Ticino Management: Dicembre 2023/Gennaio 2024

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Anno XXXV n. 12 • Dicembre 2023 Svizzera: Fr. 12.-

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Estero: Ume 10 Euro Regno Unito: Gbp 9,00; Us: Usd 10,00

Intelligenza Artificiale Curiosità d’evoluzione Outlook

Si prospetta un anno di volatili opportunità

Cultura

Vienna, 150 anni dopo l’esposizione universale

Aziende

IoT e dal 1913: innovazione in casa

Regali

Iconiche meraviglie

Ricerca

Accordo all’orizzonte, collaborare per eccellere

Hôtellerie

Storie di famiglia: ospitare è tradizione




Quiet, impressive. L’Audi Q8 e-tron completamente elettrica. Con un’autonomia fino a 571 km (WLTP). Future is an attitude

Audi Q8 55 e-tron advanced quattro, 408 CV, 23,4 kWh/100 km, 0 g CO₂/km, Cat. C

A B C D E F G

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ISSN 1664-3798

Società Editrice Eidos Swiss Media Sagl Via Lavizzari 4 - 6900 Lugano EIDOS GRAY #8a8d8e C:0 M:0 Y:0 K:57 R:137 G:140 B:142 PANTONE 877

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Susanna Cattaneo · scattaneo@eidosmedia.ch Giulio De Biase · gdebiase@eidosmedia.ch Mirta Francesconi · mfrancesconi@eidosmedia.ch Simona Manzione · smanzione@eidosmedia.ch Andrea Petrucci · apetrucci@eidosmedia.ch Emanuele Pizzatti · epizzatti@eidosmedia.ch Maria Antonietta Potsios - mapotsios@eidosmedia.ch Eleonora Valli · evalli@eidosmedia.ch Hanno collaborato a questo numero Ettore Accenti, Edoardo Barbieri, Simona Galli, Nikol Marincic, David Mülchi, Fabio Nicoli, Frank Pagano, Stelio Pesciallo, Carlo Secchi, Thoma Zara Progetto e coordinamento grafico Veronica Farruggio · grafica@eidosmedia.ch Pubblicità Coordinamento interno pubblicita@eidosmedia.ch · Tel. 091 735 70 00 Agenzia esterna Claus Winterhalter · winterhalter@ticino.com Coordinamento Produzione Roberto Musitano · rmusitano@eidosmedia.ch Abbonamenti abbonamenti@eidosmedia.ch Annuo franchi 100.- (9 numeri, 3 bimestrali) Estero: supplemento postale Tel. 0041 (0)91 735 70 00 Logistica e amministrazione amministrazione@eidosmedia.ch Chiusura redazionale: 5 dicembre 2023


Editoriale

Stay hungry, stay foolish Caro lettore, l’Intelligenza Artificiale, cui è dedicato a più riprese quest’ultimo numero dell’anno, è una rivoluzione iniziata decenni fa e che al pari di molte altre sta infine venendo allo scoperto. Si tratta di un filone cui nel corso degli anni, dal 2016, Ticino Management ha sempre dedicato un occhio di riguardo. Non di meno, avrà nel corso dei prossimi anni, probabilmente mesi, un impatto decisivo sulla quotidianità delle società moderne, e un po’ attempate, degli Stati avanzati. È vero, a tutti gli effetti si può parlare di rivoluzione, di una svolta storica rispetto agli ambiti più vari e insospettabili, al tempo stesso è una semplice evoluzione di quello che negli anni si è definito ‘Terziario avanzato’. Non scompariranno decine di milioni di posti di lavoro, a patto di non aspettare l’inesorabile gingillandosi, ma più che qualcosa cambierà. E se affinché tutto resti uguale, tutto deve cambiare, rileggendo in chiave nemmeno troppo moderna lo spirito siciliano del Gattopardo? La vera domanda è però: cosa farà la differenza? Cosa salverà capra e cavoli? La curiosità, la vera abilità che non può essere appresa in un corso, ma che mai come prima sarà fondamentale. Quindi, sarà necessario essere aperti al cambiamento, adattarsi alle mutate circostanze, accogliere l’innovazione con trasporto, senza chiudersi inutilmente a riccio, nella vana speranza che tutto passi, e resti uguale. Eppure, non è ancora detto chi sia Intelligente e chi invece Artificiale! Accanto a quella che è dunque un’evoluzione, la tradizione, in vista delle festività di fine anno. Il classico appuntamento con i Regali, e l’altrettanto classico Outlook finanziario, che cerca di delineare scenari, e non tanto previsioni, passando per i nodi tutti da sciogliere di Berna con Bruxelles. Un’altra saga infinita. Senza dimenticare il territorio, e i secoli di onorato servizio maturati da Lugano nell’hôtellerie, quello che è divenuto un vero e proprio patrimonio culturale.

Federico Introzzi


S PA R K S O F F I R E L’eleganza scintillante che ispira

gubelin.com


sommario /dicembre 2023 - gennaio 2024 Cover Story

p. 26

Rivoluzione evolutiva

L’Intelligenza Artificiale ha tutte le carte in regola per rivoluzionare gli equilibri del mondo nei prossimi anni. Il cambiamento deve essere accolto con curiosità e flessibilità, e non sarà un problema. In caso contrario qualcosa...

Da sinistra, Igor Ciminelli, Managing Director di Titan, Marc Beierschoder, Managing Partner Ai & Data di Deloitte Switzerland, Stefan Klauser, Ceo di Aisot Technologies, Tommaso Migliore, Ceo di MdotM.

Opinioni

Osservatorio

14 Edoardo Barbieri. Si preannuncia un 2024 frizzante: faville sui mercati, tassi e inflazione in discesa e incognite geopolitiche. 16 Stelio Pesciallo. A quali rischi penali è esposto il compliance officer? 18 Ignazio Bonoli. L’accordo sulla tassazione globale minima delle grandi multinazionali rimane per ora su carta. 20 Fabio Nicoli. La gravità del reato può legittimare l’uso di prove acquisite illecitamente. 22 Carlo Secchi. Il lavoro ibrido si sta imponendo come nuovo standard, ma richiede specifici accorgimenti. 24 Ettore Accenti (in foto). L’Ia è destinata a rimettere in discussione molte certezze della modernità.

75 Sfama. I fondi svizzeri. 76 Macro. Va delineandosi un anno volatile, ma positivo, a pesare politica e geopolitica. 78 Macro (a lato, Marco Piersimoni). È guardando al prossimo lustro che ci si dovrebbe porre qualche domanda. Cosa è meglio fare? 80 Bond. Bisogna essere pronti a intercettare le occasioni nei governativi. Non è ancora il momento, ma la velocità è tutto in queste delicate fasi di mercato. 88 Tassi. La curva dei rendimenti americana è un mistero tutto da sciogliere. Cosa le sta succedendo? 92 Mercati. I fattori che determinano le dinamiche dei mercati sono rimasti gli stessi degli ultimi anni, ma la reazione dei mercati potrebbe essere diversa.

Economia

Eureka

36 Testimonianze. Se la Svizzera è incontrastata leader di innovazione, anche la Spagna non sfigura per incentivi a start up e Pmi. 46 Immobiliare. Un 2023 da incorniciare per la Lugano della Cultura. 52 Aziende. Sostenere le aziende elvetiche nell’espansione e nello sviluppo del business all’estero.

55 Editoriale. Il sesto capitolo. 56 L’imprenditore. Concretezza, pragmatismo e una visione fuori dagli schemi: la formula di una filosofia imprenditoriale di successo. 58 Start up. Le analisi sui dati distribuiti promettono di ridurre drasticamente i costi di ricerca, assistenza clinica e innovazione tecnologica.

6 · TM Dicembre 2023

62 Lo studente. Tre esempi giuridici di regolamentazione crypto per un ecosistema propizio e sicuro. 64 Digitale. La giornata tipo di un medico nel metaverso dimostra come realtà aumentata e Ia possono modificare la quotidianità. 65 Crypto. Con il diffondersi di Bitcoin crescono anche gli scettici che lo ritengono destinato a fallire. Ma si tratta di critiche facili da sfatare.


Collaborare ed eccellere

p. 38

Guida ai Regali

p. 98

Lo stallo politico nei rapporti tra Berna e Bruxelles frena la ricerca svizzera, per cui è essenziale tornare a pieno titolo nei programmi europei. A lato, Ambrogio Fasoli, Direttore dello Swiss Plasma Center.

Un’ampia e accurata scelta di idee e proposte per le Festività, sintesi perfetta di tradizione e innovazione, nel segno del savoir-faire e dell’esclusività. A lato, Patek Philippe, Ref. 5968R-001.

Principi di casa

Storia di tradizioni Protagonisti indiscussi sin dal Dopoguerra sono gli elettrodomestici ad aver guidato un’inedita rivoluzione. Che tuttora continua guardando a IoT e sostenbilità. A lato, Peter Spirig, Ceo di V-Zug.

Lugano ha accumulato centinaia di anni di esperienza nel settore dell’ospitalità che si è ormai fatta tradizione. A lato, Ivan Zorloni, General Manager del Grand Hotel Villa Castagnola.

p. 121

p. 42 Outlook 2024

150 anni più tardi

Si prospetta un anno ricco di opportunità, e di altrettanto grandi insidie e timori. A lato, Clémentine Gallès, Capo economista di Société Générale Private Banking.

Fallimentare a livello finanziario, l’Esposizione universale del 1873 è all’origine del processo che ha fatto di Vienna una moderna metropoli. Sotto, la Rotunde, fulcro dell’area espositiva.

p. 104

p. 75

Finanza 66 68 70 94

Analisi. L’indice Pmi delle Pmi svizzere, tra luci e ombre. Analisi. Wealth Management sta evolvendo, e molto in fretta. Fondi. La microfinanza è un segmento d’investimento d’interesse. Macro. Alla base di strane dinamiche di mercato potrebbero esserci i germi di qualcosa di rischioso.

Cultura & Società 108 Design. È la natura stessa a ispirare le forme di un designer che cesella e plasma il re dei pianoforti. 112 Arte. L’ineguagliabile Léonard Gianadda ha portato la Svizzera tra le grandi destinazioni europee. 114 Mostre. Il sodalizio tra Depero e Clavel è al centro di una mostra del m.a.x. museo di Chiasso.

Musica. Tre pietre miliari che hanno segnato la storia dei musical arrivano a Lugano. 126 Enogastronomia. Ricette e spunti per le festività. 116

Rubriche 10 Appuntamenti 128 Auto Dicembre 2023 TM · 7


sommario digitale /dicembre 2023

Cover story L’Intelligenza Artificiale è davvero destinata a rivoluzionare il mondo?

Economia Tutti gli articoli dedicati all’analisi di temi economici dalle aziende alla consulenza.

Finanza Riflettori accesi su indipendenti, banche e asset management.

Cultura I protagonisti del grande mondo dell’arte, della cultura e del lifestyle.

Opinionisti Le voci degli esperti che accompagnano i lettori con costanza.

Eureka La nuova sezione dedicata all’innovazione, alla tecnologia e al Venture Capital.

Outlook 2024 La rubrica di approfondimento finanziario si amplia.

Eventi La sezione web-only dedicata a pre e post eventi.

Speciali Due Speciali per chiudere in bellezza l’anno: Regali e Hotellerie.

BOVET Récital 20 Astérium Proclamato miglior orologio astronomico del mondo al Grand Prix d'Horlogerie de Genève (GPHG) 2023

La perfetta guida dell’internauta. Un vivace dialogo è iniziato, da un lato Ticino Management cartaceo dall’altro suo fratello minore digitale, l’obiettivo? Che siano sempre più connessi. Tra l’uscita di un’edizione e la successiva tutti gli articoli del cartaceo saranno pubblicati a cadenza regolare, insieme a contenuti studiati appositamente per essere nativamente digitali.


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appuntamenti

di Mirta Francesconi

Bottega di Pieter van Aelst su disegno di Raffaello, La morte di Anania, editio princeps dalla serie Atti degli Apostoli, ante 1521, lana, seta, fili dorato, eccezionalmente a Vienna dai Musei Vaticani.

© Governatorato SCV – Direzione dei Musei Vaticani.

gli sviluppi stilistici, in particolare sulle tappezzerie fiamminghe. Le composizioni furono riprese da artisti famosi come Barend van Orley, Michiel Coxcie e Pieter Coecke van Aelst. Quest’ultimo ha contribuito, tra l’altro, a disegnare la spettacolare serie dei Sette peccati capitali, che raramente viene esposta e costituisce un altro punto di forza di questa mostra. Kunsthistorisches Museum Wien Tutti i giorni, 10-18; Gi 10-21 Fino al 14 gennaio 2024

Vienna Raffaello. Oro e seta Il Kunsthistorisches Museum dedica la sua grande mostra in chiusura del 2023 a un medium che si intreccia con la celebrazione e il prestigio del Rinascimento: gli arazzi monumentali, che per aristocrazia e Chiesa cattolica divennero pregiato strumento di propaganda. La loro natura lussuosa è già espressa dall’uso di materiali costosi come fili d’oro e d’argento, seta e lana, nonché dai molti anni e dai grandi costi richiesti per la loro produzione, realizzati da pochi laboratori specializzati. La collezione di arazzi del Kunsthistorisches Museum, provenienti da ex possedimenti imperiali, è tra le più significative del suo genere a livello mondiale, con 750 pezzi in ottimo stato di conservazione. Al centro dell’attenzione è la serie di dieci raffigurazioni di vita e atti degli apostoli San Pietro e San Paolo commissionata da Leone X a Raffaello per la Sistina, poi magistralmente tradotti in tessuto dalla bottega di Bruxelles di Pieter van Aelst, editio princeps da cui giunge a Vienna l’impressionante La morte di Ana-

Una fra le più rare e celebri raffigurazioni di pranzi di sovrani italiani: Domenico Cresti, Banchetto di nozze di Ferdinando di Toscana e Cristina di Lorena, 1589, olio su tela, 150,5 x 205,5 cm, Vienna, Kunsthistoriches Museum. 10 · TM Dicembre 2023

nia, prestato dai Musei Vaticani, affiancata dalle repliche qui conservate, realizzate a Bruxelles intorno al 1600 a partire dai cartoni originali dell’artista. Nessuna serie di arazzi è stata replicata così frequentemente come gli Atti degli Apostoli su disegno di Raffaello, con quasi cinquanta edizioni create nel corso dei secoli da manifatture fiamminghe, inglesi e francesi. Tra queste, proprio gli arazzi conservati a Vienna e tessuti a Bruxelles intorno al 1600. Muovendo da qui, la mostra ripercorre la forte influenza che le composizioni di Raffaello ebbero su-

Torino Sovrani a tavola La Reggia di Venaria conclude il suo 2023 dedicato al tema del ‘cibo’ con una grande mostra emblematica fin dal titolo: Sovrani a tavola. Pranzi imbanditi nelle corti italiane. Oltre duecento tra dipinti, arredi da tavola, splendidi servizi in porcellana e d’argento provenienti dalle principali corti italiane che documentano l’affascinante e curiosa storia dei pranzi di papi, principi e re, uno dei momenti che l’immaginario collettivo abbina solitamente alla vita delle corti, ma che molto raramente è stato trattato dai pittori.


Milano Jimmy Nelson. Humanity Con le sue fotografie, Jimmy Nelson celebra la diversità culturale incontrata nei suoi viaggi a contatto con le miriadi di comunità di Papua Occidentale, Tibet, Africa, Siberia, Bhutan o altre zone del pianeta, invitando ad accoglierne la bellezza intrinseca con il suo potere trasformativo. Nei lunghi soggiorni nelle zone più remote della terra, il fotografo inglese stabilisce un profondo legame con gli indigeni, prestando meticolosa attenzione alle caratteristiche culturali delle popolazioni che ritrae, enfatizzando l’unicità e la bellezza di ognuna. Le sue composizioni sono sinfonie visive, dove l’elemento umano è armonizzato con l’ambiente naturale, trasmettendo un senso di profondo rispetto. La perfezione stilistica raggiunta è frutto di una lunga ricerca, abilità tecnica, sperimentazione e pazienza. Attraverso 65 fotografie di grandi dimensioni (alcune di 2 x 3 metri) appartenenti ai suoi cicli più famosi, la mostra prodotta da Palazzo Reale e Skira Editore documenta l’evoluzione creativa dell’autore e, al contempo, le tante culture indigene a rischio di scomparsa delle quali testimonia usi e costumi tradizionali che si sono eccezionalmente preservati in un pianeta sempre più globalizzato e facendo emergere anche le loro emozioni. Palazzo Reale Ma-Do, 10-19.30; Gi, 10-22.30 Fino al 21 gennaio 2024

© Jimmy Nelson B.V.

Grazie a una ricerca ampia e inedita, la mostra intende proprio raccontare le tavole reali nella loro rappresentazione simbolica e nelle pratiche quotidiane che hanno mantenuto influenze fino ai giorni nostri. La narrazione si sviluppa su una lunga cronologia, organizzata in tre sezioni suddivise in 14 sale, che dai banchetti delle corti tra Cinque e Seicento giunge sino ai pranzi del Quirinale sabaudo. Un viaggio stimolante tra “usi e sapori” rappresentati nelle diverse epoche, secondo differenti tradizioni dinastiche, reso possibile grazie alla collaborazione con le più importanti ex residenze reali d’Italia, insieme a quelle di molti altri musei italiani ed europei che hanno prestato le loro preziose opere. La Venaria Reale Ma-Ve, 9.30-17; Sa-Do, 9.30-18.30 Fino al 28 gennaio 2024

Ginevra Être(s) ensemble

Possono specie diverse comunicare e comprendersi a vicenda? Nel tentativo di rispondere a questa domanda, il Museo di Etnografia di Ginevra presenta sei relazioni speciali create tra uomini, piante e animali. Oggi siamo costretti a riconsiderare il nostro posto nel mondo. Da un lato, la questione della nostra responsabilità è pressante a causa di trasformazioni, addomesticamenti e predazioni che abbiamo imposto all’ambiente e ai suoi abitanti non umani. Dall’altro, la vicinanza dell’uomo alle altre specie è molto più importante di quanto si possa pensare e non si limita agli aspetti biologici dell’esistenza. Le culture tradizionali, comprese quelle europee, hanno sempre attribuito grande importanza alle interazioni tra uomini, animali e piante. Per affinità, passione, professione o desiderio di conoscenza, l’uomo cerca di tradurre

Sopra, Jimmy Nelson, Marquesans, Hakahau, Mount Oave, Ua Pou, Isole Marchesi, Polinesia francese, 2016.

i segnali della natura nella speranza di renderli più comprensibili. Le sei storie raccontate dal Meg dimostrano che comunicare con la natura non è una cosa banale. Che si tratti di un fotografo naturalista e di una volpe, di una mucca e del suo allevatore o di un tartufaio, del suo cane e del tartufo... Questi nuovi orfei meritano di essere conosciuti. Le loro azioni, i loro metodi e le loro intenzioni sono fatte di sfumature, contraddizioni e talvolta zone d’ombra, e dimostrano che stare insieme non solo è possibile, ma anche auspicabile. Musée d’ethnographie de Genève Ma-Do, 11-18 Fino al 7 gennaio 2024

Cerfs sika, Cervus nippon, metà XX sec., cartapesta, giocattoli, Giappone, Donazione Léon Weber-Bauler 1960.

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12 · TM Dicembre 2023

Tra i membri fondatori della Stiftung für die Photographie (oggi Fotostiftung Schweiz), creata a Zurigo nel 1971, che ha co-diretto fino al 1986, Rosa Helene Mandel ha dato un contributo fondamentale alla valorizzazione e alla promozione della fotografia in Svizzera. Furono i genitori socialisti e politicamente attivi - mamma di nazionalità ceca, papà ungherese - a plasmarne la carriera: dopo la fine della guerra e il completamento del percorso formativo come maestra d’asilo, Rösli si spinge oltre le mura di casa per contribuire alla ricostruzione. Nel 1946, Rosellina come la chiamano in Italia - e Werner Bischof si conoscono a Milano. Oltre alla volontà di impegnarsi in cause umanitarie, condividono una spiccata sensibilità per l’arte e la fotografia. Tornati in Svizzera, si sposano nel 1949. Quando Werner muore nel 1954 durante un reportage, Rosellina ne mantiene viva l’eredità. Dal 1956 al 1968 è direttrice dell’agenzia fotografica Magnum Photos Schweiz di Zurigo. Rosellina concepisce la fotografia come un linguaggio universale e si sforza di creare uno scambio internazionale e portarla al pubblico. Nel 1963 sposa il fotografo della Magnum René Burri, proseguendo nel suo impegno. Il suo lavoro di mediazione le consentirà fra l’altro di allestire la prima galleria fotografica permanente in un museo d’arte svizzero, la Kunsthaus Zürich. Oggi è la Fotostiftung Schweiz a ricordare “Rösli”. La mostra presenta l’affascinante opera di questa pioniera. Parallelamente, la Fotostiftung espone con la mostra Werner Bischof – Unseen Colour l’opera a colori in gran parte sconosciuta del celebre fotografo svizzero. Fotostiftung Schweiz Ma-Do, 11-18; Me, 11-20 Fino al 28 gennaio 2024

Sopra, Galleria Vittorio Emanuele in tutto il suo splendore a inizio anni ’50, in questa veduta dall’alto, caratteristica della cifra stilistica di Mario De Biasi, in mostra al Museo diocesano di Milano, sua città d’elezione. Sotto, una pioniera nella promozione della fotografia svizzera e in Svizzera, Rosellina, qui ritratta dal primo marito, il fotografo Wener Bischof sulla spiaggia di Rimini nel 1947.

© Werner Bischof Estate / Magnum Photos

Nel centenario dalla nascita e a dieci anni dalla scomparsa, il Museo Diocesano di Milano rende omaggio a Mario De Biasi con una Edizione Straordinaria che raccoglie una serie di scatti iconici dedicati alla sua città d’adozione. Cento fotografie, per la maggior parte vintage, provini e scatti inediti, realizzate in quasi settant’anni di carriera da uno degli autori più apprezzati del secondo Novecento italiano. Uno sguardo lucido ed evocativo al tempo stesso, capace di narrare con immediatezza e originalità un momento controverso della storia d’Italia. Nelle trame ordinate dei suoi scatti si leggono infatti i cambiamenti storici e culturali del Paese, che negli anni ’50 e ’60 andava assestandosi su una rinnovata identità culturale. Nella capitale lombarda trova il suo soggetto preferito, scoprendo, a piedi o in bicicletta, tutto il tessuto urbano, dal centro alle periferie. Nascono qui alcuni dei suoi cicli più famosi, come quello dedicato al Duomo e ai suoi frequentatori. L’approccio autoriale di De Biasi si arricchisce dell’acume giornalistico nel 1953, come fotoreporter di Epoca, rivista iconica, ideata sul modello dei periodici statunitensi illustrati, di cui facevano parte, tra gli altri, Aldo Palazzeschi, Cesare Zavattini, Bruno Munari ed Enzo Biagi. Sempre in grado di garantire “la foto giusta”, dai terreni di guerra agli incontri con grandi personaggi tra intellettuali, attrici e artisti. La mostra si chiude con una preziosa selezione dai suoi viaggi extra europei: dall’Africa alla Rivoluzione di Budapest, dal Giappone alla Siberia a New York, fino ai preparativi per l’allunaggio dell’Apollo 11. Museo Diocesano Carlo Maria Martini Ma-Do, 10-18; Fino al 18 febbraio 2024

Winterthur Rosellina - Vivere per la fotografia

© Mondadodori Portfolio

Milano Mario De Biasi e Milano


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opinioni /il cio

Gli ultimi saranno primi Quello che si preannuncia sarà un 2024 molto frizzante, segnato da tassi e inflazione in discesa, e faville sui mercati. A pesare anche Politica e geopolitca.

P

remetto che il seguente è frutto di una forte convinzione personale e non rappresenta la view ufficiale della società. Aggiungo inoltre che quest’anno ho deciso di non leggere un outlook di mercato in quanto ritengo che le banche di investimento facciano fatica a indovinare qualcosa, docet 2023. Non penso di essere assolutamente più bravo ma ho sviluppato idee ferme e precise sui mercati nel 2024. Mi attendo di vedere un mercato forte in Equity e Bond dovuto a tassi e inflazione in discesa, una Fed più dovish delle attese, dollaro debole, soft landing dell’economia americana confermata, forte liquidità nel sistema, una possibile risoluzione del conflitto ucraino e soprattutto elezioni presidenziali negli Stati Uniti. Proprio quest’ultimo sarà il cardine, nessun presidente vuole correre alle elezioni con un mercato negativo in quanto un terzo dei flussi del mercato Equity americano è rappresentato dai retailer. Inoltre, ci sono circa 6 trilioni di dollari in fondi monetari, ai massimi di sempre, che attendono di essere investiti. La liquidità presente nel sistema è ancora molto elevata. Il quantitative tightening della Fed ha ridotto di soli 1,15 trilioni il bilancio, lasciando un margine di 3,65 per tornare alla fase pre-Covid. Chiaramente sarà impossibile completare questo processo senza rompere qualcosa, eventualità che nessuno a Washington desidera. Altro fattore cruciale è il tema tassi di interesse. Circa 6 investitori su 10 sono convinti che scenderanno nel 2024. Essere short tassi e quindi long duration è diventato il crowded trade più popolare dell’anno venturo. Inoltre vi è un grande maturity wall tra il 2025 e il 2028, ovvero molte società small-mid cap e high yield 14 · TM Dicembre 2023

dovranno rifinanziarsi, e nessuno vuole vedere delle zombie company rischiare di fallire indebitandosi all’8/9%. Da metà 2023 vi è una forte correlazione tra i tassi americani e l’Equity, ciò implica che l’anno prossimo l’azionario salirà. Si prospetta un bull market pluriennale, spinto dal taglio dei tassi della Fed, che inizierà proprio dalle parti del mercato che hanno subito molto i tassi e sono altamente correlate al loro andamento. Quindi dove investire?

