato da risparmio energetico, innovazione tecnologica, rispetto per l’ambiente, green economy e best practice. Le iniziative dell’amministrazione nell’ambito della sostenibilità mettono al centro l’energia verde, "44+"*&+1,#3%#1)14&/"#')#9&+4)$9"-),%&#')#7"+"%-)"# dell’energia derivante da fonti rinnovabili. È in atto la costruzione di un impianto fotovoltaico di 20kw remoto, in provincia di Pescara, per favorire lo scambio sul posto in funzione degli impianti sui tetti delle scuole con un progetto provinciale chiamato CONSVIPO di prossima attivazione. La proposta Anci Sa - Csua per realizzare il Piano Z,/3%"!&#')#M8$9)&%-"#M%&+7&4)9"#.+&*&'&[ - la riduzione del costo energetico complessivo diretto del Comune (198.331 E/anno); - la riduzione dell’impatto ambientale relativo a tutte le attività e infrastrutture del Comune che consumano energia. L’obiettivo della proposta è di ridurre il consumo di energia ed emissioni di almeno il 50%. Il Parco Regionale del Delta del Po comprende nove comuni: Porto Viro, Adria, Papozze, Corbola, Ariano nel Polesine, Porto Tolle, Taglio di Po, Rosolina e Loreo. L’obiettivo di questo progetto è di tutelare, recuperare, valorizzare e conservare i caratteri naturalistici, storici e culturali del territorio del

Delta del Po. Inoltre, ha la funzione di assicurare un’adeguata promozione e la tutela delle attività economiche tipiche dell’area, per concorrere al miglioramento della qualità della vita delle comunità locali. All’interno di questo contesto, i progetti più importanti da fonti tradizionali sono il rigassificatore off shore di Porto Levante e la centrale termoelettrica di Porto Tolle. Il terminale Adriatic LNG è la prima struttura offshore al mondo in cemento armato per la +)9&-),%&2#!,#14,99"77),#&#!"#+)7"11)$9"-),%&#')#7"1# naturale liquefatto (GNL). La struttura è situata al largo di Porto Levante nel Comune di Porto Viro, a circa 15 chilometri dalla costa. Questo impianto, unico al mondo, è costruito con tecnologie d’avanguardia e ha una 9"."9)4;#')#+)7"11)$9"-),%&#."+)#"#\#/)!)"+')#')#/&4+)# cubi di gas naturale l’anno, corrispondenti a circa il 10% del consumo nazionale di gas. La centrale Termoelettrica, invece, a seguito delle nuove normative dovrebbe operare con tre sezioni alimentate a carbone e, parzialmente, a biomasse (contro le attuali quattro alimentate a olio combustibile denso, da 660 MW elettrici ciascuna), per una potenza elettrica lorda nominale complessiva di 1.980 MW. L’approvvigionamento del combustibile e lo smistamento dei materiali avverranno principalmente per mare e per vie R3*)"!)2#34)!)--"%',#3%#1)14&/"#')#14,99"77),# e movimentazione implementato su una nave “storage” appositamente attrezzata e ancorata al largo del delta del Po. In armonia con la strategia ambientale il Parco affronta i temi dell’impatto dei cambiamenti climatici, del contrasto alla perdita della biodiversità e del sostegno alle energie rinnovabili. Z,%#)#.+,7&44)#"..+,*"4)#&#$%"%-)"4)#'"!!(D%),%&# Europea, l’area del Parco del Delta del Po persegue: - Climapark, in cui sarà adottata una metodologia per studiare gli impatti e una specie faunistica sarà usata come indicatore; - Slow Tourism, in cui saranno individuati percorsi “lenti” di visitazione, con un minimo impatto ambientale, per un turismo di qualità;

- Bike Sharing, nel territorio saranno istituite delle postazioni con pannelli fotovoltaici per alimentare bici a pedalata assistita. >%$%&2#)!#Z,/3%&#')#5,+4,#?)+,#:"#"'&+)4,# all’iniziativa del progetto per l’acquisizione del /"+9:),#')#63"!)4;#"/B)&%4"!&#'&$%)4,#EmasPolesine. Gli obiettivi del progetto sono: rendere ,.&+"4)*)#&#9,%9+&4)#7!)#14+3/&%4)#')#63"!)$9"-),%&# delle attività del Polesine e del Delta del Po, con l’ottica di incrementare la competitività delle imprese del territorio attraverso l’innovazione ambientale (green economy); incrementare il 9,)%*,!7)/&%4,#'&!!&#)/.+&1&#'&!!"#$!)&+"#'&!# 43+)1/,#"44+"*&+1,#3%"#63"!)$9"-),%&#"/B)&%4"!&# delle aziende e del servizio offerto, estendendo il sistema di qualità ambientale anche ai comparti del commercio, servizi, piccolo artigianato e agricoltura presenti ne1l’area; proseguire nel .&+9,+1,#')#9&+4)$9"-),%&#"/B)&%4"!&#'&!!&# pubbliche amministrazioni del territorio. Quadri di riferimento socioeconomicoambientale UE Le stime fatte indicano dei costi di investimento socio-economici, per limitare la CO2 e il particolato, di 45 euro pro capite l’anno, contro un costo di 300-1.500 euro pro capite l’anno da sopportare in caso d’inazione. (Fonti: AEA - La relazione L’ambiente in Europa - Stato e prospettive, 2005) La Direttiva 2006/32/CE art. 5 sostiene: «Gli Stati membri assicurano che il settore


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I quaderni di Energheia

I quaderni di Energheia

,15"&."!#$%&.'()*!")%&234"& Approved by the town council, the Town Energy Efficiency Plan, is now being implemented and it is characterised by energy saving, technological innovation, respect for the environment, green economy and best practice. The town council initiatives on sustainability focus on green energy, through a certification system that guarantees energy is obtained by renewable sources. At the moment, in the Pescara province of the Abruzzo region, a 20kw photovoltaic system is being installed to favour the exchange-on-place service of the systems installed on the roofs of the schools. This will be possible thanks to CONSVIPO, a provincial project which will start soon. pubblico svolga un ruolo esemplare nel contesto '&!!"#.+&1&%4&#')+&44)*"0#E#4"!#$%&2#&11)#9,/3%)9"%,# &8$9)&%4&/&%4&#")#9)44"')%)#&],#"!!&#)/.+&1&2# secondo il caso, il ruolo esemplare e le azioni del settore pubblico. Gli Stati membri assicurano che il settore pubblico prenda una o più misure di miglioramento '&!!(&8$9)&%-"#&%&+7&4)9"#.+)*)!&7)"%',#63&!!&# &8$9"9)#1,44,#)!#.+,$!,#9,14)JB&%&$9)#9:&#7&%&+"%,# il maggior risparmio energetico nel minor lasso di tempo. Tali misure sono adottate a livello nazionale, regionale e/o locale opportuno e possono essere iniziative legislative e/o accordi *,!,%4"+)^_#"!#$%&#')#/)13+"+&#!"#+)'3-),%&#'&)# consumi dal 1° gennaio 2008 per raggiungere nel 2015 un obiettivo nazionale indicativo globale di risparmio energetico del 9%, facendo leva sui servizi ed altre misure di miglioramento dell’efficienza energetica. L’Italia, quindi, ha l’obiettivo di risparmiare 13.000.000 tep.

Case history PORTO VIRO MUNICIPALITY (ROVIGO - VENETO REGION)

From the town energy plan to sustainable projects in the river Po Delta Park Reported by Andrea Portieri, Porto Viro Municipality (Rovigo- Veneto region) The Municipality of Porto Viro in the Rovigo province of Veneto is an example of best practice among Italy’s convergence of municipalities. It was created in 1995 with a decree of the President of the Republic and, having merged the two municipalities of Contarina and Donada, it is the third biggest centre in the Rovigo province. The area is 133.34 kmq wide and counts about 15 thousand inhabitants. In May 2010, the Municipality of Porto Viro approved the ,15"&."!#$%&.'()*!")%&234"& (TEEP). The town council started an initiative in conformity with the reference regulatory framework. The initiative aims at lowering energy cost by at least 50%, following a series of planned interventions defined in the TEEP: ESCO corporation will study, plan, realise and execute them.

