Ticino Management: Maggio 2024

Page 1

Estero: Ume 10 Euro Anno XXXVI n. 5 • Maggio 2024 Regno Unito: Gbp 9,00; Us: Usd 10,00 Svizzera: Fr. 12.Aziende Quando il wellness avvia un ecosistema Aziende Finanza La lunga corsa del mercato indiano Finanza Sanità Diventare sostenibili nel digitale Sanità Arte Basilea senza limiti, all’avanguardia Arte Premi Sfide simbiotiche: territori da riscoprire Premi Arredo 2024 Il Salone oltre Milano Arredo 2024 Aquile
Come si difende l’Europa Aquile
Come si difende l’Europa Design speciale nuove collezioni di Simona Manzione © Desalto © The Art Institute of Chicago / Charles H. and Mary F. S. Worcester Collection
e ombrelli
e ombrelli
Designed for the way you live. Bentayga S Black Edition. Bentayga S Black Edition (V8) WLTP drive cycle: fuel consumption, mpg (l/100km) - Combined 22.1 (12.8). Combined CO2 - 296 g/km The name ‘Bentley’ and the ‘B’ in wings device are registered trademarks © 2024 Bentley Motors Limited Model shown: Bentayga S Black Edition Via Cantonale 1, CH- 6916 Grancia Tel : +41 91 25 25 101 info@bentleylugano.com ww w lugano bentleymotors.com BENTLEY LUGANO The way you live expresses who you are. And there’s no better way to reveal your true colours than with the Bentayga S Black Edition.

Società Editrice

Eidos Swiss Media Sagl

Via Lavizzari 4 - 6900 Lugano Tel. 091 735 70 00 info@eidosmedia.ch www.eidosmedia.ch

Sede della Redazione

Via Lavizzari 4 6900 Lugano Tel. 091 735 70 00 redazione@eidosmedia.ch

Responsabile editoriale Federico Introzzi · fintrozzi@eidosmedia.ch

Redazione

Susanna Cattaneo · scattaneo@eidosmedia.ch

Giulio De Biase · gdebiase@eidosmedia.ch

Mirta Francesconi · mfrancesconi@eidosmedia.ch

Simona Manzione · smanzione@eidosmedia.ch

Andrea Petrucci · apetrucci@eidosmedia.ch

Emanuele Pizzatti epizzatti@eidosmedia.ch

Maria Antonietta Potsios - mapotsios@eidosmedia.ch

Eleonora Valli · evalli@eidosmedia.ch

Hanno collaborato a questo numero

Ettore Accenti, Achille Barni, Alessandro Beggio, Luca Cattaneo, Diego Fernandez, Sergio Galanti, Frank Pagano, Stelio Pesciallo, Carlo Verri, Thomas Zara

Progetto e coordinamento grafico

Veronica Farruggio grafica@eidosmedia.ch

Coordinamento Produzione

Roberto Musitano · rmusitano@eidosmedia.ch

Pubblicità

Coordinamento interno pubblicita@eidosmedia.ch Tel. 091 735 70 00

Agenzia esterna

Claus Winterhalter · winterhalter@ticino com

Abbonamenti abbonamenti@eidosmedia.ch

Annuo franchi 100.- (9 numeri, 3 bimestrali)

Estero: supplemento postale

Tel. 0041 (0)91 735 70 00

Logistica e amministrazione amministrazione@eidosmedia.ch

Chiusura redazionale: 22 maggio 2024

EIDOS GR AY #8a8d8e C:0 M:0 Y:0 K:57 R:137 G:140 B:142 PANTONE 877 EIDOS RED #e4002b C:0 M:100 Y:80 K:0 R:228 G:0 B:43 PANTONE 185
ISSN 1664-3798

Editoriale

Aquile, telefoni, ombrelli

uno dei temi di più stretta attualità rimane il come difendere l’Europa, e non tanto in una dimensione politica, dunque Bruxelles, Londra, o Berna, quanto un’area geografica e culturale che in comune ha decine di secoli di storia, recente. Certo, l’appuntamento di giugno dell’Unione Europea, e più in generale quelli dei suoi Stati contribuiscono a tenerlo ora di attualità, prima di lasciarlo cadere, sino alla prossima emergenza.

Si tratta di un dibattito annoso, già iniziato da de Gaulle, ma mai risolto. La più recente novità è però la sfera politica che ha assunto, con l’allargarsi del progetto a Stati sino al gennaio 2022 impensabili. È così dunque che se Svezia e Finlandia sono nella Nato, Austria e Svizzera le si sono certo molto avvicinate, come mai

Eppure a rimanere inevase sono ‘Le domande’, senza le cui risposte ogni seguito sfigura, perde di significato, diventa un esercizio di stile. Tipico europeo.

La Nato non basta più, l’Europa dovrebbe dunque emanciparsi, costituendo un’unica forza militare organica e armonizzata, in grado di fronteggiare le sfide di oggi, ma soprattutto di domani. Come farlo senza una base industriale capace di far fronte alle esigenze tattiche e strategiche? Per il momento si insiste sullo spendere di più; comprando. Dall’estero.

A patto anche che tale forza esistesse, chi la comanderebbe? La vecchia domanda di Kissinger: se Washington chiamasse l’Europa, chi alzerebbe la cornetta? Se politicamente è un problema aggirabile (e puntualmente aggirato), militarmente non sarebbe più possibile.

Nel II secolo Traiano e le Aquile romane (il primo esercito europeo) avrebbero risposto forte e chiaro. Oggi il candidato ideale siederebbe all’Eliseo (scommettendo che restino Champs-Élysées e non diventino campi elisi), che gentilmente offre all’Europa il suo ombrello, atomico. La pia speranza è che venga accettato, e che il dibattito si sposti sulla base industriale, il vero nodo. Puntualmente aggirato.

Montblanc Stilografica

Patron of Art

Hommage à Napoléon Bonaparte

Edizione limitata 888

Nel resto del numero affiorano continui rimandi al mondo dell’arte e del design, non tanto della facie di questo ombrello, quanto della loro dimensione economica e industriale. Il nodo.

La nuova Passat Tanto spazio per la vostra vita

La nostra amata station wagon conquista con eleganza e sportività. Coniuga un’ampia offerta di spazio a un elevato comfort di viaggio. Inoltre, convince grazie a tecnologie innovative come i sedili ergoActive con funzione massaggio, garantendo un arrivo a destinazione in totale relax, che si tratti di un pranzo di lavoro o dell’allenamento di calcio dei bambini. In poche parole: nella nuova Passat, anche la vostra quotidianità troverà un posto confortevole.

Provatela subito volkswagen.ch

Difendersi, ma come?

Nonostante molte parole, e qualche buon proposito, a mancare in Europa è una base industriale sufficientemente solida da poter far fronte alle esigenze di un continente che deve riarmarsi, per sperare di potersi difendere.

Opinioni

14 Ettore Accenti. Malgrado decenni di meeting e gli obiettivi in agenda, le emissioni continuano a crescere.

16 Stelio Pesciallo.I limitati strumenti di sorveglianza della Finma.

18 Luca Cattaneo. Sentenze climatiche contraddittorie.

20 Ignazio Bonoli.Un’imposta globale sui patrimoni dei miliardari? Attenzione però a non indisporre i paperoni.

22 Matteo Ramenghi Con i suoi chiaroscuri il mercato finanziario cinese dà adito a letture anche opposte.

24 Fabio Regazzi. Un sì alla riforma fiscale, anche a favore imprese di famiglia, motore dell’economia cantonale.

26 Lorien Gabel (in foto) Cruciale per sicurezza, scalabilità e decentralizzazione delle blockchain, lo staking attira sempre più anche l’interesse degli istituzionali.

Economia

40 Settori. Investire in Ia come chiave di volta per migliorare sia l’efficienza del sistema sanitario svizzero, di qualità ma sotto pressione, sia l’efficacia nelle cure al paziente.

48 Aziende. Un nuovo network globale entra nella Top 10 dei servizi di revisione contabile e consulenza, puntando sulla prossimità.

Da sinistra, Matthias Zoller, Segretario generale di Swiss Asd, Gabriele Barbaresco, Direttore Area studi di Mediobanca, Alberto Conca, Cio di Lfg + Zest, Mauro Gilli, Senior Researcher Center for Security Studies dell’Eth Zürich.

Osservatorio

67 Sfama. I fondi svizzeri nel primo trimestre 2024.

71 Obbligazionario. AT1, tutto risolto dopo l’implosione di Credit Suisse?

72 Obbligazionario. La resilienza del credito europeo.

73 Obbligazionario. Prospettive in attesa del nuovo ciclo di ribasso dei tassi d’interesse all’orizzonte.

74 Obbligazionario. L’Hy europeo mostra le premesse per poter reggere e garantire buoni rendimenti.

75 Stretegie. Come sostituire parte dell’esposizione obbligazionaria di un portafoglio multi-asset senza rinunciare ai rendimenti correnti?

76 Alternativi (sopra, Blake Heimann). Cosa accadrà nel 2040, quando anche l’ultimo bitcoin della complessiva offerta di 21 milioni sarà stato estratto?

Eureka

56 Digitale. L’agroalimentare ha fame di intelligenza artificiale, ma per quanto appetitoso sia il piatto non è di facile digestione per un settore che presenta non poche specificità.

58 Associazioni. La crescente insidiosità dei cyberattacchi sfida anche il mercato assicurativo a trovare nuove soluzioni per gestire il rischio.

59 Digitale. Nuovi strumenti, strategie innovative ed esperienze cliente sempre più personalizzate, ma per promuovere un brand rimane immutata la necessità di individuarne l’elemento distintivo.

60 Crypto Tentativi incompiuti o falliti, ma anche la visione ideologica della scuola monetaria austriaca e le rivendicazioni del cyberpunk dietro la nascita di Bitcoin.

8 · TM Maggio 2024
Cover Story p. 28
sommario /maggio 2024

Assicurare la sanità

Anche le casse malati si confrontano con i costi di un sistema sanitario sempre meno sostenibile. Oltre alle grandi riforme in cantiere, l’e-health potrebbe essere la ricetta vincente. A lato, Philomena Colatrella, Ceo di Css.

Spirito imprenditoriale

Premiare aziende esemplari della swissness, per ispirarne altre a liberare il proprio potenziale: è l’obiettivo del Prix Svc, centrato anche dalla recente edizione nella Svizzera italiana. A lato, Michael Fahrni, direttore dello Swiss Venture Club.

A 20 anni dal lancio, Unlimited, sezione ‘oversize’ di Art Basel a Basilea, esemplifica la leadership della regina delle fiere. Che punta sempre più anche sul suo programma pubblico. A lato, Giovanni Carmine, curatore di Unlimited. Emergenti

Le differenze tra mercato indiano e cinese non potrebbero essere più marcate, se il secondo sta vivendo una fase laterale, molto meglio fa il primo, che si segnala. A lato, Anand Gupta, Lead portfolio Manager India di Allianz Global Investors.

Ineguagliabile Art Basel p. 104

Finanza

62 Analisi. I vantaggi del leasing sui beni di investimento, una soluzione perfettamente pianificabile e altamente personalizzabile.

64 Tematici Le aziende di famiglia hanno fatto il loro tempo in borsa?

68 Strategie. Dinamismo e varietà dell’economia asiatica premiano le strategie event driven.

Speciale Design

Il Made in Italy dalla Brianza e da Milano verso il resto del mondo. Dal contract più esclusivo ai quattro angoli del pianeta alle novità 2024, presentate al Salone del Mobile, dei marchi alfieri di un comparto che conta 66mila imprese e 300mila addetti.

Il salto da un fitness muscolare a un modello che coniuga attività fisica e training mentale, alimentazione e stile di vita, è alla base dell’intuizione con cui Technogym ha precorso i tempi. A lato, Nerio Alessandri, fondatore dell’azienda.

Da p. 83

78 Tematici . Intercettare il trend dell’Ia puntando sul nucleare, rinvigorito dalle incognite energetiche.

79 Tematici. L’Ia è qui per restare, creando opportunità d’investimento.

Cultura & Società

100 Design. L’ispirazione degli stili architettonici rieccheggia in linee, forme e proporzioni degli orologi.

108 Mostre. Le sculture in perenne divenire del rivoluzionario artista americano Alexander Calder nel suggestivo allestimento proposto dal Masi di Lugano.

Rubriche

12 Appuntamenti

112 Auto

Maggio 2024 TM · 9
p.
36
p. 52
Ecosistema wellness
p.
42
p. 70
© Gino Marrone
Design speciale nuove collezioni di Simona Manzione © Desalto

Cover story

Difendere un continente, farlo bene, ma anche in tempo per la prossima crisi.

Opinionisti

Le voci degli esperti che accompagnano i lettori con costanza.

Economia Eureka

Tutti gli articoli dedicati all’analisi di temi economici dalle aziende alla consulenza.

Finanza

Riflettori accesi su indipendenti, banche e asset management.

Cultura

I protagonisti del grande mondo dell’arte, della cultura e del lifestyle.

Speciali

Le nuove del Salone del Mobile di Milano, alla sua 62esima edizione.

La sezione dedicata all’innovazione, alla tecnologia e al Venture Capital.

Osservatorio

La rubrica di approfondimento finanziario si amplia.

Eventi

La sezione web-only dedicata a pre e post eventi.

Breguet Tradition 7077

La perfetta guida dell’internauta. Un vivace dialogo è iniziato, da un lato Ticino Management cartaceo dall’altro suo fratello minore digitale, l’obiettivo? Che siano sempre più connessi. Tra l’uscita di un’edizione e la successiva tutti gli articoli del cartaceo saranno pubblicati a cadenza regolare, insieme a contenuti studiati appositamente per essere nativamente digitali.

digitale /maggio 2024
sommario

Using EIDOS colors

E IDOS G R AY # 8a8 d8 e

C: 0 M: 0 Y: 0 K : 57

R :137 G:14 0 B:142 PANTONE 87 7

E IDOS R E D

#e4 0 02b

C: 0 M:10 0 Y: 8 0 K : 0 R :2 28 G: 0 B:4 3

18 5

www.eidosmedia.ch
PANTONE

Impression, Soleil Levant

1872, olio

Parigi

Paris, 1874

Inventer l’impressionnisme

Quella che il Musée d’Orsay, che degli impressionisti possiede la maggiore collezione al mondo, propone a 150 anni dalla simbolica nascita del movimento, non vuole essere una mostra banalmente celebrativa, quanto offrire l’occasione sulla base di nuove ricerche per approfondire le circostanze che hanno portato una trentina di artisti, solo sette dei quali possono a posteriori essere considerati ‘impressionisti’, a unirsi per mostrare la loro arte in modo indipendente. L’allestimento accosta una selezione delle opere allora esposte a quadri e sculture quello stesso anno presenti al Salon ufficiale, contestualizzando il tutto nel clima dell’epoca,

Persistenti impressioni

Mercoledì 15 aprile 1874: al 35 del Boulevard des Capucines, nell’atelier che era stato del fotografo Nadar, si inaugurava una mostra destinata a entrare nella leggenda. A organizzarla 31 artisti riuniti non tanto attorno a un programma estetico, ma dalla rivendicazione della loro autonomia espressiva e in cerca di pubblico. Fra loro Monet, Renoir, Morisot, Sisley e Pissarro, ma anche Degas, Renoir e Cézanne. Sul momento fu archiviata come un completo fallimento: nel mese di apertura non raccolse che qualche migliaio di visitatori contro i 300mila che si riversavano al Salon ufficiale, e su duecento opere solo cinque trovarono un acquirente. Per irriderli vennero battezzati ‘impressionisti’, dal titolo di un piccolo quadro presentato da Claude Monet: la critica sbeffeggiava quelli che considerava niente più di approssimativi schizzi. A 150 anni di distanza, da Parigi all’intera Europa e oltre, si celebra il movimento artistico che ha inaugurato la modernità, come tutte le avanguardie incompreso ai suoi inizi. Una panoramica su alcuni dei principali appuntamenti.

dove accanto alle macerie della guerra del 1870 e a quelle lasciate dalla Comune e dalla sua repressione, si stava delineando il titanico sforzo di ricostruzione della città.

In autunno, l’esposizione partirà poi alla volta della National Gallery of Art di Washington. Quest’anno, il Musée d’Orsay condivide inoltre il suo patrimonio con il resto della Francia, con un progetto di respiro nazionale: 178 suoi capolavori hanno raggiunto oltre trenta città da nord a sud - da Tourcoing all’Île de Réunion - e da ovest a est - da Limoges a Ornansper ricordare che se la Francia è la terra dell’Illuminismo, non lo è solo per i suoi filosofi ma anche per i suoi pittori, che hanno fattp rivivere la luce sulle loro tele.

Musée d’Orsay

Fino al 14 luglio

Londra

Celebrating 150 Years of Impressionism

Se proprio Pissarro fu uno degli organizzatori della mostra del 1874 , suggerendo di adottare il modello di un’assocazione di panettieri di Pontoise per gli statuti della cooperativa, chi meglio della galleria diretta dalla pronipote Lélia, insieme a David Stern, per commemorare il 150esimo anniversario? Per giunta in coincidenza con i suoi 60 anni, Stern Pissarro, una delle principali gallerie d’arte di Londra, presenta una mostra di qualità museale con opere impressioniste e post-impressioniste, anche in prestito da collezioni private, oltre a quelle in vendita.

Stern Pissarro Gallery

Fino al 29 giugno

Sotto, Camille Pissarro, La Place du Havre, Effetto pioggia, 1897, olio su tela, 33 x 41 cm, in mostra alla Stern Pissarro Gallery di Londra.

12 · TM Maggio 2024
Sopra, Monet, La Gare Saint-Lazare, 1877, olio su tela, 75x105 cm, fra le opere con cui il Musée d’Orsay, che degli impressionisti possiede la maggior collezione, ne celebra i 150 anni.
Marmottan Monet / Studio Christian Baraja SLB
© Musée
©
© RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Hervé Lewandowski
Image courtesy Stern Pissarro Gallery
appuntamenti
Monet, , su tela, 50 x 65 cm, Paris, Musée Marmottan Monet.
di
Mirta Francesconi

Milano

Cézanne/Renoir

Mettendo in dialogo secondo un criterio tematico 52 capolavori dei due grandi maestri della pittura moderna, la mostra prodotta da Palazzo Reale, Skira Arte e Museum Studio, in collaborazione con Musée de l’Orangerie e Musée d’Orsay, consente di apprezzarne l’evoluzione stilistica, dove alla precisione analitica di Cézanne si contrappone la calda espressività di Renoir. Partendo dai loro dipinti più apprezzati e conosciuti, la rassegna dà conto delle diverse traiettorie che seguirono, permettendo anche di scoprire il rapporto di sincera amicizia e stima reciproca che li ha uniti.

Palazzo Reale

Fino al 30 giugno

Sotto, Édouard Manet, Veduta sull’esposizione universale del 1867, olio su tela, Nasjonalgalleriet, Oslo.

Due fra le opere in dialogo opere in mostra a Palazzo Reale: a sinistra, Auguste Renoir, Femme nue dans un paysage, 1883, olio su tela, 54 x 65 cm, Musée de l’Orangerie, Parigi. Sotto, Paul Cézanne, Trois baigneuses, 1874-75, olio su tela, 22,5 x 19,5 cm, Musée d’Orsay, Parigi.

Losanna

Chefs-d’oeuvre du Musée

Langmatt. Boudin, Renoir, Cézanne, Gauguin…

A quarant’anni dalla sua mostra inaugurale, L’impressionisme dans les collections romandes, la Fondation de l’Hermitage di Losanna celebra il suo anniversario presentando una delle più prestigiose collezioni impressioniste della Svizzera tedesca. Mentre si svolgono i lavori di rinnovo del Museum Langmatt di Baden, infatti, ospita una sessantina fra i tesori riuniti dalla coppia di collezionisti Jenny e Sidney Brown. Entrambi provenienti da importanti famiglie di imprenditori, dalla prima opera acquistata in viaggio di nozze a Parigi nel 1896 - un Boudin raffigurante lavandaie nei pressi di Trouville

- proseguirono a costruire una sontuosa collezione dominata da paesaggi e nature morte, con opere di Bonnard, Cassatt, Corot, Cézanne, Degas, Fantin-Latour, Gauguin, Matisse, Monet, Pissarro, Redon, Renoir e Sisley . L’occasione di ammirarle fuori dal loro scrigno usuale è unica.

Fondation de l’Hermitage

Dal 28 giugno al 3 novembre

Colonia

1863 - Paris - 1874

Revolution in der Kunst Riflettori sull’impressionismo anche in Germania. Il Wallraf Museum di Colonia indaga le origini del movimento muovendo dall’ istituzione nel 1863 del Salon des Refusés, voluto da Napoleone III per accogliere le sempre più numerose opere degli artisti rifiutate dal Salon ‘ufficiale’. Un primo passo pionieristico che aprì la strada anche ai 31 artisti che 10 anni dopo avrebbero organizzato la celebre mostra che segnò l’inizio dell’impressionismo. Wallraf-Richartz Museum

Fino al 29 luglio

Maggio 2024 TM · 13
© Foto: bpk DeAgostini New Picture Library
Sopra, Auguste Renoir, La barca, c. 1878, olio su tela, 54,5 x 65,5 cm, Museum Langmatt, Baden. © Photo Peter Schälchli, Zürich © 2024 RMN-Grand Palais / Franck Raux/ Dist. Foto SCALA, Firenze
Lewandowski / RMN-GP / Dist. Photo SCALA, Firenze
©
2024
RMN-Grand Palais / Hervé

opinioni / l’esperto di tecnologia

Le balene ci salveranno

Nonostante infiniti meeting e dibattiti, il problema è sotto gli occhi di tutti da decenni: le emissioni non si possono tagliare, e anzi continuano a crescere. Assurdo? Logico e normale.

Il titolo sembra una provocazione, ma proprio non lo è; si riferisce ai tanto declamati cambiamenti climatici e alla loro origine antropica che si cerca di limitare con convegni, incontri politici e le più bizzarre soluzioni. In quarant’anni di vuote discussioni e decisioni quasi sempre inefficaci, se erano 23 i miliardi di tonnellate di Co2 emessi in atmosfera, oggi si è sopra i 40. Non male! Europa e Svizzera hanno preso decisioni, e non solo loro, per ridurre drasticamente tali emissioni e fermare l’incremento della temperatura media che attualmente supera gli 0,1 gradi centigradi ogni 10 anni, anche a costo del nucleare. Tutto bene e tutto condivisibile, ma come la si mette se i ‘vicini di cortile’ come la Cina di miliardi di tonnellate ne emettono

11, mentre la Svizzera solo 0,03? Per non parlare di altri grandi Paesi come India e Africa, in fase di formidabile sviluppo. Si è soliti affermare che se il vicino sporca il suo giardino non per questo noi non si debba tenere il nostro pulito. Eticamente più che corretto, ma se si dispone di un giardino di 100 mq e il vicino lo ha di 20 chilometri quadrati, qual è il rischio che la sporcizia del vicino ‘scavalli’?

Allora, cosa c’entrano le balene? A questa domanda si risponde ricordando dell’esistenza di un ciclo naturale dell’anidride carbonica che gestisce l’equilibrio del carbonio a lungo termine, in buona parte grazie agli oceani dove il fitoplancton e altri organismi marini ne assorbono 10 miliardi di tonnellate annue. Tra questi volonterosi organismi ci sono anche le ba-

Contrastare il cambiamento

L’umanità dai tempi di Kyoto (era il 1991) ha colto l’evidenza delle cause del riscaldamento globale dell’atmosfera dovuto alle attività industriali e ha proposto misure di contenimento che, nonostante gli ingenti investimenti che raggiungono oggi i triliardi di dollari all’anno, si sono dimostrate di scarsa efficacia. Perché? Le emissioni sono proporzionali ai consumi e nessun Governo può proporre di ridurli, ma solo di delocalizzarne una parte (cfr. le auto elettriche).

Aumentare l’idolatrato Pil rimane e rimarrà il mantra di tutti, a eccezione di qualche santone buddista, di qualunque moderno eremita e gruppi di innocenti studenti che albergano in sacchi a pelo fuori dai grandi convegni.

A riprova, si possono dividere gli investimenti per promuovere il mantenimento o la riduzione della percentuale di gas serra nell’atmosfera in due grandi categorie: azioni sulla produzione industriale e azioni sulla natura perché ne aumenti l’assorbimento. I numeri dimostrano cosa l’umanità prediliga fare!

Principali investimenti (in miliardi di dollari annui) per ridurre le emissioni: Solare 300-400; Eolico 100-150; Efficienza edifici: 240; Efficienza industria: 60120; Auto elettriche: 70-100; Trasporto pubblico: 70-100; Mobilità ciclabile: 30. Principali investimenti per aumentare l’assorbimento di Co2? Agricoltura/forestazione 50-150; Stoccaggio di Co2 10-30. Semplice, no?

Ettore

lene, e non certo con la loro respirazione, ma incrementando con le loro deiezioni lo sviluppo di quel fitoplasma che poi esegue l’importante compito di assorbire l’anidride carbonica dall’atmosfera.

Da abili distruttori gli uomini le hanno decimate, e ora il loro contributo in questo senso è veramente modesto. Si citano le balene pur nella consapevolezza che nessuna fabbrica al mondo sia interessata a ‘produrre’ balene, purtroppo, e che dunque anche questi formidabili mammiferi andranno verso l’estinzione.

Eppure sono ormai decenni che il dibattito prosegue, toccando puntualmente tutto l’incredibile ‘arsenale’ dei problemi.

Le plastiche, dieci volte più economiche dei materiali che hanno sostituito: si discuteva della necessità di riciclarle nei corsi di chimica applicata quando frequentavo il Politecnico di Milano, non molto dopo che il chimico italiano, Giulio Natta, prese il Nobel nel ’63 per il Moplen, una plastica dalle proprietà che ne permettevano l’uso in sostituzione dei metalli e che la pubblicità definiva ‘indistruttibile’. Dell’importanza di doverlo riciclare a fine vita nel giusto modo ce ne si è accorti solo quando si è formata nel Pacifico un’isola di rifiuti, molti di plastica, grande come l’Europa.

Un semplice esempio, un modo per sottolineare come la cara comunità umana non sia cambiata dal tempo in cui l’Homo sapiens è diventato stanziale intorno a 12mila anni fa, quando s’inventò l’agricoltura e cominciò a conquistare i terreni, occupandoli per coltivare. In fondo fu

14 · TM Maggio 2024
Accenti, esperto di tecnologia. Blog: http://bit.ly/1qZ9SeK

allora che nacquero i confini, e le moderne nazioni per difenderli. Ah! Li stiamo ancora difendendo, con ambigui risultati. La differenza con quei lontani tempi consiste nel fatto che oggi si ha anche una bella fantasia per non risolvere i problemi comuni come i cambiamenti climatici, l’inquinamento e altre questioni che coinvolgono l’intero pianeta: si sono inventati i ‘comitati internazionali’ e per l’ambiente le annuali Cop (Conference of the Parties) di cui la prima a Kyoto nel ’97. Quella di Parigi del 2015 (Cop 21), vista a posteriori è forse la più comica, e non perché le decisioni non fossero corrette, ma perché non se ne è verificata alcuna. La più giusta fu quella di convincere, finanziandoli, i Paesi del terzo mondo a non utilizzare le fossili, in cambio di 100 miliardi di dollari annui. Sfido il lettore ad andare a controllare quanto i Paesi ricchi abbiano realmente versato in dieci anni per ottenere quel risultato.

Aggiungo poi che il numero delle persone che consumano un 30esimo di quanto i Paesi avanzati consumano sono 2 miliardi e dividendo il totale per il loro numero di abitanti a emergere è qualco-

sa di molto analogo a: “non siate ingordi come siamo stati noi e ciascuno di voi riceverà 50 dollari all’anno!”. E comunque non vedranno neanche quei 50 dollari. Non volendo essere completamente pessimista sulla possibilità che il consesso degli Homo sapiens che attualmente calpestano il pianeta non trovino un qualche modo per attenuare i loro nefasti effetti, ritengo si possa trovare un equilibrio ac-

cettabile tra l’ineluttabile aumento termico antropico e le azioni per contenerlo. Una modesta opinione potrebbe essere che, date le enormi risorse che si spendono allo scopo, le si divida meglio tra gli investimenti per migliorare l’efficienza dei consumi (auto, riscaldamento, ecc.) e l’aiutare la natura a fare di più col favorire gli effetti delle foreste, degli oceani, dei suoli e, perché no, anche delle balene.

Emissioni antropiche

L’effetto serra in atmosfera è innescato principalmente e in ordine di importanza da anidride carbonica (Co2), Metano (Ch4) e Protossido di azoto (N2O) attualmente presenti per 420 ppm, 2 ppm e 0,33 ppm (ppm = parti per milione). L’anidride carbonica di origine antropica è dimostrata essere la causa principale dell’aumento della temperatura media che attualmente oscilla tra 0,1 e 0,2 gradi ogni 10 anni. È infatti l’industrializzazione iniziata a metà del XIX secolo ad avere innescato l’alterazione naturale del ciclo dell’anidride carbonica, che consiste nel processo di emissione e assorbimento di circa 300 miliardi di tonnellate di Co2 emessa e riassorbita dal sistema Terra ogni anno.

L’entità ultimamente aggiuntasi a questo ciclo da parte umana si aggira tra i 30 e 40 miliardi di tonnellate annue che per il 2023 si sono così distribuite in miliardi di tonnellate: Cina 13; Stai Uniti 5,6; Ue 7; India 3; Russia 1,8; Germania 0,7; Brasile 0,5; Italia 0,33; Francia 0,3; Polonia 0,32; Spagna 0,22; Svizzera 0,033.

Liquidità per le PMI a portata di clic: ubs.com/instant-business-credit

Una banca come la Svizzera

© UBS 2024. Tutti diritti riservati. UBS Instant Business Credit: un’innovazione a servizio dell’intera economia.

Sorveglianza limitata

A differenza di autorità di sorveglianza estere, la Finma dispone di strumenti limitati di intervento per controllare e sanzionare comportamenti lesivi di norme legali e interne alle banche.

Le vicende degli ultimi anni che hanno coinvolto Credit Suisse hanno portato alla ribalta la posizione della Finma. Sono pertanto sorti interrogativi sull’impiego dei poteri che attualmente la legge, in particolare la Legge sulle banche e la Legge sulla vigilanza dei mercati finanziari, le assegna per potere sorvegliare l’attività delle banche e intervenire nei loro confronti, segnatamente nei confronti dei loro organi qualora infrangano le disposizioni legali o si verifichino violazioni gravi di statuti e regolamenti interni.

Come sottolinea uno studio recentemente pubblicato sulla Rivista svizzera di diritto economico e finanziario (Swz 1/2024, p. 80 e segg.) la Finma dispone di un vasto margine di apprezzamento nel posizionarsi nei confronti delle persone responsabili sia per quanto attiene all’apertura di una procedura, in particolare il cosiddetto procedimento di enforcement, sia nella scelta delle misure da adottarsi nei loro confronti.

Queste misure sono essenzialmente di quattro tipi:

- ritiro della garanzia di irreprensibilità alla persona organo dell’amministrazione o della gestione della banca;

- divieto di esercitare l’attività in banca (il cosiddetto Berufsverbot)

- pubblicazione delle relative decisioni; - confisca del guadagno conseguito con l’attività sanzionata.

Contrariamente a molte autorità di sorveglianza estere, la Finma non dispone invece della competenza di erogare multe all’istituto bancario o alla persona fisica oggetto di enforcement. Tale procedimento viene aperto qualora la situazione di irregolarità non sia stata sanata con misure adottate di sua iniziativa da parte

dell’istituto bancario o nell’ambito dei costanti rapporti di sorveglianza della Finma con la banca. Vige in questo campo quindi il principio di proporzionalità in base al quale la Finma apre un procedimento di enforcement qualora si ponga quale unica soluzione per rimediare a una situazione oramai compromessa.

La misura del ritiro della garanzia di irreprensibilità è basata sul noto art 3 cpv 2 lett. c della Legge sulle banche, secondo cui le persone incaricate dell’amministrazione e gestione della banca devono godere di buona reputazione e garantire una attività irreprensibile.

Il divieto di esercitare l’attività bancaria - meglio conosciuto come Berufsverbotè una misura limitata a un massimo di cinque anni e potrebbe essere emanato secondo una recente giurisprudenza anche nei confronti di persone impiegate in una posizione subalterna.

Se le disposizioni legali vengono infrante in maniera grave la Finma può pubblicare la sua decisione rendendo note sia la fattispecie che il nominativo delle persone oggetto del provvedimento. Si tratta della misura meglio conosciuta internazionalmente con l’espressione naming and shaming e ha soprattutto una funzione preventiva e deterrente.

Quale ulteriore misura, quella della confisca assegna alla Finma la facoltà di confiscare l’utile che una persona sottoposta a vigilanza o un responsabile con funzioni dirigenziali ha realizzato violando gravemente disposizioni legali in materia di vigilanza.

Non essendo un’autorità penale, tenuta questa ad aprire comunque un procedimento penale, la Finma interviene con l’apertura di un enforcement unicamente qualora utile e necessario al fine di perse-

Stelio Pesciallo, avvocato e notaio presso lo Studio 1896, Lugano.

guire la sua funzione di sorveglianza. La persona oggetto del provvedimento deve avere violato colpevolmente le disposizioni legali occupando una posizione di responsabilità; non ha quindi senso ai fini della sorveglianza bancaria un intervento diretto della Finma anche nei confronti di persone che occupano una gerarchia inferiore, bastando in tal caso provvedimenti disciplinari adottati dall’istituto e semmai la condanna penale.

L’intervento della Finma è dunque centrato su quelle persone resesi personalmente responsabili che rappresentano l’istituto e che devono forgiare la cultura all’interno della banca, depositarie della reputazione non solo dell’istituto ma anche del sistema bancario svizzero.

Soprattutto all’interno dei grandi istituti bancari che dispongono di una complessa struttura organizzativa risulta però talvolta difficile addebitare agli organi dirigenti una grave violazione delle disposizioni legali, loro imputabile direttamente solo qualora abbiano agito colpevolmente. Le responsabilità nei vari settori sono di norma non chiaramente individuabili, il che può riflettersi negativamente sulla cultura all’interno della banca e nel comportamento dei dirigenti. Le recenti esperienze hanno pertanto spinto la Finma a proporre l’adozione in futuro di misure più efficaci, del tipo di quelle già in vigore presso autorità di sorveglianze estere, come negli Stati Uniti o in Gran Bretagna, misure che abbiamo presentato nel numero di Luglio/Agosto 2023 di Ticino Management, non tutte però prive di criticità.

16 · TM Maggio 2024
opinioni / il consulente legale
MORE ELEGANT THAN A DRESS WATCH BETTER PERFORMING THAN A SPORTS WATCH www.geraldcharles.com

Sentenze climatiche

Non solo la Cedu ha di recente giudicato la politica svizzera in materia di protezione del clima, ma anche il Tribunale federale, in parte smentendo i rimproveri mossi dalla Corte europea.

Se in Ticino, negli ultimi anni, la questione dell’emissione di CO2 dei veicoli a motore è stato un tema dibattuto politicamente in termini di incidenza sul calcolo dell’imposta di circolazione, nel Canton Ginevra tale aspetto è stato sottoposto a un esame ben più rigido. Con l’adozione della nuova Legge cantonale sui taxi e sui veicoli da trasporto con conducente, entrata in vigore nel novembre 2022, il Gran Consiglio del Canton Ginevra ha ancorato il principio - per legge appunto - in base al quale i veicoli utilizzati per il trasporto professionale di persone (servizi di taxi, servizi di trasporto con conducente o servizi di limousine) devono rispettare determinati standard di efficienza energetica. Nello specifico la nuova disposizione prevede, fra altri, che i veicoli utilizzati per il trasporto professionale di persone debbano progressivamente soddisfare precisi parametri stabiliti in base al valore obiettivo applicabile per le emissioni di CO2/km. Dal luglio di quest’anno saranno ammessi solo i veicoli di categoria energetica A, B, C o D; dal luglio 2027 solo quelli di categoria energetica A e dal luglio 2030 solo quelli che non emettono CO2.

A fronte di tale cambio di rotta nella politica energetica, non ha certo costituito una sorpresa il ricorso presentato dall’associazione di categoria ginevrina delle società di noleggio di limousine e minibus con conducente, che ha portato la questione sino al Tribunale federale. L’Alta Corte si è espressa al riguardo con sentenza dello scorso 23 febbraio e di recentissima pubblicazione.

Con il proprio ricorso, l’associazione di categoria ha considerato la nuova legge incompatibile segnatamente con la libertà economica e la parità di trattamento, en-

trambi principi ancorati nella Costituzione federale. L’associazione ricorrente ha pure contestato il fatto che il Cantone non avrebbe alcuna competenza decisionale sull’ammissione (o sul divieto) di determinate categorie di autoveicoli. Sotto tale profilo, la nuova legge cantonale violerebbe il diritto federale, ritenuto che l’immatricolazione dei veicoli alla circolazione stradale e la determinazione dei valori di CO2 sarebbero di competenza esclusiva della Confederazione.

Il Tribunale federale ha dato parzialmente ragione alla ricorrente, riconoscendo in particolare come la produzione, l’equipaggiamento e l’importazione di veicoli siano effettivamente disciplinati a livello federale e di come i Cantoni non abbiano alcuna competenza propria in materia di ammissione alla circolazione stradale. L’Alta Corte ha nondimeno precisato che la nuova legge ginevrina interessa e si riferisce piuttosto al tipo di veicoli utilizzabili nell’ambito di un’attività professionale di tassista o conducente, che, come tale, è sottoposta a licenza. Essendo la concessione della licenza per l’esercizio dell’attività professionale una competenza cantonale, ne consegue, di riflesso, la facoltà del parlamento ginevrino (alla pari di quello degli altri Cantoni) di legiferare in materia, tanto da escludere in tale contesto ogni violazione del diritto federale.

Quanto alla lesione dei diritti fondamentali della libertà economica e del principio della parità di trattamento, il Tribunale federale ha considerato le contestazioni dell’associazione di categoria prive di fondamento, avendo la nuova disposizione di legge adottata dal Gran Consiglio ginevrino quale obiettivo quello della riduzione delle emissioni di CO2.

Luca Cattaneo, avvocato e notaio, studio legale Barchi Nicoli Trisconi Gianini, Lugano e Bellinzona.

Perseguendo essa così, senza dubbio, un interesse pubblico ed essendo la stessa adatta al raggiungimento dello scopo che il legislatore si è fissato, non sussiste alcuna lesione dei diritti fondamentali di chi esercita la professione del trasporto veicolare di persone. Per quanto attiene alla proporzionalità del provvedimento, i giudici di “Mon Repos” hanno infine indicato che i periodi di tre anni che precedono ogni introduzione di standard di efficienza energetica più stringenti corrispondono al ciclo di vita naturale dei veicoli utilizzati nel trasporto professionale di persone, ciò che appunto non rende sproporzionato il passaggio, ogni tre anni, a una categoria di emissione di CO2 sempre più restrittiva.

La sentenza del Tribunale attesta un chiaro segnale di concretizzazione della sensibilità in materia climatica nei Poteri dello Stato. Sia il Legislativo (per ora di un Cantone), sia la giustizia federale hanno dimostrato di riconoscere un ruolo alla neutralità climatica nel dibattito sui diritti fondamentali. Il caso vuole che quella sentenza sia stata pubblicata il 10 aprile 2024, ossia proprio il giorno successivo rispetto alla storica sentenza della Cedu che ha condannato la Svizzera per non aver introdotto azioni adeguate alla lotta al cambiamento climatico. Una coincidenza o un paradosso? Poco importa. Fondamentale sarà che, nonostante il giudizio della Corte Europea, la separazione dei Poteri rimanga un principio che regge il nostro Stato e che non debbano essere i tribunali a dettare la politica climatica.

18 · TM Maggio 2024
opinioni / lo studio legale

Trading Investments

Il futuro si costruisce sulle Materie Prime.

Scegli il Partner giusto per gli investimenti, scegli Kommodities Partners.

Via Carlo Diener, 24 | 6850 Mendrisio (CH) | Ph: 0041 91 640 90 40 | desk@kpti.ch | kpti.ch K P& KOMMODITIES PARTNERS

Patrimoniale controversa

Dopo l’aliquota minima sugli utili delle multinazionali, una tassa globale sui miliardari? La proposta del G20 potrebbe fruttare 260 miliardi di dollari l’anno, ma non è esente da difetti di fondo.

Il World Inequality Report 2022, basato sui dati del 2021, pubblicato dall’Alta scuola di economia di Parigi, constata ancora una volta che il 10% della popolazione possiede i tre quarti della sostanza privata mondiale e realizza globalmente la metà dei redditi privati prodotti nel mondo. Secondo gli economisti di questo istituto - che conta nomi come Gabriel Zucman, Thomas Piketty, Emmanuel Saez - la popolazione più ricca dovrebbe contribuire in misura maggiore al finanziamento delle spese dello Stato, per esempio applicando aliquote di imposta sul reddito tra il 70 e l’80%, nonché imposte sulla sostanza tra il 6 e l’8%.

Si sa però che i più ricchi sono anche abili nel trovare sistemi per evitare balzelli di questo tipo, per cui meglio sarebbero accordi fra paesi, del tipo di quello concluso fra 140 paesi per introdurre un’imposta minima del 15% sugli utili dei grandi gruppi internazionali. All’accordo si sono però sottratti gli Stati Uniti, pur essendo tra i promotori dell’operazione.

Questo non ha però impedito al “Gruppo dei 20”, che riunisce le maggiori economie mondiali, di discutere di un altro tipo di imposta globale internazionale, quella che colpirebbe i ricchi con il 2 per cento della loro sostanza.

Presentata lo scorso febbraio, questa proposta dovrebbe essere oggetto di un progetto dettagliato entro la prossima riunione dei ministri delle finanze del G-20, a novembre, presieduto per l’occasione dal Brasile.

Il rapporto citato all’inizio dice che nel mondo vi sono 2.750 miliardari in dollari che posseggono globalmente 13mila miliardi di dollari. Un’imposta sulla sostanza (in Italia una patrimoniale), in

teoria, comporterebbe un gettito di circa 260 miliardi di dollari ogni anno, il che corrisponderebbe a circa lo 0,3% del Pil annuale. In Svizzera si tratterebbe di circa 2 miliardi di franchi all’anno. Attualmente la Confederazione non percepisce un’imposta sulla sostanza. Lo fanno, però, i cantoni che, nel 2021, hanno incassato quasi 9 miliardi di franchi complessivamente.

Tuttavia, anche sul piano teorico, un’imposta sulla sostanza incontra sempre qualche difficoltà. Essa contraddice, infatti, il principio secondo cui un’imposta non dovrebbe mai colpire la fonte del reddito che poi viene tassato. Per questo la Confederazione non la applica, e anche i cantoni svizzeri applicano tariffe molto modeste, tra lo 0,2 e l’1%.

Infatti si tratta di un’imposta che punisce il risparmio e gli investimenti, viene applicata anche in caso di perdite e può ostacolare la crescita delle imprese. Molti paesi l’hanno abolita anche perché poco redditizia, mentre altri la giustificano quale complemento al principio di tassare in base alla forza economica del contribuente, oppure quale moderatore delle disuguaglianze. Inoltre supplirebbe in parte al limite massimo delle aliquote sul reddito e potrebbe essere un parziale sostituto a un’imposta sui guadagni in capitale, che alcuni paesi non applicano. Comunque solo tre dei 38 paesi dell’Ocse praticano ancora la tassazione della sostanza: Svizzera, Spagna e Norvegia.

