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La trasformazione delle città

Molte città italiane hanno mantenuto il loro centro storico, cioè la parte più antica. In passato, il centro era costituito da case d’abitazione e botteghe artigiane, mentre oggi spesso, in particolare nelle città più grandi, ci sono soprattutto bar e ristoranti, grandi negozi, banche e uffici che occupano i palazzi storici. Pian piano la popolazione si è infatti trasferita in periferia, cioè la zona più esterna della città. Qui sono nati molti quartieri residenziali, cioè quartieri con condomini o villette d’abitazione. In alcune città è stato realizzato un centro direzionale, cioè un quartiere dove si concentrano le sedi di tante aziende. Nel secolo scorso all’interno delle città si trovavano anche numerose fabbriche: oggi molte non sono più attive e i loro spazi sono stati utilizzati da centri commerciali, fiere, università, luoghi della cultura.

■ Il centro direzionale di Napoli.

La rigenerazione urbana

grafico pag.54 A Torino l’area del Lingotto, dove un tempo sorgeva un grande stabilimento FIAT per la produzione di automobili, è stata completamente riqualificata. Al posto della fabbrica oggi c’è una zona fieristica, un Centro congressi, un auditorium e una pinacoteca.

Un secolo fa in Italia gli abitanti delle campagne erano molto più numerosi. Quando l’uso di macchinari nell’agricoltura ha fatto sì che occorressero meno contadini per lavorare i campi, moltissime persone si sono trasferite nelle città alla ricerca di un lavoro. Questo spostamento di popolazione dalla campagna alla città è stato chiamato inurbamento.

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popolazione rurale

31%

69%

popolazione urbana popolazione urbana 69% popolazione rurale 31% ■ Gradara, in Emilia-Romagna.