La concordanza dei verbi: fatti contemporanei 9 La concordanza dei verbi: fatti non contemporanei
Arricchire un testo con gli incisi
La revisione di un testo
descrivere
DESCRITTIVO 23 Descrivi la tua aula TESTO DESCRITTIVO
I dati sensoriali TESTO DESCRITTIVO 25 Descrivi una pasticceria TESTO DESCRITTIVO
La descrizione di un oggetto TESTO DESCRITTIVO
27 Descrivi un oggetto TESTO DESCRITTIVO 28 La struttura del testo TESTO NARRATIVO
Scrivi un racconto di fantascienza RACCONTO DI FANTASCIENZA 32 Scrivi un racconto giallo RACCONTO GIALLO 34 Scrivi un racconto horror RACCONTO HORROR 36 Scrivi un racconto umoristico RACCONTO UMORISTICO 38 Scrivi un racconto storico RACCONTO STORICO 40 Scrivi un testo argomentativo TESTO ARGOMENTATIVO
42 La lista delle idee e la scaletta 43 Un ricordo 44 Vorrei…
45 Dall’immagine al testo 46 L’allitterazione • La similitudine e la metafora TESTO POETICO 47 L’onomatopea • L’anafora TESTO POETICO
48 Come si scrive un testo
Per cominciare
Per SCRIVERE UN TESTO, breve o lungo, devi sapere che ci sono alcune semplici regole che lo rendono corretto, scorrevole
Questi sono i “segreti” che ti aiuteranno nel tuo lavoro di scrittore/scrittrice.
LESSICO APPROPRIATO
Scegli le parole adatte al tema.
ELIMINA LE RIPETIZIONI
Usa sinonimi, pronomi, avverbi.
USA I CONNETTIVI (PAROLE-LEGAME)
Collega le frasi e le diverse parti del testo con i connettivi logici e gli indicatori temporali.
FAI ATTENZIONE ALLA PUNTEGGIATURA
Usa la punteggiatura adatta per collegare o separare le varie parti della frase e del discorso.
ARRICCHISCI IL TESTO
Per arricchire il testo usa le descrizioni, gli incisi, i dialoghi.
CORREGGI L’ORTOGRAFIA
Rileggi più volte il testo per correggere gli eventuali errori di ortografia.
Il lessico appropriato
Quando scrivi un testo devi utilizzare un LESSICO APPROPRIATO, cioè devi usare termini che siano adatti al tema che stai trattando.
Inserisci il termine che ritieni più appropriato tra quelli indicati tra parentesi. Evita di utilizzare più volte lo stesso vocabolo.
LA NOSTRA CREATIVITÀ
Questa mattina sono uscita di casa (contenta/felice/ entusiasta/allegra) ………..…...............................……... . A scuola sarebbe venuta un’educatrice a insegnarci a dipingere con le mani.
Sì, avete capito bene! Ci saremmo sbizzarriti tutta la mattina a fare la (cosa/attività/mansione) che più amiamo noi bambini: sporcarci.
Appena entrata in classe, ho capito che anche i miei compagni erano (contenti/felici/entusiasti/allegri ) come me.
Osservando bene, forse i meno (contenti/felici/entusiasti/ allegri ) erano i collaboratori scolastici. Hanno visto i vasetti dei colori, i fogli per terra e hanno fatto due più due.
Alle 9 è arrivata Melissa, l’educatrice, e ci ha proposto un (compito/incarico/lavoro) fantastico. Dovevamo accordarci su quale ( pezzo/porzione/spazio/ superficie) dei fogli ognuno di noi avrebbe scelto, poi avremmo potuto immergere le mani nei colori e dare spazio alla nostra creatività.
Ci ha spiegato che la (creatività/fantasia/immaginazione) non deve avere paura di uscire dalle nostre teste.
Volete sapere qual è stato il risultato? Un gran divertimento, nessun litigio.
La nostra (creatività/fantasia/immaginazione) ha prodotto un capolavoro!
1
Eliminare le ripetizioni
Per rendere le frasi più scorrevoli evitando le ripetizioni, usa i PRONOMI e gli AVVERBI .
Sostituisci le parole sottolineate in rosso con un pronome, quelle sottolineate in verde con un avverbio.
Quest’estate sono andato al mare con i miei nonni. I miei nonni hanno una casa a Rimini, proprio a due passi dalla spiaggia.
Dopo una settimana, nell’appartamento accanto al nostro sono arrivati Marta e Luca . Marta e Luca hanno la stessa età di mia sorella e di mio fratello.
Tutte le mattine i nonni ci accompagnavano in spiaggia e in spiaggia incontravamo i nostri nuovi amici. Ai nostri nuovi amici proponevamo subito di andare a fare un bagno.
Poi tornavamo sotto l’ombrellone.
Sotto l ’ombrellone mangiavamo la merenda.
Marta e Luca sono molto simpatici. A Marta e Luca prestavo tutti i giorni la mia maschera e il mio boccaglio.
Verso mezzogiorno con Marta e Luca tornavamo a casa . A casa ci aspettavano i nonni. I nonni ogni giorno tornavano a casa prima di noi per preparare il pranzo.
2 Riscrivi le frasi eliminando le ripetizioni.
• Sono andato al cinema. Al cinema ho visto un bel film.
• Mi sono alzata alle sette. Alle sette è suonata la sveglia.
• Ho comprato una maglietta nuova e ho indossato la maglietta nuova per andare alla festa. Alla festa mi aveva invitata Gaia.
La punteggiatura
I SEGNI DI PUNTEGGIATURA collegano le parole e le frasi, ma soprattutto danno un senso alle parole che formano la frase.
Se sposti una virgola, puoi cambiare completamente il significato di tutta la frase.
1 Collega ogni frase al disegno giusto, numerando.
Una giornata difficile, da dimenticare! Una giornata difficile da dimenticare! 1 2
2 Leggi le frasi: spostando le virgole, le situazioni tranquille si sono trasformate in situazioni paradossali!
• Durante il safari ho fotografato i leoni che mangiano, i turisti che guardano.
• Durante il safari ho fotografato i leoni, che mangiano i turisti che guardano.
• Mentre l’arrosto cuoce nel forno acceso, il cuoco si riposa.
• Mentre l’arrosto cuoce, nel forno acceso il cuoco si riposa.
3 Riscrivi le frasi spostando i segni di punteggiatura per ottenere una frase di senso diverso.
• Mentre Gioele salta, un ostacolo cade.
• Maria legge sul divano, il gatto gioca con il gomitolo.
• Amin è tornato dalle vacanze ieri, ha terminato le ferie.
Le parole-legame
Le PAROLE-LEGAME sono CONGIUNZIONI , AVVERBI , PREPOSIZIONI o ESPRESSIONI che si usano per collegare le frasi . È molto importante utilizzarle perché nella stesura di un testo permettono di mettere in rapporto tra loro le diverse parti, gli argomenti, le informazioni.
INDICATORI
Spaziali esprimono i rapporti di spazio
Temporali
indicano l’ordine cronologico con cui si mettono in relazione gli avvenimenti
CONNETTIVI
Causali
stabiliscono un rapporto di causa-effetto
Avversativi
esprimono un contrasto rispetto a quanto già detto
Conclusivi concludono l’argomento
Esplicativi chiariscono o danno una spiegazione
Ipotetici indicano un’ipotesi, cioè qualcosa che potrebbe avvenire
sopra, sotto, dietro, davanti, all’interno, all’esterno, in direzione di, verso…
in precedenza, proprio allora, nel frattempo, successivamente, dopo qualche… (giorno, mese, anno), in quell’istante, intanto che…
poiché, perché, quindi, siccome, di conseguenza, dato che…
ma, invece, tuttavia, al contrario, malgrado ciò, mentre…
quindi, concludendo, dunque, pertanto, perciò…
cioè, infatti, ad esempio, in altre parole…
a patto che, nel caso in cui, purché, qualora…
1 Inserisci in ogni frase un indicatore e un connettivo. Scegli tra quelli suggeriti.
infatti quando benché dopo
Martino era uscito di casa si ricordò di aver lasciato aperta la finestra. fosse in ritardo, decise di rientrare per chiuderla.
poiché mentre tuttavia perciò
aspettava già da alcuni minuti l’ascensore, decise di scendere a piedi.
Aveva un dolore alla caviglia, scese le scale di corsa per non arrivare in ritardo.
2 Inserisci le parole-legame adatte seguendo le indicazioni tra parentesi.
Omer e Andrea erano seduti in giardino (causale) era una calda serata.
(Temporale) si sentì un forte rumore, come se qualcuno avesse sbattuto un cancello.
Omer afferrò il cellulare e accese la torcia (esplicativa) c’era buio pesto.
Andrea, (avversativa) , se ne stava seduto tranquillo, come se nulla fosse successo.
(Temporale) il rumore si fece più vicino.
(Spaziale) la siepe proveniva un miagolio.
(Temporale) Omer puntò la torcia e capì che il rumore era stato causato dalla caduta del bidone della spazzatura (esplicativa) per terra si vedevano tutti i rifiuti che erano nel contenitore, ora rovesciato.
Dalla siepe uscì un gattino. Omer lo prese in braccio e lo mostrò al suo amico, (ipotetica)
Andrea non lo avesse visto.
(Conclusiva) insieme portarono il gattino in casa.
(Temporale) decisero di chiamare il nuovo arrivato “Temporale”, (causale) ogni volta che si muoveva combinava qualche disastro.
La concordanza dei verbi: fatti contemporanei
In un testo il TEMPO DEI VERBI indica quando avviene il fatto che è narrato. Per narrare fatti contemporanei non devi cambiare il tempo dei verbi.
1 Inserisci i verbi tra parentesi al tempo adatto. Ricorda che per le azioni contemporanee devi usare lo stesso tempo dei verbi.
CHE FIFA!
Avevo spento la luce, mi (rannicchiare) sotto le coperte e stavo aspettando che si (chiudere) gli occhi.