«Ci sono circa 6 trilioni di dollari in fondi monetari, ai massimi di sempre, che attendono di essere investiti. La liquidità presente nel sistema è ancora molto elevata. Il quantitative tightening della Fed ha ridotto di soli 1,15 trilioni il bilancio, lasciando un margine di 3,65 per tornare alla fase pre-Covid, il che è impossibile» L’America rimane il vero unico mercato di riferimento per valutazioni e fondamentali. Lo S&P500 non è assolutamente expensive a patto di non considerare le sette magnifiche megacap Tech, anzi è da comprare. Le small cap che hanno sofferto molto i timori della recessione e i tassi saranno uno dei cavalli vincenti del 2024. In aggiunta, tutta la parte dell’azionario long duration, quali il fondo Ark di Cathie Woods, l’unprofitable tech, weak balance sheet, crypto etc. saliranno fortemente qualora il decennale scenda al 3-3,5%. A resistere sarà la sovraperformance dello stile Growth contro il Value e l’ascesa in

Edoardo Barbieri, Cio di Colombo Wealth a Lugano.

capitalizzazione di mercato dei Ny Faang. Sarà interessante vedere se vi sarà un catch up dei difensivi che hanno sottoperformato molto, ma rimango molto positivo ad esempio sul Pharma, un trend secolare. Un altro punto di domanda è rappresentato da tutti quei settori che sono fortemente correlati alla risoluzione del conflitto ucraino, un avvenimento che ci si augura accada il prima possibile ma che porterebbe un forte push sull’azionario essendoci un intero Paese da ricostruire e molti trilioni da mettere al lavoro. Sul tema crypto, rimango molto bullish sul Bitcoin, asset ultimamente decorrelato al mercato azionario e che potrebbe tornare sui massimi proprio l’anno prossimo. Per il reddito fisso è ora l’ultima vera finestra disponibile per allungare le duration in media fino 2033-2035, scegliendo anche qualche perpetuo e Tier2, per aumentare il carry. Investirei prevalentemente in Ig, in quanto, sebbene la recessione in America non dovrebbe arrivare, vi è comunque un forte maturity wall e qualora i tassi non scendano le imprese più rischiose e indebitate si troverebbero in notevole difficoltà. C’è invece molta incertezza sulle commodity, la congiuntura non aiuta ma gli investitori sono molto scarichi e si potrebbe quindi vedere un reversal. Sulle valute, si vede un franco sempre molto forte, inarrestabile a causa delle decisioni di politica monetaria della Bns, e un dollaro che inevitabilmente e inesorabilmente si deprezzerà fortemente qualora queste previsioni fossero corrette. In bocca al lupo a tutti per l’anno futuro.



opinioni/il consulente legale

La regola del sospetto Il compliance officer e il rischio di punibilità per riciclaggio, carente diligenza in operazioni finanziarie e violazione dell’obbligo di comunicazione.

U

na figura che ha assunto sempre maggiore rilievo nella gestione delle imprese, soprattutto quelle finanziarie, è quella del Compliance Officer. All’accresciuta presenza si accompagna una maggior responsabilizzazione in certe fasi decisionali e di conseguenza un accrescimento dei rischi, segnatamente di natura penale, nei quali può incorrere. Nel settore finanziario l’attività del compliance officer è strettamente legata alla lotta contro il riciclaggio di denaro, come statuito nella relativa Ordinanza della Finma, alla quale sono sottoposte ora tutte le imprese di intermediazione finanziaria. La legge prevede tre normative penali: nel Codice penale con l’art 305bis la punibilità dell’attività di riciclaggio in quanto tale e con l’art 305ter cpv. 1 la punibilità della carente diligenza in operazioni finanziarie; mentre la Legge sul riciclaggio di denaro punisce con l’art 37 la violazione dell’obbligo di comunicare all’autorità il sospetto concreto di riciclaggio. Come rilevato in un approfondimento dottrinale di Katia Villard apparso nel Febbraio 2021 nella Rivista svizzera di diritto economico e finanziario (Swr/Rsda 2/21) questa punibilità non si applica indistintamente in tutti i ruoli del compliance officer ma solo in quelli in cui la sua responsabilità era determinante nel caso concreto al fine della lotta al riciclaggio e ciò a dipendenza della ripartizione delle responsabilità nell’ambito dell’impresa. Egli si rende pertanto punibile qualora resti inattivo a fronte di transazioni sospette riguardanti fondi che dovessero risultare di origine criminale. In questo caso si tratterebbe quindi di punibilità per omissione. Avendo per compito il dovere di chiarificazione su transazioni poten16 · TM Dicembre 2023

zialmente sospette, il compliance officer assume la posizione di garante dell’intermediario finanziario in quanto designato dalle normative legali attore principale nelle prese di decisione in materia di lotta al riciclaggio. Competenza ulteriormente accresciuta, se a questo servizio viene delegata dalla direzione dell’istituto quella di segnalare all’Ufficio di comunicazione in materia di riciclaggio alla Fedpol il sospetto concreto di riciclaggio. A dipendenza dei ruoli assunti all’interno del servizio compliance, la responsabilità penale non toccherebbe solo il responsabile del servizio ma anche chi era incaricato del controllo della relazione o della transazione rivelatasi problematica. L’omissione consisterebbe nella mancata procedura di chiarificazione di operazioni che avrebbero dovuto sollevare sospetti, nel non aver effettuato la comunicazione all’autorità preposta o non avere informato in tempo le persone competenti per procedere in tal senso. Circa la consistenza dei sospetti che avrebbero dovuto attivare il compliance officer, la giurisprudenza ha stabilito che non è necessario conoscere nel dettaglio le circostanze del crimine a monte dell’attività di riciclaggio, mentre per fare scattare la punibilità deve essere stato appurato che in fondi provenivano effettivamente da un crimine o da un delitto fiscale qualificato (frode fiscale). Il compliance officer non potrebbe comunque sottrarsi alle sue responsabilità invocando che è stato marginalizzato nel processo decisionale in materia di esame di relazione o transazione sospetta, in quanto i suoi ruoli sono definiti nella legge e comunque una ripartizione interna delle responsabilità non sarebbe di impedimento a una sua responsabilità penale. In Svizzera, differentemente da altri Paesi, il riciclaggio

Stelio Pesciallo, avvocato e notaio presso lo Studio 1896, Lugano.

di denaro per essere punibile deve essere stato commesso intenzionalmente. L’accertamento dell’intenzionalità non è però cosa facile in quanto se da un lato l’intenzionalità del cliente non può essere riportata sul compliance officer, dall’altro l’accertamento dell’intenzionalità in capo a quest’ultimo dipende dalle circostanze del caso tanto che è data la punibilità per dolo eventuale, vale a dire qualora risulti che il compliance officer non poteva non aver avuto dei sospetti e che la sua sia stata una ‘cecità deliberata’ equivalente ad accettare il rischio che l’infrazione si avveri. La punibilità per carente diligenza si realizza in caso di mancato accertamento dell’avente diritto economico della relazione o della transazione e riguarda primariamente il gestore, mentre il compliance officer solo nella misura in cui sia stato direttamente coinvolto. La violazione dell’obbligo di comunicazione, che può avvenire sia intenzionalmente che per negligenza, viene fatta dipendere dalla legge dal ruolo assunto dal servizio compliance nella fase di presa di posizione e nella misura in cui il ruolo decisionale gli sia stato delegato dalla direzione. Determinante nel merito è che si sia in presenza non di un semplice sospetto ma di un sospetto fondato, mentre diversamente dall’imputazione di riciclaggio non è determinante che i valori patrimoniali provengano effettivamente sa un crimine. E il sospetto è fondato in base alla legge qualora attiene a circostanze insolite che danno adito inizialmente ad un sospetto che ulteriori approfondimenti non permettono di dissipare.


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opinioni/l’economista

Primo gennaio: tassa minima? L’accordo raggiunto sulla tassazione globale minima per le grandi multinazionali prima ancora di essere applicato rischia di diventare lettera morta. Qual è il problema?

L

a notizia è stata confermata con la richiesta di Economiesuisse, ma le voci correvano già da tempo: alcuni fra i maggiori Paesi fra i firmatari dell’accordo sulla tassazione globale minima delle grandi multinazionali non l’applicheranno il 1 gennaio 2024. Tra questi gli Stati Uniti, principali promotori e beneficiari dell’accordo. In una nota scritta, l’Associazione mantello svizzera dell’economia faceva notare i forti dubbi che quanto deciso in sede Ocse possa entrare effettivamente in vigore. Grandi paesi quali Stati Uniti, Cina, India, Brasile o anche Arabia Saudita non hanno, infatti, compiuto nessun passo concreto verso l‘applicazione delle regole decise nel 2021. Anzi, proprio gli Stati Uniti hanno chiesto lo scorso ottobre un’importante eccezione: un gruppo multinazionale che, nel Paese sede paga (sulla carta) un’imposta sul reddito di almeno il 20%, viene esentato da un’eventuale imposizione complementare in altri Paesi, almeno fino al 2026. L’imposta federale sugli utili negli Stati Uniti è del 21%. La richiesta ha quindi rinforzato la posizione di quei Paesi che non saranno in grado di applicarla dal 2024. Tra questi importanti clienti dell’industria svizzera come Singapore, Emirati Arabi Uniti o Hong Kong. Pronti dal 1 gennaio sarebbero, oltre la Svizzera, Unione Europea, Regno Unito, Australia, Giappone, Corea del Sud e Canada. I tre quarti dei firmatari lo sarebbero solo dopo il 2024. Il lettore ricorderà che i punti principali dell’accordo sono l’introduzione di una tassa minima del 15% sull’utile d’esercizio delle multinazionali nel Paese sede, mentre l’eventuale differenza potrebbe essere tassata nei Paesi in cui realizza utili per il gruppo. La regola si applica alle imprese 18 · TM Dicembre 2023

che realizzano una cifra d’affari di almeno 750 milioni di euro. Per mettere al riparo da eventuali prelievi d’imposte in Paesi in cui una multinazionale svizzera realizza utili tramite affiliati, il Consiglio federale si è attivato per chiedere alle Camere la modifica dell’articolo 129 della Costituzione federale. Dopo l’approvazione, in sede referendaria, ha visto il 78,5% di favorevoli. Bisogna, infatti, tenere conto del principio che le imposte federali in Svizzera sono fissate nella Costituzione, per cui ogni modifica deve passare attraverso il voto del popolo e dei Cantoni. Non

«Gli Stati Uniti sono soliti chiedere solidarietà agli altri, chiedendo poi un trattamento preferenziale. Lo si già è visto nella lotta al segreto bancario, con oasi fiscali che sopravvivono in Delaware e Sud Dakota»

bisogna poi dimenticare che i Cantoni godono di parecchia libertà nel decidere le loro imposte. Va anche ricordato che, finora, 18 cantoni e semicantoni applicano l’imposta sugli utili aziendali con un tasso inferire al 15%, che poi varia a seconda dei moltiplicatori comunali. In Ticino il tasso medio è già vicino al 15%. Per una tassazione univoca a livello federale sono, quindi, sorti alcuni problemi che la Confederazione ha risolto prelevando un’imposta unica e ridistribuendo poi il gettito nella misura del 75% ai Cantoni e del 25% alla Confederazione

Ignazio Bonoli, economista.

stessa. La nuova forma d’imposta sull’utile interessa, in Svizzera, circa 200 multinazionali, ma probabilmente anche circa 2mila Gruppi con sede all’estero. Da notare che quasi mai in Svizzera si è riusciti a modificare la Costituzione federale in tempi così brevi e con un tasso di accettazione popolare così elevato. Va detto che Ueli Maurer, di ritorno dall’Ocse, aveva avvertito subito il Consiglio della necessità della Svizzera, Paese sede di parecchie multinazionali, di adeguarsi subito alla nuova situazione. Oggi le si potrebbe però rimproverare di voler essere sempre il “primo della classe” e talvolta di subirne le conseguenze. Onestamente però il rimprovero non è giustificato e potrebbe semmai essere rivolto agli Stati Uniti che chiedono solidarietà agli altri, ma poi non la applicano per loro stessi, chiedendo un trattamento preferenziale. Lo si già è visto nella lotta al segreto bancario, con oasi fiscali che sopravvivono in Delaware e Sud Dakota. Per la Svizzera si è trattato, in sostanza, di impedire che Paesi terzi possano servirsi a piacere dalle imposte da far pagare alle multinazionali, mentre ora proprio gli americani, che hanno chiesto la regola, siano i primi a chiedere l’eccezione. Oltretutto, come detto, a causa della struttura federalista, è difficile applicare una legge centrale che comunque potrebbe garantire un gettito fiscale tra 1 e 2,5 miliardi di franchi, sopprimendo in parte anche la concorrenza fiscale fra i cantoni. Finora (inizio dicembre) il Consiglio federale non ha deciso se applicare la legge dal 1 gennaio o rinviarla, in attesa che i Paesi Ocse decidano una data comune.


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opinioni/lo studio legale

Attenzione agli archivi digitali Le autorità possono avvalersi di mezzi di prova acquisiti illecitamente qualora la gravità del reato ne legittimi l’ammissibilità o l’esigenza di accertamento della verità prevalga.

I

l 97% della popolazione svizzera a partire dai 16 anni dispone di uno smartphone. Oltre a innegabili opportunità e benefici, i cosiddetti ‘telefonini’ generano insidie e rischi, e non solo quelli di una dipendenza digitale. La società dell’immagine e l’esigenza di apparire e condividere sui social network, unito al fatto che ognuno di noi ha, con lo smartphone, costantemente nelle proprie mani una potente videocamera, genera una gigantesca quantità di immagini e di video. Un vero e proprio archivio digitale della nostra vita, la cui esistenza può avere nel tempo delle conseguenze inattese, a volte anche di rilevanza penale. Lo sa bene il ragazzo che, nell’ambito di una perquisizione a domicilio in un procedimento penale a carico del padre, s’è visto sequestrare alcuni video che lo mostravano mentre, al volante della sua moto, commetteva varie infrazioni stradali. La passione per le moto e il carente rispetto delle norme della circolazione erano verosimilmente un vizio di famiglia, visto che l’inchiesta che ha portato all’arresto del padre e alla perquisizione domiciliare concerneva un grave eccesso di velocità (159 km/h sul limite di 80 km/h) in sella alla sua potente due ruote. Le procedure penali nei confronti di padre e figlio hanno permesso di puntualizzare entro quali limiti una prova assunta in modo illegittimo può essere utilizzata a carico di un imputato. Il ragazzo ha infatti contestato sino al Tribunale federale l’ammissibilità dei video a lui sequestrati in occasione della perquisizione domiciliare, argomentando che si sarebbe trattato di una (inammissibile) ricerca indiscriminata di prove (cosiddetta ‘fishing expedition’) e non di un caso di (ammissibile) reperimento casuale 20 · TM Dicembre 2023

di prove a suo carico. I reperti casuali, ovvero le tracce o gli oggetti rinvenuti fortuitamente, che non hanno rapporto con il reato su cui si sta indagando ma che forniscono indizi su un altro reato, possono essere utilizzati dalle autorità inquirenti. Per contro le prove raccolte dalle autorità penali in modo illecito non possono essere utilizzate, eccetto che la loro utilizzazione sia indispensabile per far luce su gravi reati. Nella fattispecie (Dtf 6B_821/2021) il Tribunale federale ha dovuto valutare se la perquisizione domiciliare fosse sorretta da una sufficiente base giuridica, ciò che ha negato, perché ha ritenuto che la stessa non fosse né adeguata né necessaria. Il reato del padre, colto in flagrante con un radar e immediatamente arrestato, era ampiamente provato e non vi erano indicazioni che lasciassero presumere l’uso di dispositivi di registrazione durante la commissione del reato di pirateria stradale. In assenza di elementi concreti di sospetto, una semplice presunzione che con una perquisizione potessero emergere ulteriori reati della circolazione stradale non poteva giustificare la perquisizione domiciliare. Quest’ultima, e il conseguente sequestro dei video, erano perciò da considerarsi illegittimi. Restava così da definire se i reati del figlio, documentati dai video sequestrati illegittimamente, fossero sufficientemente gravi da legittimare l’ammissibilità di tali prove. Questa valutazione va svolta mediante una ponderazione di interessi in base al caso concreto: quanto più grave è il reato da giudicare, tanto più l’interesse pubblico all’accertamento della verità può prevalere sull’interesse privato dell’imputato a che le prove in questione restino inutilizzate.

Fabio Nicoli, avvocato e notaio, partner studio legale Barchi Nicoli Trisconi Gianini, Lugano.

Orbene, l’Alta Corte ha ritenuto sufficientemente gravi da giustificare l’utilizzazione dei video contestati due importanti superamenti della velocità consentita (di circa 60 km/h), delle manovre azzardate (un sorpasso temerario e un’invasione della corsia di contromano in una curva senza visibilità) e il fatto di circolare senza patente appena dopo la sua revoca a tempo indeterminato. Altri eccessi di velocità meno gravi sono stati invece considerati insufficienti per ritenere ammissibile la prova del video. Giova infine osservare che se dei privati cercassero di acquisire a proprio vantaggio delle prove utilizzando le possibilità offerte dagli smartphone, dovrebbero esercitare la massima prudenza. Il codice penale punisce chiunque, senza l’assenso di tutti gli interessati, registri una conversazione non pubblica o osservi o fissi su un supporto d’immagini un fatto rientrante nella sfera segreta o privata d’una persona e chiunque sfrutti o comunichi a un terzo un fatto così illecitamente acquisito. Se nel diritto penale una prova acquisita illecitamente può essere considerata solo in caso di reati gravi, nell’ambito di un processo civile il giudice la prenderà in considerazione soltanto se considererà prevalente l’esigenza di accertamento della verità. Attenzione quindi: la detenzione di archivi digitali privati può essere delicata non solo a livello di tutela della privacy, ma può giocare un ruolo anche nell’ambito delle procedure giudiziarie.


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opinioni/l’esperto di telecomunicazioni

Ibridamente, al lavoro Necessità, conquista, standard finale per le aziende. Comunque lo si veda, l’ufficio disancorato dalla classica postazione porta flessibilità ma richiede una specifica perizia.

I

n molti sostengono che il lavoro a distanza sia entrato nella quotidianità lavorativa come conseguenza della pandemia da Covid 19. In realtà, stando ai dati resi noti dall’Ustat nel mese di giugno del 2017, già nel 2015 il 15% di tutti i residenti occupati in Ticino lavorava stabilmente dal proprio domicilio. In tutta la Svizzera, la percentuale si attestava al 21% di tutti gli occupati. Poi certo, è arrivata la pandemia, con la necessità del distanziamento e l’impossibilità da parte delle aziende (per legge) di obbligare i dipendenti a lavorare in ufficio. Nel 2022, secondo l’Ufficio federale di statistica, l’11,8% delle persone occupate lavorava dalla propria abitazione e il 16,7% in viaggio o in vari luoghi di lavoro. In questi dati, possiamo leggere la tendenza del modello di lavoro e, con molta probabilità, possiamo senza indugio archiviare il termine ‘home office’, per utilizzare, invece, il termine più ecumenico ‘hybrid work’. Il lavoro ibrido è infatti lo standard finale cui le organizzazioni dovranno adeguarsi. Per le piccole e medie aziende a gestione famigliare o guidate dal singolo imprenditore, il primo ostacolo è senz’altro di carattere culturale. Sono necessarie una buona dose di fiducia professionale e di organizzazione del lavoro. Ma sarebbe un errore limitare le attenzioni a questo campo. Il lavoro ibrido prevede infatti l’interagire in mobilità con datore di lavoro, colleghi e stakeholder esterni all’organizzazione aziendale. Questo significa che in qualsiasi momento e luogo, capiterà sempre più spesso di dover condividere dati e informazioni, anche sensibili, organizzare riunioni online, elaborare strategie e nuovi documenti. Ciò com22 · TM Dicembre 2023

porta necessariamente alcune riflessioni sul metodo di lavoro, sulle modalità di misurazione delle prestazioni di collaboratrici e collaboratori, sull’infrastruttura di telecomunicazioni, sugli strumenti informatici e sulla sicurezza. Il lavoro ibrido ci mette in condizione di non dover avere la tradizionale scrivania. Dobbiamo quindi abbandonare porta penne, fotografie e tutti gli altri oggetti personali che in passato ci tenevano compagnia e, al tempo stesso, definivano il nostro territorio lavorativo. Qualsiasi dispositivo indispensabile per il nostro lavoro, deve quindi poter viaggiare con noi e adeguarsi alla scrivania del momento. Lo stesso vale per i documenti che, salvo dover trascinare con noi pesanti archivi cartacei, dovranno essere disponibili rigorosamente in formato digitale. Se il nostro lavoro prevede interazioni con altri colleghi, dovremo evitare di memorizzare dati e informazioni sui nostri dispositivi portatili e abituarci all’uso di archivi condivisi. L’invio di allegati in posta elettronica andrebbe limitato ai casi in cui proprio non se ne può fare a meno, privilegiando la condivisione di documenti su cui ogni collega può contribuire all’elaborazione (questo principio vale anche per il classico lavoro d’ufficio). L’abilitazione al lavoro ibrido dovrebbe passare da un training periodico sulla sicurezza informatica e sulla protezione dei dati. Non basta infatti proteggere l’infrastruttura informatica; ad esempio, occorre considerare il contesto in cui stiamo partecipando ad una riunione online. Mi è spesso capitato di ricevere involontariamente informazioni sensibili da chi, in riunione in treno, evidentemente non si rendeva conto di trovarsi in un luogo pubblico e decisamente affollato.

Carlo Secchi, Head of Sales Ticino di Sunrise Business.

Fiducia professionale In molte aziende resiste tutt’oggi la misurazione del tempo, quale unità di misura per la remunerazione del lavoro subordinato. La legge stabilisce bene le regole per l’eventuale esenzione della registrazione delle ore di lavoro. Ma anche in presenza di un obbligo di registrazione, il datore di lavoro si sentirà più tranquillo se potrà misurare la qualità del lavoro svolto dal suo team, a prescindere dalla posizione della scrivania virtuale. Strumenti Inevitabile, per chi scrive, far riferimento all’infrastruttura di connettività. Senza connessione, non c’è lavoro ibrido che tenga. Chiaramente dovremmo sempre ricordarci che il nostro Paese, tra i più interconnessi al mondo, affronta quotidianamente sfide legate alla conformazione geografica, alla domanda in crescita esponenziale di connettività (soprattutto mobile) e all’alta percentuale di mobilità delle persone all’estero. Nondimeno oggi esistono diverse possibilità di connessione e dovremo imparare a sfruttare le possibilità offerte dal luogo in cui ci troviamo e modificare le nostre abitudini lavorative anche in funzione delle diverse situazioni. In generale, organizzare la propria forza lavoro in modalità ibrida, può essere complesso perché coinvolge molti aspetti, non sempre prettamente tecnologici. Dunque, meglio farsi affiancare da consulenti in grado di supportare un progetto strutturato che permetta alle aziende di poter cogliere gli aspetti abilitanti del lavoro ibrido.


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opinioni/l’esperto di tecnologia

È qui, la super Intelligenza Lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale ha colto tutti alla sprovvista. Si tratta però di una rivoluzione destinata a rimettere in discussione molte certezze della modernità. Ettore Accenti, esperto di tecnologia. Blog: http://bit.ly/1qZ9SeK A lato, un’espressione artistica sviluppata da Dall-E.

L

Peta... che? Un petaFlops corrisponde a un milione di miliardi di Flops (Floating Point Operations Per Second), dove Flops è la misura delle prestazioni di un computer. Un moderno super computer supera oggi i 100 petaFlops e per addestrare modelli di machine learning come chatGpt-4 si sono impiegati migliaia di petaFlops al giorno e per diversi mesi. Per confronto, un recente personal computer di alta gamma ha prestazioni dell’ordine dei gigaFlops il che significa che per addestrare chatGpt e come se si fossero messi insieme decine di milioni di personal computer. Con questa potenza di calcolo si è raggiunto il terzo livello (Cfr. pagina a destra) di Ia. Si prevede che sia necessaria una potenza di calcolo almeno mille volte superiore per addestrare reti neurali a raggiungere il livello delle capacità della mente umana e la sua autoconsapevolezza… cioè, questione di qualche anno, da tre a sei, secondo alcuni… e con tutte le conseguenze del caso!