Molti paesi tassano, invece, parti della sostanza: ad esempio gli immobili, oppure tassano in modo pesante le eredità e applicano anche l’imposta sui guadagni in capitale. Tenendo conto di tutti questi tipi di tasse e rapportandone il gettito al prodotto interno lordo, troviamo in testa la Francia, con il 3,8%, seguita dall’Italia

Ignazio Bonoli, economista.

con il 2,5% e dalla Svizzera con il 2,3%. Questa tassazione terrebbe conto del fatto che i grandi patrimoni sono particolarmente mobili e scelgono i paesi meno esigenti. Per fronteggiare queste situazioni è stata già prevista la tassa minima sugli utili dei grandi gruppi internazionali. Ora, agli economisti citati all’inizio è venuta l’idea di estendere il metodo anche ai patrimoni privati. Dapprima si è pensato di tassare con il 2% quei miliardari che non pagano già imposte adeguate. L’applicazione del concetto non è, però, ancora stata chiarita, ma si vedono già migliori possibilità di sottrarsi al pagamento.

Non solo, ma manca anche il consenso generale. Gli Stati Uniti si sono già detti contrari a una nuova imposta, tenuto conto del carattere progressivo di quelle già in vigore, mentre altri esperti esprimono già il loro scetticismo. In Svizzera l’idea non è tanto contestata, ma un tasso del 2% non solleva troppi entusiasmi e il governo non si è ancora pronunciato. Tutto sommato nemmeno il momento sembra propizio a nuove imposte. In genere i gettiti delle imposte nei singoli Stati crescono in parallelo con il relativo Pil, o perfino in misura leggermente superiore. Nella media dei paesi Ocse il fisco preleva il 34% del Pil annuale, in aumento del 3,5% rispetto al 1990. Tuttavia, in tutti gli Stati membri, la domanda di prestazioni statali sta crescendo in misura superiore e spesso chiede nuove imposte, soprattutto con carattere distributivo. Come già accennato, bisognerebbe, però, stare attenti a non uccidere la classica “gallina dalle uova d’oro”, mentre molti paesi la stanno allevando con particolari cure.

20 · TM Maggio 2024
opinioni/ l’economista
CERCLE DE LA VOILE

Caleidoscopio cinese

Pur tra molti chiari e scuri, il gigante asiatico rimane una scelta d’investimento interessante, e molto poco cara, anche rispetto alla sua storia recente e agli altri Emergenti.

Il mercato azionario cinese offre un panorama affascinante, che può generare una gamma di visioni e conclusioni opposte. La Cina rappresenta una superpotenza economica, ma il suo peso sui mercati è molto inferiore: in particolare, nel campo azionario la Cina rappresenta solo il 3% dell’Msci Acwi. Questo è dovuto al minor ricorso alla borsa, alla maggior presenza di società statali e anche alle valutazioni più basse. Invece, la composizione del mercato azionario cinese è sbilanciata verso la tecnologia, come negli Stati Uniti.

La crescita degli ultimi decenni è stata impressionante, anche per via della crescente apertura agli investitori stranieri, ma nel 2021 sono cominciate le difficoltà in seguito a un inasprimento della regolamentazione su alcuni settori chiave. Gli investitori sono stati poi delusi da una ripresa post pandemica più anemica del previsto e dalle recenti tensioni nel mattone. In aggiunta, lo scorso anno si sono registrati deflussi dall’azionario: molti investitori esteri hanno ridotto le proprie esposizioni, a fronte di una situazione geopolitica particolarmente tesa.

Il rapporto con gli Stati Uniti rimane molto complesso e si registrano tensioni su diversi livelli, dalle posizioni geopolitiche fino ai rapporti commerciali, tant’è che Biden ha annunciato nuovi dazi su elettrico e rinnovabili, che si sommano alle restrizioni precedenti nei confronti dei colossi tecnologici cinesi, e alle altre misure introdotte da Trump. Nonostante tutto, il quadro economico non è così negativo. La crescita del Pil nel 2023 è stata superiore al 5% e il Governo si è attrezzato, ma meno dell’auspicato, per sostenere il mercato interno, stimolando nel tempo l’emergere della classe

media, spingendo per la modernizzazione del sistema industriale. A questo proposito, è stato recentemente varato un nuovo piano finanziato con l’emissione di 138 miliardi di dollari di obbligazioni.

Sorprendendo gli economisti, la crescita del primo trimestre ha raggiunto il 5,3% e, dopo molti mesi di difficoltà, la manifattura sembra essersi ripresa. A questo punto l’obiettivo di crescita del 5% stabilito da Pechino lo scorso marzo sembra a portata di mano.

«Il posizionamento degli investitori internazionali sulla Cina è aumentato negli ultimi mesi, ma resta sottile in un contesto storico: secondo dati Epfr, alla fine del 2023 i fondi globali erano esposti al 5,5% sulla Cina, il livello più basso del decennio. Il mercato finanziario cinese presenta valutazioni molto basse»

I buoni dati economici sono stati accompagnati da una ventata di notizie positive: le autorità hanno mandato messaggi costruttivi riguardo gli investimenti dall’estero (per esempio, lo scorso marzo Xi Jinping ha incontrato oltre una dozzina di multinazionali) e il Politburo ha segnalato l’intenzione di risolvere il problema degli immobili invenduti.

Infatti, dopo diversi anni di difficoltà, questa primavera il mercato azionario cinese ha finalmente vissuto una fase positiva con un rimbalzo di oltre il 10% (espresso in dollari). Si noti che dai minimi dello scorso gennaio, l’indice Msci China ha recuperato ben il 27%. Almeno in parte questo recupero è stato favorito

Matteo Ramenghi, Cio di Ubs Wealth Management Italia.

dall’intervento di alcune società legate allo Stato, il cosiddetto National Team, che avrebbero acquistato Etf e azioni delle principali imprese.

Il posizionamento degli investitori internazionali è quindi aumentato, ma resta sottile in un contesto storico: secondo dati Epfr, alla fine del 2023 i fondi globali erano esposti al 5,5% sulla Cina, il livello più basso del decennio. Il mercato finanziario cinese presenta valutazioni molto basse: l’indice Msci China tratta a un multiplo sugli utili inferiore a 10x, che si confronta con circa 12x per gli altri Emergenti, oltre 20x per gli Stati Uniti e 13x per l’Eurozona. Un simile livello rappresenta un forte sconto anche rispetto alla storia del mercato cinese, con massimi superiori a 30x. Tali considerazioni sono rafforzate dalla composizione degli indici cinesi; per esempio l’Msci China è fortemente esposto a Internet (39% del totale) e ai titoli di consumo (16%), mentre gli altri settori hanno pesi più contenuti. Il forte peso della tecnologia dovrebbe spingere le valutazioni che invece restano a forte sconto rispetto ai mercati avanzati ed emergenti, che pure non possono vantare lo stesso livello tecnologico.

Da queste valutazioni, modesti miglioramenti della situazioni geopolitica potrebbero portare a un recupero consistente a medio-lungo termine. Ma la performance di qualsiasi asset finanziario non è legata solo ai suoi fondamentali, ma soprattutto alla domanda e all’offerta da parte degli investitori e non si può escludere un’ulteriore sottoperformance, specie se legata alla geopolitica.

22 · TM Maggio 2024
opinioni/ l’esperto di finanza

Una fiscalità competitiva

Affinché le imprese di famiglia possano continuare a svolgere il loro ruolo di motore di impieghi e benessere, è necessario un ambiente fiscale favorevole a lungo termine, come propone la riforma cantonale in votazione il prossimo 9 giugno.

Con oltre 90 associati, l’Associazione Imprese Familiari (Aif) pone dalla sua fondazione particolare attenzione alle dinamiche della successione aziendale e alle condizioni fiscali attorno a essa. L’ultimo rapporto dell’Osservatorio SupsiAif per le imprese di famiglia ha confermato quanto queste ultime siano cruciali per la stabilità economica del territorio. Nel 2022 le imprese familiari in Ticino hanno totalizzato un fatturato superiore ai 20 miliardi di franchi e occupato oltre 83mila persone. Ma, in Ticino, la questione della successione resta un terreno minato, soprattutto quando non coinvolge direttamente i discendenti diretti. Il peso delle imposte di successione e donazione, che in alcuni casi può arrivare al 41%, rappresenta un ostacolo significativo alla continuità aziendale.

Questa situazione mette a rischio la sopravvivenza delle imprese stesse e, di conseguenza, il benessere nel nostro cantone. Secondo la Supsi il 60% delle aziende familiari è alla seconda generazione, mentre il 20% alla terza e sta per affrontare o ha affrontato il passaggio di proprietà e/o conduzione alla generazione successiva. Oltre il già difficoltoso trapasso di responsabilità, compiti e mansioni in segno della continuità, a complicare le decisioni delle famiglie vi è la dimensione fiscale, che non raramente rappresenta un ostacolo ostico, che ha già portato famiglie a decidere di interrompere o di cedere l’attività imprenditoriale.

La riforma fiscale in votazione il 9 giugno 2024 offre una possibilità concreta di cambiamento. Con la proposta di ridurre le aliquote fiscali, riportando il Ticino alla media nazionale, e di introdurre

agevolazioni specifiche per le successioni aziendali, la riforma costituisce un passo fondamentale verso una maggiore equità fiscale e la promozione della continuità aziendale.

Non solo, quindi, il progetto in votazione ambisce a non spingere imprese a lasciar il territorio o attirarne altre: c’è una ‘terza’ dimensione della competitività, quella del sopravvivere a una successione aziendale. Affinché le nostre imprese di famiglia possano continuare a svolgere il loro ruolo di motori di impieghi e benessere, è necessario creare un ambiente fiscale favorevole alla loro crescita e alla loro sopravvivenza nel lungo termine. La riforma in votazione interviene per correggere situazioni insostenibili, riducendo l’aliquota per i coniugi e altre figure parentali per affinità, e introducendo norme specifiche per alleggerire l’imposta di successione e donazione in determinate condizioni, garantendo così la continuità aziendale.

La decisione di sostenere o respingere questa riforma non riguarda solo il destino delle singole imprese, ma in generale del tessuto economico cantonale. È importante riconoscere che le imprese familiari non sono solo generatori di ricchezza, ma anche creatori di opportunità e di stabilità sociale. Un sistema fiscale equo e sostenibile è fondamentale per garantire la crescita e il benessere dei cittadini ticinesi.

La riforma però non riguarda soltanto le imprese di famiglia e coinvolge tutti i ticinesi. Tra le modifiche significative vi è l’aumento delle deduzioni per le spese professionali, finalizzato a ridurre il carico fiscale per i lavoratori dipendenti. Anche l’imposizione delle prestazioni

Fabio Regazzi, vicepresidente di AIF Ticino e Consigliere agli Stati.

in capitale della previdenza è oggetto di una revisione, rispettivamente di un plafonamento dell’onere fiscale massimo per prevenire la fuga di contribuenti in vista del pensionamento, ciò che oggi avviene in numerosi casi.

Un elemento centrale del testo al voto in giugno è poi la compensazione dell’aumento del 3% del coefficiente di imposta cantonale. Attraverso un taglio delle aliquote è stato assicurato che nel 2024 non si pagheranno più imposte che nel 2023. Attenzione però che in caso di rifiuto della riforma questo aumento toccherà tutti i cittadini.

Mentre alcune voci critiche hanno sollevato dubbi sulla necessità e sull’efficacia della riforma fiscale proposta, è importante considerare il quadro generale e il lungo termine. La riforma non è solo una questione di vantaggi fiscali per le imprese, ma anche di giustizia sociale e di equità economica. È un investimento nel futuro imprenditoriale del Ticino e delle generazioni a venire.

La riforma fiscale è una grande opportunità per il Cantone, un passo verso una maggiore attrattività fiscale, competitività economica e un rafforzamento delle condizioni quadro per le successioni aziendali. Come imprenditori di famiglia, ma anche come futuri pensionati e contribuenti, dobbiamo guardare oltre i nostri interessi individuali e lavorare insieme per il bene comune. È tempo di agire, è tempo di fare la nostra parte per sollevare il Ticino dai bassifondi delle classifiche fiscali intercantonali.

24 · TM Maggio 2024
opinioni / imprese di famiglia

*Termini e Condizioni applicabili. Maggiori informaioni su www.alpian.com/it/campaign-terms-of-use/

Una via istituzionale

La remunerazione delle operazioni di validazione all’interno di una blockchain sono esse stesse un potenziale investimento, al pari di quanto avviene abitualmente con gli Etp quotati.

Quello che si intende con il termine ‘staking’ è il principio di base secondo cui all’interno di una blockchain i suoi partecipanti bloccano una parte dei loro beni digitali per sostenerne attivamente la sicurezza e le operazioni. In cambio dell’immobilizzazione di una parte dei loro beni e della partecipazione alla convalida di nuovi blocchi, gli staker ricevono ‘ricompense’, in genere sotto forma di token aggiuntivi o commissioni di transazione. Se gli staker non adempiono ai loro doveri, non ricevono nulla e, in alcuni casi, rischiano di dover pagare una sanzione, quello che si definisce ‘slashing’. L’intero processo svolge un ruolo cardine nel garantire sicurezza, scalabilità e decentralizzazione delle blockchain.

Ad esempio, un fondo da 5.000 Ethereum (13,5 milioni di franchi) potrebbe guadagnarne mensilmente16,7 (45.000 franchi) quale remunerazione del suo ‘staking’. Questo non solo aumenta le entrate del fondo, ma contribuisce anche alla sicurezza della rete di Ethereum. Lo staking assicura la partecipazione attiva dei validatori e rende la rete più sicura. L’approccio per i Gestori patrimoniali.Tali ricompense rappresentano un’opportunità di differenziazione per i gestori. Anziché limitarsi a detenere Ethereum o Solana in un portafoglio, si può infatti optare per metodi innovativi per compensare gli investitori di Etp con lo staking. Ciò può comportare la distribuzione dei premi direttamente agli investitori in base alle loro partecipazioni, in modo simile a un dividendo, o la riduzione delle commissioni di gestione aggiungendo le ricompense al fondo. Di conseguenza, il secondo approccio aumenta il Nav del fondo, a vantaggio sia del gestore che

dell’investitore dell’Etp. Alcuni prodotti, tra cui molti degli Etf Ethereum offerti negli Stati Uniti, avranno una struttura ‘plain vanilla’ e imiteranno semplicemente il prezzo spot dell’asset digitale. Detto questo, così come il mercato degli Etf azionari si è evoluto nel corso del tempo, e offre oggi anche prodotti molto sofisticati, lo stesso dovranno fare questi prodotti rispetto a Ethereum, e all’universo degli asset digitali.

A emergere dovrebbe essere dunque una visione particolare, in cui al pari di

«Le istituzioni riconoscono sempre di più il potenziale dello staking come flusso di entrate redditizie e costanti. Per partecipare, alcuni istituti scelgono di rivolgersi direttamente a un fornitore specializzato, che offre soluzioni su misura, altri preferiscono la convenienza di un Etp quotato in borsa»

un investitore che in un Etf azionario richiede un dividendo, un investitore in un prodotto Ethereum si aspetta una remunerazione. Omettere tali ricompense equivale a negare agli investitori dell’Etp un rendimento ‘completo’. Superare i limiti. Tuttavia, lo staking non è privo di sfide. Secondo le attuali dinamiche di Ethereum una volta vincolati, gli asset non sono più immediatamente liquidabili, ed è necessario presentare una richiesta di prelievo alla blockchain di Ethereum per mobilitarli.

La maggior parte dei prodotti sono garantiti al 100% dall’attività sottostante,

Gabel, Ceo di Figment.

quindi se un investitore di Etp dovesse riscattare le proprie azioni nel prodotto, ci sarebbe un regolamento ritardato prima che l’Ethereum vincolato possa essere riscattato, il che potrebbe non coincidere con la finestra borsistica. Per ovviare a questo problema, un Ethereum Etp può immobilizzare il 50% o meno delle sue attività. In futuro, i gestori potrebbero utilizzare una combinazione di staking e altri metodi, come il liquid staking, per garantire la massimizzazione dei ritorni. Questa dinamica aprirebbe la strada a un Ethereum Etp che si inserisca veramente nel panorama finanziario moderno. Istituzioni alla ricerca di ricompense. Le istituzioni riconoscono sempre di più il potenziale dello staking come flusso di entrate redditizie e costanti. Per partecipare, alcuni istituti scelgono di rivolgersi direttamente a un fornitore specializzato in staking, che offre soluzioni su misura per semplificare al massimo l’intero processo, gestire i rischi e ottimizzare i rendimenti. Altri istituti preferiscono la convenienza di un Etp quotato in borsa e sono comunque in grado di ottenere i vantaggi di una partecipazione in un prodotto che è collateralizzato al 100% da un asset PoS (proof of stake) e che viene garantito da un fornitore leader nel settore. Con la continua maturazione dell’universo investibile degli asset digitali, è molto probabile che lo staking svolto da attori istituzionali rivestirà un ruolo cruciale nell’evoluzione delle dinamiche di settore, offrendo una miscela di rendimenti finanziari, influenza strategica e sostegno alla prossima generazione di innovazioni su blockchain.

26 · TM Maggio 2024
Lorien
opinioni/ l’esperto di asset digitali

Perfezione vo cercando

Determinare la miglior strategia d’investimento per una persona non è un processo scalabile per definizione. Ciononostante molti ci provano. Alpian agisce diversamente.

Creare un’asset allocation perfetta è un’arte. Molti artisti della finanza quantistica si sono cimentati nel definirla. La conclusione? Dipende! Sono molte le possibili basi da cui partire, ma la scelta ricadrebbe su due: la teoria sviluppata da Harry Markowitz (Nobel del 1952), e l’ottimizzazione rischio-rendimento, la ‘mean-variance optimization’.

Al netto di molti e cruciali tecnicismi, l’obiettivo è semplice nella sua essenza: determinare la diversificazione e la personalizzazione di una strategia d’investimento. Si tratta quindi di comprendere le preferenze di una persona e, di conseguenza, creare l’allocazione che meglio la rappresenta. È un po’ come andare dal sarto per farsi fare un abito su misura.

Di norma gli istituti finanziari fanno compilare al cliente un questionario, più o meno approfondito, sulla base del quale rientra all’interno di un profilo predeterminato. I clienti sono quindi omologati, e i portafogli d’investimento resi scalabili, minimizzandone i costi di gestione. Evidentemente non c’è nulla di male, ma è l’equivalente di andare in un negozio di vestiti, senza che il capo ‘calzi a pennello’. Sin tanto che ci si ferma al maglione, o al cappotto, i rischi sono contenuti, ma se sul tavolo ci sono i propri risparmi quanto è opportuno mantenere lo stesso approccio? Può un’unica strategia, per quanto eccellente, rispondere alle esigenze diverse di milioni di persone?

Quando abbiamo lanciato Alpian, la campagna pubblicitaria metteva in evidenza due gemelli, e l’intento era quello di sottolineare il fatto che benché li percepiamo identici dal punto di vista fisico, in realtà

Jacques Sale, responsabile Business Developement di Alpian.

sono diametralmente diversi. In Alpian consideriamo ogni investitore unico, di conseguenza deve esserlo ogni portafoglio. Il rapporto 1 investitore - 1 portafoglio è alla base della nostra filosofia. Ottimo, certo, bellissimo. Ma un sarto che si rispetti ha anche un costo importante, si dirà. Vero, ma non più alto come prima. È sempre stato possibile creare una strategia d’investimento su misura, un servizio tradizionalmente riservato ai clienti più facoltosi, che si potevano permettere i ‘costi del sarto’. Come mission Alpian si è impegnata a offrire questo ‘lavoro sartoriale’ a prezzi contenuti, tramite un’analisi più approfondita del profilo dell’investitore. Nell’elaborare una strategia sono molti i parametri di cui teniamo conto, tra cui: la finanza comportamentale, restrizioni settoriali o geografiche, sostenibilità, orizzonte temporale, obiettivi... Ognuno avrà risposte diverse, e pertanto si renderà necessaria un’asset allocation altrettanto personaliz-

zata. Definita questa, un secondo livello: la target asset allocation, ovvero gli input derivanti dalle view dei nostri esperti.

Questa vuole essere la parte di gestione attiva di breve-medio periodo che il dipartimento d’investimento implementa nei portafogli dei clienti, considerando sempre la strategia iniziale dell’investitore, e aggiungendo a seconda dei casi i necessari correttivi in termini di prodotti o di esposizioni.

Tutto questo si traduce in un portafoglio pensato e sviluppato interamente intorno all’investitore, rispecchiando ogni minimo aspetto della sua personalità e situazione. La domanda che spesso viene posta è: “ma qual è la vostra performance?”. Non avendo dei portafogli pre-confezionati da offrire, non si può rispondere direttamente, ma si può spiegare l’importanza che un lavoro sartoriale ricopre, e soprattutto, mostrare gli effetti della strategia d’investimento individuale che è stata creata per il cliente e la sua performance nel passato. Ma prima, è fondamentale conoscere le caratteristiche della persona. Dunque, la domanda delle domande: quando un’asset allocation può definirsi perfetta? È lo stesso Markowitz a suggerirlo: “Un buon portafoglio è molto più di un lungo elenco di azioni e obbligazioni (con relative ponderazioni). È un insieme equilibrato, che fornisce all’investitore protezioni e opportunità rispetto a un’ampia gamma di eventualità”. Per info: alpian.com/it/smart-investing

Maggio 2024 TM · 27
Advertorial

Difendere l’Europa, ma come?

I nodi tutti da sciogliere che zavorrano la Difesa del Vecchio Continente sono molti, e annosi. Se l’attuale contesto geopolitico impone di trovare risposte, appare evidente come a mancare sia in primis una sufficiente base industriale che possa far fronte alle nuove spese. A essere necessari sono dunque maggiori investimenti industriali e una razionalizzazione delle attuali spese, accompagnati da qualche decisione anche impopolare.

Trovare la ‘sintesi’ è forse la più complessa delle sfide che un sistema politico democratico debba affrontare. Si tratta infatti di individuare un compromesso accettabile, che possa accontentare la maggioranza dei partecipanti, senza dimenticare i non, al tempo stesso non mancando di incisività o determinazione, a dipendenza dell’oggetto del confronto. Nella maggior parte dei casi la sintesi non viene trovata (non c’era interesse a farlo), e il più naturale dei compromessi è ‘non fare’ così da non scontentare, mantenendo lo status quo ante, e rimandando il problema. Almeno rispetto a tutte quelle tematiche politicamente più sensibili, e democraticamente controverse. Viceversa, pur al netto di fortunate eccezioni,

nel caso di decisioni non necessarie, laddove non anche controproducenti, si è smesso da tempo di contare i plebisciti.

Ecco dunque che nel caso di un tema dirompente come può esserlo la Difesa i giochi sono presto fatti. Ogniqualvolta sia ipotizzabile tagliarne i fondi a beneficio di tematiche popolarmente più attrattive, nessun problema, sintesi assicurata. È in caso contrario che iniziano i problemi, anche laddove le circostanze lo imporrebbero, almeno razionalmente.

Dunque, un apparente paradosso. Il momento in cui il Vecchio Continente sia stato più prospero, nonché sicuro, potrebbero non essere gli anni a cavallo del nuovo millennio, ma quelli a cavallo del I secolo, nel periodo d’oro dell’Impero Romano, con Traiano imperatore.

Dunque gli anni della Pax Romana. Al netto di scorribande e bagatelle di confine, in Europa e più in generale nel bacino del Mediterraneo, era presente un’unica entità politica complessa, chiamata a difendere i propri confini, grazie a un dispositivo militare unico, professionale ed efficiente: 400mila uomini schierati dalla Scozia all’Egitto, lungo le sole frontiere note, quelle esterne. A un costo tutto sommato modesto, almeno per l’epoca, circa il 3% del Pil, in linea con le attuali spese della Difesa statunitense. Differenza fondamentale con l’Europa di oggi? Univocità nella catena di comando, pur al netto di frequenti rivolte, che più d’un imperatore eleggeranno, priorità e decisioni tempestive (almeno per l’epoca) erano sempre garantite.

28 · TM Maggio 2024
© Foto di TotalWar, Ghost cover/ economia a cura di Federico Introzzi

Chi difende cosa? Che si sia ormai aperta una stagione inedita della storia moderna, o forse più probabilmente se ne sia chiusa una d’eccezione, non è un mistero. Molto è cambiato in pochissimo tempo, e il ‘dividendo della globalizzazione’ è stato interamente staccato. Dunque cosa attendersi ora? «Il ritorno della competizione tra grandi potenze, e lo scoppio di una guerra convenzionale ad alta intensità ai suoi confini, hanno ricordato ai cittadini europei, e ai loro Governi, come pace e sicurezza non dovrebbero essere date troppo per scontate. Hanno un costo, che significa anche investire nell’industria della Difesa, e che soprattutto da qualcuno deve essere sostenuto, non essendo trascurabile», esordisce così Mauro Gilli, Senior Researcher del Center for Security Studies dell’Eth di Zurigo. Oneri, e sotto molti aspetti investimenti, ingenti ma distribuiti non troppo equamente tra stati tra loro molto diversi. «Gli ultimi anni sono stati particolarmente turbolenti sul piano geopolitico, e non solo, il che si è riflesso sull’andamento della spesa militare globale, anche nelle aree non interessate da conflitti. Nel solo 2023 la spesa militare globale è cresciuta del 6,8%, lievitando a 2,5 trilioni di dollari, record storico, anche grazie al ragguardevole 6,2% di crescita toccato nell’Asia orientale, dove nonostante non vi siano conflitti in corso, Giappone e Taiwan hanno entrambi aumentato le spese dell’11%. La spesa globale per Difesa è cresciuta per nove anni consecutivi, di cui il 55% è attribuibile alla Nato, con ben 916 miliardi dei soli Stati Uniti. La spesa pro capite ha dunque toccato il livello più alto dal 1990, sfiorando i 307 dollari», riflette Elena Guglielmin, Cio di Ubs Wealth Management.

A essere cambiato è però non solo lo scenario geopolitico, ma anche quello operativo, e completamente. E questo ha un impatto ancor maggiore. «In caso di conflitto tradizionale, ad alta intensità, le vulnerabilità del dispositivo bellico europeo verrebbero al pettine in tempi estremamente rapidi. La Germania ha scorte di colpi d’artiglieria per appena 4 giorni, mentre la Francia avrebbe granate per circa una settimana, senza che l’industria europea sia in grado di aumentarne in tempi celeri la produzione. Sino a oggi, e senza conflitti, il problema è stato ovviato acquistando dall’estero il necessario. Tra il 2020 e il 2023 oltre il 70% del fab-

«A fronte delle crescenti tensioni geopolitiche il rafforzamento delle capacità di Difesa è in cima alla lista delle priorità della Politica, il che non può essere fatto in assenza di una base industriale sufficientemente solida. Una parte non trascurabile del problema è ben noto sia la finanza sostenibile»

Matthias Zoller, Segretario generale di Swiss Asd

L’impero romano nel 125 d.C.

L’espansione di Roma in tre secoli

Britannia

bisogno è stato coperto dall’estero, con il 63% dagli Stati Uniti, il che pone non pochi problemi in termini di deterrenza, specie se in prospettiva», nota Alberto Conca, Cio di Lfg + Zest.

Moesia

Regnum Bospori

Colchis Iberia

Galatia

Arabia Petrae Mesopotamia

Nel II secolo buona parte dell’attuale Europa era sotto un’unica entità politica e difesa da un esercito unico, con un’unica e netta catena di comando, e abbastanza efficiente.

Maggio 2024 TM · 29
Italia
Mauretania
CappadociaArmenia
Exinus AfricaProconsularis
NoricumPannoia Dalmatia
Macedonia Assyria Albania BythyniaetPontus Asia Cyprus
Hispania Gallia Dacia
Aegyptus Pontus
Raetia
Sicilia Thracia
Cyrenaica Creta Cilicia Lycia Syria
201 a.C. - Fine della II Guerra Punica 133 a.C. - Fine della Guerra Numantina 44 a.C. - Assassinio di Giulio Cesare 14 d.C. - Morte di Augusto 117 d.C. - Morte di Traiano Protettorati romani nel 117 d.C. Confini delle province romane nel 117 d.C.
Province senatoriali Province imperiali Confini nel 125 d.C. Limes Campi Legionari

Spesa globale in Difesa

«Prima del 1991 una spesa in Difesa superiore al 2% era la norma anche in Europa; è successivamente che ci si è concentrati sullo stimolo delle economie nazionali, a fronte di un contesto geopolitico meno teso. Non si tratta però di un’eccezione, lo stesso è avvenuto anche negli Stati Uniti»

Elena Guglielmin, Cio di Ubs Wealth Management

Evoluzione delle risorse stanziate a bilancio (mld usd costanti 2022) per regione Fonte: Sipri 2024

Spesa militare nel 2023

Percentuale del Pil destinata alla Difesa nazionale (Top10)

■ 9.0%>

■ 5.0%–9.0%

■ 4.0%–5.0%

Nessuna spesa

Dati non disponibili

Fonte: Sipri 2024

Nel corso degli ultimi anni la spesa globale in Difesa è andata rapidamente crescendo, a fronte di un contesto geopolitico inquieto, ancor prima dei due recenti conflitti. Gli anni precedenti sono però un’eccezione, rispetto a una media storica di spesa di gran lunga superiore, per l’intera durata della Guerra fredda. A trainare la spesa contribuisce la crescita del Pil.

I guai europei. Sotto molti aspetti sarebbe però fuorviante guardare esclusivamente alla spesa per scattare una fotografia veritiera dello stato dell’arte del dispositivo bellico a disposizione dei Paesi europei. «Francia, Germania e Italia spendono in Difesa oltre 164 miliardi di dollari, molto di più rispetto ai 109 della Russia nel 2023, ma appaiono ben evidenti le differenze. Non si tratta dunque semplicemente di aumentare la spesa, come

richiesto dalla Nato, ma di efficientarla in misura radicale, coordinandosi maggiormente tra Paesi membri per colmare i gap esistenti, anche a saldi invariati», sottolinea Gabriele Barbaresco, Direttore dell’area studi di Mediobanca. Nel caso dell’Europa ad aleggiare sull’intera questione sono del resto i saldi di bilancio, e i vincoli del patto di stabilità, difficilmente aggirabili a oggi. «Le dinamiche demografiche di tutti i Paesi più grandi, Regno Unito incluso, lasciano intendere che nei prossimi anni la spesa previdenziale e sanitaria crescerà in misura significativa. Alcuni Paesi si scontrano poi con un quadro macroeconomico difficoltoso, specie a livello di finanza pubblica, con rapporti debito/Pil già molto alti e una crescita modesta, destinata a non migliorare», precisa l’esperto dell’Eth. Se tali dinamiche appaiono oggi particolarmente chiare, l’Europa si era già ‘portata avanti’ in tempi non sospetti. «Indipendentemente dagli impegni presi in sede Nato, gli stati europei è dal 1991 che stanno diminuendo la spesa in Difesa in percentuale del Pil, e si stima che abbiano estratto un ‘dividendo di pace’ da circa 1,8 trilioni di dollari, in mancati esborsi. Sia in termini di personale, ma soprattutto di mezzi, le forze europee si sono ridotte del 50-70% sia per numero che efficacia. Erano 18.941 i carri armati nel ’91 sono oggi 4.362, e in parte non operativi, 3.660 i caccia e oggi 1.568. Particolarmente grave è la situazione in Germania, come attesta il commissario indipendente nominato dal Governo tedesco per fare il punto della situazione», fa notare il Cio di Lfg + Zest. A rendere tutto anomalo sono però gli ultimi anni, che contribuiscono in larga misura a distorcere ogni genere di confronto con il passato, il che certamente non aiuta. «Prima del 1991 una spesa in Difesa superiore al 2% era la norma anche in Europa; è successivamente che ci si è concentrati maggiormente sullo stimolo delle economie nazionali, a fronte di un contesto geopolitico meno teso. Per reintegrare parte dell’organico, e tornare a livelli di spesa ‘rassicuranti’ per gli Stati, saranno necessari anni e anni di investimenti. Prevediamo che la spesa in Difesa aumenterà entro il 2030 al 2,1% del Pil, con una crescita annualizzata del 9,4% in termini di apparecchiature, la voce più rilevante in ambito industriale. Rispetto al 2023, quando queste spese valevano 123 miliardi di euro, nel 2030 ne varranno ben

30 · TM Maggio 2024
1988 1992 1996 2000 2004 2008 2012 2016 2020 2023 Spesa militare in usd mld ■ Africa ■ Medio Oriente ■ Europa ■ Asia e Oceania ■ America 500 1 000 1 500 2 000 2 500
■ 3.0%–4.0% ■ 2.0%–3.0% ■ 1.0%–2.0% ■ <1.0% ■
3. Algeria 8.2% 1. Ucraina 37% 2. Libano 8.9% 4. Arabia Saudita 7.1% 5. Sud Sudan 6.3% 6. Russia 5.9% 8. Oman 5.4% 9. Israele 5.3% 10. Giordania 4.9% 7. Armenia 5.5%

232. Non che però questa sia una reale eccezione, la spesa americana dell’ultimo decennio è stata in media pari al 3,5%, contro un dato medio annualizzato del precedente mezzo secolo superiore al 5,5% del Pil», chiosa il Cio di Ubs. Ma chi produce cosa? Se tale esigenza è particolarmente sentita, seppur con diverse intensità, nell’Unione Europea, la neutrale Svizzera non è immune da questi timori, con un dibattito interno molto caldo. «A fronte delle crescenti tensioni geopolitiche il rafforzamento delle capacità di Difesa è in cima alla lista delle priorità della Politica, il che non può essere fatto in assenza di una base industriale sufficientemente solida. Una parte non trascurabile del problema, come ammesso dai ministri della Difesa europei, potrebbe essere proprio la cavalcata della finanza sostenibile, che esclude qualsiasi tipo d’investimento in attrezzature del comparto, restringendo dunque i canali di finanziamento del settore. Questo spiega seppur parzialmente anche le scarse scorte di munizioni negli arsenali dell’intero Continente», riflette Matthias Zoller, segretario generale di Swiss Asd (Aeronautics, Security and Defence), gruppo professionale che riunisce le aziende attive a livello internazionale nell’ambito delle tecnologie di sicurezza e difesa, sotto l’egida di Swissmem.

Lo stato d’impreparazione degli eserciti europei è anche una conseguenza delle esigenze e dell’impiego delle forze degli ultimi anni. «Con la fine della Guerra fredda le priorità degli stati si sono orientate verso operazioni di Peace-keeping e Peace-enforcement, oltre alla lotta al terrorismo internazionale, sfociate poi nelle guerre in Afghanistan e Iraq. Spese e investimenti sono stati dunque orientati allo sviluppo di piattaforme solo marginalmente impiegabili in conflitti ad alta intensità, contro forze avversarie dotate di capacità e tecnologie avanzate. Investire in piattaforme militari avanzate, come i caccia, richiede un approccio diverso, una base industriale dedicata, massicci investimenti, capacità finanziaria e volontà politica per coprirne i costi», nota Gilli. Il tema vero emerge però nel lungo periodo, essendo progetti e iniziative (impopolari) realizzabili solo nel corso di anni, se non decenni. «Se da un lato è evidente a tutti, oggi, la necessità di rivedere la struttura produttiva europea del comparto, è altrettanto fondamentale

«Per quanto problematico, non dovrebbe essere accantonata l’ipotesi del consolidamento industriale del settore in Europa, ovvero di favorire un processo di concentrazione del mercato attorno a pochi grandi attori, come avvenuto negli Stati Uniti a cavallo degli anni Novanta»

Gabriele Barbaresco, Direttore Area Studi di Mediobanca

I vincoli di bilancio europei

Finanze pubbliche, e rispetto degli impegni (Nato) di spesa militare (dati 2023)

Debito pubblico (% del Pil)

Spagna Finlandia

Portogallo Sotto al 2% Oltre il 2%

Croatia Olanda Svezia Danimarca Norvegia

Deficit (% del Pil)

Fonte: EconPol policy report 2024

Ma cosa ne penserebbe la popolazione?

Risposte alle domande (% tot.) su variazioni del budget (Paesi in ordine di spesa)

*Finlandia

*Rispetta il 2% nel 2023

Fonte: EconPol policy report 2024 *Polonia

*Ungheria*Estonia*Romania*LituaniaDanimarcaBulgariaOlandaSvezia*SlovacchiaLussemburgoSpagna*LettoniaRep.CecaGermaniaSloveniaBelgioFranciaNorvegiaPortogalloItaliaCroazia*RegnoUnito*Grecia

Incremento della spesa dal 2021 al 2023

Diminuzione della spesa

■ Lo Stato dovrebbe spendere di più (VI-22) ■ Lo Stato dovrebbe spendere di più (VI-21) Lo Stato dovrebbe spendere di più (VI-23) Nell’Ue si dovrebbe spendere di più in Difesa (VI-23)

dare la visibilità necessaria all’industria bellica per fare gli opportuni investimenti. Senza prospettive di crescita o stabilità della spesa difficilmente il settore privato potrebbe raccogliere la sfida, non potendo garantire il necessario rendimento delle risorse investite. Si tratta del resto di un settore unico, soggetto a stringenti regolamentazioni sia per l’export che per il numero esiguo dei potenziali clienti, stati sovrani non ostili politicamente, soggetti

Aumentare la spesa in Europa potrebbe essere alquanto problematico, a patto di voler mantenere in essere, come sembra, gli attuali vincoli di bilancio che limitano fortemente la capacità di spesa degli stati europei. Nonostante un raffreddarsi dell’entusiasmo per tali spese da parte della popolazione, sono tutti concordi nel dire che il ‘vicino’ dovrebbe spendere di più.

Maggio 2024 TM · 31
180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 -7 -6 -5 -4 -2 -1 0 1 2 3 4 5
Grecia Ungheria
-3
Unito
Polonia Romania Lettonia
Bulgaria Estonia
Italia Belgio Francia Regno
Slovenia Slovacchia
Repubblica Ceca
Lituania Germania Lussemburgo
90 70 50 30 10 in %

La spesa europea in Difesa

«Se da un lato è evidente a tutti, oggi, la necessità di rivedere la struttura produttiva europea, è altrettanto fondamentale dare la visibilità necessaria per fare gli opportuni investimenti. Senza prospettive di crescita o stabilità della spesa difficilmente il settore privato potrebbe valutare di raccogliere la sfida»

Alberto Conca, Cio di Lfg + Zest

Spesa pro-capite al giorno degli Stati europei (in usd)

Questione di standard

Si parla spesso di rispettare gli obiettivi di spesa concordati in ambito Nato, nella pia illusione che questo migliori la prontezza dei dispositivi militari nazionali. Ma è davvero così? «A essere indispensabile è una maggiore e migliore coordinazione tra Stati europei, ad esempio condividendo risorse sia umane che di equipaggiamenti, creando forze multinazionali, con compiti specifici, come la sorveglianza marittima o la difesa cibernetica. Integrare completamente le forze militari nazionali è ancora utopistico, massimizzarne l’integrazione in alcuni ambiti dovrebbe essere invece più veloce, oltre che prodromico a una fase successiva», rileva il Cio di Lfg + Zest. I problemi europei non sono certo frutto esclusivo della scarsità di risorse stanziate, quanto di come siano impiegate dai singoli stati. «La standardizzazione di armamenti e piattaforme in dotazione alle forze nazionali sarebbe un passo fondamentale per un rapido efficientamento della spesa. Per raggiungere il target del 2% nel 2024 sarebbero necessari 30 miliardi di dollari extra, oltre ai 345 attuali, il che la dice lunga sulla rilevanza che avrebbe una semplice revisione di quanto già a bilancio. I Paesi che si sono impegnati non mancano, a guidare la classifica la Polonia (+46%), seguita a distanza da Austria, Finlandia e Svezia», prosegue Conca. A patto di raggiungere un sufficiente livello di standardizza-

a forti pressioni circa le decisioni di spesa e investimento», riflette Conca. L’industria. Appare dunque necessario un rilancio del tessuto industriale dedicato europeo, un’operazione che potrebbe però dimostrarsi non immediata, e nemmeno troppo semplice, pur al netto di condizioni quadro favorevoli. «Il settore sta vivendo una fase di riaccreditamento su più livelli, e mostra una serie di ricadute indirette e positive sul tessuto produttivo, in termini di sicurezza ma anche di efficienza. È un settore ad alta intensità di ricerca e sviluppo, può dunque essere di significativo supporto e stimolo alle filiere più avanzate tecnologicamente, attive anche nel processo di transizione digitale, migliorandone la competitività», nota l’esperto di Mediobanca.

Le possibili alternative per raggiungere l’obiettivo in tempi ragionevoli non sono però molte. «Sarebbe auspicabile un consolidamento del settore tra attori europei, ma è molto probabile questo troverebbe notevoli resistenze a livello politico. Più semplice e facilmente percorribile sarebbe

Il problema europeo non è la carenza di risorse, quanto la razionalizzazione della spesa, molto... europea.

Numero di varianti in servizio attivo

zione degli equipaggiamenti (il confronto con gli Stati Uniti imbarazza, cfr. sopra), e una loro avanzata razionalizzazione, le opportunità per il dispositivo militare europeo si farebbero importanti. Quanto meno per renderlo credibile rispetto alle potenziali minacce esterne. «In primis l’Ue vedrebbe il suo potere negoziale in sede di trattative e fissazione dei prezzi delle forniture esponenzialmente rafforzato, sia in termini di equipaggiamenti che mezzi. Certo, alcuni Paesi dovrebbero riformare le loro catene di approvvigionamento, il che comporterebbe non poche frizioni tra i vari apparati militari nazionali, ma i benefici sarebbero di gran lunga superiori. Al tempo stesso, sono processi che in ogni caso richiederebbero molto tempo, in termini di anni», conclude il Cio.

32 · TM Maggio 2024
Ucraina Norvegia Danimarca Finlandia Regno Unito Lussemburgo Francia Olanda Estonia Svezia Germania Lituania Polonia Grecia Svizzera Belgio Italia Lettonia Spagna Austria 4,8 4,3 3,8 3,6 3,0 2,8 2,6 2,6 2,5 2,3 2,2 2,2 2,1 2,0 2,0 1,8 1,7 1,6 1,4 1,3
Fonte: Mediobanca 2024
Europa N. di
utilizzati Usa 19 Carri armati da battaglia 1 23 Veicoli corazzati per fanteria 3 28 Artiglieria da 152/155mm 2 20 Aeromobili tattici 7 4 Elicotteri d’attacco 2 12 Missili anti nave 5 13 Missili aria - aria 3 27 Cacciatorpedinieri e fregate 4 17 Siluri 2 6 Sottomarini nucleari 4 179 Totale 33
Fonte: McKinsey 2024
sistemi d'arma

invece uno sforzo concertato in ricerca e sviluppo, e la condivisione delle piattaforme già sviluppate. Sono gli obiettivi del nuovo Fondo europeo per la Difesa, che sostiene le imprese dei Membri nello sviluppo di progetti competitivi e collaborativi. Si tratta per il periodo 2021-27 di quasi 8 miliardi di euro, di cui 2,7 destinati alla ricerca collaborativa, e 5,3 allo sviluppo di progetti collaborativi per integrare le capacità degli Stati nazionali», rileva il Cio di Lfg + Zest.

Guardare all’estero, anche solo a titolo di paragone delle esperienze pregresse, potrebbe essere comunque interessante per gli sviluppi del comparto europeo. «Per quanto problematico, non dovrebbe essere accantonata l’ipotesi del consolidamento industriale, ovvero di favorire un processo di concentrazione del mercato attorno a pochi grandi attori, come avvenuto negli Stati Uniti a cavallo degli anni Novanta, quando una serie di M&A portarono le oltre cento aziende di allora, a confluire negli attuali cinque colossi che muovono il mercato americano. Ciononostante la costituzione di campioni sovranazionali potrebbe essere raggiunta, seppur con altri tempi, dallo sviluppo di progetti congiunti, tali da favorire maggior efficienza, economie di scala e una migliore interoperabilità tra le forze nazionali», prosegue Barbaresco.