A un tratto (sentire) un toc toc arrivare dalla finestra.
Mi (voltare) e (vedere) la tenda che (muoversi ) ................................................................ : ( gonfiarsi ) e (sgonfiarsi )
In un primo momento mi (dire) ................................................................ che era tutta un’impressione.
Mi (tranquillizzare) perché non (sentire) più il rumore.
Poi ecco ancora il toc
Piano piano mi (infilare) sotto le coperte. Mi (tappare) le orecchie, ma… toc toc! A quel punto ( guardare) con un occhio solo: la tenda (andare) avanti e indietro. Non sono una fifona, ma… il rumore, la tenda… diciamo che non mi (sentire) tranquilla.
Con la voce tremante (urlare) : – Qualcuno sta cercando di entrare dalla mia finestra!
In un secondo (entrare) nella mia stanza i miei genitori. (accendere) la luce e si (svelare) ................................................................ il mistero.
Fuori dalla finestra (esserci ) Oreste, il nostro gatto, che (battere) sul vetro per entrare!
1
La concordanza dei verbi: fatti non contemporanei
Se i fatti del testo non avvengono nello stesso momento, cioè non sono contemporanei , devi utilizzare i TEMPI DEI VERBI in modo da far capire se un fatto è avvenuto in precedenza o avverrà in futuro.
Inserisci i verbi tra parentesi al tempo adatto.
OH,
NO! PIOVE ANCORA!
Quando piove la ricreazione spesso si trasforma in caos.
Non ( potere) andare in cortile: stiamo tutti in classe e lo spazio che (avere) a disposizione è veramente poco.
Ieri è stata una giornata con un tempo da lupi. Mentre si avvicinava l’ora dell’intervallo io ( pensare) :
“Ancora in classe! Che barba!”
Infatti, quando è suonata la campanella la maestra ci ha detto:
– Anche oggi non possiamo uscire!
Avete presente che cosa vuol dire una settimana di pioggia? Un giorno noi (giocare) con le costruzioni, poi ( passare) alle figurine. Il giorno dopo (cominciare) con le costruzioni, ma dopo un po’ (iniziare) a correre tra i banchi. A quel punto la maestra (arrabbiarsi ) perché è pericoloso.
Ieri è successo che io e altri ci siamo messi a correre, giocando a calcio con una pallina di carta. Per fortuna la maestra (capire) che dopo tre giorni di pioggia non ne ( potere) più. (consultare) l’orario per controllare se la palestra era libera. (vedere) che in palestra non (esserci ) nessuno.
Siamo scesi e (entrare) correndo come se (essere) stati in prigione per un mese.
Arricchire un testo con gli incisi
L’ INCISO è un espediente che si utilizza per spiegare meglio le caratteristiche di un nome o per arricchire una frase . L’inciso è messo tra due virgole o, a volte, tra due parentesi.
1 Riscrivi sostituendo l’inciso, scritto in arancione, con un altro che ne modifichi il senso.
Ludovico, il fratello minore di Silvia , è un bambino dispettoso. A volte, anzi quasi sempre, si diverte a fare scherzi. Silvia, che è molto paziente, sta al gioco, ma, a volte, non sopporta proprio queste “idee geniali”.
Ieri, non è una novità , Ludovico ha architettato un nuovo scherzo ai danni di sua sorella. Si è nascosto nell’armadietto del bagno (come avrà fatto a rannicchiarsi in quel modo?) e ha aspettato che sua sorella arrivasse per farsi la doccia.
Silvia è entrata in bagno. C’era troppo silenzio (non sospettava che suo fratello fosse in agguato) . A un tratto un rumore ha destato la sua attenzione. Silvia, non capendo di che cosa si trattasse, è uscita dal bagno. Il piano di Ludovico è andato a monte!
Arricchire un testo con le descrizioni
Le DESCRIZIONI servono per “ far vedere ” un ambiente, un paesaggio, per far immaginare com’è fisicamente una persona o un personaggio e come è il suo carattere, per far capire quali sono i suoi sentimenti e le sue sensazioni.
1 Arricchisci il testo con descrizioni seguendo gli spunti suggeriti tra parentesi.
SE CHIUDO GLI OCCHI…
Se chiudo gli occhi, mi sembra di tornare indietro nel tempo.
(Quanti anni avevi? In quale occasione? )
Insieme a…
(Con chi eri? Che cosa stavate facendo? Descrivi la persona e l’attività.)
Vedo ancora intorno a me…
( Descrivi il luogo.)
Mi sembra di sentire ancora…
( Descrivi i rumori: quali sensazioni suscitavano in te? )
Le similitudini
Per arricchire un testo con le descrizioni, puoi usare le SIMILITUDINI , che aiutano a immaginare meglio le caratteristiche fisiche o il carattere di un personaggio, la particolarità di un luogo o un’emozione.
Leggi due volte il testo.
SONO CAMBIATA
Lo so che mi guardate ora e notate i miei capelli, bianchi come le nuvole quando sta per arrivare la pioggia, e la pelle rugosa come quella delle tartarughe giganti delle Galapagos. Ma quando ero giovane vi assicuro che i miei capelli erano neri e lucidi come il carbone.
La mia pelle era liscia e morbida come una stoffa di seta.
Le dita delle mie mani sono lente e doloranti, ma da giovani erano veloci come saette quando si muovevano sui tasti del pianoforte.
Sì, ero una cantante con una voce melodiosa come il canto dell’usignolo.
Ora dalla mia bocca escono note basse come quelle di una mucca che muggisce, però sono ancora furba come una volpe e curiosa come una scimmietta.
2 Descrivi una persona utilizzando le similitudini.
Titolo
I dati dinamici
Nelle descrizioni anche i movimenti, cioè i DATI DINAMICI , possono essere descritti utilizzando le SIMILITUDINI e i PARAGONI
1 Leggi due volte il testo.
Ero sdraiato sull’erba del prato.
Girai gli occhi e accanto a me vidi una farfalla. Le sue ali erano colorate come l’arcobaleno, anzi come la tavolozza di un pittore.
Volava leggera: assomigliava a una piuma trasportata dal vento.
Le sue ali accarezzavano l’aria come un leggero soffio di vento.
Arrivò vicino a un fiore. Danzò intorno a lui.
Sembrava una ballerina agile e armoniosa.
Poi stese le sue zampette sottili come fili di seta e si posò sui petali.
Chiuse le ali come le pagine di un libro.
2 Descrivi un gatto utilizzando anche le similitudini nei dati dinamici.
Titolo UNA FARFALLA
1
Arricchire un testo con le riflessioni personali
Arricchire un testo con le RIFLESSIONI PERSONALI vuol dire esprimere il proprio parere o il proprio pensiero su fatti o avvenimenti che riguardano noi stessi e oppure altre persone.
Scrivi sul quaderno un testo seguendo la scaletta e gli spunti suggeriti tra parentesi.
COMPITI A CASA
• I compiti secondo me sono… ( Dai una definizione di compito.)
• I compiti possono essere di vario tipo. Ad esempio, in famiglia io ho il compito di… (Spiega qual è un compito che ti è stato affidato e quando devi svolgerlo.)
• A me questa faccenda… (Scrivi se ti piace o no e motiva il perché. È stato affidato qualche compito a qualche altro tuo familiare? Spiega se ritieni equilibrata o non equilibrata la suddivisione dei vostri compiti. Anche se sei figlio unico/figlia unica, spiega quale compito assegneresti volentieri a un fratello o a una sorella.)
• Io so che è giusto che in casa ognuno di noi si occupi almeno delle proprie cose, ma… ( Esprimi il tuo parere sul fatto che vorresti scegliere tu il momento in cui adempiere al tuo compito e quali sono le tue motivazioni.)
Spesso non abbiamo il coraggio di esprimere le nostre opinioni perché abbiamo paura che chi ascolta o chi legge non sia d’accordo con noi. Esprimere il proprio pensiero è un diritto, anche dei bambini. L’importante è farlo in modo educato, convincente.
È anche importante ascoltare il pensiero degli altri ed essere disposti a rivedere le proprie posizioni se ci si rende conto di non essere nel giusto.
Arricchire un testo con i dialoghi
I DIALOGHI riportano le battute che si scambiano i personaggi. Rendono il racconto più avvincente.
1 Completa il testo inserendo sequenze dialogiche.
GLI OGGETTI DELLA SCRIVANIA
Che trambusto tra gli oggetti della scrivania!
Rita, la matita, si lamenta in continuazione. Ripensa a quando era nel negozio della cartolaia e aveva una bella punta aguzza. Ora invece è corta è mangiucchiata.
Per questo borbotta: –
Dino, il temperino, deve girare in continuazione e, per questo, soffre di grandi mal di testa. Così si lagna: –
Iole, la gomma, si lamenta perché la sua pelle bianca e liscia è diventata nera e si squama: –
Nello, il righello, è invidiosissimo delle forbici, potenti e muscolose.
Brontola: –
A questo punto è il quaderno che si lamenta tra sé perché è convinto di essere quello che soffre più di tutti: le orecchie, la colla, il solletico delle matite, le cancellature…
Dice: –
Arricchire un testo
1 Ora sai come si può arricchire un testo. Metti in pratica ciò che hai imparato. Utilizza le indicazioni che trovi tra parentesi.
INCONTRO STRAORDINARIO
È giovedì pomeriggio, giornata dedicata alla spesa dalla famiglia Sprizzi. Mauro, come al solito, non è entusiasta. Per lui, che ha dieci anni e ha sempre tante cose da fare, il tempo trascorso al supermercato è una noia mortale.
(Inserisci una sequenza riflessiva: che cosa pensa Mauro? Che cosa preferirebbe fare?)
Mauro non può evitare questo impegno: anche lui, come tutti in famiglia, deve dare una mano.