24 · TM Dicembre 2023

eggendo i giornali e ascoltando la televisione pare proprio che negli ultimi tempi la questione dell’Intelligenza Artificiale sia diventata l’argomento del giorno! Nel bene o nel male a questa querelle di informazioni false e vere partecipano i più noti nomi della tecnologia come Elon Musk, Bill Gates e i fondatori delle aziende che la producono Sam Altman di OpenAi e Mustafa Suleyman di DeepMind. OpenAi poi è assurta al massimo livello di notorietà grazie a ChatGpt e al licenziamento di Altman, uno dei fondatori. Altman è stato subito richiamato per le pressioni di Microsoft preoccupata per i suoi molti miliardi investiti, un’azienda definitasi ‘No Profit’ e che viene già valutata 12 miliardi di dollari… Mancava poi Suleyman, un fondatore di DeepMind e grande esperto di Ia, che ha fatto vincere DeepMind contro il campione del mondo del complicatissimo AlphaGo nel 2016, e che ora si è messo a lavorare per la ‘Intelligenza Personale’. Suleyman tiene conferenze, pubblica articoli e libri che assomigliano agli scritti pubblicati dopo la Seconda guerra mondiale dagli scienziati che crearono la bomba atomica e che dopo il 1945 ne diventarono i più assidui detrattori come Oppenheimer, Einstein o Sacharov. Per non parlare di Google, che accortasi di questo settore dopo molti altri, sta oggi arrancando per rimanere alla pari con i grandi dell’Ia e, come sempre accade


Una seconda espressione artistica liberamente ispirata da Dall-E.

si sta affaccendando tra le Start up della Silicon Valley che trattano l’argomento. Diversamente dalla lunga storia della tecnologia che ho vissuto nei decenni precedenti, si nota che per la prima volta fenomeni industriali che impiegavano anni, se non decenni, per diventare miliardari, ora si verificano in pochi anni, mesi. È il motivo per cui ho voluto approfondire il fenomeno avendone il tempo e l’esperienza. Ho letto articoli, consultato pubblicazioni, ascoltato conferenze e cercato di trovarne le motivazioni nascoste. La conclusione è che si sia giunti a una vera e propria svolta epocale che avrà immediate conseguenze sulla vita di tutti. Sta avvenendo che, con la giusta quantità di denaro, in pochi anni, forse tre o quattro, qualcuno potrà disporre di quello che fino a poco tempo fa si riteneva impossibile: una super intelligenza artificiale consapevole di sé stessa e in grado di riprodursi autonomamente. Ammetto che anch’io, sia negli articoli e sia nei libri, ho sempre sostenuto come fosse stato un errore da parte di quei visionari dell’informatica che, nel 1956, definirono intelligenza lo sviluppo dell’informatica. Ho sempre pensato che la mente umana fosse molto di più del semplice cervello fisico, essenzialmente per la capacità di auto conoscerci e soprattutto per il concetto di libero arbitrio che ci connatura. Cercherò di riassumere in poche righe quanto sono riuscito a mettere insieme partendo proprio dagli apparentemente normali avvicendamenti di uomini fortemente coinvolti in tutto quanto ha a che fare con lo sviluppo di quella che potrebbe essere considerata una semplice e normale guerra per dividersi l’incombente grossa torta industriale. Guardando la questione un po’ più a fondo ho capito che ora la super intelligenza artificiale in grado di autogovernarsi come gli umani è alla portata tecnologica in tempi brevi e che solo alcuni addetti ai lavori conoscono. Solo loro intravvedono i chiari rischi e la potenza nel possederla! È chiaro che per ottenerla occorra il necessario livello di capacità di calcolo con le giuste reti di neuroni artificiali. In grande sintesi siamo di fronte a un incremento per dieci ogni anno di questa

I quattro livelli di IA 1. Intelligenza Artificiale Reattiva (Reactive Ia): È il livello più basilare, in cui le macchine operano puramente come sistemi senza memoria e il cui output è sempre lo stesso. sono efficaci per compiti di classificazione e riconoscimento di modelli. Includono Deep Blue, il computer Ibm che ha battuto Kasparov. Sono incapaci di analizzare scenari che includono informazioni imperfette. 2. Intelligenza Artificiale con Memoria Limitata (Limited Memory Machines): Questi sistemi hanno la capacità di imparare dal passato con una memoria a breve termine. Sono progettati per imitare il modo in cui si comportano i neuroni. È considerata un’intelligenza modesta perché richiede enormi quantità di dati di addestramento. Un esempio è il sistema di guida autonoma di un’auto, che può osservare altri veicoli, velocità e direzione per fare manovre come sorpassi. 3. Teoria della Mente (Theory of mind) o Artificial Generative Intelligence: È un livello più avanzato di Ia che capisce come gli esseri umani, è quindi in grado di fornire risultati personalizzati in base alle richieste. Può imparare con pochi esempi, può contestualizzare e generalizzare le informazioni ed estrapolare la conoscenza per un ampio insieme di problemi. Fa parte dell’intelligenza emotiva artificiale per empatizzare con le persone. Questo è il livello raggiunto ora da OpenAi con ChapGpt-4 e Dall-E. 4. Intelligenza Autoconsapevole (Self-aware Ai o Asi) o Agi (Artificial General Intelligence): Implica che i sistemi avrebbero una propria coscienza e autoconsapevolezza. È consapevole di sé e dello stato mentale di altre entità. È definita come un’intelligenza pari all’intelligenza umana e in linea di principio capace di superarla di gran lunga. È in grado di creare versioni sempre più intelligenti di sé stessa. Allo stato attuale il limite consiste nel fatto che si è ancora lontani dall’effettuare il “Reverse Engineering” del cervello umano e, comunque, di disporre della potenza di calcolo necessaria.

capacità partendo dagli attuali petaFlops di capacità da sfruttare per un certo tempo nella loro istruzione. Chi se ne intende sa che con mille volte questa capacità e il giusto impiego di risorse quella super intelligenza è ottenibile: tre anni forse? In un libro di fantascienza sarebbe senz’altro scritto che questo provocherà una

guerra tra buoni e cattivi per la conquista dell’universo e naturalmente, tutti i lettori di questo libro quasi giallo, spererebbero nella vittoria dei buoni. Rimando ai box il lettore per capirne di più e posso solo aggiungere che presto saranno i fatti a dimostrare incontrovertibilmente cosa ci aspetta. Dicembre 2023 TM · 25


cover/tecnologia

© Dall-E

a cura di Federico Introzzi

L’evoluzione della rivoluzione

L’Intelligenza Artificiale, in molte delle sue forme, non è una scoperta degli ultimi anni, ma muove da un lento processo iniziato alla metà del secolo scorso. Se tradizionalmente oggetto delle rivoluzioni erano sempre stati primario e secondario, questa volta è diverso, l’epicentro del cambiamento sono i servizi. È solo la ‘curiosità’ delle persone a poter fare la differenza.

T

ecnologia e digitalizzazione nell’arco degli ultimi decenni sono state gli assi portanti della crescita economica mondiale, registrando un percorso di sviluppo esponenziale di cui hanno beneficiato sostanzialmente tutti i Paesi, seppur in misura anche molto diversa. Paradossalmente ad averne maggiormente tratto beneficio, a dipendenza dei punti di vista, sarebbero gli Emergenti, con centinaia di milioni di persone uscite da una condizione di povertà endemica. Questo ovviamente grazie all’aprirsi delle economie, e dunque anche a un pervasivo diffondersi di tecnologie sempre più moderne ed efficienti, sulle ali della fu globalizzazione. Negli ultimi anni lo sviluppo tecnologico è andato assumendo una portata e un’incidenza sugli equilibri della società moderna sotto molti aspetti impensabili 26 · TM Dicembre 2023

anche soltanto qualche decennio fa, con riflessi, seppur ancora visti solo dalla superficie, che promettono di scuotere alle fondamenta intere industrie. La nuova rivoluzione alle porte, a essere onesti ha fatto il suo esordio nel 1956 a Dartmouth, dunque definirla ‘nuova’ appare quanto meno pretestuoso, è ovviamente l’Intelligenza Artificiale, in tutte le sue sfumature, e con tutti gli interrogativi che solleva. Il rischio, ricorrente nella storia, è però di sovrastimarne l’impatto, nel bene e nel male, e restare con un pugno di mosche in mano. Del resto, pur senza amici e colleghi digitali che indubbiamente rivoluzioneranno il mondo nei prossimi anni, molto è stato fatto. Tra le più recenti conquiste, armato di calcolatrice e compasso, e di una potenza di calcolo milioni di volte inferiore a quella di un semplice iPhone, nel 1969 l’uomo è sbarcato sulla luna.

Eppure con strumenti ancora diversi, e almeno tecnologicamente molto meno potenti, il mondo antico non sembra avere nulla da invidiare ai successi contemporanei, indice del fatto che ‘c’è sempre un’altra via’, anche nel più improbabile dei modi. Del resto, intorno al 240 a.C. il matematico greco Eratostene arrivò a calcolare la circonferenza terrestre con una sorprendente precisione, sbagliando di appena 700 km, degli oltre 40mila poi confermati. Al pari, ancora nel I secolo a.C. era possibile trovare e consultare uno dei 700mila ‘volumi’ della biblioteca di Alessandria, almeno stando alle stime di Plinio il Vecchio, senza bisogno di un computer, rintracciando una data informazione con un’apprezzabile precisione. Senza bisogno di ricorrere al supporto di robot industriali, e super calcolatori, i romani erano stati invece in grado di


«I benefici di un’implementazione sistematica dell’Ia trascendono quelli che sono vantaggi percepibili, ha infatti il potenziale di rivoluzionare interi modelli di business, partendo dalle semplici offerte commerciali e dalla co-progettazione di prodotti e servizi» Marc Beierschoder, Managing Partner Ai & Data di Deloitte Consulting Switzerland

L’impero nel 125 d.C.

■ > 950 sesterzi ■ > 600 sesterzi ■ > 550 sesterzi ■ > 500 sesterzi ■ < 500 sesterzi

Pil pro capite delle diverse province in sesterzi annui

Effetti dello sviluppo tecnologico Confronto 1940 - 2018 n. posti di lavoro (mln) creati per settore 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0

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costruire oltre 100mila km di strade lastricate, cifra destinata a raddoppiare se si prendono in considerazione anche quelle sterrate, tutte però tracciate su mappe, e collegate da oltre 2mila ponti. Sono invece probabilmente 800 i km degli acquedotti (il più lungo, l’Aqua Marcia, superava i 90), con una pendenza costante di pochi centimetri per km dalla fonte al centro urbano. Progettati evidentemente senza l’ausilio di alcuno strumento digitale si trovano l’Anfiteatro flavio, il meglio noto Colosseo, con i suoi 100mila metri cubi di travertino, e 350mila di mattoni, per un’altezza di quasi 50 metri; o ancora, il Pantheon, con la sua cupola emisferica di 43,3 metri (al pari di altezza e profondità), che rimane a tutt’oggi un miracolo d’ingegneria, umana, con rari eguali. Passando per le diverse rivoluzioni industriali, e dunque dal carbone e dal vapore, l’uomo nel corso della sua storia ha raggiunto conquiste assolutamente straordinarie nel campo del sapere e della conoscenza, potendo spesso contare solo su sè stesso, e tra le ultime ovviamente l’aver sviluppato in oltre mezzo secolo quella che oggi si definisce Intelligenza Artificiale Generativa, un passo in avanti rispetto a quella delle origini, ma qualcosa di cui non dovrebbe temere il confronto. Per quanto di Artificiale abbia infatti sempre meno rispetto alle origini, emulando molti ‘meccanismi’ umani, il che è certamente un bene, al tempo stesso di Intelligenza continua a non avere molto, anche senza addentrarsi nello scivoloso campo delle definizioni. La solita storia? La scoperta dell’Intelligenza Artificiale da parte della pubblica opinione ha indubbiamente avuto un effetto deflagrante, paragonabile nella sua portata alle errate previsioni circa l’inflazione delle Banche Centrali negli ultimi anni, di cui se nell’immediato è difficile determinare l’impatto, è nel lungo che se ne possono apprezzare le reali conseguenze. «Diversamente da molte altre rivoluzioni tecnologiche che hanno trovato solo una relativa applicazione in ambito economico, l’Ia avrà un impatto molto diverso sulla società contemporanea. Le attese che si nutrono nei confronti delle nuove tecnologie sono storicamente irrealistiche, il vapore nella I Rivoluzione industriale avrebbe dovuto portare la pace nel mondo, oltre a ridurre tassazione e debito. I computer della III, almeno stando ai produttori, avrebbero completamente

■ Occupati in nuovi lavori ■ Occupati in lavori pre-esistenti Fonte: Jp Morgan 2023

sostituito i lavoratori umani meno affidabili. Evidentemente queste cose non sono mai successe. Ogni rivoluzione è per definizione dirompente, va a incidere pesantemente sulle persone, sul loro reddito, status sociale e sicurezza del posto di lavoro, e l’Ia non fa eccezione, da qui i molti timori», esordisce così Elena Guglielmin, Cio di Ubs Wealth Management. Rispetto alle tre rivoluzioni precedenti, questa volta qualcosa potrebbe essere di-

Il modello di sviluppo romano era improntato sugli stessi elementi core dei successivi secoli, pur senza il supporto di robot e assistenti virtuali intelligenti i risultati raggiunti erano dei più straordinari. Ogni rivoluzione tecnologica ha creato distruzione in molti posti di lavoro precedenti, ma ne ha sempre più che compensato la differenza, guidando la crescita economica del mondo. Dicembre 2023 TM · 27


«Una buona regola del pollice è suddividere il proprio lavoro nelle diverse attività che lo compongono. Se l’Ia può svolgere più della metà di tali mansioni è tempo di cambiare posto, se meno significa che il lavoro comunque cambierà. La parola chiave nei prossimi anni sarà ‘flessibilità’» Elena Guglielmin, Cio di Ubs Wealth Management

Super computer

L’Ia è poco Green

Potenza di calcolo in Flops

Emissioni equivalenti di Co2 (in tn)

1 mld

Gpt-3 (175B)

100 mln

Gopher (280B)

502 352

10 mln

OPT (175B)

70

1 mln

Vita media di un auto (con. medio)

63

100,000

1,000 100 1993

25

Bloom (176B)

10,000

2000

2007

2014

2021

Potenza di calcolo

1 anno di vita di un 18.08 americano medio 1 anno di vita di 5.51 una persona Viaggio aereo di 0.99 1 persona (Ny–Sf) 0 100

200

300

400

500

Fonte: Unesco

Fonte: AI index Report 2023

Effetto sulla produttività dell’Ia

L’Ia Generativa

Spinta potenziale annua su 10 anni (in pp)

Potenziale impatto su eco. globale (trl usd)

2 1.8 1.6 1.4

■ Sviluppati ■ Emergenti ■ Media globale

1.2 1 0.8

17.1–25.6

13.6–22.1 11.0–17.7

2.6–4.4 ~15–40%

6.1–7.9

~35–70%

Incremento potenziale

Incremento potenziale

0.6 0.4 0.2 India Kenya Vietnam Nigeria Cina Tailandia Ghana Indonesia Egitto Equador Filippine Turchia Colombia Peru Mexico Sud Africa Taiwan Malaysia Mondo Brasile Corea del Sud Cile Eurozona Argentina Singapore Regno Unito Usa Svezia Giappone Israele Hong Kong

0

Fonte: Goldman Sachs

L’Intelligenza Artificiale, in tutte le sue molte sfumature e applicazioni, avrà un impatto sostanziale, almeno dicono, sulla crescita globale nei prossimi anni. Le economie sviluppate sono in pole per beneficiare di questa nuova e forte spinta, ma come sempre non è priva di un costo. L’Ia e la potenza di calcolo necessaria, è tutto ma non certo sostenibile. Dunque? 28 · TM Dicembre 2023

Analytics, machine learn. e deep learning

Totale case-driven

Nuove forme di Ia generativa

Totale Ia impatto potenziale

Produttività del lavoro di tutti gli addetti potenziali

Fonte: McKinsey 2023

verso, e per certi versi è già evidente lo sarà, pur non cambiando molto nella sostanza. «Sul fronte meramente industriale tutte le precedenti hanno portato in dote forti aumenti della produttività del lavoro, automatizzando man mano i processi. L’Ia però potrebbe avere un impatto maggiore anche rispetto all’introduzione dell’energia elettrica, andando a trasformare pesantemente il terziario, grazie alle sue capacità di apprendimento e adattamento

autonomo. Cresce ed evolve a un ritmo straordinario, senza eguali in passato, in termini di sviluppo siamo oggi dove solo cinque anni fa gli addetti ai lavori ipotizzavano saremmo stati nel 2045, e questo penso dica molto», nota Igor Ciminelli, Managing Director di Titan e fondatore della School of Disruption. In questo la Svizzera non costituisce eccezione, nonostante anche tra gli Avanzati si trovi in una fase di sviluppo economico, e benessere, molto superiore alla media. «L’automazione indotta dall’Ia nel secondario avanzato è un’arma a doppio taglio, le catene di montaggio possono diventare ancora più efficienti, ma al tempo stesso si moltiplicano i segnali di allarme da parte dei loro addetti. Tale dinamica è condivisa anche nel terziario, secondo una nostra recente indagine il 43% delle persone sondaggiate, guardando al prossimo lustro ha espresso preoccupazioni circa la sicurezza del proprio posto di lavoro, per il diffondersi dell’Ia, dato che si impenna al 69% nel caso delle persone che già oggi la utilizzano di frequente. Questa evidenza dovrebbe spingere le aziende a riflettere sul come meglio integrare l’Ia e insieme aggiornare le competenze del personale», riflette Marc Beierschoder, Managing Partner Ai & Data di Deloitte Consulting Switzerland. Senza arrivare a moderne forme di ‘panico bancario’, chi dovrebbe realmente preoccuparsi, e dunque reagire, di questa evoluzione del mondo del lavoro, anche nel terziario? «Una buona regola di base è suddividere il proprio lavoro nelle diverse attività che lo compongono. Se l’Ia può svolgere più della metà di tali mansioni è tempo di cambiare posto, se meno significa invece che il lavoro comunque cambierà. Nonostante una vera e propria sostituzione non avverrà in tempi brevi, la parola chiave nei prossimi anni sarà ‘flessibilità’, di atteggiamento e mentalità da parte dei collaboratori. Quando il lavoro cambia ci si deve semplicemente adattare alla mutata realtà, pena il rischio di essere sostituiti da altri che questo l’hanno già compreso», prosegue il Cio di Ubs. La cultura. Non foss’altro che si è entrati nell’età dell’informazione, e nell’era della conoscenza, a fare la fortuna delle nazioni è quasi sempre come determinati stimoli vengano recepiti dalla popolazione, prim’ancora che lenzuolate di normative più o meno business friendly. E anche in questo caso… «Esiste sicura-


mente un aspetto culturale che non deve essere trascurato, che prescinde e anticipa una vera e propria formazione. Le persone devono essere interessate dall’argomento, e serve un dibattito vivace, che tenga vivo l’interesse. Ovviamente deve essere soprattutto informato, dunque che smorzi aspettative utopistiche, e che al tempo stesso relativizzi le comprensibili seppur infondate paure di molti. La tendenza più diffusa è di colpevolizzare l’Ia, e di non assumersi le proprie responsabilità, da qui la vulgata dei milioni di posti di lavoro che spariranno, e del conseguente aumento delle diseguaglianze. Un compito di cui dovrebbero farsi carico gli Stati è democratizzare e diffondere una cultura dell’Ia, perché entri nello spirito delle persone, ad esempio promuovendo corsi di base gratuiti su stile scandinavo, destinati a interessati e curiosi», rileva Marco Zaffalon, Direttore scientifico e professore dell’Istituto Dalle Molle di studi sull’Intelligenza Artificiale (Idsia) Usi-Supsi. La cultura di per sé potrebbe giocare un ruolo decisivo nel dar vita a una nuova sensibilità, con un forte aiuto proveniente dalla semplice demografia, ma evidentemente in ambiti tanto specifici non sarebbe comunque sufficiente. «La formazione sta svolgendo ormai da diverso tempo un ruolo fondamentale nel regolare gli equilibri nel mondo del lavoro, incisività che nel prossimo futuro crescerà ulteriormente. È importante che anche in tale ambito le istituzioni accademiche riescano a stare al passo, garantendo una formazione quanto più aggiornata possibile, adeguando costantemente corsi e programmi. L’Ia sta rapidamente trasformando il mondo del lavoro. La vera sfida trasversale è dunque lo sviluppare nuove competenze, aggiornate ai cambiamenti tecnologici, specie da parte dei professionisti già attivi», evidenzia Emanuele Carpanzano, Direttore ricerca, sviluppo, e trasferimento della conoscenza in Supsi. Una sfida nuova nel suo genere, e che va a insistere sulla trasversalità del sapere, in quello che sembra a tutti gli effetti essere un ritorno alla storia antica, a una concezione di formazione molto diversa da quella moderna. «L’Ia promette di fare faville in settori dei più vari, dalla finanza alla sanità, dalla meteorologia all’astrofisica, alla scienza dei materiali, il che spinge a puntare su abilità all’intersezione tra competenze e capacità computazionali per sfruttarne appieno il potenziale. Un’i-

«L’Intelligenza Artificiale cresce ed evolve a un ritmo straordinario, senza eguali in passato, in termini di sviluppo siamo oggi dove solo cinque anni fa gli addetti ai lavori ipotizzavano saremmo stati nel 2045, e questo penso dica molto» Igor Ciminelli, Managing Director di Titan e fondatore della School of Disruption

Gli effetti dell’innovazione Produttività del lavoro media a 5 anni (var. %) 6 5 4

Sviluppo motore elettrico 1890

Elettricità

Internet Nascita del Pc 1981

3 2 1 0 -1

1885

1905

1925

1945

■ Effetto immediato

1965

1985

2005

2025

Var. negli anni successivi

Fonte: Goldman Sachs

Produttività sì, voglia di lavorare? Correlazione tra produttività del lavoro e ore lavorate per Paese Ore della settimana lavorativa 50 Cambodia Myanmar Bangladesh Singapore 45 Cina Sud-Africa India Indonesia Malesia Taiwan Perù Messico 40 Vietnam Tailandia Grecia Polonia Sud Corea ColombiaRussia Israele Turchia Pakistan Stati Uniti Cile 35 GiapponeItalia Australia Brasile Canada Argentina Ecuador Regno UnitoSpagna Svezia 30 Francia Islanda Svizzera Uruguay Olanda Germania Danimarca 25 0 20 40 60 80 Produttività del lavoro (Pil in usd per ora di lavoro)

■ ■ ■ ■ ■ ■

Asia Africa Europa Nord America Oceania Sud America

Norvegia 100

Fonte: Jp Morgan 2023

struzione Stem diventerà dunque sempre più prioritaria, al pari di incentivi pubblici e politiche ad hoc per la formazione continua della popolazione attiva, anche soltanto per star dietro ai progressi dell’Ia, sbloccandone tutti i benefici», nota Stefan Klauser, Co-fondatore e Ceo di Aisot Technologies. L’attenzione è solita concentrarsi su ruoli e professioni destinati più o meno probabilmente a scomparire, indipen-

I maggiori effetti sulla produttività del lavoro si registrano negli anni immediatamente successivi all’introduzione della rivoluzione tecnologica, come accaduto in passato. Al tempo stesso nei Paesi avanzati nel corso del tempo a essere venuta meno è in larga misura la voglia di lavorare, con le settimane lavorative andate riducendosi in misura molto importante. Dicembre 2023 TM · 29


è mai davvero decollata. Attualmente il suo linguaggio di programmazione è il Python, e negli ultimi anni si sono fatti passi da gigante, sia per numero di corsi che per risorse di calcolo. Per fare machine learning a livelli alti è indispensabile una solida formazione quantitativa, dunque statistici, fisici e ingegneri sono i candidati ideali, ma sarebbe erroneo pensare che da domani il mondo avrà bisogno solo di queste figure. A dipendenza delle funzioni tutto cambia, senza dimenticare che per come si sta sviluppando l’Ia per interagirvi non sono più necessarie competenze tecniche straordinarie, ma semplicemente dialogarvi, come mostra chatGpt», rileva l’esperto di Idsia. L’oro del nuovo millennio sono i dati, si tratta di un’evidenza andata emergendo con forza negli ultimi anni, sotto molti aspetti prim’ancora che fosse chiaro quale ne fosse il vero potenziale. «Diversamente dagli uomini, l’Ia è in grado di gestire insiemi di dati molto vasti e complessi, il che consente di portare l’asticella sempre più in alto, ad esempio nella formulazione di previsioni e nel riconoscimento di pattern. Il cloud computing e le librerie di Ia open source stanno facendo il resto, ampliando ulteriormente le moli di dati disponibili, e semplificandone l’utilizzo,

«È importante che le istituzioni accademiche riescano a stare al passo, garantendo una formazione quanto più aggiornata possibile, adeguando costantemente corsi e programmi. L’Ia sta trasformando il mondo del lavoro, la vera sfida è dunque sviluppare nuove competenze» Emanuele Carpanzano, Direttore ricerca, sviluppo e trasferimento della conoscenza in Supsi

dentemente dal settore, ma è altrettanto evidente si tratti solo di una metà di un discorso molto più ampio. «Nel caso del terziario oltre ai lavori più ripetitivi, com’era nel secondario, è nel comparto amministrativo che la domanda di personale scemerà, ma lo stesso sviluppo e gestione dell’Ia richiederà personale, e nuove figure professionali, con competenze specifiche diverse. Oltre ai classici ingegneri informatici e data scientist, si affermeranno ruoli come l’Ai ethicist, lo specialista di etica dell’Ia, al pari di figure capaci di favorire le sinergie tra uomini e macchine. Ad aumentare sarà però an-

che la domanda di competenze umane uniche, difficilmente replicabili, come la creatività, la gestione delle relazioni, la leadership, il pensiero critico. Abilità difficilmente replicabili da parte degli algoritmi», riflette l’esperto di Titan. La formazione. Ma da dove dovrebbero essere prese tutte queste nuove figure? Detto altrimenti, i sistemi formativi nazionali sono già sufficientemente attrezzati a far fronte a tale domanda? «È dal 2015 che si parla di machine learning, ed è da allora che migliaia di studenti vi si sono letteralmente gettati, con una domanda da parte delle imprese che non

Cos’è l’Intelligenza Artificiale? È probabilmente la prima delle domande, la più semplice e complessa. Cos’è l’intelligenza artificiale? «Rispetto a quella delle origini, dunque nel 1956, l’Ia ha cambiato molte volte pelle, e oggi ne esistono diverse classificazioni. La prima che è stata sviluppata è oggi definita come ‘debole’, ossia risolve problemi specifici, quella ‘forte’, oggi definita anche ‘General’, è molto più brava a risolvere problemi, e per molti versi è più generalista. La prima vera Artificial General Intelligence è stata sicuramente chatGpt, non è ancora competente ma può ambire a diventarlo. A oggi è un agente conversazionale, sa dunque dialogare, e lo fa bene, nonostante sia ampiamente inaffidabile non essendo ancora in grado di ragionare davvero», sottolinea l’esperto dell’Idsia. VII - 2012 Assistente virtuale Ibm Watson di Google

2009

2010

2011

2012

VI - 2014 Chatbox Eugene

2013 2014

Google: Microsoft: X - 2011 VI - 2012 XI - 2014 Guida Kinekt Siri di Apple Google inizia Amazon Autonoma con le reti neurali lancia Alexa

30 · TM Dicembre 2023

Entro l’insieme dell’Ia Generale, si trova quell’applicazione che tanto ha fatto parlare di sé, una sottocategoria abbastanza particolare: quella Generativa. «La Generative Ai è una forma di Ia che utilizza diversi tipi di tecnologia, e che ad esempio crea contenuti in diverse forme, immagini, codici, testi… sino a ieri presidio esclusivo di operatori umani, e anche molto specializzati. I grandi passi in avanti che sono stati di recente compiuti nel campo del machine learning e delle tecnologie cloud hanno reso accessibili al pubblico applicazioni oggi note, come Gpt-4 di Open Ai, Megatron di Nvidia e Titan di Amazon. Modelli addestrati a elaborare incredibili quantità di dati e calcoli, per eseguire molti compiti», conclude il Managing Partner di Deloitte Consulting Switzerland.

VI - 2017 I - 2015 Facebook lancia III - 2016 Si gettano le basi Google: Deep Mind due chatbot di Open Ai

2015

XII - 2015 Nasce Open Ai

2016

2017

II - 2016 VI - 2017 Hansom Robotics Google getta le basi lancia Sophia di Dall-E e ChatGpt

I - 2018 Alibaba inizia con l’Ia

2018

II - 2020 Microsoft lancia T-Nlg

2019 2020

V - 2018 Google lancia Google Duplex

XI - 2022 I - 2021 ChatGpt diventa Open Ai pubblica annuncia Dall-E

2021

2022

VI - 2020 V - 2021 Open Ai lancia Google Gpt-3 lancia LaMDa

VIII - 2022 Stability Ai e Stable Diff.