Da non trascurare il capitolo finanziamenti, che un ruolo altrettanto importante potrebbe averlo in ambito politico decisionale. «Se guardiamo al solo mercato svizzero, quella che viene definita finanza sostenibile può già oggi vantare circa 1,6 trilioni di franchi investiti secondo criteri per l’appunto definiti come sostenibili. Sono molte le iniziative in atto, anche a livello federale, e non solo amministrative, per spingere questo filone e dargli sempre un maggior peso, nelle sue molte possibili declinazioni, dunque gli obiettivi climatici e ambientali, la sicurezza energetica, la lotta al Greenwashing… la Difesa è puntualmente esclusa dalla definizione di ‘sostenibile’. Questo solleva non pochi problemi, le cui conseguenze sono già oggi particolarmente estese, e non solo in Svizzera», nota il responsabile di Swiss Asd.

La Difesa quale investimento. Anche in termini di giustificazioni la querelle su questa discutibile sostenibilità è tutta in salita, e non sembra nell’immediato eccessivamente probabile o percorribile possa

«Con la fine della Guerra fredda spese e investimenti sono stati orientati allo sviluppo di piattaforme solo in parte impiegabili in conflitti ad alta intensità, contro forze avversarie dotate di capacità e tecnologie avanzate. Investire in piattaforme militari avanzate, richiede un approccio diverso» Mauro Gilli, Senior Researcher Center for Security Studies dell’Eth di Zurigo

8,6 trilioni di dollari Differenza rispetto alla spesa media tra il ‘60 e il ’92 negli anni post ‘92

1,6 trilioni di dollari

Differenza cumulata nel mancato rispetto del 2% dal ‘92

Scenari di evoluzione della spesa europea Budget stanziati in Difesa e mancata spesa effettiva (trl usd, val. nominali annui) Fonte: McKinsey 2024

Spese nazionali in Difesa

Fonte: Sipri

essere adottata una nuova etichettatura. A meno che le circostanze ovviamente non lo imponessero. «È un dibattito che va avanti ormai da diversi anni, e in cui manca ancora una risposta condivisa tra tutte le regioni. Nel determinare la ‘sostenibilità’ di un investimento a livello di tassonomia, solitamente si valuta la società in base a cosa e come opera. In termini di ‘cosa’ secondo i Principi guida delle Nazioni Unite è piuttosto difficile

I mancati esborsi dovuti alla fine della Guerra fredda, e alla inadempienza degli impegni Nato, hanno di fatto contribuito a staccare un vero e proprio dividendo a beneficio delle economie del Vecchio Continente, nell’ordine di diverse centinaia di miliardi. È sufficiente questo a motivare lo stato di declino dell’industria della Difesa europea? Forse no, ma è un buon inizio.

Maggio 2024 TM · 33
0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 1992 2000 2008 2014 2022 Traiettoria pre-’92 Obiettivo 2% Livello di spesa attuale
Nato europei)
(membri
Alcuni dati sui principali attori della Difesa Rank 2023 Paese Spesa ‘23 (mld usd) Variazione 2014-23 (%) Spesa ‘23 (% Pil) In % tot. globale Quota export globale Principale mercato export (% del tot.) 1 Usa 916 9,9 3.4 37 42 Arabia (15) 2 Cina 296 60 1,7 12 5,8 Pakistan (61) 3 Russia 109 57 5,9 4,5 11 India (34) 4 India 83,6 44 2,4 3,4 -5 Arabia S. 75,8 -18 7,1 3,1 -6 Uk 74,9 14 2,3 3,1 3,7 Qatar (23) 7 Germania 66,8 48 1,5 2,7 5,6 Egitto (20) 9 Francia 61,3 21 2,1 2,5 11 India (29) 10 Giappone 50,2 31 1,2 2,1 -12 Italia 35,5 31 1,6 1,5 4,3 Qatar (27) 36 Svizzera 6,3 28 0,7 0,3 0,5 Danimarca (17)
2024

Tante spese, ma anche molte persone

N. di collaboratori in tutto il mondo (1,4 mln) per singole aziende (mia unità)

(Fra)

(Usa) Dassault Aviation (Fra) Aselsan (Tur) Bharat Electronics (Ind) Curtiss-Wright Corp (Usa) Bwx Technologies (Usa) Hensoldt (Ger) Korea Aerospace Indud

Si è soliti trascurare che dietro alle spese militari ci siano comunque migliaia di persone, ancor più numerose guardando agli indotti.

sfaccettato Ricavi 2023 dal solo comparto Difesa per azienda (mld eur)

Lockheed Martin Boeing Northrop Grumman General Dynamics BAE Systems L3Harris Technologies Leonardo Hii Thales Leidos Booz Allen Hamilton Rheinmetall

Fonte: Mediobanca 2024

giustificare le armi come socialmente positive in assoluto, ed è anche piuttosto complesso discriminarle sulla base del loro potenziale utilizzo. Di conseguenza la conciliabilità tra sostenibile e Difesa è per il momento lasciata alla sensibilità del singolo investitore», rileva Guglielmin. Un problema, questo, particolarmente acuto nel caso delle imprese svizzere, e nel rapporto con il sistema finanziario, e bancario nello specifico, che qualche riflessione solleva. «Per le aziende del settore è quasi impossibile aprire nuovi conti bancari, o stipulare contratti di assicurazione, i quali giunti a scadenza difficilmente vengono rinnovati. È molto complesso anche effettuare transazioni, e non mancano i casi di dipendenti di queste imprese ostacolati anche sul piano personale. Tali pratiche mettono all’angolo soprattutto le imprese residenti in Svizzera, che non possono utilizzare relazioni bancarie e polizze assicurative della loro società madre estera. Il principale rischio è dunque che non venga tenuta in debita considerazione la ‘sostenibilità’ delle politiche di sicurezza, semplificando l’equazione a un

triviale e discutibile “armamenti = male assoluto”», evidenzia Zoller. Problemi di finanziamento per l’intero settore, in una situazione già di arretratezza rispetto ai concorrenti esteri, non semplificano certo l’opera. «L’Europa è generalmente piuttosto arretrata in termini di high-tech, tant’è che solitamente acquista da Cina e Usa prodotti e servizi. Si tratta di un problema piuttosto serio, essendo la tecnologia avanzata uno dei cardini dell’industria della Difesa, ed essendo la punta di diamante dell’industria americana, sia per il contributo che questa dà alla crescita economica, sia in termini borsistici, con l’Europa che certo non brilla per capitalizzazione», nota il Ricercatore associato al Politecnico di Zurigo. Altrettanto complesso, anche laddove di interesse da parte dell’investitore, è però concretizzare un’esposizione verso il settore. «Il settore americano ed europeo conta ben poche aziende di pura Difesa, la maggior offre infatti un mix di esposizione commerciale aerospaziale e di Difesa, con frequenti attività ancillari in comparti affini. Nell’attuale contesto

geopolitico la view del mercato su questa industria è generalmente positiva, nonostante i già forti rialzi borsistici dei mesi scorsi, e la vulnerabilità di alcuni titoli a problemi specifici. Per quanto si preveda che ricavi e margini miglioreranno gradualmente e ancora nei prossimi anni, è molto complesso tenere monitorate le aziende del comparto. Negli Stati Uniti, ad esempio, possono intercorrere anni prima che i fondi autorizzati dal Congresso appaiano nei bilanci delle aziende, e spesso la loro contabilizzazione avviene in percentuale rispetto allo stato di avanzamento degli appalti, non sempre remunerativi dato l’attuale regime inflazionistico», prosegue il Cio di Ubs. Questione di prospettive. Non mancano però i dilemmi, e in più d’un ambito. Se da un lato infatti le aziende europee vogliono avere certezze prima di iniziare onerosi investimenti, dall’altro i Governi hanno una certa premura nel tornare a livelli di ‘prontezza’ accettabili per questa nuova fase storica. «Gli acquisti di F35 della Lockheed Martin, il caccia di quinta generazione del momento, da parte di numerosi Paesi europei, Svizzera inclusa, rende estremamente difficile conservare e sviluppare un tessuto industriale tale da garantire lo sviluppo di uno di sesta generazione. Al tempo stesso, attualmente l’industria europea non avrebbe le capacità per svilupparne uno di quinta, e non ce ne sarebbe nemmeno il tempo, dunque è comunque necessario rivolgersi a chi tali tecnologie le ha già, quindi gli Stati Uniti, il che però aggrava il problema e ci spinge in un circolo vizioso», commenta Conca. Certo, a patto di volerne sostenere per intero i costi, sono molte le strade che potrebbero essere percorse, ma in presenza di stringenti vincoli di bilancio è probabile qualcosa dovrà essere sacrificato. «Nel caso di sottomarini convenzionali, fregate, carri armati e difese aeree a corto raggio l’Europa può già contare su un vantaggio competitivo, e una base industriale sufficiente, ma laddove decidesse di concentrarsi in questi ambiti, perderebbe definitivamente la chance di entrare in altri, come i caccia. Un’alternativa da non scartare potrebbe essere quella

34 · TM Maggio 2024
HII Northrop Grumman BAE Systems Thales Leonardo
Kbr Booz Allen Hamilton Babcock International Rheinmetall Hindustan Aeronautics Cac International Saab
Elbit Systems
Parsons
Naval
RTX Lockheed Martin General Dynamic Boeing
L3Harris Technologies Leidos
(Sve) Fincantieri (Ita)
(Isr)
(Usa)
Group
V2X
2024 185 171 122 111 101 99 81 53 50 47 44 34 33 26 26 24 23 21 20 19 18 16 16 13 11 8,8 8,6 7,8 6,9 5,0
Fonte: Mediobanca
International
55,0 36,8 31,0 30,6 26,8 25,8 13,4 11,5 10,4 10,1 8,0 5,9 5,1 5,0 4,8 4,4 4,3 4,2 3,5 3,1 3,0 2,9 2,8 2,1 2,0 1,9 1,8 1,8 1,7 1,4
Rtx
Elbit Systems Kbr CacI
Naval Group Saab (Swe) Babcock Intern. (Uk) V2X (Usa) Dassault Aviation (Fra) Hindustan Aeron. (Ind) Parsons (Usa) Aselsan (Tur) Fincantieri (Ita) Korea Aerospace ind. (Kr) Hensoldt (Ger) Bwx Technologies (Usa) Bharat Electronics (Ind) Curtiss-Wright Corp (Usa) Un business

di investire massicciamente in progetti in cooperazione con altri Paesi, come potrebbe essere il caso del Tempest o del Future Combat Air System, entrambi caccia di sesta generazione. A patto di superare tali difficoltà, si porrebbe poi il tema della produzione su larga scala, o di espanderla laddove le esigenze lo richiedessero, il che complica ulteriormente il ragionamento», rileva Gilli.

In questo senso opportunità potrebbero anche essere rintracciate nelle attività ancillari delle aziende del comparto, seppur in presenza di qualche inevitabile rischio. «Un settore interessante per queste imprese è l’aerospaziale commerciale, che in molti casi è ancora nella fase di ripresa post pandemia. I produttori di motori aeronautici stanno beneficiando di un aumento delle ore di volo, e di un’offerta ancora limitata di nuovi aeromobili, che indirettamente spinge i costi della manutenzione, che rappresenta anche l’attività commerciale più redditizia. I produttori di aeromobili hanno invece un importante portafoglio ordini pluriennale, ma stanno ancora aumentando l’offerta. I principali rischi continuano a essere in capo ai Governi, e alla volatilità delle decisioni di spesa», nota il Cio di Ubs.

Problemi che proseguono da tempo, e destinati a sopravvivere ancora diversi anni. «Nel corso dell’ultimo decennio il comparto Difesa ha vissuto un’accelerazione in termini di crescita, che potrebbe essere garantita anche per il prossimo, a patto di attivare le giuste leve. La collaborazione tra pubblico e privato dovrebbe essere migliorata, e diventare più stretta, al pari dell’adozione di un approccio ecosistemico attraverso cui dovrebbe essere garantito un rapido ed efficace processo di trasferimento tecnologico verso altri settori produttivi. Non da ultimo, dovrebbe essere garantito un supporto pubblico alle imprese più innovative», mette in evidenza l’esperto di Mediobanca.

Se di soluzioni politiche non se ne vedono di troppo certe all’orizzonte, una qualche risposta dovrebbe però non tardare a palesarsi, per non rischiare di perdere definitivamente ‘il treno’, con tutti gli effetti che questo avrebbe nei prossimi decenni. «Risulta evidente che, sin tanto che l’industria della Difesa secondo i criteri Esg continuerà a essere trattata alla stregua di porno e tabacco, gli ostacoli rispetto ai finanziamenti persisteranno. Il contesto geopolitico non si può che con-

La Difesa come investimento Price-to-Book value ratio delle azioni in borsa (31-XII-2023)

(Fra)

La Difesa come

investimento

Dividendi distribuiti nel 2023 dal settore (12,4 mld) e per azienda (mln eur)

Fonte: Mediobanca 2024

Northrop Grum. (Usa) Bae Systems (Uk) L3Harris Tech. (Usa) Thales (Fra) Dassault Aviation (Fra) Booz Allen Ham. (Usa) Rheinmetall (Ger) Leidos (Usa) Hindustan Aeron. (Ind) HII (Usa) Naval Group (Fra) Bharat Electronics (Ind) Leonardo (Ita) Elbit Systems (Isr) BWX Technologies (Usa) KBR (Usa) Saab (Sve) Hensoldt (Ger) Curtiss-Wright C. (Usa) Korea Aerospace Indust. Aselsan (Tur) General Dyn. (Usa) Rtx (Usa) Lockheed Martin (Usa)

statare sia radicalmente mutato nell’arco dell’ultimo biennio, il che solleva qualche interrogativo su come rispondervi. Finché una soluzione politica non potrà essere trovata, spetta alle istituzioni reagire alle mutate circostanze, e tornare a sostenere nuovamente le aziende del settore, facendo nient’altro che l’interesse della collettività», conclude Matthias Zoller, segretario generale di Swiss Asd.

Il dibattito sulla Difesa, e sul suo finanziamento, è dunque particolarmente caldo, e destinato a diventarlo ulteriormente nei prossimi anni, ma non deve essere ridotto a una mera questione finanziaria. Al pari del patto di stabilità europeo, il 2% richiesto dalla Nato è l’ennesima foglia di fico che nasconde il problema, e devia la discussione in direzioni se non del tutto inutili, quasi.

All’Europa, Svizzera inclusa, a mancare è una base industriale sufficientemente solida da consentire di ragionare sul medio periodo, rispetto a una Difesa che in pochi anni ha cambiato più volte veste, e di cui l’Ucraina è stata solo una dimostrazione. Fermo restando che anche a patto

Nonostante sia complesso, il settore può anche essere una valida alternativa d’investimento, a patto di scendere a compromessi ‘sostenibili’.

di avere l’indispensabile base industriale, tutte le risorse di bilancio per renderla perfettamente competitiva anche rispetto ai colossi americani, di avere reintegrato gli effettivi e convinto la popolazione della bontà di tali decisioni, a rimanere inevasa è la solita vecchia domanda di Henry Kissinger: chi dovrei chiamare per parlare con l’Europa? Ossia, chi sarebbe al vertice della catena di comando, e dunque chi dovrebbe prendere le decisioni qualora le circostanze lo richiedessero?

Venti secoli più tardi di Traiano, l’Europa appare più debole che mai, trascinandosi inevasa la domanda delle domande, e anche in termini di deterrenza sarebbe forse il caso di raccogliere al volo l’ombrello (atomico) gentilmente offerto dalla Francia, ed evitare di cadere nella tentazione di creare doppioni, perdendo di vista il vero nodo della questione. ❏

Maggio 2024 TM · 35
2.931 2.766 1.292 1.010 986 786 634 246 226 187 182 182 181 167 135 83 81 77 65 63 32 27 14 7
Booz Allen Hamilton (Usa) Bharat Electronics (Ind) BWX Technologies (Usa) KBR (Usa) Babcock International (Uk) Northrop Grumman (Usa)
Lockheed Martin
16,5 15,4 9,7 8,0 7,5 5,4 5,4 4,8 4,6 4,0 3,7 3,5 3,4 3,4 3,3 3,2 3,2 3,1 2,8 2,5 2,5 2,5 2,3 2,2 2,2 2,1 2,0 1,5 1,0
Fonte: Mediobanca 2024
Thales
Curtiss-Wright (Usa) Leidos (Usa) Rheinmetall (Ger) Hensoldt (Ger) General Dynamics (Usa) BAE Systems (Uk) Elbit Systems (Isr) Korea Aerospace Ind. (Kr) Parsons (Usa) HII (Usa) Dassault Aviation (Fra) Saab (Sve) Aselsan (Tur) CACI International (Usa) Fincantieri (Ita) L3Harris Technologies (Usa) RTX (Usa) V2X (Usa) Leonardo (Ita) Media ponderata Hindustan Aeron. (Ind)
(Usa)

Assicurare il futuro della salute

A differenza di una Svizzera che ancora fatica a cogliere il potenziale della salute digitale, Css si sta muovendo da pioniere nello sviluppo di servizi e-health per consolidare ulteriormente la sua leadership e per contribuire proattivamente allo sviluppo di soluzioni e modelli che rispondano alle sfide di un sistema sanitario sempre meno sostenibile.

La salute non ha prezzo, ma costa - e molto. Un conto fatto dall’elevata qualità di cure e strutture cui già l’assicurazione di base in Svizzera dà diritto, ma anche dai progressi della medicina e da quelli della longevità, e ancor prima da un sistema sanitario federalista che si contraddistingue per un finanziamento pubblico piuttosto limitato e premi non proporzionali a reddito e sostanza. Secondo le previsioni dell’Istituto Kof, l’anno prossimo la spesa sanitaria nazionale dovrebbe sfondare la soglia dei 95 miliardi di franchi, circa l’11,5% del Pil, quando a inizio anni Duemila non raggiungeva la metà. Un aumento reso puntualmente sensibile ai cittadini dalla progressione dei premi.

Nella loro qualità di importante attore del sistema a fianco di Confederazione, Cantoni e fornitori di prestazioni, le compagnie di assicurazione malattia si trovano in una posizione difficile, con un’influenza limitata sullo sviluppo dei costi sanitari. I premi incassati non sono che il riflesso delle prestazioni ricevute,

cui è imputabile circa il 95% della spesa sanitaria.

Così l’onore di essere leader nazionale del settore, con 1,7 milioni di clienti e un volume di premi che sfiora i 7 miliardi di franchi, comporta per Css una gestione oculata e una visione innovatrice per poterne sostenere l’onere. Una pressione che in particolare si fa sentire sull’assicurazione di base (Aoms), dove Css è numero uno con 1,53 milioni di clienti. «Considerato il notevole aumento dei costi delle prestazioni, le operazioni recuperate dopo le dilazioni imposte dalla pandemia, la riduzione delle riserve nel 2022 - anno negativo anche sui mercati finanziari - e in generale un contesto economico molto esigente, possiamo dichiararci soddisfatti dell’esercizio 2023, che poggia su basi finanziarie solide, malgrado il risultato aziendale, pari a 39,1 milioni di franchi, abbia registrato un calo del 28,2%. Andando a scomporlo, si vede che è però da addebitare a 181 milioni di deficit nell’Aoms, per la quale i costi sono aumentati ben dell’8%, un fenomeno che

in misura paragonabile coinvolge l’intera branca delle casse malati. Nell’assicurazione complementare (Lca), dove possiamo effettivamente generare dei benefici, abbiamo invece registrato 226 milioni di franchi di utili», sottolinea Philomena Colatrella, Ceo di Css e prima donna a guidare una grande compagnia assicurativa svizzera. Negli ormai quasi otto anni alla testa del Gruppo lucernese ha saputo farsi promotrice di una visione che sposa tradizione e innovazione, il mantra del controllo dei costi a quello della digitalizzazione. «Fra i grandi assicuratori siamo da anni leader anche per efficienza. Dal 2013, a livello di Gruppo la quota dei costi di amministrazione continua a diminuire. Nell’assicurazione di base, l’anno scorso ammontavano al 3,9%, un valore decisamente basso rispetto alla media del settore, pari a 5,1%. Complementarmente il controllo delle fatture e la lotta agli abusi assicurativi permettono di economizzare oltre 800 milioni di franchi l’anno», evidenzia Philomena Colatrella.

A differenza di una sanità accusata di incentivare le cure, Css si presenta come “partner della salute”: ecco che “guarire” non è che uno dei tre pilastri del suo ecosistema, accanto a “essere in buona in salute” e “convivere con una malattia”. In quest’ottica, il digitale rappresenta la chiave di volta per sviluppare nuove soluzioni. «Ad esempio, sul fronte prevenzione e promozione del benessere abbiamo inaugurato due piattaforme: active 365 ricompensa chi pratica uno stile di vita sano con punti convertibili in sconti ai premi Lca, mentre nello shop enjoy 365 si possono acquistare prodotti e servizi che sostengono una vita in salute. Nei Cantoni di Argovia, Lucerna, Svitto

economia / aziende
36 · TM Maggio 2024

e Vaud - e dal prossimo autunno anche in Ticino - possono essere già acquistati con la nostra valuta digitale, il Css Coin, beneficiando del 30% di sconto presso i partner selezionati della regione», osserva la Ceo del Gruppo lucernese.

Css promuove da diversi anni la ricerca di nuove soluzioni digitali per la salute sostenendo start up innovative: nel 2020 ha creato il fondo SwissHealthVentures per investire in medtech ambiziose, come Pregnolia che ha sviluppato un apparecchio per supportare la diagnostica dei parti prematuri o la svedese Flow Neuroscience che offre una terapia non farmacologica per il trattamento della depressione clinica basato sull’elettrostimolazione cerebrale. Inoltre con l’Innovation Park dell’Epfl ha lanciato il programma “The Future of Health Grant” per la promozione di start up nelle fasi iniziali. Punto nevralgico di accesso alle differenti costellazioni di offerte è il portale MyCss, appena rilanciato dopo tre anni di revisione proprio questo aprile, stabilendo un nuovo benchmark. Le due piattaforme active 365 ed enjoy contano già 120mila utenti. Offerte che permettono di fidelizzare l’assicurato anche in una vita esente da malattie, abituandolo a benefit che diventano parte della quotidianità. I clienti rispondono positivamente, giovani soprattutto ma anche over 60. Si è già potuto verificare come la quota di disdetta fra chi li usa diminuisce del 50%. Ma non solo, anche la responsabilizzazione è un obiettivo: «Se il catalogo di prestazioni nell’assicurazione di base viene costantemente ampliato, a un certo punto non sarà più finanziariamente sostenibile. Cerchiamo quindi di contribuire ad alleviare la pressione, anche collaborando con competitor e fornitori di prestazioni, come nel caso di Well, un progetto che vede per la prima volta più partner del sistema sanitario - insieme a noi, Medi24, Visana, Zur Rose, Galenica e Swiss Medical Network - gestire insieme una piattaforma sanitaria digitale: permette di verificare i sintomi, concordare appuntamenti da un medico, ordinare medicamenti e molto altro ancora, contribuendo a meglio indirizzare il paziente, dunque a risparmiare. Il che dimostra come cerchiamo di essere proattivi, sperimentando prima che ci ‘inviti’ a farlo la politica», dichiara la Ceo di Css.

Anche perché i tempi della politica non sono dei più rapidi. Se proprio in questi

«Una cassa malati unica non stimolerebbe la competizione a livello di servizi offerti e controllo dei costi come l’attuale concorrenza fra compagnie. Un ottimo strumento per una più efficace integrazione lungo la catena terapeutica sono invece le reti di cure coordinate. Premessa necessaria è però la disponibilità di una base dati digitale a livello svizzero»

Philomena Colatrella, Ceo di CSS

Dove sorgono i costi Prestazioni nette LAMal per CSS (Tot. 5,73 miliardi Chf), in mio. chf (sx) e % principali ambiti di spesa (dx)

Fonte: Css, Bilancio d’esercizio

Finanziamento pubblico limitato Secondo la fonte, in mld. Chf

■ Stato, per prestazioni ■ Stato, assicurazioni sociali ■ Premi LAMal ■ Premi Lca ■ Altro assicurati ■ Partecipazione alle spese degli assicurati ■ Imprese,contributi alle assicurazioni sociali ■ Imprese finanziamento privato ■ Sconosciuta

giorni i cittadini sono chiamati a esprimersi su due iniziative che manifestano il malessere per i premi in continua crescita, le soluzioni proposte non sono che epidermiche. «L’iniziativa che chiede di limitare i premi a un massimo del 10% del reddito imponibile dissimula in realtà una redistribuzione del finanziamento senza intervenire sui costi in lievitazione: l’onere viene trasferito dall’assicurato che

Anche nel 2023 i costi a carico della Assicurazione obbligatoria sono aumentati in misura consistente (+4,6%), attestandosi a 4.513 Chf per assicurato. Fisioterapia, cure a domicilio, ma anche ospedaliere stazionarie e medicamenti hanno registrato l’aumento maggiore, a conferma dell’urgenza delle riforme sul tavolo, Tardoc ed Efas, che anche Css sostiene.

Maggio

6,5% 20,2% Costi netti assicurazione di base Per gruppo di prestazioni, 2022
Trattamenti medici Medicamenti (medici) Cure ospedaliere stazionarie Cure ospedaliere ambulatoriali Farmacie Istituti medico-sociali Cure a domicilio Fisioterapia Laboratori Altre prestazioni 38,198 Mld Chf 23,9% 18,5% 12,3% 5,4%
Fonte: Obsan 2024
0 10 20 30 40 50 60 70 80 90
1995 2000 2005 2010 2015
Fonte: Ust – Costi e finanziamento del sistema sanitario
20202022
1’ 1 04 1’ 0 24 64 9 53 4 37 7 26 8 26 0 25 3 21 6
Medicamenti farmacia Casa di cura/Spitex Medicamenti medico Altre prestazioni Fisioterapista Medicamenti Ospedale stazionario Trattamenti
ambulatoriali Trattamenti ospedalieri ambulatoriali Medicamenti ospedale Laboratorio Medico ambulatoriale Ospedale stazionario 23,3% 20,0% 18,5% 12,7%
2023
medici
2024 TM · 37

Solidale e innovativa da 125 anni

Oggi con sede a Lucerna, il Gruppo Css nasce nel 1899 nella sala da pranzo dell’Associazione cattolica degli artigiani di San Gallo su iniziativa del canonico Johann Baptist Jung. Con un passato da operaio e ispirato dall’enciclica Rerum Novarum nella quale Leone XIII, che esortava i lavoratori, allora non tutelati di fronte a malattie o infortuni, al mutuo soccorso, riuscì a convincere sessanta lavoratori e lavoratrici a riunirsi in quella che poi, battezzata Cassa malati e infortuni della Svizzera (Cmcs), dal 1987 - anno in cui peraltro supera il milione di clienti - ha assunto il nome di Cassa malati cristiano-sociale svizzera (Css).

Fondata a San Gallo l’Associazione di mutuo soccorso dei lavoratori cattolici

Cassa malati riconosciuta dal Consiglio federale

Centralizzazione delle sezioni locali autonome

Nuovo nome: Cassa malati e infortuni cristiano-sociale svizzera (Cmcs)

Ingresso nell’era informatica

Trasferimento a Lucerna

Apertura confessionale e politica

Ristrutturazione aziendale “Css attiva”

Ribattezzata

CSS Superato il milione di assicurati

Css rileva Accordia Sa e fonda Arcosana Sa

Entrata in vigore LAMal

Nei suoi 125 anni di storia non sono mancate le sfide, che ogni volta hanno stimolato un nuovo salto in avanti. Così, ad esempio, dopo il superamento del fatidico 1918, quando complici l’inflazione galoppante e i costi dell’allora pandemia di spagnola, rischiò il fallimento, la solidità finanziaria è diventato un pilastro del successo della Css. L’anno successivo fu anche quello del trasferimento a Lucerna, accompagnato da un’epocale nevicata.

Nei decenni, il pensiero cristiano-sociale ha spinto ad ampliare e migliorare la copertura assicurativa, continuando a difendere un sano equilibrio dei premi rispetto alle possibilità finanziarie delle persone assicurate. La messa a punto, su queste premesse, di assicurazioni di base e complementari l’ha portata a diventare la compagnia di assicurazione malattie più grande e solida della Svizzera. In particolare, determinante è stata la riorganizzazione resasi necessaria negli anni Novanta per superare una struttura ormai inefficiente con oltre mille sezioni, trasformandosi in un’impresa snella e competitiva con un sistema informatico centrale, che ha spianato la strada verso l’era moderna. Dal 2004 organizzata come holding, per il 2023 ha archiviato la sua strategia a più casse procedendo alla fusione della società di assicurazione di base Arcosana Sa (in cui in precedenza erano confluite Intras e Sanagate) con la Css Assicurazione malattie. Oggi il Gruppo conta oltre 1,75 milioni di clienti e 2800 collaboratori.

paga i premi al cittadino che paga le imposte. Inoltre c’è da chiedersi in che misura si sarebbe poi responsabilizzati a scegliere il modello assicurativo meno esoso. Analogamente l’iniziativa che vuole porre un freno ai costi rischia di tradursi in un razionamento delle prestazioni, senza tenere in debita considerazione come l’evoluzione dei costi sia correlata anche a fattori demografici (già oggi oltre la metà della spesa sanitaria complessiva, è destinata a over 60) e al progresso della medicina e delle tecnologie associate. Meglio il controprogetto della Confederazione che agisce soprattutto a livello cantonale», osserva Philomena Colatrella.

Lancio portale MyCss

Css rileva Intras, raggiungendo 1,336 mio clienti

Le vere riforme da attuare sono però quelle in cantiere da ormai quasi due decadi: il tariffario medico ambulatoriale Tardoc e il finanziamento uniforme delle prestazioni (Efas). Il primo dovrebbe entrare in vigore dal 2027, adeguando l’obsoleta struttura della fatturazione delle prestazioni fornite da studi medici e nell’ambulatoriale ospedaliero. L’Efas invece, eliminando l’handicap che penalizza i trattamenti ambulatoriali, dovrebbe promuovere il passaggio a un paradigma di cure integrate. I condizionali sono d’obbligo: in primis perché su entrambe le riforme incombono ancora alcune resistenze; in secondo luogo perché i vantaggi

Css fonda SwissHealth Ventures Ag

Nuova dirigenza Philomena Colatrella Ceo Css

Fine strategia a più casse Fusione Arcosana e Css

ipotizzati non sono matematica certezza. «Ci vuole un po’ di coraggio politico e amministrativo. Bisogna lottare per queste riforme. D’altro canto non mi sorprende che siano state oggetto di così lunghe discussioni: i nuovi paradigmi richiedono il tempo di maturare una nuova mentalità», ammette Philomena Colatrella. Css cerca di far sentire la propria voce. Di recente ha ad esempio sostenuto una proposta parlamentare per chiedere che gli assicuratori malattia possano tornare a sfruttare - in senso positivo - i dati in loro possesso per sensibilizzare i clienti, ad esempio sulla scelta dei farmaci generici, cosa che la nuova Legge sulla protezione dei dati da settembre 2023 non consente più. «Non si tratta di un’ingerenza di campo, quanto di poter agire anche da interfaccia fra il paziente e i fornitori di prestazioni a vantaggio dell’intero sistema», rassicura la Ceo di Css, per cui proprio i farmaci hanno rappresentato l’anno scorso la voce di spesa più consistente fra le prestazioni nette LAMal (23% dei 5,73 miliardi). Accanto alla promozione di generici e biosimilari, modelli alternativi di definizione dei prezzi, basati su meccanismi di pay for performance o di budget impact analysis potrebbero essere efficaci per controllare lo sviluppo dei prezzi dei nuovi farmaci che entrano nel mercato. Per la prima volta quest’anno gli assicuratori malattia hanno potuto opporsi a una misura di pianificazione ospedaliera ritenuta incongrua (la proposta di istituire un cardiocentro nella Svizzera orientale

38 · TM Maggio 2024
1914
1919
1925
1964
1987 1994 1996 2014
1899 2020
2007 2004 2016 2023
1906-08
1959

a fronte dei 16 già operativi in Svizzera), avvalendosi del diritto di ricorso loro riconosciuto dalla LAMal dal primo gennaio. La Svizzera vanta una delle più alte densità al mondo con 280 ospedali (a titolo di paragone, con una popolazione simile, Londra ne conta 84), fra cui molti doppioni. E le cure ospedaliere generano oltre un terzo dei costi delle prestazioni Aoms. «Ci impegniamo anche sul fronte prestazioni supplementari Lca: in linea con le richieste di trasparenza e tracciabilità della Finma, nel 2021 l’Asa, organizzazione mantello per il settore dell’assicurazione privata, ha avviato un progetto, da me presieduto, che ha permesso di definire undici principi sulla cui base rinegoziare i contratti esistenti. Vogliamo infatti garantire agli assicurati tariffe proporzionali alle prestazioni, vegliando a che venga data la priorità a quelle che decretano la vera qualità - scelta del medico, brevità dei tempi di attesa, percorso terapeutico, innovazioni, … - e non al coté più ‘alberghiero’ dell’esperienza di cura», sottolinea Philomena Colatrella. Css ha già rinegoziato 123 dei suoi 160 contratti e, dopo intense trattative, ha raggiunto un accordo con il gruppo di cliniche Hirslanden con cui era in stallo.

Attualmente seconda compagnia per assicurazioni complementari, anche in questo segmento Css punta a diventare leader assoluto. «Negli ultimi anni abbiamo lavorato intensamente a una nuova generazione di assicurazioni Lca che porteremo presto sul mercato: formule flessibili che consentano a ogni cliente di scegliere moduli e costruirsi un pacchetto personalizzato, rispettando il suo budget di spesa. Ad esempio, i giovani in questo modo possono cominciare a selezionare la parte di benefit di loro interesse, incrementandola poi con l’avanzare dell’età e delle esigenze», anticipa la Ceo di Css. Ma la soluzione a tutti i mali non potrebbe essere la famigerata cassa malati unica a più riprese ipotizzata? «È vero che oggi si assiste a una convergenza dei premi proposti dalle diverse compagnie rispetto a quanto accadeva vent’anni fa, ma proprio questo stimola la competizione a livello dei servizi offerti e, indirettamente, anche il controllo dei costi. Cosa che non farebbe una cassa unica. Vedo piuttosto un ottimo strumento nelle reti di cure coordinate, che permettono di migliorare l’assistenza sanitaria con una più efficace integrazione lungo tutta la

Italia Media Ocse

Norvegia

Giappone

Germania

Prosegue l’impennata dei costi

Costi del sistema sanitario per abitante (sx, Chf)

Costi del sistema sanitario rispetto al Pil (dx, %)

Fonte: UST, dati aggiornati al 31.03.24

catena terapeutica. Premessa necessaria è però la disponibilità di una base dati digitale a livello svizzero, con un data trust center che risponda a linee guida restrittive stabilite dalla Confederazione in cui i diversi attori possano depositare i dati e da cui, nel momento della necessità, si possano estrarre ad hoc quelli pertinenti. Una soluzione quindi diversa dall’architettura dall’odierna Cartella informatica del paziente gestita dalle comunità di riferimento regionali che stenta a decollare. Dovremmo avere il coraggio di cambiarla, come ha fatto la Germania che aveva una struttura simile. Nei nostri Politecnici e nelle Scuole universitarie abbiamo i migliori cervelli e sarebbe il momento di metterli a lavorare per creare un sistema digitale sanitario svizzero che ci permetta di essere in futuro dei pionieri e non accontentarci come oggi di stare in coda alle classifiche internazionali di e-health», conclude Philomena Colatrella.

Se Css è fautore del digitale, non trascura una presenza capillare sul territorio grazie a un centinaio di agenzie, strategiche per ‘curare’ la relazione di prossimità

La febbre dei premi

Premio assicurativo mensile medio 2024, Chf, tutte le età combinate

I costi della salute hanno continuato a lievitare malgrado si ipotizzasse che l’entrata in vigore della LAMal, nel 1996, dovesse frenarli. Se il modello elvetico ha il vantaggio di garantire un accesso paritario a un’assistenza sanitaria di qualità, pesa però sempre più sulle economie domestiche, che con i soli premi ne finanziano ben un quarto. Nel 2024 quello medio mensile ha raggiunto i 359,50 franchi (+8,7 %). Una situazione destinata ad acuirsi con l’evoluzione demografica e scientifica.

con i clienti. Se molto è cambiato nelle condizioni di vita e sociali da quando nel 1899 un drappello di sessanta uomini e donne a San Gallo pose le basi della Css, a 125 anni di distanza il principio di solidarietà e la visionarietà che ne ispirò l’iniziativa continuano ad ‘assicurare’ uno degli elementi più innovativi nel sistema sanitario svizzero.

Susanna Cattaneo

Maggio 2024 TM · 39
430,1 ■ 250-300 ■ 300-350 ■ 350-400 ■ 400-500 ■ >500 314,5 317,8 314 322,6 351,6 406,9332,7 360 367 388,6 417,2 400,8 339,4 334,5 306 288,5 271,9 297,5 307,3 314,1 454,4 350,4 6%
Fonte: Fonte: Ufsp
Stati Uniti Regno Unito Cina Svizzera Sistemi sanitari
Ripartizione dei tipi di finanziamento delle spese
Francia ■ Regimi Pubblici ■ Assicurazione obbligatoria ■ Assicurazione facoltativa ■ Spese a carico delle economie domestica ■ Altri 73,8% 34,5% 39,5% 85,5% 75,7% 8,1% 78,1% 6,5% 25,8% 78,5% 56,8% 18,1% 38,5% 22,5% 44,3% Fonte: Ocse 5,5% 78,2% 23,3% 19,8% 13,9% 13% 12,7% 11,3% 15,8% 5,4% 35,8% 7% 25,3% 6,4% 9,3% 2,1% 4,8% 2,8% 2,3% 1,4%
a confronto
sanitarie nel Paesi Ocse 2019
1990 1995 2000 2005 2010 2015 2022 0 100 200 300 400 500 600 700 800 900 1000 869 0% 2% 4% 6% 8% 10% 12% 14%
11,7

Ospedaliero: la cura dell’Ia

Anche nel sistema sanitario svizzero, l’adozione di Intelligenza Artificiale e nuove tecnologie rappresenta la chiave di volta per affrontare sfide tuttora irrisolte e quelle del futuro.

Adistanza di oltre tre anni, la pandemia Covid-19 ha messo in luce alcune aree su cui le strutture ospedaliere stanno o intendono concentrarsi a breve. Parliamo di migliorare l’accesso alle cure ai pazienti, personalizzando le interazioni e i protocolli di routine, assicurando così al personale qualificato un focus più mirato sui pazienti con conseguenti nuove opportunità professionali e di formazione. In questo contesto, l’Oecd stima che l’automazione potrebbe ridurre l’onere amministrativo per gli operatori del 10-30%.

L’Intelligenza Artificiale (Ia) sta rapidamente imponendosi come la tecnologia di riferimento per affrontare nuove e vecchie sfide anche all’interno del sistema ospedaliero svizzero. I crescenti investimenti sia in Ia sia nella relativa struttura tecnologica scalabile rappresentano il potenziale di una trasformazione verso nuove frontiere in termini di efficienza di sistema ed efficacia nelle cure al paziente. Infatti, globalmente il mercato dell’Ia nel settore sanitario è in forte crescita e secondo l’Oecd raggiungerà un valore complessivo entro il 2030 di ben 188 miliardi di dollari, pari a una crescita 16x dal 2021. Ma quali sono a oggi le aree chiave che avranno un maggior impatto sul sistema ospedaliero svizzero?

Miglior interazione con i pazienti Il problema: I pazienti oggi spesso affrontano significative sfide per capire e gestire le proprie cure, dall’accesso ai propri fascicoli medici alla prenotazione degli appuntamenti. Ciò può portare a una ridotta interazione, compromettendo la capacità di prendere decisioni informate sulla propria salute.

La soluzione : L’Ia può migliorare la

comunicazione tra pazienti e operatori sanitari semplificando informazioni mediche complesse, per una comprensione più immediata, e creando piani personalizzati per l’interazione. Oltre a ciò, l’Ia può ottimizzare gli scambi tra operatori sanitari, grazie a sistemi di identificazioni di messaggi chiave e miglioramento dei processi di ricerca dei dati, permettendo di risparmiare tempo.

«I crescenti investimenti sia in Ia sia nella relativa struttura tecnologica scalabile rappresentano il potenziale di una trasformazione verso nuove frontiere in termini di efficienza di sistema ed efficacia nelle cure al paziente»

Prevenzione e gestione dell’afflusso pazienti

Il problema: La diagnosi di condizioni mediche è un compito complesso che dipende da una vasta gamma di fattori, che include non solo i sintomi attuali del paziente e i risultati degli esami, ma anche considerazioni di natura genetica e riguardanti lo stile di vita. A oggi gli operatori sanitari non posseggono uno strumento per gestire questa complessità e incrociare svariati set di dati.

La soluzione: L’Ia può gestire un maggior numero di informazioni mediche, in breve tempo, da fonti disparate, identificando pattern di diagnosi complessi, altrimenti difficilmente riconoscibili. Nel contempo, tramite reti neurali profonde, queste informazioni possono essere categorizzate per fornire raccomandazioni

puntuali che possono fungere come punto di partenza per la diagnosi e la selezione di cure del paziente. Ciò può conseguentemente portare alla prevenzione di patologie, riducendo la pressione dell’afflusso di pazienti presso istituti ospedalieri.

Ospedali intelligenti

Il problema: Come qualsiasi altra impresa, gli ospedali devono garantire che l’offerta dei propri servizi corrisponda adeguatamente alla domanda. Tuttavia, la gestione delle variazioni della domanda, dovuta a molteplici fattori, rende spesso difficile l’allocazione ottimale di risorse, quali le attrezzature mediche e personale.

La soluzione: L’Ia può prevedere i futuri bisogni di risorse sulla base di dati storici e analisi della situazione in tempo reale, per una serie di scenari diversi, ad esempio determinare l’inventario ottimale per soddisfare un aumento dei ricoveri ospedalieri o individuare quali nuovi macchinari siano necessari per soddisfare la domanda stagionale. Inoltre l’Ia può identificare trend che potrebbero avere un impatto significativo sulla catena di approvvigionamento del sistema ospedaliero

Se dunque l’Ia si presta a diventare nei prossimi anni uno strumento imprescindibile per lo sviluppo del sistema sanitario svizzero del futuro, una sua implementazione efficace richiederà però lo sviluppo di una chiara visione integrata del suo utilizzo e la costruzione di un’affidabile base dati, ben lontano da un’adozione semplicistica che sappiamo avere svariate implicazioni, fra cui anche di ordine etico.