Però oggi sarà una giornata molto speciale, anche se lui ancora non lo sa. Proprio nel momento in cui stanno entrando, nel grande parcheggio del supermercato, atterra una macchina rotonda, da cui esce uno strano personaggio: sembra un vero extraterrestre. (Descrivi il personaggio.)
Tutti i presenti applaudono, convinti che sia una trovata pubblicitaria ben riuscita. (Inserisci una sequenza dialogica in cui i genitori di Mauro commentano l’accaduto.)
Quello strano essere si avvicina a Mauro. (Inserisci una sequenza dialogica in cui il personaggio si presenta dicendo di essere un extraterrestre e chiede a Mauro informazioni sul luogo in cui è arrivato; Mauro gli spiega che si trovano nel parcheggio di un supermercato.)
(Scrivi il nome dell’extraterrestre.) è molto incuriosito da quel luogo. Per questo si offre di accompagnare Mauro a fare la spesa. Vivrà una nuova esperienza.
(Inserisci una sequenza narrativa per raccontare che cosa fanno i due nuovi amici tra gli scaffali del supermercato.)
(Conclusione.)
INTELLIGENZA
VISIVA
Disegna l’extraterrestre in modo da riportare tutti i particolari della descrizione che hai fatto.
Correggere un testo
Dopo aver scritto un testo, occorre rileggerlo con attenzione per correggere…
gli errori di ortografia
1 Sottolinea gli errori di ortografia, poi scrivi le parole in modo corretto.
Domani andro in piscina con il mio amicho Omar.
Saremo inpegniati nella gara di nuoto per la vine del corso.
gli errori di punteggiatura
2 Correggi gli errori di punteggiatura inserendo in rosso i segni corretti.
Chi sarà il vincitore! Siamo tutti e due, molto bravi, ci siamo impegnati tanto durante tutto l’anno Stella la nostra istruttrice ci ha fatto, lavorare tanto ma le sue lezioni erano anche molto divertenti. Comunque vada sarà bellissimo.
la concordanza nell’uso dei verbi
3 Sottolinea gli errori nella concordanza e nell’uso dei verbi, poi scrivi la forma corretta.
Quando mi sono iscritto al corso sono proprio imbranato. Ho paura di nuotare dove l’acqua era alta. Non avrei mai creduto di poter partecipare a una gara come faccio domani.
le ripetizioni
4 Sottolinea le ripetizioni e riscrivi sul quaderno in modo corretto usando pronomi o avverbi. Il mio amico Omar mi ha convinto a iscrivermi a nuoto. Il nuoto a me non piaceva. Io ho accettato la proposta di Omar solo perché Omar è stato molto convincente. Sono andato la prima volta in piscina molto dubbioso, ma in piscina ho scoperto che ci si può divertire.
La revisione di un testo
Fare la REVISIONE di un testo vuol dire controllare che:
• ciò che hai scritto sia attinente alla traccia ;
• le frasi siano chiare , con sufficienti informazioni e collegate tra loro;
• sia rispettata la successione logica e temporale dei fatti;
• sia sempre chiaro il soggetto delle frasi.
1 Questo è un testo in cui l’insegnante ha evidenziato alcuni errori e ha dato dei suggerimenti. Copialo sul quaderno, facendo la revisione.
DOV´È IL PACCHETTO?
Ieri è arrivata nonna Lilli, che abita a Milano. *
La nonna mi porta sempre un regalo: un giocattolino o un libro.
Io g ioco s empre con l a p ista d elle a utomobiline c he mi h a regalato l o zio. *
Questa volta però la nonna non aveva in mano nessun pacchetto.
Io s arò c urioso d i s apere s e l ’ h a d imenticato o non mi e ro meritato nulla. *
* Mi ha detto che probabilmente il pacchetto era nella valigia.
Mia sorella non si sbagliava. La nonna ha aperto la valigia e mi ha dato il giocattolo che desideravo tanto.
* Nella vetrina del negozio di giocattoli era vicino a un puzzle.
* aggiungi qualche informazione per spiegare perché la nonna è venuta a trovarvi, da quanto tempo non la vedevi, qual è stata la tua reazione quando è arrivata.
* questa informazione non ha attinenza con l’argomento del testo.
* questa frase è poco chiara; la concordanza dei tempi è sbagliata.
* manca il soggetto.
* questa frase non è ben collegata alla precedente.
Come descrivere una persona
La DESCRIZIONE DI UNA PERSONA può essere fatta:
• in prima persona , cioè chi scrive descrive se stesso/a;
• in terza persona , cioè l’autrice/l’autore descrive una persona diversa da sé.
Per fare una descrizione oggettiva di una persona, ti devi concentrare sul suo aspetto fisico e sui tratti particolari del suo carattere
Puoi parlare anche delle sue abitudini e delle sue preferenze
ASPETTO FISICO
Altezza e corporatura alto/a, basso/a e proporzionato/a, magro/a, rotondetto/a, paffutello/a, robusto/a, gracile...
Viso paffuto e rotondo, magro e scarno, solcato da rughe, con la pelle scura che sembra cotta dal sole, con la pelle chiara come la porcellana, con la pelle olivastra come una perenne abbronzatura, con la barba folta e trascurata, con la barba corta e curata...
Capelli lunghi, morbidi come fili di seta, ricciuti come il pelo di una pecorella, sempre arruffati, colore del grano maturo, scuri come il carbone...
Occhi piccoli, dolci e ridenti, vispi e attenti a ogni cosa, scuri e penetranti, azzurri come due gocce d’acqua, appesantiti dal sonno, pronti a mostrare stupore, con lo sguardo sincero, con espressione arrabbiata, sfuggenti...
Bocca sempre sorridente, con le labbra sottili, con le labbra carnose, con piccoli denti bianchissimi, con grandi denti, sempre aperta per ridere e scherzare...
Che cosa gli/le piace o non piace cibi, attività scolastiche, sport, animali, giochi…
Abitudini che cosa fa di solito a scuola, a casa, nel tempo libero…
Descrivi un amico o un'amica
1 Leggi due volte ogni testo.
GIORDANO
Giordano aveva uno sguardo curioso, occhi sempre attenti, con una zazzera che gli ballava sulla fronte. Aveva i capelli arruffati e scomposti, già due minuti dopo essere stati pettinati, così come due minuti dopo essersi cambiato, sulla maglietta e sui pantaloni aveva già una mezza dozzina di macchie.
Era un gran giocherellone. Pieno di fantasia per dono di natura, si riforniva in abbondanza con i suggerimenti di film o di cartoni animati, al punto che, nei suoi giochi, viveva una continua atmosfera da guerre stellari.
Si fabbricava straordinarie navi spaziali con le costruzioni, con la carta, con i tappi di sughero e le cannucce per le bibite: occorrendo, con la fantasia, trasformava in astronave se stesso, o almeno la sua mano grassottella.
Gianni Padoan, Morgan il gatto, Piccoli
MI DESCRIVO
Sono più alta degli altri compagni e sono anche piuttosto snella. Ho i capelli lunghi, ricci e biondi. I miei occhi, grandi e chiari, hanno un’espressione allegra, perché sono quasi sempre contenta.
Sono un po’ vanitosa e, quando ho del tempo libero, amo travestirmi con i vestiti di mia mamma.
I miei fratelli mi prendono in giro per una caratteristica fisica un po’ curiosa: ho due denti un po’ sporgenti; per questo mi chiamano “coniglietto”. Le mie mani sono abbastanza grandi e affusolate. Le mie gambe sono scattanti.
Caterina Roberto Garofalo - Graziella Roccetti di Camillo, Scrivere bene - Scrivere meglio, Nicola Milano Editore
Ora sul quaderno descrivi una tua amica o un tuo amico, prendendo spunto dalle letture e utilizzando gli schemi di pagina 20.
L’ordine spaziale
Nella DESCRIZIONE , per rispettare l’ORDINE SPAZIALE , devi procedere con metodo: per esempio dal generale al particolare, dall’alto al basso, da sinistra a destra, da vicino a lontano o viceversa…
1 Leggi due volte il testo.
LA MIA CASA
L‘appartamento dove ho cominciato ad abitare a tre anni era situato al piano terra: si entrava dal cortile e dietro c’era l’orto-giardino. Le stanze erano situate a sinistra e a destra dell’anticamera d’ingresso. A sinistra c’era la cucina con un grande camino, la stufa, i fornelli del gas. Oltre alla cucina, che aveva una porta che comunicava con il giardino, c’era la “saletta” che funzionava da sala da pranzo e da soggiorno. A destra dell’anticamera c’erano le stanze da letto poste una a fianco dell’altra: per entrare nella camera da letto dei miei genitori si doveva passare da quelle in cui dormivamo mia nonna e io.
La stanza di mamma e papà aveva un’altra uscita in quella di mio fratello, nella quale si poteva entrare anche dalla “sala grande”, dove c’erano un divano, alcune poltrone, molte sedie e gli scaffali della libreria. La stanza da letto di mio fratello portava nel gabinetto ed era obbligatorio passarci se dovevamo soddisfare i bisogni corporali.
C’era anche una stanza da bagno con la vasca e la doccia.
La “sala grande” aveva un’enorme vetrata che dava sul giardino, al quale si accedeva da una porta-finestra più piccola: la sala era freddissima e per poterci stare dentro senza rabbrividire era necessario accendere la stufa almeno un giorno prima.
Durante l’inverno la “saletta” era l’unica stanza riscaldata della casa.
Le stanze da letto erano sempre fredde perché, si diceva, era più igienico dormire in un ambiente del genere.