To realise the Town Energy Efficiency Plan, two Italian associations that favour renewable resources -ANCI SA and CSUA- propose to: - Reduce the direct total energy cost of the Municipality (198,331 E per year) - Reduce the environmental impact caused by all town activities and infrastructures consuming energy. The purpose of the initiative is to lower the cost of energy and emissions by a minimum of 50% The river Po Delta Regional Park includes nine municipalities: Porto Viro, Adria, Papozze, Corbola, Ariano nel Polesine, Porto Tolle, Taglio di Po, Rosolina and Loreo. This project aims at safeguarding, preserving and giving value to all the naturalistic, historical and cultural aspects of the River Po Delta area. Besides, it ensures that the economic activities of the area are properly promoted and preserved in order to improve the quality of life in the local communities. Within this context, the most important projects carried out using traditional sources are the 1''+-1#!&#!$4+*(!#&21#01&6!74"0!&thermal power station in Porto Tolle. Terminal Adriatic LNG first offshore structure world built in reinforced concrete and used to receive, stock and regasify liquefied natural gas (LNG). The building is situated offshore Porto Levante in the municipality of Porto Viro, about 15 kilometres from the coast. This plant has been built using ultra-modern technologies and can regasify up to 8 billions cubic meters of natural gas per year, which is close to 10% of the national gas consumption. Instead, the thermal power station, following the new regulations, would be working with three sections powered by coal and, partly, by biomasses - now it is working with four sections of 660MW each, powered by heavy fuel oil- with an overall 1,980 MW gross nominal electric power. Fuel purchasing and material sorting will mainly take place by sea or by river, using a stocking and transporting system implemented on a storage ship. The ship would be properly equipped and anchored offshore the river Po Delta.

In line with the environmental strategy, the Park faces climate changes impact, contrast to biodiversity loss and renewable energy support. Thanks to the projects approved and funded by the European Union, the area of the river Po Delta Park is pursuing: - Climapark: a specific method will be used to study the impact on the area, and a faunal species will be used as indicator; - Slow Tourism: “slow” touring walks will be created, in order to minimise environmental impact and provide high quality tourism; - Bike Sharing: several areas will be equipped with photovoltaic panels to power electric bicycles. Finally, the Municipality of Porto Viro has supported the initiative of the project to obtain the environmental quality label called EmasPolesine. The project has three main aims: the first one is making real and ready for use the qualification means of the activities of the Polesine area and the river Po Delta, in order to increase local business competitiveness through environmental innovation (green economy). The second goal is increasing the involvement of tourism-businesses through an environmental qualification of the firms and the services they provide; it can be possible by extending the environmental quality system to local trade, service, handicraft and agriculture sectors. The third one is continuing the environmental certification of the local public administrations. EU socio-economic and environmental reference frames Estimates have revealed that E 45 per capita per year have been spent to contain CO2 and particulate emissions; a small amount of money if compared to E 300-1,500 per capita per year which would be spent in case of inaction. (From: EEA - The European Environment - State and Outlook, 2005) The Directive 2006/32/CE Art. 5 maintains that: «Member States shall ensure that the public sector fulfils an exemplary role in the context of this Directive. To this end, they shall communicate effectively the exemplary role and actions of the public sector to citizens and/or companies, as appropriate. Member States shall ensure that energy efficiency improvement measures are taken by the public sector, focusing on cost-effective measures which generate the largest energy savings in the shortest span of time. Such measures shall be taken at the appropriate national, regional and/or local level, and may consist of legislative initiatives and/or voluntary agreements… » to measure consumption reduction starting from 1 January 2008 to reach by 2015 a global indicative national objective 9% energy saving, insisting on public service and other !"!#$!0*)&!'()*!")%&*89#17!8!"0. Therefore, Italy’s objective is to save 13,000,000 toe.

AUTONOMIA ENERGETICA E VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE AMBIENTALI Nel comprensorio del Primiero di Bruno Vigilio Turra, Comunità di Valle del Primiero

Un territorio sicuro e sostenibile non può essere un mero terminale di consumo passivo né può essere un esclusivo produttore di beni e servizi destinati genericamente al mercato. Esso deve essere un territorio che impara a diventare protagonista del proprio destino aumentando da un lato la propria autonomia energetica e, dall’altro, sviluppando beni pubblici e collettivi che sono indispensabili a sostenere la produzione di quel capitale sociale che è universalmente riconosciuto come l’humus sul quale possono prosperare sia le imprese (responsabili) sia le associazioni, le persone e le famiglie. La Valle del Primiero Il territorio di Primiero si estende per circa 413 kmq ed ospita una popolazione di poco meno di 10 mila abitanti distribuita in otto comuni situati %&!!"#."+4&#,+)&%4"!&#'&!#`+&%4)%,#9,%$%"%4&# con la provincia veneta di Belluno. L’unità amministrativa è garantita dalla Comunità di Valle di recente costituzione. Parte del territorio ricade nel Parco Paneveggio e San Martino (Parco Pan). L’economia locale si è radicalmente trasformata nell’ultimo secolo passando da agricola (di sussistenza) a turistica. I comparti trainanti sono stati negli ultimi decenni il turismo, l’edilizia e le attività di tipo artigianale direttamente collegate, mentre l’artigianato tradizionale, la produzione di legname (storicamente collegato alle forniture per Venezia) e l’agricoltura di tipo familiare sono andate lentamente scemando. Fig. 1 Dal lontano 1902 le comunità residenti possono vantare la piena autonomia rispetto al fabbisogno locale di energia elettrica: questa è garantita dalla municipalizzata ACSM che negli ultimi dieci anni si è grandemente sviluppata trasformandosi in S.p.A a capitale interamente pubblico, passando da un fatturato di 4 milioni di euro agli attuali 60 milioni. Il gruppo ACSM S.p.A. vede tra i soci gli 8 Comuni di Primiero, 4 Comuni trentini e un Comune veneto, tutti 9,%$%"%4)#9,%#)!#9,/.+&%1,+),#.+)/)&+,44,0# Attualmente ACSM spa destina una parte degli utili generati a dividendo per gli azionisti (un milione e mezzo di euro distribuiti nel 2009).

Una strategia emergente per il territorio ?3,)#.&+#!"#."+4)9,!"+&#9,%8,+/"-),%&#7&,7+"$9"# “chiusa” (Primiero è una zona di destinazione piuttosto che una zona di transito), vuoi per le componenti socio-economiche, vuoi per la presenza di un attore pubblico forte (ACSM spa), Primiero è diventato negli ultimi anni un contesto di sperimentazione dove vengono testate ed implementate innovazioni istituzionali, come la prima Comunità di Valle del Trentino, e tecnologiche a forte componente sociale. In particolare, a partire dal 2006, sono stati lanciati tre programmi, contenitori di progetti, che hanno rapidamente guadagnato un riconoscimento che va ben oltre il contesto locale e provinciale. Il primo, denominato Oil Free Zone (OFZ), si pone l’obiettivo di liberare la zona dall’uso di risorse non rinnovabili, gli idrocarburi, transitando integralmente verso la produzione da fonti rinnovabili locali: idroelettrico, biomasse !&7%,1&#&#+&R3)#-,,4&9%)9)#,#1,!"+&#8,4,*,!4")9,0# Ad oggi, considerata la produzione “pulita” di energia elettrica che viene in gran parte venduta “all’esterno” sta per essere realizzato il secondo impianto di teleriscaldamento mentre è in fase di avvio il progetto per la produzione di biogas utilizzabile anche per autotrazione. Attraverso gli impianti esistenti, nel solo 2009 è stato possibile risparmiare all’ambiente l’emissione in atmosfera di oltre 300.000 tonnellate di anidride carbonica e il consumo di oltre 100.000 tonnellate 1