40 · TM Maggio 2024
Carlo Verri, Partner Leader Customer Strategy di Deloitte Consulting Svizzera.
economia / settori

che fa la differenza…

… Una

Lussemburgo 2001

1960

Milano 2009

Nassau 2000

Dubai 2024

– – – –
Lugano – Chiasso – Bellinzona – Locarno

Premiare per ispirare

L’obiettivo di dare maggiore visibilità pubblica alle migliori Pmi della Svizzera ha portato nel 2003, a due anni dalla fondazione dello Swiss Venture Club, alla prima edizione del suo premio, a Berna nell’Espace Mittelland, vinta dall’azienda di biciclette high-tech Dt Swiss. Dato il successo - come ricorda il Direttore di Svc Michael Fahrni (sopra, in foto) - l’iniziativa è stata progressivamente estesa al resto del Paese. Un’occasione per ispirare altri imprenditori a sprigionare il loro potenziale di crescita. Alla presenza di un folto pubblico del mondo economico, politico, accademico e culturale, oltre che imprenditoriale, le cerimonie degli otto Prix Svc diventano un fondamentale momento di networking, attirando complessivamente ogni anno circa 5mila ospiti che fanno rete e si scambiano idee

Con 3.500 membri, lo Swiss Venture Club è una delle maggiori reti imprenditoriali in Svizzera, complementare ad associazioni di categoria, di promozione e camere di commercio. Punta di diamante, il Prix Svc porta sotto i riflettori aziende esemplari fra le perle nascoste delle otto regioni economiche. Anche i cinque finalisti della recente edizione della Svizzera italiana confermano la simbiosi con un territorio che, fra opportunità e sfide, stimola a innovare e innovarsi.

commerciali. Inoltre, complice l’eco mediatica, queste realtà escono dalle nicchie spesso molto specialistiche in cui operano per associarsi finalmente al volto e alla storia di coloro che hanno saputo svilupparle investendosi in prima persona con intraprendenza, passione e capacità di pianificazione

Direttor Michael Fahrni, pur nella grande varietà delle aziende selezionate in questi oltre vent’anni come finaliste e delle otto regioni economiche in cui operano, quale ritratto complessivo delle Pmi svizzere emerge dai Prix Svc?

Nel corso di 74 eventi, Svc ha premiato 438 delle migliori Pmi in Svizzera. Nonostante l’avanzata del settore dei servizi, si vede come il nostro Paese sia rimasto un importante centro industriale ed è proprio nel secondario che abbiamo premiato molti dei nostri campioni nascosti. Tut-

tavia, indipendentemente dal settore in cui le aziende sono attive, vi fattori che le accomunano: la costante ricerca dell’innovazione e dell’eccellenza aziendale e, molto spesso, la leadership in una nicchia di mercato globale. Di conseguenza queste Pmi non sono obbligate a vendere i loro prodotti solo tramite il prezzo, ma puntando sulla miglior qualità, funzionalità esclusive e altri elementi distintivi. In breve: dispongono di una Unique Selling Proposition.

Quale idea si è fatto in questi anni delle aziende della Svizzera italiana?

In occasione delle dieci edizioni del Prix Svc Svizzera italiana abbiamo premiato 59 aziende eccellenti. Esse dimostrano la diversità e la forza innovativa delle Pmi ticinesi attive nel settore farmaceutico, industriale, caseario, turistico e agricolo, come del resto anche in tutta la Svizzera.

42 · TM Maggio 2024
economia / aziende

Precorrere i tempi, elevandosi d’anticipo

«Una tendenza che abbiamo saputo anticipare è lo sviluppo nell’utilizzo di Piattaforme di Lavoro Elevabili. Macchine costruite e certificate appositamente che i clienti possono utilizzare in modo autonomo per eseguire lavori di breve durata in quota.

L’intuizione nacque al ritorno da un viaggio di lavoro a Las Vegas, dove sia in fiera che in città avevamo visto il potenziale di queste macchine in termini di produttività e sicurezza durante l’esecuzione di lavori in quota. A queste macchine è seguito il programma di formazione che abbiamo avviato per primi in Ticino e che agli Iapa’S Award di Dublino ci ha visti vincere per la migliore campagna di marketing e sviluppo a livello mondiale»

Paolo Vismara, Ceo della Camillo Vismara Sa

Tuttavia, in quanto piccola minoranza linguistica, questa regione ha dovuto combinare sin dall’inizio qualità importanti come l’adattabilità con una forte coesione interna e una propria identità. Di conseguenza, ha creato un terreno fertile per la formazione di personalità forti che hanno lasciato e lasciano il segno anche oltre i confini nazionali: a cominciare dal consigliere federale Ignazio Cassis a campioni sportivi come Lara Gut o Noe Ponti e, naturalmente, l’architetto Mario Botta. Senza dimenticare Fabio Regazzi, membro anche del Consiglio Svc, che da imprenditore ticinese dirige l’Associazione svizzera di categoria. Con quali criticità vi confrontate per promuovere lo spirito imprenditoriale?

Vincitrice del Prix Svc Svizzera italiana 2024 è la Camillo Vismara Sa di Cadro-Lugano, specializzata in sollevamenti con autogrù, trasporti speciali e corsi di sicurezza sul lavoro. Giunta alla quarta generazione, conta una quarantina di collaboratori.

Coinvolgere attivamente le Pmi nelle questioni economiche della politica e della società, oltre agli interessi per la propria azienda, rimane una sfida. Spesso, ovviamente, per mancanza di tempo: gestire un’azienda di qualsiasi dimensione non è un lavoro da 40 ore a settimana. Poiché la voce delle aziende è di solito poco presente sui media e nell’opinione pubblica, il mondo imprenditoriale spesso non è ascoltato a sufficienza e a volte mancano gli strumenti per comprenderlo.

In che misura il contributo dei diversi main sponsor che vi sostengono - Credit Suisse (Parte del Gruppo Ubs), Emil Frey, Iwb, Mazars, la Mobiliare e Swisscom - è determinante per la vostra rete?

I nostri sei Gold Partner principali sono tutti leader di mercato in Svizzera, e in alcuni casi a livello internazionale. Un

successo dovuto anche al fatto che sono sempre stati consapevoli dell’importanza delle Pmi, sia come clienti che fornitori o partner commerciali. Avendo una grande conoscenza dei mercati regionali, i rappresentanti degli sponsor che fanno parte delle giurie regionali riescono a segnalare campioni nascosti. Inoltre, tutti possiedono un’esperienza imprenditoriale pluriennale che consente loro di analizzare e classificare i finalisti in base ai 12 criteri di valutazione, una missione non sempre facile vista la qualità.

In quali altri modi promuovete lo spirito imprenditoriale?

La Fondazione Svc per l’imprenditorialità, che ho la fortuna di presiedere, si propone di ispirare soprattutto i giovani. Tra le altre cose, sosteniamo iniziative a livello nazionale come Young Enterprise Switzerland ed entrepreneurskills. Grazie

alle esperienze stimolanti vissute in questi programmi, ci auguriamo che i giovani scelgano la strada del lavoro indipendente dando vita alla loro azienda. Inoltre qualunque imprenditore abbia un grande progetto, con un impatto in linea con almeno uno dei nostri campi d’azione - “Innovazione ed eccellenza” e “Formazione e imprenditorialità” - può sottoporcelo per verificare la possibilità di ottenere una sovvenzione.

Prix SVC

Svizzera italiana 2024

Al di là del palmarès, l’interesse di un evento come il Prix Svc è quello di testimoniare attraverso l’esempio delle aziende finaliste come, fuor di retorica e dalle eccezioni di folgoranti ascese, una visione imprenditoriale di successo si costruisca sul terreno e nel tempo, dando prova di sapere coniugare aspirazioni di lungo orizzonte alla solidità e alla reattività necessarie per affrontare le sfide quotidiane. Proprio l’eterogeneità dei settori in cui le candidate operano, aiuta a mettere in evidenza lo spirito che le accomuna, dimostrando come nella consapevolezza delle proprie qualità distintive, ma anche dei limiti con cui ci si scontra, si trovi lo stimolo per innovare e innovarsi. Così, del territorio in cui risiedono queste imprese non sono semplicemente domiciliate e contribuenti, ma con i loro investimenti e i valori che promuovono nelle relazioni con i clienti, i collaboratori e la comunità, concorrono attivamente a svilupparne il valore aggiunto.

Maggio 2024 TM · 43

Logistica rivisitata. È stato in particolare l’approccio caratterizzato da spirito innovativo e costruttivo, volto alla ricerca di soluzioni anche non convenzionali, a proiettare la Camillo Vismara Sa sul gradino più alto del podio nella finale del Prix Svc Svizzera italiana, svoltasi lo scorso 15 maggio al Palazzo dei Congressi di Lugano. «Le sfide tecniche insite in determinate commesse sono il carburante che ci sprona a trovare soluzioni creative e spesso inaspettate», conferma Paolo Vismara, Ceo dell’azienda di famiglia specializzata in sollevamenti con autogrù, trasporti speciali e corsi di sicurezza sul lavoro. Giunta alla quarta generazione, è stata attore di primo piano della crescita e dello sviluppo del Luganese e, più in generale del Cantone Ticino. In sessant’anni di storia ha visto cambiare il mondo e con esso i metodi di costruzione dei nuovi macchinari: sempre più leggeri e performanti grazie ad acciai a grana fine saldabili ad alta resistenza, richiedono una manutenzione e un utilizzo diversi da prima. «A essere cresciuta in modo esponenziale è per noi soprattutto la parte di consulenza e progettazione. Proprio nel nostro approccio alla richiesta del committente sta la vera innovazione. Spesso rivisitiamo il processo logistico proponendo una nostra soluzione di gestione dalla fabbrica alla posa finale di una struttura. A volte bisogna vincere l’iniziale diffidenza del cliente per accompagnarlo verso una prospettiva più ampia. Quindi non solo il costo delle prestazioni esterne, ma anche risparmi in termini di proprie opere, movimentazioni e manodopera,

Precorrere i tempi, Bio per origini

«In un mercato come quello odierno, e soprattutto in un settore delicato come l’alimentare, dobbiamo essere sempre vigili e studiare continuamente molti fattori che influenzano l’acquisto e quindi il consumatore. Da sempre attenti alle nuove tendenze e soprattutto alla qualità, siamo oggi gli unici importatori di Parmigiano Reggiano Bio Suisse e di Mozzarella di Bufala Bio Suisse, e questo grazie a importanti progetti condivisi tra produttori, Cetra Alimentari e clienti, quali due nuove stalle per il Parmigiano Reggiano e una stalla per la mozzarella di Bufala campana»

Jürg Dräyer, Presidente e proprietario della Cetra Alimentari Sa

Seconda classificata, Cetra Alimentari Sa di Mezzovico. Nata nel 1977, oggi è punto di riferimento nel mondo caseario svizzero e anche all’estero per produzione, import, confezionamento e distribuzione di formaggi, nel pieno rispetto della filiera.

come puntualmente dimostrato a consuntivo», sottolinea Paolo Vismara.

Evolvere dunque, ma senza smarrire identità e valori legati al territorio e al rispetto di collaboratori, clienti e istituzioni. Anche dicendo di no, quando alcune condizioni di base non sono soddisfatte.

La Camillo Vismara è stata la prima azienda ticinese specializzata in sollevamenti a certificarsi secondo le norme Iso 9001 nel 2003. Dal 2021 ospita il Centro Formazione e Sicurezza della Svizzera Italiana, cui ha dato vita in collaborazione con altre due storiche realtà del settore, Fls Sagl e Campobase Sagl. Forma ormai 1500 persone all’anno, dai corsi per operatori e dimostratori di Piattaforme di Lavoro Elevabili a quelli per lavori in sospensione su corde.

Con oltre 40mila aziende attive che assicurano circa 240mila posti di lavoro,

il Canton Ticino è un territorio interessante, ma anche esigente nel quale fare impresa. «Dal profilo delle competenze e della diversificazione di macchinari è richiesto tanto, ma i volumi sono inferiori ad altri cantoni. Il nuovo regime fiscale per i frontalieri potrebbe inoltre creare difficoltà nel reperire numerose figure professionali necessarie alla nostra economia. Altri temi sensibili sono la carenza di spazio per l’insediamento di alcune tipologie d’azienda e le lunghe procedure per l’ottenimento delle licenze edilizie. Per gli insediamenti industriali, ci sono territori molto più attrattivi rispetto al nostro cantone», osserva Paolo Vismara. Per poter dialogare in modo proficuo con il settore pubblico è però necessario parlare la medesima lingua. «Cosa resa ancor più problematica dal fatto che sempre più spesso, analogamente a quanto si osserva in altri Paesi, i funzionari entrano già al primo impiego nel settore pubblico senza esperienze nel privato. Intendiamoci, non parlo di mancanza di competenze, io stesso infatti ho potuto comprendere meglio determinate dinamiche e modalità di dialogo costruttivo con l’amministrazione dopo aver operato per oltre 12 anni in municipio», dichiara Paolo Vismara. Genuina autenticità. Caratteristiche di un territorio con cui hanno saputo confrontarsi in modo vincente anche le altre quattro aziende finaliste, ciascuna con le peculiarità sollecitate dal proprio settore. Significativo che in ben tre casi proprio l’arrivo in Ticino abbia coinciso con l’avvio della loro avventura imprenditoriale.

44 · TM Maggio 2024

Precorrere i tempi, per scrivere un futuro sostenibile

«Già nel 2011 siamo stati antesignani della sostenibilità ambientale con la penna DS3 Biotic, realizzata in un materiale compostabile arricchito da polvere di legno derivata da scarti produttivi. Negli ultimi cinque anni abbiamo poi sviluppato materiali che rappresentano un vero e proprio salto di qualità in termini di sostenibilità, come la Serie QS Stone, realizzata con una carica minerale pari al 60%, la DS5 Shell fabbricata con un materiale che contiene polvere di ostriche, o le QS True Biotic, prime penne in Pha, un biopolimero innovativo derivato da fonti naturali rinnovabili»

Rossana Porotti e Alessio Marotta, Coo e Cfo di Pagani Pens Sa, che codirigono

Ad esempio, giunto nel 1987 alla Cetra Alimentari Sa con l’intenzione di trattenersi un solo anno in attesa di assumere il suo nuovo incarico presso la Federazione del Latte ginevrina, Jürg Dräyer non se ne è più andato e ne è diventato proprietario unico nel 1993, facendone una questione di famiglia, con la moglie Martina e, oggi, i figli Tamara e Leonardo. Qui ha portato la sua esperienza internazionale, oltre al Dna di una stirpe di casari dell’Emmental, facendo di una microimpresa che, alle sue origini, oltre all’attività di logistica produceva piccole quantità di gorgonzola mascarpone per un unico cliente svizzero, l’odierna realtà con un giro d’affari di un centinaio di milioni di franchi. Trasporta, vende e trasforma 3mila tonnellate di formaggio, coordinando altre quattro aziende, di cui è proprietaria o co-proprietaria, per un totale di oltre 160 dipendenti: il Caseificio del Gottardo, la Chäs & Co, la Chäs & Vreneli e la ditta di confezionamento di parmigiano CetraAnna ad Anzola dell’Emilia. «Il mercato principale resta quello svizzero, dove siamo leader nella fornitura della grande distribuzione di formaggio italiano, in special modo di Parmigiano Reggiano, Gorgonzola e Mozzarella di Bufala insieme ad altre 300 referenze. Inoltre grazie soprattutto al Caseificio del Gottardo e al progetto di sviluppo regionale denominato “Eccellenze alpestri”, di cui siamo partner e promotore, siamo sempre più ingaggiati a sostegno sia dell’attività di produzione sia in quella di vendita, fornendo anche distributori che si occupano di gastronomia e detta-

Terza classificata, Pagani Pens Sa di Lamone, classe 1961. Leader nello sviluppo e nell’innovazione degli strumenti di scrittura che esporta in Europa e Asia, impiega 291 dipendenti in Ticino, producendo 45 milioni di penne e 1 miliardo di puntine all’anno.

glianti. Dai formaggi d’alpe alla produzione appena rilevata dalla Lati Sa, Cetra Alimentari è sempre di più un riferimento a livello cantonale», afferma Jürg Dräyer. La consapevolezza di quanto il formaggio sia frutto di un duro e attento lavoro, di un’alchimia perfetta tra uomo e natura, di una cultura millenaria, ha acuito la sensibilità di Cetra Alimentari verso chi produce e trasforma.

Il Ticino si è confermato una piattaforma fondamentale di scambio tra Italia e Svizzera, sia da un punto di vista logistico che di comunicazione, facilitata dal bilinguismo italiano-tedesco di Jürg Dräyer, che lamenta però come sia ancora difficile trovare questa competenza nei lavoratori, anche qualificati. «Il dialogo è sempre alla base, sia con i clienti che con le istituzioni con le quali abbiamo ottimi rapporti. È chiaro però che politica ed economia

privata viaggiano a velocità diverse e forse in questo senso c’è ancora tanto da lavorare», ammette. Tuttavia il sostegno negli anni non è mancato. Lo conferma una delle maggiori sfide affrontate. «Nel 2010 l’applicazione delle nuove normative Ue in ambito Dop e Igp, che imponevano sostanzialmente di eseguire qualsiasi lavorazione del Parmigiano Reggiano unicamente nella regione d’origine, ci ha spinti a edificare un centro di confezionamento ad Anzola dell’Emilia per dare continuità a questo importantissimo mercato con ingenti investimenti e una ristrutturazione della rete. Grazie ai buoni rapporti tra istituzioni e privato abbiamo ottenuto una finestra temporale di otto anni», evidenzia il Ceo della Cetra Alimentari. Scrivere il futuro. È un’arte antica anche quella di cui si fa ambasciatrice la Pagani Pens Sa attraverso la creazione di strumenti di scrittura, ai quali oggi più che mai viene riconosciuto dal mondo scientifico un ruolo importante nello sviluppo cognitivo soprattutto dei più giovani.

Fondata nel 1961 da Giorgio Pagani, oggi l’azienda produce circa 45 milioni di penne e 1 miliardo di puntine nei suoi tre siti in Ticino, dove si svolgono i processi di stampaggio dei componenti plastici, la realizzazione delle puntine in metallo e degli inchiostri, l’assemblaggio della penna e la personalizzazione. «La specializzazione di ogni reparto ha permesso di costruire un business solido e diversificato, basato non solo sulla vendita del prodotto finito nel mercato promozionale B2B, ma anche sulla fornitura

Maggio 2024 TM · 45

di componentistica ad altre aziende. Questo ci consente di essere più resilienti alle fluttuazioni del mercato, potendo contare anche su una supply chain integrata che spazia dall’R&D alla spedizione al cliente. Operiamo attraverso uffici dislocati strategicamente in tutto il mondo per servire al meglio i nostri clienti in Europa, America e Asia, quest’ultima interessata soprattutto a puntine, sfere, inchiostro e strumenti meccanici di precisione. La vendita e il servizio si concentrano nel nord Europa, Svizzera compresa, con la filiale tedesca che conta più di 20 dipendenti», sottolineano Rossana Porotti e Alessio Marotta che condividono la direzione. Per entrambi l’azienda ha rappresentato un’occasione di crescita professionale e personale: entrata subito dopo l’università, Rossana Porotti ha scritto qui la sua intera carriera, divenendone Chief Operating Officer, mentre Alessio Marotta, che vi aveva già fatto uno stage al termine delle scuole dell’obbligo, è tornato dopo gli studi in economia fino al ruolo di Chief Financial Officer. Se fino a poco tempo fa i clienti principali erano per lo più aziende tradizionali che apprezzavano le penne di Pagani Pens come oggetto di prestigio da donare ai propri clienti e dipendenti, negli ultimi anni si è assistito a un’interessante apertura verso nuove realtà. «Sempre più aziende innovative scelgono i nostri prodotti per veicolare il loro marchio e i loro valori, un’evoluzione favorita dalla crescente importanza del branding e della comunicazione, insieme alla ricerca di personalizzazione, nonché di un rapporto

Precorrere i tempi, con flessibilità innovativa

«L’ultima nata della nostra collezione, la cucina denominata “Premiere”, è un vero concentrato di innovazione tecnica e funzionalità, come gli estraibili e cassettiere V8 (spessore ridotto, minimalista) di un’eleganza unica, così come le ante a soffietto Revego per nascondere completamente la cucina e farla diventare una parete o sfoderarla con pochi movimenti semplici e fluidi, consentendo così di ottimizzare al massimo lo spazio domestico, aiutati anche dal piano di lavoro girevole, che offre una spettacolare soluzione versatile per ottimizzare lo spazio disponibile, adattandosi ai desideri individuali»

Adelheid ed Edy Bernasconi, Fondatori e proprietari di Podium Industries Sa

Premio speciale per Podium Industries Sa, che a Cadenazzo dà forma e sostanza ad arredo di alta qualità, in particolare cucine, puntando sui migliori materiali, design raffinato e attenzione alla sostenibilità. Fondata nel 1980 dà lavoro a 40 persone.

di fiducia e collaborazione», concordano i due co-direttori. Particolarmente apprezzata è anche l’attenzione che Pagani Pens pone alle tematiche della sostenibilità da ormai più di 10 anni. «Un obiettivo che ci ha spinti a rivedere criticamente il nostro modello di business, dando vita a un nuovo paradigma basato sui principi dell’economia circolare. Il nostro territorio ha le potenzialità per diventare un modello di riferimento in materia di sostenibilità, ma la condivisione di best practices e la definizione di obiettivi comuni potrebbero accelerare il processo di transizione e la disponibilità di dati condivisi fra le aziende, sostenendo la crescita economica e la competitività regionale», suggerisce Rossana Porotti. Ulteriore attestazione di impegno, la partecipazione a un’iniziativa volta a sviluppare l’apprendistato per giovani studenti del Ticino, con un focus

specifico sul settore della plastica. «È infatti un’industria in continua evoluzione, perciò la domanda di tecnici qualificati è in costante crescita, sia a livello nazionale che internazionale», conclude Alessio Marotta. Dar forma alla qualità. Anche Podium Industries Sa condivide la sensibilità alle tematiche della sostenibilità e della formazione dei giovani. Da 45 anni, i due fondatori Adelheid ed Edy Bernasconi, proprietari unici dal 2004, progettano e producono a Cadenazzo arredamento d’interni, in particolare cucine di standing elevato. «In Podium prendono vita opere innovative per incarnare l’autentica tradizione svizzera, mercato che è il nostro punto di forza. Attraverso i nostri clienti-rivenditori - che da parte loro collaborano con architetti d’interni, professionisti dell’arredamento e grandi promotori dell’edilizia - diamo forma con i nostri esperti artigiani a soluzioni d’arredo uniche su misura, realizzate su desideri, idee o progetti personali», osserva Adelheid Bernasconi. A lei, punto di riferimento dell’azienda per il mood delle collezioni e i progetti di interior design, il merito di aver coniato il marchio “Podium live”: un nome vincente per presentarsi sull’intero territorio svizzero, come le suggeriva la sua precedente esperienza di designer indipendente in Germania. «Fare impresa nel nostro territorio comporta sicuramente dei vantaggi, vedi collaborazioni con l’Ufficio per lo sviluppo economico, Supsi e altri enti vicini all’industria quali Aiti e la Cc-Ti. D’altro canto la politica dovrebbe sostenere

46 · TM Maggio 2024

Precorrere i tempi, con un taglio di precisione

«La mia prima grande sfida è stata l’aggiornamento tecnologico: la macchina più recente aveva almeno 30 anni, nessuna a controllo numerico e nemmeno un computer. Sei mesi dopo tutte le gamme di produzione erano documentate da codici a barre. Nel 2013 è arrivata la prima Cnc e in questi anni avremo investito una quindicina di milioni di Chf in parco macchine. Visto che non ci si può mai fermare, attendiamo a metà giugno una nuova fuoriserie per il taglio al laser, ancor più potente per la lavorazione del diamante naturale, quello sintetico e del carburo di tungsteno usato per i nostri utensili»

Christophe De Gennaro

Ceo e proprietario Vasconi Sa

maggiormente le Pmi alleggerendo l’onere amministrativo che purtroppo è aumentato a dismisura e abolendo certi ‘balzelli’ finanziari, come la famigerata tassa di bollo, un unicum del nostro Cantone», osserva Edy Bernasconi, che si occupa dell’amministrazione e del coordinamento della produzione dei mobili. L’attenzione di Podium Industries al territorio si esprime anche nella promozione della sostenibilità ecologica, investendo ad esempio nelle infrastrutture per il riscaldamento di tutti gli stabili. «Anche a livello di prossimità, 38 dei nostri 40 dipendenti sono residenti e abitano in un raggio di 20 km da Cadenazzo. Oltre a questo Podium sostiene, attraverso sponsorizzazioni o contributi, l’arte, la cultura, lo sport e associazioni ticinesi attive nel terzo mondo», sottolinea Adelheid Bernasconi. E, ancor prima, sostenibili sono le sue cucine fatte per essere tramandate di generazione in generazione. Precisione incisiva. Altra dimostrazione dell’attrattività del territorio ticinese è la storia della Vasconi Sa. Origini francesi e una carriera in pieno sviluppo come responsabile acquisti per un grande gruppo nel campo dei connettori per l’aeronautica, tredici anni fa, proprio quando avrebbe avuto la possibilità di trasferirsi in Cina per un nuovo salto di carriera, Christophe De Gennaro ha deciso invece di vendere la casa di famiglia in Francia per finanziare la sua avventura da imprenditore in Ticino, senza peraltro ancora parlare italiano malgrado il cognome. Ad attirare la sua attenzione un’azienda che

Premio speciale anche per Vasconi Sa, con le sue soluzioni meccaniche di alta precisione per nicchie come l’orologiera di lusso, medicale, dentale e aeronautica. Con oltre 25 anni di esperienza dà lavoro a 50 persone a Mezzovico.

contava allora solo quattro collaboratori, ma un nome apprezzato come fornitore di utensili da taglio dalle manifatture orologiere svizzere del lusso, tanto da decidere di conservarlo anche quando, cinque anni dopo, ne è diventato il proprietario. Presto i 400 mq di Bedano non stati più sufficienti. Nel 2011 la Vasconi si è trasferita a Mezzovico, in un capannone di 1000 mq, per poi raddoppiare nel 2022, e conta ormai una sessantina di dipendenti. La qualità vincente dell’odierna Vasconi è fornire soluzioni complete, dagli studi tecnici ai programmi di produzione, agli utensili da taglio e alle soluzioni di controllo dimensionale nella gamma dei micron, fino ai prototipi consegnati ai suoi clienti. «La chiave di volta è stata poter trasferire le competenze che avevamo nell’orologiero ad altri settori: medicale, dentale, micromeccanica e connettori

aerospaziali. Nel dentale, ad esempio, è difficile trovare un impianto in titanio che non sia stato realizzato grazie ai nostri utensili. Abbiamo una buona clientela in Brasile, dove questa nicchia è molto sviluppata, altrimenti il mercato di riferimento è la Svizzera, con un po’ di Francia e la Germania per il medicale, dove ad esempio proponiamo punte per la perforazione dell’osso in cui impiantare le protesi. Stiamo invece lontani da settori che richiedono una produzione di massa come l’automotive e i pannelli solari. Nel nostro caso, quasi ogni componente è personalizzato e, tranne qualche eccezione, realizzata in lotti molto piccoli, da 10 a massimo 100 pezzi per modello», conclude il Ceo della Vasconi.

Un esempio calzante delle perle nascoste che il radar dello Swiss Venture Club sa individuare. Aziende che mantengono e creano nuovi posti di lavoro, formando apprendisti e praticanti; imprenditori e lavoratori che - come ha ricordato in apertura di cerimonia Marzio Grassi, presidente della giuria del Prix Svc Svizzera italiana - tutti i giorni investono tempo, risorse e intelligenza, studiando per migliorare costantemente i loro prodotti, posizionando sempre meglio le loro imprese. Un lavoro fatto di duro sacrificio a tutti i livelli, ma che porta queste realtà a primeggiare in patria e, non di rado, anche nel mondo, rafforzando l’economia regionale e alimentando la qualità del ‘made in Switzerland’.

Maggio 2024 TM · 47

Prossimità globale

Nasce un nuovo network globale di revisione contabile e consulenza che si inserisce nella Top Ten mondiale. Fra i punti di forza la conoscenza dei mercati locali, anche quello svizzero, dove si punta su servizi finanziari, lusso, scienze della vita e sostenibilità.

In un momento storico in cui la regolamentazione della vita economica, le normative della compliance, ma anche l’importanza attribuita alla responsabilità sociale e ambientale delle imprese si fanno sempre più pressanti, determinando il grado di fiducia che un’azienda sa garantire a investitori, clienti, fornitori, collaboratori e il pubblico in generale, crescono anche le sfide per le società di servizi di revisione, fiscalità e consulenza. Una consapevolezza che ha spinto Mazars, già leader internazionale di audit, fiscalità e consulenza, a unire le sue forze con Forvis, tra i maggiori studi di revisione contabili degli Stati Uniti, dando vita dal primo giugno a un network globale che, con i suoi 4,7 miliardi di euro di fatturato, entra nella top 10 mondiale del settore. Sotto il marchio unico di Forvis Mazars, ma sempre in mano ai rispettivi proprietari, offrono maggiore accesso e scelta in un mercato molto concentrato, presidiato dalle Big Four.

Un vantaggio anche per la clientela svizzera. «Siamo presenti in tutti i cantoni della Svizzera francese, dove abbiamo aperto i nostri primi uffici; dal 2022 anche in Ticino, a Lugano, e ora la priorità è rafforzarci sul mercato svizzero-tedesco, dove siamo a Berna, Zurigo e dallo scorso autunno a Basilea. Attribuiamo infatti grande importanza alla vicinanza ai clienti, sia personale che geografica. Serviamo aziende svizzere, siano esse Pmi o grandi gruppi, nonché clienti internazionali con sede in Svizzera e grazie alla presenza del nostro gruppo in oltre cento paesi, siamo in grado di supportare le aziende elvetiche che desiderano espandersi a livello internazionale», sottolinea José Caneda, Ceo di Forvis Mazars in Svizzera, dove il Gruppo conta circa 400 dipendenti. In linea con l’aumento del 13% del fatturato registrato a livello globale (2,8 miliardi di dollari), anche in Svizzera Mazars ha chiuso con successo l’esercizio finanziario 2022/23 con un +14%,

aggiudicandosi alcuni importanti mandati di revisione. Forte crescita sia nella consulenza finanziaria (+28%), sia per tax (+20%) e revisione contabile (+16%). «Un elemento chiave del successo di Mazars è la libertà imprenditoriale di definire la propria strategia in ogni paese. In Svizzera, in linea con i punti di forza del mercato locale, abbiamo sviluppato competenze in particolare nei settori dei servizi finanziari e del lusso. Abbiamo un portafoglio di attività ben equilibrato, che sottolinea la rilevanza dell’approccio multidisciplinare della nostra azienda. In tutti i settori di attività è essenziale avere team dedicati per garantire una buona comprensione delle sfide dei nostri clienti nelle rispettive aree di attività. In futuro continueremo a mantenere un equilibrio tra le attività di revisione e di consulenza. Stiamo lavorando in particolare alle nostre attività dedicate allo sviluppo sostenibile - una delle principali sfide per il futuro. Inoltre stiamo accelerando la proiezione nel settore life sciences, anche a livello di Gruppo», spiega José Caneda. Dal 2023, Mazars in Svizzera è diventata Gold Partner di Svc. Una scelta quasi naturale che rappresenta un’ottima occa-

sione per presentarsi e posizionarsi in uno stimolante contesto di Pmi e aziende del mercato di medie dimensioni in tutte le regioni economiche. «È un’opportunità per aumentare la nostra notorietà presso queste aziende, con le quali abbiamo molto in comune. Non siamo stati gli unici del gruppo Mazars a stringere partnership di questo tipo, come ad esempio in Francia», aggiunge José Caneda. Nella giuria regionale di esperti del Prix Svc della Svizzera italiana, appena svoltosi, sedeva Lisa Cavuoti, responsabile dell’ufficio in Ticino di Mazars, che al secondo classificato offre la partecipazione a un viaggio-studio a Barcellona: destinazione le cantine Codorníu, azienda vinicola fondata nel 1551, per visita, degustazione e un workshop di condivisione di nozioni di management che saranno di sicuro gusto per una realtà attiva nel caseario come Cetra Alimentari. Ma cosa ha consentito a Mazars gli importanti progressi degli ultimi anni? «La nostra crescita si basa essenzialmente sui valori umani. A livello di gruppo, il fattore principale è la nostra capacità di lavorare insieme come un ‘unico team’. A livello svizzero, attribuiamo particolare importanza alla costruzione di un rapporto di fiducia con i clienti, che apprezzano sentirsi ascoltati e ricevere soluzioni pragmatiche e di qualità. Ora la nuova rete Forvis Mazars avrà l’agilità, la coerenza e la scala globale necessarie per soddisfare le loro esigenze in tutto il mondo, senza perdere di vista gli attuali obiettivi e aprendo nuove opportunità di mobilità professionale anche per i nostri dipendenti», prevede José Caneda. Intanto, per la terza volta, Mazars si è qualificata sesta nella Top Tax Experts & Fiduciaries 2024 Switzerland pubblicata da Statista con Bilanz e Pme, a conferma della qualità dei suoi servizi e della capacità di evolvere tempestivamente per aiutare ad affrontare scenari in continua trasformazione.

Achille Barni

48 · TM Maggio 2024
José Caneda, Ceo di Forvis Mazars in Svizzera.
economia / aziende

IPOTECA GREEN BANCASTATO

L’ipoteca giusta, per voi e per l’ambiente

-0.50%* RIDUZIONE DEL TASSO D’INTERESSE

Consulenza gratuita “Bussola Energia”

Il cliente che sottoscrive un’ipoteca GREEN BancaStato approfitta gratuitamente della consulenza sul bilancio energetico dell’edificio erogata dagli specialisti di TicinoEnergia.

*La riduzione del tasso d’interesse è concessa unicamente a coloro che hanno un’ipoteca presso BancaStato e che sottoscrivono un’ipoteca per interventi legati alla sostituzione dell’impianto di riscaldamento a energia fossile, all’installazione di un impianto fotovoltaico o solare, alla sostituzione di porte e finestre o per migliorie all’isolazione delle pareti dell’edificio e/o del tetto. L’ipoteca GREEN BancaStato può essere concessa per case unifamiliari, case unifamiliari di vacanza o case plurifamiliari fino a 3 appartamenti.

Maggiori informazioni: www.bancastato.ch/ipotecagreen

Actual investors think in decades. Not quarters.

Search for Actual Investors

Eureka!

Il

decimo capitolo di un’epica avventura...

È la decima edizione di Eureka, compie dunque un anno, e taglia il primo traguardo. All’attivo può certamente vantare degli ottimi risultati, forse non perfettamente in linea con i desiderata iniziali, ma comunque in territorio positivo. Accanto al Venture Capital e all’innovazione nel corso degli ultimi capitoli si sono segnalate due delle principali tendenze del momento, dunque l’Intelligenza Artificiale, e il mondo degli Asset digitali. È però ancora una volta solo l’inizio!

© Foto vectorstock / Freepick
Maggio 2024 TM · 51

Il movimento è in piena forma

Nato da una profonda relazione tra design e wellness, stile e funzionalità, aspetto emotivo e fisico, l’ecosistema Technogym rimane un unicum, a livello mondiale. A corollario dei numeri sorprendenti, due eventi importanti sottolineano i quarant’anni dell’azienda: la partnership con le Olimpiadi di Parigi 2024 e un’iniziativa che esalta la creatività, con un progetto solidale.

Salute, sana longevità e sport si stanno affermando, in tutto il mondo, come trend di riferimento e Technogym risponde a questa tendenza attraverso il proprio esclusivo ecosistema. Così, pur in uno scenario macroeconomico sempre più complesso, l’azienda italiana, fondata a Cesena quattro decenni fa, ha confermato il proprio percorso di crescita sostenibile e profittevole, di lungo termine. Il 2023 si era chiuso infatti con il nuovo record di ricavi pari a 808,1 milioni di euro (+12% rispetto al 2022 o +14% a cambi costanti). La crescita è a doppia cifra rispetto all’anno precedente su tutti i segmenti: Club, Hospitality & Residential, Health Corporate and Performance. Nerio Alessandri, self-made man, è passato dalla start up di attrezzi per palestra, che progettava e costruiva nel garage di casa, a essere considerato lo ‘Steve Jobs

del Wellness’. Anticipatore di tendenze, la sua storia è fatta di intuizioni tecnologiche, ma anche di grandi collaborazioni nel mondo dello sport - dal Milan a Schumacher e Nadal - fino a diventare fornitore ufficiale alle Olimpiadi (quest’anno per la nona volta) e protagonista d’incontri costruttivi, da Bill Gates a Bill Clinton.

La sua più grande intuizione è il Wellness, uno stile di vita basato su attività fisica, sana alimentazione e approccio mentale positivo.

Inaugurato alla presenza dell’allora Presidente della Repubblica Napolitano e di Bill Clinton - dal 2012 esiste a Cesena il Technogym Village, il primo Wellness Campus concepito e progettato per offrire ai collaboratori un’esperienza di lavoro unica e rappresentare un punto di riferimento per i settori del wellness, del fitness, dello sport e della salute. Il Technogym Village riflette la visione del

La panca come una tela bianca. Per celebrare il suo 40esimo anniversario, Technogym ha chiesto a 40 artisti e designer di tutto il mondo di interpretare la celebre ‘bench’ (soluzione completa per l’allenamento funzionale, che combina la massima varietà di esercizi con il minimo ingombro possibile): le creazioni uniche di designer come Antonio Citterio, Nendo, Patricia Urquiola, Kelly Hoppen, Piero Lissoni, Walter de Silva, gli svizzeri Rolf Sachs e Anaïs Coulon e molti altri, offrono una visione e un’interpretazione originale del movimento. A settembre 2024, una selezione di 15 opere uniche verrà battuta in una speciale asta organizzata da Sotheby’s, mentre le altre 25 saranno messe in vendita sul sito technogym.com. L’intero ricavato sarà devoluto a favore dell’Unicef.

52 · TM Maggio 2024
eureka /l’imprenditore

fondatore Nerio Alessandri e di Pierluigi Alessandri, vicepresidente di Technogym che, assieme all’architetto Antonio Citterio, hanno concettualizzato un luogo in cui si integrano innovazione, sani stili di vita, qualità, design e produttività. Il Campus, concepito come un vero e proprio ecosistema, comprende il Centro Ricerca e Innovazione, gli stabilimenti produttivi, gli uffici, la Technogym University - il centro di formazione per collaboratori e operatori di settore - il ristorante e un grande centro wellness aperto a collaboratori e clienti di tutto il mondo. Il complesso, che ricopre una superficie di oltre 150mila metri quadrati, di cui 60mila coperti, ogni anno attrae circa 30mila professionisti da tutto il mondo fra operatori di settore, preparatori atletici, atleti, architetti, medici e developer immobiliari.

Signor Alessandri, da bambino, cosa voleva fare ‘da grande’?

Ho sempre voluto fare il designer, e all’inizio pensavo al mondo del fashion ma poi ho messo insieme la mia passione per lo sport e quella del design e sono diventato Wellness Designer.

Poi un giorno, tutto ha avuto inizio. Come?

Negli anni Ottanta frequentavo una palestra locale nella mia città, Cesena. Ero molto appassionato di sport. In quel periodo il fitness era ancora un settore molto di nicchia, capace di attrarre solo

body-builder e utenti esperti. La mia idea era di introdurre una nuova visione: attrezzature più inclusive, facili da usare ed esteticamente belle per mirare a una fetta di popolazione più ampia. Con questa idea in mente, ho progettato ‘Hack Squat’, il primo prodotto Technogym, per rendere l’esercizio dello squat più sicuro e accessibile a tutti. È stato un successo, tanto che poi abbiamo lavorato a una linea completa e da allora continuiamo a innovare costantemente, ogni giorno.

Il momento era propizio. Agli inizi degli anni Ottanta, infatti, si cominciava a parlare di fitness e si sarebbe di lì a poco parlato di wellness. Si passava dall’idea che lo stare bene fosse l’assenza di malattia all’idea che lo stare bene avesse una

Nerio Alessandri, fondatore di Technogym. Il brand si è evoluto da azienda di attrezzature per il fitness a ecosistema completo per il wellness lifestyle.

valenza più ampia, comprendendo attività motoria - e di esercizio fisico individualizzato -, mental training, strategie di rilassamento, un’alimentazione e uno stile di vita corretti.

Questa consapevolezza è stata solo una coincidenza o le ha offerto lo spunto per dedicarsi al settore?

Per noi è stato chiaro fin dall’inizio che ci sarebbe stata un’evoluzione del settore. Nel 1993, in un mondo ancora molto dominato dagli stereotipi del fitness e del body building, abbiamo lanciato un nuovo stile di vita: il wellness. A ben guardare, il wellness ha le sue radici profonde nella cultura italiana, a partire dall’antico detto romano ‘mens sana in corpore sano’ (mente sana in corpo sano). Da allora, il

Tra i designer che hanno interpretato l’iconica panca, l’artista franco-svizzera Anaïs Coulon (a sinistra) ha creato una composizione ipercolorata di frammenti di corpi in movimento, ispirata alla famosa ’Danza’ di Henry Matisse. Le forme sono ritagliate in modo da essere appena leggibili, creando un gioco morfo-cromatico che a prima vista sembra astratto. «Lo sport, come il design e l’arte, è essenziale per la nostra felicità quotidiana», ha evidenziato Anaïs Coulon.

Maggio 2024 TM · 53

Technogym è stato nominato Fornitore Ufficiale delle Olimpiadi di Parigi 2024, per la nona volta, ed è il marchio di riferimento per l’allenamento dei campioni mondiali. Sopra, la preparazione di atleti olimpici.

wellness è sempre stata la nostra bussola, la filosofia che guida la nostra strategia a 360 gradi: dallo sviluppo del prodotto, al marketing, alla gestione delle risorse umane.

Qual è la relazione tra il Marchio e la Svizzera?

Fin dall’inizio della storia di Technogym avevamo capito l’importanza di espandere il brand a livello internazionale; la Svizzera avrà per sempre un posto speciale nei miei pensieri perché è stato il primo mercato all’estero per l’azienda che ora è presente in oltre 100 Paesi al mondo. Come affrontate le sfide e al tempo stesso le opportunità di un futuro che è già qui?

Per esempio in tema di Intelligenza Artificiale…

L’innovazione da sempre rappresenta il motore della crescita di Technogym. Il nostro centro ricerche conta circa 200 professionisti fra ingegneri, medici e designer e la cultura dell’innovazione non permea solo il prodotto, ma tutte le aree

aziendali: dal marketing alla gestione delle risorse umane, alla logistica e produzione. Per fare alcuni esempi, già nel 1996, quando internet era agli albori, abbiamo lanciato il ‘Wellness System’, la prima piattaforma software per la gestione dell’allenamento; mentre nel 2002 abbiamo lanciato - primi al mondo - la televisione integrata all’attrezzo fitness. Nel 2007 è stata la volta del primo prodotto fitness connesso online e nel 2012 della prima piattaforma cloud nel settore del fitness e dello sport. Oggi, grazie all’intelligenza artificiale siamo in grado di offrire a ogni utente il proprio programma wellness ovunque e in qualsiasi momento basandosi sul suo livello di fitness, le sue personali preferenze e obiettivi. In futuro ci aspetta l’iper-personalizzazione, ovvero un programma specifico su ciascun individuo che unisce sport, wellness e salute. Da quali premesse nasce la Wellness Foundation?

Partendo dall’esperienza Technogym acquisita in tutto il mondo nel fitness, nello sport e nella salute, oltre 20 anni fa ho creato la ‘Wellness Foundation’, un’organizzazione no-profit dedicata alla promozione del wellness come opportunità sociale per tutti gli stakeholder: governi, aziende e cittadini. La Wellness Foundation è attiva a livello internazionale, collaborando in progetti con istituzioni internazionali come il World Economic Forum e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, e a livello locale, in Romagna, la nostra regione, dove abbiamo creato l’iniziativa ‘Wellness Valley’ per sviluppare il primo distretto dedicato al Wellness e alla qualità della vita coinvolgendo tutti gli stakeholder locali (operatori del settore fitness, del settore medico, amministrazioni pubbliche, scuole, aziende private).