Roberto Denti, Il ragazzo
Descrivi la tua aula
Per DESCRIVERE AMBIENTI e LUOGHI in modo completo e dettagliato devi utilizzare gli indicatori spaziali
Puoi procedere in questi modi:
• descrivi il luogo in modo globale e poi nei particolari ;
• segui un ordine: destra-sinistra , vicino-lontano, alto-basso o viceversa…
1 Scrivi un testo descrittivo seguendo la scaletta proposta.
SCALETTA
1. A quale piano dell’edificio è situata la mia aula.
2. In quale punto del corridoio.
3. Quale forma ha.
4. Com’è il pavimento.
LA MIA AULA
5. Come sono sistemati i banchi.
6. Dove si trova la cattedra.
7. Su che cosa si affacciano le finestre.
8. Com’è la lavagna.
9. Quali addobbi ci sono.
I dati sensoriali
Per DESCRIVERE un AMBIENTE , esterno o interno, puoi utilizzare:
• dati visivi: dimensioni, forme, colori, luci, posizioni;
• dati olfattivi: profumi e odori;
• dati uditivi : rumori, voci, versi;
• dati tattili : materiali, superfici, temperature…
• dati gustativi: sapori (dolci, amari)…
1 Leggi due volte il testo.
LA CASA SULLA COLLINA
Casa Riddle si trovava sulla collina che dominava il villaggio. Alcune delle finestre erano inchiodate, al tetto mancavano delle tegole e l’edera cresceva incolta sulla facciata.
La porta principale di Casa Riddle non sembrava forzata, e nemmeno le finestre.
Frank raggiunse il retro della casa e arrivò a una porta quasi completamente nascosta dalla verde e folta edera. Estrasse la vecchia chiave un po’ arrugginita, la infilò nella toppa e aprì la porta senza far rumore.
Si ritrovò nella cucina tenebrosa. Frank, anche se era buio pesto, si ricordava dov’era la porta che si apriva sull’ingresso.
Vi si diresse a tentoni, sfiorando con le mani le pareti ruvide, le narici piene dell’odore dell’abbandono, le orecchie tese a cogliere qualunque rumore di passi o voci provenisse da sopra.
Raggiunse il vasto ingresso, un po’ più illuminato grazie alle ampie finestre che si trovavano ai due lati dell’entrata, e prese a salire le scale, benedicendo lo spesso strato di polvere che ricopriva la pietra, perché smorzava il rumore dei suoi piedi.
Di sopra, Frank voltò a destra: alla fine del corridoio c’era una porta socchiusa e una luce intermittente brillava attraverso la fessura, disegnando una lunga lama d’oro sul pavimento nero. Frank si avvicinò. Da quella distanza riusciva già a vedere uno spicchio della camera. Nel camino il fuoco era acceso.
Joanne Kathleen Rowling, Harry Potter e il calice di fuoco, Salani
Descrivi una pasticceria
Nella DESCRIZIONE di un AMBIENTE ogni dato può essere arricchito da aggettivi che rendono chiara e completa la descrizione.
1 Scrivi un testo descrittivo utilizzando i dati sensoriali e seguendo la scaletta proposta.
SCALETTA
1. Descrizione dell’esterno: la vetrina, l’insegna.
2. Descrizione dell’interno: il banco, la merce esposta sugli scaffali.
3. Descrizione del colore e delle forme dei dolci (dati visivi).
IN PASTICCERIA
4. Descrizione dei profumi (dati olfattivi).
5. Descrizione di ciò che hai ordinato, per esempio la tazza di cioccolata calda, la torta… (dati visivi, olfattivi, tattili e gustativi).
Se vuoi fare una descrizione soggettiva, aggiungi le tue impressioni. Utilizza anche similitudini e paragoni che sottolineino le caratteristiche di ciò che stai descrivendo.
La descrizione di un oggetto
Nella DESCRIZIONE DI UN OGGETTO si utilizzano i dati sensoriali e le similitudini
1 Leggi due volte il testo.
EDWARD
Una volta, in Inghilterra, a Londra, in una casa di Egypt Street, c’era un coniglio fatto quasi interamente di porcellana: braccia, gambe, testa, corpo e naso. Dentro le braccia e le gambe aveva uno scheletro di filo di ferro che permetteva a gomiti e ginocchia di porcellana di piegarsi senza difficoltà: così i movimenti del coniglio erano facili e agili. Aveva le orecchie di vero pelo di coniglio.
Sotto il pelo c’erano robusti fili di metallo pieghevole: così le orecchie potevano assumere posizioni diverse. Ogni posizione poteva esprimere l’umore del coniglio: allegro, stanco, annoiato…
Anche la sua coda era di vero pelo di coniglio ed era vaporosa e soffice come una nuvola.
Il coniglio si chiamava Edward Tulane. Era alto 90 centimetri circa, dalla punta delle orecchie alla punta delle zampe. Aveva occhi dipinti di un azzurro vivo e penetrante. Edward era convinto di essere un personaggio fantastico. Soltanto i baffi non gli piacevano: anche se erano lunghi ed eleganti, Edward pensava che non fossero affatto baffi di coniglio.
La padroncina di Edward era una bambina bruna, di dieci anni circa: si chiamava Abilene Tulane ed Edward le piaceva molto.
Kate DiCamillo, Lo straordinario viaggio di Edward Tulane, Giunti Junior
Descrivi un oggetto
Nella DESCRIZIONE DI UN OGGETTO tieni presente questi punti:
• dove si trova ;
• com’è toccandolo, guardandolo, annusandolo…;
• di quale materiale è fatto;
• per che cosa viene usato.
1 Osserva con attenzione uno di questi oggetti e descrivilo aiutandoti con la traccia indicata sopra.
Se vuoi, puoi anche scrivere una tua riflessione personale per concludere il testo.
Titolo
La struttura del testo
Ricorda che quando scrivi un testo devi rispettare questa STRUTTURA :
• introduzione: devi presentare in linea generale l’argomento che andrai a trattare oppure la situazione iniziale di un fatto;
• svolgimento: è la parte in cui tratterai in modo esauriente l’argomento proposto dal titolo;
• conclusione: è la parte in cui termini la narrazione, anche utilizzando riflessioni tue o dei personaggi.
1 Aiutati con le immagini e i suggerimenti e annota le idee che ti vengono in mente rispondendo brevemente alle domande. Poi scrivi il testo sul quaderno.
Spiega chi sono i personaggi, che cosa stanno facendo e come mai si trovano in quel luogo. Si aspettano di fare un incontro?
SVOLGIMENTO
Chi incontrano i bambini? Dov’è? Com’è? Descrivi il gatto.
Che cosa fanno i bambini? Come reagisce il gattino? Che cosa pensano i bambini?
Che cosa ha fatto la bambina? Perché ha messo la felpa nel cestino?
Come reagiscono i genitori? Perché? ........................................................................................................................................................................
CONCLUSIONE
Come sono riusciti i bambini a convincere i genitori? Che cosa è cambiato?
Scrivi un racconto di fantascienza
1 Scrivi un racconto di fantascienza arricchendo le frasi-chiave che formano la scaletta.
Emma e Joao sono sull’ottovolante,
Emma e Joao atterrano su un pianeta sconosciuto.
Due piccoli esseri accompagnano Emma e Joao nella loro scuola.
L’insegnante sta parlando di uno strano pianeta: la Terra.
Emma e Joao spiegano com’è la Terra.
Emma e Joao tornano a casa, ma si terranno in contatto con i nuovi amici.
2 Rileggi il tuo lavoro e, se necessario, correggilo.
Scrivi un racconto giallo
Un RACCONTO GIALLO può essere scritto con le immagini delle scene principali, arricchite con dialoghi e didascalie
In questo caso è un testo misto
1 Completa la storia scrivendo i dialoghi nei fumetti o le didascalie.
L´ISPETTORE FIUTO
Io ho visto un uomo scappare con il violoncello: ve lo descrivo.
Nella stazione di polizia giunge la notizia che è stato rubato il violoncello di Tito Spar.
Una testimone dice che
L’Ispettore Fiuto riconosce che È l’attore Gigi Sorriso.
Vado a prendere una pila.
Qualcosa blocca il passaggio.
È la prima volta che lo vedo. Deve averlo portato mio fratello!
L’ispettore Fiuto va nell’appartamento dove Gigi abita con suo fratello. In casa è buio pesto.
Sei tu il ladro. Sapevi che c’era il violoncello e perciò anche al buio non sei inciampato.
Mentre Gigi
Jürg Obrist, Le indagini dell’Ispettore Fiuto e di Meg Cetriolo, Piemme
Scrivi un racconto horror
Nella scrittura di un RACCONTO HORROR devi arricchire la scaletta con descrizioni di luoghi e persone che creino suspense, elemento indispensabile per coinvolgere chi legge, usando un linguaggio che incuta paura e orrore
Questo è un castello che potrebbe comparire in una fiaba o in un testo realistico.
Questo è lo stesso castello “trasportato” in un racconto horror.
Quali aggettivi puoi usare in una descrizione per suscitare terrore?
(Descrivi il rumore sinistro che fa la porta aprendosi.)
(Descrivi l’odore che proviene dalla porta aperta.)
(Descrivi l’ambiente che Andrea vede al di là della porta.)
Scrivi un racconto umoristico
Nella scrittura di un RACCONTO UMORISTICO è importante utilizzare un linguaggio adatto e particolare. Sono utili le descrizioni di situazioni buffe , la presenza di equivoci e giochi di parole
1 Osserva le vignette e completa il racconto umoristico.
È UN GRANDE GIALLO!
Il signor Gastone è andato al mercato a fare la spesa. (Inserisci una brevissima descrizione per far capire che Gastone talvolta cade in buffi equivoci. Per descriverlo puoi usare espressioni come ad esempio: capire fischi per fiaschi, cadere dal pero…)
Mia moglie mi ha detto di comprare un frutto, ma non ricordo il nome. È grande e giallo.
No! Non ha capito proprio! Non devo fare lavori in casa! Un limone!
No! Non voglio una grossa mela! Un melone!
Questo è un melone!
Finalmente, ci siamo capiti! Come faccio a sapere se è ben maturo?
Lo deve premere a un’estremità.
Ma non così forte!