Comuni Canal S. Bovo

Residenti

Maschi Femmine

equivalenti di petrolio (fonte: bilancio sociale ACSM spa, 2009). Fig. 2 Il secondo, denominato Green Valley, è centrato sull’edilizia sostenibile ed in particolare sulla mappatura delle potenzialità e delle criticità degli edifici pubblici e privati dal punto di vista energetico (Energybook). Si tratta di un’azione preliminare alla costruzione di un cluster di imprese capaci di costruire &')$9)#"'#"!4"#&8$9)&%-"#&%&+7&4)9"2#"34,%,/)# energeticamente, dunque potenziali produttori di energia da cedere alla rete. Attualmente è presente sul territorio una ESCO (Energy Saving Company) deputata a sostenere l’implementazione e gestione di tutte le iniziative connesse all’edilizia sostenibile. Il terzo, denominato My Valley, persegue l’obiettivo strategico della infrastrutturazione digitale del territorio attraverso una dorsale e 3%"#+&4&#"#$B+&#,44)9:&#&#'&)#.3%4)#a>b>#7+"43)4)2# alcuni dei quali attualmente già funzionanti. Più in generale, la rete sta diventando e diventerà nel prossimo futuro la piattaforma tecnologica per avviare una pluralità di servizi per le amministrazioni, le imprese e i cittadini e una straordinaria possibilità per la generazione di nuove imprenditorialità ad alto contenuto di conoscenza. Oggi sono già attivi protocolli per la gestione "34,/"4)9"#')#'"4)#&#R311)#')#!"*,+,#Nwork flow Densità

Numero Numero Indice famiglie abitazioni vecchiaia

Reddito medio dichiarato

1.699

787

882

13,30

757

1.637

200,90

E 16.429

Fiera

541

262

279 3.606,70

242

479

192,20

E 19.924

Imer

1.134

568

566

41,10

454

778

103,40

E 18.426

Mezzano

1.667

819

848

34,10

646

1.363

140,90

E 17.572

207

96

111

18,50

91

207

242,30

E 17.166

Siror

1.224

598

626

16,30

514

1.983

118,20

E 17.406

Tonadico

1.413

688

725

15,80

554

1.618

113,70

E 18.366

Transacqua

1.940

954

986

54,50

745

1.751

122,60

E 18.166

9.825

4.772

5.023

4.003

9.816

Sagron-Mis


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I quaderni di Energheia

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management) che consentono un facile accesso ai servizi da parte dei cittadini tramite SIM-card e liberano operatori da noiose operazioni a bassissimo valore aggiunto, come ad esempio la gestione integrata dei buoni pasto per le scuole e per gli anziani. Si tratta delle prime “tecnologie abilitanti” applicate in loco, capaci di alimentare 3%#9)+9,!,#*)+43,1,#7&%&+"%4&#&8$9"9)"2# &8$9)&%-"2#+)1."+/),#'&)#9,14)2#)%#."+4)9,!"+&#%&)# servizi pubblici, limitazione del danno ambientale e nuove competenze di cittadinanza. I tre sistemi di progetti sono caratterizzati contemporaneamente da una forte connotazione tecnologica, da grande complessità istituzionale e dalla fortissima componente sociale collegata ai processi di cambiamento infrastrutturale. Fig. 3 >!#$%&#3!4)/,#')#63&14)#.+,7+"//)#&#'&)#*"+)# progetti che insistono sul territorio è senz’altro quello di rendere le comunità residenti protagoniste del loro destino, partendo da una forte valorizzazione delle risorse presenti: acqua innanzitutto, ma anche biomassa e fonte solare. L’evoluzione futura dovrà necessariamente generare competenze nuove e saperi locali nuovi. In particolare, dovrà attivare coalizioni produttive, attualmente ancora allo stato nascente, capaci di sviluppare imprenditorialmente le straordinarie opportunità che scaturiscono dall’approccio sostenibile. In tal senso, è centrale il cambiamento che le nuove tecnologie associate all’economia S*&+'&T#&#"!!&#/&%-),%"4&#$!)&+&#.+,7&443"!)# possono portare nel campo di un turismo ancora ').&%'&%4&#'"!!"#7&14),%&#'&)#R311)#')#/"11"2# invernali ed estivi, e sempre più dipendente dalle strategie dei tour operator: offerta differenziata &#63"!)$9"4"2#'&14"7),%"!)--"-),%&#&'#"44+"-),%&# di nuovi e più interessanti target2#+)63"!)$9"-),%&# dell’immagine e del brand, minimizzazione '&!#'"%%,#"/B)&%4"!&#'&+)*"%4&#'"#R311)# )%')19+)/)%"4)#')#4+"8$9,#&#'"!!"#&1.!,1),%&# S'&/,7+"$9"T#.+,.+)"#'&)#.&+),')#')#.3%4"0# Al di la ed oltre le motivazioni di tipo economico si colloca il tema della qualità della vita e della tutela e promozione delle persone e delle famiglie. Il nuovo modello di sviluppo, infatti, fa

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propria un’intuizione già espressa nei documenti dell’OMS: agire sui determinanti sociali della salute, come lotta all’inquinamento, diminuzione dell’uso dell’auto, qualità dei servizi, etc., e costruire sistemi urbani centrati sulla nozione di fragilità del ciclo di vita. Di particolare importanza, in tale contesto, è !"#+"-),%"!)--"-),%&#'&!#4+"8$9,2#&1.+&11"#'"!# progetto di mobilità intelligente MOTUS, e il cambiamento di atteggiamenti e comportamenti relativi all’uso dissennato del mezzo privato. V(\GH#'&!#4+"8$9,#'&+)*"#'"#/,B)!)4;#)%4+"J*"!!&# '&)#+&1)'&%4)2#$%,+"#"88+,%4"4,#S"!!()4"!)"%"T2#9,%# successive e sistematiche costruzioni di nuove strade e parcheggi. Meccanismi di “governanza” Una tale complessità pone pressanti problemi di “governanza”, posto che il contesto è caratterizzato dalla compresenza di numerosi attori istituzionali con tanti progetti, non sempre gestiti sistematicamente, forti relazioni burocratiche con il centro, costituito dalla Provincia Autonoma di Trento. Norme e leggi 9,/.!&11&#&#')*&+1)$9"4&#9:&#+)73"+'"%,#1&44,+)# /,!4,#')88&+&%4)[#1)#.&%1)#"!!(&%&+7)"2#")#+)$34)#&# alla gestione integrata del ciclo dell’acqua, alla pluralità di interessi non sempre coincidenti e a volte contrapposti, alla centralità dei processi di formazione e di generazione di conoscenza, con il ruolo importante delle scuole e degli istituti locali, e alla presenza indispensabile di attori &14&+%)#N.&+#)!#13..,+4,#4&9%,!,7)9,#&#19)&%4)$9,[# Distretto Tecnologico Trentino/Habitech, Fondazione FBK, Università ed altri Centri di ricerca). Particolarmente impegnativa, in questo 63"'+,#9,/.!&11,2#U#!()%R3&%-"#'&!#ciclo politico associato alle elezioni e alle nomine delle dirigenze pubbliche degli Enti locali (ACSM, Parco PAN, APT/Azienda Promozione Turistica, CRT/Cassa Rurale, Associazioni etc.): un esercizio indispensabile di democrazia rappresentativa che però, a volte, non si 9,/B)%"#9,%#7!)#)/.&+"4)*)#')#&8$9"9)"#&'# &8$9)&%-"#.+,.+)#')#3%"#B3,%"#"//)%)14+"-),%&#&# gestione di organizzazioni, progetti e programmi. In tale situazione, che richiama l’assoluta

necessità di integrazione strategica, il ruolo attivo di cittadini ben informati diventa sempre più importante, così come diventa essenziale la capacità di costruire competenze sociali, e non meramente tecniche, spendibili in situ e capaci di promuovere il cambiamento. V"#1$'"2#)%8"44)2#U#14"4"#&#1"+;#1&/.+&#.)C# in futuro quella di sostenere un processo di cambiamento alimentato da una strategia emergente, aperta alla scoperta e alla innovazione, partecipata, in grado di valorizzare anche l’apprendimento attraverso prove ed errori. Una scelta che appare preferibile rispetto all’implementazione di una strategia determinata ed imposta “dall’alto”. Per far questo le condizioni indispensabili sono, da un lato, la presenza di una missione condivisa connessa ad una visione capace di generare identità pur mantenendo le differenze e, dall’altro, la maturazione di genuine competenze progettuali che siano in grado di superare attraverso la logica di progetto le rigide separazioni tra programmi e politiche pubbliche, tra coalizione distributiva e coalizioni produttive. Per tali ragioni, la comunità di Primiero attraverso le sue Istituzioni ed Amministrazioni sta valutando di dotarsi di uno strumento &9,%,/)9,J$%"%-)"+),[#una fondazione aperta inizialmente alla partecipazione dei Comuni e del Credito Cooperativo locale. Dovrà funzionare come “moltiplicatore” destinato a .+,/3,*&+&#&#9,J$%"%-)"+&#.+,7&44)#9,&+&%4)#9,%# la strategia emergente dal territorio. Nelle intenzioni la fondazione dovrà diventare il centro propulsore, progettuale ed economico$%"%-)"+),#'&!#9"/B)"/&%4,2#%&!#63"!&# dovrebbero essere conferiti parte dei dividendi 7&%&+"4)#'"#EZ@c#@.E#$%,+"#"11&7%"4)# direttamente ai comuni proprietari e da questi immessi in modo indiscriminato nella contabilità delle spese correnti, garantendo alle comunità locali la possibilità di impegnarsi direttamente in ogni forma di progetto che presupponga partnership locali ed extralocali "77"%9)"B)!)#"!!&#')*&+1&#$!)&+&#')#$%"%-)"/&%4,# previste a livello provinciale, nazionale ed europeo. In un territorio che in passato è stato a