Oltre a questo, ogni anno la Wellness Foundation, in collaborazione con Technogym, promuove la campagna ‘Let’s

Move for a Better World’ per attivare l’intera comunità del fitness a fare esercizio per una buona causa.

Dalla creazione dell’Azienda nel 1983, sono passati quattro decenni. Come avete celebrato il 40esimo di Technogym?

Abbiamo voluto sottolinearlo con la mostra speciale Design to Move, che ha avuto luogo a Milano, in aprile, in occasione del Salone del Mobile. La mostra ha presentato 40 Technogym Bench uniche, interpretate da 40 designer e artisti da tutto il mondo, esplorando la speciale e profonda relazione tra design e wellness, stile e funzionalità, aspetto emotivo e fisico, che rappresenta un elemento chiave dell’identità di Technogym, fin dalla sua nascita.

Utilizzando la Technogym Bench come tela bianca, Design to Move ha presentato le creazioni uniche di designer come Antonio Citterio, Nendo, Patricia Urquiola, Kelly Hoppen, Piero Lissoni, Walter de Silva, Rolf Sachs, Elena Salmistraro, Michele Bönan, Anaïs Coulon e molti altri, con l’obiettivo di offrire una visione e un’interpretazione originali del movimento. Il progetto speciale è stato pianificato e concepito visivamente insieme all’architetto e designer Giulio Cappellini dalla curatrice Bruna Roccasalva.

A settembre 2024, una selezione di quindici opere uniche verrà battuta in una speciale asta organizzata da Sotheby’s, mentre le altre venticinque saranno messe in vendita sul sito technogym.com. L’intero ricavato sarà devoluto all’Unicef. Il 2024 è un anno importante... Sì, un anno speciale per l’azienda perché saremo anche Fornitore Ufficiale dei Giochi di Parigi. È la nona volta, ma per noi è sempre un’incredibile esperienza essere a fianco degli atleti di tutto il mondo che quest’anno arriveranno in Francia per le Olimpiadi e Paralimpiadi.

Abbiamo allestito ventinove centri di allenamento ed è motivo di grande soddisfazione e gioia poter aiutare gli atleti a migliorare le loro performance sportive. I Giochi Olimpici significano molto per noi, non solo per il prezioso feedback che riceviamo dagli atleti stessi, ma soprattutto perché i Giochi rappresentano una piattaforma unica per condividere il nostro impegno nella diffusione della cultura del benessere, dello sport e della salute con il mondo intero.

54 · TM Maggio 2024

MASERATI GRANTURISMO FOLGORE

THE OTHERS JUST TRAVEL

THE F IR ST FUL L E L ECTRIC M A SE R ATI E V E R . GranTurismo Folgore power consumption (WLTP) in kWh/100 km: combined 23,1 – 22,1; CO 2

Raccolta fondi per l’AgriTech

Le esigenze di finanziamento per l’agroalimentare si stanno dimostrando particolarmente sensibili, al pari delle sfide con le nuove tecnologie, ma la direzione è ormai tracciata.

Continua la corsa delle tecnologie agroalimentari e la Casa d’investimento PeakBridge vuole esserne una delle principali protagoniste. Infatti, il gestore di fondi ha recentemente chiuso il suo Growth Fund II a 187 milioni di dollari, in partnership con il braccio armato di Private Equity della banca Edmond de Rothschild. L’AuM totale è così balzato a oltre 250 milioni di dollari. E l’obiettivo è chiaro: continuare a investire nell’innovazione agroalimentare, lottando al contempo contro il cambiamento climatico.

PeakBridge, che ha uffici in diverse nazioni tra cui Lussemburgo, Svizzera e Malta, sa bene che per un mondo più sostenibile non bisogna intervenire solo sull’inquinamento derivante dai mezzi di trasporto o dagli edifici. Anche il cibo che arriva in tavola può avere un impatto concreto. Perciò, quando la società fondata da Erich Sieber e Nadav Berger nel 2020 investe, lo fa sempre calcolando non solo il potenziale rendimento ma anche le ripercussioni che tale investimento potrebbe avere sull’ambiente.

Tra gli investitori figurano nomi di spicco, quali Grupo Bimbo, Royal Cosun e Arancia, oltre a istituzioni finanziarie come Builder’s Initiative, tutti convinti da una precisa strategia. “Investiamo in tecnologie B2B, scalabili e protette”, ha detto Berger in un’intervista ad AgFunderNews. Aggiungendo che “non siamo mai entrati nell’hype del B2C a base vegetale, ma se possiamo investire in tecnologie che rendono le alternative alla carne e ai latticini più pulite, più gustose o con una consistenza migliore, allora ci mettiamo in gioco”.

Il co-fondatore ha poi evidenziato che ad attrarre sempre più investimenti so-

no la digitalizzazione e l’intersezione tra Intelligenza Artificiale e cibo. “È vero che è di moda e costantemente al centro dell’attenzione, ma sta accadendo - ha puntualizzato Berger. Abbiamo almeno sei aziende che ora sono fortemente supportate dall’Intelligenza Artificiale”.

Dall’efficienza della catena di approvvigionamento all’accelerazione del processo di ricerca e sviluppo, l’Ia ha indiscutibilmente il potenziale per trasformare nel profondo l’industria alimentare. In questo

«Dall’efficienza della catena di approvvigionamento all’accelerazione del processo di ricerca e sviluppo, l’Ia ha il potenziale per trasformare l’industria alimentare. La sfida è però ostica, dovendo fare i conti con sistemi biologici spesso imprevedibili, le infrastrutture generalmente necessarie sono costose, e gli ambienti normativi complessi»

settore la sfida è particolarmente ostica, perché bisogna fare i conti con sistemi biologici spesso imprevedibili, sono generalmente necessarie costose infrastrutture e gli ambienti normativi sono complessi.

Ma Berger ci crede fino in fondo: “Tutti noi dello spazio foodtech abbiamo bisogno di storie di successo e di Exit da condividere. Ed è perciò che questa raccolta di fondi è entusiasmante”. Secondo il cofondatore, difatti, anche gli investitori più cauti nei confronti dell’AgriTech potranno vedere il potenziale dell’Ia nel settore, confrontandolo con altri modelli di investimento. “Quindi, se una nostra

Alessandro Beggio, Ceo e fondatore di Vector Wealth Management.

azienda raggiunge X milioni di Arr (ricavi ricorrenti annuali), può essere paragonata alle aziende di software, per le quali esistono multipli noti e accettati”, ha sottolineato Berger.

Tastewise è un esempio concreto di società supportata dall’Ia già nel portafoglio di PeakBridge. Si tratta infatti di una piattaforma online che permette alle aziende del settore alimentare e delle bevande (compresi i giganti del settore PepsiCo e Nestlé) di analizzare i dati provenienti dai menu dei ristoranti, dalle ricette online e dai post sui social media. Tutto questo aiuta a sviluppare approfondimenti sulle tendenze emergenti, riuscendo a intercettare i nuovi bisogni del consumatore per poi creare prodotti più in linea con le richieste del mercato, in evoluzione.

Tra le altre società di PeakBridge figurano anche la start up australiana Vow, produttrice di carne coltivata, e l’austriaca Kern Tec, che riutilizza i noccioli della frutta in prodotti di maggior valore. Oppure la britannica Win-Win, produttrice di un rivoluzionario ‘cioccolato alternativo’, del tutto privo di cacao.

A livello globale, secondo Spherical Insights, la dimensione del mercato agroalimentare tech si è attestata a 22,1 miliardi di dollari nel 2022 e stando alle previsioni è destinata a lievitare a ben oltre i 75 miliardi già entro il 2032. La concorrenza sarà sempre più agguerrita e Berger si dichiara convinto che questo sia il momento perfetto per investire, perché “siamo tornati a un mondo normale in cui le valutazioni si basano su multipli, vendite e redditività”.

56 · TM Maggio 2024
eureka / digitale

2024 al 2 settembre Dal 29 agosto

Non perderti il più grande raduno orologiero dell'estate!

Vieni a scoprire le novità di 54 marchi prestigiosi

Rotonde du Mont-Blanc

1201 Genève

Vulnerabilità digitale

L’interconnessione globale e l’evoluzione tecnologica moltiplicano l’insidiosità e la complessità dei cyberattacchi, sfidando anche il mercato assicurativo a generare nuova capacità per sostenere la crescente domanda di copertura.

In un’era dominata da big data, cloud computing e lavoro remoto, la protezione dei sistemi digitali diventa sempre più complessa. Molti pensano di non essere un bersaglio interessante, ma i crimini informatici spesso colpiscono in modo casuale seguendo un “opportunismo automatizzato”, sfruttando vulnerabilità dove le trovano. Se la propria azienda viene usata come trampolino per attacchi, con le nuove leggi sulla protezione dei dati si potrebbero dover affrontare multe salate qualora non si fossero protetti adeguatamente i propri sistemi. Minacce comuni. Il phishing è una delle tecniche principali, con mail progettate per estorcere dati personali sensibili. Anche gli attacchi ransomware rappresentano una minaccia crescente, con malware che criptano i dati e bloccano i sistemi, richiedendo riscatti. L’Ia ha reso il phishing più sofisticato e l’efficienza degli attacchi ransomware è cresciuta: il tempo necessario si è ridotto drasticamente, passando da circa 60 giorni nel 2019 a soli 4 giorni oggi. Anche l’IoT è una crescente fonte di rischio. Dispositivi come televisori o campanelli, spesso poco sicuri, possono essere sfruttati per infiltrarsi nelle reti e creare botnet.

Cyber Insurance. Gestire il cyber rischio dal punto di vista assicurativo è difficile per la mancanza di dati - insufficienti e poco precisi per l’uso di metodi statistici standard - e la rapida evoluzione di tecnologie e minacce. Si distinguono tre principali tipi di rischio: idiosincratico, sistematico e sistemico. I rischi idiosincratici, specifici e indipendenti per ogni assicurato, derivano spesso da errori interni all’azienda. I rischi sistematici emergono da vulnerabilità che colpiscono simultaneamente più aziende, ad esempio l’uso

dello stesso software. Entrambi possono essere modellati con tecniche attuariali e finanziarie classiche. I rischi sistemici, come le minacce cyber di tipo infettivo, sono più complessi e presentano un rischio cumulativo importante. Sorgono da processi di contagio in sistemi interconnessi e sono simili ai meccanismi osservati nelle crisi finanziarie. Con l’aumento dei ransomware diventa proprio questo il tipo di rischio più complicato da gestire e una delle sfide più importanti per i matematici. Sono necessari modelli più sofisticati come quelli di reti e propagazioni epidemiche per analizzarli. Infatti l’assunzione classica di indipendenza non è applicabile e non ci sono distinzioni geografiche tra gruppi a rischio, come avviene ad esempio per le catastrofi naturali: le minacce cyber possono colpire simultaneamente in più località. Perciò si usano tecniche di pricing che integrano l’interdipendenza dei rischi con metodi come la valutazione neutrale al rischio e l’applicazione di misure di rischio monetario.

Più dati, più accesso, più rischi. La crescente esposizione si riflette anche nell’aumento dei costi (globali) legati alla cybercriminalità: 7 trilioni di dollari nel 2022, 8 nel 2023, con una stima che prevede un salto a 10,5 trilioni entro il 2025, rispetto ai 3 del 2015. I costi includono danni e furto di dati, perdita di produttività, interruzioni, danni reputazionali, costi di indagini forensi e ripristino di beni hackerati. Le principali violazioni hanno colpito oltre un miliardo di persone. Il costo medio di una violazione nel 2022 era di 4,35 milioni di dollari.

Mercato: crescita e sfide. Il mercato globale delle assicurazioni cyber è triplicato dal 2017 al 2022, raggiungendo 13 miliardi di dollari in premi diretti lordi nel

Diego Fernandez, Finance Controlling Manager presso Chimpy, Studente MSc in Matematica presso UZH, Minor in Economia. In collaborazione con il Circolo Giovani Giuristi Zurigo.

2022. Una reazione al peggioramento dei rapporti di perdita dovuti all’incremento degli attacchi ransomware, con conseguente aumento di tariffe e sottoscrizioni. Si stima che i premi raggiungeranno 23 mld di Usd entro il 2025, ma il mercato è ancora piccolo rispetto ai rischi cyber in rapida evoluzione. Con la minaccia di grandi perdite cumulative e la crescita attuale, il mercato riassicurativo potrebbe presto non essere più sostenibile. La sfida è generare nuova capacità per sostenere la crescente domanda di copertura. Attualità: cyber catastrophe bonds. Una risposta alla scarsa capacità del mercato cyber sono i Cyber Ils, simili ai Cat bond per calamità naturali, ovvero strumenti finanziari usati per trasferire parte del rischio a investitori che forniscono fondi alle compagnie assicurative solo se si verificano eventi specifici (trigger), come terremoti o tornado. All’inizio del 2023, Beazley ha realizzato la prima transazione di un cyber catastrophe bond, raccogliendo 45 mio. Usd: l’inizio di un nuovo mercato emergente per le Ils cyber. Per adeguarsi all’evoluzione del rischio cyber, bisognerà investire in standardizzazione dei dati e sviluppo di modelli robusti. È importante che il settore rafforzi le competenze nei collaboratori per colmare la carenza di esperti a supporto dell’economia globale. La cybersecurity è dunque un campo essenziale per la sicurezza personale e aziendale, oltre a offrire interessanti opportunità professionali e di investimento.

58 · TM Maggio 2024
eureka / associazioni studentesche

Aumentata ma signature

Nonostante gli strumenti che la tecnologia mette a disposizione siano dei più potenti e straordinari, non possono sostituire il contenuto di un messaggio: cos’hai da dire?

Benvenuti a metà degli anni ’50. Canzoni come Hoochie Coochie Man e Mannish Boy sono il certificato di nascita del rock and roll, secondo gli esperti. È un mix, mai sentito prima, dei primi suoni elettronici e dello slang di periferia. È il genio di Cohen e della Chess Record a mettere insieme giovani compositori, musicisti e cantanti, come il grande Muddy Waters, per creare un nuovo genere, con un proprio codice, un proprio linguaggio e un proprio suono, il tutto amplificato dall’avvento degli strumenti elettronici, che accelerano il “blues” e celebrano la cultura delle persone ai margini della società americana, i neri e le minoranze. Gli accordi di chitarra di Waters diventeranno iconici e il suo linguaggio patrimonio dell’umanità: parole come mojo, rolling stone e persino lo stesso ‘rock&roll’.

Qual è la rilevanza di un esercizio di codifica proprietaria di un nuovo stile musicale? O, in un linguaggio meno accademico, perché dovrebbe interessarci, come leader e manager?

sulla diversità negli anni Novanta e nei decenni successivi, senza il rock&roll, e senza questa esperienza ‘signature’ iniziale, che risale agli anni Cinquanta, e che fa sembrare la musica stessa così nuova, contagiosa, irresistibile, sexy e potente. Questo è per voi, persone che gestiscono e dirigono marchi di livello mondiale.

Frank Pagano, azionista di Tokenance, Senior Partner di Jakala, Contributor de Il Sole 24 Ore.

È importante, invece, e molto. Questo nuovo stile musicale e questa nuova filosofia, impregnati di tecnologia e portati sul mercato in modo del tutto nuovo, dalla periferia al centro, cambiano la società, rivelano un nuovo modo di divertirsi e di interagire con gli altri, ed emancipano culturalmente e sessualmente l’intero pubblico americano. Senza il rock&roll non saremmo qui oggi a parlare con tanta disinvoltura di tutto e di niente.

Non ci sarebbero stati i Rolling Stones, i Beatles, Bob Dylan, Bruce Springsteen, la rivoluzione dei costumi degli anni Settanta, un dialogo più aperto sull’Aids e

Qual è la vostra esperienza di brand distintiva? Siete pronti a cambiare il mercato, poi il settore e infine l’intera società? Siamo al centro del lavoro di branding. Siamo au fond de la marque, come dicono i francesi. È l’unica cosa che dobbiamo fare, quali amanti di qualsiasi marchio. Il risultato di tutto ciò che facciamo, come aziende e come brand, dipende dal design dell’esperienza stessa, soprattutto quando è prevalentemente digitale. Ancora, l’output che si riceve dai consumatori è determinato dal modo in cui si progetta un’esperienza cliente distintiva e unica.

Tutti i modelli sono falsi, come diceva il saggio statistico George Box, perché non catturano la complessità della realtà, ma alcuni sono utili. Esiste un nuovo modello in cui la tecnologia (Ai, Blockchain, Web3) consente a tutti i marketer di rendere il journey dei propri clienti fluido, senza interruzioni e ‘aumentato’, ossia: semplificato, per tutti; stimolante, inspiring per molti; e piacevole, delightful, con esperienze uniche per gli individui. Che cosa significa? La tecnologia permette a qualsiasi brand di capire meglio i propri fan (facilita la raccolta dei dati) e di servirli con un servizio eccellente, ultra-personalizzato, andando dal livello 1 al 3 (di cui sopra, delightful) grazie al data crunching e alla capacità di creare proposte ad hoc, in tempo reale e ovunque. Benvenuti in un mondo aumentato, dove la tecnologia esponenziale svolge il ruolo di semplificatore e amplificatore di un servizio di eccellenza e di un messaggio sempre proprietario di marca.

La domanda chiave rimane: con ogni strumento a tua disposizione, caro brand manager, qual è il tuo messaggio distintivo per il mondo? Hai qualcosa da dire?

La domanda a cui nessun tecnologia può rispondere. Muddy Waters ha liberato le persone al margine dell’impero, dando loro nuova dignità grazie alle sue canzoni. Il ruolo di qualsiasi business è di usare la tecnologia per aumentare un proprio credo, assolutamente ‘signature’ e umano.

59 · TM Maggio 2024
eureka/ digitale

Alle origini del mito

Come spesso accade, anche la nascita di Bitcoin affonda le radici in una serie di progetti incompiuti e falliti, ma anche nella... teoria economica, la cosiddetta ‘scuola austriaca’.

Bitcoin è concettualmente un nuovo sistema monetario completamente slegato e alternativo all’attuale basato sulla valuta fiat. La sua resilienza e il suo continuo diffondersi, con annesse implicazioni economiche sociali sta attirando sempre più l’attenzione. Ma come nasce questo strumento che sta ‘minacciando’ l’ordine costituito?

Risale formalmente al 2009 e al misterioso Sathoshi Nakamaoto, ma è in realtà il frutto di alcuni decenni di sperimentazioni, tentativi, errori, confronti e dibattiti. È sicuramente figlio di un innovativo fenomeno sociale che si è diffuso a partire dagli anni ’90: l’open source

Vi sono stati in passato numerosi casi simili di progetti, incompiuti o falliti, propedeutici a tale invenzione. Non è nient’altro che un assemblaggio perfezionato di tali sperimentazioni. Bit Gold di Nick Szabo, DigiCash di David Chaum ed Hash Cash di Adam Back sono solo gli esempi più rilevanti. Concetti come le firme digitali e funzioni crittografiche di hash su cui si basa la tecnologia del protocollo Bitcoin sono prese, pari pari, da questi progetti.

Ma quante e quali sono invece, le motivazioni o ragioni ideologiche all’origine di questa rivoluzionaria invenzione? Due.

La prima, di natura economica, fa riferimento alla cosiddetta scuola monetaria austriaca, che si contrappone in maniera decisa al pensiero dominante keynesiano, a oggi considerato quale unica dottrina.

In estrema sintesi, secondo tale corrente di pensiero, persone e imprese dovrebbero essere lasciate libere di decidere con quale moneta essere pagate. Senza imposizioni dall’alto, il mercato convergerebbe automaticamente verso la ‘mo-

neta migliore’, intesa sia come mezzo di scambio, di unità di conto, che riserva di valore. Sarebbe quindi il mercato a scegliere il mezzo di pagamento migliore!

Risulta chiaro ed evidente lo stravolgimento epocale a cui verrebbe sottoposto lo status quo politico-finanziario. Le analogie con la nascita di Bitcoin, almeno ideologiche, appaiono quantomai evidenti. Infatti, una moneta digitale libera e non inflazionabile, decentralizzata e slegata da qualsiasi pianificatore centrale appare proprio la forma di denaro che questi

«Prima della nascita di Bitcoin ci sono stati numerosi progetti simili, incompiuti o falliti, propedeutici alla sua invenzione, che ne è un assemblaggio perfezionato.

Bit Gold, DigiCash e Hash Cash sono solo alcuni degli esempi più rilevanti»

economisti hanno, da sempre, teorizzato. A tal riguardo suonano profetiche le parole pronunciate nel 1974 da uno dei suoi maggiori esponenti, Friedrich Von Hayek: “Non credo potremmo disporre ancora di una moneta sana e onesta, senza prima averla tolta dalle mani dei governi. Se non riusciamo con la violenza dovremmo inventarci uno stratagemma, introducendo qualcosa che loro non possono fermare”.

La seconda, ha implicazioni più sociologiche, ed è focalizzata sui concetti di libertà e privacy. Trae origine dal movimento socio-culturale, emerso e sviluppatosi tra gli anni ’70 e ’90 e noto con il nome di cyberpunk: una corrente di attivisti globali che condivideva i medesimi

Thomas Zara, Managing Partner di Arkadia Digital Advisory.

ideali e che sosteneva l’uso della crittografia come strumento di difesa nei confronti dell’invasività dei governi e delle grandi corporations nella vita dei cittadini. Rifiutavano l’idea di dover fornire i propri dati a enti in grado di poterli tracciare, monitorare o controllare. Erano inoltre ossessionati dal fatto che tali enti potessero in qualche modo negare loro l’autorizzazione a transazioni finanziarie. Tale movimento incentrò quindi le proprie risorse nella collaborazione per la creazione di una moneta digitale ‘privata’, distribuita e decentralizzata, che permettesse transazioni anonime e che potesse contrapporsi al sistema monetario ‘fiat’. Gli esperimenti e i tentativi in questo senso non mancarono. Alcune fallirono, sia per limiti tecnico-informatici, sia per l’essere troppo in anticipo sui tempi. Altre come ad esempio e-gold, furono chiuse d’ufficio dalle autorità. Tutti questi progetti erano accumunati dall’essere centralizzati, quindi vulnerabili quando la loro popolarità raggiungeva una soglia considerata rischiosa dalle autorità. Tale criticità è stata l’origine del concetto di decentralizzazione, il ‘peer to peer’. Programmi di condivisione di file come eMule e BitTorrent possono quindi essere considerati parenti prossimi di Bitcoin.

L’intuizione di Sathosi è stata quella di combinare il ‘peer to peer’ con una tecnologia (datata!), che faceva riferimento alla firma digitale di tipo asimmetrica (o a chiave pubblica). Tale ingegnosità gli ha già conferito di diritto l’onore dell’incisione del suo ‘anonimo’ nome nel travertino digitale della storia delle invenzioni.

60 · TM Maggio 2024
eureka/ crypto
T +41 (0)91 816 47 91 www.ti.ch/zuest decs-pinacoteca.zuest@ti.ch 26 marzo –8 settembre 2024
In collaborazione con:
Sylva Galli, Genitori alla finestra , olio su tavola, Eredi Sylva Galli

Costi certi, e ben pianificabili

Il leasing sui beni d’investimento è una fonte di finanziamento interessante sotto molti punti di vista, ed è flessibile il giusto per adattarsi a modelli di business molto diversi, e investimenti di varia natura, anche in un contesto sensibilmente inflativo.

Durante i primi mesi dell’emergenza pandemica, dunque ormai quattro anni fa, improvvisamente venne alla luce il motore nascosto della globalizzazione, che ha reso possibile il correre del Pil globale nell’ultimo ventennio, sulle ali del libero mercato: la logistica. Dunque il vasto e variegato mondo di quegli operatori che animano le catene di approvvigionamento, e che all’atto pratico rendono tangibile il ‘click’ dell’Amazon di turno.

Mondi lontani

Come spesso accade accanto a operatori mondiali, con decine di migliaia di collaboratori e milioni di controparti, si trovano anche realtà piccole, dal carattere locale, ma attive su base regionale. «Ho fondato l’azienda nel 1993, e da allora siamo attivi da Chiasso, verso il resto d’Europa, e sulla base di richieste di nostri clienti possiamo organizzare spedizioni anche oltre, dunque verso Stati Uniti, Brasile, Nord Africa… Offriamo una paletta di servizi completa e ben diversificata che spazia dal

Tutto è iniziato nel 1993, dunque diversi anni fa, e come spesso accade anche molto semplicemente. «Ero un dichiarante doganale, che ha deciso di mettersi in proprio, e per diversi anni sono anche stato l’unico dipendente di Spedimar: Spedizioni di Martino. Mi affascinava l’idea di avere contatti con il resto del mondo, con Paesi che allora erano percepiti essere ‘lontanissimi’, e con cui ci si doveva relazionare con intuito e un pizzico di fortuna. L’Europa era de facto ancora divisa, l’Unione Sovietica era appena venuta meno, la Jugoslavia si stava dissolvendo, l’Unione Europea era un semplice nome, non si poteva sicuramente contare su una lingua comune, l’inglese, il nostro mondo finiva ai confini del Vecchio Continente. Trent’anni dopo - festeggiati l’anno scorso - siamo in trenta e continuiamo a crescere», rileva il fondatore, Martino Pezzotti (in foto). Rispetto ad allora evidentemente qualcosa è cambiato. «I giovani non sono spaventati dalla velocità che nel mondo di oggi è diventata la normalità, si approcciano dunque anche al nostro lavoro con maggior serenità. Non hanno vissuto quella lunga fase in cui la meticolosità era la fortuna di ogni spedizioniere, in cui una bolla doganale sbagliata era un enorme problema, e in cui una volta partito il camion era molto difficile contattare l’autista per cambiare i piani. Indietro non si torna, lo dico spesso, e ci dobbiamo confrontare con le difficoltà di oggi, quotidiane, semplicemente diverse dal passato», conclude il direttore.

trasporto e sdoganamento, allo stoccaggio e distribuzione, passando per operazioni doganali, documentazione e tutta la parte assicurativa», illustra Martino Pezzotti, direttore e fondatore di Spedimar, azienda specializzata del settore.

Nell’arco degli ultimi decenni il mondo è cambiato, ma quanto gli equilibri di un settore che affonda le proprie radici nella Storia? «Oggi si ragiona su una scala sempre più ampia, ed è diventato tutto incredibilmente più veloce. Le spedizioni evolvono in fretta, anche durante il tragitto, il che sarebbe stato impensabile prima degli anni Duemila, ed è dunque cambiato l’approccio all’organizzazione del trasporto. L’allargamento delle frontiere europee, ad esempio, ha reso tutto più semplice, e molto più fluido, grazie all’informatica e all’inglese, il che nel nostro piccolo ci sta spingendo ad aprirci verso nuove rotte, rispetto al passato», prosegue il direttore.

Catene di approvvigionamento più lunghe e una base geografica più ampia, se da un lato dovrebbero rendere la produzione più efficiente, dall’altro sollevano non poche difficoltà, in primis rispetto a mezzi e veicoli. «Nel nostro settore l’autofinanziamento rimane la via maestra della maggior parte del mercato, nonostante marginalità sotto forte pressione, specie nel caso della Svizzera a fronte del cronico rafforzarsi del franco. Se per le aziende più piccole investimenti in immobili non sono troppo frequenti, tradizionalmente si è soliti far fronte alle esigenze della flotta ricorrendo al leasing, evitando di immobilizzare quantità importanti di liquidità, impiegabili diversamente», precisa Pezzotti.

62 · TM Maggio 2024
finanza /analisi regionale

Il leasing sui beni d’investimento, in questo caso i mezzi pesanti, è dunque una soluzione con diversi aspetti positivi. «Il primo guadagno è ovviamente in termini di liquidità, e la flessibilità finanziaria che questa regala. Il leasing stabilizza la struttura dei costi, sterilizzando qualunque rischio valutario e di interesse. Dall’inizio del contratto diventa tutto perfettamente pianificabile, ed entro certi limiti anche molto personalizzabile, determinando il numero e l’ammontare delle singole rate, le tempistiche del rimborso e le singole scadenze, tenendo conto delle specificità di ogni azienda e di ogni operazione, senza dimenticare il vantaggio di rimanere tecnologicamente sempre aggiornati», osserva Marko Barisic, membro della Direzione e Responsabile Consulenza clientela privata e aziendale della Banca Raiffeisen Basso Mendrisiotto.

Prevedibilità che, nel caso di un Paese soggetto a importanti fluttuazioni del tasso di cambio, e un frequente mismatch valutario, è un elemento determinante. «Ogni volta che acquisisci un nuovo cliente una parte di liquidità deve essere anticipata, e la ottieni dai margini e dal contenimento dei costi, che nel nostro settore possono essere tanti. L’avanzamento tecnologico della flotta riduce il costo delle tasse di circolazione a cui sono soggetti i mezzi, per fare un semplice esempio, che si va ad aggiungere all’altro grande capitolo, ammortamento e costo del capitale, temi significativi per tutte quelle società che non abbiano alle spalle capitali importanti», rileva il direttore di Spedimar.

Ogni investimento è però diverso dall’altro, e diversi sono azienda e settore, il che può dunque rendere necessario qualche piccolo accorgimento. «Il modello di leasing più adatto dipende dalle singole circostanze, non c’è sicuramente una formula adatta a tutti. Tendenzialmente si lavora sulla pianificazione delle rate, che possono quindi essere crescenti, decrescenti, costanti o personalizzate. Queste ultime sono necessarie laddove l’azienda non abbia proventi regolari, o viva di una forte stagionalità, come il settore agricolo, turistico o edilizio. Nel caso del grande classico, a rate costanti, il pagamento è dovuto mensilmente e in via anticipata ogni primo del mese, nel caso delle altre forme si può arrivare invece a una base semestrale o stagionale. Si tratta di una formula ideale per nuovi investimenti come

«Il leasing stabilizza la struttura dei costi, sterilizzando qualunque rischio valutario e di interesse. Dall’inizio del contratto diventa tutto perfettamente pianificabile, ed entro certi limiti anche molto personalizzabile, senza dimenticare il vantaggio di rimanere tecnologicamente sempre aggiornati»

Marko Barisic, Responsabile consulenza di Banca Raiffeisen Basso Mendrisiotto

Primavera accidentata

Il polso delle imprese Indici Pmi delle Pmi a confronto

di espansione zona di contrazione

Raiffeisen Purchasing Manager Index delle PMI procure.ch Purchasing Manager Index

Fonte: Raiffeisen

Il Purchasing Managers

Index delle Pmi svizzere è nuovamente sceso nel corso di aprile, portandosi a quota 44,8 punti. Tutte le sei sottocomponenti sono in riduzione, a partire dal portafoglio ordinativi, crollato da 50,7 a 44,5 punti. Come stanno reagendo le imprese? Nonostante il miglioramento del sentiment nell’Eurozona, le Pmi svizzere si confermano molto preoccupate dall’andamento anemico della domanda globale, cui rispondono per il momento ancora senza tagli importanti di organico, ma ricorrendo al lavoro ridotto, in attesa di un miglioramento che non arriva.

impianti di produzione, macchine edili, attrezzature medicali, macchine agricole, e per l’appunto veicoli commerciali», prosegue il responsabile di Raiffeisen.

Ma all’atto pratico, come funziona? «È un iter consolidato e piuttosto semplice. Tutta la prima parte di scelta e contrattazione è in capo al cliente, che contatta il fornitore. Si parte poi da un’analisi attenta di tutti i dettagli dell’operazione e del contraente, a cui segue una prima proposta formulata dal nostro consulente, e si conclude con la stipula di un contratto di leasing. Chiusa la parte amministrativa, Raiffeisen riceve la fattura dal fornitore e acquista il bene d’investimento. Rispettando le condizioni del contratto, il bene è nelle disponibilità del cliente sino alla naturale data di scadenza, dopo cui inizia una nuova fase», nota Barisic. Ogni caso è diverso, ma questo nello

specifico che caso è? «Un camion senza troppe specifiche può costare tra 100 e 140mila franchi, cifra che può tranquillamente più che raddoppiare in caso di specifiche tecniche necessarie. Solitamente nel nostro settore si discute di leasing tra 4 e 5 anni, con ammortamento annuo, e allo stato attuale viene applicato un interesse medio del 3,6% annuo, equivalente al 9% sull’intera durata del contratto. Abbiamo iniziato nel ’93 a collaborare con la Banca Raiffeisen del Basso Mendrisiotto, per molti versi siamo cresciuti insieme, costruendo anche un rapporto umano e professionale. È tipico di una banca del territorio: ti conosce, ti ascolta, ci puoi parlare. Ci si può dunque venire incontro, più facilmente, anche nel caso del bisogno», conclude Pezzotti.

Achille Barni

Maggio 2024 TM · 63
20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70
zona
01/18 01/19 01/20 01/21 01/22 01/23 01/24

Affari in... famiglia?

L’ottima performance borsistica delle aziende a conduzione familiare negli ultimi anni è andata un po’ spegnendosi rispetto ad altri indici. Quali le ragioni, e cosa è lecito aspettarsi?

Giacomo Malinverno, Analyst di Lagom Family Advisors. A lato, guardando al più lungo periodo la performance del Nasdaq rispetto agli altri indici sembra senza concorrenti.

costi) rispetto alle aziende non familiari. Si crede, infatti, che maggiore è l’influenza della famiglia fondatrice, migliore sarà la stabilità e sostenibilità dell’impresa. La famiglia mantiene vivo l’interesse a gestirle a lungo termine, non focalizzandosi esclusivamente sul raggiungimento di determinati obiettivi trimestrali.

In finanza, le opinioni e le percezioni contano fino a un certo punto, conviene quindi far parlare i dati e commentare i risultati. In questo caso l’analisi svolta è piuttosto semplice e consiste in un confronto tra indici di borsa. A rappresentare le Family Owned Companies è dunque l’indice Solactive Global Family Owned Companies, mentre a rappresentare il mercato globale, inteso nel suo senso più ampio possibile, si è scelto l’intramontabile Msci World Index. Infine, più per curiosità che per appropriatezza di paragone, si è inserito un terzo elemento di confronto, l’indice tecnologico statunitense Nasdaq 100.

Fino a non molto tempo fa esisteva un ampio consenso sul fatto che le aziende familiari fossero più adatte a epoche passate. In un’economia moderna, basata sulle regole della globalizzazione, l’aspettativa era che le imprese a controllo familiare sarebbero state spinte ai margini dall’ascesa di società pubbliche (con azionariato diffuso) e gestite da manager professionisti. Infatti queste sarebbero state in grado di beneficiare di una maggiore capacità di raccolta

di capitali e attrazione di lavoratori qualificati ottenendo quindi profitti più elevati. Eppure, diversi decenni di globalizzazione e complessità aziendali sempre maggiori, non hanno cancellato dal panorama le aziende familiari, neanche quelle quotate in borsa. Anzi, oggi si riscopre che le entità controllate dalla famiglia fanno in tanti casi un lavoro migliore, in quanto operano con una prospettiva di lungo termine e con maggiore successo (anche in virtù di una gestione più disciplinata dei

Come è costruito l’indice Solactive?

L’universo azionario di partenza è costituito dal Global Family Business Index (lanciato da E&Y e Università di San Gallo), che comprende le 500 maggiori società a conduzione familiare del mondo per fatturato. Le quotate in borsa sono considerate a conduzione familiare solo se una famiglia detiene almeno il 32% dei diritti di voto, devono avere una capitalizzazione di mercato minima di 1 miliardo di dollari e un volume di scambi

64 · TM Maggio 2024
Questione di Total Return Confronto tra indici diversi (1-I-2005: 100) Fonte: Bloomberg -50,00% 312,50% 675,00% 1037,50% 1400,00% 2005 2009 2013 2017 2021 2024 Nasdaq 100 Solactive Msci World Index
finanza / tematici
© Foto di Marga Santosol / Unsplash

Guardando meglio, e con più calma, all’interno degli indici emergono però alcune evidenze. Anche a patto di non tenere il confronto con il Nasdaq, ma guardando a tutti gli altri, e stringendo l’arco temporale al post 2008, ecco che le aziende a conduzione familiare tornano a essere molto competitive.

giornaliero medio minimo di 10 milioni di dollari negli ultimi tre mesi. Per fare alcuni esempi, tra i primi dieci nomi che compongono l’indice si trovano: Berkshire Hathaway, Henkel Ag, Walmart, Exor, Roche e Constellation Brands.

Il paragone fra i tre indici può essere fatto a partire dal 21 gennaio 2005 (una storia lunga quasi vent’anni) e deve essere in termini total return (comprensiva dei dividendi). I dati sono espressi in dollari.

Un primo dato che emerge è quanto dovrebbe essere chiaro a tutti ormai da diversi anni: quasi nessun indice regge il confronto con il Nasdaq e, più si allunga l’orizzonte, più il confronto è demoralizzante (per gli altri indici). Tra il 2014 e il 2018 il Nasdaq ha iniziato a guadagnare terreno rispetto agli altri, fino a raggiungere distacchi estremamente significativi e difficilmente colmabili. Per un confronto ad armi pari e una lettura più nitida è quindi necessario rimuovere il Nasdaq.

Guardando però al solo Msci World, dunque senza il Nasdaq, il quadro diventa sicuramente più interessante e confrontabile. Alcune evidenze emergono.

Prima della Crisi finanziaria, l’indice Solactive era sostanzialmente allineato all’MsciWorld, infatti, tra il 2005 e il 2008 l’andamento dei due era abbastanza sincrono. La Crisi interrompe questo allineamento e rimescola le carte a favore dell’indice delle società a controllo familiare. Dal 2009 in poi emerge un ‘vincitore’ e, posando la lente sul periodo 2008-2015, si riesce a percepire l’entità del distacco a favore del Solactive.

Nonostante siano state, tra il 2008 e il 2009, la tipologia di aziende che ha maggiormente accusato l’impatto della crisi, le aziende familiari sono riuscite, e più delle altre, a invertire la tendenza e intraprendere percorsi di crescita premianti, anche dal punto di vista dell’andamento in borsa.

Il vantaggio, in alcuni periodi anche molto consistente, viene mantenuto per diversi anni, sostanzialmente fino all’ar-

Questione di Total Return

Confronto tra indici, escludendo il Nasdaq

Msci World Index

Solactive

Questione di Total Return

Confronto tra indici, restringendo l’arco temporale (2008 - 2016) Fonte: Bloomberg

Msci World Index

Solactive

rivo dell’emergenza pandemica, a cui è succeduta la tensione sui tassi d’interesse (2022). Nell’ultimo trimestre del 2023 è infatti avvenuto il sorpasso da parte dell’indice Msci World.

Tuttavia il trend che ha portato alla (temporanea?) sovraperformance dell’indice Msci rispetto al Solactive inizia verso la fine del 2017. Quali sono i fattori che hanno determinato questa inversione?

La risposta si trova nei titoli che compongono il Solactive. Si notano due differenze fondamentali con l’Msci: da un punto di vista settoriale, la quota piuttosto residuale di tecnologia; da un punto di vista geografico, la sottoponderazione degli Stati Uniti a favore del mercato Europeo. Questa differenza negli ultimi 7-8 anni ha giocato un ruolo decisivo. L’assenza in portafoglio delle ‘Magnifiche 7’ ha creato le condizioni per il recupero e sorpasso dell’Msci World.

L’aumento delle quotazioni di questi titoli ha reso infatti gli indici che li contengono molto dipendenti (e avvantaggiati) dalla loro presenza, in termini di ponderazione e contributo alla performance. Più

sale la capitalizzazione di borsa e più si innesca un ribilanciamento degli indici, che a loro volta favorisce l’afflusso di capitali verso queste società quando milioni di investitori in fondi passivi incrementano l’esposizione azionaria, creando così un circolo che si autoalimenta.

Questo meccanismo ha causato, di conseguenza, un aumento della concentrazione del mercato azionario globale verso gli Stati Uniti.

Quali conclusioni si possono trarre da questo confronto? Con riferimento al passato, si può affermare che l’indice delle aziende familiari sia stato molto performante, a fronte di una buona diversificazione geografica e settoriale. Per molto tempo è stato capace di ‘vincere’ il confronto con l’altro indice. Al contrario, in riferimento agli anni più recenti, sta soffrendo la forza straripante dei primi nomi di Wall Street (che, non essendo ‘familiari’, non fanno parte dell’indice).

Agli investitori l’ardua sentenza: meglio una Borsa “in famiglia” o continuare a stare agganciati all’inarrestabile treno dei grandi di Wall Street?

Maggio 2024 TM · 65
-100% 0 100% 200% 300% 400% 2005 2009 2013 2017 2021 2024
Fonte: Bloomberg
0 100%
-40% -20% 20% 40% 60% 80% 120% 2008 2011 2014 2017 2021 2024

La vita è un insieme di cose belle, scegli di lavorare in un posto piacevole.

AB VECO BUSINESS CENTRE i tuoi uffici per un giorno, un mese, un anno nel centro di Lugano. Chiamaci allo 091 922 52 31 o visita il nostro sito www.vecobusinesscenter.ch

Siamo in Via Luigi Lavizzari 4, 6900 Lugano

Osservatorio

‘Na favola

Sulle ali di un’insperata tenuta macroeconomica, e un contesto politico non troppo disastroso, il primo trimestre si chiude all’insegna dell’ottimismo, sui mercati.

Il mercato dei fondi in Svizzera ha chiuso il primo trimestre del 2024 all’insegna del bel tempo, quello che il meteo non è sicuramente stato in grado di garantire.

L’industria dei fondi ha visto un incremento delle masse amministrate superiore a 125 miliardi di franchi sul trimestre, portandosi in area 1,5 trilioni di franchi, rispetto a 1,37 con cui aveva chiuso l’anno. Mese su mese sono invece poco meno di 50 i miliardi incrementati, in larga misura riconducibili all’andamento dei mercati finanziari, azionari e obbligazionari. Risibile il contributo delle altre asset class.

Particolarmente debole la raccolta, con una decisa resistenza ai deflussi opposta solo dagli obbligazionari che si mantengono in territorio positivo (+3,2 miliardi a marzo), e con gli azionari particolarmente penalizzati (-2,3 miliardi). Totale della raccolta, -355 milioni, un risultato debole, ma stazionario, rispetto al buon andamento in chiusura d’anno (+6,9 miliardi).

A livello di mercati finanziari si è chiuso un primo trimestre da favola, sulle ali principalmente di un’insperata tenuta dell’economia (americana). Le principali borse, Europa e Stati Uniti, chiudono il trimestre con un rialzo superiore al 10%.

Meno brillante l’obbligazionario, che in marzo ha recuperato, dopo le ripetute correzioni dei due mesi precedenti. Ma a correggere è anche l’inflazione.

Menzione a parte merita la Banca Nazionale Svizzera, che ha anticipato tutti gli altri istituti (la BoJ è addirittura uscita dal territorio negativo, dov’era dal 2007) tagliando i tassi, il che ha contribuito a indebolire un franco ancora fortissimo specie sull’euro. Il biglietto verde è passato da 0,84 a 0,90 durante i primi tre mesi, dunque un aumento del 7%, mentre l’euro è passato da 0,92 a 0,97, circa il 5%. Ben più modesto l’andamento dell’azionario elvetico, rispetto ai principali concorrenti, con lo Spi che è cresciuto del 6%.