Il signor Gastone arriva a casa con il melone spiaccicato. ( Inventa un finale scrivendo la reazione della moglie. )
INTELLIGENZA
Immagina e disegna la reazione della moglie del signor Gastone. VISIVA
Scrivi un racconto storico
Per scrivere un RACCONTO STORICO occorre conoscere il periodo storico che farà da sfondo. In particolare:
• i fatti accaduti ; • il quadro di civiltà ; • i personaggi vissuti
Nell’immagine qui sotto vedi alcuni bambini spartani che vengono addestrati a diventare guerrieri. Lisandro è uno di loro. Ha otto anni. Da un anno vive con i suoi coetanei in un edificio militare.
BAMBINI A SPARTA
1 Scrivi in terza persona un breve racconto storico seguendo questa scaletta:
• presenta Lisandro;
• parla di una sua giornata;
• scrivi le sue riflessioni quando vede i suoi compagni più grandi partire per la guerra.
Titolo:
BAMBINI
A ROMA
2 Il bambino che gioca in mezzo alla strada si chiama Marco Tullio. Mettiti nei suoi panni. Scrivi in prima persona un breve racconto storico seguendo questa scaletta:
• Marco Tullio si presenta;
• che cosa sta facendo in questo momento;
• che cosa succede attorno a lui.
Titolo:
Scrivi un testo argomentativo
Quando esprimi una tua opinione favorevole su un fatto devi:
• esporre in modo chiaro la tua tesi ;
• sostenerla con valide argomentazioni .
A volte, però, su alcuni argomenti si possono esporre tesi contrarie
a quelle di altre persone. Anche in questo caso devi:
• esporre la tua opinione su quell’argomento;
• argomentare in modo chiaro la motivazione per cui sei contrario/a alla tesi di chi sta parlando.
1 Esprimi un parere favorevole a queste tesi.
Usare il casco in bicicletta.
Chiudere sempre
i rubinetti dell’acqua dopo averla usata.
Non dire parolacce.
2 Esprimi la tesi contraria e argomenta.
Perché ti lavi le mani?
Mangiando te le sporcherai ancora!
Più il gioco è pericoloso, più mi diverto!
Io mi diverto a far scappare i piccioni al parco!
Litigare fa bene!
La lista delle idee e la scaletta
Pensando a un argomento ti possono venire diverse idee . Scegli quelle che rappresentano nel modo più chiaro il tuo pensiero su questo argomento.
1 Immedesimati con uno dei personaggi rappresentati e scrivi tutte le idee che la situazione scelta ti suggerisce.
2 Rileggi la lista delle idee. Scarta quelle che non sono coerenti con l’argomento. Organizza in modo logico e cronologico le idee che sono rimaste per fare la scaletta che ti servirà per scrivere un testo.
Ricordati di arricchire sempre i testi con sequenze descrittive, dialogiche, riflessive.
Un ricordo
1 Pensa a un ricordo e scrivi nello schema le idee che ti vengono in mente.
Quale ricordo vuoi condividere: piacevole o spiacevole?
2 Rileggi le idee e cerca di dare un ordine logico e cronologico. Ricorda che devi eliminare:
• le idee che non sono attinenti alla traccia; • le idee ripetute; • le idee che sono in contraddizione.
3 Segui la scaletta e scrivi il testo sul quaderno.
• Dai un titolo che faccia capire di che cosa parlerai.
• Introduzione: introduci il testo con una tua riflessione personale.
• Svolgimento
A quando si riferisce questo ricordo?
Dov ’eri?
Con chi eri?
Perché eri lì?
Che cosa è successo?
Come si è concluso?
• Conclusione: scrivi una tua riflessione finale.
Vorrei...
1 Leggi le tracce e scrivi tutte le idee che ti vengono in mente.
È UN DESIDERIO CHE SI PUÒ AVVERARE ADESSO
• Di che cosa si tratta?
• Che cosa deve accadere perché possa avverarsi?
• Chi ti può dare una mano per fare in modo che si avveri?
• Che cosa stai facendo tu perché si possa avverare?
È UN DESIDERIO CHE RIGUARDA LA TUA VITA FUTURA
• Racconta di che cosa si tratta.
• Spiega che cosa ti ha portato a questo desiderio.
• Spiega come sarai tu se questo desiderio si realizzerà.
• Hai parlato con qualcuno di questo tuo desiderio? Hai ricevuto qualche consiglio?
2 Ora stendi le due scalette ordinando le idee.
Dall’immagine al testo
1 Descrivi ciò che vedi e parla delle emozioni che ti suscitano questi quadri.
2 Prova a inventare una storia prendendo spunto da uno di questi quadri e scrivila sul quaderno.
2 A che cosa possono assomigliare questi oggetti? Scrivi una similitudine. Segui l’esempio.
Le ali delle farfalle sembrano una tavolozza di colori che vola sul prato.
Le nuvole
I fiori
Il gatto ...................................................................................................................................................................................................................................................................
Il sole
3 Ora trasforma le similitudini in metafore. Segui l’esempio.
Le ali delle farfalle, una tavolozza di colori che vola sul prato.
Le nuvole
I fiori ................................................................................................................................................................................................................................
Il gatto
Il sole
L’onomatopea
1 Usa la tua fantasia e le indicazioni tra parentesi per completare le poesie inserendo onomatopee e rime.
Nel prato un verde grillo
salta, salta, tutto ....................................................................................
(Inserisci l’onomatopea)
(Completa il verso in rima con la parola sottolineata.)
Nello stagno la vecchia rana
cerca invano la sua
Tra le foglie il topolino
fa spuntare il suo
(Inserisci l’onomatopea)
(Completa il verso in rima con la parola sottolineata.)
(Inserisci l’onomatopea)
(Completa il verso in rima con la parola sottolineata.)
L’anafora
2 Completa la poesia usando l’anafora, cioè la parola che si ripete.
Se fossi un giocattolo, sarei un trenino
se un uccello, volerei sopra le montagne
se un libro, ti farei volare con la fantasia
se una nuvola,
se se ..............................................................................................................................................................................................................................................................
se se
Come si scrive un testo
La parola “testo” deriva dal latino textum, che significa “intrecciato”: per fare un buon testo occorre quindi intrecciare abilmente più fili, proprio come per ottenere un buon tessuto. Ecco il “telaio” che ti aiuterà sempre a “tessere i tuoi testi”.
PIANIFICAZIONE E IDEAZIONE
1. TITOLO O TRACCIA: l’argomento di cui vuoi o devi parlare.
4. SCALETTA O SCHEMA: ordina in modo logico e cronologico le tue idee; scarta quelle poco importanti o non coerenti con l’argomento.
IL MIO TESTO
LISTA DELLE IDEE: raccogli per punti tutte idee che ti vengono in mente sull’argomento.
RIASSUNTO
50 Dal testo al riassunto
51 Le sequenze narrative
52 Le sequenze nel riassunto
Lo smontaggio: le frasi-chiave
riassunto: CHE COSA VUOL DIRE?
62 Lo smontaggio: le frasi-chiave
64 Dividere un racconto in sequenze
66 Le parole-legame
68 Lo smontaggio e il riassunto
70 Trovare le sequenze importanti
72 Buone vacanze!
Se impari a riassumere, impari a trovare i fatti principali. Questo è fondamentale per imparare a progettare un testo.
riassumere “spogliare” il testo di ciò che non è fondamentale per capire la trama. testo smontaggio riassunto
Dal testo al riassunto
Fare un riassunto vuol dire ESPORRE in modo breve , chiaro ed esauriente un racconto più lungo. Il percorso del riassunto procede per tappe.
Leggi più volte il testo per comprendere bene la trama .
Vedi nella tua mente la trama del brano letto, come se fossero scene di un film.
Fissa l’attenzione sui fatti principali che accadono. Devi capire l’ordine cronologico dei fatti, cioè che cosa avviene prima, in seguito, dopo ancora, poi, infine.
Dividi il brano in sequenze, cioè in parti brevi che descrivono le azioni che si susseguono.
Elimina tutte le sequenze descrittive , riflessive e quelle che contengono fatti non importanti
Fai lo smontaggio del racconto: per ogni sequenza narrativa rimasta, scrivi la frase-chiave Ricordati di NON usare il discorso diretto.
Collega le frasi-chiave usando i connettivi logici e gli indicatori temporali .
Le sequenze narrative
Le SEQUENZE possono essere narrative , riflessive , descrittive o dialogiche .
1 Leggi due volte il racconto. Poi colora in le barre che racchiudono la sequenza descrittiva e quelle riflessive e in quelle che racchiudono le sequenze narrative e quella dialogica.
HO VISTO UN FALÒ
Uri vide un ragazzo uscire dal groviglio dei rami cantando: – La pioggia è molto forte… ho visto un falò. La sua voce aveva una pronuncia e un dialetto tipico degli arabi della zona.
Aveva più o meno dodici-tredici anni, la stessa età di Uri. I suoi vestiti erano leggeri, la testa e le spalle erano avvolte in una tipica kefiah araba grande, rossa, che gli si era appiccicata addosso, zuppa d’acqua.
Uri pensò con una sensazione di sollievo: “Che bello vedere un’anima viva! E addirittura un ragazzo della mia età!”
Uri sorrise per mostrare la sua gioia, ma l’altro lo guardò in un modo strano che raffreddò l’atmosfera. – Se vuoi scaldarti, vieni, avvicinati al fuoco – disse Uri, e invitò lo sconosciuto, suonando con l’armonica. Il ragazzo arabo tremava dal freddo… Piano piano si avvicinò al falò, si tolse la kefiah e la mise ad asciugare al fuoco. Poi si buttò a terra, a sedere vicino a Uri.
A quanto pare la musica piaceva al ragazzo.