volte considerato come poco progettuale e in un periodo temporale caratterizzato da una certa crisi del mercato del credito, che rende estremamente appetibile per i Comuni proprietari la remunerazione dei capitali investiti, si tratta di una soluzione che può rafforzare il sistema creditizio indispensabile a sostenere l’ideazione e la gestione di progettualità locali e, attraverso queste, superare di slancio la contrapposizione perenne tra regolamentazione pubblica ed iniziativa privata. Uno sguardo verso il futuro L’auspicabile realizzazione di questo passaggio 9,%$73+"#)'&"!/&%4&#3%#9"/B)"/&%4,#%&)# meccanismi di “governanza” e di gestione dei progetti di sviluppo locale, capace di valorizzare il ruolo di tutti gli attori istituzionali ed economici rafforzandone funzioni ed identità. Per altro verso pone un importante tassello che va ad alimentare la produzione di capitale sociale locale, condizione indispensabile per 4,%)$9"+&#!"#$'39)"#'&)#9)44"')%)2#1,14&%&+&#!,# spirito imprenditoriale e mantenere alti i ritmi di apprendimento sociale. Si tratta di un tentativo piccolo, quanto ambizioso, di trovare nuove soluzioni al rapporto ormai problematico tra natura, cultura, economia e società. Quel rapporto che in altri tempi e altre forme ha consentito per secoli un ragionevole autogoverno alle comunità del Primiero.

ENERGETIC AUTONOMY AND VALORISATION OF THE ENVIRONMENTAL RESOURCES IN THE DISTRICT OF PRIMIERO by Bruno Vigilio Turra, Valle Del Primiero Community

A safe and sustainable territory can be neither a mere image of passive consumption nor an exclusive producer of goods and services aimed generically to the market. It has to be a territory that learns how to become the main leader of its destiny increasing from one side its own energetic autonomy

and, from the other side, developing public and collective goods that are essential to sustain the production of social capital which is universally known as the humus on which firms, associations, people and families can flourish. La Valle Del Primiero Primiero’s territory reaches out for almost 413 km2 and it hosts a population of less than 10 thousand inhabitants distributed among eight villages placed in the oriental part of Trentino neighbouring the Veneto province of Belluno. The administrative sector is granted by the” Comunita’ di Valle”, of recent establishment. Part of the territory hangs on Parco Paneveggio and San Martino (Parco Pan). The Local Economy radically transformed in the last century shifting from an (subsistence) economy to a tourist one. The driving sections have been in the last decades tourism, building and the handmade activities directly linked; whereas the traditional craft, the production of timber (historically linked to the furniture for Venice) and the household agriculture have been slowly decreasing. Since 1902 the occupant communities can boast about the full autonomy with the respect to the local needs of electric energy: this is granted from municipalized ACSM that in the last ten years highly developed changing into an S.p.A. with completely social capital, shifting from a turnover of 4 million euros to the actual 60 million. The ACSM S.p.A. Group sees among the associates the 8 villages of Primiero, 4 villages in Trento Area and one Venetian Village, all bordering with primierotto district. Nowadays ACSM S.p.A. gives a part of the revenues generated from the dividends to the stakeholders (one million and half euros distributed in 2009). An emergent strategy for the territory Be it for the particular geographical conformation, i.e. “closed” (Primiero is a destination area rather than a transit area), be it for the socio-economical components, be it for the presence of a strong social player (ACSM spa), Primiero became in the last years a contest of experimentation where

the institutional innovations are tested and implemented, such as the fist Comunita’ di Valle Trentino, and also technological innovations with a strong accent in the social matter. In particular, since 2006, three programs have been launched, holders of projects, that have rapidly gained a recognition that goes even further the local and provincial contest. The first, named Oil Free Zone (OFZ), has as objective to set the area free from nonrenewable resources, i.e. hydrocarbons, shifting integrally towards a production based on local renewable sources: hydroelectric wood biomass, zootechnical wastewater, or photovoltaic. Nowadays, considering that the “clean” electric energy production that is partly sold “outside” is about to create the second district heating plant, in the meantime, it has already started the project for the production of biogas, which is also used for auto traction. Thanks to the already existent plants, in 2009 it has been possible for the environment to save in the emission in the atmosphere of more than 300.000 tons of carbon dioxide and the consumption of more than 100.000 tons of oil (source: social balance ACSM spa, 2009). The second, named Green Valley, is centred on the sustainable building trade and, in particular, on the mapping of potentialities and criticalities of public and private buildings from an energetic point of view (Energybook). It is about a preliminary action to the construction of a cluster of firms able to construct energetically efficient, energetically autonomous buildings that could hence be potential producers of energy to be given to the net. Currently in the territory there is one ESCO (Energy Saving Company) to whom the sustainment, the implementation and the management of all the initiatives connected to the sustainable building trade have been delegated. The third, named My Valley, follows the strategic objective of the digital infrastructure of the territory thanks to a ridge and a net of optical fibres and free WIFI spots, some of


which are already working. More in general, the net is becoming and will become in the next future the technological platform in order to start a plurality of services for the administrations, the citizens’ firms and an extraordinary possibility for the generation of new highly knowledgeable enterpreneurships. Today some protocols for the automatic management of data and labour fluxes (work flow management) are already in use and they let an easy access to services for citizens through SIM-card and set the operators free from boring operations with very low added value, as for example the integrated management of meal tickets for schools and elderly people. They are the first “ qualifiable technologies” applied locally, able to give birth to a virtuous cycle that generates effectiveness, efficiency by saving costs, in particular in the public services, limits environmental damage and new citizen’s competence. The tree systems of projects are characterised at the same time by a strong technological connotation, a great institutional complexity and by the very strong social component linked to the process of infrastructural change. The final purpose of these programs and of the various projects that insist on the territory is for sure to make residential communities protagonists of their own destiny, starting from a strong valorisation of the present sources: mainly water, but also biomass and solar source. The future evolution will necessarily have to generate new local knowledge. In particular, it will have to activate productive coalitions, currently still at the beginning of their lives, able to develop in a managerial way the extraordinary opportunities that take place thanks to the sustainable approach. In this sense, the change that the new technologies linked to the green economy and to the already mentioned planning weaving factories can bring in the field of a tourism still dependent from the management of mass fluxes, in summer and winter, is central and increasingly more dependent to the strategies of the tour operators: differentiated and qualified offer, attraction of new and more interesting targets, re-qualification of the image and of the brand, minimisation of the environmental damage deriving from indiscriminate fluxes of traffic and from the “demographical” explosion of the most crowded periods. Beyond the economic reasons there is the theme about the quality of life and the wardship and promotion of people and families. Our new model of development, in fact, says something already expressed in the OMS documents: to act on the social determinants of healthcare, such as the fight against pollution, decreasing the use of cars, the quality of services etc., and build up urban systems centred on the notion of the weakness of the circle of life. Of particular importance, in this contest, is the rationalisation of the traffic, expressed by the project of clever mobility MOTUS, and