Il mercato svizzero dei fondi (Dati Morningstar in mln di franchi)

Raccolta

per Asset

Osservatorio 4.0

Caro lettore, L’Osservatorio sta infine sfondando la famosa terza dimensione, l’online, per essere sempre più completo e aderente all’evoluzione vorticosa dei mercati finanziari, tenendo il passo. Una parte dei contributi dei numerosi Partner che da anni contribuiscono alla sua ricchezza, e che molti apprezzano, inizieranno a essere web-only, specie per quelle tematiche molto più ‘liquide’. Buona meta-lettura FI

L’Angolo dell’investitore: (Defence, Financial, Luxury; Isin):

▲ Rtx Tech Corp (US75513E1010)

▲ Lockheed Martin C. (US5398301094)

▲ Leonardo (IT0003856405 )

▲ Unicredit (IT0005239360)

▲ Lloyds Banking Gr. (GB0008706128)

▲ Ing Group (NL0011821202)

Richemont (CH0210483332)

Hermès (FR0000052292) ▲ Lvmh (FR0000121014)

Maggio 2024 TM · 67
Asset under Management Var. Sottoscrizione III-2024 XII-2023 al netto dei riscatti Fondi azionari 688.934 611.143 77.791 -2.388,2 Fondi obbligazionari 403.308 381.776 21.532 3.286,1 Fondi misti 173.550 165.450 8.100 -528,3 Fondi mercato monetario 144.733 133.404 11.329 -97,5 Fondi immobiliari 48.581 43.015 5.566 -3,2 Materie prime 30.275 27.816 2.459 -425,6 Investimenti alternativi 8.831 9.871 -1.040 -157,4 Altri fondi 5.147 3.735 1.412 -41,2 Totale mercato 1.503,358 1.376,348 127.010 -355.3
Categoria fondi
(in milioni di franchi) 1 mese 3 mesi 6 mesi 1 anno Obbligazionari 3.286,1 6.641,1 5.695,6 2.128,4 Misti -528,3 -1.415,2 -4.565,6 -6.805,3 Materie prime -425,6 -518,2 -1.048,0 -1.814,3 Immobiliari -3,2 -124,1 -302,8 -659,2 Altro -41,2 -72,2 36,6 -576,1 Alternativi -157,4 -1.236,9 -1.675,8 -2.600,2 Monetari -97,5 3.129,0 3.370,4 15.223,1 Azionari -2.388,2 542,7 205,4 -3.310,4
class
di Federico Introzzi

Un’Asia alternativa

Il dinamismo e la varietà dell’economia asiatica offrono ampie opportunità agli investitori azionari che si concentrano su eventi societari e le cosiddette ‘special situations’.

Locomotiva delle nuove quotazioni

Quota (in %) sul totale globale delle nuove Ipo in Asia

2022

L’ Asia è una delle regioni più dinamiche al mondo. Entro i suoi confini, ci sono aziende all’avanguardia che operano nell’innovazione tecnologica, altre sono giganti in settori ancora in maturazione, altre ancora sono in rapida espansione. E proprio in questo momento, la regione attraversa una fase di cambiamento radicale, spinto dalla ripresa post-pandemia, da un aumento dei tassi d’interesse globali e da investitori in cerca di crescita.

Tutte insieme, queste forze creano opportunità per gli investitori che si concentrano su eventi societari come fusioni e acquisizioni, Ipoe altre attività analoghe.

Eppure, nonostante tutte le attrattive che l’Asia offre rimane il ‘selvaggio Oriente’, poco conosciuto e nel quale si investe poco, soprattutto rispetto ai mercati nordamericani ed europei. Occhi sul Total Return. In un contesto di mercato globale a dir poco febbrile, gli investitori si sono mostrati cauti sull’Asia.

In effetti, le strategie d’investimento più sensibili all’andamento del mercato hanno storicamente deluso quando i mercati

stagnavano o erano in calo, ed è probabile le turbolenze proseguiranno. Un ritorno alle condizioni di mercato rialziste appare al momento improbabile in un futuro prossimo, ciò non significa che verranno a mancare le opportunità di investimento, ma solo che sarà necessario un approccio più articolato.

In tale contesto, dovrebbe essere valutata una strategia ‘market neutral’ incentrata sui rendimenti in eccesso non dipendenti dal mercato, ma piuttosto trainati dalle attività aziendali e dalle riforme regionali. Gli investitori dovrebbero cercare strategie in grado di sfruttare le condizioni straordinariamente favorevoli della regione senza esporsi al rumore di fondo degli effetti macroeconomici.

L’Asia offre del resto il punto d’incontro ideale tra crescita, riforme e opportunità. Dal Giappone, che resta uno dei Paesi più ricchi e sviluppati, al Vietnam, un mercato di frontiera dal potenziale quasi illimitato. Dalla Thailandia, con la sua valuta stabile come la roccia, a Taiwan. Dalla Cina all’India, i due colossi globali, senza dimenticare l’Australia.

Jean-Damien Cavalier, Senior Client Portfolio Manager di Pictet Am. A lato, l’Asia conta stabilmente oltre il 50% delle nuove Ipo mondiali ogni anno, in testa alla classifica l’India.

La natura e la varietà delle attività aziendali è amplissima: M&A; ristrutturazioni e vendite di asset; Ipo e aumenti di capitale; buyback azionari; trasformazione del commercio all’ingrosso. Tutte opportunità per gli investitori che desiderino beneficiare dei cambiamenti strutturali tenendo sotto controllo il rischio, indipendentemente dal mercato. Categorie di opportunità. Eventi societari e ‘special situations’ possono essere divisi in tre tipologie.

La prima comprende una serie di catalizzatori ben definiti. L’evento scatenante, o catalizzatore, è noto, ma il mercato non gli ha ancora attribuito un valore. Questo processo di determinazione dei prezzi può essere tanto più lungo e inefficiente quanto meno liquidi o più trascurati sono i mercati, come gli asiatici, il che crea opportunità per investitori dinamici e ben informati. Questi catalizzatori definiti includono tutte le operazioni dei mercati azionari, come Ipo, block trade o emissioni di titoli secondari; lo stesso dicasi per le ‘special situations’ come doppie quotazioni, ristrutturazioni o spin-off.

La seconda categoria è rappresentata dalle fusioni e acquisizioni (M&A), che portano rendimenti consistenti, decorrelati e a bassa volatilità. Questo perché, pur in presenza di una modifica del controllo societario, il loro successo dipende semplicemente da un processo giuridico e normativo piuttosto che essere legato a movimenti del mercato.

68 · TM Maggio 2024
Fonte: Pictet Am 2024 0 10 20 30 40 50 60 70 80 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 ■ N. di Ipo asiatiche in % del totale globale osservatorio / strategie

Infine, ci sono i cosiddetti ‘pre-eventi’. Trattasi di fonti di rendimento in eccesso particolarmente volatili, in quanto presuppongono la previsione di importanti eventi societari grazie all’analisi approfondita e alla competenza in determinati settori e mercati. In questo ambito, il rischio di portafoglio è però mitigato da un processo sistematico di gestione del rischio e da un disciplinato ‘position sizing’. Un panorama ricco. È superfluo ricordare la diversità delle economie e l’entità delle opportunità in questa regione, ma è molto probabile l’Asia continuerà a essere il motore della crescita globale nei prossimi anni, con un tasso di crescita annuo del 5% al netto dell’inflazione (Giappone escluso) per i prossimi cinque anni.

E se il Giappone si sta risvegliando, anche grazie alle riforme della Corporate Governance, costate anni di lavoro, la Corea del Sud sta intraprendendo lo stesso percorso, mentre Hong Kong sta cercando di tornare ad accrescere la sua importanza come canale di investimento sia in entrata che in uscita dalla Cina.

Il Sud-Est asiatico, che beneficia notevolmente della diversificazione verso poli produttivi più economici, ha visto impennarsi gli investimenti esteri diretti nella regione malgrado il contesto macroeconomico. Il risultato è stato che nel 2022 gli investimenti regionali in M&A hanno toccato il massimo storico.

L’Australia è un Paese ricco di risorse e quelle fondamentali per la transizione energetica (litio, nichel, rame, gas) stanno attirando investimenti significativi. Un capitolo a parte meriterebbe l’India. Tra cambiamenti e opportunità. Oltre ad adeguarsi all’incertezza macroeconomica globale, la regione sta attraversando anche un’evoluzione spinta dall’interno. Ad esempio, la riapertura della Cina post pandemia e l’allentamento di varie normative stanno già portando a una ripresa dell’attività commerciale. Le riforme dei mercati finanziari consentono un accesso al mercato cinese senza precedenti, mentre Pechino continua a incoraggiare il consolidamento e la razionalizzazione in settori come siderurgia, trasporti, rinnovabili e Utility, da qui importanti opportunità, anche nell’immobiliare. In Giappone, le recenti riforme hanno creato un nuovo contesto d’investimento. Questi cambiamenti hanno aiutato a migliorare l’engagement con gli azionisti, ad aumentare il rendimento azionario

Non che le M&A scarseggino

Quota (in %) delle M&A asiatiche sul totale globale

Finanza straordinaria

Volumi delle M&A in Asia (dati per n. di deal, e mld usd)

delle aziende, a stimolare una razionalizzazione delle partecipazioni incrociate inefficienti e a ottimizzare le politiche relative ai rendimenti degli azionisti. L’efficacia di questi provvedimenti si manifesta nei livelli record di buyback, dividendi e proposte da parte degli azionisti attivisti. Per il Giappone, questo è solo l’inizio. Sulla base dei rapporti P/E, le aziende giapponesi sono le più convenienti del mondo sviluppato, oltre ad avere il livello d’indebitamento più basso: due fattori che potrebbero innescare un boom di M&A, che potrebbe ricevere un ulteriore impulso da fondi di Private Equity. Il Giappone, inoltre, è rimasto l’unico Paese sviluppato con tassi d’interesse molto bassi.

E poi c’è il Sud-est asiatico, il motore della crescita mondiale per il prossimo decennio, che dovrebbe rimpiazzare gli Stati Uniti, l’Europa e persino la Cina.

L’attività complessiva di M&A in l’Asia, già a livelli record negli ultimi anni, rappresenta una percentuale persino superiore rispetto alle operazioni globali, in crescita dal 2% del totale nel 1998 sino al 22% nel 2022, il che rende l’Asia

Oltre alle Ipo, anche le operazioni di finanza straordinaria in Asia sono tutt’altro che straordinarie, e viaggiano dell’ordine delle centinaia di miliardi di dollaro ogni anno, con migliaia di deal chiusi. Un’economia dunque ricca di opportunità?

una scelta ideale per le strategie Event Driven. Infatti, sono moltissimi i fattori che rendono l’Asia un terreno di caccia ideale per gli investitori che si concentrano sul segmento. Economie forti e in crescita sono sinonimo di aziende forti e in crescita, affamate di capitali e desiderose di espandersi. Allo stesso tempo, però, le turbolenze a livello normativo e macro indicano anche che il trend generale positivo è caratterizzata da una notevole irrequietezza. Molti investitori sono diffidenti nei confronti di questo tipo di incertezza, ma, in questo contesto, trovare una strategia market neutral, ancora a un’analisi societaria dettagliata e a un controllo intensivo del rischio, può generare rendimenti stabili e interessanti.

Maggio 2024 TM · 69
2% Fonte: Pictet Am 2024 12% 16% 19% 21% 0% 5% 10% 15% 20% 25% 1998 2007 2014 2021 2023 ■ N. di operazioni in % del totale Fonte: Pictet Am 2024 0 200 400 600 800 1'000 1'200 1998 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 2016 2018 2020 2022 in miliardi di dollari ■ Volumi
di operazioni
N.
(dx)
0 2000 4000 6000 8000 10000 12000 Media 501 mld

India? Perché forte e chiaro

Segnali importanti continuano ad arrivare dal Subcontinente, dove si sta rapidamente formando una vera e propria cultura finanziaria diffusa. Eppure... è bene prestare attenzione!

di

L’India vanta una cultura consolidata nell’equity. Infatti, la capitalizzazione delle azioni indiane equivale al 70% di quella giapponese e al 63% di quella dell’Euronext. Nel contesto degli emergenti, il peso dell’Msci India rappresenta circa il 16,3% dell’Msci Emerging Markets. Fattori strutturali. La crescita economica indiana nell’ultimo decennio è stata notevole. Si stima che nel 2023 il Paese contribuirà alla crescita del Pil mondiale per il 17,6%, rispetto a meno dell’8% nel 2001. L’India vanta del resto il più grande mercato di giovani consumatori al mondo: entro il 2030 saranno 360 i milioni di consumatori under 30. L’infrastruttura It indiana viene quindi costantemente ampliata e adattata alle esigenze di questi consumatori più giovani e urbani. Il 43% dei pagamenti digitali in tempo reale a livello mondiale avviene già in India. Le materie Stem. Un fattore chiave che contribuisce alla sua crescita è un sistema educativo incentrato sulle Stem. Si tratta del 34% dei laureati indiani, una percentuale superiore a quella di molti

altri Paesi, tra cui Francia e Stati Uniti. Questo pedigree educativo porta a una forza lavoro altamente qualificata che, a sua volta, genera opportunità di lavoro e il potenziale per la creazione di ricchezza. Un universo diversificato. L’ampiezza e la diversità dei mercati azionari offrono numerose opportunità, anche oltre ai settori noti, e di pari passo anche la Governance delle aziende sta migliorando, in trasparenza, best practice, accordi... Una maggiore trasparenza consente ad esempio al mercato di valutare meglio la salute finanziaria di un’azienda e di soppesare i fattori di rischio, riducendo il premio al rischio, e migliorando le valutazioni. Gli azionari indiani oltre che grandi, sono anche molto liquidi. Oltre 170 titoli hanno una capitalizzazione superiore ai 5 miliardi di dollari, con un importante scambio giornaliero. Presentano anche una bassa correlazione con gli altri mercati. Non solo l’India è moderatamente correlata con i mercati sviluppati, ma il suo azionario è altrettanto poco o addirittura meno correlato con molti componenti dell’Msci Emerging Markets.

Anand Gupta, lead portfolio manager India di Allianz Global Investors. A lato, l’India brilla per numero di laureati in Stem a livello globale.

Poco Stato. Un altro dato vede le imprese statali indiane (Soe) rappresentare appena l’11% del mercato azionario, mentre per le azioni A cinesi la percentuale è di circa il 46%. È generalmente accettato che le aziende di Stato trattino a multipli inferiori rispetto alle private.

Il mercato indiano è sostenuto dallo sviluppo di una cultura azionaria locale. Gli investimenti in fondi comuni sono diventati un cardine per milioni di persone, ed è importante notare che gli afflussi nei piani d’investimento sistematici (Sip) continuano a toccare nuovi massimi. Questo bacino di risparmio sarà probabilmente più solido e meno condizionato dalle dinamiche valutarie, dai tassi globali o dalla geopolitica.

Gli investitori stranieri. Gran parte del recente slancio dell’azionario indiano è attribuito ai flussi locali, data la crescente ricchezza e l’accesso dei risparmiatori locali. In realtà va a sommarsi a un interesse estero record nel 2023, con afflussi di investitori istituzionali esteri in azioni per un totale di 21 miliardi di dollari. I fornitori di indici stanno seguendo l’esempio, con Msci che ha aggiunto nove società indiane al suo Msci Emerging Markets nel 2023, aumentando il peso dell’India dal 15,9% al 16,3. Inoltre, il 2023 ha registrato un record di Ipo nel mercato indiano, con 56 nuove aziende. Come per tutti i mercati emergenti, anche per gli investimenti in India è necessaria cautela. Una solida gestione del rischio aiuta a superare i momenti di volatilità.

70 · TM Maggio 2024
40 35 30 25 20 15 10 5 0 Germania India Francia Usa Indonesia Brasile 35.8 34.0 25.9 19.6 19.4 17.5 osservatorio / emergenti
Fonte: Unesco 2024
Scientificamente competitivi N.
laureati in materie Stem sul totale dei laureati ogni anno per Paese

Tempo di voltare pagina

Il subordinato bancario europeo, dopo il caso del marzo 2023, sembra essersi infine ripreso. Il merito è in larga parte riconducibile alle condizioni del sistema bancario, ma...

Il ritorno alla normalità

Andamento degli spread di credito delle CoCo (I-2014 - V-2024)

Julien de Saussure, Fund Manager di Edmond de Rothschild Am. A lato, il subordinato bancario europeo.

dovrebbe arrivare al 7,06%.

In questo scenario, si assiste al ritorno di un’ampia base di investitori, sia a livello di tipologia che di provenienza. Dunque, tutto risolto? Per performance e valutazioni il segmento si è normalizzato. Restano i contenziosi legali su Credit Suisse.

L’impatto normativo a medio termine resta incerto, con un acceso dibattito tutt’ora in corso, ma sinora ha prevalso il mantenimento dello status quo.

Il 19 marzo 2023 Finma comunicò l’azzeramento delle obbligazioni AT1 di Credit Suisse, per 16 miliardi di franchi. Nelle stesse ore, l’autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari approvava l’acquisizione di Credit Suisse da parte di Ubs. Il mercato delle obbligazioni convertibili contingenti (CoCo) perse circa il 7% rispetto a inizio anno, e circa il 13% delle CoCo in dollari. Con l’effetto contagio che si diffuse nell’insieme del mercato AT1, la sera del 20 marzo la performance dell’indice Ice BofA CoCo crollò del -14,3%, dopo il picco del +6,0% registrato il 3 febbraio 2023.

A un anno, lo stesso indice si è ampiamente ripreso chiudendo il 2023 con un +5,7%, dai minimi di marzo +26,4%, all’11 marzo 2024. In termini relativi, il segmento AT1 rimane interessante, soprattutto osservando il rendimento attuariale (7,06%). Meno performante è invece sul fronte dello spread creditizio (premio pari a 371 bp), anche se nel frattempo il restringimento degli spread è stato più marcato in altri segmenti.

Le autorità di regolamentazione bri-

tanniche ed europee hanno aiutato. Subito dopo l’implosione di Credit Suisse, hanno infatti riconfermato il ruolo degli AT1 nella gerarchia degli strumenti che compongono il capitale bancario e, al contempo, hanno smentito un possibile miglior trattamento degli azionisti rispetto ai creditori, compresi quelli junior. Di fatto, il mercato primario ha ripreso slancio nel 2023, con emissioni pari a 30 miliardi di euro. La ripresa ha avuto inizio a partire da giugno 2023 con le emissioni in euro; da agosto, i segnali positivi si sono visti anche in dollari, con l’attesissima emissione di Ubs, il cui portafoglio ordinativi (30 miliardi) ha stabilito un record.

D’altro canto, la buona tenuta del primario è uno dei fattori alla base di questo recupero. La maggior parte delle banche europee ha pressoché raggiunto il proprio volume target di emissioni AT1. La capacità di generare nuove emissioni a condizioni di costo accettabili è ciò che permette di esercitare le call sulle esistenti. Per gli investitori, questa prospettiva resta valida, e a patto di esercitare le call in linea con il 2023 il rendimento attuariale

Notevole è stato anche l’impatto sugli emittenti elvetici di obbligazioni AT1. Le recenti emissioni di Ubs hanno prodotto una modifica strutturale (introducendo una vera conversione in azioni, dopo la decisione presa in occasione dell’assemblea generale dello scorso aprile). Anche il costo delle emissioni di Ubs si è normalizzato. È tuttora difficile valutare il premio al rischio residuo CoCo ‘elvetico’; Julius Baer è il secondo emittente principale in Svizzera e rappresenta attualmente un caso peculiare, in ragione di ‘Signa’.

Non bisogna però dimenticare che la normalizzazione del mercato deriva in larga misura dai livelli di solvibilità, liquidità, e redditività eccezionali raggiunti dal settore in Europa, sulle ali del rialzo dei tassi, con rare eccezioni.

Infine, a pelle, resta la sensazione che un caso specifico possa implodere rapidamente, come se la lenta propagazione del costo del rischio esiga una soluzione immediata sul versante del capitale. I fantasmi di Silicon Valley Bank o Credit Suisse aleggiano ancora. Pertanto, tutto risolto… fino al prossimo intoppo!

Maggio 2024 TM · 71
Fonte: Edmond de Rothschild Coco Usd Coco Gbp Rt1 Coco Eur Dic 14
Dic 22 Dic 16 Dic 18 Dic 20
Spread alle call (bp) 0 500 1000 1500 2000 2500 osservatorio / obbligazionario

Europa: regge il credito

È nei settori e nelle regioni sotto stress, come l’immobiliare, che si nascondono le migliori opportunità. È necessario però un approccio attivo e una buona conoscenza del mercato.

Mentre le Banche Centrali lavorano sull’inflazione, e sia gli Stati Uniti sia l’Europa affrontano la prospettiva imminente di elezioni importanti, l’outlook per i mercati del credito è sorprendentemente positivo, soprattutto in Europa. La lotta all’inflazione ha fatto progressi, e anche se il mercato del lavoro europeo sembra ancora surriscaldato, con un basso tasso di disoccupazione e salari in aumento, le aspettative sui tassi di interesse sono abbastanza accomodanti.

Tuttavia, l’anno scorso le previsioni sul percorso di ribasso dei tassi sembravano eccessive e non giustificate. Prima di Natale, alcuni analisti stimavano 150 bp di tagli soltanto nel 2024, insolito se non in caso di una recessione piuttosto profonda, che non si è verificata. Per fortuna, alla luce degli ultimi dati macro, i mercati stanno ridimensionando le loro aspettative, stimando ora un più ragionevole taglio dell’1% nel corso del 2024.

Dinanzi a queste prospettive, le aziende si sono mosse in modo intelligente: hanno

ripagato il debito ed evitato di emettere nuove obbligazioni a lunga scadenza, scegliendo di aspettare la possibilità di tassi più bassi per ridurre i costi della leva.

È interessante notare, inoltre, che non si è visto un aumento dei livelli di default. Livelli ragionevoli di crescita nominale, consentono alle società di reperire liquidità sufficiente per pagare la cedola. Se questo non bastasse, le aziende possono anche guardare al di fuori del settore bancario per ottenere liquidità, rivolgendosi ad esempio al credito privato.

Nonostante segnali di miglioramento, rimane una certa debolezza in tutto il settore dei servizi europeo. A livello regionale, bisogna inoltre evidenziare una crescente divergenza tra i dati Pmi in Europa settentrionale, che si stanno indebolendo, e nei Paesi meridionali, dove invece c’è un evidente rafforzamento.

Anche se i mercati obbligazionari europei sembrano essere piuttosto stabili, l’incertezza non è mai lontana. Quest’anno si terranno elezioni in Europa e Stati Uniti, da qui il rischio di volatilità. Tuttavia, i

April LaRusse, Head of Fixed Income Specialists, di Insight (Bny Mellon Im).

mercati del credito hanno già dimostrato di essere abbastanza resilienti da resistere alla maggior parte delle sorprese. Sebbene gli investitori globali non apprezzino l’incertezza elettorale, i mercati del rischio, credito e azioni, hanno storicamente registrato buone performance proprio negli anni delle elezioni, continuando a generare rendimenti positivi.

Dal punto di vista del credito, l’andamento del segmento Ig europeo è rimasto positivo, tanto da dimostrarsi al momento a sconto rispetto all’americano. Sul mercato si respira un buono slancio, e gli spread del credito continueranno a chiudersi, grazie in parte al miglioramento del contesto economico, e in parte alle prospettive di discesa dei tassi.

In termini di opportunità concrete nel credito Ig, da un punto di vista settoriale si vede valore nei titoli finanziari europei, ma anche nell’ambito delle Utility, un settore che ha visto di recente emissioni sostanziali e che può offrire protezione.

Con i cambiamenti geopolitici in atto, la spesa europea in Difesa dovrebbe crescere, ed essere finanziata proprio a debito, da qui è probabile l’emissione netta di titoli di Stato europei rimanga elevata.

È però possibile trovare opportunità anche in settori e regioni sotto stress, come l’immobiliare, d’ufficio in Europa e Asia. Al pari del mondo della logistica. Ognuno ha dinamiche diverse, eppure tutto il comparto, oggi, è guardato con diffidenza dagli investitori. E questo genera opportunità di investire in credito di alta qualità a valutazioni attraenti, ovviamente con un approccio attivo.

72 · TM Maggio 2024
osservatorio / obbligazionario

Aspettando le curve

Si avvicina il calcio d’inizio di un nuovo ciclo dei tassi d’interesse. Nonostante il diverso timing, euro, dollaro e sterlina non sono destinati a divergere nel medio termine.

Rendimenti sovrani

Curve del rendimento dei titoli sovrani decennali per area geografica (ytm - %)

Paolo Bernardelli, Responsabile

Fixed Income & FX di Eurizon. A lato, l’andamento delle curve dei titoli sovrani delle tre aree non diverge.

monitorare gli spread dei periferici che ci si aspetta possano beneficiare dell’inizio della fase di calo dei tassi. Essendo infatti i maggiormente indebitati l’onere del debito dovrebbe essere più basso.

Il 2024 è stato finora un anno di attesa per i ritorni nei mercati obbligazionari globali. I tassi a fine maggio sono a livelli vicini a quelli di sei mesi fa. Dopo un 2022 che verrà ricordato come un annus horribilis in cui tutti i mercati hanno sofferto minando la fiducia degli investitori, a fine 2023 sono stati registrati forti e repentini recuperi. Negli ultimi tre mesi del 2023, è stato sufficiente un piccolo ritorno di fiducia, con le Banche Centrali che si sono mosse verso un taglio dei tassi, per avere ritorni estremamente positivi. Al punto che in soli tre mesi, è stato recuperato quasi il 50% di quanto perso nel 2022. Ancora una volta i mercati hanno insegnato che è importante farsi trovare preparati, anche a improvvise turbolenze, posizionando i portafogli sui temi che guideranno nel corso della seconda parte del 2024. Nel contesto attuale gli obbligazionari continuano ad apparire interessanti, supportati da uno scenario economico di riduzione del livello di inflazione, ormai lontana dagli eccessi di fine 2022 e in avvicinamento ai target degli istituti

centrali. Di conseguenza le attese sono per un inizio di taglio dei tassi in Europa a partire da giugno, mentre le aspettative per la Fed sono attualmente slittate a dopo l’estate. Quindi mentre Francoforte si mostra dovish con un primo taglio dei tassi a giugno e ulteriori nei mesi successivi, il percorso della Fed appare per ora più ritardato e meno profondo.

Guardando invece alle diverse aree valutarie, dopo la sottoperformance di Stati Uniti e Regno Unito, ora i tre mercati appaiono egualmente interessanti e sembrano promettere un andamento simile. Infatti, nonostante le aspettative sono per un avvio della politica monetaria espansiva anticipato da parte della Bce, nel lungo periodo le tre Banche tenderanno a muoversi nella stessa direzione.

Le curve dei rendimenti, sia in Europa che negli Stati Uniti, appaiono inclinate negativamente, con tassi a breve più alti dei tassi a lungo. Questo è normale nelle fasi, come l’attuale, di fine di un ciclo di rialzo dei tassi, quando ci si sta avvicinando invece a un ciclo di ribasso.

Sui Paesi dell’Eurozona è importante

In un orizzonte di medio termine, una duration lunga può essere interessante: l’inflazione convergerà verso l’obiettivo ed è probabile che i rendimenti abbiano raggiunto il massimo e cominceranno a scendere. Bloccare questi rendimenti più elevati per una duration più lunga potrebbe essere vantaggioso. Tuttavia, il percorso verso la riduzione dei rendimenti non sarà lineare e potrebbero verificarsi periodi di volatilità.

I titoli di Stato offrono attualmente rendimenti più interessanti rispetto agli ultimi 10-15 anni. Ciò li rende un investimento efficiente se aggiustato per il rischio, soprattutto rispetto ad altre scelte più rischiose come l’High Yield o emergenti. In passato, gli investitori avrebbero dovuto assumersi questi rischi per ottenere un rendimento soddisfacente. Oggi, invece, è possibile ottenere buoni rendimenti con il vantaggio di un rischio minore e di una maggiore liquidità, puntando su asset relativamente meno rischiosi.

Infine un altro strumento particolarmente interessante in questo contesto sono i titoli inflation linked. Nonostante le attese siano per una discesa dell’inflazione è utile ‘proteggersi’ di fronte all’eventualità di uno scenario contrario e in questo momento i tassi reali sono interessanti per investitori di medio e lungo termine.

Maggio 2024 TM · 73
Fonte: Eurizon 2024 -1 1 3 5 2008 2010 2012 2014 2016 2018 2020 2022 2024 Usa Uk Eurozona
osservatorio / obbligazionario

Opportunità, ciononostante

Pur in presenza di un forte rallentamento della crescita europea, l’obbligazionario Hy in euro mostra buoni segnali di poter continuare a reggere e garantire buoni rendimenti.

Ultimamente i mercati obbligazionari si sono concentrati sul calo dell’inflazione e su prospettive di indebolimento della crescita. La stretta monetaria della Bce sta già avendo un impatto sull’economia reale, e c’è la consapevolezza che resterà debole anche nei prossimi trimestri. Al momento, i mercati scontano diversi tagli dei tassi entro la fine dell’anno, e questa previsione non appare eccessiva. In questo contesto, le valutazioni obbligazionarie restano allettanti e dovrebbero offrire un buon potenziale di rialzo.

Quest’anno, le obbligazioni corporate offrono un buon profilo rischio/rendimento, sia nel segmento Investment Grade che in quello High Yield. Tuttavia, nell’effettuare la selezione è importante considerare la solidità creditizia delle aziende, nonché alcune discrepanze tra i diversi settori. Ad esempio, l’immobiliare è in crisi, quindi i rendimenti potenziali non compensano i rischi. Ci si attende che gli obbligazionari continuino a risalire nel 2024. In particolare, sembra realistico prevedere rendimenti delle obbligazioni corporate intorno al 4-6%, a prescindere dallo scenario macro.

L’Ig ha reso circa l’8% lo scorso anno, sulla scia di spread del credito in contrazione e del calo dei rendimenti di base. Anche il mercato europeo ha messo a segno solide performance, salendo di oltre il 12% con una contrazione degli spread di oltre 100 bp. Ad eccezione di una debolezza passeggera registrata a febbraio/ marzo e dovuta alle turbolenze legate a Svb e Credit Suisse, e di qualche problema a ottobre relativo all’escalation in Medio Oriente, gli High Yield europei hanno registrato tutti i mesi una performance positiva. Gli ultimi due mesi dell’anno in

particolare hanno chiuso solidi guadagni, speculando su imminenti tagli dei tassi. È probabile che la crescita in Europa continui a rallentare. In particolare, nei primi due trimestri l’economia potrebbe essere messa in difficoltà da costi dell’energia sempre elevati e da una certa debolezza nei consumi. Stipendi reali più alti e tassi d’interesse in calo nella seconda metà dell’anno potrebbero portare a un miglioramento della situazione economica. Anche se il calo globale dell’inflazione consentirà alle Banche Centrali di ridurre i tassi, le tempistiche sono alquanto in-

«Le condizioni e la qualità del mercato europeo dell’Hy restano buone: oltre il 60% delle emissioni sono nella fascia BB e le variazioni del rating sono state generalmente positive. A eccezione delle società immobiliari, la liquidità aziendale è soddisfacente e le scadenze future possono essere rifinanziatein anticipo»

certe e potrebbero creare delusione sui mercati. I livelli elevati di debito governativo e la continua imprevedibilità della situazione geopolitica nascondono un certo potenziale di volatilità.

Il livello di rendimento del 3,6% (al 31 dicembre 2023) per il credito Ig offre un solido carry, specie considerando possibili tagli dei tassi d’interesse più avanti nell’anno. Il mercato ha scontato uno scenario di soft-landing con una tendenza disinflazionistica che porterebbe l’inflazione più in linea con gli obiettivi della Banca Centrale. È già stato scontato un rallentamento della crescita, ma non

Bastian Gries, Global Head of Investment Grade & Asset Allocation, di Oddo Bhf.

una recessione. Nel caso di una recessione più grave, i livelli di reddito sottostante potrebbero diminuire ulteriormente, andando a compensare spread del credito potenzialmente più elevati.

Nel frattempo, le condizioni e la qualità del mercato europeo dell’Hy restano buone: oltre il 60% delle emissioni sono nella fascia BB e le variazioni del rating sono state generalmente positive (più upgrade che downgrade). A eccezione delle società immobiliari, in cui si attendono la maggior parte dei casi d’insolvenza, la liquidità aziendale è soddisfacente e le scadenze future possono essere rifinanziate con un certo anticipo. Nel 2024 ci si aspetta buone nuove emissioni nel mercato dell’Hy. Uno dei fattori di rischio che potrebbe portare a un ampliamento temporaneo degli spread è un calo economico inaspettatamente pronunciato. Tuttavia, gli emittenti in euro di titoli Ig godono, in media, di una buona qualità del credito, di una leva relativamente bassa e di elevate scorte di liquidità accumulate negli ultimi anni. La maggior parte delle aziende è quindi generalmente ben posizionata per affrontare un periodo di debolezza economica. Ad ogni modo, la selezione dei fondamentali del credito resta essenziale in un contesto di costi dell’energia elevati e debole domanda da parte dei consumatori. Si consiglia di concentrare gli investimenti in società con un modello aziendale solido, in grado di affrontare eventuali periodi di debolezza dei consumi con moderali livelli di indebitamento, o capaci di ridurre tali livelli rapidamente.

74 · TM Maggio 2024
osservatorio / obbligazionario

L’alternativa ai bond

Il 2023 ha registrato bassi volumi di operazioni di finanza straordinaria, ma se il mercato dovesse ripartire, Banche Centrali permettendo, si aprirebbero nuove opportunità.

Un interessante confronto

Nell’attuale contesto di mercato, come è possibile generare rendimenti superiori ai mercati obbligazionari governativi e corporate senza essere esposti alle variabili tipiche di tali asset class, ossia rischio di duration e rischio di credito?

Come sostituire parte dell’esposizione obbligazionaria di un portafoglio multi-asset senza rinunciare ai rendimenti correnti?

Una risposta c’è, ma richiede un cambio di prospettiva da parte dell’investitore.

Occorre guardare al mondo delle fusioni e acquisizioni (M&A), in particolar modo alle operazioni ufficialmente confermate dalle società, ma non ancora perfezionate perché in attesa delle autorizzazioni, del voto degli azionisti e degli altri passaggi necessari. In questi casi le azioni dell’acquisita trattano a sconto rispetto al prezzo offerto in quanto esiste un rischio residuo che la transazione possa fallire, ad esempio per problemi di antitrust, di azionisti contrari, o settoriali.

Per l’investitore che compra questi titoli, lo sconto (‘spread’) rispetto al prezzo di M&A rappresenta il rendimento, come

accade nel mondo obbligazionario per gli zero-coupon bond. Sebbene ottenuto attraverso posizioni in azioni, questo rendimento da arbitraggio non è guidato dalla dinamica dei mercati, il successo dell’operazione dipende infatti principalmente da fattori regolamentari.

Anche la perdita in caso di fallimento del deal è stimabile con una buona approssimazione, infatti le azioni della società obiettivo ritornerebbero dove si trovavano prima dell’annuncio dell’operazione, con i dovuti aggiustamenti per gli utili annunciati e per i multipli correnti. Si capisce perciò come questi eventi siano di tipo binario: se l’operazione viene completata, l’investitore è remunerato dallo spread, mentre se fallisce registra una perdita quantificabile. Nel mezzo c’è poco altro, se si è disposti a mantenere le posizioni fino alla conclusione dell’operazione, che tipicamente ha un orizzonte molto breve, spesso inferiore ai 6 mesi.

La strategia d’investimento di ‘merger arbitrage’, che aggrega molte operazioni di M&A a sconto, offre il beneficio di un orizzonte d’investimento breve e spread

Roberto Bottoli,

A lato, il confronto tra una strategia e il semplice obbligazionario.

superiori a quelli impliciti nell’obbligazionario corporate (spread medio del 5% sopra risk-free negli ultimi 5 anni).

Anche l’investimento in corporate bond, se fino a scadenza, potrebbe essere visto come evento binario (rimborso o default), ma l’orizzonte è pluriennale e l’investitore è esposto a un importante rischio di duration. Il rischio di default di un emittente di bond potrebbe altresì essere assimilato a quello di fallimento di un’operazione, ma nel caso del credito, il ciclo economico è la variabile determinante, mentre nel caso dell’M&A a determinarne l’insuccesso sono fattori specifici della singola operazione.

In quanto tali, i rischi sono diversificabili se si dispone di un numero di posizioni abbastanza elevato, perciò un portafoglio ‘merger arbitrage’ ben diversificato può offrire rendimenti superiori all’obbligazionario, una sensitività molto ridotta al rischio tasso, e una marcata decorrelazione rispetto alle principali variabili finanziarie che non influiscono direttamente sull’esito della singola transazione.

Quindi quale rimane il fattore determinante per il successo di tale strategia? La disponibilità di M&A è cruciale per ottenere un’adeguata diversificazione, ma la stretta monetaria ne ha fortemente ridotto il numero nel 2023. Se il rialzo dei tassi dovesse terminare, come nelle attese, la strategia ne trarrebbe beneficio, aumenterebbero le operazioni da parte dei fondi di private equity, e in ultima analisi, sarebbe un ottimo momento per investire.

Maggio 2024 TM · 75
Strategia merger arbitrage e obbligazionario di medio termine (usd) Fonte: Bloomberg 2024 80 90 100 110 120 130 140 31-XII-2015 Bloomberg Usa Agg 3-5y Total Return Index Credit Suisse Merger Arbitrage Liquid Index 31-XII-2016 31-XII-2017 31-XII-2018 31-XII-2019 31-XII-2020 31-XII-2021 31-XII-2022 31-XII-2023 osservatorio / strategie

Il Bitcoin dimezzato

Quali sono le implicazioni per gli investitori alla base della crescita programmata dell’offerta di bitcoin? Cosa succederà quando l’ultimo sarà definitivamente estratto?

L’offerta

Numero di Bitcoin disponibili (in mln di unità)

Il costo del lavoro

Diverse forme di remunerazione per l’estrazione di nuovi Bitcoin (in btc)

Blake Heimann, Quantitative Research di WisdomTree. A lato, l’evoluzione dell’offerta di bitcoin disponibili sul mercato è soggetta a stringenti limiti. La sua fortuna?

natori di bitcoin. La compilazione delle transazioni in blocchi, la convalida della loro accuratezza e l’aggiunta di questi alla blockchain implicano la distribuzione di un incentivo.

Tale incentivo si presenta sotto forma di “ricompensa di blocco”: una parte di bitcoin di nuovo conio, chiamata sovvenzione per blocco, e una parte come commissione di transazione pagata da coloro che effettuano le transazioni. La combinazione di queste quote serve a ricompensare gli sforzi compiuti. Ogni 210mila blocchi, ovvero all’incirca ogni quattro anni, la sovvenzione per blocco viene dimezzata. Di conseguenza, i minatori vengono pagati meno bitcoin per svolgere le stesse attività e i bitcoin di nuova coniazione che entrano in circolazione si riducono.

Il dimezzamento del Bitcoin è un evento che si verifica nella rete Bitcoin all’incirca ogni quattro anni, in cui i bitcoin di nuova emissione (o minati) vengono dimezzati, riducendo l’offerta. Intorno al 2040, l’offerta totale di 21 milioni di bitcoin sarà stata estratta e non sarà più disponibile alcuna ‘nuova’ offerta sul mercato. Secondo le regole dell’economia, mantenendo costante la domanda questo restringimento dell’of-

ferta porterebbe a un aumento dei prezzi, come è stato osservato in passato per eventi di questo tipo. Accadrà ancora?

Concetti alla base del dimezzamento. Ogni 10 minuti circa, un nuovo blocco viene aggiunto alla blockchain, registrando le transazioni degli individui sulla rete bitcoin di tutto il mondo. L’aggiunta di questi blocchi alla blockchain necessita dell’intervento di qualcuno, o di un computer. Questo compito spetta ai mi-

Perciò, ogni ‘ciclo’ di dimezzamento prevede una quantità fissa di bitcoin emessi in funzione della sovvenzione per blocco (210mila blocchi x sovvenzione per blocco = bitcoin di nuovo conio pagati ai minatori). Gli eventi di dimezzamento si ripetono fino a quando la sovvenzione per blocco diventa trascurabile, a quel punto nessuna nuova offerta viene resa disponibile online e l’offerta prevalente sarà sempre la stessa: 21 milioni di bitcoin. Questo può essere verificato nel codice in due punti distinti, nella funzione che definisce la sovvenzione per blocco e in un’altra funzione che imposta espressamente il valore massimo.

76 · TM Maggio 2024
è limitata
Capital.com, Zenledger.io, WisdomTree 2024 0 3 6 9 12 15 18 21 0 2 4 6 8 10 12 2012 2016 2020 2024 2028 2032 2036 2040 Già disponibili sul mercato Estratti per ciclo di dimezzamento Già estratti e sul mercato ■ Nuovi estratti per ciclo Fonte: Glassnode, WisdomTree 0 25 50 75 100 0 3750 7500 11250 15000 2009 2010 2012 2014 2016 2018 2020 2021 2023
Fonte:
Media 14d della ricompensa per i miner (sx) Sovvenzione per il blocco (dx)
osservatorio / alternativi

Gli Halving precedenti

Rendimento a 1, 2 e 12 mesi dall’evento

Evento Data 1M 2M 1Y

Primo Halving 28-XI 2012 9,1% 923,7% 8136,9%

Secondo Halving 9-VII 2016 -10,9% 37,2% 281,2%

Terzo Halving

E agli investitori? Le implicazioni di vasta portata del dimezzamento sono tre:

- Riduzione del corrispettivo denominato in bitcoin per i minatori (riduzione della sovvenzione per blocco);

- Riduzione dell’offerta online, con una disponibilità massima di 21 milioni;

- Il Bitcoin applica una politica monetaria alternativa e trasparente che offre un’esposizione d’investimento diversa.

La prima implicazione è che, mantenendo tutto il resto costante, compreso il prezzo del bitcoin in dollari, ciò possa comportare una pressione sui minatori, dato che i loro costi di produzione derivano dall’energia impiegata nel funzionamento dei computer utilizzati per aggiungere i blocchi alla blockchain. Se il prezzo del dollaro americano non si mantiene al di sopra dei costi di produzione, le aziende di mining di bitcoin scarsamente capitalizzate potrebbero essere costrette a consolidarsi, ristrutturarsi o a chiudere. Gli investitori con un’esposizione azionaria all’estrazione di bitcoin potrebbero voler tenere conto di questa dinamica a fronte dell’evoluzione del prezzo del bitcoin nelle prossime settimane.

La seconda implicazione riguarda la riduzione complessiva dell’offerta di bitcoin in circolazione. Con un numero limitato di blocchi elaborati al giorno, per ognuno di questi blocchi il minatore viene ricompensato con una quantità minore di bitcoin di nuovo conio. Tra qualche giorno, la sovvenzione per blocco sarà ridotta da 6,25 a 3,125 bitcoin e segnerà un momento in cui saranno in circolazione 19,7 milioni di bitcoin (ovvero quasi il 94% dell’offerta). Poiché queste sovvenzioni vengono dimezzate regolarmente, il numero complessivo di bitcoin di nuovo conio si riduce fino a raggiungere lo 0 e

I cicli del Bitcoin

Dati relativi ai cicli di dimezzamento passati e futuri

Evento Data Blocco Ricompensa di blocco Estratti (Eop)

Fonte: Capital.com, Zenledger.io, WisdomTree 2024

si raggiunge un’offerta massima in circolazione di 21 milioni di bitcoin.