Dalia B.Y. Cohen, Uri e Samy, Giunti Junior
2 Se leggi il racconto senza le sequenze descrittive e riflessive, capisci comunque la trama? Sì. No.
Le sequenze nel riassunto
Per fare il riassunto:
• le SEQUENZE DIALOGICHE devono essere trasformate in sequenze NARRATIVE utilizzando il discorso indiretto;
• le SEQUENZE DESCRITTIVE e RIFLESSIVE non servono per capire la trama e, perciò, non vanno considerate
1 Leggi due volte il testo.
IL CANTO INGANNATORE
Odisseo riprese il viaggio per mare e arrivò nei pressi di un’isola rocciosa. Qui abitavano le Sirene.
Queste creature del mare avevano la parte superiore del corpo di donna e quella inferiore di pesce. Cantavano, con la loro voce sottile e suadente, canzoni melodiose per le navi di passaggio.
I marinai rimanevano incantati, lasciavano che la loro nave andasse a sbattere contro gli scogli e morivano affogati.
– Poi tappatevi le orecchie con la cera e toglietela soltanto quando saremo ben lontani dall’isola.
I marinai fecero come Odisseo aveva ordinato e poi si misero a remare perché non sentivano quel canto.
Le Sirene cantavano un canto dolce e ammaliante. Furiose al vedere che la nave continuava ad allontanarsi, si misero a cantare più forte. Non sopportavano che la loro voce venisse ignorata e non attraesse quegli uomini del mare.
Solo Odisseo, che le udiva, rimase ammaliato dal loro canto e prese a dibattersi disperatamente.
– Slegatemi, lasciatemi andare. Mi stanno chiamando, devo raggiungerle! – urlò.
Odisseo urlava, ma i suoi uomini non lo sentivano e continuavano a remare.
Odisseo pensava a quanto dolci erano quelle voci, a quanto gli sarebbe piaciuto raggiungere le Sirene, ma sapeva che questo avrebbe significato la fine sua e dei suoi marinai.
Solo quando furono molto lontani dall’isola delle Sirene i marinai lo liberarono e si tolsero la cera dalle orecchie.
Heather Amery, Miti greci per bambini, Usborne
2 Colora le barre accanto alle sequenze come indicato: sequenza descrittiva; sequenza riflessiva; sequenze dialogiche; sequenze narrative.
3 La sequenza con la parentesi viola è importante per capire la trama del racconto? Sì. No.
4 Trasforma i dialoghi in sequenze narrative.
– Legatemi all’albero maestro – ordinò Odisseo all’equipaggio. – Poi tappatevi le orecchie con la cera e toglietela soltanto quando saremo ben lontani dall’isola.
Odisseo ordinò al suo equipaggio di …………………….........................................…………………….…………………….........................................
– Slegatemi, lasciatemi andare. Mi stanno chiamando, devo raggiungerle! – urlò.
Odisseo
5 Ora sul quaderno scrivi le frasi-chiave. Può aiutarti rispondere alle seguenti domande. Ognuna si riferisce a una sequenza narrativa importante.
• Dove arrivò Odisseo?
• Che cosa facevano i marinai quando sentivano le Sirene?
• Che cosa ordinò Odisseo al suo equipaggio?
• Che cosa fecero i marinai?
• Che cosa urlava Odisseo?
• Che cosa continuarono a fare i marinai?
• Alla fine, che cosa fecero i marinai?
La fabula
Se gli avvenimenti sono narrati in ORDINE LOGICO e CRONOLOGICO, la trama prende il nome di ”
1 Leggi due volte il testo.
LA VECCHINA E LA CONCHIGLIA
In una capanna in riva al mare viveva una donna povera. Per lavorare era troppo vecchia. Riusciva a non morire di fame raccogliendo sulla spiaggia pesciolini, piccoli granchi, conchiglie, quelle che le onde gettavano a riva. Una notte scoppiò un gran temporale. Appena albeggiò, la vecchina non uscì dalla sua capanna. Enormi cavalloni gonfiavano il mare. Mentre raccoglieva i pesciolini, un’onda gigantesca la raggiunse e la coprì completamente.
La povera vecchina non temette che fosse giunta la sua ultima ora e con entrambe le mani si afferrò a qualcosa di duro. Quando l’acqua rifluì, vide che si era attaccata a una grossa conchiglia. “Avrò qualcosa da mangiare” pensò consolata e mise la conchiglia nella cesta.
A casa con un coltello aprì la conchiglia e con sua grande meraviglia vi trovò dentro una bambina: piccola, bellissima e viva. Aveva gli occhi verdi e, al posto dei piedi, una coda di pesce.
Non sapendo che cosa fare, la vecchina non si recò con la conchiglia da un’indovina. L’indovina disse: – È la figlia della regina del mare. Dev’essersi nascosta per paura dei pescecani. Devi riportarla al mare.
La vecchina non portò la sirenetta, dentro la sua conchiglia, sulla riva del mare, la posò su una roccia e si nascose.
Dopo un po’ sentì chiamare. Vide presso la riva una meravigliosa sirena, con lunghissimi capelli che le coprivano il corpo.
– La bimba è mia! – gridò la sirena. – L’ho nascosta nella conchiglia per salvarla dal pescecane che ha ucciso mio marito e vuol costringermi a diventare sua moglie. Poi la sirena pregò la vecchina non di portargliela ogni mattina sulla riva del mare.
In cambio le avrebbe procurato tutto il pesce di cui aveva bisogno.
La vecchina non si tenne la sirenetta nella capanna e ogni mattina la portava sulla riva del mare perché sua madre potesse nutrirla. Quando tornava alla capanna, la sua cesta era sempre piena di pesci fino all’orlo.
La sirenetta crebbe a vista d’occhio e, appena fu grande e forte, sua madre la rivolle con sé. Ma ogni volta che la vecchina non si recava sulla riva, la giovane sirenetta usciva dal mare e le regalava una manciata di splendide perle.
Ricostrusci la fabula numerando le sequenze in ordine logico e cronologico.
Un’indovina disse alla vecchina che la bambina era la figlia della regina del mare e doveva riportarla in mare.
La vecchina riportò la conchiglia in riva al mare.
Nella conchiglia c’era una piccola sirena.
Una donna povera viveva in una capanna e si sfamava con i pesciolini che trovava sulla spiaggia.
Da grande la sirenetta tornò in mare, ma spesso regalava alla vecchina delle perle. Un giorno un’onda travolse la vecchina.
La vecchina per non morire si aggrappò a una grossa conchiglia che poi portò a casa sua.
Una sirena disse alla vecchina che la bambina era sua figlia e chiese di riportargliela ogni mattina.
La vecchina ubbidì e ogni giorno trovava la sua cesta piena di pesci.
L’intreccio
La trama prende il nome di “ INTRECCIO ” se gli avvenimenti sono narrati in un ordine diverso da quello in cui sono accaduti .
In questo caso ci possono essere dei FLASHBACK , cioè la narrazione di fatti avvenuti in precedenza, o dei FLASHFORWARD, cioè la narrazione di fatti che avverranno in un tempo successivo.
Per fare il riassunto devi riordinare i fatti nel giusto ordine logico e cronologico
1 Leggi due volte il testo.
L´AMULETO MAGICO
Diana montò in groppa all’unicorno e sfrecciò nella notte. Rimase senza fiato. Scura come la notte, una sagoma enorme con le ali di pipistrello volava nel cielo e puntava verso di loro.
– Svelto, corri! – gridò Diana a Lampo d’Argento.
Il drago sollevò la testa, sputò una colonna di fuoco e piombò sulla ragazzina. L’afferrò e riprese quota.
Diana urlò con quanto fiato aveva in gola e scalciò. Ma gli artigli si erano chiusi intorno al suo petto, come una cintura d’acciaio. Il drago poi ridiscese in picchiata, afferrò l’unicorno con l’altro artiglio e risalì.
Improvvisamente il drago girò verso destra, poi scese di nuovo in picchiata.
Sollevò le ali e depose Diana e l’unicorno davanti a un’enorme caverna. Bocca di Fuoco emise un verso minaccioso, poi parlò: – Bene! Ecco fatto!
Diana era sbalordita nel sentire che l’animale conosceva la sua lingua. Esitò prima di chiedere: – Che cosa ti ho fatto?
Di nuovo Bocca di Fuoco emise quel terrificante rumore con la gola.
Spiegò che molto tempo prima un uomo aveva rubato il suo cuore e lo aveva conservato in uno scrigno d’oro. Colui che avesse posseduto il suo cuore avrebbe posseduto anche lui e avrebbe potuto chiedergli ciò che voleva.
Quell’uomo aveva ordinato di portarli lassù e lui non poteva fare altro che obbedirgli.
– Chi è quell’uomo? – chiese Diana.
Bocca di Fuoco non parlò. Ma alle sue spalle si udì una voce forte: – Sono io.
L’uomo uscì dalla caverna. Aveva tra le mani uno scrigno d’oro.
Contemporaneamente, con voce forte e chiara disse:
– Dammi l’amuleto. Quando sarà in mano mia comincerà la battaglia finale, e gli unicorni verranno sconfitti.
Diana andò verso di lui, ma un istante prima di raggiungerlo lanciò in aria l’amuleto, che passò sopra la sua testa.
– Che cosa...? – gridò l’uomo facendo una giravolta per afferrarlo. Ma Lampo d’Argento fu più veloce: prese al volo il prezioso gioiello e sparì nel buio.
L’uomo corse all’inseguimento dell’unicorno, poi si fermò e si voltò con uno sguardo allarmato negli occhi.
Troppo tardi. Diana si era impadronita dello scrigno.
Ora il drago avrebbe obbedito a lei.
Bruce Coville, Nella terra degli unicorni, Piemme
2 Colora le barre accanto al testo come indicato: introduzione; svolgimento; flashback; conclusione.
3 Leggi le frasi-chiave. Numerale in modo che sia chiaro l’ordine cronologico in cui sono avvenuti i fatti. Poi completa.
La sagoma è un drago che afferra Diana e l’unicorno.
Diana vede una sagoma mentre viaggia in groppa all’unicorno Lampo d’Argento.
