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Porto Recanati: «Un sogno ci guida»

DI GABRIELE CRUCIANELLI *

I n questo tempo di Sinodo per tutta la Chiesa, dopo una pandemia... e precipitati addirittura dentro una guerra in questa nostra Europa, noi sacerdoti insieme ai laici della Unità pastorale di Porto Recanati ci siamo voluti fare una domanda: che cosa ci chiede oggi lo Spirito Santo? su quali obiettivi vuole che noi puntiamo? E allora abbiamo avviato da tempo come consiglio pastorale insieme agli animatori dell’oratorio “Don Bosco” un cammino di discernimento. Tutti avvertiamo l’inadeguatezza di una religiosità che si accontenta di ripetere quanto si è fatto in passato. Il mondo è cambiato vertiginosamente e l’annuncio della salvezza donataci dal Signore deve trovare le vie per intercettare le vite, le domande, i dubbi, l’angoscia, anche la rabbia dei nostri contemporanei. Dobbiamo interrogarci a fondo su cosa lo Spirito Santo chiede specificamente a noi, comunità di un centro con 13.000 persone residenti, comunità che in estate triplica i propri numeri per la presenza di turisti, comunità al cui interno si trova una realtà composta da circa 2.500 persone di tante etnie diverse che abitano tutte in uno stesso enorme edificio assurto a notorietà nazionale, l’Hotel House. Qual è stata la nostra strategia? La più semplice: abbiamo cominciato con la preghiera e col confronto schietto e aperto. Da tutto ciò hanno cominciato ad emergere alcune considerazioni che condivido, quanta sarà l’ambientazione della nuova produzione di Tosca in scena il 22, 24, 29 e 31 luglio, per la regia di Valentina Carrasco, con le scene di Samal Blak, i costumi di Silvia Aymonino e le luci di Peter van Praet; i protagonisti vocali saranno Carmen Giannattasio (Floria Tosca), Antonio Poli (Mario Cavaradossi) e Claudio Sgura (Scarpia). Sul podio ci sarà uno tra i più celebri direttori d’orchestra: Donato Renzetti, dominato direttore musicale del Festival e che torna a dirigere la Tosca dopo la tristemente famosa serata del 30 luglio 1995 durante la quale il tenore Fabio Armiliato fu ferito durante la scena della fucilazione di Cavaradossi. Renzetti tornarà sul podio anche per il concerto con la Filarmonica Gioachino Rossini dedicato ai 90 di John

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«Tosca», «Pagliacci» e «Il barbiere di Siviglia» sono i tre titoli scelti dal nuovo direttore artistico, Paolo Pinamonti