La terza implicazione serve a ricordare la politica monetaria trasparente e immutabile implementata dal software Bitcoin. Non c’è da chiedersi se e quando avverranno queste riduzioni di emissione, né esiste un gruppo dirigente simile a quello dei responsabili delle politiche delle Banche Centrali, che ‘reagisce ai dati’ per determinare le migliori azioni da intraprendere. In un mondo fiat in cui l’inflazione target fissata al 2% deteriora costantemente il potere d’acquisto, il

«Ogni 210mila blocchi, ovvero all’incirca ogni quattro anni, la sovvenzione per blocco viene dimezzata. Di conseguenza, i minatori vengono pagati meno bitcoin per svolgere le stesse attività»

bitcoin può rappresentare un’alternativa ragionevole a tale sistema fiat, fornendo una riserva di valore a lungo termine insieme ad altri beni come l’oro. È troppo tardi? Considerate le recenti performance, gli investitori potrebbero chiedersi se sia troppo tardi. La risposta è no. Molte istituzioni hanno appena iniziato ad allocare o a valutare tali investimenti, il che significa che la capitalizzazione di mercato totale del bitcoin ha raggiunto un valore di 1,3 trilioni di dollari, quasi tutti investimenti del settore retail.

Con una porzione significativa di capitale globale non ancora investito in questo ambito, è ancora presto per dirlo. Lo si è visto con l’introduzione dei fondi spot negoziati in borsa (Etf) su bitcoin negli

Dati relativi ai bitcoin disponibili sul mercato rispetto al totale dei potenziali, e le evoluzioni passate e attese rispetto ai diversi cicli.

Stati Uniti. Nelle settimane successive, sono affluiti in questi fondi circa 10 miliardi di dollari, con un accumulo di oltre 200mila bitcoin a metà marzo. In poche settimane, la domanda di Etf ha superato quasi un quarto di tutti i bitcoin che saranno estratti nei prossimi quattro anni e ha superato il totale dei bitcoin che saranno estratti dopo il 2032.

Inoltre, gli eventi di dimezzamento sono storicamente un ottimo momento per iniziare a effettuare allocazioni. Nei cicli precedenti, ai dimezzamenti è seguita una significativa performance positiva dei prezzi, con un rendimento di molto superiore all’investimento iniziale a distanza di circa un anno dal suo inizio. È ben noto che il futuro è incerto e che non si possa guardare al passato per prevedere cosa accadrà in futuro, ma vale la pena notare che è emerso uno schema in linea con le considerazioni di base sulla domanda e sull’offerta di cui sopra.

Sarà interessante assistere all’evoluzione della situazione nelle prossime settimane. Questo dimezzamento è il primo ad aver visto una copertura mediatica così ampia; in particolare, ne hanno parlato i principali canali di informazione finanziaria come Bloomberg e Cnbc, così come della crescente accessibilità data dall’offerta di prodotti negoziati in borsa (Etp) ed Etf ampiamente disponibili in grado di facilitare l’accesso e di coinvolgere gli istituti di credito. Con uno slancio così ampio e positivo, sarebbe difficile opporsi al ripetersi della storia.

Maggio 2024 TM · 77
Fonte: Glassnode, WisdomTree 2024
11-V 2020 8,4% 82,5% 559,5%
N. su mercato (Eop) % su mercato (Eop)
2009 0 50,00 10.500.000 10.500.000 50%
2012 210.000 25,00 5.250.000 15.750.000 75% Halving
2016 420.000 12,50 2.625.000 18.375.000 87,5% Halving
2020 630.000 6,25 1.312.500 19.687.500 93,75% Halving
2024 840.000 12,50 656.250 20.343.750 96,9%
1.050.000 1,56 328.125 20.671.875 98,4%
1.260.000 0,78 164.063 20.835.938 99,2%
Stimato 2036 1.470.000 0,39 82.031 20.917.969 99,6%
1.680.000 0,20 41.016 20.958.984 99,8%
Lancio I -
Halving 1 XI -
2 VII -
3 V -
4 IV -
Halving 5 Stimato 2028
Halving 6 Stimato 2032
Halving 7
Halving 8 Stimato 2040

Diversamente intelligenti

È possibile esporsi al trend dell’Intelligenza Artificiale anche stando lontani dai Big del settore, puntando semplicemente su ‘attività collaterali’, quali l’energia, nello specifico nucleare.

La questione energetica

Domanda di energia con e senza il consumo dei data center dell’Ia (in TWh)

Livio Spadaro, Portfolio manager di Frame Asset Management. A lato, qual è il consumo energetico dell’Ia?

sarà possibile alimentare a livello energetico (in modo sostenibile) questa enorme domanda di elettricità? Attualmente sono diverse le fonti energetiche utilizzate: gas naturale, fonti rinnovabili, idrogeno, geotermia e idroelettrico. La fonte di energia che però sta attirando l’attenzione delle aziende del settore è quella nucleare.

Intelligenza Artificiale (Ia), cloud computing, Blockchain e Criptovalute, sono solo alcuni dei nomi associati all’era della digitalizzazione e spesso anche ai mercati finanziari. Indubbiamente il volto del mondo che verrà avrà l’aspetto dato dal mix di queste innovazioni motivo per cui sia le aziende che i Governi che gli investitori stanno puntando decisamente a integrarle nei rispettivi ambiti d’interesse (business, sviluppo digitale dei Paesi, investimenti).

L’Ia è quella che ultimamente ha attratto l’interesse, anche mediatico, per via dell’enorme potenzialità della tecnologia che spazia in diversi settori ed è in grado di trasformare completamente diverse forme di business. Anche le crypto restano al centro del dibattito per via della potenziale utilità delle monete digitali, e più in generale dei digital assets. Eppure, c’è un risvolto di cui si parla poco quando si tratta la tematica della digitalizzazione e cioè: come si può alimentare dal punto di vista energetico l’infrastruttura alla base? Per capire l’entità del dilemma è doveroso riportare alcuni dati.

Il report dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (Aie) pubblicato lo scorso gennaio ha evidenziato che l’esplosione dell’Ia e il continuo interesse per le crypto potrebbero comportare un raddoppio della domanda globale di elettricità dei data center entro il 2026. Pari a circa il consumo annuale del Giappone.

L’Aie ritiene che, per la sola Ia, la domanda di elettricità potrebbe decuplicare con una sua integrazione in Google; mentre il consumo 2023 dei miner delle crypto è stato pari a quello dell’Australia.

Di pareri analoghi è una ricerca di Goldman Sachs che evidenzia come il carico di lavoro dei data center è quasi triplicato nel periodo tra il 2015 e il 2019 anche se la domanda di energia è rimasta piuttosto stabile grazie all’efficientamento dell’utilizzo dell’energia dei data center. Tuttavia, questa efficienza energetica dal 2020 sembra essere diminuita mentre l’energia consumata è aumentata con l’ampia diffusione dell’Ia che potrebbe rappresentare, entro il 2028, quasi il 20% della domanda di energia dei data center.

Alla luce di questi dati, dunque, come

Per fare alcuni esempi, Sam Altman, Ceo di OpenAi, ha investito in società attive nel settore nucleare come Oklo o Helion Energy. Google ha partecipato a una raccolta fondi da 250 milioni di dollari per la start up di fusione nucleare Tae Technologies mentre Jeff Bezos a fine 2021 insieme ad altri investitori ha raccolto oltre 130 milioni per la società nucleare canadese General Fusion.

Oltre alla tecnologia, la necessità di ottenere una fonte di energia affidabile e pulita ha convinto anche diverse grandi economie a investire nel nucleare come Cina e India, con forti esborsi.

Per investire sul fenomeno dell’Ia e della diffusione delle nuove tecnologie in un modo ‘alternativo’ può quindi essere una buona idea tenere nel proprio portafoglio i titoli di società come le canadesi Denison Mines e Cameco o l’inglese Yellow Cake o il Global X Uranium Etf. Diversamente, si può investire in società che producono energia elettrica e che beneficiano maggiormente della diffusione dell’Ia come le statunitensi Entergy, Pinnacle West o Wec Energy Group. Anche in questo caso è presente l’Etf Spdr Utilities Select Sector che permette un’esposizione su una più ampia gamma di aziende energetiche.

78 · TM Maggio 2024
Fonte: Frame Am 2024
2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023e 2024e 2025e 2026e 2027e 2028e 2029e 2030e Resto del mondo con Ia Resto del mondo ex-Ia Usa con Ia Usa ex-Ia 2014 osservatorio / tematici

I leader restano tali

Puntare oggi sui leader di settore della nascente industria dell’Intelligenza Artificiale, e di tutte le sue applicazioni, è la migliore delle opportunità a disposizione.

Le magnifiche 6

Corso dei primi 6 titoli del Nasdaq (VI-2023 - V-2024) rispetto allo S&P 500

Frank Schwarz, Gestore di MainFirst. A lato, la corsa degli ultimi dodici mesi dei tecnologici americani.

L’intelligenza artificiale (Ia) rappresenta un cambiamento di paradigma nell’economia. Quella che un tempo era considerata una tecnologia altamente specializzata può ora essere utilizzata dalle aziende per rafforzare la propria posizione competitiva. Le aziende tecnologiche che hanno favorito la diffusione dell’Ia diventeranno probabilmente ancora più interessanti. Il leader dei semiconduttori. Un esempio emblematico di questo trend è Nvidia, leader indiscusso nel mercato dei processori grafici e dei chip Ia. Affermatasi come protagonista globale, vanta un enorme potenziale nella scalabilità dei data center e dei modelli di Ia. Le sue partnership con istituti di ricerca e tecnologici garantiscono un’innovazione costante, che consoliderà il dominio del gruppo negli anni a venire. Nonostante la forte crescita dei ricavi nel 2023, possiede ancora un margine di sviluppo considerevole.

Oltre a Nvidia, altri attori traggono vantaggio dall’avanzamento dell’Ia. Sk Hynix, azienda sudcoreana leader nella produzione di memorie ad alta larghezza

di banda (Hbm), offre componenti cruciali per le applicazioni di Ia. Si distinguono inoltre Tsmc di Taiwan e Asml dei Paesi Bassi, oltre alla meno nota taiwanese Alchip Technologies, altrettanto chiave. I leader del cloud. Con la sua piattaforma di cloud computing Aws, Amazon fornisce ad aziende e sviluppatori potenti ambienti di calcolo per la formazione e l’implementazione di modelli di Ia. L’azienda ha inoltre investito 4 miliardi di dollari nella start-up Anthropic, con l’obiettivo di sviluppare modelli linguistici di piccole dimensioni (Slm) per l’addestramento dell’Ia basati su dati privati.

Un aspetto centrale dell’impegno di Microsoft nell’Ia è la sua piattaforma cloud Azure. Attraverso di questa, Microsoft ha creato le premesse per fornire alle aziende l’accesso alle tecnologie di Ia. L’investimento di Microsoft in OpenAi, la società dietro ChatGpt, sta rivoluzionando il modo di interagire con la tecnologia. Questa partnership consente al gigante del software di integrare maggiormente soluzioni di Ia nei suoi prodotti.

Tra le altre aziende che beneficeran-

no di questo boom figurano due società statunitensi: Snowflake, fornitore di piattaforme di dati cloud, e Datadog, sviluppatore di piattaforme di monitoraggio e sicurezza per applicazioni cloud. Stimolo per la sicurezza informatica? La crescente dipendenza globale dai servizi cloud offerti da Amazon, Microsoft e altri provider ha fatto lievitare la domanda di soluzioni di sicurezza, come quelle proposte dall’azienda statunitense Zscaler. Grazie all’Ia, Zscaler è in grado di rilevare e analizzare le minacce. Con il trasferimento di un numero sempre maggiore di operazioni e dati nel cloud, il ruolo di fornitori come Zscaler diventa sempre più cruciale per la protezione di queste risorse.

Un altro attore promettente nel settore della sicurezza informatica è l’americana CrowdStrike. L’utilizzo dell’Ia permette all’azienda di distinguersi nel panorama complesso e in continua evoluzione delle minacce informatiche, garantendole un vantaggio competitivo decisivo. Le opportunità di investimento. Si è solo all’alba del boom dell’Ia. Il compito ora è implementare e sviluppare ulteriormente questa nuova tecnologia, sia a livello hardware che software. I pionieri nei rispettivi campi continueranno verosimilmente a guidare le applicazioni e a essere all’avanguardia nello sviluppo. In effetti, le applicazioni dell’intelligenza artificiale rappresentano uno degli sviluppi più significativi degli ultimi 20 anni e offrono una delle opportunità di investimento più interessanti del momento.

Maggio 2024 TM · 79
Fonte: Bloomberg
-100% -50% 0% +50% +100% +150% +200% VII-2023 I-2024 Jan -100% -50% 0% +50% +100% Meta (dx, +70,8%) Amazon (+47,4%) Nvidia (dx, +161,0%) Microsoft (+28,3%) Alphabet (+40,2%) Tesla (-16,2%) S&P 500 (+24,8%) osservatorio / tematici

L’interesse per il Private

Le più recenti tendenze di mercato evidenziano il ritorno d’interesse per i mercati privati, e un calo della componente Esg a livello di strategie. Sono diverse le priorità?

Asset Allocation

Come cambierà quella del tuo portafoglio nei prossimi 3 mesi?

Carmine Cammarota, responsabile Svizzera di Prometeia. A lato, i cambiamenti attesi a livello di asset allocation per trimestre.

- Asset Allocation: le risposte degli investitori indicano una tendenza all’aumento dell’allocazione su azionario e mercati privati, mentre si registra un calo per obbligazionario ed Esg. In particolare, l’appetito per l’Esg, compliant con gli articoli 8 e 9 Sfdr, è in diminuzione significativa.

Dalla nostra ultima Asset Allocation Survey, relativa alle tendenze del primo trimestre 2024, emergono alcuni interessanti tendenze relative alle prospettive di Asset Allocation di grandi investitori italiani e internazionali, tra cui anche Family Office per la prima volta, per i prossimi 12 mesi. A essere coinvolti circa 70 investitori, tra cui istituzionali italiani (il 42%), wholesale (31%), assicurazioni (13%), e Family Office (13%). Focus dell’analisi?

Asset Allocation, con particolare attenzione su azionario, obbligazionario, Private Market, ed Esg.

Tra le molte, sono però alcune tendenze particolarmente degne di nota:

- Appetito per il rischio: Si osserva un chiaro ritorno a un’attitudine positiva verso l’azionario, con una crescente propensione verso i mercati privati. Ciononostante, l’obbligazionario rimane un’asset class importante, sebbene con un momentum in diminuzione;

- Distribuzione per profilo investitore: le Casse private dimostrano un forte interesse nell’incrementare l’allocazione

all’obbligazionario, mentre le fondazioni bancarie sono più orientate all’azionario. I Family Office, e le Casse private in misura minore, mostrano un notevole aumento d’interesse per i mercati privati;

- Focus geografico: Si registra un significativo incremento d’interesse per le strategie Equity Europee ed Europee ex-Emu. Infatti, quest’ultima ha visto l’aumento maggiore tra tutte le strategie, rispetto alla survey precedente. Le strategie obbligazionarie Investment Grade Corporate e governative dei mercati sviluppati, pur mantenendo una posizione cruciale nei portafogli, mostrano un calo rispetto alle precedenti rilevazioni. L’interesse per l’Europa nel Private rimane elevata, seppure in diminuzione, mentre l’interesse a livello globale resta notevole e ancora in crescita;

- Private Market: il Private Equity emerge come l’asset class più popolare, sorpassando gli Infrastructures. Si osserva inoltre una crescita continua del Private Debt e un aumento del Venture Capital, ma solo per i Family Office e gli investitori istituzionali;

Tali risultati riflettono le mutevoli dinamiche di mercato, offrendo agli investitori preziosi spunti di riflessione. La crescente propensione al rischio e l’aumento di interesse per azionario e mercati privati evidenziano una ricerca di rendimenti superiori in un contesto di mercato caratterizzato da tassi ancora elevati, inflazione in lieve calo, e incertezze geopolitiche.

L’inclusione dei Family Office ha rivelato interessanti novità, evidenziando il loro forte interesse per il Private. Tra tutte le categorie di investitori, sono stati proprio i Family Office a registrare i più significativi aumenti di interesse verso il Venture Capital, Private Equity e Npl/ Special Operation.

La riduzione dell’interesse per le strategie Esg potrebbe invece riflettere una temporanea revisione delle priorità degli investitori, con un maggior focus su altri settori del mercato, come ad esempio l’Azionario o i Private Markets.

La survey sull’Asset Allocation del primo trimestre fornisce dunque un quadro dettagliato delle attuali tendenze d’investimento e delle loro implicazioni future, uno spunto per gli investitori a valutare le proprie strategie d’investimento con uno sguardo diverso.

80 · TM Maggio 2024
Fonte: Prometeia 2024, rilevazione di marzo
■ Aumento ■ Neutrale ■ Diminuzione Cash Fixed Income Equity Private Market Survey Q4 2023 Survey Q1 2024 Survey Q4 2023 Survey Q1 2024 Survey Q4 2023 Survey Q1 2024 Survey Q4 2023 Survey Q1 2024 5% 5% 7% 11% 38% 17% 10% 10% 58% 37% 54% 41% 63% 30% 50% 39% 23% 39% 26% 57% 25% 65% 38% 52% osservatorio / analisi

CERTIFICAZIONI PER IL RICONOSCIMENTO

DELLE COMPETENZE DI LEADERSHIP

DI UFFICIALI, ISTRUTTORI E COMANDANTI DEI POMPIERI

Le attività di leadership nelle funzioni di milizia sono state finora poco riconosciute in Svizzera, così come le esperienze e le competenze dei pompieri. I capi milizia assumono talvolta funzioni di comando complesse e di alta responsabilità.

Swiss Leaders ha sviluppato un certificato e i relativi modelli di competenza in collaborazione con la Coordinazione svizzera dei pompieri (CSP).

Come si ottiene il certificato?

Chi è ufficiale, istruttore o comandante dei vigili del fuoco può ottenere un certificato delle competenze di leadership Swiss Leaders.

In collaborazione con swissleaders.ch/pompieri

-
Information e consiglio Fase 2 Autovalutazione con dossier
3 Valutazione da parte di esperti e colloquio di valutazione
Fase
1
Fase
Fase 4 Attribuzione della certificatione

Design speciale nuove collezioni

di Simona Manzione Desalto

tratti di design

FontanaArte x Gucci Poltronova Baleri Italia Visionnaire Catellani&Smith Maxalto Hermès Maison Fratelli Boffi Bentley Home

EDITORIALE

Quali sono i valori che rendono il Made in Italy così desiderabile nei mercati di tutto il mondo? Artigianalità, qualità e innovazione. Dicono. E stile. Aggiungono.

Tutto vero. Tanto è vero che, dagli Stati Uniti al Giappone e all’Africa, non c’è albergo cinque stelle degno di questo status che non offra alla sua clientela esclusiva almeno un assaggio del celebre design-fatto in Brianza-amato nel mondo.

Oggetti, certo. Ma soprattutto, progetti.

Dalle camere e suite, alle hall, spa e piscine, ristoranti, bar, terrazze e giardini d’inverno, ovunque l’interior più esclusivo è di matrice italiana.

Una progettualità degli spazi che giova a tutti.

A cominciare dal viaggiatore, il quale non si accontenta più solo di soggiornare, ma cerca un’esperienza di qualità a tutto tondo: la cura nell’arredamento è importante come quella nei servizi.

E giova ai Marchi del design, per i quali hotel e resort di lusso rappresentano le vetrine migliori per divulgare il loro concetto di stile.

Location e spot instagrammabili, che caratterizzano l’hôtellerie più esclusiva, favoriscono un’eco mondiale, dunque una pubblicità senza pari.

E giova agli Hotel: grazie ad armoniosi progetti di interior che privilegiano l’elevata qualità, l’attenzione ai dettagli, l’impiego di materie prime pregiate, la competenza degli artigiani e la loro creatività, capace di unire tradizione e innovazione, possono vedere le proprie stelle brillare, tutte, di un fascino irresistibile.

Dal Salone del Mobile.Milano e dal Fuorisalone le novità 2024
Baleri Italia Bentley Home Catellani&Smith Desalto Ethimo Flexform FontanaArte Fratelli Boffi Giorgetti Hermès Maison Maxalto Minotti Molteni&C Poltronova Riva 1920 Visionnaire Oggetto O PROGETTO? Giorgetti MOVE design Rossella Pugliatti
Simona Manzione

Re del Made in Italy

Il 2021 e il 2022 sono stati gli anni migliori nella storia dell’Arredo italiano, con vendite e fatturati in forte crescita in patria e all’estero. Il 2023 segna un brusco rallentamento, ma l’Arredo resta una delle anime dell’export italiano, si potrebbe però forse meglio tutelarlo?

Guardando all’estero Import del Legno - Arredo 2022-2023

Quello dell’Arredo, e più in generale del Design, è uno dei tre alfieri che fanno del Made in Italy quello per cui è noto in tutto il mondo, ben oltre i confini del Vecchio Continente. A questo vanno effettivamente aggiunti l’enogastronomia e la moda, ma nonostante non rappresentino certo una quota troppo significativa del giro d’affari, e ancora più in generale dell’export tricolore, è indubbio ne siano la parte mediaticamente più esposta. Ciò che spesso passa sotto traccia è però cosa in concreto siano davvero: una potenza economica nascosta.

La sola filiera del Legno - Arredo, secondo i consuntivi elaborati dal Centro studi di Federlegno, può infatti contare

I dati 2023 della filiera dell’Arredo fotografano un significativo calo, dell’ordine dell’8% del fatturato e a cascata di import ed export, rispetto ai numeri del 2022. Il 2021 e il 2022 sono stati però anni eccezionali, dei massimi storici, sia per la forte domanda domestica ed estera, sia per il clima sensibilmente inflativo che in parte farsa i dati.

86 · TM Maggio 2024
2020 2021 2022 2023 2019 Spagna 0 5,5 11,0 16,5 22,0
Stati
Germania Regno Unito Svizzzera Cina Austria Belgio Paesi Bassi Altri (dx) Totale (dx) I
Export
0 1,0 2,0 3,0 4,0 ■ Var. 2023/2019 ■ Var. 2023/2022 12,6% 20% 16,3% -6,1% -3,2% -4,6% Extra Ue Ue Totale
all’estero Export del Legno - Arredo 2022-2023
Fonte: Centro studi Federlegno 2024
Francia
Uniti
mercati esteri di riferimento
della filiera Legno - Arredo (dati in mld eur, 2019-23)
Guardando
Fonte: Centro studi Federlegno 2024
■ Var. 2023/2019 ■ Var. 2023/2022 Extra Ue Ue Totale -27% -8,9% -15,1% 13,3% 46,8% 35% 1961 2024 / analisi Design speciale nuove collezioni
Fonte: Fonte: Centro studi Federlegno 2024

oltre 66mila imprese e quasi 300mila addetti, con un fatturato annuo complessivo di 52,7 miliardi di euro, in calo del 7,8% rispetto all’anno precedente, un 2022 in cui era stato toccato il record assoluto. Sempre stando alle semplici cifre 2023, il saldo commerciale netto con l’estero è stato superiore agli 8 miliardi di euro, in crescita del 16,7% sull’anno, con un export che ha sfiorato quota 20 miliardi. In rapporto al manifatturiero nazionale, la filiera del Legno - Arredo rappresenta un modesto 4,2% del fatturato complessivo, ma conta per il 14,8% delle imprese e l’8% degli addetti. Numeri che ne ben fotografano la rilevanza strategica. «Il rallentamento registrato l’anno scorso può essere a tutti gli effetti definito come fisiologico rispetto alla crescita a doppia cifra degli anni precedenti. Venivamo da un 2021 e un 2022 eccezionali, in cui in primis la pandemia ha contribuito in misura sostanziale a valorizzare l’idea dello ‘stare a casa’ ma a farlo nel migliore dei modi possibili. I campioni mondiali dell’Arredo sono tutti brand italiani, i cui prodotti sono per definizione top di gamma, frutto di una tradizione che affonda le sue radici nel secolo scorso. Inutile dire che non tutti gli anni si riarreda casa, o si cambia la cucina, dunque era inevitabile che presto o tardi si registrasse un calo del fatturato. A essere importante è che nonostante tutto le cifre siano comunque ancora superiori rispetto ai livelli del 2019», rileva Marco Sabetta, Direttore generale del Salone del Mobile di Milano dal 2008.

«È dall’anno scorso che abbiamo iniziato a ‘raccontare’ quello che facciamo a Milano girando il mondo durante i mesi che precedono il Salone. L’idea è semplice: raccontiamo cos’è il Salone nelle grandi metropoli, diffondendo quella che definisco ‘cultura del bello’, invitando poi tutti a raggiungerci a Milano»

Sabetta, Direttore generale del Salone del Mobile di Milano

Filiera Legno - Arredo

Dati a consuntivo 2023 delle voci più rilevanti (in mld eur dove non indicato)

Filiera Legno-Arredo 2019 2020 2021 2022 2023

Fatturato alla produzione

Quota export

Produzione per mercato italiano

Saldo commerciale 8,32 7,34 8,05 6,88 8,03 16,7% Imprese (mia unità)

Addetti (mia unità)

Fonte: Centro studi Federlegno 2024

L’export 2023 della filiera

Confronto con il 2022, per singolo prodotto (var. in mln eur)

Se però lo stato di salute di una filiera non lo fanno solo le aride cifre di bilancio, sono anche molti altri i segnali che spingono a crederlo, e che consolidano il ruolo di Milano quale capitale mondiale dell’Arredo. «L’ultimo quindicennio è stato particolarmente ricco di sfide, e se l’intero mondo è cambiato diverse volte, anche il nostro settore ha dovuto adeguarsi, a partire dal Salone del Mobile. Abbiamo voluto scommettere su una sua evoluzione, nella definizione di un nuovo format, che fosse sì ancora una fiera specialistica di settore, conservando dunque la componente commerciale, ma al tempo stesso che divenisse a tutti gli effetti un evento di comunicazione della città di Milano, polo aggregativo capace di accogliere centinaia di migliaia di interessati dal resto del mondo. Penso di poter dire che i numeri ci stiano dando ragione», prosegue il responsabile. Nonostante il processo sia iniziato ben prima del 2015, e abbia richiesto non pochi sforzi, la strada fatta rimane delle più notevoli, rispetto a una manifestazione che di storia dietro le spalle ne ha sicuramente ormai molta. «Si è chiusa da qualche settimana la 62esima edizione del Salone, la più grande e riuscita di sempre, con oltre 370mila presenze complessive

Presa nel suo insieme, la filiera nel corso degli ultimi anni ha tenuto bene, e anzi, ha migliorato le sue cifre. Se a pesare almeno inizialmente è certo stata l’emergenza pandemica, nel medio termine si è rivelata essere un’insospettabile alleata, spingendo i numeri, sostenendo la domanda. Il 2023 ha visto una correzione.

Maggio 2024 TM · 87
Fonte: Centro studi Federlegno 2024
0 -200 -400 -600 -800 -1.200 -1.000 Camereecamerette
Sistemiperdormire
■ Incremento ■ Decremento -27 -11 -30 -130 0 14 -71 -26 -177 -9 -127 20 -111 -191 -31 -19 -41
ArealivingSedieImbottitiCucineCompl.ArredoMobiliVari
SistemamobiliCommercialiSistemaUfficio SistemaArredamentoSistemaIlluminazioneSistemaPannelli SemilavoratiperarredoProdottiperediliziaFinitureperediliziaAltro
Var. % 2023/2022
43,22 39,59 50,21 57,16 52,72 -7,8%
17,11 15,22 18,53 20,86 19,90 -4,6%
Esportazioni
40% 38% 37% 37% 38%
-
26,11 24,37 31,68 36,29 32,82 -9,6%
8,79 7,88 10,47 13,98 11,86 -15,1%
Importazioni
72.977 71.520 70.064 68.014 66.432 -2,3%
297.949 291.392 293.698 297.920 299.079 0,4%

Macrosistema Arredamento

Dati a consuntivo 2023, e anni precedenti (in mld eur dove non indicato)

Macrosistema Arredamento

Fonte: Centro studi Federlegno 2024

Macrosistema Arredamento

Esportazioni

Fonte: Centro studi Federlegno 2024

(tra cui molti giovani e studenti su cui stiamo investendo molte energie), 1950 espositori da 35 Paesi, e 175mila mq di superfici espositive. A titolo d’esempio basti pensare che nel 1961, la prima edizione, gli espositori erano 328 con una superficie disponibile di 11.680 mq. È un progetto che arriva da lontano, si è trattato infatti di ripensare quasi del tutto la formula, arrivando preparati a Expo 2015 cui ‘idealmente’ l’abbiamo consegnata. Ci è stata restituita e da allora stiamo affinando i dettagli, anno su anno, cercando di migliorare e aggiungere sempre qualcosa rispetto all’edizione precedente. Se il Salone è cambiato, anche Milano dopo Expo ha completamente voltato pagina, e oggi ‘corre’ insieme alle grandi capitali globali», precisa Sabetta.

Se la manifestazione si concentra nei pochi giorni di una settimana di primavera - quest’anno dal 16 al 21 aprile -, i preparativi per renderla possibile durano quasi dodici mesi, e nel corso del tempo sono a loro volta molto cambiati. «È dall’anno scorso che abbiamo iniziato a ‘raccontare’ quello che facciamo a Mi-

lano girando il mondo durante i mesi che precedono il Salone, in quelli che sono a tutti gli effetti dei ‘rock tour’. L’idea è abbastanza semplice: raccontiamo cos’è il Salone, e lo facciamo nelle grandi me-

«Ciò che garantisce la qualità del design italiano è la sua filiera, fatta di migliaia di piccole e medie imprese, i cui fatturati solo in rarissimi casi superano i 100 milioni di euro. Determinate lavorazioni continuano a essere eseguite solo in Italia, grazie all’arte del ‘saper fare’ che nel corso degli anni è qui germogliata»

Se la filiera ha tenuto, anche l’Arredamento nel senso stretto del termine, che continua a essere la voce più rilevante del settore, si segnala positivamente.

seminando per il Salone che verrà di lì a pochi mesi. È un’attività a tempo pieno, si è partiti da Shanghai a novembre e si è chiuso il tour in Giappone e Sud Africa in marzo, toccando le grandi città asiatiche, europee e del Nord America. La forte crescita degli arrivi, la cosa più importante di una manifestazione, a patto di non scendere a compromessi con la qualità che dobbiamo mantenere, ci sta dando ragione», mette in evidenza il Direttore generale.

tropoli del mondo rivolgendoci a stampa, specializzata e non, architetti, designer diffondendo quella che definisco ‘cultura del bello’, con altri grandi architetti e designer quali ambassador, invitando tutti a raggiungerci a Milano. Alimentiamo la community, accendiamo l’interesse,

Quella di Milano è del resto una posizione difficilmente scalzabile, al pari di quello che rappresenta Ginevra per l’orologiero, ma è comunque sempre opportuno non ‘dormire sugli allori’, restando al passo degli sviluppi del mercato. «Ciò che garantisce la qualità del design italiano è la sua filiera, fatta di migliaia di piccole e medie imprese, i cui fatturati solo in rarissimi casi superano i 100 milioni di euro. Per quanto sia un settore comunque frizzante, e non mancano operazioni di finanza straordinaria, determinate lavorazioni continuano a essere eseguite solo in Italia, grazie all’arte del ‘saper fare’ che nel corso degli anni è qui germogliata. Si tratta di un vero e proprio patrimonio culturale che dovrebbe essere difeso e tutelato con convinzione, coltivato sapientemente e in maniera continuativa nel tempo, anche grazie a percorsi di studio e specializzazione ad hoc che allo stato attuale ancora mancano. A rendere tutto possibile, dalla progettazione alla consegna di un singolo pezzo di Design, collaborano decine di professioni diverse, il cui ricambio negli anni deve essere assicurato, guardando alle nuove generazioni, ma anche e soprattutto formandole», conclude Marco Sabetta, Direttore generale di Salone. Quella dell’Arredo, e più in generale del Design, è dunque sì un’anima importante del Made in Italy, ma anche un bene fragile e delicato che dovrebbe essere meglio tutelato. In un Paese in cui il bello non manca, c’è il rischio di non dargli la giusta attenzione che meriterebbe?

88 · TM Maggio 2024
2019 2020 2021 2022 2023 Var. % 2023/2022 Fatturato alla produzione 23,49 21,30 26,09 28,92 27,83 -3,8% Esportazioni 12,36 11,19 13,62 15,25 14,67 -3,8% Quota export 53% 53% 52% 53% 53%Produzione per mercato italiano 11,13 10,10 12,46 13,66 13,16 -3,7% Importazioni 3,91 3,48 4,55 5,55 4,95 -10,7% Consumo interno apparente 15,04 13,58 17,02 19,22 18,12 -5,7% Saldo commerciale 8,45 7,71 9,06 9,70 9,71 0,1% Imprese (mia unità) 22.936 22.506 22.169 21.748 21.287 0,1% Addetti (mia unità) 139.569 136.895 138.194 140.293 140.930 0,5%
verso
singoli Paesi (dati mln eur, 2019 - 2023) Paese 2019 2020 2021 2022 2023 Quota Var. % 2023/22 Francia 1.955 1.822 2.267 2.416 2.421 16,5% 0,2% Stati Uniti 1.115 1.075 1.491 1.870 1.720 11,7% 8,0% Germania 1.169 1.164 1.352 1.414 1.337 9,1% -5,4% Regno Unito 744 607 734 798 747 5,1% 6,4% Svizzera 579 542 635 727 705 4,8% -3,0% Spagna 485 428 526 605 609 4,1% 0,6% Cina 503 454 566 578 479 3,3% -17,0% Belgio 324 319 388 393 479 2,5% -6,0% Emirati Arabi Uniti 255 197 238 312 329 2,2% 5,4% Paesi Bassi 263 266 295 352 320 2,2% -9,2% Altri 4.970 4.321 5.132 5.793 5.640 38,4% -2,6% Totale 12.362 11.195 13.623 15.259 14.677 100,0% -3,8%
i
R COMO T. +39.031.6125011 Info@ataliashopcomo.com VIA DIAZ 64 VIA DIAZ 93 VIA DIAZ 39

Eleganza senza tempo

Brasile

L’arredamento sofisticato offre un viaggio nel design brasiliano attraverso i vari decenni. Gli interni abbinano tocchi classici a elementi stilistici più contemporanei. Il design identitario si manifesta innanzitutto nella hall e nel bar adiacente, grazie anche a un’ampia proposta di arredi e complementi siglati Minotti.

Nel solco dei maestri della modernità di metà secolo, prende vita la 2024 Collection di MINOTTI: un connubio sinergico tra estetica e funzionalità che incarna la fusione di estro creativo e razionalità. Si trascendono i confini convenzionali del design per aprirsi a un decorativismo talvolta scultoreo e architettonico.

In apertura

Nella pagina accanto

MINOTTI

2024 Indoor Collection

dall’alto tavolini

PILOTIS CERAMIC

poltrona

EMMI tavolo

RAYAN

tavolini

DRAKE

90 · TM Maggio 2024 MINOTTI per
São Paulo Itaim
Fasano
FASANO SÃO PAULO ITAIM San Paolo
Designspeciale nuove collezioni
Maggio 2024 TM · 91

FLEXFORM per Bvlgari Hotel & Resorts, Tokyo

Magnifica maestria

Giappone

Come per gli altri sette Bvlgari Hotels & Resorts, il design degli interni del Bvlgari Hotel Tokyo è stato affidato allo studio italiano ACPV ARCHITECTS

Antonio Citterio Patricia Viel, che ha trasmesso i valori fondamentali di Bvlgari: design contemporaneo, magnifica maestria e dettagli artistici.

2024 Indoor Collection di FLEXFORM Innovazione, estetica e metodologia progettuale. Un linguaggio semplice ma espressivo. Una visione d’insieme in cui l’intuizione si traduce in oggetti che sanno parlare all’anima.

In apertura

BVLGARI HOTELS & RESORTS

Tokyo

Nella pagina accanto

FLEXFORM

2024 Indoor Collection dall’alto poltrona ERI

coffee table ARNOLD sistema di sedute

92 · TM Maggio 2024
Designspeciale nuove collezioni
CAMELOT

MOLTENI & C per Mandarin Oriental Palace, Luzern

Un progetto solenne

Svizzera

Sulle rive del lago di Lucerna, con vista sulle Alpi svizzere, un edificio del 1906 in stile Belle Époque.

Gli arredi Molteni&C, presenti non solo nelle camere e suite, contribuiscono a definire l’identità degli spazi comuni.

La Collezione 2024 di MOLTENI & C è ispirata alla grandeur dei magistrali architetti milanesi come Piero Portaluppi, celebrando il 90° anniversario di Molteni&C.

Designspeciale nuove collezioni

Al centro

MANDARIN ORIENTAL

PALACE

Lucerna

Nelle due pagine

MOLTENI&C

New Collection Indoor 2024 a sinistra

DUE FOGLIE

Gio Ponti in basso AUGUSTO

Vincent Van Duysen

Nella pagina accanto

CONTINUUM D.163.7

Gio Ponti

Maggio 2024 TM · 95

ETHIMO

Grand Hotel Fasano & Villa Principe, Gardone Riviera

Un design rigenerante

Italia

Arredi, accessori, tecnologie, materiali e finiture che definiscono gli ambienti della rinnovata AQVA SPA, sono improntati a un design sostenibile e rispettoso dell’ambiente. Seguendo questa filosofia, l’allestimento delle nuove sale dedicate al benessere del corpo e della mente è stato completato con alcune delle collezioni più iconiche di Ethimo, tra cui gli arredi Swing, le poltrone lounge Esedra, e l’eclettica collezione Allaperto.

Le novità 2024 di ETHIMO inneggiano a una convivialità en plein air, con uno spirito dinamico e versatile tra charme e artigianalità.

In apertura

Grand Hotel Fasano & Villa Principe

Nella pagina accanto

ETHIMO Novità 2024 dall’alto sunbed KILT design Marcello Ziliani due sedute ALLAPERTO BISTRÒ design Matteo Thun & Antonio Rodriguez

96 · TM Maggio 2024
per
Gardone Riviera
Designspeciale nuove collezioni
Maggio 2024 TM · 97

RIVA 1920 per Kensh Ō Boutique Hotel & Suites, Mykonos

Minimal lussuoso

Grecia

Ispirato all’architettura delle isole Cicladi, l’hotel combina la ricchezza dell’isola con un carattere minimalista, lussuoso ed elegante. I prodotti di Riva 1920 si sposano perfettamente con la natura circostante e i colori dell’hotel. La consolle Venice, Mondana, Bitta, Clessidra: sgabelli dall’iconica personalità, come il tavolino Wing Round.

Anche nel 2024, RIVA 1920, dalla storia centenaria, riafferma il suo profondo legame con la natura e armonizza con maestria sostenibilità e tradizione, artigianato e innovazione tecnologica, storia ed esperienza.

Designspeciale nuove collezioni

In apertura

KENSHŌ BOUTIQUE HOTEL &

Mykonos

RIVA1920 Novità 2024

In questa pagina dall’alto

EGO design Karim Rashid

HARRY design CarlesiTonelli

KAURI DELTA design AUTHENTIC DESIGN

Nella pagina accanto

THEORY design Fabio di Bartolomei

SUITES

Analogie architettoniche

I codici estetici degli stili architettonici si ritrovano spesso nel design degli orologi.

La corrispondenza tra i due è evidente nell’uso che fanno di linee e forme, proporzioni, materiali ed elementi decorativi.

Si prendano come referenza tre stili architettonici diversi come classico, Art Déco e Bauhaus. L’architettura classica è caratterizzata da disposizioni simmetriche nelle facciate e degli elementi degli edifici, con proporzioni equilibrate e armoniose, caratteristiche di design che sono ovunque presenti negli orologi vintage e moderni. Gli esempi abbondano. Del resto, l’impressione di simmetria visiva è sempre stata un principio guida dell’orologeria.

La linea Patek Philippe Calatrava è un ottima dimostrazione di un quadrante perfettamente equilibrato e simmetrico, in un orologio rotondo. Indici, lancette ed eventuali quadranti secondari o complicazioni sono disposti con precisione per garantire un’armonia visiva.

L’Art Déco, che si è affermato in Europa e negli Stati Uniti negli anni Venti e Trenta, ha introdotto l’idea di decorazioni basate su motivi geometrici e angolati, e ripetitivi. Alcuni esempi importanti

di questo stile si trovano negli orologi vintage di Jaeger LeCoultre, Hamilton, Elgin e, più recentemente, Richard Mille. Lo stile Bauhaus, che nasce nel 1919 in Germania, enfatizza la semplicità e il funzionalismo. Due esempi significativi di marchi che hanno adottato questo stile sono Nomos Glashutte e Junghans.

Un parallelo interessante si può fare tra lo stile architettonico gotico e alcuni codici estetici degli orologi Breguet e Greubel Forsey. A titolo esemplificativo, si pensi alla disposizione degli archi e dei

In alto a sinistra, il Bâtiment des Forces Motrices a Ginevra. Sopra, Patek Philippe, Calatrava Ref. 6119R, con lunetta guilloché Clous de Paris, cassa in oro rosa, quadrante dal look essenziale e senza tempo.

100 · TM Maggio 2024
© Foto di Barbara Haemmig cultura
/design

A destra, Galeries Lafayette a Parigi, un’icona Liberty: stessa ispirazione per Jaeger-LeCoultre, Reverso One Precious Flower.

In basso, Richard Mille, RM018 Tourbillon: i codici Art Déco rinviano a edifici come l’Empire State Building di New York.

ponti, insieme al sofisticato guillochage del Breguet Tradition 7077, e ai ponti angolari e allungati e alle lancette appuntite del Balancier 3 di Greubel Forsey. Il design di questi orologi ricorda gli archi a punta, i contrafforti volanti e l’inestricabile miscela di innovazione funzionale e bellezza estetica che costituiva l’essenza dell’architettura gotica.

In queste pagine, ci siamo soffermati su tre esempi in particolare, perché emblematici dell’analogia tra il design degli orologi e gli stili architettonici, ispirati a movimenti artistici del XX secolo.

Il Richard Mille RM018 Tourbillon, lanciato nel 2008, è un esempio di applicazione dei codici estetici dell’Art Déco. Stile decorativo in auge tra le due guerre mondiali, ha avuto origine in Francia e si è affermato in occasione dell’esposizione internazionale di arti decorative del 1925 a Parigi. Il suo obiettivo era creare eleganza e raffinatezza; la sua tesi principale era l’arte decorativa come forma d’arte opposta alla standardizzazione dell’Età della Macchina, che sacrificava la bellezza estetica a favore della produzione di massa. Ebbe una grande influenza sull’architettura, soprattutto negli Stati Uniti.

La cassa dell’RM018 è di forma tonneau, anche descritta come forma rettangolare arrotondata. In un chiaro collegamento con i modelli architettonici Art

Maggio 2024 TM · 101
© Foto di Logan Armstrong / Unsplash

Sopra, Max Bill Automatic Bauhaus di Junghans e, a destra, Teatro San Materno, Ascona: tra i migliori esempi di architettura razionalista esistenti in Ticino.

Sotto, Breguet Tradition Chronograph Indépendant 7077, accanto, la Cattedrale Notre-Dame (in stile gotico) di Losanna.

102 · TM Maggio 2024

Déco, la cassa presenta creste verticali profondamente incise, che creano una cornice intorno al quadrante aperto e al movimento scheletrato, esaltando la tridimensionalità dell’orologio. Motivi simili sono visibili sul Chrysler Building, sull’Empire State Building e sul Niagara Mohawk Building di New York. Alcune ruote del movimento sono colorate, a seconda del tipo di materiale prezioso utilizzato, aggiungendo ulteriore profondità visiva al movimento. La corona ripete l’incisione delle creste ma in orizzontale, in netto contrasto con le creste verticali sul fronte della cassa. La cassa, la corona e le creste sono di colore metallico, simile all’argento, anch’esso caratteristico dello stile. Ricordano i treni Streamliner Art Déco degli anni Trenta.