Il drago, Bocca di Fuoco, depone Diana e l’unicorno davanti a una caverna. Il drago deve obbedire agli ordini di un uomo che gli ha rubato il cuore.
Diana lancia l’amuleto in aria.
L’uomo chiede a Diana l’amuleto.
Lampo d’Argento afferra l’amuleto.
Compare l’uomo con lo scrigno che contiene il cuore del drago.
Diana si impadronisce dello scrigno.
L’uomo insegue l’unicorno.
Il drago ubbidirà a Diana.
Il flashback sarà dunque la sequenza n.
Le frasi-chiave
Per ogni sequenza narrativa devi individuare una FRASE-CHIAVE , cioè l’ informazione principale che permette di comprendere qual è l’avvenimento narrato nella sequenza.
Se la narrazione è in prima persona, deve essere cambiata in narrazione in FORMA IMPERSONALE .
1 Leggi due volte il testo. Poi completa le frasi-chiave.
ISABELLA O ISABRUTTA?
Alla mia nascita mio fratello Gianni mi aveva guardata con raccapriccio e aveva sentenziato: – Isabella, questa! Ma guardatela! È Isabrutta, anzi, Isabruttissima!
– Tutti i bambini sono brutti, appena nati – mi consolava mia nonna Isa.
Comunque, nessuno mi chiamò mai Isabella. Ero Isotta, per distinguermi dalla nonna.
Secondo Gianni quel nome mi stava a pennello: ero proprio un’Isotta, grassottella al punto giusto, da mettere in forno.
– Fai finta di non sentire – raccomandava nonna Isa. – Se non gli dai corda, finisce il divertimento. E lui smette.
Il primo giorno di scuola ho rimediato subito un pugno in testa.
Me lo diede Antonio Cioccoloni, il figlio del fornaio.
E pensare che mi era sembrato simpatico, con quel nome che sapeva di cioccolata, il viso tondo, i capelli neri e gli occhi brillanti.
Alla nascita di Isa suo fratello aveva detto che Isabella era
Gianni chiamava Isabella Isotta perché
Il primo giorno di scuola
Mi aveva domandato: – Come ti chiami? – e io subito, credendo che volesse fare amicizia:
– Isa, Isotta – avevo detto.
– Isotta la grassotta – aveva riso lui, con la stessa espressione malandrina di Gianni quando era in vena di dispetti.
Tornando a casa mi ero guardata allo specchio cercando di vedermi con gli occhi degli altri: avevo i denti storti, il naso a patata, i capelli come spaghetti. Pensai a Gianni, con i suoi riccioli bruni e il sorriso perfetto.
Per incominciare dovevo cambiare nome. Come può essere rispettata una che si chiama Isotta? Quando mio fratello mi prese in giro di nuovo, lo graffiai sul collo. Come un gatto.
Lui spalancò gli occhi, stupito. Ma poi rise, e canticchiò chiamandomi: – Isa Osa, la Furiosa... –convinto di farmi arrabbiare.
Invece sorrisi. Quello sarebbe stato il mio nuovo nome di battaglia. Isa Osa, la Furiosa.
E mi sarei battuta, alla grande!
Teresa Buongiorno, Io e Sara, Roma 1944, Piemme
Isa dice ad Antonio di chiamarsi
Sequenza
Isa decide Gianni la e Isa
Gianni la chiama
Isa decide di chiamarsi
Lo smontaggio: le frasi-chiave
Fare lo SMONTAGGIO di un racconto vuol dire DIVIDERLO IN SEQUENZE e SCRIVERE LE FRASI-CHIAVE delle sequenze importanti che indicano gli avvenimenti necessari per capire la trama .
1 Leggi due volte il testo. Poi scrivi le frasi-chiave per fare lo smontaggio, rispondendo alle domande.
JEREMY
La fabbrica abbandonata era fresca e polverosa. Dal cancello principale si accedeva a un ballatoio sospeso. Un luogo immenso e desolato. Sulle pareti correvano travi d’acciaio che reggevano gru e altri macchinari in disuso. Le finestre erano grandi vetrate con le grate. Molti vetri erano rotti. Nessuno aveva più messo piede lì dentro da anni.
Jeremy decise di esplorare il pianoterra di quella fabbrica abbandonata
Iniziò a gironzolare nel capannone dismesso, alla ricerca di qualcosa di interessante.
Poi si accorse di un semplice container metallico, azionato da un dispositivo che penzolava appeso a un filo della scatola dei comandi. Solo un pulsante, rosso, per scendere giù.
Aveva trovato un ascensore.
“Chissà dove porta” si chiese Jeremy, e provò a premere il pulsante.
In realtà non credeva che l’ascensore potesse azionarsi sul serio: invece la grata di sicurezza si abbassò e un vecchio motore si mise in funzione.
Che cosa decise Jeremy?
Che cosa trovò?
Che cosa fece e cosa accadde?
Sequenza
Dopo quasi un minuto di discesa nel buio, l’ascensore si arrestò e la grata tornò a sollevarsi. Jeremy si trovò in una stanza . Dal soffitto scendeva un braccio meccanico che reggeva vari schermi televisivi spenti e una tastiera. Davanti agli schermi c’era una comoda poltroncina con una serie di pulsanti sui braccioli. Una postazione di comando. La console di pilotaggio di un’astronave.
Jeremy respirò a fondo e si sedette sulla poltroncina . Il suo peso fece scattare un sensore e d’improvviso gli schermi si illuminarono; sui monitor cominciarono ad allinearsi file di caratteri di un linguaggio di programmazione che
Jeremy non aveva mai visto.
Il proiettore disegnò una sfera che galleggiava nell’aria: una specie di grosso mappamondo, suddiviso in quattro spicchi. – Una mappa – sussurrò il ragazzo, emozionato. Una mappa divisa in quattro settori.
Jeremy Belpois, Il castello sotterraneo, Piemme Junior
In quale stanza si trovò?
Che cosa accadde?
Che cosa disegnò il proiettore?
Lo smontaggio: le frasi-chiave
1 Leggi due volte il testo. Poi scrivi le frasi-chiave per fare lo smontaggio. Ricordati di NON utilizzare il discorso diretto.
JEREMY E MAYA
ACCESSO NEGATO. AGGANCIAMENTO
NECESSARIO, comparve sullo schermo.
– “Agganciamento”? – commentò Jeremy a denti stretti. – A che cosa ti devi agganciare?
PREMERE S PER AGGANCIARE L’AGENTE
– E va bene, – disse Jeremy ad alta voce per farsi coraggio – agganciamolo, allora .
Il suo dito schiacciò il tasto S. Lo schermo diventò di colpo buio.
Jeremy chiuse gli occhi per un istante, spaventato.
Quando li riaprì, vide davanti a sé il volto di una ragazzina.
I capelli a caschetto erano di uno strano colore rosa intenso e ricadevano in una lunga frangia sulla fronte, interrotta ai lati del viso da due bizzarre orecchie a punta, simili a quelle di un elfo.
La giovane aprì gli occhi all’istante. Si guardò intorno, disorientata. Alle sue spalle c’era una parete nera, su cui scorrevano numeri e simboli senza senso, come foglie trasportate dal vento.
Jeremy segue le indicazioni
Sequenza
Davanti a Jeremy
Sequenza
– Dove… mi trovo? – chiese a un certo punto. Poi sembrò guardare dritto verso Jeremy.
– E tu… chi sei?
– Io sono… sono un ragazzo.
– Beh, allora io sono una ragazza, credo. Sai dirmi come sono finita… qui?
Jeremy non sapeva che cosa rispondere e le chiese se non ricordava nulla.
La ragazza scosse la testa sconsolata.
La ragazza spiegò che stava dormendo, ma non sapeva dire da quanto tempo.
Dopo un silenzio imbarazzato, Jeremy decise di presentarsi: – Io mi chiamo Jeremy.
– Jeremy è un bel nome. Mi piace.
Per la prima volta la ragazza abbozzò un sorriso. Poi tornò a rabbuiarsi. – Io non ricordo nemmeno se ce l’ho, un nome.
– Facciamo così – propose Jeremy, dopo averci riflettuto. – Se non sai il tuo nome, lo decido io per te. Che ne dici di Maya?
La ragazza strizzò gli occhi: – Maya. Mi piace.
Maya e Jeremy. Ora siamo amici?
Jeremy pensò che fosse tutto terribilmente strano. Ma senza esitazione rispose: – Certo.
Siamo amici.
Jeremy Belpois, Il castello sotterraneo, Piemme Junior
La ragazza
Jeremy chiede
La ragazza spiega
Jeremy decide di
La ragazza dice
e Jeremy propone
La ragazza
L’ispettore Bracco si offrì di dare il suo aiuto. Faceva parte dei suoi doveri aiutare i cittadini in difficoltà. Non si sarebbe certo tirato indietro. Si avvicinò all’uomo che, inginocchiato accanto alla ruota posteriore destra dell’autovettura, stava riavvitando il tappino sulla valvola della gomma. L’uomo alzò la testa e si voltò verso l’ispettore. Pulendosi le mani con uno straccio, disse: – Ho appena controllato la ruota di scorta ma è sgonfia anche quella. Per cortesia, possiamo usare il suo cellulare per chiamare il gommista?
I nostri sono scarichi entrambi.
– Naturalmente! – rispose l’ispettore. – È in macchina. L’ho lasciato sul sedile, vada pure a prenderlo e faccia le telefonate di cui ha bisogno. L’uomo, mostrandosi calmo e tranquillo, infilò le mani in tasca e si avviò verso la macchina di Bracco. Seguendolo, l’ispettore, con una mossa fulminea, sfoderò la pistola.
Jim Suckach, Le indagini Lampo dell’ispettore Bracco N. 4, Piemme Junior fatti principali.
il testo. Colora la barra delle sequenze a cui si riferiscono.