II - 2023 Microsoft investe in Open Ai

2023

VI - 2023 Nvidia vale 1 trl usd


«La tendenza più diffusa è di colpevolizzare l’Ia, e di non assumersi le proprie responsabilità, da qui la vulgata dei milioni di posti di lavoro che spariranno. Un compito di cui dovrebbero farsi carico gli Stati è democratizzare e diffondere una cultura dell’Ia, perché entri nelle persone» Marco Zaffalon, Direttore scientifico e professore dell’Idsia Usi-Supsi

Ricerca scientifica Correlazione tra ricerca in Ia e Pil pro capite (mia usd) degli stati 80

Pil pro capite

il che garantisce una continua evoluzione delle attività aziendali e di ricerca. Si tratta di strumenti, potenti, che supportano le persone nello svolgimento del loro lavoro, e che spingono l’innovazione, apprendendo autonomamente, dunque ‘imparando, e migliorandosi’, in tutti i settori», sottolinea il Ceo di Aisot Technologies. Lo sviluppo tecnologico si contraddistingue per un’esponenzialità divenuta negli ultimi anni decisamente ingestibile, sia nelle sue potenziali applicazioni positive, sia rispetto a tutti gli ‘effetti collaterali’ che si lascia invece alle spalle. «Il termine chiave è ‘velocità’, quella potenziale di adozione dell’Ia da parte delle imprese, ma anche quella del cambiamento del mercato del lavoro. Diversamente da internet, e da molte altre tecnologie, l’adozione o meno dell’Ia dipende dalle imprese, e al momento da una netta minoranza di molto grandi, per i relativi costi. Il numero di decisori è molto ristretto, il che fa acquisire all’intero processo una velocità di crociera sino a ieri impensabile. La rapidità del cambiamento è però una sfida, sia per chi deve gestire il processo, sia per chi lo sta subendo, che espone a rischi, come quello che gli economisti definiscono ‘disoccupazione frizionale’, ossia quando le persone che perdono il lavoro non sono in grado o non vogliono riqualificarsi», chiosa Guglielmin. Ma quali settori? A prescindere dalle conseguenze che una mancata o sbagliata gestione del fenomeno socialmente potrebbe avere, è indubbio il valore aggiunto che in molte industrie l’Ia potrebbe creare, come in molti casi sta già facendo. «Nella Silicon Valley si è soliti dire che i ‘grandi cambiamenti non avvengano da un giorno all’altro’, ossia che siano il risultato della stratificazione di tanti piccoli elementi concomitanti e favorevoli che presi singolarmente passano sottotraccia. La tecnologia ci consente sempre più di estendere le nostre tradizionali capacità, di convertire i dati in decisioni molto più rapidamente; sarebbe quindi un’occasione mancata usare solo l’istinto quando c’è un’alternativa già disponibile. Nella gestione di portafoglio è ormai virtualmente impossibile ignorare del tutto l’approccio quantitativo, e i gestori moderni l’hanno capito, questo evidentemente non significa fidarsi ciecamente di quello che i dati raccontano, ma quanto meno di prenderlo in considerazione a supporto delle decisioni d’investimento», sintetizza

60 40 20 0 0

100

200

300 400 500 600 700 N. pubblicazioni Ia pro capite (* 10^6) ■ Asia del Sud ■ Nord America ■ Africa subsahariana ■ Asia orientale e Pacifico ■ Europa e Asia centrale ■ America Latina e Caraibi ■ Medio Oriente e Nord Africa

Fonte: Unesco

Il contributo dell’Ia all’istruzione

Formazione universitaria

Positivo secondo gli studenti (Usa) in:

N. studenti formati all’anno in corsi di Ia 33,059

90% 80%

30.000

70%

25.000

60% 50%

20.000

40%

15.000

30%

10.000

20% 10%

5.000

0%

■ Complessivo ■ Listening ■ Speaking ■ Reading ■ Writing Fonte: Obari 2023

Tommaso Migliore, Ceo di MdotM. Il caso della finanza è emblematico di quando un determinato ambiente è particolarmente adatto a questo genere di implementazioni: non mancano le risorse, le decisioni vengono prese da pochi, e al tempo stesso abbondano i dati. «Sono diversi i settori che possono trarre vantaggio da questa rivoluzione, dall’istruzione ai media, alla cybersecurity, a patto che i nuovi addetti abbiano una minima

0 2010 2012 2014 2016 2018 2020 ■ Nuovi laureati in Nord America Fonte: IA index Report 2023

Negli ultimi anni intorno a formazione e ricerca in Intelligenza Artificiale si sta scatenando una certa effervescenza. A guidare la corsa Stati Uniti e Cina, a partire dal numero di pubblicazioni dedicate. In netto ritardo l’Europa, che sembra aver ormai perso il treno. In Nord America gli effetti dell’Ia sull’istruzione già si vedono, al pari che nelle università. Dicembre 2023 TM · 31


«Nella Silicon Valley si è soliti dire che i ‘grandi cambiamenti non avvengano da un giorno all’altro’, ossia che siano il risultato della stratificazione di tanti piccoli elementi concomitanti e favorevoli che presi invece singolarmente passano sottotraccia» Tommaso Migliore, Ceo di MdotM

Rischi occupazionali in Europa Quota di addetti esposti al rischio di automazione legata all’Ia (in %, per settore) 45

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or Per to so am na m le d in i ist . Pr of es sio ni pr sti of es sio ni T sti ec as nic so i e cia ti

50 40 30 20 10 0

Fonte: Goldman Sachs 2023

La domanda non decolla Posizioni di lavoro aperte relativi all’Ia per area (% del totale) 2.05% Stati Uniti

2.00%

1.45% Canada 1.33% Spagna 1.23% Australia 1.20% Svezia 1.16% Svizzera 1.14% Regno Unito 1.01% Olanda 0.98% Germania 0.89% Austria 0.86% Belgio 0.84% Francia 0.72%, Italia 0.45% N. Zelanda

1.50%

1.00%

0.50%

0.00%

2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021

2022

Fonte: AI index Report 2023

Potenzialmente sono milioni i posti di lavoro che saranno interessati dall’Intelligenza Artificiale nei prossimi anni, al tempo stesso la domanda da parte delle imprese di nuove figure è ben lungi dall’essere decollata. Si sta accumulando un certo ritardo, che potrebbe pesare negli anni successivi e aggravare la posizione di determinati settori, con tutto il relativo personale. 32 · TM Dicembre 2023

formazione Stem, ma a spiccare è sicuramente la finanza. Gli strumenti messi a disposizione dall’Ia possono migliorare il processo decisionale, individuare frodi, personalizzare i servizi e la gestione di portafoglio, tutti sviluppi che potrebbero portare a un aumento del numero dei posti di lavoro, per quanto diversi che in precedenza», rileva Klauser. In questo caso sembra sempre più evidente che i timori generalizzati si ispirino

a scenari alquanto irrealistici, muovendo da paragoni molto fuorvianti. «Cercare parallelismi tra un settore come logistica e la finanza è abbastanza arduo, è vero che nella prima la robotizzazione ha avuto un impatto importante, ma nel caso della seconda tutto è più complesso. L’uso della tecnologia in finanza è molto più vicino alle applicazioni che vediamo in aeronautica e sanità: un alleato, l’anello mancante che unisce l’intelligenza umana con l’apprendimento dai dati. Gli strumenti che abbiamo a disposizione sono il frutto di anni, leggasi machine learning, se non decenni, le reti neurali, di intenso sviluppo, e si tratta di un’industria dove sbagliare ha un costo molto alto. Quanto evidenziava Bill Gates, ossia che si tende a sopravvalutare l’impatto delle nuove tecnologie entro un biennio, ma a sottovalutarlo nei decenni successivi, sembra essere sempre più vero» prosegue il Ceo di MdotM. Il terziario è però una costellazione di industrie e segmenti tra loro molto diversi, e maggiormente indipendenti rispetto al secondario. Ci sono dunque elementi comuni? «In Svizzera il 61% degli addetti del terziario, con accesso a internet, dichiara di fare regolare utilizzo di programmi di Ia generativa, sia nell’elaborazione di testi che di immagini. Il 63% di questi vi ricorre su base quotidiana per lavorare in modo più efficiente, il 54 per essere più creativo, e il 45 per migliorare la qualità del proprio lavoro. I benefici di un’implementazione sistematica dell’Ia trascende però quelli che sono vantaggi percepibili, ha infatti il potenziale di rivoluzionare interi modelli di business, partendo dalle semplici offerte commerciali e dalla co-progettazione di prodotti e servizi», riflette l’esperto di Deloitte. A cavallo tra terziario avanzato e secondario di un certo livello, e di cui la Svizzera è un fondamentale hub internazionale, si trova ovviamente il Pharma, con le meraviglie degli ultimi anni. «Il vaccino Rna è probabilmente la miglior dimostrazione che qualcosa stia succedendo, e in positivo, è infatti il primo ‘vaccino digitale’, ed è stato realizzato in tempi velocissimi e in piena emergenza. È soltanto l’inizio, sono migliaia i problemi che senza strumenti più potenti era impossibile risolvere, ma che ora collaborando con l’Ia diventano raggiungibili, dunque in medicina, biologia, farmaceutica, ad esempio nella creazione di proteine ad hoc. Senza dimenticare fisica e astrofisica, settori che


«È indispensabile un allineamento strategico degli interessi di tutti. I Governi dovrebbero continuare a finanziare ricerca di base e infrastrutture, l’industria i processi d’integrazione, le famiglie lo sviluppo delle competenze, mentre dovrebbero nascere nuovi partenariati pubblico-privati» Stefan Klauser, Co-fondatore e Ceo di Aisot Technologies

Gli effetti dell’implementazione dell’Ia Variazione potenziale di costi e ricavi per funzione (in %)

Per funzione

nonostante le grandissime aspettative che si nutrivano negli anni Settanta e Ottanta, sono ormai fermi da qualche tempo proprio per difficoltà legate alla raccolta e lettura dei dati, e che ora potrebbero ritrovare slancio», chiarisce Zaffalon. Efficienza personalizzante. Indipendentemente dall’ambito negli ultimi anni il focus delle aziende è stato guadagnare in competitività, per restare sul mercato. E certo l’innovazione si è dimostrata la via maestra per farlo sostenibilmente. «Le nuove tecnologie implicano nuovi modi di lavorare, dunque la perdita di alcuni posti e la creazione di altri. L’Ia ha l’obiettivo dichiarato di migliorare l’efficienza del singolo addetto, dunque di produrre ‘di più con meno’, senza che si sia ancora chiarito cosa sia questo ‘meno’, da qui i problemi. Creerà nuovi di posti di lavoro, direttamente e soprattutto indirettamente, al pari che in passato. In chiave storica ogni rivoluzione industriale ha richiesto nuove figure, dunque meccanici, elettricisti, ieri informatici, e l’Ia non fa eccezione. È però indirettamente che possono verificarsi gli sviluppi più importanti ad esempio cambiando i modelli di domanda. Riducendo il tempo impiegato per svolgere la stessa mansione potrebbe lasciare più tempo libero alle persone, con una conseguente maggiore domanda per tutte le attività connesse, come il giardinaggio o il turismo, senza creare disoccupazione di lungo termine», sintetizza il Cio di Ubs. Del resto che molto non sia ancora successo sul mercato del lavoro non è un mistero, i numeri parlano fortunatamente chiaro. «In diversi settori il ricorso all’Ia si sta dimostrando quale elemento di supporto agli attuali livelli occupazionali, e non tanto di sostituzione. Nei processi industriali applicazioni e nuovi sistemi stanno ottimizzando la gestione delle risorse, riducendo gli sprechi, mentre soluzioni di machine learning, che stiamo sviluppando anche noi, mirano a rendere più armoniosa ed efficiente l’interazione uomo-macchina, migliorando standard di sicurezza e comfort degli operatori. L’ambito medico-sanitario è probabilmente quello che meglio racconta questa dinamica, stiamo sviluppando nuovi algoritmi che individuino prima e meglio le diagnosi di alcune malattie, che supportino gli addetti nello svolgimento delle loro mansioni, senza chiaramente sostituirli», evidenzia l’esperto di Supsi.

Operation nei servizi

45%

Manufacturing

42%

Human Resources

21% 30%

Supply Chain Management 52%

Media di tutte le attività

7% 25%

28% 43%

41%

Sviluppo di prodotti e servizi Strategia e Corporate Finance

10% 6% 10% 10%

32% 29%

Marketing e vendite Risk

29%

30%

7% 20%

31%

43%

23%

32%

33%

61%

14% 13%

31%

58%

9%

8%

6% 8%

57%

37%

18%

10%

20%

70%

41%

10% 11%

48%

27%

14%

17%

13%

24%

59%

28% 33%

70%

8% 16%

41%

65%

8%

36%

63%

19%

% delle opinioni espresse dagli addetti Fonte: AI index Report 2023

L’Ia in Svizzera N. di Start up fondate attive nel settore (2015 - 2023) per cantone

Zugo 213

Vaud 235

Zurigo 619

Ginevra 149

Lucerna 36 Basilea 82

Altri cantoni 65

Berna 73

Ticino 36

San Gallo 27

Argovia 33 Svitto 23

Neuchâtel

20

Vallese 20

Fonte: Crunchbase, Hec Lausanne

Particolarmente toccato dal processo è infatti il terziario, e su ampia scala, come mai successo prima. «Da un lato consente di automatizzare i servizi, dall’altro di personalizzarli. Non solo accelera i processi operativi, come nella diagnosi di malattie, ma consente di ridurre potenziali errori umani. È in grado di gestire i processi più ripetitivi, sbloccando risorse che possono essere dedicate ad altro, ma rende possibile anche la personalizzazione del

Gli effetti dell’adozione massiccia di Ia a livello di costi e ricavi delle imprese rimane dietro a un velo di ambiguità. Sono molti i potenziali benefici, dallo sviluppo dei nuovi prodotti all’affinazione di nuove strategie di marketing, ma al tempo stesso si tratta anche di formare nuovamente il personale. In termini di Start up la Svizzera si segnala sul panorama, solo europeo. Dicembre 2023 TM · 33


L’evoluzione dell’Ia Capacità Ia tradizionale e generativa rispetto alle umane (parametrate 0) 20

IA meglio dell’uomo

0

IA peggio dell’uomo

-20

I passi in avanti compiuti dall’Intelligenza Artificiale, nell’arco dell’ultimo mezzo secolo, sono sicuramente impressionanti, e presto se ne vedranno ‘delle belle’. Resta però il grande ostacolo delle competenze delle persone, ferme.

-40 -60 -80 -100 1998

2000

2002

2004

2006

2008

2010

2012

2014

2016

2018

2020

Riconoscimento scrittura a mano Riconoscimento del parlato Riconosc. immagini Comprens. lettura Comprens. linguaggio Fonte: Jp Morgan 2023

Evolvono le competenze Quanto cambieranno le competenze richieste dalle imprese al 2027? Analytical thinking 60

Core skill nel 2023 (%)

Creative thinking Motivazione e consapevolezza

50

Resiliencza e flessibilità Curiosità ed esperienza Attenzione per i dettagli Istruzione tecnologica Empathy and active listening Systems thinking Contr. qualità Leadership e influenza mediatica Talent management Service orientation and customer service Lettura, scrittura Resource management e matematica Ia e Big Data e operation Teaching and Design and user experience Multi-linguismo mentoring Programmaz. Marketing e media Stewardship ambientale Global Manualità e precisione citizenship Reskilling focus 23-27 (%) Sensory-processing abilities

40 30 20 10

0 0

Fonte: Wef 2023

10 20 30 40 50 ■ Cognitive ■ Engagement ■ Etica ■ Management ■ Fisiche ■ Self-efficacy ■ Technologiche ■ Collaborare con gli altri

60

70

Un mondo da costruire L’Intelligenza Artificiale è dunque sulla buona strada per rivoluzionare il terziario, anche avanzato, ma tutto un altro filone è pronto per essere esplorato. «L’architettura non è immune al fenomeno, l’Ia ne sta infatti trasformando radicalmente le pratiche progettuali, la creazione dei materiali e i modelli di costruzione, ridefinendo il modo con cui le strutture sono prima concepite, e poi realizzate. Un ambito in forte fibrillazione è la creazione di nuovi materiali, in cui attraverso modelli di machine learning gli algoritmi riescono a simulare le proprietà meccaniche, termiche, elettriche e chimiche di materiali ipotetici, evitando lunghe e costose fasi di sperimentazioni», chiarisce Ciminelli. Un salto quantico nell’approccio alla materia, e l’impiego di nuovi strumenti, inevitabilmente solleva il tema di nuove e diverse competenze necessarie. «Si sta affermando l’idea dell’architetto dell’Ia, specializzato nell’applicazione, oltre che nello sviluppo specifico, di tali strumenti. Viene dunque richiesti agli architetti di acquisire nuove competenze nell’utilizzo dell’Ia e di adattarsi a inediti processi collaborativi tra uomo e macchina», conclude l’esperto di Titan.

servizio su ognuno. Apprendimento automatico e algoritmi predittivi hanno sconvolto gli equilibri precedenti, suggerendo ad esempio nelle piattaforme di streaming quali film guardare sulla base di quelli già visti, consigliando l’acquisto di determinati beni nella vendita al dettaglio, miglio34 · TM Dicembre 2023

rando quindi l’esperienza dello shopping e la soddisfazione del cliente. L’obiettivo che si vuole raggiungere è far fare agli uomini quello che meglio gli riesce, dunque occuparsi di compiti complessi, o creativi», nota Ciminelli. Chi paga? Più efficienza, e maggior

personalizzazione dei beni, possono dare però risultati molto diversi, aprendo a scenari altrettanto variati. «I guadagni in efficienza delle imprese possono contribuire a un aumento della produzione, ma al tempo stesso anche a stabilizzarla in presenza di un minore input. La digitalizzazione ha smaterializzato molti prodotti, oggi multimediali ma in qualità e quantità maggiori che in passato, come musica e film. È probabile l’Ia possa fare lo stesso. Bisogna però tenere in conto anche la reazione della popolazione a questo epocale cambiamento, in linea teorica dovremmo ottenere più efficienza, ma in molti potrebbero cercare di ostacolare il processo, creando inefficienze per tutelare i posti di lavoro, o i profitti. Gli economisti potrebbero ad esempio smettere di pubblicare i risultati delle loro ricerche, e dunque di fornire input all’Ia da analizzare per rallentarla», rileva il Cio di Ubs. L’evoluzione è però ormai partita, ed è quindi impossibile fermarla. Dunque, meglio mettersi di buon animo? «Le aziende che fanno affidamento sull’Ia nel prendere decisioni dimostrano di aver migliorato l’efficienza, facendo evolvere i processi, ma in vista di quello che sarà un epocale cambiamento è fondamentale che anche i collaboratori assumano un atteggiamento costruttivo. Le aziende dovrebbero facilitargli il compito affrontando insieme le preoccupazioni del personale, anche con misure di formazione continua, preparandolo per tempo», riflette Beierschoder. Anche per tutti gli addetti già esperti e formati, l’introduzione di nuovi strumenti pone infatti una serie di sfide non banali, che andranno però superate. «Aumentare la componente tecnologica si traduce in più personalizzazione e performance, ottimizzando i processi e migliorando l’offerta al cliente finale, dunque un modo per acquisire vantaggio competitivo. A questo si accompagna anche l’evoluzione dell’approccio alla gestione: non solo più fondamentale o quantitativo, ma come dicono gli anglosassoni quantamental ossia prendere il meglio da entrambi e


In termini di investimenti a eccezione di Cina e Stati Uniti la situazione non è certo delle migliori, con l’Europa diversi anni luce indietro rispetto ai leader di settore. Nonostante la Svizzera fosse partita quale pioniere, qualcosa è mancato.

Investimenti Corporate Investimenti globali delle aziende in Ia per tipologia (usd mld) 300 250

■ M&A ■ Partecipazioni azionarie di minoranza ■ Investimenti privati ■ Ipo

276,1

119,6

200

146,7

150

sfruttare le nuove tecnologie, come l’Ia, per cogliere tutte le opportunità in ogni scenario di mercato», precisa Migliore. A patto che il cambiamento sia accettato da parte di tutti gli attori economici, la vera domanda a quel punto diventerebbe su chi debba ricadere il costo di un’evoluzione tanto incisiva e ampia. Ed è qui che si riapre il gioco. «È indispensabile un allineamento strategico degli incentivi e degli interessi di tutti, pubblico e privato. I Governi dovrebbero continuare a finanziare la ricerca di base e le infrastrutture, l’industria i processi d’integrazione specifici, le famiglie nello sviluppo delle competenze, mentre dovrebbero nascere nuovi partenariati pubblico-privati concentrati sullo sviluppo di grandi piattaforme e programmi formativi. Solo la collaborazione di tutti può consentire superare questa nuova grande sfida, e la Politica dovrebbe fare la sua parte», nota l’esperto di Aisot Technologies. In campo tecnologico gli Stati Uniti negli ultimi anni si sono sicuramente ben posizionati, con la Cina che ha fatto passi da gigante, specie in ambito Ia. Ma l’Europa? «Nonostante per molti anni la Svizzera sia stata apripista in tema di Ia, sembra ormai chiaro abbia perso il treno, non investendoci. Open Ai è partita con un investimento da 2 miliardi di dollari, tantissimi rispetto ai pochi milioni che noi le dedichiamo, ma comunque una cifra non significativa. Gli stati dovrebbero fungere da catalizzatori di risorse, aprendo a livello europeo agenzie su modello della Darpa americana, rivedendo le destinazioni delle risorse della ricerca alla luce dei bisogni di oggi. In Europa siamo invece tutti bravissimi a scrivere regolamenti, e in questo caso l’unico possibile risultato sarebbe lasciare l’intero sviluppo tecnologico agli altri, diventando poi schiavi di tecnologie altrui, pagando per utilizzarle», sottolinea l’esperto di Idsia. Per quanto le regole, nell’attuale far west, possano assumere un certo peso, anche nel gestire la transizione. «Un primo aspetto su cui soffermarsi dovrebbe con-

83,3

26,0

100 50

95,5

53,7

79,6 21,8

31,9

14,5

19,0

25,4

33,8

24,6

43,1

55,1

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

46,0

189,5

125,3 91,8

61,6

0 2020

2021

2022

Fonte: IA index Report 2023

Investimenti in Ia 2013-22

Disruption di competenze

Volumi dei privati per Paese (usd mld)

Quanto cambiano le principali?

Stati Uniti Cina Regno Unito 18,2 Israele 10,8 Canada 8,8 India 7,7 Germania 6,9 Francia 6,5 Sus Corea 5,5 Singapore 4,7 Giappone 3,9 Hong Kong 3,1 Svizzera 3,0 Australia 3,0 Spagna 1,8 0

248,9 95,1

40 80 120 160 200 240

Fonte: AI index Report 2023

cernere un uso rispettoso ed etico dell’Ia, e il trattamento dei dati che la alimentano, su cui è importante ci sia massima trasparenza. L’Ai Act promosso dalla Comunità Europea si è posto una serie di obiettivi giusti, dal controllo umano alla sicurezza, alla privacy, elementi che vanno tutti tenuti in considerazione affinché l’Ia diventi uno strumento per migliorare la qualità della vita delle persone, sviluppandone il potenziale grazie a nuove competenze, supportandole e non sostituendole», evidenzia Carpanzano. La pervasività che lo sviluppo tecnologico ha assunto negli ultimi anni, e l’ampiezza dei settori potenzialmente coinvolti dall’Ia, certo non contribuisce nel rendere particolarmente gestibile il problema, da qui la preoccupazione ampiamente diffusa. Soluzioni? «Un cittadino preoccupato esprime un politico comprensibilmente tormentato. Da un lato infatti ci sono politiche efficaci, ma di lungo termine, che si concentrerebbero su istruzione e riqualificazione, dall’altro iniziative inefficaci ma propagandistiche che si limiterebbero a frenare la diffu-

Totale delle competenze (%) 100 75 50

35% 65%

42% 58%

44% 57%

56%

43% 25 0

2016

2018 2020 2023 Anno di rilevazione

■ Competenze Core che cambieranno entro 5 anni ■ Competenze Core che restanno le stesse Fonte: Wef 2023

sione dell’Ia, preservando posti di lavoro obsoleti, come la chiacchierata tassa sui robot potrebbe essere. Oltre a essere inefficienti, mettono l’economia in svantaggio competitivo, c’è dunque da auspicare che anche in questo ambito, e senza intelligenza artificiale, si scommetta sull’efficienza», conclude Guglielmin. L’Intelligenza Artificiale è un ulteriore passo di un lungo percorso chiamato ‘sviluppo tecnologico’, una tappa che diversamente da altre, e forse per la prima volta, si preannuncia avere un impatto decisivo anche sul settore dei servizi, l’industria di punta di tutti i Paesi sviluppati. Da qui i molti malumori, e i timori diffusi. Se il cambiamento deve però essere prima di tutto compreso, ed è questo il compito degli Stati, al tempo stesso non si deve sovrastimarlo. Si tratta di un’evoluzione epocale, non di una rivoluzione, le cose che davvero contano resteranno le stesse, semplicemente sarà indispensabile che tutti lo capiscano e che entrino in un nuovo mood. La curiosità, delle persone, salverà il mondo, ancora una volta, la vera intelligenza resterà umana. ❏ Dicembre 2023 TM · 35


economia /testimonianze

Svizzera avanti, buona la Spagna Accomunati dalla volontà di promuovere e sostenere l’innovazione, entrambi i Paesi prevedono incentivi con un’attenzione particolare alle start up e alle Pmi, articolati a livello nazionale, regionale, comunale. Se quattro regioni spagnole, inclusa Madrid, sono state considerate a livello europeo ‘strong innovator’, la Svizzera è stata classificata come innovator leader. Il Cantone, già dal 2015, ha mostrato attenzione in tema di sostegno all’innovazione, con una visione sempre più aperta e in linea con l’atteggiamento dominante sul piano internazionale.