Williams e alla colonna sonora di Star Wars; il direttore musicale guiderà inoltre il Corso internazionale per giovani direttori d’orchestra e giovani cantanti che si terrà a Macerata dal 4 al’11 agosto, importante novità del Festival. Nuova produzione dell’allestimento 2015 di Pagliacci di Ruggero Leoncavallo 5, 7 e 11 agosto, firmato da Alessandro Talevi, con le scene di Madeleine Boyd, i costumi di Manuel Pedretti e le lu- ci di Marco Giusti. L’opera sarà preceduta dalla proiezione sul muro dello Sferisterio di uno dei capolavori di Charlie Chaplin, il film The Circus nella versione restaurata dalla Cineteca di Bologna e con la prima esecuzione dal vivo dopo il debutto del 1928 della colonna sonora originale ripristinata da Timothy Brock, specialista internazionale di queste operazioni di recupero di musica e film, che poi nei Pagliacci dirigerà, tra gli altri, i cantanti Rebeka Lokar (Nedda), Fabio Sartori (Caino), George Petean (Tonio). Il barbiere di Siviglia sarà in scena il 12, 14, 19 e 21 agosto; il capolavoro buffo del più celebre e celebrato compositore marchigiano torna dopo quasi venti anni di assenza allo Sferisterio di Macerata con un nuovo allestimento firmato da Daniele Menghini, con le scene di Davide Signorini, i costumi di Nika Campisi, le luci di Simone de Angelis, e sarà interpretato da Ruzil Gatin (Il conte d’Almaviva), Roberto De Candia (Bartolo), Serena Malfi (Rosina), Alessandro Luongo (Figaro), Andrea Concetti (Basilio). L’allestimento è risultato vincitore al concorso internazionale per regia, scene e costumi riservato ad artisti under35, realizzato nel 2020 in collaborazione con Opera Europa e Rossini Opera Festival. Sul podio uno dei giovani talenti più seguiti del momento, Alessandro Bonato, direttore principale dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana che, come tradizione, sarà impegnata in tutti e tre i titoli operistici allo Sferisterio. fiducioso di contribuire a un cammino che certo non coinvolge solo Porto Recanati ma riguarda tutta la nostra diocesi e l’intera Chiesa. Il primo passo che ci è sembrato necessario proporre è stato quello di una rinnovata proposta di cammini di fede per famiglie e giovani. In questo senso stiamo proponendo catechesi settimanali alla riscoperta dei fondamenti della fede e abbiamo voluto dare nuovo impulso a un cammino di fede permanente rivolto alle famiglie che comprende anche il percorso per coppie che si preparano alla celebrazione del sacramento del matrimonio. Di fronte ai drammi e alle difficoltà che la pandemia ha amplificato si avverte sempre più l’urgenza di essere Chiesa vicina alla gente di cui e con cui condividiamo gioie e problemi, speranze e angosce, luci e tenebre. In questo senso abbiamo scelto in questa Quaresima di tornare a visitare (applicando peraltro le normative vigenti) tutte le all’aperto famiglie, di tornare a pregare e a dialogare con ogni famiglia e in ogni attività umana. Vogliamo provare ad avere una cura particolare per i poveri e i bisognosi: la Caritas di Porto Recanati, coordinandosi a livello diocesano, aiuta concretamente ogni quindici giorni 115 famiglie a livello di ascolto, cibo e vestiario. Vogliamo puntare sulla cura delle relazioni con tutti, innervandole di Vangelo: il nostro oratorio ogni giorno accoglie bambini e ragazzi di tutti i popoli e di tutti i tipi offrendoci la preziosa possibilità, non sempre facile da gestire, di una accoglienza per tutti e per ciascuno attraverso lo sport, la fraternità, il doposcuola e momenti di preghiera e cammini di fede a più livelli. Questi impegni, attività, iniziative ci stanno facendo accorgere di una rinnovata sete di Parola di Dio nelle persone che partecipano alla Eucaristia domenicale: per questo stiamo tentando di “far correre” la Parola di Dio nelle liturgie, nella lectio comunitaria e negli incontri godendo anche dei vari carismi e aggregazioni laicali che si trovano nella unità pastorale. Tutto quello che ho condiviso fin qui, però, ha una sorgente: la comunione genuina e impegnativa tra noi preti e di noi preti con i laici e le famiglie attorno alla preghiera e alla Parola. Questo cammino abbozzato ci farà arrivare a giugno formulando per tutta la comunità un sogno missionario con cui percorrere il futuro, un sogno che è già – almeno un po’ – realtà.

* parroco

ANNO PASTORALE

Cammino sinodale diocesano

Il vescovo in ascolto della gente

DI FABIO JOSÉ OLANO CARRANZA

Il cammino sinodale deve diventare uno stile, meglio, un modo di vivere la fede nella Chiesa; questa l’intenzione di papa Francesco. Questo stile cerca di lasciarsi alle spalle la sensazione diffusa che i fedeli siano semplici esecutori di normative e iniziative che calano dall’alto, da una Chiesa vista come istituzione rigida e invecchiata.