Il tenente Manetta comunicò all’ispettore Bracco che c’era stata la terza rapina
L’ispettore Bracco, accompagnando a casa la sergente, notò un’automobile ferma.
L’ispettore si fermò e la conducente spiegò che avevano forato.
L’ispettore Bracco si avvicinò all’uomo che stava riavvitando il tappino
L’uomo chiese a Bracco di poter utilizzare il suo cellulare.
Bracco disse all’uomo di andare a prendere il cellulare.
modo da preparare la scena della rapina?
della gomma e si è chiesto perché lo abbia tolto. Forse per far uscire l’aria e sgonfiare lo pneumatico, in
L’ispettore puntò la pistola contro l’uomo. Soluzione del caso: l’ispettore è molto sospettoso perché ha visto l’uomo rimettere il tappino sulla valvola
Le parole-legame
Le PAROLE-LEGAME servono per passare dallo smontaggio al riassunto. Collegando le frasi-chiave si ottiene il RIASSUNTO.
1 Leggi due volte il testo.
LA BUGATTI BLU
In ufficio squillò il telefono. L’ispettore Fiuto sollevò la cornetta e una voce affannata disse: – Buongiorno, sono Vincent Taleggio. Ho bisogno del suo aiuto: mi hanno rubato la Bugatti.
– La Bugatti? – domandò Fiuto stupito.
– Sì, la mia Bugatti blu! Venga, presto! Sono al bar sotto il suo ufficio.
– Ero nel laboratorio al piano terra e avevo lasciato aperta la porta del negozio – raccontò
Vincent all’ispettore che lo aveva raggiunto. Ero così preso dal lavoro che qualcuno deve averne approfittato per salire al primo piano, dove ci sono i giocattoli. All’improvviso ho visto un uomo scendere le scale e correre fuori. Nascondeva qualcosa sotto il cappotto. L’ho inseguito fino a questo bar, dove si è confuso tra la folla ed è sparito. Allora l’ho chiamata direttamente da qui!
Vincent accompagnò Fiuto al negozio e gli mostrò la mensola vuota su cui di solito stava la Bugatti blu, la preziosa automobilina da collezione che era stata rubata.
– La Bugatti era assicurata? – chiese Fiuto a Vincent. – Certo. Tutti i miei oggetti di valore lo sono!
Fiuto lo guardò: – Lei ha mentito, ha fatto finta di essere stato derubato per intascare i soldi dell’assicurazione. Lei mi ha telefonato dal bar, senza verificare prima che cosa avesse rubato il ladro. Quindi la sua storia è completamente inventata!
Jürg Obrist, Le indagini dell’Ispettore Fiuto e di Meg Cetriolo, Piemme
2 Leggi le frasi-chiave per individuare i fatti principali.
Poi utilizzale per dividere in sequenze il testo. Colora la barra delle sequenze a cui si riferiscono.
Il signor Vincent Taleggio denunciò all’ispettore Fiuto il furto di una Bugatti blu.
Il signor Taleggio spiegò che, mentre era nel laboratorio, qualcuno era uscito dal negozio nascondendo qualcosa.
Il signor Taleggio aveva inseguito il ladro e poi aveva telefonato a Fiuto.
L’ispettore Fiuto venne a sapere che la Bugatti era assicurata.
L’ispettore Fiuto disse che Taleggio aveva mentito per truffare l’assicurazione.
L’ispettore Fiuto spiegò che Taleggio, avendo telefonato dal bar, non poteva sapere che cosa gli era stato rubato perché non era salito a controllare.
3 Fai il riassunto collegando le frasi-chiave con le parole-legame.
Puoi scegliere tra i seguenti connettivi logici e indicatori temporali. per telefono • per concludere • in negozio • allora • continuando • immediatamente
Lo smontaggio e il riassunto
1 Leggi due volte il testo.
LELE E LO SPAVENTAPASSERI
Lele rallentò il passo. Raramente andava così lontano da casa, e soprattutto mai da solo. Però conosceva bene il paese e la sua campagna. Si guardò attorno.
Gli alberi erano vecchi e alti, ormai spogli dei frutti. C’era ombra. Avrebbe dovuto dargli piacere, dopo la violenza del sole: però gli sembrava troppo scura, troppo fredda… non capiva che cosa fosse, ma c’era qualcosa di strano che non andava. Si fermò. Solo silenzio. Non c’era un alito di vento a far frusciare le foglie, non c’era il concerto delle cicale, non cantavano gli uccelli. Un silenzio profondo, nella campagna deserta. Non si vedeva anima viva.
Il cuore adesso batteva più forte. Fu allora che lo vide. In mezzo al campo c’era qualcuno, immobile. Sentì il cuore fermarglisi. Uno spaventapasseri.
Riprese a camminare, ma a ogni passo i suoi occhi tornavano su quella figura nera. Gli abiti erano tutti neri, ma neri ed enormi sembravano anche i suoi occhi. Lele accelerò di nuovo il passo. Di nuovo si girò a guardare l’uomo di paglia: e di nuovo il cuore gli sferrò una martellata alle costole e alle tempie… Era più vicino. I suoi occhi adesso si vedevano meglio, erano grandi davvero, e neri, neri come due buchi senza fondo.
Cominciò a correre. Quando tornò a guardare verso lo spaventapasseri, gli sfuggì un urlo strozzato. Il fantoccio nero si muoveva, a balzi brevi e silenziosi, avvicinandosi sempre di più.
Gridò più forte, abbandonò la strada correndo a perdifiato sulle stoppie secche e dure, scorticandosi le caviglie.
Senza rallentare si voltò indietro.
Lo spaventapasseri, a salti lunghi e veloci, aveva guadagnato terreno.
Eraldo Baldini, L’estate strana, Edizioni EL
2 Colora in le barre che indicano le sequenze descrittive.
3 Scrivi le frasi-chiave delle altre sequenze narrative senza tenere conto delle descrizioni.
4 Fai il riassunto collegando le frasi-chiave con le parole-legame. Puoi scegliere tra i seguenti connettivi logici, indicatori temporali ed espressioni. un giorno • allora • voltandosi vide che • angosciato si accorse che
Trovare le sequenze importanti
1 Leggi due volte il testo.
UNA STATUA PER CLELIA
Porsenna, lucumone di Chiusi e dominatore di altre città etrusche, con il suo esercito assediò Roma.
Le vie di accesso alla città erano sbarrate, le provviste di cibo non giungevano dalla campagna.
I consoli radunarono il Senato: – La città è alla fame. Dobbiamo arrenderci, ma Roma non finirà!
In quel periodo storico i trattati di pace prevedevano che gli sconfitti lasciassero ostaggi per il cui riscatto occorreva pagare un prezzo elevato.
È ovvio che tutti gli ostaggi erano patrizi, perché se fossero stati plebei non avrebbero avuto alcun valore.
Ai messaggeri che comunicavano la resa, Porsenna intimò: – Tra gli ostaggi che mi porterete ci deve essere Clelia, della gens patrizia Cloelia.
Questa ragazza, però, non si rassegnava a essere prigioniera del nemico. Così studiò un piano per riconquistare la libertà.
Catturò dei cavalli e con alcune compagne fuggì dal campo etrusco: – Cavalcheremo fino al Tevere. Raggiungeremo a nuoto l’altra riva e così ritorneremo a Roma.
Porsenna si sentì beffato e chiese che la fuggitiva, che aveva osato offenderlo, gli fosse restituita.
I Romani acconsentirono perché dovevano rispettare i patti e così onorare il nome di Roma. Il lucumone etrusco pensò: “Quella ragazza è veramente coraggiosa: in cuor mio devo proprio ammetterlo”.
La restituzione di Clelia aveva sancito la sua superiorità e ora poteva concedere un gesto di generosità: liberò la ragazza e le sue compagne.
I Romani, a pace conclusa, dettero a Clelia un onore solitamente riservato ai soli eroi maschi: una statua equestre situata in cima alla Via Sacra del Foro.
2 Dividi in sequenze il racconto storico. Considera che ci sono tre sequenze di cui NON dovrai tenere conto per fare il riassunto:
• una sequenza che descrive l’assedio;
• una sequenza che fornisce un’informazione storica non fondamentale per capire la trama;
• una sequenza riflessiva.
Segna le tre sequenze con i colori indicati.
3 Per fare lo smontaggio, scrivi le frasi-chiave delle sequenze narrative fondamentali (ricorda di NON utilizzare il discorso diretto).
4 Ora fai il riassunto, collegando le frasi-chiave.
CIAO! Siamo
noi, Alba e Lilli, le autrici. È stato faticoso il percorso di quest’anno?
Qual è il lavoro più difficile che ti abbiamo proposto?
Scrivi il numero di pagina e spiegaci il PERCHÉ . Pagina numero:
Noi abbiamo un AUGURIO da fare a te e da fare a noi stesse. Il prossimo anno inizierai un NUOVO PERCORSO scolastico.
Sarai una “matricola” della Scuola Secondaria di Primo Grado.
(La “matricola” è lo studente/la studentessa che frequenta il primo anno dell’Università. Come vedi anche nell’ultima pagina del tuo testo cogliamo l’occasione per insegnarti qualcosa… non riusciamo proprio a farne a meno!)
Speriamo che tutto ciò che ti abbiamo proposto e che tu hai imparato sia diventato un terreno fertile nel quale seminare le nuove conoscenze. Noi siamo sicure che hai messo tanto impegno in ciò che hai fatto.
Siamo anche sicure che, quando hai avuto difficoltà, magari hai sbuffato un po’, ma poi hai continuato a lavorare, e che in tutto questo percorso ti hanno aiutato i tuoi e le tue insegnanti.
In base a tutto questo ti conferiamo la...
LAUREA IN STESURA DI TESTI E RIASSUNTI !
P.S. Ricordi i consigli che ti abbiamo dato alla fine dello scorso anno? Valgono anche per questa estate. Ti diciamo solo le parole-chiave: taccuino, leggi e…