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Il grande cantiere

Non si risparmiano le critiche al Pil, l’indicatore economico per antonomasia, reo di non tener conto del benessere della popolazione, oltre che dello sviluppo del sistema economico in generale. Ma sostituirlo non sarà molto facile.

Opinioni

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12 Ettore Accenti. È iniziata la corsa allo spazio, e tra i protagonisti le start up.

14 Stelio Pesciallo. È giusto che a prevalere siano spesso le raccomandazioni degli organismi internazionali?

16 Ignazio Bonoli Quanto è esteso il perimetro statale in Svizzera? Molto più di quanto non si penserebbe.

18 Matteo Ramenghi. La cavalcata tecnologica non è priva di rischi, anche sui mercati. Farne a meno?

20 Fabio Nicoli. Le azioni di protesta quanto sono penalmente accettabili, e quanto perseguibili?

22 Fabrizio Ammirati. Dialoghi previdenziali.

24 Carlo Secchi (in foto). L’influenza dell’Intelligenza Artificiale è latrice di progresso e sviluppo.

Economia

38 Testimonianze. Destinare immobili all’affitto per vacanze, intermediati dalle piattaforme online, quanto conviene davvero?

40 Studi. Le piccole economie aperte si confermano tra le più potenti locomotive dello sviluppo globale. Ma quali sono, e perché sono così prestanti rispetto alle altre?

Da sinistra, Klaus Abberger, Capo economista del Kof dell’Eth, David Kohl, Capo economista di Julius Baer, Luca Mezzomo, responsabile analisi macroeconomica di Intesa San Paolo, ed Elena Guglielmin, Cio di Ubs Wm.

Osservatorio

75 Sfama. I risultati dell’industria svizzera dei fondi.

76 Settori. L’Healthcare chiude il primo semestre piatto, con scarsi risultati. Ma?

78 Tematici. Quanto conta salvaguardare la biodiversità finanziariamente?

80 Settori. Il bancario è uscito stravolto dal 2008, ma l’investitore ne ha tenuto conto?

81 Sostenibili (Jon Duncan, sopra). Gli investitori dovrebbero prendere consapevolezza dell’impatto delle loro azioni, e agire di conseguenza, investendo.

82 Tematici. Le aziende di famiglia sono un filone in cui insistere, e da cui escono interessanti risultati.

84 Tematici. La medicina veterinaria è un settore che darà grandi risultati nei prossimi anni.

52 Normative . Evolvono le leggi, cambiano le norme in Svizzera: al centro dell’attenzione la sostenibilità sociale, ambientale ed Hr

Eureka

54 L’imprenditore. Come è nata Alpian, la prima banca svizzera mobile. Tra primi passi e nuove sfide, la via era tutto fuorché tracciata.

56 Start up. Una giovane realtà BioTech luganese propone soluzioni innovative nel mercato delle ferite croniche. Quali i futuri sviluppi?

58 Start up. Una nuova finestra fotovoltaica dal Tecnopolo si prepara ora a conquistare nuovi mercati, e guarda al resto del mondo.

60 Il consulente Proteggere gli asset intangibili non è scontato, eppure sono i più importanti.

Il filo conduttore p. 44

Ruota tutto intorno a un filo, è il successo di una realtà di Mendrisio che guarda al mondo, giunta alla quarta generazione. A lato, Martino Piccioli, Presidente di Plastifil.

Largo al Mice

Un quinto dei pernottamenti nazionali e locali è frutto del turismo d’affari. La Svizzera italiana punta con forza al settore. A lato, Samuel Righetti, responsabile Ticino Convention Bureau.

p. 48

Eureka p. 53

Al via la nuova Rubrica in cui convergono temi legati all’innovazione e alle componenti più dinamiche del mondo economico, Venture Capital e digitale in testa.

Speciale Arredo da p. 91

Dalla matita dei designer, per i Marchi iconici dell’Arredo, le tendenze svelate al Salone del Mobile.Milano 2023. I designer, spiriti visionari e creativi, chiamati a plasmare la materia in forme rispondenti alle esigenze del nuovo quotidiano.

Quotarsi per...

Percorrere l’accidendata strada di un’Ipo per raggiungere un diverso tipo di clientela, fornendo servizi e asset class altrimenti precluse. A lato, Thibault Leroy Bürki, fondatore di Haute Capital Partners.

p. 68

62 Digitale. Cambiano le strategie degli Uffizi di Firenze per tornare ad affascinare anche le più giovani generazioni. Contano solo i social?