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I quaderni di Energheia

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the change in the attitude with respect to the insane use of the private mean. 80 % of the traffic derives from the intra-valley mobility of the residents, a phenomenon which, as of today, has not yet been faced, with the subsequent and systematic construction of new roads and parking areas. Governance Mechanisms This complexity puts pressing problems of “governance”, given that the context is characterised by the coexistence of several institutional actors with a number of projects, not always managed systematically, strong bureaucratic relations with the centre, constituted by The Autonomous Province of Trento. Complex and diversified norms and laws that concern very different sectors: just think about energy, toxic waste and the integrated management of the water cycle, the plurality of interests not always coincident and sometimes opposing, the centrality of the processes of formation and of generation of consciousness, with the important role of schools and local institutes, and the necessary presence of external actors (for the technological and scientific support: Technological District Trentino/Habitech, Fondazione FBK, University and other centres of research). Particularly demanding, in this complex picture, is the influence of the political cycle associated to the elections and the nominees of the public leaderships of local bodies (ACSM, Parco PAN, APT/Azienda Promozione Turistica, CRT/Cassa Rurale, Associazioni etc): a necessary exercise of representative democracy that sometimes does not combines with the efficacy imperatives and efficiency common to a good administration and management of the organisations, projects and programs. In this situation, that reminds us of the absolute necessity of strategic integration, the active role of the well-informed citizens becomes more and more important, as well as the capacity of building up social competence, and not merely technical, available locally and able to promote the change. The challenge in fact is, and will be, sustaining a process of change supplied by an emergent strategy, open to discovery and innovation, collective, so that it can value the knowledge through trial and error. A choice that seems preferable with respect to the implementation of a strategy determined and ordered “from the top”. To do so, it is necessary, on the one hand, to have a shared mission connected to a vision capable of generating identities without giving up the differences and; on the other hand, we need to develop genuine planning skills that are able to overcome, through project logic, the rigid separations between the programmes and the public politics, between distributive coalition and productive ones. For these reasons, the Primiero community with the help of its Institutions and Administrations

is evaluating the fact of having an economic and financial instrument: a foundation opened initially to the participation of Municipalities and of The Local Co-operative Credit. It has to work as “multiplier” designed to promote and co-finance projects coherent with the emergent strategy of the territory. In its intentions the foundation must become the main planning, economic and co-financing centre of change, in which one should be able to give part of the dividends generated from ACSM SpA, assigned up until now directly to the common owners and put by these in an indiscriminate way in the accountancy of current expenses, granting to the local communities the possibility to commit directly in every form of project that involves local and extra-local partnership dockable to the different sector of financing provided by the provincial, national and European level. In a territory that has, in the past, been considered a poor planner, and in a period characterised by the credit market crisis, that makes the remuneration of the capital invested extremely desirable for the municipalities. Such solution can enforce the system of credits necessary to sustain the ideation and the management of local planning and, through these, overcome the perpetual contrast between the public and the private legislation. A gaze towards the future The desirable realisation of this step configures ideally a change in the mechanisms of “governance” and of the management of the local projects, able to give value to the role of all the institutional and economic actors and strengthening tasks and identities. From another perspective, it represents an important step towards the creation of local social capital, a condition which is necessary to enforce citizens’ trust, to sustain the managerial spirit and to maintain the rhythms of social learning high. It is a small, yet ambitious, attempt at finding new solutions to the, by now problematic, relation among nature, culture, economy and society. That same relation which in other times, and in other shapes, has given for centuries an independent government to the Primiero communities.

IL PROTOCOLLO LEED “NEIGHBORHOOD” Linee guida per la sostenibilità nei centri urbani di Thomas Miorin, Direttore Habitech

l contesto Trentino >!#`+&%4)%,#U#3%"#+&7),%&#9:&#$%,+"#%,%#:"# manifestato la presenza di forti specializzazioni produttive. L’economia locale si può considerare come un aggregato di tre micro distretti: turismo, agroalimentare ed edilizia. Su questo la Provincia ha attivato nel 2005 una nuova politica industriale orientata alla specializzazione capace di valorizzare le risorse locali. Con un’intuizione politica che ha anticipato di qualche anno il lancio della Green Economy a livello globale, il Trentino ha avviato un progetto di sviluppo di sistema che ha posto il suo focus sui temi dell’edilizia sostenibile, energie rinnovabili e tecnologie per l’ambiente. Habitech: cos’è e come opera Quattro anni fa nasce Habitech, il Distretto Tecnologico Trentino per l’Energia e l’Ambiente, riconosciuto dal Ministero dell’Università e della Ricerca. È una società consortile privata fondata con l’obiettivo di realizzare in Trentino delle filiere produttive specializzate nei settori legati all’edilizia sostenibile, alla produzione di energia da fonti rinnovabili e alle tecnologie intelligenti per la gestione del territorio. La società consortile raggruppa circa 300 imprese con otto mila addetti per un totale di circa un miliardo di euro di fatturato, l’università e alcuni enti di ricerca locali, tutti con quote minoritarie. Habitech, come detto, opera sui tre settori dell’edilizia, dell’energia e delle tecnologie per l’ambiente, ma è soprattutto su quello edile che sono state focalizzate le risorse in questi primi quattro anni. Il contesto era quello di un settore molto frammentato in microimprese, un dato confrontabile con la media addetti/impresa, con forme collaborative non strutturate e tendenzialmente poco propenso all’innovazione. Il nostro approccio all’innovazione è differente da altri distretti tecnologici: evitiamo l’approccio assistenziale e manteniamo un focus#1)14&/)9,#$%"!)--"4,# all’innovazione del sistema di mercato nel suo complesso e alla creazione di reti attraverso la '&$%)-),%&#&#!"#')8831),%&#')#!)%73"77)#9,%')*)1)0#

Il nostro piano di intervento si attua su due livelli: reti territoriali corte e lunghe. La Rete locale A livello territoriale Habitech ha agito attraverso agenti di sviluppo, più vicini a “business angels” che a consulenti, che si sono occupati di: - facilitare le relazioni tra imprese, individuando possibili collaborazioni; - agevolare il dialogo pubblico - privato per la '&$%)-),%&#')#3%#%3,*,#63"'+,#4&9%,!,7)9,#')# riferimento; - orientare il sistema verso un nuovo corso di artefatti omogeneo a tale quadro tecnologico. Ma l’azione maggiore e che più ci caratterizza rispetto ad altre esperienze distrettuali è l’aver investito molto nella creazione di beni collettivi per la competitività: costruire scaffold, impalcature per la competitività, in ,..,1)-),%&#"#')14+)B3)+&#$%"%-)"/&%4)#"#8,%',# perduto, ha consentito l’emersione di relazioni generative tra imprese altrimenti in ombra. Tra queste, alcune hanno raggiunto una propria forma strutturata e oggi riconoscibile: # d##'3&#9,%4+"44)#')#+&4&#)%4,+%,#"!!,#1*)!3..,# di una caldaia di micro-cogenerazione ad idrogeno ad uso domestico: CHP LAB e Crisalide, che prevede il coinvolgimento della multi utility locale; # d##M*,4+&#@+!2#1,9)&4;#8,+/"4"#'"#4+&#1,9)#.&+# un nuovo mercato, e altre che si si stanno formando (Progetto L’architettura della performance e il Progetto MADO); # d##4+"#!("!4+,2#!"#5+,*)%9)"#E34,%,/"#')# Trento prevede un incentivo per favorire il contratto di rete, 30% delle spese per la 1,44,19+)-),%&#'&!#9,%4+"44,#&#$%,#"!#eGH# del fondo comune, e rappresenta la prima provincia in Italia ad adottare una misura di questo genere. Reti lunghe L’azione svolta da Habitech per le reti lunghe si è strutturata principalmente attorno all’inserimento nel sistema di mercato dell’edilizia di una misura della sostenibilità dell’edificio, attraverso lo standard LEED.

