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Un design atemporale
Tre generazioni, un’evoluzione attraverso decenni. Il costante dialogo con l’architetto Antonio Citterio. Un design nato dall’esclusivo savoir-faire del distretto del mobile per antonomasia, oggi conosciuto e apprezzato dagli Stati Uniti all’Asia. Ovunque.
Qual è l’orizzonte verso cui guarda Flexform?
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Noi guardiamo a Flexform come a un progetto di grande valore iniziato molto tempo fa. Con strategie a lungo termine, miriamo a rafforzare la solidità aziendale mediante un consolidamento della nostra presenza in punti vendita qualificati, atti a presentare Flexform sul territorio nazionale e a livello internazionale, per condividere con il nostro pubblico di riferimento i risultati del nostro lavoro.
Che cosa caratterizza l’attuale conduzione rispetto a quella delle generazioni che l’hanno preceduta alla testa dell’Azienda?
Per iniziativa e passione di tre fratelli, l’azienda è nata come piccola realtà artigianale, la Flexform di Galimberti. Si deve ai loro figli la successiva trasformazione del laboratorio in un’industria. Trasformazione a cui si accompagnò, nel 1967, anche il cambiamento del nome in quello che ancora oggi porta, con il logo disegnato da Pino Tovaglia. Le curve sinuose delle lettere stilizzavano le forme morbide e confortevoli degli arredi realizzati a Meda.
Grazie alla seconda generazione della famiglia, quindi, l’azienda è cresciuta e ha stretto collaborazioni con alcuni protagonisti del design degli anni Settanta, come Joe Colombo, Rodolfo Bonetto, Asnago-Vender, che hanno proiettato il brand nel mondo del Made in Italy d’alta gamma soprattutto a livello nazionale. Fino ad arrivare alla terza generazione, entrata in punta di piedi circa venticinque anni fa. Siamo quattro cugini e ognuno di noi si occupa di uno specifico settore: R&D, commerciale estero, commerciale Italia e logistica. Siamo coadiuvati da uffici dedicati ai differenti aspetti industriali, che lavorano in sinergia grazie al contributo e alle idee di tutti. La seconda generazione ha assistito non solo alla crescita e affermazione del marchio ma all’evoluzione del mondo nel suo complesso: dall’apertura di mercati di cui fino a tre decenni fa non si immaginava neppure l’esistenza, fino all’avvio di un programma di internazionalizzazione che passa attraverso l’apertura di flagship stores dedicati esclusivamente a Flexform. L’avvento del digitale, la rivoluzione sostenibile, nuove strategie di comunica- zione hanno contribuito a definire lo scenario contemporaneo. Devo ammettere che hanno prevalso il senso di famiglia, valore che rende questa una realtà davvero esemplare, e la fiducia verso i più giovani.
In un mondo globale, in cui le conoscenze e il saper fare sono condivisibili e condivisi a volte con un semplice ‘click’, è - ancora - possibile preservare la propria unicità?
Preservare la propria storia e la propria unicità rappresenta una sfida, e un dovere, che tutte le aziende devono oggi fronteggiare. L’identità non deve essere scalfita dalle pressioni del mercato, al contrario: è il mercato a dover accettare le peculiarità di ogni marchio. La personalità di Flexform è stata plasmata da una storia aziendale lunga, corale, che grazie ai legami solidi nel passato si è evoluta costantemente e oggi guarda al futuro.

Tra gli elementi che hanno contribuito al successo di Flexform, anche la comunicazione ha giocato un ruolo importante. Con un approccio moderno, fin dagli inizi…
Dagli anni Ottanta, il racconto dell’elegante mondo Flexform si porta, sotto la direzione artistica di Na-
Flexform
Tra le novità 2023, Indoor Collection Perry Up (Antonio Citterio design) talia Corbetta, verso l’espressività intensa delle foto chiaroscurali in bianco e nero delle campagne pubblicitarie, tutte firmate da fotografi di grande spessore. Scarni di tutto tranne che di emozioni, gli scatti dei grandi maestri della fotografia - Aldo Ballo, Gabriele Basilico, Gianni Berengo Gardin, Giovanni Gastel, Gian Paolo Barbieri, Maria Vittoria Backhaus, Mario Ciampi, Fabrizio Ferri - tracciano il solco di una dimensione narrativa unica e originale. Negli ultimi anni, la direzione artistica è stata affidata a Christoph Radl che ha chiamato uno dei fotografi più acclamati di oggi a scrivere un nuovo capitolo della storia della comunicazione di Flexform. La nuova campagna viene così affidata all’occhio irriverente e ironico di Pierpa-