Nei mesi scorsi, fino a Natale, il vescovo Nazzareno si è messo in ascolto della sua gente, visitando tutte le Unità pastorali della nostra diocesi, offrendo così occasione a tutti di essere direttamente ascoltati dal pastore della chiesa di Macerata. Sono stati momenti molto belli e proficui, hanno parlato tutti; gli anziani, che hanno espresso la giusta preoccupazione per le nuove generazioni, le quali devono affrontare sfide mai immaginate di

Progetto Policoro, una rete che genera lavoro

Nove braccianti agricoli hanno trovato un’occupazione stabile grazie alla collaborazione tra realtà del volontariato

DI SARA CARLONI

G iovani, Vangelo e lavoro sono i tre pilastri su cui il Progetto Policoro si fonda. Promosso dalla Cei e attivo nella nostra diocesi dal 2013, esso vuole essere un segno reale di cura, vicinanza e accompagnamento ai giovani, per il loro compimento personale e professionale. In un articolo dell’Ottobre scor- so segnalavo, in qualità di animatrice del Policoro Macerata, che tra i vari obiettivi dell’équipe vi era la volontà di continuare a curare e allargare la rete di partner con i quali collaboriamo per animare il territorio diocesano; proprio il fare rete infatti è uno dei valori chiave su cui il Progetto Policoro innesta la propria azione. A 5 mesi di distanza, la testimonianza odierna racconta un piccolo ma significativo passo compiuto in questa direzione. A dicembre siamo stati contattati da Francesco Ceciliani, un giovane agronomo osimano che lavora per la Tecnovite, un’azienda toscana che offre servizi agricoli specializzata in vigneti ed uliveti; Francesco, in qualità di referente aziendale per le Marche e l’Abruzzo, si è rivolto alla Caritas diocesana perché l’azienda necessitava di una nuova squadra di braccianti agricoli, da assumere direttamente e impiegare in diverse aziende vitivinicole della zona con contratti regolari. Ho personalmente preso in carico la sua richiesta, con la supervisione dei membri dell’équipe Lorenzo Cerquetella (direttore Caritas) e Mario Torregiani (direttore Pastorale del Lavoro); c’era la necessità di costituire una squadra di 9 persone entro il mese di febbraio, perciò ci siamo subito attivati per individuare dei giovani da presentare a Francesco, perché potesse conoscerli e valutarli.

Nel fare rete per trovare i candidati, di fondamentale importanza sono stati il Centro di ascolto e di prima accoglienza di Macerata, nelle persone di Tiziana e Claudia Manuale, e Refugees Welcome Macerata, nella persona di Maria Giovanna Varagona. Ci siamo rivolti a loro perché sapevamo che potevano aiutarci. Francesco di Tecnovite non solo ha visto crearsi una connessione lavorativa tra offerta e domanda, ma anche una connessione umana tra le esigenze dell’azienda e quelle dei giovani che sono stati assunti. Maria Giovanna ha aggiunto che la riuscita di questa collaborazione (inedita anche per Refugees Welcome) si deve anche alla conoscenza e alla fiducia recipro- nostri nonni.

Hanno parlato i giovani che hanno espresso la propria intenzione di mettersi in gioco nella vita della Chiesa, a patto di essere realmente considerati non come comparse ma come protagonisti nella Chiesa oggi.

L’incontro a Tolentino

Hanno parlato gli uomini di buona volontà, esprimendo la loro impressione della Chiesa che appare loro a volte troppo burocratizzata, così come poco in grado di stare al passo coi cambiamenti culturali della mentalità della gente di oggi. Si potrebbero elencare ancora molte opinioni, ma basta dire che è stato un momento ricco di condivisione e occasione per gli stessi fedeli di conoscere meglio le varie realtà della diocesi. Ora si procede a preparare la sintesi degli ascolti, che sarà portata dal Vescovo alla segreteria del Sinodo e così concludere la fase diocesana, per iniziare la fase che mette insieme tutta la Chiesa Italiana.

Il logo del Progetto Policoro con gli hashtag che lo caratterizzano #Giovani, #Vangelo, #Lavoro che tra i giovani immigrati che Refugees accompagna all’autonomia e gli attivisti di Refugees; lo stesso è stato sottolineato anche da Claudia e Tiziana, che hanno più volte collaborato con gli uffici diocesani. Insomma, il valore aggiunto alla base della collaborazione tra tutti noi è stata la fiducia reciproca, così come anche il frutto principale: il coinvolgimento di tutti ha dato il via ad un circolo virtuoso di collaborazione che sta continuando e da cui tutti abbiamo ricevuto beneficio e soddisfazione, soprattutto i 9 giovani che oggi lavorano.

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