Abbiamo in questa attività mantenuto lo stesso approccio (mercato). - Fondazione del GBC Italia, associazione 9:&#'&$%)19&#&#93+"#!,#14"%'"+'0#V"# 9&+4)$9"-),%&#VMMW#8,+%)19&#"!#/&+9"4,# un approccio condiviso, su cui basare le scelte ed uno standard misurabile per ogni aspetto trattato; un sistema di misura della performance degli artefatti che aumenta la probabilità di innovazione, perché fornisce agli agenti uno schema condiviso di valutazione delle diverse proposte tecnologiche - Network nazionale di più di 500 aziende leader nell’edilizia sostenibile che attraverso la partecipazione volontaria a dei comitati '&$%)19,%,#')%"/)9"/&%4&#!,#14"%'"+'#9,%# approccio bottom-up come strumento per 63"!)$9"+&#&#*"!,+)--"+&#!&#!,+,#9,/.&4&%-&#&# come strumento competitivo. - Relazioni con comunità internazionale (inserimento nel World GBC) # J##V)%73"77),#')#$!)&+"#9:&#.,+4"#"'#3%#+)J allineamento complessivo del comparto verso una maggiore qualità, sostenibilità, competitività. Linguaggio che rappresenta uno standard ed un passaporto per l’export dei prodotti per l’edilizia e l’arredo. Il lavoro svolto sulla rete lunga sta portando un ritorno anche al sistema locale. 1. Posizionamento internazionale: a. identità al nostro approccio alla sostenibilità, oltre l’isolamento termico per valorizzare la qualità dell’ambiente interno e il design italiano;


b. opportunità a livello globale di essere il punto di riferimento internazionale sulla 1,14&%)B)!)4;#%&7!)#&')$9)#14,+)9)0 2. Tre start up, 50 nuovi addetti in quattro anni. 3. Per le imprese: a. nuove modalità di valorizzare la loro qualità/sostenibilità sia della loro componente materiale (prodotti) che dei loro servizi; b. nuove strade per innovazione/ differenziazione; c. opportunità di business in un nuovo mercato di nicchia in forte crescita che oggi vale più di 3 miliardi di euro. Quali gli elementi del “modello”? Dall’impresa al sistema di mercato abbiamo adottato una visione sistemica. La rete è il risultato di un investimento sul linguaggio/standard che orienta e permette un cambio di processo attraverso l’impiego del Leed. Oggi ripetiamo il modello in nuovi contesti come le case in legno e i nuovi modelli contrattuali basati sulle prestazioni per la +)63"!)$9"-),%&#'&!#."4+)/,%),#)//,B)!)"+&# esistente. Per quanto riguarda il rapporto positivo pubblico - privato, il primo promuove, fa un passo indietro lasciando spazio all’iniziativa .+)*"4"#&#1399&11)*"/&%4&#/,')$9"#!&#.+,.+)&# politiche in base agli input che arrivano dal Distretto, reputato sia dal pubblico che dal privato come un interlocutore privilegiato su questi temi. Dai “trasferimenti statali” alle logiche di servizio/mercato sono centrali i servizi. La Sostenibilità economica si esprime in una società non a scopo di lucro. Una Business unit servizi che produce non solo servizi, conoscenza e relazioni ma un utile che viene totalmente reinvestito in nuovi beni collettivi per la competitività, attraverso un quadro sintetico dei conti. Nuova interazione locale- globale - Dal locale: competenze, prototipi di soluzioni/ servizi sostenibili, modelli amministrativi e organizzativi, sperimentazioni di accordi contrattuali, incentivi, o modelli di sviluppo locale sostenibile, capitale reputazionale; J##W"!#7!,B"!&[#.+,$44)2#+&!"-),%)2# nuovo know how.

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I quaderni di Energheia

I quaderni di Energheia

Un modello riproducibile di politica industriale Il passaggio ad un nuovo sistema di mercato, quello dell’efficienza energetica e ambientale degli edifici, ha richiesto alcuni anni. Ha coinvolto tecnici delle imprese, funzionari della pubblica amministrazione, rappresentanti di associazioni, esperti di ordini professionali e 14+3443+&#')#9&+4)$9"-),%&0#f"B)4&9:#:"#1*,!4,# una funzione di catalizzatore in questo nuovo mercato, favorendo una cascata di innovazioni collegate all’idea di “green building”, che ha fatto la sua comparsa in Italia nel 2005. Ha messo in moto il GBC Italia, favorito la diffusione di LEED, creato una rete di nuove competenze tecniche (LEED AP) e sostenuto le sperimentazione di nuove formule aziendali (reti di piccole imprese che crescono). Habitech ha rappresentato una formula vincente di distretto tecnologico, perché ha saputo mobilitare risorse superiori a quelle disponibili al suo interno, come consorzio privato, e all’interno della regione di insediamento. È diventato un riferimento nazionale. La sua esperienza dimostra che, attraverso la rete, anche piccole e piccolissime imprese possono porsi obiettivi ambiziosi: ')"!,7"+&#"!!"#."+)#9,%#!(3%)*&+1)4;2#/,')$9"+&#!&# +&7,!&#'&!#/&+9"4,2#B&%&$9)"+&#'&!!()%%,*"-),%&0 In un mercato ormai saturo Habitech ha saputo proporre sentieri di innovazione, che danno oggi maggiori opportunità di crescita a centinaia di imprese e migliaia di lavoratori. Il Distretto Tecnologico Trentino può essere considerato un modello riproducibile di politica industriale, alla portata di numerose regioni interessate ai temi della green economy, con risorse pubbliche decrescenti. L’intero progetto è costato meno di 3 milioni di Euro in cinque anni, la metà dei quali a carico del bilancio pubblico. È un caso virtuoso di intervento che si auto-sostiene grazie ai servizi offerti al mercato. Le richieste per replicare il modello interessano molti territori, tra cui diverse regioni di convergenza che necessitano di motori locali di sviluppo sostenibile come il nostro. Auspichiamo che nella rete delle Camere di Commercio possiamo trovare anche un possibile accompagnamento per l’attivazione di questi processo con partner locali.

THE LEED NEIGHBORHOOD PROTOCOL

Guidelines for sustainability in urban centres

and at creating networks, by defining and spreading shared languages. Our intervention plan is organised on two levels: short and long territorial networks.

by Thomas Miorin, Director Habitech The context of the Trentino region Up to now, the Trentino region has not strongly specialised in any particular good or service. Local economy may be considered as a complex of three micro-fields: tourism, food processing sector and construction. In 2005, the province of Trento started a new industrial policy which is specialisationoriented and enhances local resources. This was some years before the promotion of Green Economy at a global level: with a significant advance, the Trentino region set up a system development project which focuses on sustainable construction, renewable energy and environment technology. Habitech: what it is and how it works Habitech, the technological District for Energy and Environment of the Trentino region, was founded four years ago, and it has been recognised by the Italian Ministry for University and Research. It is a private consortium company which aims at creating in the Trentino region specialized production chains in those sectors which are connected with sustainable construction, energy production from renewable sources and intelligent technologies for territory management. Habitech is a network of 300 companies, 8,000 employees, university and local research organisations, with a turnover of almost one billion euros; all the members hold minority shares. As mentioned above, Habitech works on construction, energy and environment technology, but in the first four years the main resources have been focused on the first sector (construction), which was not very innovative, and it was fragmented in microenterprises (this data can be confirmed by the average employees/enterprise), with forms of unstructured collaboration. Our attitude towards innovation is different from that of other technological districts: we avoid the assistance approach and we maintain a systemic focus which is aimed at innovating the market system in its complexity

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The local network Habitech has operated through development agents, who are more similar to “business angels” rather than mere consultants; these agents have: - Simplified the relations among enterprises, finding out possible collaborations; - Promoted public-private dialogue in order to define a new technology reference model; - Oriented the system towards new projects which correspond to such reference model. What most characterises and distinguishes Habitech from other districts is the conspicuous investment in order to create collective goods for competitiveness: building scaffolds for competitiveness, instead of assigning loans without security, led to fruitful relations among those enterprises that were in the shade. Some of these have reached their own structure: # d# T# wo contracts for the development of a domestic micro-cogeneration boiler using hydrogen: CHP LAB and Crisalide, the latter provides for the involvement of the local multi-utility; # d# Evotre # s.r.l., (a company consisting of three associates and aiming to a new market), and other companies which are taking shape (Performance Architecture project and MADO project); # d# T# he autonomous province of Trento provides incentives for network contracts, provides for 30% of subscription expenses and up to 50% of investment fund; Trento is the first Italian province to adopt such measures. Long networks For long networks, Habitech has introduced sustainability measures in the building trade system, through LEED certification. Also in this activity we maintained the same approach, which implies: - The foundation of GBC Italia, an association that defines and takes care of standards. LEED certification provides the market with a common approach, on which choices can be made, and a measurable standard for any aspect you deal with; it also provides a measuring system of performance that increases innovation, since the operators of this sector are given a shared model to evaluate the various technological proposals; - A national network of more than 500 leading companies in sustainable construction; by voluntary participation in committees and through a bottom-up approach, these enterprises define standards, which are tools to create competitiveness and to qualify and evaluate the companies’ competency; - Relations with the international community (joining the World GBC); - A common language that leads to an