P

resentato al Gran Consiglio lo scorso luglio, il Messaggio 8295 sul Sostegno all’innovazione e politica economica regionale: misure per il periodo 2024-2027 si inserisce nel filone di un interesse per il tema che il nostro Cantone ha cominciato ad esprimere già dal 2015, con la pubblicazione della Legge per l’innovazione economica (LInn), con i programmi quadriennali (20162019 e 2020-2023) approvati attraverso le relative modifiche della legge. Nel 2019, il Messaggio 7768 corrispondente al periodo che sta per scadere menzionava come “L’innovazione riveste un’importanza crescente nella strategia e nell’operatività delle imprese, grandi o piccole che siano. Lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, l’adozione di nuove tecnologie e l’innovazione dei modelli d’affari garantiscono la competitività delle imprese e, in definitiva, assicurano il benessere della popolazione e uno sviluppo sostenibile ed equilibrato. Un territorio che sa posizionarsi nella distribuzione internazionale del sapere e delle compe-

36 · TM Dicembre 2023

tenze investendo in formazione, ricerca e innovazione, può costruirsi migliori condizioni di vita presenti e maggiori opportunità di sviluppo future”. Ebbene, è interessate rilevare come il nuovo Messaggio innesti, nella visione più tradizionale del sostegno allo sviluppo economico cantonale e regionale, un punto di vista decisamente più globale e internazionale menzionando espressamente gli “obiettivi 8, 9 e 12 dell’agenda Onu 2030 dello sviluppo sostenibile, ossia, rispettivamente ‘Lavoro dignitoso e crescita economica’, ‘Industria, innovazione e infrastrutture’ e “Consumo e produzione responsabili’ e manifestando che “è pertanto con questo intento di rafforzare anche la sostenibilità che il Consiglio di Stato intende perseguire i suoi obiettivi di politica dell’innovazione anche nel quadriennio 2024-2027, continuando a sostenere la formazione, la ricerca e l’innovazione quali capisaldi di una politica di sviluppo economico oculata e lungimirante”. In effetti, gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sdgs), stabiliti dalle Nazioni

Unite nel quadro dell’Agenda 2030, sono un invito universale all’azione per proteggere il pianeta e migliorare la vita e le prospettive delle persone in tutto il mondo. Questa serie di 17 obiettivi affronta le sfide globali più urgenti del nostro tempo, dalla creazione di posti di lavoro dignitosi alla lotta al cambiamento climatico e alla promozione dell’uguaglianza di genere. In tale contesto, il ruolo fondamentale svolto dall’ecosistema imprenditoriale svolge un ruolo importante nella costruzione di un futuro sostenibile e prospero. Il Global Startup Ecosystem Report 2021, pubblicato da Startup Genome in collaborazione con la Commissione Europea, sottolinea che le start up hanno grande potenziale per generare occupazione, promuovere l’innovazione e anche lo sviluppo economico sostenibile. Dunque il Ticino si manifesta in totale sintonia con quanto accade sul piano internazionale, il che è decisamente degno di lode. Anche in Spagna si assiste, non solo al crescente impegno politico per il raggiungimento degli Sdg, ma anche ad una sempre maggiore sensibilità verso le nuove start up. Secondo uno studio di PwC che analizza mille aziende con sede in Spagna, il 78% delle aziende spagnole menziona gli Sdg nei propri report e il 71% fa riferimento a obiettivi specifici, numeri superiori alla media globale ri-


spettivamente del 72% e del 65%. Un documento elaborato da CaixaBank con la Iese Business School a maggio 2023, suddivide le start up della classifica Top 100 secondo il loro contributo agli Sdg, riuscendo a coprire tutti i 17 obiettivi. Come prospettato dal nostro Gran Consiglio, a far la parte del leone sono gli obiettivi 9 (35%), 8 (20%) e 12 (20%), ma sono da segnalare anche le start up che perseguono gli obiettivi 3, ‘salute e benessere’ (23%) e 11, ‘città e comunità sostenibili’ (17%). In questo clima a priori favorevole agli incentivi per l’innovazione, in particolare alle start up, in attesa dell’approvazione in Ticino delle misure previste per il periodo 2024-2027, colgo l’occasione per dare qualche informazione, anche se solo sommaria, circa le misure finora prese in Spagna. Naturalmente i numeri sono altri (nel 2022 erano attive in Spagna circa 11mila start up, secondo i dati pubblicati da Invest Spain), ma è pur vero che le statistiche sono più affidabili con un campione di rilevamento più sostanzioso. Come in Svizzera, in Spagna gli incentivi all’innovazione in generale ed alle start up e Pmi in particolare, si articolano a livello nazionale, a livello regionale ed a livello comunale. È interessante osservare come in Spagna vi sia una concentrazione, di start up e Pmi innovatrici, principalmente nelle regioni di Madrid e della Catalogna. Secondo i dati della European Innovation Scoreboard 2023 and Regional Innovation Scoreboard 2023, queste regioni cosí come le regioni dei Paesi Baschi e di Navarra, sono considerate ‘strong innovator’ (un grado al di sotto della Svizzera, classificata come ‘innovator leader’). Osserviamo dunque, come esempio, le misure prese a livello nazionale e, rispettivamente, dalla regione e municipio di Madrid. A livello nazionale, la norma più rilevante è la recente Ley 28/2022, de 21 de diciembre, de fomento del ecosistema de las empresas emergentes (o semplicemente Legge delle Start up). Questa legge, focalizzata solo sulle start up, ha la particolarità di essere stata proposta da un governo di coalizione di sinistra ed estrema sinistra ed approvata da un parlamento con una maggioranza dello stesso spettro politico. Sinceramente, in vista delle altre attività legislative dello stesso governo, questa norma rappresenta una sorprendente ‘rara avis’. Fondamentalmente, la legge promuove misure volte a incentivare le

start up che possono essere riassunte in: a) misure fiscali rivolte non solo alle start up stesse, ma anche ai lavoratori (trattamento delle ‘stock options’), ai gestori di ‘venture capital’ (con una riduzione del 50% della base imponibile relativa ai ‘carried interests’, in generale alle persone fisiche che si stabiliscono in Spagna provenienti dall’estero assoggettate a un regime fiscale speciale conosciuto come Ley Beckham), deduzioni fiscali a favore degli investimenti in start up; b) misure amministrative come una maggiore flessibilità nella concessione di permessi di residenza, ‘regulatory sandboxes’, riduzione dei requisiti burocratici per gli investitori esteri; c) finanziarie, a favore dei fondatori di start up ed in generale con la gestione di fondi destinati a finanziarle. A livello regionale, la ‘Comunidad de Madrid’ offre, tra l’altro, aiuti allo sviluppo di giovani imprese innovative basate sulla tecnologia (start up) e Pmi ad alta intensità innovativa, principalmente attraverso sovvenzioni che possono arrivare a coprire il 100% dei costi per le piccole imprese nuove (fino al limite di 80mila euro) e giovani (fino al limite di 150mila euro). A livello municipale l’offerta è molto variata e un esempio di buona gestione amministrativa. L’ente municipale ‘Madrid Emprende’ ha come sue principali competenze la promozione, l’incoraggiamento e il sostegno dello spirito imprenditoriale dei cittadini di Madrid e la creazione e la crescita delle Pmi, rafforzando la competitività delle imprese di nuova costituzione. Le sue competenze sono: a) progettare strategie e azioni per promuovere lo spirito imprenditoriale dei cittadini di Madrid e sostenere idee che possano portare alla generazione di posti di lavoro e di nuove attività economiche; b) sviluppare relazioni nel campo dell’imprenditorialità con altre amministrazioni pubbliche, nonché istituzioni e organizzazioni, e proposte di collaborazione volte a migliorare l’attività imprenditoriale nella città di Madrid; c) promuovere la competitività nelle imprese di nuova costituzione come strumento per rafforzare l’imprenditorialità, con particolare attenzione all’innovazione tecnologica; d) promuovere e gestire la rete di incubatori d’impresa per la promozione di iniziative imprenditoriali; e) sviluppare tutte le altre funzioni che contribuiscono a generare attività che promuovano l’imprenditoria-

David Mülchi, Avvocato e Socio dello Studio Legale Mülchi & Asociados, Madrid e Lugano.

lità e la creazione e la crescita di Pmi in città. In concreto a Madrid ci sono sette centri di incubatori di impresa, dove si offrono spazi di coworking gratuiti, combinati con l’offerta di servizi comuni, con l’accompagnamento e la consulenza nella gestione imprenditoriale. Molto interessante è il recente progetto di ‘Madrid Food Innovation Hub’, spazio di incubazione d’imprese dedicate all’innovazione nell’alimentazione che dispone, tra l’altro, di laboratori sofisticati e cucine per la ricerca e sviluppo. In un Paese dove storicamente la burocrazia è stata in genere un incubo, l’iniziativa - a Madrid - di aprire uno sportello unico per gli imprenditori (Ventanila Unica Emprendedor) merita sicuramente un plauso, così come la scommessa nella digitalizzazione di servizi e pratiche amministrative. Buon esempio è il portale ‘Madrid Emprende’, che offre a una comunità virtuale la possibilità di sviluppare sinergie tra imprenditori. Originale è l’iniziativa ‘Coffee Break’ che viene pubblicizzata sul sito del Municipio con la formula: “ Vi invitiamo a prendere un caffè! Se hai voglia di passare per un caffè e incontrare persone rilevanti e interessanti per l’imprenditorialità e altre discipline, vieni al #CoffeeBreak! Leadership, gestione del team, impegno, miglioramento continuo, motivazione... Sono tutti fattori chiave quando si tratta di raggiungere il successo professionale, sia in ambienti imprenditoriali che in altri, come l’istruzione, le arti, le istituzioni pubbliche, la scienza o lo sport (...)”. Allora, a quando un ‘biciarin da vinBreak’ per gli imprenditori ticinesi??’ Dicembre 2023 TM · 37


economia/ricerca

Un Orizzonte da condividere

A due anni dal declassamento che ha ridimensionato la Svizzera a Paese terzo non associato a Horizon Europe, programma quadro di ricerca e innovazione dell’Ue, lo stallo politico sull’Accordo istituzionale di cui è ostaggio sembra poter sperare in uno sviluppo positivo. Ma perché a chi già è primo delle classifiche di innovazione e non mancano fondi serve collaborare per eccellere? La ‘geografia’ svizzera dei finanziamenti di Horizon 2020 Ripartizione contributi in mio. euro dal programma quadro Horizon 2014-2021

Svizzera Nord-Ovest

H 2020

11%

Istruzione superiore 88 Privato 39 Istituti ricerca 127 Pubblico 9 M€

2.425 mio € Svizzera

2%

6% Romandia

1.029

42%

Istruzione superiore 601 Privato 155 Istituti ricerca 77 Pubblico 37 Cern 117

Zurigo

34%

267

Espace Mitteland

827

Istruzione superiore 641 Privato 160 Istituti ricerca 18 Svizzera Centrale Pubblico 1

41

Istruzione superiore 14 Privato 36 Istituti ricerca 1 Pubblico 0

1%

Svizzera Orientale

36

155

Istruzione superiore 103 Privato 15 Istituti ricerca 8 Pubblico 24 *esclusi Friborgo, Neuchâtel e Giura

Istruzione superiore 7 Privato 19 Istituti ricerca 9 Pubblico 0.5

3% Ticino 70

Istruzione superiore 38 Privato 14 M€ Istituti ricerca 16 M€ Pubblico 1

Fonte: Commissione europea

S

ono oltre due anni che i ricercatori attivi in università svizzere non possono più dirigere progetti del nuovo pacchetto Horizon Europe 2021-2027, compresi i programmi associati Euratom, Iter e Digital Europe, né richiedere sovvenzioni o borse di studio come i prestigiosi grants Erc del Consiglio europeo della ricerca. Rimane salva la possibilità di partecipare se convocati come partner, attingendo però a finanziamenti propri. In precedenza, nei periodi in cui era pienamente associata, la Svizzera beneficiava di un ritorno positivo, considerato l’alto tasso di successo dei progetti sottoposti ai concorsi, ricevendo mediamente 800-900 milioni di franchi di finanziamenti all’anno contro i 600-700 milioni versati per avere il diritto di partecipare (determinati in base al Pil). Ma l’aspetto finanziario della questione è a ben guardare il male minore.

38 · TM Dicembre 2023

Tra il 2014 e il 2020, nell’ambito del precedente programma europeo H2020, la Svizzera è riuscita a raccogliere 2,425 miliardi di euro. A beneficiarne, i Politecnici in prima linea, seguiti da università e Pmi. Partecipazioni e coordinazioni svizzere a progetti H2020 Per tipo di istituto 543

Politecnici federali Pmi

413

10

392

Università Industrie

139

169 29 86

Ass. senza scopo lucro Alte scuole

4 43

Confederazione Cantoni e comuni

283

10

188

0

13

2

0% 10% 20% 30% 40% ■ Partecipazioni ■ Coordinazioni Fonte: Commissione europea, Sefri

Subito dopo l’estromissione, la Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (Sefri) è intervenuta incaricando le agenzie di finanziamento svizzere di introdurre misure transitorie, che hanno permesso di distribuire 1,2 miliardi di franchi per il biennio 2021-2022 e altri 625 milioni di franchi quest’anno. Al contempo la Confederazione si sta impegnando per stabilire nuove iniziative di cooperazione con altri Paesi come Stati Uniti, Israele e Giappone, con l’intento di diversificare le alleanze internazionali. Perché tanto rumore? Considerato che anche quest’anno la Svizzera guida il Global Innovation Index per la tredicesima volta di fila, parrebbe esserci poco da temere. «La domanda da porsi è però: per quanto ancora? C’è infatti sempre un ritardo fra la ricerca di base, quella applicata e il momento in cui i risultati arrivano sul mercato. La nostra capacità di innovazione, la forza della nostra economia e il benessere di cui oggi godiamo sono destinati nel medio-lungo termine a risentirne. Le contromisure della Confederazione possono infatti compensare solo gli aspetti finanziari della mancata associazione della Svizzera al programma di ricerca europeo Horizon, non le molteplici ripercussioni della mancata partecipazione a quello che, con un budget di 95,5 miliardi di euro, è il più importante programma di ricerca mondiale», sottolinea la rettrice dell’Usi Luisa Lambertini, intervenuta insieme a Mauro Dell’Ambrogio, già direttore della Sefri per 12 anni, fino al novembre 2019, all’interessante conferenza “Ricerca senza rete?” che Coscienza svizzera ha dedicato all’argomento lo scorso ottobre. Già in passato ci sono stati momenti di panne in cui la Confederazione è interve-


nuta al posto di Bruxelles, come nel 2014 dopo la votazione sull’immigrazione di massa. «Ma i fondi sostituivi funzionano solo fino a un certo punto: l’aspetto più invalidante, stando alla mia esperienza, è dover rinunciare al sistema di selezione dei progetti messo in piedi da Horizon, che può appoggiarsi a una rete di migliaia di professori nei diversi campi disciplinari, impensabile da replicare ‘in casa’. La Svizzera non potrebbe mai limitarsi a istituire un proprio meccanismo parallelo. Finché si tratta di organizzare un pool per capire quale sia il migliore di due progetti sullo stesso argomento è relativamente semplice, ma come stabilire a chi dare la priorità invece quando non c’è termine di paragone? Ad esempio, meglio attribuire 50 milioni a un progetto sulle nanotecnologie oppure alla ricerca contro il cancro? Venire selezionati direttamente da Horizon dà invece la garanzia di essere tra i migliori in Europa e di investire nella giusta direzione», sottolinea Dell’Ambrogio. La posizione negoziale dei ricercatori svizzeri che vorrebbero aderire a un consorzio europeo comincia a dimostrarsi indebolita: malgrado se ne apprezzi la qualità, prevale spesso l’esigenza di rivolgersi a membri di Paesi pienamente associati a Horizon, dunque con le ‘spalle coperte’. Anche volendo la Confederazione non potrà mai infatti garantire a tutti i ricercatori svizzeri, qualora i progetti cui partecipano vengano selezionati, di ricevere i fondi per pagare la propria parte. Una dipendenza virtuosa. La ricerca svizzera è estremamente interconnessa, molto più di quella statunitense, giapponese o anche del Regno Unito: oltre il 36% degli articoli scientifici fra il 2014 e il 2022 portava la firma di un co-autore europeo. E il Ticino è subito dietro alle regioni più toccate del Lago Lemano e di Zurigo: «L’Usi è una research intensive university, che nonostante la giovane età ha già collezionato 28 Erc. Nel 2022, malgrado l’esclusione, per i progetti europei in corso abbiamo raccolto 3,8 milioni di franchi (non distante dalla nostra media) su budget annuo complessivo per la ricerca competitiva di circa 26 milioni», sottolinea la rettrice. Soprattutto si tratta di ricerche in ambito Stem, ma non solo: si spazia da Perdy, progetto di ottimizzazione percezione visori e display, al turismo sostenibile di SecreTour o al sostegno della partecipazione civica della cittadinanza con Diacomet.

«La domanda da porsi è: per quanto ancora la Svizzera guiderà le classifiche mondiali di innovazione? Non poter contare sulla piena associazione a Horizon comporta l’esclusione da collaborazioni prestigiose e una continua incertezza, destinata a tradursi in un’erosione dell’interesse per le nostre università da parte dei ricercatori di maggior talento» Luisa Lambertini, Rettrice dell’Usi

Apporto estero al corpo accademico % stranieri personale univesitaritario CH 60 55 50 45 40 35 30 25 20 15 10 5 0 2001

Ricerca fortemente interconnessa % Paesi dei co-autori di articoli scientifici di ricercatori attivi in Svizzera, 2014-2022 Svizzera 36% Unione Europea 34% Stati Uniti Regno Unito Canada

2005

2009

2013

2017

2021

Università Assistenti, collaboratori scientifici Altri insegnanti Professori Alte Scuole Specializzate Assistenti, collaboratori scientifici Insegnanti

Fonte: Ustat

Non bisogna dimenticare quanto la Svizzera accademica debba ai cervelli stranieri. Un ricercatore su due proviene dall’estero (analoghe le proporzioni nel mondo dell’innovazione imprenditoriale), vuoi perché la disponibilità è limitata con 8,7 milioni di abitanti, vuoi perché i pur ottimi stipendi accademici risultano comunque più appetibili per chi proviene da oltre frontiera. «Non poter contare sulla piena associazione comporta l’esclusione da collaborazioni prestigiose e una continua incertezza di prospettive, destinata a tradursi in un’erosione dell’interesse per le nostre università da parte dei ricercatori internazionali di maggior talento, che non valutano solo le opportunità di finanziamento, ma anche le infrastrutture e le reti di ricerca a cui hanno accesso, nonché la possibilità di ottenere fondi individuali rinomati come gli Erc, che non solo permettono di finanziare un progetto, ma aprono la carriera. Io stessa, quando nel 2009 mi sono trasferita dalla California all’Epfl, sapevo di poter contare su questi fondi. A tendere dunque il rischio è la perdita di

Cina Giappone 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% Fonte: Innoscape

Il Ticino subito dietro le Big % di paper svizzeri finanziati da H2020 Regione Lago di Ginevra 6,6% Zurigo 5,6% Ticino 4,4% Svizzera Nord-Ovest Espace Mitteland Svizzera Orientale Svizzera Centrale 0%

1%

2%

3%

4%

5%

6%

Fonte: Innoscape

Sempre più le università svizzere attingono oltre confine professori e personale accademico. Nel 2021, il 51% dei circa 4.700 professori proveniva dall’estero, i due terzi per i Politecnici, soprattutto dai tre principali Paesi confinanti. Anche a livello di pubblicazioni, sono imprescindibili le collaborazioni internazionali, con un co-autore europeo nel 36% dei casi. Il Ticino è subito dietro alle Big. Dicembre 2023 TM · 39


«L’aspetto più invalidante, è dover rinunciare al sistema di selezione - impensabile da replicare ‘in casa’ - dei progetti messo in piedi da Horizon, che può appoggiarsi a una rete di migliaia di professori nei diversi campi disciplinari. Una garanzia di essere tra i migliori in Europa e di investire nella giusta direzione» Mauro dell’Ambrogio, già Segretario di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione (2008-2018)

Com’è finanziata la ricerca svizzera? La Svizzera spende circa 20 miliardi di franchi all’anno in R&D, il 3% del Pil: sostanzialmente, i due terzi li mette il privato, che investe di solito laddove si aspetta un ritorno rapido in termini di innovazione applicata e tecnologie, e un terzo viene dal pubblico, che sostiene invece la ricerca di base, sia attraverso i finanziamenti attribuiti, ad esempio, da Confederazione e cantoni alle realtà universitarie, sia attraverso quelli competitivi, messi a concorso in primis dal Fondo nazionale svizzero per la ricerca (Fns), che distribuisce poco più di un miliardo l’anno, e dall’Agenzia innosuisse, maggiormente orientata alla ricerca applicata e bisogni del settore privato, che alloca un budget di circa 300 milioni, affiancate da altri Istituti e Fondazioni. «La competizione non esclude la collaborazione: proprio come per le imprese di costruzione che si consorziano, si formano degli agglomerati per mettere a comun fattore le rispettive competenze, essere più forti e ottenere risultati migliori. La collaborazione internazionale può assumere diverse modalità: ci sono grandi centri di ricerca come il Cern, dove per costruire una macchina da miliardi di franchi è necessaria la partecipazione di vari Paesi che pagano la propria quota e permettono poi ai loro ricercatori di usufruirne, spesso per concorso», osserva Mauro Dell’Ambrogio. La modalità più diffusa sono le collaborazioni spontanee fra colleghi accomunati da un interesse di studio e dalla stima reciproca. Oltre metà delle pubblicazioni scientifiche firmate da un ricercatore che lavora in Svizzera ha un co-autore all’estero. Solitamente ciascuno paga il proprio, senza trasferimento di risorse. «Quello che invece ha fatto l’Europa con Horizon è del tutto eccezionale e non comparabile a nessun’altra forma di collaborazione bilaterale, con un budget sui sette anni di oltre 95 miliardi di euro. Il modello ricorda, elevato all’ennesima potenza, quanto la Svizzera ha fatto 50 anni fa con il Fns: invece di lasciare che ogni cantone finanziasse i progetti del proprio ateneo, la Confederazione si è incaricata di raccogliere e attribuire i contributi ai progetti più rilevanti, creando una concorrenza che ha il vantaggio di incrementare la qualità», sottolinea Mauro Dell’Ambrogio. Fino al 2021 l’Ue ha rappresentato la seconda fonte di finanziamento pubblico per i ricercatori svizzeri dopo il Fns, ma soprattutto una rete di prestigiose relazioni, competenze e uno stimolo all’eccellenza, contribuendo alla sua capacità di innovazione. Le basi su cui ha costruito la sua reputazione internazionale.

attrattività internazionale e di leadership dei nostri atenei, che finirebbe per decretarne un pericoloso isolamento», osserva Luisa Lambertini che, fino al suo nuovo incarico alla testa dell’Usi da luglio, è stata alla guida della scuola dottorale e della 40 · TM Dicembre 2023

formazione continua dell’Epfl, di cui era anche vicepresidente. «E il rischio non è soltanto di non attirare giovani promettenti, ma anche di perdere quelli che già ci sono. Non bastano prestigio e cachet: è come se il

Real Madrid non potesse partecipare alle coppe europee: potrebbe pur offrire contratti milionari, ma perderebbe appetibilità», precisa Mauro Dell’Ambrogio. L’esempio dell’Epfl. Lo conferma l’esperienza di una realtà prestigiosa e ai vertici della ricerca come il Politecnico federale di Losanna. Qui i programmi europei hanno contribuito, oltre ai 600 posti di lavoro che ne dipendono direttamente, a rendere l’Epfl più attraente per i talenti internazionali nonché a rafforzarne la leadership accademica e industriale. Se i 29 milioni di franchi raccolti ancora nel 2022, si allineano ai sette anni passati grazie alle misure transitorie, non ha però più potuto condurre alcun progetto, mentre in precedenza ne guidava fino a sei nuovi ogni anno, in particolare nei settori della robotica, delle tecnologie quantistiche e dell’energia verde. Gli inviti a partecipare come partner a nuovi progetti sono calati del 20%, diminuzione che raggiunge addirittura il 64% per le azioni Marie Sklodowska-Curie. E già si sono fatte sentire le prime delocalizzazioni di start up e l’esclusione da progetti e mercati considerati strategici dall’Ue. «Nonostante i cliché, se la Svizzera è prima nelle classifiche di innovazione mondiali è proprio perché è stata fra i Paesi più aperti nello scambio di risorse umane con tutto il continente, e oltre», avverte Ambrogio Fasoli, vicepresidente associato per la ricerca presso l’Epfl, dove dirige lo Swiss Plasma Center, punto di riferimento assoluto per la ricerca sulla fusione nucleare. Il centro ospita uno degli esperimenti più importanti a livello europeo per studiare tecniche e parametri di formazione e controllo del plasma, con l’obiettivo di disporre di un’energia pulita. Il suo tokamak a configurazione variabile, nella top ten dei più importanti al mondo, permette infatti di esplorare la fisica della fusione nucleare mediante confinamento magnetico del plasma (a temperature di 100-150 milioni di gradi), per studiare ad esempio come la sua forma influisca sulle prestazioni o per ottimizzare ulteriormente la tecnica di ingabbiamento e riscaldamento. Ogni anno centinaia di scienziati arrivano a Losanna da tutta Europa a condurre esperimenti di interesse cruciale per la fusione, contribuendo anche alla formazione di generazioni di studenti, destinati a diventare gli specialisti di domani. L’80% dei dottorandi proviene dall’estero.