64 Lo studente. La fiducia nel sistema fiscale è un valore da conservare.

Finanza

66 Analisi. I rischi di cambio sono un tema caro a molte imprese.

Hyper Horology

Verso una dimensione nuova di orologeria? È l’esperienza di una prestigiosa Maison che spinge le lancette ancora più avanti.

A lato, Gregory Bruttin, Direttore strategia di prodotto di Roger Dubuis.

72 Analisi. Le scelte d’investimento iniziali vanno monitorate nel tempo, e riprese in considerazione.

90 Aste. Da Sotheby’s è stato battuto di recente il rubino più grande e costoso della storia.

Arte e società

110 Preziosi. Il mercato delle gemme continua e continuerà a correre.

p. 112

116 Mostre. Il sodalizio tra Warhol e Basquiat. A Parigi, grazie a Zurigo.

120 Mostre. Filippo Boldini a Rancate.

122 Analisi. L’Anna Bolena al Lac.

125 Sport. Alle origini del golf, sull’erba del re dei campi spagnoli

Rubriche

8 Appuntamenti

128 Auto

Parigi

Celebrazione Picasso: la collezione si tinge di colori!

Cinquant’anni fa, l’8 aprile 1973, Pablo Picasso moriva a Notre-Dame-de-Vie a Mougins, lasciando dietro di sé una produzione artistica che ha segnato tutto il XX secolo. A nessuno quanto lui si applica la definizione di rivoluzionario: colui che nel 1907, con Les Demoiselles d’Avignon, inaugurava la stagione del cubismo destinata a scardinare la concezione su cui per secoli l’arte occidentale si era retta, non ha mai smesso di reinventarsi, sempre mosso da un’immutata energia sino alla più tarda maturità.

In occasione di questo anniversario, il Musée national Picasso-Paris, che è capofila dell’evento internazionale “Célébration Picasso 1973-2023” che prevede una cinquantina di mostre in Europa e in Nord America, ha invitato nella sua storica e splendida sede dell’Hôtel Salé lo stilista britannico Paul Smith a firmare la direzione artistica di una mostra eccezionale, che presenta in una veste inedita la collezione del museo. Un insieme d’opere unico al mondo, frutto delle donazioni degli eredi e dell’acquisizione della collezione privata dell’artista, che comprende oltre cinquemila lavori e l’archivio personale di Picasso, stimato in quasi duecentomila pezzi. Opere che ne coprono quasi interamente la carriera e una grande varietà delle tecniche da lui frequentate - pittura, scultura, disegno, incisione e ceramica.

Coordinatore delle celebrazioni internazionali per i 50 anni dalla morte di Picasso, il Musée national PicassoParis ha invitato Sir Paul Smith a firmare una mostra che rinnova la visione della genialità del grande artista di Malaga. A sinistra, la freschezza di una fra le sue ultime opere, Il giovane pittore, 14 aprile 1972, olio su tela, 91 x 72,5 cm, Musée national Picasso-Paris, Lascito Pablo Picasso, 1979. Sopra, una delle scenografie appositamente create dallo stilista britannico.

L’interpretazione anticonformista dello stilista, noto per i suoi lavori attorno al colore, invita a riscoprire i maggiori capolavori dell’artista spagnolo in una luce più contemporanea e ne sottolinea la grande attualità. I rispettivi universi espressivi si incontrano e dialogano, ad esempio il loro comune amore per gli oggetti, i costumi e le scenografie, dando vita a confronti e messe in scena altamente inventive e spettacolare. Un approccio che si discosta da quello di uno storico dell’arte, procedendo per associazioni intuitive e istintive.