overall readjustment of the whole sector towards greater quality, sustainability and competitiveness. Such language represents a standard and a sort of pass in order to export construction and furniture products. The activities on long networks are bringing advantages to the local system, too. 1. International position: a. The same approach to sustainability, which goes beyond thermal insulation in order to enhance interior ambience and promote Italian design; b. a chance to be, at a global level, an international point of reference for sustainability in historic buildings. 2. Three start-ups, with 50 new members within four years. 3. For enterprises: a. New methods to enhance their quality/ sustainability while dealing not only with their materials (products), but also with the services they provide; b. New steps towards innovation/distinction; c. Business chances in a new growing niche market whose turnover is more than 3 billion euros. What are the characteristics of this “model”? We have adopted a systemic vision involving the enterprises as well as the whole market system. The network is the result of investment on language/standard, which gives an orientation and enables process change by using LEED. Nowadays, the same model is used in new contexts, such as wood buildings and new contracts that are based on services for a requalification of the existing real estate. As for public-private relations, the public sector gives scope to private initiative and, subsequently, modifies its own policy according to the input coming from the district, which is considered from both public and private sectors the best mediator for these issues. Economic sustainability can be found in a non-profit company, in a business unit that provides not only services, knowledge and relations, but also a profit, that is reinvested in new collective goods for competitiveness. New local-global interaction - From the local system: competence, prototypes of sustainable solutions/services, administrative and organising models, experimental agreements, incentives, models of sustainable local development, reputation capital; - From the global system: profits, relations, know how. A reproducible model of industrial policy It took some years to pass to a new market system, a system of energy and !"7*#1"8!"043&!'()*!")%&1'&:;*3<*"$+= The passage has involved technicians of

enterprises, Public Administration officers, representatives of associations, experts who are members of professional associations, and certification bodies. Habitech has played a catalytic role in this new market, promoting innovations that are linked to the idea of “green building”, which appeared in Italy for the first time in 2005. Habitech has also started up GBC Italia and promoted the spreading of LEED certification; moreover, it has also created a network of new technical competencies (LEED AP) and it has supported new experimental forms of enterprises (growing networks of small enterprises). Habitech represents a winning formula of technological district, since it was able to activate more resources than those which were available inside the private consortium and within the area. It has become a national point of reference. Its example shows that, through the network, small and even very small enterprises can set ambitious goals: they can have relations with university, modify market rules and benefit from innovation. In a market which is becoming more and more saturated, Habitech has introduced new ways towards innovation, giving growth opportunities to hundreds of enterprises and thousands of workers. The Technological District of the Trentino region can be considered a reproducible model of industrial policy, which could be adopted in several regions that are interested in green economy issues, given the fact that public resources are reducing. The cost of the whole project was less than 3 million euros within five years, and 50% of the costs was covered by the public budget. It is an excellent case of intervention that supports itself thanks to the services it offers to the market. Several areas are interested in reproducing this model: among these, we can find several convergence regions that need local startups of sustainable development. It should be desirable if in the network of the Chambers of Commerce we could find a support in order to activate these projects with local partners.


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I quaderni di Energheia

I quaderni di Energheia

LA SOSTENIBILITÁ A SCALA URBANA

di Laura Pighi, Project Manager Habitech

Sostenibilità ed urbe: convergenza della comunità internazionale Il “valore di sostenibilità” del paesaggio costruito è il risultato di strategie congiunte di varia complessità. L’approccio attuale e le indicazioni della comunità europea, promuovendo la convergenza di 14+3/&%4)#')#.)"%)$9"-),%&J7&14),%&#."&1"77)14)9"# &#3+B"%)14)9"2#.,%7,%,#)!#4&/"#'&!!"#'&$%)-),%&#')# indicatori integrati di riferimento. Nello stesso tempo è fondamentale che la '&$%)-),%&#')#)%')9"4,+)#1)#"8$"%9:)#"#14+3/&%4)#')# valutazione agili, usabili ed adattabili per realizzare )%#4&/.,#S+&"!&T#!&#19&!4&#')#.)"%)$9"-),%&#&# progettazione. Riuscire a costruire indicatori .+&14"-),%"!)#&#14+3/&%4)#!&77)B)!)2#&+7,#1&/.!)$9"4)# per la strutturazione di obiettivi di tale complessità U#3%"#1$'"#9:&#!"#9,/3%)4;#)%#1)14&/"#')#+&4)# possono accogliere. Metrica: best practices e forma mentis nello scenario di riferimento, per “pensare globale, agire locale” Lo sviluppo di quartieri sostenibili#U#3%#B&%&$9),# per la comunità e l’individuo come per l’ambiente: &')$9)#1,14&%)B)!)2#9,/3%)4;#)%4&7+"4&2#14+"'&#&#1."-)# .3BB!)9)#)%9,+"77)"%,#!("44)*)4;#$1)9"2#')*&%4"%',# fattori positivi per la salute. Uno sviluppo intelligente delle aree urbane, e la mixité funzionale e sociale possono limitare l’utilizzo di automobili e le emissioni associate, incoraggiando l’uso di trasporti pubblici e promuovendo gli spostamenti pedonali e ciclabili. Gli edifici ecologicamente responsabili e le infrastrutture sono una componente importante di ogni quartiere sostenibile, per ridurre ulteriormente le emissioni e ridurre il consumo di energia e di risorse primarie. L’obiettivo ancora più avanzato è non solo la riduzione della domanda, ma anche la produzione da fonti rinnovabili, e potenzialmente la risposta ai propri fabbisogni e la generazione di energie per altri. Alcuni degli indicatori che caratterizzano la taratura degli obiettivi per la creazione di co-unità sostenibili sono: # d##g)'3-),%&#'&!#9,%13/,#'&)#13,!) # d##g)31,#&#+)7&%&+"-),%&#'&7!)#1."-)# precedentemente compromessi: luoghi

II percorso in questa direzione comporta criticità da trasformare in opportunità, quali la creazione di competenze disciplinari composte da team integrati, il superamento della disaggregazione dei sistemi e degli interlocutori, la creazione di sistemi pattizi tra decisori ed attuatori. L’impegno verso una organicità degli interventi passa attraverso la focalizzazione degli intenti in obiettivi, e di questi in prestazioni di sistema che coinvolgano in impegni reciproci e in tempi governabili gli attori coinvolti.

antropizzati, aree intercluse, spazi residuali # d##5+,/,-),%&#')#'&%1)4;#&#/)=#83%-),%"!&#&#1,9)"!& # d##5+,/,-),%&#'&7!)#)%')9)#')#1"!3B+)4;#'&7!)#"B)4"%4)# e della qualità di vita # d##>%4&7+"-),%&#9,%#)#1)14&/)#9,%%&44)*)#&'# infrastrutturali: trasporti e utilities # d#Z,)%*,!7)/&%4,#7,*&+%"4,#'&!!&#9,/3%)4; # d#Z,%7+3)4;#&#,+7"%)9)4;#'&7!)#)%4&+*&%4) I sistemi di rating sono un utile strumento per /,!4&.!)9)#,B)&44)*)2#9,/&#'&$%)-),%&#')#!)%&&#73)'"#&# costruzione delle strategie di intervento. @,%,#.)C#1.&9)$9"/&%4&2#%&!!&#8"1)#4&9%)9:&2# 14+3/&%4)#.&+#!"#)'&%4)$9"-),%&#'&7!)#,B)&44)*)#"44&1)2# la restituzione delle prestazioni, e la leggibilità degli interventi, attraverso l’uso dello strumento per il .+,9&11,#')#9&+4)$9"-),%&#'&7!)#)%4erventi.