«Il caso della fusione nucleare costituisce un esempio ante litteram di perfetta integrazione fra ricerca svizzera ed europea. Già dal 1979 la Confederazione collabora strettamente con la Comunità europea dell’energia atomica (Euratom) e proprio grazie agli stretti legami che abbiamo costruito nel tempo e alla reputazione che ci siamo guadagnati con la nostra qualità, stiamo per ora affrontando il periodo senza eccessivi problemi. Ad esempio riusciamo a continuare a partecipare al consorzio europeo Eurofusion grazie all’affiliazione al Max Planck Institut», sottolinea Ambrogio Fasoli, che addirittura di Eurofusion è presidente e, dal prossimo gennaio, ne sarà direttore, responsabile dell’esecuzione strategica del programma in un momento cruciale per la ricerca sull’energia di fusione. Un buon auspicio per la Svizzera, che al momento però si confronta - paradossalmente - con l’esclusione dal ‘progetto dei progetti’, quello per la costruzione del reattore termonucleare sperimentale Iter, in corso nel sud della Francia, che della fusione nucleare per la produzione di energia su scala industriale ha lo scopo di dimostrare sicurezza e validità. In attesa dell’esito delle negoziazioni su Horizon, la stessa Svizzera che con il suo Swiss Plasma Center ha un ruolo centrale, vede congelata la sua associazione a Euratom e, contestualmente, lo statuto di membro all’impresa comune europea Fusion for Energy, che le consentiva di partecipare alla realizzazione di Iter. «Se facendo leva sulle nostre buone relazioni e sulla qualità all’avanguardia del nostro centro, riusciamo a vario titolo a rimanere agganciati agli sviluppi scientifici, è invece l’industria svizzera a pagare dazio. Questo proprio nella fase in cui, avvicinandosi alla conclusione del progetto, arrivano le commesse tecnologicamente più avanzate, alle quali le aziende svizzere si stavano dimostrando in prima linea per rispondere. Sarebbero decine e decine di milioni l’anno, ma al momento le nostre aziende sono bandite dalle gare d’appalto, fuorché non si dimostri di essere gli unici a disporre delle competenze richieste, ma con Cina, Corea del Sud, Giappone, India, Russia e Usa fra i membri di Fusion for Energy, oltre ai Paesi europei non è così semplice», avverte il direttore dello Swiss Plasma Center. «Non è dunque questione di chiedersi se riusciremo nuovamente ad associarci, perché il contrario sarebbe catastrofico,

«La fusione nucleare costituisce un esempio ante litteram di perfetta integrazione fra ricerca svizzera ed europea, già dal 1979. Se proprio grazie a questi stretti legami e alla sua reputazione lo Swiss Plasma Center sta per ora contenendo le ripercussioni scientifiche dell’esclusione da Euratom, è l’industria svizzera a pagare già dazio, tagliata fuori da Iter» Ambrogio Fasoli, Direttore dello Swiss Plasma Center

Investimento a lungo termine, dalla ricerca alla creazione di impieghi Un esempio dalla quantistica dell’Epfl delle ripercussioni della non-asociazione a Horizon Arrivo Prof. Kippenberg all’Epfl

2010

2010

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Marie Curie Initial Training Network 2013

2014

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start up Epfl co-fondata Geiselmann

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Kippenberg ERC

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Ligentec trasferisce partedelle attività in un Paese interamente associato a Horizon 2021-2027

2020

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Prof. Kippenberg 2013-2021

36 mio Chf di fondi europei

Borsa di studio ERC Fonte: Epfl

Arrivo di Michael Geiselmann presso Kippenberg grazie alla borsa del Marie Curie

ma piuttosto quando. Speravamo potesse accadere già a inizio 2024, ormai troppo vicino, a meno di una successiva applicazione retroattiva. Comunque a fronte anche della recente riammissione del Regno Unito e delle ultime promesse di riconsiderare la piena associazione della Svizzera contestualmente alla ripresa dei più ampi negoziati istituzionali fra Berna e Bruxelles, sono ottimista», conclude Ambrogio Fasoli, ricordando però come il caso ‘Svizzera’ sia molto diverso da quello del Regno Unito, non solo sul piano politico, ma perché tutt’altra è la massa critica, con una quindicina di università elvetiche contro circa 150 atenei britannici, fra cui le due migliori università europee, appoggiate da un governo che sta investendo massicciamente per rendere indipendente la ricerca di determinati settori chiave. Un segnale positivo pare venire anche dalla recente visita di Emmanuel Macron - a otto anni dall’ultima calata di François Hollande - considerato come la Francia, che nelle negoziazioni sull’Accordo quadro si è sempre mostrata intransigente, non sia impermeabile ai benefici che

18

5 mio Chf Ligentec

4

borse direzione di Marie Curie progetti europei EIC

38

posti di lavoro creati, ma 8 in Francia

Un esempio di ciclo virtuoso, costruito in un decennio, non più possibile da quando la Svizzera non è più associata ad Horizon. Grazie a 36 milioni di Chf di finanziamenti europei attribuiti al gruppo del Prof. Kippenberg, l’Epfl ha potuto attrarre talenti nelle tecnologie quantistiche. Poi, grazie alle borse Eic, la start up Ligentec ha potuto crescere, ma l’attuale situazione l’ha indotta a delocalizzare in parte in Francia.

potrebbe trarre proprio dal rinnovato apporto elvetico al grande progetto di Iter in sviluppo sul suo suolo, così come comuni sono gli interessi per il secondo acceleratore del Cern. La consapevolezza dell’importanza della Svizzera per poter continuare a far la corsa in testa su Stati Uniti e Cina in questi due settori chiave per il futuro potrebbe ammorbidire le pretese. Ricordando che se la soluzione è politica, in fin dei conti decisiva è sempre la prospettiva economica. Susanna Cattaneo Dicembre 2023 TM · 41


economia/aziende

Evoluzioni elettrodomestiche Lavastoviglie, forno, frigorifero, … entrati massicciamente nelle case con il boom economico del dopoguerra, gli elettrodomestici hanno rivoluzionato abitudini e stili di vita. L’IoT è l’ultima frontiera di un’evoluzione che V-Zug ha cavalcato dal 1913 a oggi, promotrice dell’avveniristico Tech Cluster Zug, con cui si ambisce a guidare il futuro dell’ingegneria e dell’industria svizzera.

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© V-ZUG 1958

ultinazionali, trading, crypto, ... ma Zugo è anche innovazione industriale. In pieno centro città sta prendendo forma un progetto visionario di produzione urbana: un ecosistema che riunirà aziende all’avanguardia, start up, servizi tecnologici e strutture di formazione, per rafforzare la posizione della regione e diventare un paradigma per la Svizzera intera. Punto di partenza è la trasformazione strategica del quartier generale di V-Zug, che proprio in questa posizione chiave ha mantenuto la sua sede produttiva. Al contrario di molte realtà che cedono alla tentazione di dislocare all’estero, il leader svizzero degli elettrodomestici ha deciso non solo di restare, ma di investire in un progetto avveniristico: il Tech Cluster Zug. Ultimata l’anno prossimo la sistemazione dell’area settentrionale del sito, assegnata a V-Zug, prenderà avvio la seconda fase del progetto, coordinato da Metall Zug,

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holding industriale che di V-Zug è l’azionista di riferimento (fino allo scorporo nel 2020 ne era la proprietaria). Primo tassello di questa città manifatturiera contemporanea è stato lo Zephyr Hangar completato nel 2019, l’impianto di pressatura dell’azienda, mentre si appresta al battesimo la sua fabbrica verticale Zephyr Ost, perno della nuova progettualità di V-Zug, che punta su concentrazione spaziale e tecnologia allo stato dell’arte. Dotato di un magazzino di disaccoppiamento automatizzato e di ampie aree di produzione e di montaggio, si articola su cinque piani con uffici legati alla produzione, spazi per lo sviluppo e aree sociali. Il tutto collegato da un tunnel in via di ultimazione al magazzino logistico ZugGate. Una visione che esemplifica i valori su cui il celebre marchio svizzero ha costruito il suo successo: qualità, affidabilità, innovazione, radicamento al territorio, sostenibilità ed estetica.

Se oggi la domotica promette di rendere sempre più connesse, efficienti e confortevoli le abitazioni, l’IoT è l’ultima delle frontiere di un percorso avviato con l’elettrificazione che ha permesso di meccanizzare quanto si faceva a mano, poi alimentato dai progressi di elettronica e tecnologia. Un’evoluzione che V-Zug ha vissuto dalle sue origini, nel 1913 quando l’allora Verzinkerei Zug produceva articoli zincati per la casa, l’agricoltura e l’edilizia. «Diventare produttori di elettrodomestici per la cucina e il bucato è stata un’evoluzione progressiva più che un cambiamento improvviso», esordisce Peter Spirig, Ceo di V-Zug, ripercorrendo le tappe fondamentali: «In principio si trattava di bollitori zincati. Poi dalle vasche di lavaggio si è passati a lavatrici a vasca, e successivamente a tamburo, che si sono imposte grazie ai consumi molto più contenuti d’acqua ed energia. Raggiungendo velocità di rotazione sempre maggiori, è stato possibile incorporare la centrifuga.


Nel 1949 abbiamo lanciato la Tempo, prima piccola lavatrice per uso domestico, seguita dalla Unimatic per i condomini, un nome ancor oggi sinonimo di robustezza e durata. Negli anni ’60 è arrivata la prima lavastoviglie e, poco dopo, forni e piani di cottura. Dal 1976, la fusione con Metallwarenfabrik Zug ha permesso di dar vita a un fornitore completo di elettrodomestici per cucine e bagni. Infine dal 2013, frigoriferi e congelatori hanno completato la gamma». Nel 2020, V-Zug ha debuttato sulla borsa svizzera dopo lo scorporo dal gruppo Metall Zug: una scissione finalizzata a spingere l’internazionalizzazione del produttore di elettrodomestici. «Già dal 2008 l’azienda ha cominciato a espandersi sui mercati esteri con una strategia mirata: mentre in Svizzera copriamo anche il segmento mid-range insieme al premium, è esclusivamente su quest’ultimo che ci concentriamo oltre confine, puntando alle grandi aree commerciali urbane con notevole capacità di spesa, come brand di alta gamma di prodotti swissmade, apprezzati per precisione, eleganza e durevolezza», sottolinea Peter Spirig. I mercati principali sono le aree metropolitane di Australia, Cina, Sud-Est asiatico, Germania, Benelux, Francia, Italia, Regno Unito e, da quest’anno, anche Austria e Danimarca, oltre a distributori in alcuni altri Paesi. «La presenza fisica fa la differenza. Una volta installati con uno studio V-Zug, i gruppi di acquirenti target, tra cui i costruttori di cucine e i direttori dei lavori, capiscono che siamo lì per restare», osserva il Ceo di V-Zug. Un approccio che raccoglie i suoi frutti: anche in un anno complesso come

«Quando progettiamo una nuova generazione di apparecchi, ci ispiriamo a ciò che ha funzionato bene, cercando di migliorarne sempre efficienza, sostenibilità e l’esperienza utente. Producendo in Svizzera, non possiamo né vogliamo competere solo sul prezzo. Siamo in concorrenza per quanto riguarda il ‘costo totale di proprietà’, la qualità e il design» Peter Spirig, Ceo di V-ZUG

Espansione internazionale Vendite nette per regione, mio. Chf, e % di crescita annuale

Vendite nette 2022, mio. Chf, e % sui mercati esteri 700

37,5 46,9 (+33,1%) (+15,7%)

600

32,3 (+19,1%)

11,3 %

11,8 %

2019

2020

15,2 %

18,4 %

2021

2022

500 400

Totale: 636,3 mio. Chf (+0,8%)

300 519,5 (-3,0%)

Mercati esteri: crescita vendite nette (Fx-neutral) + 24,2%

■ Svizzera ■ Europa esclusa CH ■ Americhe ■ Asia/Pacifico/altri Fonte: V-Zug

Elettrodomestici premium resilienti

200 100 0

■ Svizzera ■ Marchio proprio internazionale ■ Fornitore OEM per altri marchi commerciali Fonte: V-Zug

Dalle prime vasche di lavaggio zincate a fornitori completi di elettrodomestici per bagno e cucina: con 110 anni di storia, V-Zug è leader del settore in Svizzera, dallo sviluppo alla produzione all’assistenza. Anche in anni di sfide come gli ultimi, le vendite hanno continuato a crescere, complice l’espansione internazionale che si focalizza nel segmento premium in grandi aree commerciali urbane, dove i suoi esclusivi apparecchi si distinguono per qualità, longevità, sostenibilità, design e innovazione. Al contempo si investe in patria, con l’avveniristico Tech Cluster Zug (sotto a destra) e il nuovo impianto per frigoriferi a Sulgen (sotto a sinistra).

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il 2022, le vendite sui mercati esteri sono aumentate del 24,2% (116,7 milioni Chf su 636,3 di fatturato annuale), contro una flessione del 3% su quello interno, dove seppur gli ordini sono rimasti elevati, si è scontata la carenza delle forniture. Le sfide degli ultimi anni sono state molteplici, ma non tutte hanno avuto un impatto negativo. Se nel 2020 e nel 2021 si è beneficiato del sostanziale aumento della domanda durante la pandemia, con le persone rimaste a casa che hanno avuto tempo e denaro da investire in ristrutturazioni, dal 2022 si è dovuto affrontare il significativo aumento dei prezzi di acquisto per quasi tutti i materiali e i trasporti. «Un esempio sono stati i microprocessori: il costo, tipicamente basso, è incrementato così drasticamente che abbiamo deciso di riprogettare il software per adattarlo a nuovi processori che potevano essere acquistati da fornitori alternativi. Con misure come questa, abbiamo migliorato e/o stabilizzato la nostra struttura dei costi. Tuttavia, non abbiamo potuto sottrarci dal trasferire a nostra volta questi aumenti, dando però ai nostri partner commerciali un preavviso sufficiente e procedendo ad adattamenti graduali. Ora assistiamo a una relativa normalizzazione al livello premium. Le tensioni geopolitiche e l’inflazione, tuttavia, hanno ancora un impatto; i consumatori sembrano più esitanti a investire, alcuni rimandano le ristrutturazioni, optando per una sostituzione o una riparazione. Poiché c’è un effetto base dopo il boom legato alla pandemia, ci aspettiamo una ripresa piuttosto lenta». Il che si unisce alla frenata delle nuove costruzioni, dove la sfida non è rappresentata tanto (o non ancora) dall’aumento dei tassi di interesse o dei costi di costruzione quanto dal processo di approvazione dell’industria edilizia. «In questo momento è più una sfida politica che altro. Guardiamo a Zurigo come esempio. La città è in crescita, l’immigrazione è un dato di fatto e sono necessari nuovi appartamenti. In passato ci volevano circa 9 mesi per ottenere una licenza edilizia, oggi il tempo è raddoppiato», evidenzia Peter Spirig. Il Gruppo V-Zug, che conta complessivamente quasi 2.220 dipendenti, in Svizzera realizza circa un terzo delle vendite di elettrodomestici nel settore delle nuove costruzioni, delle ristrutturazioni e delle sostituzioni, ma qui si scontra anche con la forte concorrenza di grossi produttori 44 · TM Dicembre 2023

stranieri con grandi volumi di produzione in Paesi a basso costo. Inoltre, le misure standard per le cucine integrate stanno gradualmente perdendo popolarità, in particolare per le nuove costruzioni (55 cm rispetto allo standard Ue di 60 cm). D’altro canto i requisiti normativi e le esigenze dei consumatori in termini di sostenibilità, innovazione e benessere sono un trend che V-Zug può sfruttare a suo vantaggio. Nei decenni sono state tante le innovazioni lanciate in esclusiva, anche a livello mondiale. «Destiniamo circa il 9% del nostro fatturato annuale all’R&D. Quando progettiamo una nuova generazione di apparecchi, ci ispiriamo a ciò che ha funzionato bene in passato, cercando

CombiSteamer SL, che ha portato nelle case una tecnologia utilizzata solo nei migliori ristoranti: il vapore trasporta l’energia, riscaldando gli alimenti gradualmente ma velocemente, preservando vitamine, minerali, oligoelementi, consistenze sapori e colori. La tecnologia è stata poi integrata in lavastoviglie e macchine da lavare e altri apparecchi per processi e finiture sempre più professionali fino all’unione, lo scorso anno, di steamer e microonde in un unico forno, che consente di accelerare la cottura fino al 40% e migliorare ulteriormente qualità e sostenibilità. La longevità e l’affidabilità sono aspetti fondamentali per un marchio premium.

Sopra, da sinistra, il nuovo Zephyr Hangar, disegnato dallo studio basilese Diener & Diener Architekten all’insegna della sostenibilità, riprende la silhouette di un capannone ed è primo tassello del futuristico Tech Cluster Zug. A fianco, il tecnologico impianto di produzione. Ha invece un fascino storico, il V-Zug Studio di Londra aperto nel 2022, ben più di uno showroom, nel cuore del quartiere del design. Oggi quasi l’intera gamma degli elettrodomestici dell’azienda si può connettere, sempre con un’interfaccia studiata per essere il più semplice possibile.

sempre di renderli più efficienti, di ridurre il consumo di risorse e migliorare l’esperienza dell’utente. Poiché produciamo in Svizzera, non possiamo né vogliamo competere solo sul prezzo. Siamo in concorrenza per quanto riguarda il ‘costo totale di proprietà’, la qualità e il design. I nostri prodotti promettono di durare a lungo e, in caso di problemi, il nostro servizio di assistenza è leader, se non addirittura eccezionale», sottolinea Peter Spirig. In particolare, da oltre vent’anni sta lavorando sull’energia del vapore, a partire dal lancio in prima mondiale nel 2001 del

«Selezioniamo materiali di alta qualità, investiamo nella qualificazione dei risultati attraverso la cottura e il lavaggio nonstop e testiamo per 15 anni di utilizzo. Nelle nostre lavatrici Adora, ad esempio, abbiamo integrato un sistema di bilanciamento intelligente. Un carico sbilanciato è da evitare perché i tessuti potrebbero non risultare puliti e stropicciarsi pesantemente. Ma non solo: il sistema intelligente riduce fortemente i movimenti durante la centrifuga, preservando le parti meccaniche e prolungando la durata della macchina», spiega Peter Spirig.


La sostenibilità permea anche il nuovo quartier generale: il tetto dello Zephyr Hangar ospita un impianto fotovoltaico che fornisce energia a tutto il sito e l’edificio è in legno, scelta insolita per un’azienda il cui core business è la trasformazione dei metalli, che ha permesso di ridurre le emissioni di gas serra del 66% rispetto ad altri materiali, supportando anche l’economia locale grazie all’impiego di legname 100% svizzero. Per lo Zephyr Ost si è puntato su uno speciale calcestruzzo da aggregati riciclati di alta qualità EcoPact Recarb di Holcim, che in più può imprigionare CO2 grazie alla rivoluzionaria tecnologia messa a punto da neustark, spin-off dell’Ethz. In Sviz-

prima linea nelle innovazioni, ma è ancor più importante negli apparecchi che funzionano h24 ore su 24, 7 giorni su 7, come i frigoriferi. Nella nuova fabbrica a Sulgen utilizziamo processi produttivi, macchine, flussi di lavoro di test e materiali che assicurano un costante miglioramento dell’efficienza energetica. La nuova piattaforma che lanceremo nel 2024, ad esempio, consuma il 45% di energia in meno su base annua del suo attuale predecessore», precisa Peter Spirig. Oltre a rendere gli elettrodomestici efficienti dal punto di vista energetico e idrico, si investe nella circolarità, anche riorientando i modelli commerciali: dal nuovo modello di noleggio/leasing per

di tecnologia integrato, il funzionamento è progettato per essere il più semplice e intuitivo possibile, grazie all’interfaccia utente. Con i forni e gli steamer della linea Excellence, abbiamo introdotto il CircleSlider, molto facile da usare perché non è un display touch puro, ma utilizza un rilievo fresato per guidare l’utente come una manopola. Offriamo inoltre la possibilità di controllo via app. Il nostro sviluppo evita le tendenze o espedienti in rapida evoluzione, concentrandosi su aree che creano un valore reale per i nostri clienti e che affrontano le sfide del futuro», conclude il Ceo di V-Zug. Lungi dall’essere ornamentale, anche all’estetica è assegnato un ruolo fonda-

zera già dal 2020 V-Zug ha azzerato le sue emissioni. L’importanza crescente delle metriche non finanziarie si rispecchia nella definizione di requisiti di sostenibilità che toccano tutte le dimensioni Esg, di cui rende conto il Rapporto di sostenibilità, che dal prossimo sarà integrato in quello finanziario. Per un’azienda che porta fieramente nel nome il proprio luogo di origine, il radicamento al territorio è identitario. V-Zug (la ‘V’ sta per Verzinkerei, zincheria) rimane l’unica del settore a sviluppare e produrre gran parte dei propri articoli in Svizzera, salvo alcuni componenti speciali preassemblati nella sua sede a Changzhou. Un importante investimento è stato il nuovo impianto di refrigerazione da oltre 21mila mq inaugurato l’anno scorso a Sulgen (TG), che sostituisce quello di Arbon e si qualifica come il più moderno d’Europa. «L’efficienza energetica è sempre in

gli elettrodomestici da lavanderia, che consente di mantenere la proprietà dei prodotti e di garantirne la circolarità, al modello Second Life, in cui i clienti possono acquistare elettrodomestici di seconda mano ricondizionati. Se l’artigianato tuttora rappresenta la spina dorsale della produzione, garantendo che ogni elettrodomestico sia realizzato meticolosamente e per durare, al contempo l’alto grado di automazione degli impianti consente di soddisfare i più elevati parametri di precisione ed efficienza. «I dati ne sono una pietra miliare, dando spunti per migliorare i nostri processi e rendendo ogni ciclo produttivo più efficiente e sostenibile», evidenzia il Ceo. Quasi tutta la gamma di elettrodomestici è ormai collegabile. «Sosteniamo la nostra visione di portare la semplicità nelle case dei clienti e la creatività nelle loro cucine. Nonostante l’elevato livello

mentale, nella convinzione che debba durare quanto la qualità. Un design ancorato al minimalismo, sobrio ed elegante, con un linguaggio progettuale ridotto all’essenziale, adatto anche a integrare elegantemente gli elettrodomestici nelle cucine open space. Per rimanere all’avanguardia, V-Zug è diventata anche membro della Connectivity Standards Alliance (Csa), la forza trainante del nuovo standard per le case intelligenti, Matter, che permette di monitorare gli sviluppi del mercato della domotica. V-Zug non manca nemmeno di partecipare ad appuntamenti chiave come il Salone del Mobile di Milano, dove quest’anno i riflettori erano puntati su design, sostenibilità e innovazione, posizionandosi così tra gli opinion leader e i partner commerciali. Susanna Cattaneo Dicembre 2023 TM · 45


economia/territorio

Il 2023 è stato un anno da incorniciare per la cultura a Lugano: non solo vetrina, ma sempre più centro di produzione, grazie anche agli strumenti rivolti agli operatori del settore. Comprendendo quanto la cultura sia propulsore di sviluppo e innovazione per ogni comunità.

I

l 2023 è stato un anno di importanti risultati per la cultura a Lugano, quello in cui sono effettivamente maturati i primi frutti sul territorio a seguito della nascita del Lac, quasi nove anni fa. «Giorgio Giudici aveva avuto ragione nel 1999 quanto, in grande anticipo sui tempi e sulle crisi internazionali che hanno poi colpito la finanza, pensò di orientare lo sviluppo della nostra città oltre la piazza finanziaria, individuando nella cultura e il turismo culturale settori strategici di sviluppo. Ed eccoci qui, a tredici anni dal referendum per la conservazione delle facciate del Palace e dal concorso di progettazione per il centro culturale, in una Lugano diversa, capace di sorprendere il pubblico più esigente e di coinvolgere i cittadini, di attirare turisti e di incentivare le imprese al sostegno

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della cultura», commenta il Vicesindaco di Lugano Roberto Badaracco, Capo Dicastero Cultura Sport ed Eventi. Il successo del centro culturale è evidente e sta nei numeri con il 50% di autofinanziamento dell’ente autonomo, anche grazie ai tanti sponsor piccoli e grandi; ai 1500 abbonati per una sala da 1000 posti; alle tante produzioni esportate all’estero dalla prosa all’opera lirica; alla ricerca nell’ambito della danza e del teatro con festival riconosciuti a livello internazionale. Nella stagione 2022/23, 66.725 spettatori, 51 sold-out, un’occupazione media in sala dell’80%, oltre 30mila partecipanti alle attività di mediazione culturale. «Ma il Lac ha anche generato un profondo processo di cambiamento nella città, consolidando quanto già c’era e stimolando nuove proposte di qualità

da parte dei privati. Ci siamo da subito resi disponibili alla collaborazione, convinti che solo dalla cooperazione tra tutte le forze del territorio si possa arrivare a obiettivi sempre più importanti», sottolinea Roberto Badaracco. Oltre alla Fondazione Braglia, che grazie a una famiglia illuminata offre mostre di grande pregio, Giancarlo e Danna Olgiati hanno di fatto reso pubblica la loro Collezione che sarà donata alla città e, grazie all’aiuto del Masi e della Fondazione Caccia, stagione dopo stagione propone progetti culturali sempre più innovativi e coinvolgenti. «E non è tutto, nel 2023 hanno aperto i battenti due nuovi spazi: la Fondazione Bally a Villa Heleneum con esposizioni, residenze d’artista e una proposta molto diversa dal resto; e la Fondazione Ibsa con cui da anni condividiamo un percorso tra cul-

© LAC Lugano, Arte e Cultura

Il Lac, incastonato nella Città al cui dinamismo culturale tanto ha contribuito. A fianco, da sinistra, Villa Heleneum, sede della Bally Foundation; il progetto Presenza, momento forte della collaborazione fra Lac e Osi; la Straordinaria Tour Vagabonde. © Sarah Mathon

© OSI

© Bally Foundation / Andrea Rossetti

Lugano: cultura, scelta vincente


«Il Lac ha generato un profondo processo di cambiamento nella città, stimolando anche proposte di qualità da parte dei privati. Ci siamo subito resi disponibili alla collaborazione, convinti che solo dalla cooperazione tra tutte le forze del territorio si possa arrivare a obiettivi sempre più importanti»

© LAC Lugano, Arte e Cultura

tura, scienza e salute, che coinvolge anche Masi e Lac, che va ormai ben oltre delle generose sponsorizzazioni precedenti anni. Sempre quest’anno è stata fondata Gallerie Arte Lugano, l’associazione degli operatori artistici privati, che ha proposto una magnifica mostra sulla scultura grazie alla condivisione delle singole collezioni dei soci, trasformando l’Asilo Ciani, recentemente restituito nel suo splendore ai cittadini, in un contenitore museale», prosegue il Vicesindaco di Lugano. Sempre nel 2023 il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità le proposte di creazione della Città della musica, acquisendo la sede Rsi di Besso a vantaggio di Conservatorio, Fonoteca Nazionale, Osi, Barocchisti e di tutti coloro che fanno della musica d’eccellenza il loro obiettivo. «Un risultato ambizioso, che troverà pieno compimento grazie alla creazione di un nuovo settore dedicato alla musica all’interno del Lac a fronte dell’incorporazione delle competenze della Fondazione LuganoMusica nell’ente autonomo», anticipa Roberto Badaracco. Con l’integrazione di LuganoInScena nel corso del mandato 20/24, la trasformazione del Lac da luogo di ospitalità a centro di produzione e diffusione ha infatti segnato un cambio paradigmatico di missione e di modello gestionale. Lo sviluppo manageriale di impronta aziendale ha rafforzato i centri di competenza a sostegno della proposta culturale e ha orientato l’organizzazione al controllo della gestione e al monitoraggio della performance. Naturale ora guardare alla musica, alle origini stesse del Lac, sviluppatosi proprio attorno alla creazione di una sala da concerto, poi resa polivalente e aperta al teatro e alla danza. Se già oggi realizza oltre cento eventi musicali l’anno per quasi 18mila spettatori, la futura presenza di due direzioni artistiche di pari livello per le arti sceniche (già attiva) e musica (dal 1 settembre 2024) permetterà di rendere le programmazioni molto più permeabili, anche con la possibilità di creazioni che intreccino le diverse forme artistiche e la programmazione internazionale con le istanze espresse dal territorio. Gli 1,55 milioni di franchi oggi destinati dalla Città alla stagione di LuganoMusica, andranno a sommarsi al budget di 7,9 milioni per il Lac. Un passo che porta a compimento la visione di un “centro culturale multidisciplinare” sotto un’unica regia, consegnando alla Città di

Roberto Badaracco, Vicesindaco della Città di Lugano

Da luogo di ospitalità a centro di produzione e diffusione Cambio paradigmatico di missione e di modello gestionale, con l’integrazione di LuganoInScena nel corso del mandato 20/24 2015-2019

MASI Lugano

2020 >

Eventi privati Spazio pubblico

MASI Lugano

edu LAC = Luogo

LuganoMusica

LAC = Luogo + content creator

OSI

C.F. Pasca

Collezione Olgiati

Musica

LuganoInScena

Collezione Olgiati

C.F. Pasca

Teatro e danza

Fonte: LAC

Il nuovo modello di membership conquista il pubblico 1306

Tasso di autofinanziamento in crescita e sopra la media in %

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292

197 0 15/16 16/17 16/17 18/19 19/20 20/21 21/22 22/23 ■ Tradizionale abbonamento ■ LAC + Fonte: LAC

Lugano un polo con una massa critica, un’identità e un assetto ancor più solidi. «Ma non siamo impegnati solo in ambito istituzionale. Sul fronte dell’arte indipendente, l’anno si è aperto con la Straordinaria - Tour Vagabonde e si chiude con La Regionale - Mostra d’arte contemporanea della Svizzera Italiana, a dimostrazione che il dialogo con la cultura indipendente è più che mai attivo e produttivo, ed è a vantaggio di tutti.