La mostra è inoltre punteggiata da opere di altri artisti contemporanei internazionali: Guillermo Kuitca, Obi Okigbo, Mickalene Thomas e Chéri Samba aprono nuove prospettive sulla posterità dell’opera di Picasso, mettendo in discussione la sua immagine e adottando alcune delle sue innovazioni plastiche. Musée national Picasso-Paris Lu-Do, 10.30-18

Fino al 27 agosto

Vuillard e l’arte del Giappone

La Fondation de l’Hermitage di Losanna rivisita l’opera di Édouard Vuillard (1868-1940) dal punto di vista del giapponismo. Fu grazie alla grande mostra parigina dedicata all’arte del Giappone dall’École des Beaux-Arts nel 1890 che Vuillard cominciò a interessarsi all’estetica nipponica, fino ad allora trascurata dai circuiti accademici. Se tutti i pittori nabis erano sensibili all’arte del Giappone - a partire da Pierre Bonnard, soprannominato il “nabi japonard” - Vuillard raccolse il maggior numero di stampe, 180 fogli acquistati a poco prezzo al Bon Marché o al Printemps. Ispirati a paesaggi giapponesi, geishe o attori kabuki, sono firmati dai maestri dell’incisione su legno: Hiroshige, Hokusai, Kunisada, Kuniyoshi, Eisan e Utamaro. Alcuni di essi appaiono nelle fotografie dello studio dell’artista. La sua collezione comprendeva inoltre diversi libri illustrati.

Dal 1890 al 1914, questi riferimenti permeano dipinti, disegni e litografie di Vuillard, pur senza scadere nell’esotismo. Come i maestri dell’ukiyo-e, celebra la vita quotidiana e la natura. Formati inaspettati, punti di vista inediti e composizioni asimmetriche si moltiplicano, spesso senza rispettare la prospettiva ma giustapponendo audacemente un primo piano vicino e un primo piano lontano.

Pierre-Auguste Renoir, La Grenouillère, 1869, olio su tela, 65 x 92 cm, Collezione Oskar Reinhart «Am Römerholz», Winterthur.

Rifiutando l’espressione del modellato o del volume, sintetizza le forme utilizzando tinte piatte e arabeschi e giocando sugli effetti testuali. La mostra, che affianca un centinaio di queste sue opere a una cinquantina di capolavori provenienti dal paese del Sol Levante, si articola intorno ai generi pittorici praticati da Vuillard - scene d’interni e paesaggi - rivisitati attraverso il prisma dell’estetica giapponese. L’allestimento comprende anche un gruppo di dipinti degli amici Nabis di Vuillard, tutti influenzati dall’arte giapponese: Pierre Bonnard, Maurice Denis, Paul Élie Ranson e Félix Vallotton.

Fondation de l’Hermitage

Ma-Do, 10-18; Gi, 10-21

Fino al 29 ottobre

Winterthur

Bagno dei colori - Renoir e Monet alla Grenouillère

I due giovani Pierre-Auguste Renoir e Claude Monet trascorsero l’estate del 1869 a poca distanza l’uno dall’altro nei pressi di Parigi. Ancora senza alcun riconoscimento, senza successo presso le istituzioni e al Salone annuale, per entrambi la situazione finanziaria era più che precaria. Tuttavia, volevano conquistare il loro posto nel mercato dell’arte e mostrare la vita reale nei loro dipinti. La scoprirono durante le loro frequenti visite a un luogo di balneazione della zona, La Grenouillère sull’Île de Croissy, su un ramo della Senna. Entrambi sognavano un quadro: un vibrante paesaggio estivo, pieno di vita e di coincidenze, interamente dedicato all’attimo e alla luce mutevole, che riflettesse il flusso e riflusso dei rumorosi visitatori estivi e il costante luccicare dell’acqua mossa dal vento e dal dondolio delle barche. Trasposero questo sogno estivo in un totale di sei dipinti che avrebbero rivoluzionato il corso della storia dell’arte europea.

Édouard Vuillard, Les Gros Nuages, 1909, pastello su carta, 24 x 31 cm, Collezione privata, Parigi.

Una delle due coppie di dipinti, La Grenouillère di Pierre-Auguste Renoir, tesoro e quadro centrale della Collezione Oskar Reinhart «Am Römerholz» dal 1931, e il suo gemello di Claude Monet della Na- tional Gallery di Londra, mai prestato prima, possono ora essere visti a confronto diretto per la prima volta proprio presso la Collezione Oskar Reinhart «Am Römerholz» di Winterthur. Altre opere di pregio ripropongono la rappresentazione dell’acqua in movimento approfondendo il discorso, integrati da fotografie attuali del famoso luogo.