Il secondo esempio di analogia stilistica è il Max Bill Automatic Bauhaus di Junghans. È stato lanciato nel 1961 e, da allora, riproposto diverse volte, fino a oggi. Il suo design riflette i codici estetici del Bauhaus, che ha avuto una profonda influenza su diverse discipline del design, come l’orologeria, l’architettura e l’arredamento. Alcune tra le tante icone architettoniche Bauhaus sono la Farnsworth House di Chicago e Villa Tugendhat a Brno, in Repubblica Ceca. Lo stile Bauhaus enfatizza la semplicità e la funzionalità. Negli orologi si riflette in un design minimalista e pragmatico, volto a garantire che rimangano attuali nel tempo. Il

Max Bill Automatic Bauhaus è caratterizzato da una chiara assenza di elementi decorativi o di raffinatezza nel suo design. La lunetta è sottile, praticamente assente, per consentire una visualizzazione completa del quadrante, che non presenta alcun ingombro di informazioni, se non quelle strettamente necessarie per leggere l’ora. Gli indici sottili e le lancette snelle non compromettono la semplicità del suo aspetto. L’uso del colore è minimo per aumentare la visibilità delle lancette e della funzione data. Infine, la corona e le anse sono piccole e proporzionate alla cassa, per non disturbare l’equilibrio visivo dell’orologio.

Terzo eloquente esempio dell’analogia tra architettura e segnatempo è l’orologio asimmetrico di Audemars Piguet. Il modello 5182 è un orologio sperimentale creato nel 1962. Il suo design si ispira agli stili architettonici moderni e dello Space Age della metà del XX secolo, che introdussero codici estetici innovativi e futuristici. La cassa e il quadrante asimmetrici riflettono il design d’avanguardia del momento. L’influenza dello stile moderno sull’orologio è evidente nel suo design semplice ma sofisticato, insieme all’enfasi sugli elementi essenziali per la lettura del tempo e all’assenza di decorazioni superflue. L’interazione tra curve e linee, diverse tonalità di colore e l’alternanza di superfici satinate, lucide e granulose accentuano l’asimmetria. Inol-

Sopra, il modello 5182 di Audemars Piguet è un orologio sperimentale creato nel 1962. Il suo design si ispira agli stili architettonici moderni e dello Space Age della metà del XX secolo. In alto a sinistra, la torre della televisione a Berlino, eretta tra il 1965 e il 1969.

tre, la lunetta cambia forma e diventa più sottile nella metà destra della cassa. Nel quadrante, la lunghezza degli indici delle ore diminuisce gradualmente tra le ore 12 e le ore 5 e si ripete tra le ore 6 e le ore 11. Il tutto è racchiuso in un perimetro giallo, di un tono più scuro rispetto al resto del quadrante (cassa e quadrante sono in oro giallo 18 carati), e delimitato da linee nere piene. L’insieme ricorda la forma di un’elica. I due motivi contrapposti degli indici delle ore creano una seconda asimmetria al centro del quadrante, dove risaltano due metà di un cerchio, disallineate lungo il diametro verticale, con una metà posizionata più alta dell’altra. Il design dell’orologio è semplice, ma l’occhio e la mente devono essere impegnati per interpretarlo. Infine la corona e le anse sono chiaramente disegnate con dimensioni tali da non distrarre l’occhio dalla contemplazione delle asimmetrie del resto dell’orologio.

Sergio Galanti

Maggio 2024 TM · 103
© Foto di Karen Uppal / Unsplash

Iperbolica Art Basel

Lanciata 20 anni fa, la sezione Unlimited racconta di un’Art Basel da sempre all’avanguardia e inimitabile: senza confini - oggi su tre continenti, ma fortemente ancorata nei rispettivi contesti regionali - e senza rivali - rimane incontrastata leader fra le fiere d’arte contemporanea, anche nel confronto con le nuove sfide per il settore.

Malgrado nel 2023 il mercato dell’arte abbia registrato una contrazione del 4% rispetto all’exploit dei due anni precedenti, si è comunque posizionato al di sopra del 2019, con 65 miliardi di dollari di vendite, e quest’anno dovrebbe poter approfittare di tassi d’interesse e inflazione in calo, insieme alla solidità dei mercati finanziari, tensioni geopolitiche permettendo. Punto di riferimento centrale del sistema, le fiere d’arte sono tornate a girare pressoché a pieno regime, Asia compresa. Se le più piccole o locali - ma anche qualche nome illustre

come Masterpiece London, Fotofever a Parigi e Bruneaf a Bruxelles - hanno fatto le spese della pausa forzata e, soprattutto, di un’offerta che era cresciuta a dismisura, il calendario ha ripreso vigore con 359 eventi. Se i costi per la partecipazione obbligano le gallerie meno attrezzate a rinunce, spesso con reindirizzamenti verso il democratico online, per chi invece ha importanti giri d’affari i più prestigiosi fra questi appuntamenti rimangono irrinunciabili e profittevoli, non solo per le vendite concluse in loco, ma per curare il rapporto con i propri collezionisti e avviare nuove relazioni.

Fra i 70 progetti progetti oversize quest’anno a Unlimited, anche importanti opere storiche, quali la mitica serie Americans di Robert Frank (1954-57), la Wrapped 1961 Volkswagen Beetle Saloon di Christo o la performance The Wake and Resurrection of the Bicentennial Negro (1976) di una pioniera dell’arte afroamericana, Faith Ringgold. Art Basel è anche sempre più in osmosi con la sua città, grazie al suo programma pubblico, quest’anno ulteriormente rafforzato, e alla riconcettualizzazione della sezione diffusa Parcours.

104 · TM Maggio 2024
Parcours 2022, Maria Loboda, presented by Galerie Thomas Schulte, Maisterravalbuena, Wschod Gallery
Courtesy Art Basel Courtesy Art Basel © Basel Tourismus / Photo Andreas Zimmermann cultura / arte/ fiere internazionali
Unlimited 2024, Ringgold Faith presented by Goodman Gallery with Aca New York

«Nessun altro in ambito fieristico né museale è riuscito a imitare Unlimited: una piattaforma che va al di là dei formati più commerciali, dando l’opportunità ad artisti e galleristi di presentare opere con particolarità tecniche e dimensioni che richiedono spazi specifici»

Giovanni Carmine, curatore della sezione Unlimited

Con le sue quattro fiere su tre continenti - la storica in casa, le ormai affermate Hong Kong e Miami, cui si è aggiunta Parigi - Art Basel si conferma regina dell’arte contemporanea, ben intenzionata a non limitarsi a difendere la leadership di mercato, ma anche a rafforzare anche il proprio ruolo di epicentro del dibattito culturale. Anche i profili selezionati nel recente rinnovamento dei vertici delle sue piattaforme, peraltro con ben tre donne sui direttori delle quattro fiere, confermano.

Dopo aver festeggiato en plein essor l’undicesima edizione asiatica, ci si pre-

para a inaugurare l’appuntamento chiave dell’anno: 285 tra le più importanti gallerie del mondo, fra cui 22 nuovi partecipanti, sono attese dall’11 al 16 giugno (con i Public Days a partire da giovedì 13 giugno) nella capitale renana per un evento che sempre più dimostra la volontà di sfondare il perimetro del quartiere fieristico. Se le due edizioni a Parigi, dove Art Basel era chiamata ad accreditarsi in un sistema geloso della sua cultura dimostrando di non essere solo una multinazionale accentratrice, hanno insegnato a coltivare le sinergie con la scena locale, la lezione trova applicazione pure in patria. «Sono particolarmente entusiasta dell’espansione del programma cittadino di quest’anno, a testimonianza della spinta culturale di Basilea. A partire dal progetto della Messeplatz, che presenta un’installazione site specific trasformativa, Honouring Wheatfield - A Confrontation (2024) dell’artista concettuale Agnes Denes, ridefinendo il dialogo tra ambiente, land art e il valore degli oggetti quotidiani», sottolinea Maike Cruse, che affronta la sua prima edizione da direttore di Art Basel a Basilea, portando in dote la sua esperienza sulla scena berlinese, dove in particolare per dieci anni ha diretto la manifestazione primaverile Gallery Weekend Berlin, che mette proprio al centro la relazione fra città e scena artistica. Inoltre già ben conosce l’ambiente basilese, responsabile della comunicazione di Art Basel dal 2008 al 2011.

Il programma pubblico ampliato prevede anche la riconcettualizzazione del settore diffuso per le vie cittadine, Parcours, affidato a Stefanie Hessler, direttrice dello Swiss Institute di New York: «Trasformerà Clarastrasse, che collega il quartiere fieristico al Reno, in una vera e propria mostra che esplora i temi della

«Sono particolarmente entusiasta dell’espansione del programma cittadino di quest’anno, a testimonianza della spinta culturale di Basilea. Come ho imparato nei dieci anni alla guida di Gallery Weekend Berlin, un evento si realizza con la città»

Maike Cruse, Direttore di Art Basel a Basilea

circolazione e della trasformazione in ambiti quali il commercio, la globalizzazione e l’ecologia, coinvolgendo attraverso progetti ambiziosi, molti dei quali di nuova produzione, negozi vuoti e in attività, un ristorante, una birreria e altri spazi, fra cui l’hotel Merian, situato sul Ponte di Mezzo, di fronte al centro storico di Basilea, che non solo per il trentennale della collaborazione fra Art Basel e Ubs presenta un’installazione di Petrit Halilaj sulla facciata, ma estende la nostra presenza anche durante le ore serali e notturne con un programma continuativo, 24 ore su 24», aggiunge Maike Cruse.

Maggio 2024 TM · 105
© Courtesy Art Basel. / Photo by Debora Mittelstaed Unlimited 2024, Christo presented by Gagosian Unlimited 2024, Frank Robert presented by Gallery Thomas Zander Courtesy Art Basel Courtesy Art Basel © Photo Gino Marrone

Paese, 2023

acquistano i collezionisti?

valore vendite secondo il canale, 2023

Dove si incontrano i nuovi clienti?

fonti di nuovi acquirenti

i dealer, %, 2023

Fiere d’arte

Packaging/Shipping

Spese viaggio

Advertising/Marketing ■ Spese professionali ■ Ospitalità/Entertaining ■ Assicurazione/Sicurezza

Conservazione/Restauro

Un quadro favorevole

Nonostante un rallentamento del 4% su base annua, il mercato globale dell’arte ha dimostrato la sua resilienza nel 2023, con vendite per una cifra stimata di 65 miliardi di dollari, come rileva l’ottavo The Art Basel and Ubs Global Art Market Report 2024, scritto da Clare McAndrew, Arts Economics, analizzando l’andamento dei diversi segmenti, dalle gallerie alle case d’asta, dalle fiere ai collezionisti. Se la fascia alta di mercato (fatturato annuo sopra i 10 milioni di dollari), dopo due anni di crescita, ha registrato una contrazione delle vendite, per contro quelle dei piccoli operatori (fatturato inferiore a 500mila dollari) hanno segnato un +11%, determinando un aumento del 4% del volume di transazioni (39,4 milioni).

Gli Stati Uniti hanno mantenuto la leadership, mentre la Cina ha superato il Regno Unito. Insieme questo terzetto rappresenta il 77% del mercato globale, seguito da Francia e Svizzera. Nonostante il calo annuale, i grandi collezionisti sono rimasti molto attivi e hanno contribuito a sostenere i prezzi, ma in un’ottica più orientata al valore e alla qualità. La maggiore partecipazione di acquirenti globali nuovi e spesso più giovani, insieme ai guadagni nel settore online, rivela alcune prospettive molto promettenti per il futuro del mercato.

Le vendite alle 359 fiere d’arte hanno rappresentato il 29% del fatturato totale dei dealer, in calo del 6% rispetto al forte ritorno registrato nel 2022, ma sopra il 2021 (27%). Malgrado i costi di viaggio e di partecipazione destino preoccupazioni, le fiere - soprattutto quelle internazionali - rimangono fondamentali per il posizionamento, in particolare per coloro che hanno un fatturato superiore ai 10 milioni Usd, che sono risultati anche i più ottimisti per il 2024: la metà infatti prevedeva un aumento delle vendite alle fiere.

A oltrepassare i limiti, Art Basel ha però iniziato ben prima. Complice un’arte contemporanea sempre meno riducibile alla modularità del tradizionale stand espositivo, già vent’anni fa veniva lanciata una nuova sezione per progetti oversize, Unlimited. «Ricordo bene la prima edizione che vistai per curiosità nel 2000: sebbene fosse ancora un tentativo improvvisato di rispondere a una necessità, un po’ punk nei suoi risultati, già suscitava grande interesse. Molto rapidamente si è professionalizzato e oggi è una macchina complessa e dagli ingranaggi perfettamente regolati, di grande impatto estetico e densità di contenuti. Un unicum all’interno di una fiera d’arte: una piattaforma che va al di là dei formati più commerciali, dando l’opportunità ad artisti e galleristi di presentare opere con particolarità tecniche e dimensioni che richiedono spazi specifici», sottolinea Giovanni Carmine, da quattro anni curatore di Unlimited.

Se non già iscritte al settore principale, le gallerie che si candidano devono presentarsi in collaborazione con una di queste. Costi logistici e tecnici - spesso elevati per questi progetti hors mesuresono a carico degli espositori che in cambio usufruiscono dell’eccezionale cornice di Art Basel: know-how, servizio, network e brand giustificano l’investimento. Anche perché solo un contesto del genere sa convogliare la particolare tipologia di clientela per formati così ‘al limite’: se la provenienza è globale, come per tutta Art Basel, si tratta per lo più di acquirenti istituzionali oppure privati che hanno i propri musei o acquistano per poi donare in prestito le opere a un’istituzione, dunque una clientela non mossa da finalità speculative né ‘decorative’. Molto variato anche il range di prezzi, dal momento che artisti emergenti si affiancano a nomi storici. Quello che era all’inizio uno slancio sperimentale, è oggi una delle sezioni di maggior risonanza, fra le più mediatizzate proprio per la sua spettacolarità che, nella parallela ascesa dei social media, ha trovato un canale ideale per opere facilmente instagrammabili. Ma non è certo questo il criterio che presiede alla scelta della settantina di progetti selezionati ogni anno: «Comincio a lavorarci già durante la precedente fiera, verificando quali gallerie potrebbero avere progetti adatti e stimolandone anche di nuove a presentarsi. La qualità delle candidature è sempre molto alta, una volta chiuse se-

106 · TM Maggio 2024
30% 25% 20% 15% 10% 5% 0% Fiere d’arte Visite in galleria Fonte: Arts Economics Clienti esistenti Altro r Altri eventi d’arte Online marketplace Social media Sito web
25% 13% 12% 12% 8% 8% 7% 6% 5% 4% In
%
dealer per
Principali
per
cosa spendono i dealer
costi dei
servizi esterni, 2023
Fonte: Arts Economics
■ IT ■ Costi online terzi
% valore vendite per
Fonte: Arts Economics 0 10 20 30 40 50 42% 19%17% 7% 3% 1% 2% 1% 8%
UK Francia Svizzera Germania Spagna Giappone Altro 11%
%
Fonte: Arts Economics ■ Galleria ■ Online proprio ■ Fiere d’arte internazionali ■ Fiere d’arte locali ■ Fiere d’arte online ■ Online parti terze ■ Altro 44% 20% 18% 0,2%3% 4%
La geografia del mercato dell’arte
Usa Cina
Dove

lezioniamo insieme al Comitato le proposte che ci sembrano più interessanti e pertinenti rispetto all’attualità, intesa in senso ampio: sia opere capaci di dire qualcosa in questo momento storico, sia artisti ricercati dal mercato o magari che rappresentano nello stesso periodo il loro Paese in un evento internazionale come la Biennale di Venezia», spiega il curatore.

Un’ incisività nel porsi in dialogo con l’attualità che si è fatta particolarmente apprezzare la scorsa edizione, con il monumentale video della barca in fiamme dell’algerino Adel Abdessemed, metafora delle tragedie che ci ardono accanto, accompagnato da molte altre opere che interrogavano il presente. «Non pochi sono gli artisti che dimostrano in maniera stupefacente e precisa di cogliere, se non anticipare, quello che accade attorno a noi. Quest’anno saranno presenti anche lavori di decenni passati che assumono un fortissimo significato alla luce dell’attualità, come il Progetto per la pace e non la guerra del 1969 di Mario Ceroli (Cardi Gallery). Più in generale, si osserva una tendenza a portare opere storiche, fino agli anni ’50, come riflesso di un mercato dell’arte che cerca sempre più un comprovato valore: ad esempio, avremo l’edizione completa della serie The Americans (1954-57), con cui l’allora giovane svizzero Robert Frank scardinava le regole del linguaggio fotografico e l’american dream (Pace Gallery and Thomas Zander). Ma si potrà ammirare anche una sezione significativa del murale del 1984 di Keith Haring (Gladstone Gallery e Martos Gallery) o la rievocazione della prima performance multimediale dell’artista afroamericana Faith Ringgold, del 1976 (Goodman Gallery in collaborazione con Aca Galleries)», anticipa Giovanni Carmine.

rogeneo per tecniche e tematiche, prima di tutto la sfida è riuscire a dare a ciascuna il giusto spazio e la collocazione più appropriata, muovendo dalla pagina bianca di una sala di 16mila mq. Pur senza voler proporre una mostra tematica, si cerca di generare un’atmosfera e dare un ritmo: lo si fa posizionando in punti chiave dell’esposizione determinate opere, propo -

Presentata a Unlimited 2024 dalla galleria messicana Labor, l’installazione performativa Ko ta mapungey ka (L’acqua è anche territorio, 2020) dell’artista mapuche non-binario Seba Calfuqueo stabilisce una relazione poetica e politica tra acqua, corpo, lingua e territorio, denunciando gli effetti delle attività estrattive.

Con la sua spettacolarità e trasversalità di linguaggi, Unlimited è un settore facilmente accessibile al largo pubblico, capace di avvicinare all’arte contemporanea anche chi manca di una preparazione particolare, ma al contempo sempre interessante per direttori dei musei e collezionisti, che qui possono scoprire nuovi artisti o rivedere cose dimenticate. «A partire da un insieme di opere così ete-

nendo degli accostamenti stupefacenti, esteticamente intriganti oppure a volte semplicemente logici. Un grosso puzzle, anche molto dinamico: avevo già finito a inizio maggio di disegnare l’allestimento, ma fino all’ultimo minuto bisogna mantenere la flessibilità per accogliere le richieste delle gallerie e risolvere quell’immancabile 10% di imprevisto», osserva il curatore di Unlimited. Un lavoro molto diverso da quello che Giovanni Carmine, di origini ticinesi, svolge come direttore della Kunst Halle Sankt Gallen, dove si concentra sulla produzione di progetti e mostre, lavorando a stretto contatto con gli artisti, in particolare la giovane scena svizzera, e sostenendoli nello spingere la loro pratica verso nuove direzioni.

Per gestire una logistica decisamente complessa occorre un’organizzazione perfettamente orchestrata: predisposti gli spazi entro inizio giugno, ogni espositore arriva con la propria squadra e in poco più di cinque giorni tutto è allestito. Un ingranaggio che il requisito della sostenibilità, sempre più tassativo, rischia di inceppare? «Fa parte degli aspetti su cui è necessario lavorare per rimanere al top. Per il settore fieristico il discorso non è semplice, soprattutto considerati gli spostamenti di persone e il trasporto delle opere. Insieme a una società di consulenza per la strategia climatica e a una task force interna, Art Basel sta sviluppando iniziative immediate e a lungo termine per ridurre la propria impronta di carbonio, oltre ad aiutare le gallerie e i collezionisti», commenta Giovanni Carmine. Ad esempio, l’intero sistema di pareti delle quattro fiere è completamente riutilizzabile e viene spedito in ogni location via nave, con una durata di vita di 7-10 anni, dopodiché verrà destinato ad altre fiere. L’illuminazione sta passando gradualmente al led e alla Messe Basel, anch’essa proprietà dell’Mch Group, l’80% del fabbisogno energetico è già soddisfatto con fonti rinnovabili. Installazioni monumentali, sculture colossali, impressionanti pitture murali, serie fotografiche e proiezioni video di ampio respiro, sperimentazioni di arte digitale si preparano ormai a trovare la loro collocazione nei 16mila metri nella Hall 1 della Messe Basel. «Non manco certo di immaginazione, ma vedere la sala finalmente allestita è sempre una sorpresa. E quello che è incredibile è che Unlimited sia rimasto un unicum, non c’è evento paragonabile in ambito museale né fieristico, anche perché a livello di tempistiche nessuno riesce a garantire una finestra temporale così ottimale», conclude il curatore. A 20 anni dalla nascita, Unlimited dimostra concretamente come illimitata sia la potenza della multinazionale delle fiere. Stimolando a oltrepassare nuovi confini, perché oggi come ieri - nell’arte come negli affari - per rimanere leader occorre sempre essere all’avanguardia.

Susanna Cattaneo

Maggio 2024 TM · 107
© Photography by Diego Argote / Courtesy Art Basel

Alexander Calder, Triple Gong, c. 1948, ottone, lastra di metallo, filo metallico e pittura, 99,1 × 190,5 × 7 cm, Calder Foundation, New York

Cosmiche risonanze

Grazie alla presenza di opere cardinali nel percorso creativo di Alexander Calder, presentate in un suggestivo allestimento che ne esprime alla perfezione la poetica, la mostra al Masi di Lugano immerge il visitatore nel metafisico arcipelago in perenne divenire del rivoluzionario scultore americano.

DAlexander Calder, Yucca, 1941, lastra di metallo dipinta e filo metallico, 186,7 × 58,4 × 50,8 cm. Solomon R. Guggenheim Museum, New York. The Hilla Rebay Collection. 71.1936.R54

ovette avvicinarsi a quella che si presenta oggi ai visitatori della nuova mostra del Museo d’arte della Svizzera italiana (Masi), la visione che commosse Alexander Calder quando, nel gennaio del 1931, invitato all’atelier di Mondrian, immaginò quanto sarebbe stato bello se tutti quei rettangoli colorati appesi alle pareti bianche avessero potuto mettersi in moto nella luce che dalle grandi finestre attraversava la stanza. Da cinque anni nella capitale parigina, il giovane artista americano (1898-1976), che già aveva dato saggio di un approccio rivoluzionario alla scultura svuotandola del suo peso con l’invenzione di ritratti in filo metallico privi di massa, spiccava in quel simbolico giorno il volo verso l’astrazione. Ne sarebbero nate le sue caratteristiche configurazioni di corpi geometrizzanti e forme organiche che, nei concertati equilibri dei loro elementi, esprimono quella stessa armonia che governa il cosmo.

Se le fluttuanti concatenazioni dei mobiles, così battezzati da Duchamps - uno che di rivoluzioni concettuali se ne intendeva

- ne sono nel loro costitutivo dinamismo la più compiuta espressione, persino gli stabiles - nome invece coniato da Jean Arp - pur essendo sculture statiche autoportanti, captano l’energia del moto nel contrappunto fra la centripeta forza della gravità e l’aereo slancio della creatività. Benché non pochi si ostinino a presentare Calder come l’ingegnere che divenne artista, lui stesso ricordava come avesse invece abbandonato dopo quattro anni quegli studi perché non gli permettevano di giocare abbastanza con l’ingegno. Come invece fecero le sue mani e il suo intuito cui, ben più del calcolo di pesi e misure, si affidava nella costruzione artigianale delle sue opere: tagliando e accordando forme, intrecciando e tendendo fili, procedendo per tentativi di bilanciamenti e armonie. È l’interesse che fin da bambino - cresciuto in una famiglia di artisti, padre scultore, madre pittrice - lo aveva portato a ricercare una componente cinetica già nelle sue prime sperimentazioni, come l’anatra costruita a dieci anni piegando a mo’ di origami una lastra di ottone, a permettergli di compiere l’apparentemente

Photo courtesy Calder Foundation, New York / Art Resource, New York © 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York
© 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York
cultura / arte/mostre

«Quando si visita una mostra dedicata a Calder si vedono sempre lavori stupefacenti, in continua trasformazione, ma qui al Masi di Lugano, avete la possibilità di ammirare anche opere che nessun altro avrebbe scommesso di poter esporre»

S.C.

impossibile sfida di integrare una quarta dimensione, quella del tempo, all’interno della scultura, di fatto rendendola, nel suo perenne divenire, sempre presente.

Trenta le opere dell’artista giunte da importanti collezioni pubbliche e private internazionali a Lugano per la mostra Calder. Sculpting Time, al Masi fino al prossimo 6 ottobre, la più completa monografica dedicatagli da un’istituzione pubblica svizzera negli ultimi cinquant’anni. Ne testimonia una fase cruciale, fra gli anni Trenta e Sessanta, dalle prime astrazioni o sphériques a una magnifica selezione di mobiles, stabiles, standing mobiles e constellations, queste ultime ulteriore declinazione della creatività di Calder che, quando durante la seconda guerra mondiale scarseggiava il metallo, cominciò a intagliare blocchi di legno in varie fogge e a dipingerli nei colori della sua essenziale tavolozza, sempre poi collegandoli con precisi ritmi e rapporti spaziali.

Trenta opere potrebbero sembrare un numero contenuto, ma è più che notevole considerandone la qualità, con capolavori come Eucalyptus, che debuttò nel 1940 alla Pierre Matisse Gallery di New York o, fra gli stabiles, la curvilinea Croisière. Ciascuno è stato selezionato con estrema competenza e determinazione nell’ottenere i pezzi che considerava imprescindibili da Carmen Giménez (curatrice della mostra insieme ad Ana Mingot Comenge) che

dell’artista è fine conoscitrice sin dalla celebre retrospettiva Calder. La gravedad y la gracia cui lavorò per il Guggenheim Bilbao una ventina di anni fa e che con l’exploit di questa esposizione conclude il suo mandato in qualità di Presidente della Fondazione Masi Lugano.

Una ventina di lavori proviene direttamente dalla Calder Foundation di New York, molto attenta e capace nel valorizzare l’opera dello scultore, in stretto dialogo con la quale è stato concepito il progetto espositivo, importante garanzia di qualità e correttezza filologica. Lo ha confermato il nipote di Calder, Alexander S. C. Rower, che della Fondazione è testa e cuore. «Quando si visita una mostra dedicata a Calder si vedono sempre lavori stupefacenti, in continua trasformazione, ma in questa a Lugano, grazie a Carmen, avete la possibilità di ammirare anche opere che nessun altro avrebbe scommesso di poter esporre. Quando, ad esempio, ci ha richiesto Red Lily Pads (1956), le abbiamo risposto che sarebbe stato impossibile, ma lei è stata irremovibile. Poi mi ha presentato il direttore del Masi Tobia Bezzola, con cui è nata una bella amicizia, e anche lui ha

insistito… tanto che ora potete ammirarla di fronte alla grande vetrata sul lago. È stata dunque una mostra impegnativa e sfidante anche per noi. Fra la ventina di capolavori prestati, ci tengo a citare un mobile del 1939, un’opera senza titolo costituita da tre gabbie in fil di ferro che sembrano catturare la densità dello spazio e rinviare a un’altra dimensione: non era stata più esposta durante la pandemia e, come segno di grande stima per Carmen e il suo team, abbiamo voluto portare al Masi anche questo pezzo per me molto speciale», ha rivelato il nipote di Calder all’inaugurazione.

Maggio 2024 TM · 109
Alexander Rower, presidente della Calder Foundation e nipote dell’artista Alexander S.C. Rower Photo Maria Robredo © 2024 Calder Foundation, NY / Artists Rights Society (ARS), NY
© 2024 Calder Foundation, New York / Artists Rights Society (ARS), New York
Photo Luca Meneghel Veduta dell’allestimento Calder. Sculpting Time, MASI Lugano, Svizzera.

Grande merito dell’impatto della mostra, oltre che al valore delle opere, va all’allestimento che sostiene alla perfezione la poetica di Calder trovando l’ideale compromesso fra estetica curatoriale e tutela delle opere, che per ragioni di preservazione non possono più essere messe in moto dal pubblico come originariamente previsto. Carmen Gimenez ha risfoderato la soluzione che aveva concepito a Bilbao, con le tondeggianti piattaforme di legno bianco appositamente costruite a fare da base: da una parte demarcano un naturale perimetro di sicurezza intorno alle orbite tracciate dalle creazioni-creature di Calder, consentendo però di osservarle a 360 gradi. Dall’altra parte, costituiscono una scenografia minimalista ma consistente, in grado di esaltare anche le opere meno appariscenti; inoltre, riflettendone le ombre, introducono un’ulteriore dimensione, insieme all’attento studio dell’illuminazione. Ne risulta, nel grande spazio aperto senza pareti divisorie al primo piano del Lac, una sorta di metafisico arcipelago di cangianti organismi metallici.

Il consiglio, approfittando dei prossimi mesi, fino al 6 ottobre, è di scovare un orario di visita poco frequentato per un’esperienza autenticamente immersiva nella galassia di Calder. Nessuna riproduzione può restituire la vibrazione che si avverte in presenza, dove mentre l’occhio riscopre la sostanza della multidimensionalità, lo spirito incontra il senso della profondità, equazione di spazio e tempo.

Raccontava Calder che, quando ventiquattrenne si era imbarcato come fuochista per andare da New York a San Francisco attraverso il Canale di Panama,

Dietro le quinte: le sfide di logistica e allestimento

Proprio come le opere di Calder, a dispetto dell’apparente levità, sono un gioco serissimo, così realizzare la mostra comporta uno sforzo logistico e organizzativo notevole. «Fra la preparazione degli spazi espositivi e l’allestimento delle opere sono state necessarie quasi tre settimane di intenso lavoro, precedute dal dialogo con i prestatori per gli approfondimenti tecnici e allestititivi, si prenda l’esempio dei mobiles che arrivano scomposti nei loro moduli costitutivi da bilanciare al momento dell’installazione, richiedendo fino all’intervento di sei tecnici in fase di montaggio. La presenza dello specialista della Calder Foundation, con un’esperienza trentennale, ha permesso uno scambio arricchente con il nostro team», racconta Sara De Bernardis (in foto), responsabile Conservazione e Restauro del Masi Lugano. Il suo dipartimento lavora coordinandosi con i curatori, che scelgono opere e collocazione, e la register, che gestisce i contratti di prestito e organizzazione dei trasporti. All’arrivo delle casse, scortate dal corriere, si segue la procedura di scarico, viene controllata la documentazione per poi procedere all’apertura dopo 24 ore di climatizzazioneche possono arrivare a 48 in casi di consegne cargo dagli Stati Uniti come molte di queste. Una volta che il conservatore-restauratore ha redatto il condition report, può iniziare il lavoro di allestimento. «Gli interni di alcune di queste casse sono ‘puro design’: per il trasporto le opere vengono infatti disassemblate nei moduli originariamente predisposti da Calder e per ogni singolo pezzo, che dalla sua consueta collocazione tridimensionale deve essere adagiato in uno spazio bidimensionale, viene creato un letto con supporti e spessori affinché non subisca stress a livello meccanico, poiché se anche un singolo filamento dovesse stortarsi, altererebbe l’equilibrio dell’intera opera», spiega Sara De Bernardis, che Calder lo aveva già incrociato sulla sua strada anni fa, collaborando a una mostra della Fondation Beyeler, prima della sua esperienza alla Tate di Londra. Complessa è stata anche la gestione dell’illuminazione, sia quella artificiale, poiché l’ombra deve essere ‘pulita’ e non invasiva, cosa non semplice specialmente per le opere semoventi - sia quella naturale che per nel caso di pezzi dipinti a mano dallo stesso artista non può eccedere determinati livelli di lux, seppure la sensibilità sia inferiore a quella di quadri a olio o lavori su carta. Così per la punta dello spazio espositivo, coronato dalla grande finestra sul lago, benché i vetri siano schermati e con tanto di tende per proteggere dal sole diretto del mattino, sono state scelte due sculture, Red Lily Pads, 1956, e Funghi Neri, 1957, (in foto, in alto a sinistra) adatte addirittura agli esterni. «Successivamente, nel corso della mostra, il nostro principale compito è garantire il monitoraggio settimanale delle opere, approfittando di solito del lunedì, quando è chiuso il museo, per un controllo e, se necessaria, una spolveratura, per mantenerle in perfette condizioni», conclude Sara De Bernardis. Un fondamentale lavoro dietro le quinte, quello del suo dipartimento, cui spesso non si pensa, ancor più impegnativo per opere sfidanti da trasportare e allestire come queste.

durante la traversata, al largo del Guatemala visse un’esperienza ‘trasformativa’ svegliandosi al mattino mentre ai lati opposti dell’orizzonte nello stesso istante il sole sorgeva e la luna tramontava. La sensazione del movimento del sistema

solare che ne conservò, e più tardi i suoi entusiasmi per i modelli osservati nei planetari, infinita riecheggia nella cosmica armonia che è l’essenza delle sue opere.

Susanna Cattaneo

110 · TM Maggio 2024
Veduta dell’allestimento, “Calder. Sculpting Time,” MASI Lugano, Svizzera. Photo Luca Meneghel © 2024 Calder Foundation, NY / Artists Rights Society (ARS), NY © MASI / Photo Luca Meneghel

TEATRO DEGLI ARCIMBOLDI MILANO 16 - 17 OTTOBRE 2024

corporate@performancestrategies.it

iniziativa

visita il sito
Partner Official Hotel Official Bag Official Coffee Academic Partner Official Merchandising Official Language Services Official Lounge Technical Partner Main Sponsor Sponsor Official Airline Esperto di economia comportamentale Uno dei più grandi tennisti della storia DAN ARIELY BORIS BECKER Docente di management all’INSEAD ERIN MEYER Docente di Leadership e Management ad Harvard Già Chairman, Presidente e CEO IBM Sindaco di New York dal 2014 al 2021 GINNI ROMETTY AMY C. EDMONDSON BILL DE BLASIO MARCO TRONCHETTI PROVERA Pioniere della digital transformation JAY SAMIT ©SeaChange/ZachLipp Étoile della Scala, è il simbolo della danza italiana nel mondo MICHELE WUCKER BOLLE Autrice de Il rinoceronte grigio Presidente e Amministratore Delegato gruppo Tod’s DELLA VALLE ©LeonardoRinaldesi ©VitoLorusso ©MShirkPhotography AVIVAH WITTENBERG-COX Esperta di gender e generational balance Vice Presidente Esecutivo Pirelli ©SvenMandel ©FrontierPR ©RobBennett
theleadershipforum.it
e top manager SCOPRI LE CONDIZIONI RISERVATE AI LETTORI DI TICINO MANAGEMENT +39
L’intera
Il grande business event dedicato ai temi della leadership e del management che, da 13 anni, attrae migliaia di decision maker, imprenditori, CEO
02 241 67 241 |
formativa è finanziabile attraverso i principali Fondi Interprofessionali.

Il piacere di mettersi in viaggio

VW Multivan T7

Con il nuovo Multivan, Volkswagen introduce sul mercato un vero tuttofare, con grande variabilità nell’abitacolo, sistemi di assistenza intelligenti, numerosi servizi online, un comfort di guida elevato e propulsioni innovative, diesel 2.0 Tdi da 150 cavalli e hybrid turbobenzina 1.4 litri Tsi plug-in con un piccolo motore elettrico e potenza complessiva di 218 cavalli, accoppiati al cambio automatico Dsg, a 6 rapporti nelle versioni plug-in e a 7 rapporti per le altre. La nuova generazione sfoggia tante novità, è la prima a essere costruita appositamente per il trasporto passeggeri, adottando la stessa piattaforma di Golf e Caddy, anziché di un veicolo commerciale, rivoluzione che permette un equipaggiamento all’avanguardia, completo di tutti i più recenti dispositivi di sicurezza e assistenza alla guida. Il design riprende quello che ha contraddistinto fin qui la famiglia di van, ma data la sua vocazione Mpv, si ammorbidiscono le forme squadrate tipiche dei veicoli commerciali. Il muso, proteso in avanti come nel T4, è ben suddiviso in due sezioni, separate da un elemento orizzontale con gruppi ottici e, al centro, lo stemma VW.

L’abitacolo è la zona più rivoluzionata, con interni curati che ricordano le più recenti vetture del marchio tedesco, discostandosi parecchio dall’aspetto che contraddistingueva i vecchi Transporter dall’animo commerciale.

Sulla plancia spiccano il display dell’infotainment da 10 pollici e la strumentazione Digital CockpitPro, che spunta dietro al volante multifunzione a tre razze in pelle con bilancieri. Le dimensioni sono generose, come ci si aspetta da un veicolo che punta su praticità e spazio a bordo fino a 7 persone. È lunga 4 metri e 97, alta 1,90 e larga 1, 94 e regala tutto lo spazio necessario a bordo. In configurazione 7 posti rimane uno spazio di 496 litri nel bagagliaio, che raggiunge i 1.844 litri abbattendo la terza fila di sedili.

Le vacanze in auto rimangono le predilette da molti: niente code ai check-in né orari da rispettare, niente dieta stretta per le valigie, ... Ecco qualche modello particolarmente indicato, all’insegna dello spazio, per passeggeri e bagagli, e del piacere di guida.

Per aumentare la versatilità del Multivan, in seconda fila ha solo due sedili, scorrevoli su binari per tutta la lunghezza aumentando a piacimento lo spazio a disposizione. Sono inoltre separati da un bracciolo con portabicchieri e tavolini ripiegabili, uno per passeggero. I tre posti rimanenti sono ospitati dalla panca in terza fila, spostabile a piacimento grazie allo stesso sistema di binari.

Al comfort pensa il climatizzatore a tre zone di serie e, per chi è alla guida, i diversi sistemi di assistenza.

Tre gli allestimenti disponibili, ‘Space’ come versione base, ma già con fari led, chiusura centralizzata con Keyless start, sensori parcheggio, vetri oscurati e molto ancora. ‘Life’ che include cerchi in lega 18 pollici e maggiori dotazioni in fatto di comfort e tecnologia come supporto lombare elettrico, portellone con chiusura servo-assistita, 4 Usb posteriori, mentre ‘Style’ è la versione top di gamma riconoscibile per i fari Led Matrix IQ e comprende porte scorrevoli elettriche, retrocamera, luci dinamiche di svolta, sedili in pelle riscaldabili davanti, antifurto volumetrico e molto altro ancora. A partire da 54.820.- franchi.

112 · TM Maggio 2024
società /auto

Mercedes E400e 4Matic

Anche l’undicesima generazione della Mercedes Classe E rimane fedele a sé stessa ma con passo più lungo di 22 mm e lunghezza totale di 4,95 m, calandra affogata nel nero come le sorelle elettriche, occhi più affilati, solito cofano importante e un incredibile coefficiente aerodinamico con 0,23 di Cx. Anche la parte posteriore è molto riuscita: affilata, armonica, sexy, con stelle a led per le luci e lateralmente risulta ben bilanciata con linee molto pulite e il bagagliaio come sempre generoso, con 540 litri, ma un po’ meno nelle motorizzazioni ibride plug-in. Basta sfiorare le maniglie a scomparsa e fuoriescono, preludio del bagno di tecnologia interna, dove un megadisplay futuristico riempie l’intera plancia e anche il passeggero ha il suo, dove guardarsi un film. Debutta la chiave digitale con smartphone Apple o Apple Watch, dal quale si gestisce tutto con condivisione dell’auto fino a 16 persone. Infotainment MBux evoluto e intuitivo, megatunnel centrale, sedili ultraimbottiti e filamenti luminosi che si animano al ritmo della musica con un impianto hi-fi di eccelsa qualità. Stesso livello dietro, con anche generoso spazio. Insomma, la Classe E alza l’asticella e sembra aver a che fare con la Classe S.

Le versioni ibride E 300 e 400 hanno una batteria da 25,4 kWh con motore elettrico da 129 cavalli per un’autonomia in puro elettrico di oltre 100 km dichiarati Wltp. La fluidità generale conquista. Il silenzio a bordo è totale e la capacità delle sospensioni - nel nostro caso pneumatiche - sconvolgente. La voce ‘Comfort’ merita cinque stelle. Autonomia totale superiore a 1.000 km e tempi di rifornimento in secondi, più che in minuti. Trovarle un difetto è praticamente impossibile.

Passando alla modalità ‘Sport’ cambia carattere con sterzo più duro, sospensioni più rigide, motore più vispo e ruote posteriori sterzanti che permettono di affrontare le curve con vivacità incredibile. Uno strumento perfetto per macinare chilometri, per piacere o per lavoro.

Scatto da ferma ai canonici 100 km/h in soli 5,3 secondi fino una massima autolimitata di 250 km/h con un consumo medio di 0,9 litri e 21,5 kWh a batteria carica. A partire da 90.800.- franchi.

Jaguar XF Sportbrake 300 Ultimate Edition

Le dinamiche Jaguar XF Berlina e XF Sportbrake hanno un design decisamente britannico e contemporaneo, un’ottima ingegneria automobilistica e, dopo l’ultimo aggiornamento, mostrano un nuovo look caratterizzato da esterni migliorati, interni rinnovati con nuovi materiali di lusso, come le finiture con impiallacciature in legno a poro aperto e l’alluminio, nonché tecnologie connesse ben integrate nel veicolo.

Ottime performance, un comportamento su strada di riferimento, eleganza associata alla sportività e vano bagagli ben sfruttabile sono alcune peculiarità della nuova XF Sportbrake, che abbiamo provato nella nostra testcar da 300 cavalli. Nella versione Sportbrake, le belle linee si sposano anche con la funzionalità, come il portellone elettrico per accedere al baule da 565 a 1.700 litri. Le finiture accurate proseguono all’interno con atmosfera tipicamente Jaguar. Monta un 2.0 Turbo da 300 cavalli che scatta in 6,2 secondi da ferma ai 100 km/h, autolimitata a 250 km/h con un consumo medio di 8,7 litri. Prezzo a partire da 94.500.- franchi.

Maggio 2024 TM · 113
300 Ultimate Edition Mercedes E400e 4Matic
Jaguar XF Sportbrake

Un anno con noi

Edizione dopo edizione, in dialogo con i protagonisti, per approfondire l’attualità economica e finanziaria, e per raccontare tradizione e tendenze, dall’arte al lifestyle

Abbonamento annuale

Ticino Management (9 edizioni)

100.- Chf

Abbonamento annuale

Ticino Management Donna (4 edizioni)

35.-

Chf

In combinazione

Ticino Management + Ticino Management Donna

125.- Chf

PER ABBONARSI

abbonamenti@eidosmedia.ch

Editore

Eidos Swiss Media Sagl • Via Lavizzari 4 - 6900 Lugano • info@eidosmedia.ch

Redazione

Via Lavizzari 4 - 6900 Lugano • Tel. 091 735 70 00 • redazione@eidosmedia.ch

Pubblicità

Tel. 091 735 70 00 · pubblicita@eidosmedia.ch

Abbonamenti

Annuo franchi 100.- (9 numeri) • Estero: supplemento postale • Tel. 0041 91 735 70 00 • abbonamenti@eidosmedia.ch www.eidosmedia.ch

Vanguard® VALUETOINVESTORS

Comunicazionedimarketing.

Riservatoagliinvestitori professionali.

Ilvaloredegli investimenti eilredditoda essiderivante possono diminuire oaumentare egli investitoripotrebberorecuperareun importo inferiorea quelloinvestito.

*IlTER mediodegliETFVanguardinEuropa è 0,12%rispettoallamedia europeadi 0,23%. Fonte:ETFGI,al 31dicembre2023.

PubblicatodaVanguard lnvestments SwitzerlandGmbH. © 2024Vanguardlnvestments Switzerland GmbH.Tutti idiritti riservati.

Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.