2019/20

2020/21

2021/22

■ % Autofinanziamento

2022/23 media CH

■ % Autofinanziamento con progetti speciali Fonte: LAC

Fra i tanti indicatori positivi per il Lac, la capacità di autofinanziamento. Dopo l’integrazione di LuganoInScena nel 2020, si guarda alla Fondazione LuganoMusica dal 2024/25, parte di un percorso che ha trasformato l’Ente da luogo di ospitalità a motore di sviluppo e produzione culturale. Emblematico, il cambio di paradigma del modello di abbonamento in una membership che ha invertito il trend negativo. Dicembre 2023 TM · 47


© LAC Lugano, Arte e Cultura

«Lugano ha scelto di investire sulla cultura non solo per riposizionarsi, ma definendo in maniera chiara nuove possibilità di sviluppo capaci di generare, dalla preziosa scintilla del Lac, orizzonti di crescita per la nostra comunità, sempre più concreti e misurabili» Luigi Di Corato, Direttore Divisione Cultura Lugano

Insomma, un anno da incorniciare e che ha riportato i cittadini al centro della vita culturale anche grazie a progetti meno eclatanti, che si sviluppano nei quartieri, come le mappe di comunità - attivato dalla Divisione cultura in collaborazione con le Commissioni di quartiere - che permetterà di censire, conservare e valorizzare le conoscenze profonde delle nostre comunità con il coinvolgimento di tutti i cittadini che hanno voluto e vorranno partecipare ai tavoli di lavoro», conclude il Vicesindaco di Lugano.

Le risorse culturali, le forze creative, le conoscenze locali sono fonte di innovazione e sviluppo per ogni comunità», osserva Luigi Di Corato, Direttore della Divisione Cultura della Città. «Proprio per questo è importante sostenere ogni settore culturale, compresa la cultura indipendente, perché può generare ed effetti positivi su aspetti un tempo impensabili come la salute e la coesione sociale, stimolando la libertà di espressione e favorendo il dialogo», prosegue. Ma non è tutto: una società culturalmente attiva produce

Da sinistra, gli interni dell’Asilo Ciani dopo il restauro; due opere di Miki Tallone fra i protagonisti de La Regionale; Casa Cattaneo, nuova sede di Ibsa Foundation.

forti impatti positivi anche a livello economico, basti pensare all’importanza crescente delle industrie culturali e creative, ai benefici che hanno sul mercato del lavoro e su altri settori come turismo e servizi. «Lugano ha scelto di investire sulla cultura non solo per riposizionarsi, ma definendo in maniera chiara nuove possibilità di sviluppo capaci di generare, proprio da una preziosa scintilla come la nascita del Lac, orizzonti di crescita per la nostra comunità, sempre più concreti e misurabili. Al centro vediamo il cittadino come beneficiario di cultura e produttore di contenuti», spiega Luigi Di Corato. Per supportare chi non solo la cultura la fruisce ma contribuisce a farla, la

La città dimostra dunque di aver compreso come nell’odierna realtà lo sviluppo culturale non sia accessorio né elitario, ma assuma un ruolo sociale ed economico cruciale. Ma come immaginare la cultura come fattore di sviluppo determinante per il nostro futuro? «Sicuramente abbandonando il concetto che la relega al ‘tempo libero’ e pensando a essa come un elemento essenziale della vita quotidiana. 48 · TM Dicembre 2023

Città propone un’ampia gamma di attività e strumenti in cui tutti, appassionati o professionisti, indipendentemente dalla loro struttura organizzativa o dal ruolo all’interno del sistema culturale, possano trovare sostegno: ad esempio, corsi di formazione gratuiti per avvicinare a temi come comunicazione, marketing, raccolta fondi o budgeting; forme di sostegno biennali; concorsi di committenza artistica per l’inserimento di opere in nuovi edifici pubblici; programmi di residenza artistica sia in città che all’estero, oltre a una nuova attenzione alla promozione culturale fuori dai confini, anche grazie a un’inedita e fortunata collaborazione con Lugano Region. «Dal dialogo sono emerse proposte innovative e di grande qualità, soprattutto dalla cultura indipendente che fatica a trovare spazi per produrre ed esprimersi, un punto dove dobbiamo e possiamo fare di più, anche in collaborazione con il Cantone e altri comuni che possono avere spazi che a noi mancano. Oggi crediamo che il futuro si possa e si debba fondare sulla collaborazione e sulla competenza, cercando di migliorare le condizioni quadro affinché almeno una parte consistente del potenziale creativo della cultura del territorio possa trovare un suo sbocco e avere la possibilità di confrontarsi con i pubblici di riferimento. Una strada appena intrapresa, ma che intendiamo percorrere con determinazione e impegno», conclude il Direttore della Divisione Cultura. Otto anni fa in pochi avrebbero scommesso che l’edificio sorto sull’ex terreno dell’Albergo Palace sarebbe diventato l’epicentro di un dinamismo progettuale che ha rivoluzionato l’offerta culturale e la scena creativa luganesi. Tanto coloro che temevano potesse rimanere un’ingombrante scatola vuota, quanto coloro che invece paventavano di vederne annichilito il resto del tessuto culturale sono stati felicemente sconfessati grazie alla visione di una città che ha compreso il valore di arte e cultura, ma anche come strutturare e professionalizzare il sistema organizzativo che deve gestirla, renderla sostenibile, vitale e condivisa. Susanna Cattaneo


LUIGI ROSSI 1853–1923

In copertina: Luigi Rossi Genzianella 1908, Casa Museo Luigi Rossi, Capriasca

ARTISTA EUROPEO TRA REALTÀ E SIMBOLO

15 ottobre 2023 – 25 febbraio 2024

Con il sostegno di:


© Foto by Omar Boccuto

Advertorial

Mantenere l’ordine, per godersi lo spettacolo Che si tratti di un match sportivo o di una fiera tradizionale, di un grande concerto o di manifestazioni di ogni genere e taglia, fondamentale per potersi ‘godere lo spettacolo’ è un servizio di mantenimento ordine impeccabile, con agenti selezionati e formati per prevenire e disinnescare situazioni critiche, a garanzia della massima sicurezza.

sotto il profilo psicologico e tattico, nel rispetto della legge e dei principi di proporzionalità. I nostri specialisti sono in costante contatto con i propri superiori e, in caso di emergenza, hanno la possibilità di richiedere rinforzi alle rispettive

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polizie», sottolinea Alex Genini, direttore di Prosegur. L’agenzia di sicurezza ticinese vanta una consolidata esperienza nel settore, in cui è presente sin dalle sue origini, dunque da oltre 40 anni. Esperienza che, unita alla costante ricerca della qualità e al desiderio di mettere i propri agenti nelle condizioni di svolgere al meglio un lavoro complesso e delicato, ha portato da tempo l’azienda a investire nella loro formazione, consapevoli di quanto possa fare la differenza. «Siamo gli unici, in Ticino, a proporre un percorso formativo allineato ai parametri di intervento della Polizia, il che rappresenta un grandissimo valore aggiunto perché ci permette di parlare un linguaggio comune, rifacendoci a criteri

Guarda il video dell’esercitazione mantenimento ordine degli agenti di Prosegur © Video webjuicesagl

D

ai 6.775 spettatori della Gottardo Arena - simbolicamente tanti quanti il Cap di Ambrì - alle decine di migliaia che un appuntamento di calibro internazionale come il Locarno Film Festival, o squisitamente nostrano come il Carnevale di Bellinzona, richiamano: impensabile organizzare questi eventi, ma anche manifestazioni di taglia minore, senza un ineccepibile servizio di mantenimento ordine erogato da agenzie di sicurezza privata, che ne garantisca il sereno svolgimento in condizioni di assoluta sicurezza. Un aspetto spesso sottovalutato o dato per scontato. «In occasione di manifestazioni di ogni genere, eventi, fiere, concerti o anche in tutela dei beni pubblici o privati, la presenza degli agenti Prosegur dedicati al mantenimento ordine può prevenire l’insorgere di situazioni potenzialmente pericolose e, qualora si inneschino, affrontarle in modo corretto

condivisi, e di coordinarci puntualmente. Il nostro programma interno di formazione al mantenimento ordine prevede un corso pratico, di 5 giorni consecutivi per un totale di 40 ore: sotto la diretta gestione di un Istruttore Isp (Istituto Svizzera di Polizia), il partecipante acquisisce conoscenze e competenze sulle tecniche di difesa a mani nude, ammanettamento, utilizzo corretto di spray e bastone da combattimento», spiega Alex Genini. Altrettanto importante di questa parte pratica, è la precedente selezione che tiene conto anche degli aspetti motivazionali e psicologici, oltre che della preparazione fisica. Dopo aver partecipato a una serata informativa, l’aspirante agente del servizio


“la Stranociada”. «Inoltre veniamo anche chiamati come consulenti per elaborare il concetto di sicurezza necessario a garantire lo svolgimento di un evento, come è stato il caso, ad esempio, della Festa federale della musica popolare a Bellinzona dello

«In occasione di manifestazioni di ogni genere, la presenza dei nostri agenti dedicati al mantenimento ordine può prevenire situazioni pericolose e, qualora si inneschino, affrontarle in modo corretto sotto il profilo psicologico e tattico. Per formarli abbiamo investito in un programma specifico allineato, gestito e certificato da un istruttore Isp (Istituto svizzero di polizia)» Alex Genini, Direttore di Prosegur

© Foto by Omar Boccuto

mantenimento ordine viene intervistato dal Capo Settore Sicurezza sulla conoscenza approfondita delle sue motivazioni. Qualora riceva luce verde, deve poi sottoporsi, dopo aver ricevuto l’idoneità medica al programma di formazione, a un test fisico e all’esame teorico sul porto d’arma. «Al di là di una certa prestanza fisica, occorre la testa prima dei muscoli, quindi attraverso la selezione valutiamo sia le competenze professionali sia le caratteristiche personali. Cerchiamo agenti che sappiano ragionare, leggere il contesto e interpretare empaticamente le intenzioni. Il nostro è un lavoro prevalentemente di prevenzione, per identificare e neutralizzare gli elementi di potenziale disturbo. L’ingaggio fisico è l’ultima delle risorse: soltanto qualora non si riesca a far rientrare la tensione in modo pacifico e ci sia una concreta minaccia di violenza, come può ad esempio capitare con soggetti sotto l’effetto di alcol o droghe, si interviene, ma sempre in maniera proporzionale, per prima cosa procedendo a isolare l’elemento di pericolo per garantire l’incolumità dei presenti in attesa dell’arrivo delle forze dell’ordine pubblico», evidenzia il direttore di Prosegur. Gli agenti, in servizio sempre in coppia e ben identificabili, sono dotati di bastone e spray, cui si possono unire anche scudo, corazza e casco per proteggerli da colluttazioni nel caso di eventi percepiti come a forte rischio. Proprio per valutare cosa sia commisurato in contesti delicati, dove basta poco a far degenerare un alterco, occorre una solida preparazione di base e un continuo esercizio delle competenze, garantito anche attraverso allenamenti/ricertificazioni su base annuale. Sono una cinquantina gli agenti di Prosegur qualificati per il mantenimento ordine, fiore all’occhiello dell’agenzia, che a livello cantonale svolge questo servizio per alcuni dei principali eventi come il Locarno Film Festival, oltre a detenerne l’appalto per la Città di Lugano e a offrire supporto per la zona ospiti della Gottardo Arena dell’Ambrì o lo stadio del Football Club Lugano, come pure per diversi carnevali, tra i quali di quello Locarno,

Il servizio di mantenimento ordine è prevalentemente di prevenzione, per identificare e neutralizzare gli elementi di potenziale disturbo. L’ingaggio fisico è l’ultima delle risorse e rispetta sempre il principio di proporzionalità.

scorso settembre, che abbiamo poi implementato con il nostro dispositivo di agenti, in coordinazione con il committente e con gli enti di pronto intervento», sottolinea Alex Genini. Se nel caso dei grandi eventi la problematica ‘sicurezza’ è di solito messa dagli organizzatori ai primi posti, sono invece le manifestazioni di dimensioni più ridotte a rischiare di vedere sacrificata questa voce, percepita come una spesa piuttosto che come una fondamentale responsabilità. Tuttavia, affidarsi sempre a professionisti seri, specializzati e consapevoli della criticità del loro ruolo è essenziale. Sul mercato oggi sono molte le agenzie di sicurezza che

coprono le prestazioni di mantenimento ordine commissionate al privato da organizzazioni o enti pubblici. Scegliere chi sappia garantire gli standard più elevati come Prosegur che, grazie alla formazione in dialogo con le forze dell’ordine, già si avvicina a quelli che potrebbero essere un domani i parametri per la certificazione della figura dell’agente dedicato al mantenimento ordine, si rivela un investimento pagante, quando il minimo incidente avrebbe costi finanziari e responsabilità morali ben più elevati. Perché la sicurezza è il presupposto per potersi godere un evento con la spensieratezza e il coinvolgimento che ne fa lo spirito.

Per informazioni: Prosegur SA Via Brentani 11 6904 Lugano Tel. 091 973 32 10 info@prosegur.ch

Dicembre 2023 TM · 51


economia/aziende

Accompagnare oltre i confini Da un lato, il supporto alle imprese svizzere nella loro espansione all’estero, dall’altro la promozione della piazza economica elvetica volta ad aumentare gli investimenti diretti esteri in Svizzera. Un potenziale ancora da sfruttare.

L

’organizzazione è nata nel 1927 per iniziativa di quattro imprenditori svizzeri che unirono le forze per dividersi i costi di partecipazione alle fiere internazionali di settore. Nacquero così i primi Swiss Pavilion (padiglioni svizzeri). Il nome dell’organizzazione, in origine Osec (Organizzazione Svizzera Espansione Commerciale), fu cambiato nel 2008 in S-Ge (Switzerland Global Enterprise) poiché la Seco - Segreteria di Stato dell’Economia - oltre al mandato principale per la promozione delle esportazioni svizzere, le assegnò anche quello per la promozione della piazza economica svizzera, con lo scopo di aumentare gli investimenti diretti esteri in Svizzera. L’obiettivo principale di S-Ge è ancora oggi quello di sostenere le aziende elvetiche nell’espansione e nello sviluppo dei loro affari all’estero, indipendentemente dalla loro dimensione. A spiegare le caratteristiche della consulenza è Luca Degiovannini, direttore per il mercato ‘Southern Switzerland’ di Switzerland Global Enterprise (S-Ge). Che tipo di consulenza e di servizi offre, S-Ge, alle imprese svizzere? S-Ge è finanziata, per due terzi, dalla Confederazione con un mandato che si rinnova ogni quattro anni. L’azienda svizzera che si rivolge a S-Ge beneficia dunque di una prima consulenza gratuita, durante la quale vengono analizzate le informazioni relative al prodotto e al mercato d’interesse (trend, aspetti doganali, incentivi, prescrizioni nazionali, ecc.). In seguito, all’azienda viene indicato come utilizzare gli strumenti disponibili, gratuitamente, sul nostro sito internet. Possiamo supportarla anche grazie alla rete di partner esperti, con i quali collaboriamo a livello internazionale.Tra52 · TM Dicembre 2023

Luca Degiovannini, Senior Director ‘Southern Switzerland’ di S-Ge.

mite S-Ge, l’azienda svizzera non deve preoccuparsi dei pagamenti esteri o di ricercare partner affidabili, perché la nostra rete viene costantemente aggiornata e valutata in base alla soddisfazione dei clienti nei vari progetti d’internazionalizzazione; ogni servizio a pagamento è centralizzato in Svizzera. L’organizzazione ha lo scopo di supportare attivamente la crescita economica delle aziende svizzere attraverso il commercio estero. Una parte del servizio è dunque gratuita, in quanto servizio pubblico; l’altra parte, invece, è a pagamento: vengono così coperti i costi generali generati dai mandati individuali. Per sostenere le imprese nei loro progetti di internazionalizzazione, vi appoggiate a una rete di partner presenti nei Paesi target di tutti e cinque i continenti? Sì, operiamo in collaborazione con il Dipartimento Federale Affari Esteri, grazie al quale oggi possiamo contare su 26 Swiss Business Hub e 5 Trade Points, ovvero

uffici di S-Ge posizionati presso le ambasciate e i consolati svizzeri in oltre 30 Paesi. Inoltre, collaboriamo attivamente con esperti di settore, con le camere di commercio locali e bilaterali, con varie organizzazioni attive che ci permettono di estendere la copertura dei nostri servizi in più di 70 Paesi. La combinazione di questi elementi genera un tasso di soddisfazione delle aziende superiore al 90%. I vostri servizi sono pensati specificatamente per le Pmi? In realtà sono accessibili a tutte le aziende ufficialmente iscritte nel Registro di commercio svizzero, che hanno un interesse di crescita verso un mercato internazionale. Ci rivolgiamo in gran parte alle pmi, anche in considerazione del fatto che: 1 milione di franchi svizzeri su 3 è generato dal commercio estero; il 70% dei dipendenti svizzeri lavora in aziende attive a livello internazionale; più del 90% delle aziende svizzere sono delle Pmi; non da ultimo, circa il 42% delle esportazioni è generato da pmi. Naturalmente, ciò non esclude che le startup e le aziende multinazionali utilizzino regolarmente i nostri servizi. Le aziende del nostro territorio approfittano sufficientemente dei servizi che offrite? Rispetto ad altre regioni del Paese, nella Svizzera italiana l’approccio da parte di S-Ge è più proattivo che reattivo: è possibile che i nostri servizi non siano ancora abbastanza conosciuti o utilizzati rispetto al potenziale. Tuttavia, contiamo già diverse storie di successo, a testimonianza del valore dei servizi offerti alle aziende, attive in diversi settori. Invito quindi le imprese svizzere interessate ad un mercato estero a contattare S-Ge Lugano. Simona Galli


museo.mendrisio.ch +41 58 688 33 50 Ma–Ve 10–12 / 14–17 Sa – Do, festivi 10–18 Chiuso lunedì 24 – 25.12.2023 1.1.2024 Con il sostegno di

Le diabolo , 1913, Kunstmuseum Solothurn,Josef Müller-Stiftung

Museo d’arte Mendrisio Piazzetta dei Serviti 1 6850 Mendrisio


Advertorial

Partecipa ai campi estivi del Lyceum Alpinum Zuoz! Il Lyceum Alpinum Zuoz, prestigioso istituto svizzero con una storia di 120 anni, annuncia l’apertura delle iscrizioni per i suoi rinomati campi estivi: lingue, competenze digitali, attività sportive e arti perfomative, dai 6 ai 16 anni. dinese di successo a Hollywood, consente di guardare dietro le quinte del mondo cinematografico professionale. Un’altra occasione esclusiva è l’allenamento guidato da esperti coach della Milan Academy Football, con esercitazioni tattiche e tecniche.

D

a sempre, la Svizzera si distingue come meta di predilezione per le famiglie che ambiscono a un’educazione di alto livello per i loro figli. Il Lyceum Alpinum Zuoz incarna questa tradizione, promuovendo l’eccellenza accademica e lo sviluppo personale all’interno di una comunità internazionale di studenti. Con un’esperienza e una storia consolidate da quasi tre decadi, l’istituto propone ogni estate un programma educativo dedicato ai giovani dai 6 ai 16 anni. In questo senso, l’International Summer Camp rappresenta un’esperienza formativa unica: di mattina lezioni di lingue (inglese, tedesco, francese) associate a competenze digitali. Di pomeriggio i partecipanti possono scegliere fra un programma polisportivo, la Junior Golf Academy (sul campo da golf 18 buche di Zuoz-Madulain), il Milan Academy Football Camp oppure Film & Performance. Il tutto supervisionato 24 ore su 24 da un team di insegnanti e collaboratori specializzati.

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Gli studenti dimostrano da sempre di avere le stesse esigenze: trovare un luogo dove imparare, crescere e stringere amicizie, mentre i genitori desiderano sicurezza, fiducia e professionalità. Da notare: il 20% dei partecipanti ai campi estivi decide di proseguire il proprio percorso accademico all’interno dell’istituto iscrivendosi all’anno scolastico.

L’atmosfera internazionale, il rispetto reciproco, le attività sportive e le escursioni nella splendida natura engadinese rendono questi campi estivi un’esperienza unica. Inoltre, le recenti collaborazioni con illustri istituti, quali i Politecnici federali di Losanna e di Zurigo, permettono di avvicinarsi al mondo della programmazione e della robotica. La collaborazione con Gian Franco Tordi, ex allievo e attore enga-

Con la sua storia, la sua offerta formativa e i suoi valori, il Lyceum Alpinum Zuoz si conferma come l’opzione ideale per un’esperienza estiva di formazione e svago. Per chi aspira alla fiducia, Zuoz è una scelta naturale. SONO APERTE LE ISCRIZIONI AI CAMPI ESTIVI 2024! Per maggiori informazioni: Lyceum Alpinum Zuoz Tiziana Tuena International Summer Camps www.lyceum-alpinum.ch camps@lyceum-alpinum.ch Tel. +41 81 851 30 28


Eureka! Il sesto capitolo di un’epica avventura...

Si tratta di un capitolo dedicato quasi interamente alla salute e al felice connubbio che nel corso degli ultimi anni la vede sempre più vicina, ma non per questo non refrattaria, al digitale. A calare l’asso l’Intelligenza Artificiale che si propone di squadernare gli equilibri maturati negli ultimi anni. La domanda è però se sia o meno possibile usare quali dati, e di chi. Federico Introzzi

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eureka /l’imprenditore

Agisci, non parlare Alla base del successo di un imprenditore ci deve essere una chiara visione strategica, e degli obiettivi ambiziosi, ma anche del sano pragmatismo, e un pizzico di sana follia.

I

l mio percorso da Milano alla guida di un’importante azienda farmaceutica a Manno, in Ticino, è stato un viaggio alla costante ricerca dell’eccellenza di visione strategica e di un pizzico di sana follia. Nato a Milano, la mia educazione è stata segnata da un ambiente che ha incoraggiato la curiosità intellettuale e l’ambizione, gettando solide basi e preparando il terreno per una carriera importante nell’industria farmaceutica. Dopo aver iniziato presso il Gruppo Polichimica, mi sono rapidamente affermato quale figura di riferimento in molti ambiti. Ho quindi ricoperto il ruolo di Area Manager per l’Asia per passare poi a occuparmi di Sud America e America Latina presso Polichem per oltre otto anni, seguito da un quinquennio alla Poli Industria Chimica a Rozzano. Nel 2005, sono diventato Presidente e Direttore Generale di Rivopharm a Manno, trasformandola in un attore chiave nel settore farmaceutico. La mia leadership strategica è stata ulteriormente dimostrata nel 2007 quando ho fondato Developharma diventandone Direttore Generale. Società quest’ultima che si occupa di Sviluppi sia per il gruppo Rivopharm che per conto terzi. Un traguardo significativo sotto la mia guida è rappresentato dall’approvazione da parte della Fda ottenuta nel 2014, testimonianza dell’impegno verso l’eccellenza e l’innovazione. Un approccio visionario ha portato alla fondazione di Rivopharm Uk nel 2014, all’acquisizione di Holsten Pharma in Germania nel 2017 e all’espansione in Europa centrale e settentrionale con l’acquisizione dei prodotti di disinvestimento Teva quale seguito della loro posizione dominante 56 · TM Dicembre 2023

dovuta all’acquisizione di Actavis. Le acquisizioni strategiche sono continuate con Sanoswiss Uab a Vilnius, in Lituania, nel 2018, centralizzando servizi vitali per il Gruppo nei Baltici. Contestualmente abbiamo sperimentato una crescita decuplicata in termini di fatturato ed Ebitda dal 2005 a oggi. A guidarmi una filosofia succinta, ma molto profonda: Non parlare troppo, agisci. Credo nel potere dell’azione rispetto alle parole, nel pragmatismo e nel pensare

«A guidarmi una filosofia succinta, ma molto profonda: ‘Non parlare troppo, agisci’. Credo nel potere dell’azione rispetto alle parole, nel pragmatismo e nel pensare fuori dagli schemi. Da qui anche l’impegno a non promettere ciò che non può essere realizzato, che è sempre stato un pilastro del mio successo»

fuori dagli schemi. Da qui anche l’impegno a non promettere ciò che non può essere realizzato, che è stato un pilastro del mio successo. Tale filosofia ha plasmato non solo le mie decisioni professionali, ma anche la mia visione più ampia dell’industria e del contributo alla società. Quale leader del Gruppo Rivopharm, sono attualmente coinvolto in vari ruoli all’interno dell’azienda di mia proprietà, concentrandomi sulla prossima fase di crescita attraverso sia acquisizioni che sviluppo organico basato su progetti in-

Pietro Poli, Presidente e Ceo di Rivopharm, Presidente di Farma Industria Ticino.

terni. La mia visione strategica continua a guidare l’azienda verso nuove frontiere nell’industria farmaceutica. Dal 2022, sono Presidente di Farma Industria Ticino, contribuendo significativamente alla comunità farmaceutica locale. Il mio coinvolgimento nel consiglio della stessa associazione per oltre otto anni dimostra un certo impegno nel promuovere l’industria. Non sono solo un visionario aziendale, ma anche un appassionato di diversi hobby. Pratico immersioni subacquee dal 1992 e come istruttore dal 1995, dimostrando forte amore per il mondo sottomarino. Inoltre, amo sciare, giocare a tennis e navigare, trovando equilibrio e ristoro in queste attività Ricevitore di numerosi premi, tra cui Imprenditore dell’anno per il Sud della Svizzera nel 2017, ho recentemente preso parte nel raccogliere un ingente finanziamento attraverso la società Lb Pharmaceuticals di New York, per la ricerca e sviluppo una nuova molecola molto promettente per il trattamento della schizofrenia. Guardando avanti, miro a continuare l’espansione e l’innovazione del mio Gruppo cercando di dribblare le situazioni geopolitiche che il momento in cui viviamo ci pone innanzi. Mi auguro di poter lasciare l’esempio alle mie figlie di come lo spirito imprenditoriale ci permetta di vedere l’opportunità insita in ogni sfida, senza doverci soffermare su ogni potenziale ostacolo.