Collezione Oskar Reinhart «Am Römerholz»

Ma-Do, 10-17; Me 10-20

Fino al 17 settembre

Ligornetto

Natale Albisetti, scultore

Istituzione sensibile e aperta allo studio e alla valorizzazione del patrimonio scultoreo anche locale, il Museo Vincenzo Vela con la sua nuova mostra-dossier conferma il proprio impegno verso la produzione di autori coevi a Vincenzo Vela, apparentemente ‘marginali’, ma sempre attivi in importanti cantieri pubblici al di fuori del contesto cantonale ticinese. Questa volta al centro dell’attenzione è Natale Albisetti, nel centenario della sua morte, autore di stampo classicista con echi romantici pressoché sconosciuto nel panorama della scultura svizzera fra Otto e Novecento.

Curata dalla direttrice Gianna

A. Mina in collaborazione con Simona Ostinelli, autrice del primo esaustivo studio sull’artista, la mostra presenta, attraverso sezioni tematiche, una selezione rappresentativa soprattutto di modelli in gesso e progetti per sculture, ritratti e monumenti pubblici eseguiti da Albisetti lungo tutto l’arco della sua carriera, che si è svolta tra i fasti parigini e la sua terra natale. Le opere provengono principalmente dal cospicuo lascito dell’artista al Comune di Stabio, suo paese d’origine, che ha allestito nel 2018 un ambiente a lui dedicato, lo Spazio Albisetti, fruibile una domenica al mese. La quarantina di opere esposte al Museo Vincenzo Vela illustrano il percorso biografico e artistico di Albisetti: dall’avvicinamento alla scultura sotto l’egida di Vincenzo Vela alla formazione all’Accademia di Brera a Milano, dal trasferimento in Francia nel 1884 nell’effervescente Montmartre parigina (dove vive in Boulevard de Clichy, in un edificio che ospita atelier di artisti e nel quale il pittore Fernand Cormon tiene le sue lezioni frequentate da Henri de Toulouse-Lautrec, Vincent van Gogh ed Emile Bernard) all’esordio espositivo nei Salons della Ville Lumière, sino al successo conseguito all’Esposizione Universale del 1900 e ai legami mai interrotti con la sua terra d’origine. Oltre che all’Obelisco di Bellinzona realizzato nel 1903 per celebrare il primo centenario dell’entrata del Canton Ticino nella Confederazione, un’attenzione particolare è riservata alle opere scultoree eseguite per due edifici svizzeri fortemente simbolici: il Politecnico federale di Zurigo e il Palazzo federale a Berna.

Sopra, Natale Albisetti, Il Ticino accolto dalla Confederazione. Modello del rilievo per il Monumento all’Indipendenza ticinese a Bellinzona, 1903, gesso, legno, fibre vegetali, 148 x 105 x 31,5 cm, Stabio, Fondo Natale Albisetti. Sotto, Giacomo Manzù, Double face, 1970/2004, bronzo, 155,5 × 113 × 74,5 cm. Collezione Loi, tra le sculture della mostra che celebra il centenario del Golf Club Lugano.

Museo Vincenzo Vela

Ma-Ve, 10-18

Sa-Do, 10-17

Fino al 5 novembre

Lugano

Capolavori en plein air

Realizzato nel 1923 da Erwin von Riedermann, come gesto d’amore nei confronti della moglie Josefa, appassionata giocatrice di golf, quest’anno il Golf Club Lugano celebra il centenario. Nella cornice di uno splendido paesaggio prealpino, il percorso di diciotto buche si snoda lungo il fiume Magliasina su un terreno pianeggiante, tra boschi di betulle, querce, pini, faggi, rododendri, oleandri e azalee.

Nell’ambito del programma di eventi e iniziative promosse per la ricorrenza, il Musec è stato coinvolto per allestire nell’area del golf un’esposizione di sculture di maestri italiani del Novecento, tra i quali spiccano i nomi di Francesco Messina, Luciano Minguzzi e Giacomo Manzù. Il percorso di gioco si trasforma in un sentiero artistico di sorprendente unicità.

Le nove sculture, prevalentemente in bronzo, provengono dalla Collezione Loi e sono state selezionate sia per la qualità della tecnica scultorea, sia per la gamma dei sentimenti espressi, che ha caratterizzato la ricerca dei maestri del Novecento. Ciascuna opera è accompagnata da una breve scheda critica e da un brano poetico, ispirato dall’opera stessa, scritto da grandi nomi della letteratura italiana del Novecento. Completa l’esposizione all’aperto un quaderno pubblicato dalla Fondazione culture e musei di Lugano.

Golf Club Lugano

Visita su appuntamento Fino al 29 ottobre

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