Strumenti per una metrica e per la leggibilità degli obiettivi di sistema Leed per i quartieri: comunità ambientalmente, economicamente e socialmente sostenibili VMMW#hW#U#!"#9&+4)$9"-),%&#'&!!"#8"/)7!)"#VMMW#.&+#)# 63"+4)&+)2#&'#U#14+3/&%4,#34)!&#.&+#!"#.)"%)$9"-),%&2# rigenerazione e realizzazione in chiave sostenibile delle aree. LEED ND integra una visione congiunta tra edilizia sostenibile e interventi di sistema, come .)"%)#')#&8$9)&%4"/&%4,#&%&+7&4)9,#&#.)"%,#'&)# trasporti, e promuove il miglioramento della qualità di vita favorendo una migliore qualità del tessuto 3+B"%,#i<Z#.&+#)#63"+4)&+)#U#!"#9&+4)$9"-),%&#'&!!"# famiglia GBC Italia per i quartieri, ed è in corso di sviluppo in compliance con la famiglia Leed, con particolare riferimento al tema della rigenerazione &#+)63"!)$9"-),%&#'&!#."4+)/,%),#.+&&1)14&%4&#&# delle peculiarità storico paesaggistiche del nostro territorio. Le implicazioni di processo e le sfide: dialogo, integrazione, focalizzazione Proviamo ad interpretare i quartieri, le aree edificate come “paesaggio costruito”: un microsistema, come in natura. Immaginiamo una qualità urbana che assembli e favorisca il risparmio di risorse primarie quali suolo ed acqua, la riduzione dei consumi ed il ricorso ad energie provenienti

rigenerazione di luoghi delle comunità: ! "!!riduzione degli spostamenti di merci e persone; ! "!!*$#5/$'.,!-$-),6$07,!6$-5*%3$&$!#,&&,! emissioni di CO2; ! "!!mantenimento del valore delle aree e degli &')$9)#%&!#4&/.,j ! "!!valorizzazione e promozione della mixité sociale e funzionale; ! "!!maggior coinvolgimento della comunità, governabilità dei processi, creazione del consenso.

sustainable units: ! "!#$%%!&'()!*++,-'./*(0 ! "!!1$,%/(2!3$%/),'&!%-'+$%!'()!.4*%$!5(*(6'3$'%7! that are situated among buildings; ! "!!83*9*./(2!)$(%/.:!'%!;$&&!'%!<,(+./*('&!'()! social mixture; ! "!!83*9*./(2!.4$!4$'&.4!/()$=!'()!.4$!&/<$!>,'&/.:! index; ! "!!?,--&$9$(.'&!&/(@/(2!'()!/(<3'%.3,+.,3'&! systems: transport and utilities; ! "!!A*99,(/.:!-'3./+/-'./*(0 ! "!!?,/.'B&$!'()!%:%.$9'./+!/(.$3C$(./*(0 Rating systems are useful instruments to achieve various objectives, such as defining guidelines and creating intervention strategies. More specifically, in their technical stages, they identify the target results, the restitution of services and the legibility of interventions , through the certification process of the latter.

Instruments to measure and standardise system objectives

URBAN SUSTAINABILITY

by Laura Pighi, Project Manager Habitech

da fonti rinnovabili e tecnologie alternative; connettiamolo a modelli di sviluppo e aggregazione che promuovano un mix sociale e funzionale, la connessione e l’uso dei trasporti collettivi, una .+,7&44"-),%&#'&!!&#"+&&#&#'&7!)#&')$9)#)%4&7+"4"#9,%# la progettazione del verde, e che valuti gli impatti sull’intorno. Tale ricchezza convoglia competenze e sforzi di sistema, implicando coinvolgimento, dialogo ed integrazione: ! "!!#$%&'('!)*%!+*'(,))$-)$, le municipalità e le utilities per promuovere, spiegare, focalizzare e catalizzare i processi decisionali, inclusi i passaggi tecnici attuativi, nella formulazione e realizzazione degli interventi (accessibilità di area, piano dei trasporti pubblici, produzione energetica di distretto, dotazione e gestione del verde); ! "!!$.),(*%/$'.,!)*%!$!-'((,))$!0'$.1'&)$!.,&&%! riqualificazione delle aree: committenze, autorità locali, utilities, sviluppatori, comunità degli utilizzatori coinvolti nella dalla trasformazione; ! "!!2'0%&$//%/$'.,!#,(&$!'3$,))$1$!#,&!+$%.'4 progetto, aggregazione del processo dal disegno alla realizzazione. Benefici per i territori e ricadute sulle comunità: comunità sociale, economia, ambiente. L’integrazione tra le parti cui abbiamo accennato comportano la promozione di dinamiche di sistema, che mettono in rete gli operatori economici, gli enti ed i cittadini. Tali dinamiche si fanno portatrici di modelli innovativi e di processi trasformativi, in percorsi che diventano catalizzatori ed attivatori di comunità ritrovate, e porta alla valorizzazione della produzione di economie locali. Numerosi azioni si possono rilevare in ambiti promossi dalla

Sustainability and urban spaces: combined efforts of the international community The “sustainability value” of a built up area results from combined strategies of varied complexity. The current approach and the European Community promote the cooperation among the different methods for land use planning and management; besides, they raise the problem of defining the indicators to refer to. In addition to this, quick and flexible evaluation methods are also necessary, in order to bring the projects to life in “real” time. It is a good challenge for network system communities to manage to create performance indicators and clear methods, that is simplified instruments in order to set such complex goals. Best practices and mental attitude in the reference scenario, to “think globally, act locally” The development of sustainable areas is of great benefit not only for the individual and our society as a whole, but also for the environment: sustainable buildings, integrated communities, streets and public spaces encourage physical activity and they are good for health. A soft development of urban areas, as well as functional and social mixture can limit car usage and its polluting emissions and encourage people to travel by public transport, by bicycle and on foot. Eco-friendly buildings and facilities play a relevant role in any sustainable neighbourhood: they reduce emissions, energy consumption and use of natural resources. An even more advanced target is not only to reduce energy demand, but also to promote renewable sources, which shall potentially meet our needs and create new energy for future generations. What follows below is a brief list of some important indicators that are taken into account while creating

transport usage, integration of building plans and green areas, taking into account the impact on the surroundings. All this can only result from combined skills and efforts of the whole system, and it implies involvement, cooperation and integration: & >&&?119!#40*1"&:!05!!"&<!+*$"!#+, local governments and utilities, in order to promote and focus attention on decisional processes (including those technical passages that put a plan into practice), so that these processes can lead to interventions (area accessibility, public transport plan, local energy production, management of green areas); & >&&?119!#40*1"&481"$&0-1+!&5-1&4#!& *"7137!<&*"&0-!&#!@;43*()40*1"&1'&0-!& areas: purchasers, local authorities, utilities, developers, users who are involved in this transformation; & >&&Focus on the aims of the plan/project, aggregation of the process from the starting stage to the final achievement.

Leed for neighbourhood development: sustainable communities from an environmental, economic and social point of view LEED ND certification is part of the LEED group and is especially designed for neighbourhoods, that is for sustainable urban development planning and regeneration. LEED ND certificates the existing synergy between eco-friendly building industry and system interventions(such as energy improvement plans and transport plan); moreover, it improves life quality and the fabric of the city. GBC certification for neighbourhoods is provided by GBC Italia group and it cooperates with LEED group, with particular reference to the requalification of the existing heritage and of the historic and landscape characteristics which are peculiar to our region.

A!"!(0+&'1#&0-!&4#!4+&4"<B&)1"+!@;!"03%B&'1#& communities: social community, economy, environment The interaction of the above mentioned elements leads to dynamic networks of economic operators, public bodies and citizens. These dynamics bring innovative models and transformative processes; besides, they stimulate the rediscovery of communities and they improve local production. In a requalification process several positive consequences can be noticed: & >&&Reduced movements of goods and people; & >&&Measurable systemic reduction in CO2 emissions; & >&&The value of areas and buildings remains stable over time; & >&&Enhancement and promotion of social and functional mixture; & >&&Further community involvement, controllable processes, widespread consent.

Process implications and challenges: cooperation, integration, focus Let’s try and consider neighbourhoods and constructed areas as “built up landscape”: a microsystem, just as in nature. Let”s imagine an urban quality that enables society to save natural resources (primarily soil and water), reduce consumption, turn to renewable sources and alternative technology. Let’s now connect the above described context with development models that foster social and functional mixture, public

In this perspective, critical states can be turned into great opportunities, such as creating disciplinary skills in integrated teams, solving the disaggregation problem of systems and interlocutors, creating systems of agreements between those who decide and those who realise the projects. In order to start up systematic interventions, we first need to turn intentions into real objectives, and transform the latter into system services that can involve in reasonable time all the protagonists in reciprocal duty.


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