Sostituto d’imposta Cross Border rivarenofiduciaria.it

Gruppo Ferraretti Milano – Bologna


eureka/start up

Il dato di salute, come attivarlo? I sistemi sanitari devono integrare la produzione e il riuso di Real-World Evidence in un meccanismo in cui la ricerca scientifica e la cura del paziente vadano di pari passo. Decisivo il contributo che l’Intelligenza Artificiale potrebbe avere nell’analisi dei dati.

Secondo l’investitore Nell’attuale contesto, in cui la decentralizzazione è al centro delle strategie sanitarie, Agora Labs risponde a una chiara domanda di mercato con una soluzione innovativa a questa esigenza. Il potenziale risparmio economico e i benefici derivanti dall’uso efficiente dei dati clinici possono tradursi in cifre significative, sia in termini di risparmi per i sistemi sanitari che di benefici per i pazienti. Benché l’efficienza e la protezione dei dati siano due prerogative dei sistemi sanitari, l’accettazione e l’adozione effettiva da parte di ospedali, aziende e pazienti, oltre alla resistenza al cambiamento, potrebbero tuttavia rappresentare ostacoli significativi. Le società operanti in questo settore possono registrare considerevoli incrementi nella loro valutazione attraverso la stipulazione di contratti significativi con ospedali di una certa dimensione. È nell’essenza e nelle capacità di questi modelli di vendita ricorrenti di generare valore nel corso del tempo. Una volta che un cliente ha sottoscritto una licenza, non sarà facile cambiare l’assetto organizzativo. Al contempo, ciò presenta notevoli opportunità per vendite incrementali di servizi aggiuntivi. Investire in società in questo stadio può comportare veloci incrementi nella valutazione. Inoltre, vista la relazione privilegiata con i clienti, società simili possono diventare target attrattivi per acquisizioni da parte di corporate interessate a integrare la tecnologia o a beneficiare dei contratti in essere con i clienti.

L

a decentralizzazione è di nuovo al centro delle strategie dei sistemi sanitari, ma anche della ricerca clinica. I dispositivi mobili sono già in uso in più di 950 trial clinici spingendo sia la clinica che l’innovazione biomedica fuori dagli ospedali e dai centri di ricerca, dentro le comunità. Il ‘Data Governance Act’ sta per estendere il Gdpr (General Data Protection Regulation) e, insieme alla proposta europea sull’Health Data Space, inquadra l’uso secondario dei dati e il loro ruolo nella creazione di una nuova conoscenza medica dal ‘mondo reale’ (Real-World Evidence), riducendo i costi della ricerca. Eppure l’uso in scala delle informazioni

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cliniche rimane solo un’idea, impedita dai rischi etico-legali che ne rendono l’uso altamente inefficiente, lento e costoso. Definire la privacy. Esiste infatti una frizione intrinseca fra il valore dei dati personali e la protezione della loro riservatezza. Questo conflitto si manifesta nelle diverse, a volte divergenti, interpretazioni di legge e nei ruoli opposti dei Data Protection Officer, dei ricercatori e dei dirigenti sanitari. I bisogni della ricerca e della gestione clinica collidono con le responsabilità di chi deve proteggere i diritti dei pazienti perché manca, alla base, una definizione chiara, formale, di che cosa in effetti sia un dato anonimo. La Commissione europea, con l’entrata

in vigore del Gdpr, ha avviato intensi programmi di ricerca, a partire dal 2017, per risolvere questo conflitto e negli anni sono emerse tecnologie che in effetti lo risolvono permettendo di collegare direttamente la ricerca ai luoghi di cura dove il dato viene creato proteggendo, al tempo stesso, i diritti dei pazienti. Queste nuove strutture digitali decentralizzate e privacy-preserving permettono di conservare il dato nella sua sede originale fornendo garanzie formali e provabili di anonimia dei pazienti, dando ai servizi sanitari un nuovo strumento per sostenersi e migliorarsi, e all’industria un acceleratore d’innovazione in scala. Realizzare il valore dei dati. Fra queste nuove tecnologie, la Privacy Differenziale, ad esempio, consente di modulare la quantità d’informazione condivisa fra proprietari e utenti del dato e quindi di quantificare precisamente il rischio di re-identificazione per proteggere il paziente da attacchi statistici, cioè tentativi di identificarlo incrociando dati esterni. Questa tecnologia è implementata, fra gli altri, da Apple e Google. Nuovi sistemi di ‘permissioning’, consentono a ospedali e pazienti di definire chi può accedere ai dati, per quale applicazione e per quanto tempo attraverso registri inviolabili come la Blockchain. La combinazione di queste tecnologie mette quindi ospedali e pazienti al centro del flusso informativo dandogli strumenti per controllarlo, proteggendo e valorizzando i loro diritti in partnership con il settore industriale: diventando quindi attori primari dell’innovazione biomedica. La ricerca europea si è ampiamente distinta in questo tipo di ricerca tecnologica portando a emergere aziende come


Agora Labs la cui piattaforma è in grado di disaccoppiare i dati sensibili dai risultati della analisi statistiche, dalle più semplici al machine learning. «Agora Labs oggi supporta aziende, ospedali e centri di ricerca nello sviluppo d’Intelligenza Artificiale in oncologia, cardiologia e altre specialità cliniche, oltre che in studi di farmaco-economia, salute pubblica e Health Technologies Assesment dando accesso in tempo reale, a costi ridotti e senza rischi di compliance, ai dati essenziali di cui ricercatori, ingegneri e amministratori hanno bisogno», precisa Davide Zaccagnini, Fondatore e Ceo di Agora Labs. Oltre la Privacy. Il diritto alla riservatezza non è l’unico ostacolo nell’uso in scala del dato di salute. Dalla miriade di sistemi e applicazioni che oggi lo raccolgono nelle sue molte forme, nasce il problema della standardizzazione, necessaria per poterlo usare. Riconciliare discrepanze di formati e terminologie richiede un lavoro manuale specializzato che ne rallenta ulteriormente l’utilizzo. «Agora Labs è all’avanguardia anche nell’applicazione dei modelli linguistici, come ChatGpt e LlaMa, per la standardizzazione dei data-base clinici che possono in questo modo essere integrati in tempo reale, senza interventi umani, e a una frazione del costo nei formati, nelle terminologie e nelle strutture semantiche. Risolta la privacy, i Large Language Model consentono di risolvere anche i problemi di qualità e utilizzabilità dell’informazione clinica, attivandone subito il valore», prosegue Zaccagnini. Quanto vale il dato? La Commissione europea stima che un uso efficiente e in scala del dato clinico possa far risparmiare 1,1 miliardi di euro all’anno ai sistemi sanitari europei mentre studi nazionali (Ernst & Young), distinguendo fra ricavi diretti e benefici al paziente, stimano per il solo National Health Service britannico circa 9 miliardi di sterline all’anno in risparmi e valore creato. Dati longitudinali, connessi e direttamente accessibili supportano infatti: - Studi osservazionali sulla prevalenza di malattie, ad esempio, sui fattori di rischio ambientali, le predisposizioni e le traiettorie cliniche (patient journeys), aumentando l’efficacia della ricerca; - Studi sull’aderenza ai trattamenti, la farmacovigilanza e il monitoraggio delle popolazioni più vulnerabili, riducendo sistematicamente il rischio clinico;

«Il valore potenzialmente più alto sarà quello che questi dati creeranno nell’addestramento dell’Intelligenza Artificiale, i cui principali costi sono quelli per l’attivazione e la preparazione dei training data. Studi preliminari mostrano gli impressionanti risultati che potrebbero essere raggiunti» Davide Zaccagnini, Fondatore e Ceo di Agora Labs

Espansione programmata Il data network si sta espandendo velocemente ■ Centri già attivi ■ Centri la cui costruzione è pianificata

Irlanda Londra Parigi

Mosca

Berlino Praga Cechia Praga Vienna

Barcellona

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Roma

Fonte: Agora Labs

- La pianificazione dei servizi sanitari integrando dati clinici e socioeconomici per un’assistenza al paziente più efficace e personalizzata. «Il valore potenzialmente più alto, però, sarà quello che questi dati creeranno nell’addestramento dell’Intelligenza Artificiale, i cui principali costi sono quelli, appunto, per l’attivazione e la preparazione dei training data. Studi preliminari indicano che questi sistemi potranno salvare 403mila vite ogni anno, far risparmiare 50,6 miliardi di euro in costi di assistenza ed erogare 1,8 miliardi di ore lavorative, pari a 500mila operatori sanitari a tempo pieno, un dato essenziale nella ormai cronica crisi vocazionale del personale sanitario», nota il Ceo. Le nuove tecnologie, attivando e proteggendo, il dato di salute mettono quindi i sistemi sanitari e i pazienti anche al centro della rivoluzione promessa dall’Ia. «Mentre la sanità e la ricerca si decentralizzano, nuovi regolamenti spingono gli ospedali, le aziende e i pazienti ad allineare i propri bisogni e i loro interessi

Se il dato è l’oro del futuro, anche in sanità sarà fondamentale poterlo leggere. È dunque necessario investire, anche, in infrastrutture.

attorno agli usi del dato clinico. Le nuove tecnologie emerse dalla ricerca europea consentono oggi di farlo anche su larga scala. Le analisi sui dati distribuiti, sotto formale garanzia di anonimia dei pazienti, aprono un’opportunità enorme di riduzione dei costi della ricerca, dell’assistenza clinica e di accelerazione dell’innovazione tecnologica, fra cui lo sviluppo collaborativo di Intelligenza Artificiale su strutture federate», conclude Zaccagnini. Il dato clinico diventa quindi una risorsa dal valore inesauribile che può essere attivata sotto precise e provabili garanzie etiche e legali, anche oltre quanto prescritto dal Gdpr, contribuendo alla stabilità economica del sistema sanitario e alla crescita dell’industria biomedica. Emanuele Pizzatti Dicembre 2023 TM · 59


Advertorial

Telemedicina e sanità digitale: il futuro infine è arrivato Spinto dall’emergenza pandemica il rapido diffondersi della telemedicina ne ha messe in luce tutte le potenzialità inesplorate, e i benefici per i pazienti. Non mancano gli ostacoli, in primis tecnologici, ma sarebbe un peccato lasciare che questi blocchino una rivoluzione. Perché non rivolgersi agli esperti?

a telemedicina, visione di un futuro ormai presente, rappresenta una delle più eclatanti testimonianze di come l’innovazione tecnologica possa rivoluzionare la pratica medica. Tuttavia, pur rappresentando nell’immaginario collettivo uno strumento moderno e innovativo, non è un concetto così nuovo. Già in alcune rappresentazioni degli anni Trenta, artisti e scienziati immaginavano un mondo in cui la comunicazione a distanza tra medico e paziente non fosse più confinata alle pagine della fantascienza, ma diventasse parte integrante della realtà quotidiana. Con il passare dei decenni, questa visione ha preso forma, evolvendosi

una pratica clinica diffusa, che utilizza le tecnologie di telecomunicazione per trasmettere informazioni mediche e fornire servizi di assistenza da remoto, come definito da Perednia e Allen già nel 1995. L’uso della telemedicina per l’assistenza sanitaria da remoto, ad esempio, ha una lunga storia. «Una delle prime esperienze fu un progetto di monitoraggio sviluppato nel programma spaziale Mercury (1959) quando la Nasa iniziò a eseguire il monitoraggio fisiologico dei propri astronauti a distanza. La stessa tecnologia venne utilizzata in un progetto pilota che prevedeva la partecipazione degli indiani Papago, noto quale STARPACH. In questo caso si preve-

della riserva indiana» esordisce così Francesco Costa, medico e Partner fondatore di Security Lab Health Tech. Un deciso passo in avanti, in concreto probabilmente il vero inizio, fu rappresentato dall’accordo siglato tra il Nebraska Psychiatric Institute e il Norfolk State Hospital; tramite infatti un collegamento televisivo a circuito chiuso tra i due istituti venivano erogate consultazioni psichiatriche. Era ancora la fine degli anni Cinquanta. Al pari però di altri ambiti, i recenti anni dell’emergenza pandemica hanno giocato un ruolo di acceleratore decisivo nel diffondersi della tecnologia. La pandemia ha agito come acceleratore di un processo già in atto, spingendo la telemedicina al di là di ogni previsione in termini di adozione e diffusione, seppur con modalità e differenze che restano importanti anche tra stati limitrofi. «Francia, Inghilterra, Italia, Danimarca, Giappone e Stati Uniti hanno allentato i limiti normativi per i teleconsulti a seguito della pandemia. In Francia, le restrizioni al rimborso delle prestazioni sanitarie (che prima richiedeva l’obbligo di una visita di persona almeno una volta nell’anno precedente) sono state revocate, in modo tale che i pazienti potessero consultare qualsiasi medico che fornisse servizi di telemedicina. Questi cambiamenti hanno aumentato il numero di teleconsulti da circa 40mila tra febbraio e marzo 2020, a oltre 600mila tra aprile e maggio, secondo i dati Ocse» evidenzia Costa.

da semplici scambi di informazioni scritte a complessi sistemi di interazione audiovisiva in tempo reale. La definizione stessa di telemedicina ha subito una metamorfosi, passando dall’essere un mero concetto astratto a diventare

deva l’utilizzo di un’unità sanitaria mobile composta da personale non medico collegato tramite televisione bidirezionale, radio e telemetria remota a un ospedale distante 100 miglia, per rendere disponibile l’assistenza medica nelle aree remote

Ospedali, ambulatori, e servizi di assistenza primaria hanno quindi dovuto rapidamente convertire le loro operazioni per affrontare le nuove sfide, trovando nella telemedicina una risposta agile ed efficace. Il processo di adattamento da

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visite in presenza a interazioni virtuali non è stato però privo di difficoltà, anche molto concrete. «La nostra società, Security Lab Health Tech, che si occupa di trovare soluzioni informatiche per supportare i medici e gli ospedali nella risoluzione dei problemi di tutti i giorni, ha identificato come principali ostacoli alla diffusione della telemedicina, la scarsa semplicità di utilizzo dei Software attualmente sul mercato e i problemi legati alla privacy, specie dopo l’entrata in vigore della nuova legge Lpd. Abbiamo quindi ideato e sviluppato un software di tele-consultazione snello e affidabile, con l’obiettivo di abbattere la barriera tecnologica, mantenendo al tempo stesso i massimi standard di sicurezza. Abbiamo voluto creare un software che necessitasse di meno di 10 minuti per familiarizzare con il suo funzionamento, per non appesantire ulteriormente le già complesse prassi quotidiane dei professionisti del settore sanitario» rileva l’esperto, che ben conosce le dinamiche del settore, essendo a sua volta un medico. Al netto delle difficoltà, in molti casi significative, la transizione verso questo nuovo modello ibrido sta portando importanti benefici al sistema nel suo complesso, oltre che al cliente. I tempi di attesa si stanno infatti riducendo, mentre l’accessibilità alle cure da parte di pazienti residenti in aree remote, o con problemi di deambulazione, sta rapidamente migliorando. «L’adozione di tali prassi, per definizione più flessibili e resilienti del modello precedente, in alcuni casi hanno addirittura migliorato la qualità dell’assistenza fornita, pur durante un’emergenza sanitaria globale, e in un’ampia gamma di discipline mediche. Ad esempio, i medici di famiglia l’hanno stabilmente adottata per la gestione delle malattie croniche, migliorando monitoraggio e continuità delle cure, dunque anche la qualità della vita dei malati. Consente però di colmare facilmente le barriere geografiche, adattandosi a necessità cliniche molto fluide, ad esempio in ambito di emergenze e cure domiciliari. Ricorrendo all’utilizzo di dispositivi connessi, i pazienti possono ricevere

ambito chirurgico, tradizionalmente considerato essere un bastione dell’interazione fisica diretta, che sta oggi invece vivendo un’importante trasformazione. «Chirurghi di tutto il mondo stanno iniziando a integrare le tecnologie di telemedicina nel percorso di cura del paziente, soprattutto nella fase post-operatoria. Il monitoraggio a distanza e le sedute di riabilitazione guidate da remoto sono diventati strumenti preziosi per assicurare un recupero ottimale e ridurre i rischi di complicanze. Tale approccio innovativo non solo migliora l’efficienza del follow-up chirurgico, ma fornisce anche un supporto continuativo al paziente che può essere costantemente monitorato senza la necessità di frequenti visite ospedaliere. La telemedicina in am-

assistenza in tempo reale, limitando trasporti e ospedalizzazioni, e consentendo una più rapida mobilitazione delle risorse mediche in caso di urgenze» riflette Costa. Non si limita però alle visite generalistiche e trova applicazioni importanti anche in

bito chirurgico sta dimostrando la sua efficacia in varie specialità, mostrando come la tecnologia possa essere un valido alleato nella cura e nel benessere del paziente» mette in evidenza l’esperto. Superando sospetti e diffidenze, la tele-

«Se in passato l’innovazione era un’opzione, oggi è una necessità. I benefici in termini di accessibilità, personalizzazione e qualità delle cure sono già realtà per molti pazienti e promettono di crescere ulteriormente. La medicina del futuro è già qui, e la telemedicina ne è uno dei pilastri fondamentali» Francesco Costa, Partner Fondatore di Security Lab Health Tech

medicina si può dunque affermare abbia superato in scioltezza le aspettative iniziali, segnalandosi quale strumento non solo necessario in circostanze eccezionali, ma anche estremamente efficace e utile nella pratica medica quotidiana. «Gli ostacoli iniziali, legati soprattutto all’alfabetizzazione digitale e all’accettazione di un nuovo paradigma di cura, sono stati superati grazie all’impegno dei professionisti e alla resilienza dei sistemi sanitari. Il suo futuro appare luminoso, con un potenziale ancora in gran parte inesplorato. Se il passato ha visto l’innovazione come un’opzione, il presente e il futuro la vedono come una necessità. I benefici in termini di accessibilità, personalizzazione e qualità delle cure sono già realtà per molti pazienti e promettono di crescere ulteriormente con l’avanzare della sua diffusione. La medicina del futuro è già qui e la telemedicina ne è uno dei pilastri fondamentali. Continuerà a evolversi, adattandosi e anticipando le esigenze di un mondo in rapido cambiamento, contribuendo a modellare l’assistenza sanitaria in modi che oggi possiamo solo iniziare a immaginare» conclude Francesco Costa, Partner e fondatore di Security Lab Health Tech.

Per informazioni: medrooms.ch

securitylabhealth.ch

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eureka/associazioni studentesche

Crypto, norme da coniare Uno sguardo all’evoluzione apportata dalle cryptovalute, con tre esempi giuridici per un ecosistema propizio e sicuro. La Svizzera è tra i primi a regolare normativamente la tecnofinanza.

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el corso della storia, l’essere umano ha saputo sviluppare metodi di scambio sempre più progressivi. Se da secoli le economie moderne hanno abbandonato il baratto, le attuali innovazioni fanno pronosticare una simile sorte pure per la moneta fisica, sostituita da transazioni digitali e cryptovalute. Il fenomeno di rovesciamento discende in particolare dalla crisi finanziaria del 2008, durante la quale le strutture economiche tradizionali hanno svelato la loro instabilità. Sebbene le cryptovalute presentino un possibile elemento chiave del futuro, vengono ancora fortemente stigmatizzate e non sono comunemente accettate nella quotidianità, sollevando in continuazione discussioni riguardo le minacce relative alla loro stessa natura. Infatti, in assenza di controlli, persiste il rischio di frodi e truffe, così come il pericolo di danneggiare l’integrità dei fondi per mancata vigilanza. Tuttavia, gran parte di queste preoccupazioni può essere contenuta attraverso l’implementazione di misure di sicurezza e una regolamentazione adeguata. La Svizzera dal suo canto, conosciuta per essere un polo economico all’avanguardia, sta cercando di sviluppare regolamenti chiari. Il Parlamento e la Finma sono incaricati di emanare un’effettiva regolamentazione a livello nazionale. Le autorità elvetiche hanno sin da subito delineato una politica liberale e aperta in materia, cercando complessivamente di incentivare un ecosistema propizio, nonché allettante per eventuali investitori. Tre esempi giuridici 1. Adattamento a leggi specifiche preesistenti. Dall’importanza fondamentale per la Svizzera di tutelare l’integrità della propria piazza finanziaria, 62 · TM Dicembre 2023

a livello nazionale risalta la garanzia secondo cui le stesse regole degli asset monetari reali devono essere applicate anche alle crypto. Questo include, ad esempio, la regolamentazione in materia di anti-riciclaggio (Aml) e la conformità normativa finanziaria (Kyc). Si mira a fare fronte alle attività illegali, al terrorismo finanziario e al riciclaggio di denaro in modo omogeneo. Per le cryptovalute ciò significa che non sono regolamentate in modo specifico, ma rientrano nelle leggi e nei regolamenti già esistenti. La proposta elvetica fa da pioniera per le linee guida europee, che applicano concetti simili nell’accordo “Markets in Crypto Assets” (MiCa), che entrerà in vigore nel 2024. 2. Interpretazione nel quadro nel diritto civile. Una seconda applicazione per analogia, sebbene meno esplicita, si manifesta nel codice civile. Secondo il diritto proprietario svizzero, al detentore di una “cosa” viene attribuito il cosiddetto diritto reale, in particolare il diritto di proprietà. La possibilità di costituire diritti reali su un’unità di cryptovaluta presuppone pertanto che le cryptovalute si qualifichino come “cose” ai sensi dell’art. 713 CC. La giurisdizione non ha ancora predisposto una scelta unanime, tuttavia una porzione considerevole di esperti è dell’opinione che le cryptovalute debbano essere considerate come oggetti, o almeno di conferire loro un effetto protettivo assoluto. 3. Nuova legge innovativa. Con l’entrata in vigore il 1 agosto 2021 della legge sulla “distributed ledger technology” (Dlt) accompagnata dalla relativa ordinanza, la Svizzera è uno dei primi Paesi al mondo a regolare normativamente la

Nikol Marincic, membro del direttivo del Circolo Giovani Giuristi Zurigo.

crescente tecnofinanza. Sono state modificate selettivamente dieci leggi federali esistenti, migliorando le condizioni per le aziende di blockchain. Il progetto punta a colmare le lacune giuridiche e ad adeguare il diritto alle esigenze di un futuro crittografico. DeFi, futuro decentralizzato. L’approccio scelto non intende centralizzare le normative attraverso interferenze governative: l’obiettivo è piuttosto instaurare una coesistenza fra certezza giuridica e un’economia futuristica, anche comunemente chiamata finanza decentralizzata (DeFi), su cui poggia tutta la rete di cryptovalute. Un sistema in cui le transazioni non sono più nelle mani delle autorità centrali, bensì degli utenti stessi. Viene fornita loro autonomia e funzionalità attraverso una gamma di strumenti che mirano a mitigare i rischi operativi tipici delle istituzioni bancarie. Oltretutto, dal momento che l’apparato delle cryptovalute è aperto a tutti, la base è caratterizzata da una forte distinzione democratica e trasparente, isolata dalla rigida burocrazia degli intermediari. Trattandosi di un tema emergente, resta ancora ignoto il futuro della correlazione fra regolamentazione e lo sviluppo della finanza crittografica. I teorici più influenti affermano che la società contemporanea deve iniziare a convivere in simbiosi con le blockchain, perché in un domani non troppo lontano sarà una realtà quotidiana imprescindibile. Tocca a noi, protagonisti del presente, immaginare una soluzione equilibrata, magari proprio sulla scia della Svizzera.


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Il fondo ambisce a conservare il capitale ed ottenere un rendimento regolare nel medio termine attraverso i redditi generati principalmente dagli investimenti in titoli obbligazionari con investimenti complementari in azioni per scopi di ottimizzazione (fino ad un massimo del 60% del portafoglio).

Riconoscimenti

Riconoscimenti

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dati al 30.11.2023

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LSEG Lipper

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eureka/digitale

Il metaverso non è un gioco Il diffondersi di Ia e realtà aumentata stanno innescando una serie di rivoluzioni in molti settori critici della società moderna, dalla finanza all’istruzione, alla salute.

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on si tratta solo di ‘gaming’ o di comprare un altro paio di scarpe, ma di come la Blockchain può trasformare finanza, educazione e sanità. Ecco la giornata tipo di un medico nel metaverso, solo per rendere concreta la portata di questa rivoluzione. È un giorno qualsiasi... Ore 9.00: Marco è appena arrivato in ospedale, dove incontra il noto dottor Andrea. Marco condivide con Andrea il suo wallet, che contiene tutte le sue cartelle cliniche, le operazioni passate, le radiografie... protetti da un Nft. Nessuno ha accesso a queste informazioni, a meno che Marco non lo autorizzi. Andrea annota l’indirizzo del wallet di Marco, dove verranno scaricati tutti gli esami effettuati, modificando l’Nft in modo dinamico. Ore 10.00: Andrea esegue una semplice operazione, assistito dalla realtà aumentata (Ar) e dall’Ia (occhiali intelligenti). Grazie all’Ar, tutti gli errori chirurgici sono stati ridotti a zero, utilizzando il database di milioni di operazioni simili, elaborato al momento. L’operazione viene eseguita in dieci minuti, riducendo i costi e l’impatto sul paziente. Per i presenti, il tempo di apprendimento della procedura si riduce. Ore 10.30: L’intera procedura è filmata, grazie a un dispositivo applicato agli occhiali di ciascun medico. La procedura è stata registrata su blockchain e inserita automaticamente nel wallet del paziente. Ulteriori esami e radiografie seguiranno lo stesso principio. La blockchain funziona come una ‘scatola nera’ per tutte le attività che avvengono ogni secondo. È disponibile, per coloro che hanno il permesso di accedervi. Le informazioni riservate sono offuscate. Andrea utilizza 64 · TM Dicembre 2023

il video per ricevere feedback dai colleghi o per formare gli specializzandi. Il video viene reso disponibile istantaneamente a tutti gli ospedali del mondo, avendo cura di nascondere identità e dati del paziente. Il feedback continuo degli addetti ai lavori aumenta la produttività dell’intero reparto, eliminando il rischio di errori futuri.

Mezzogiorno: Nel pomeriggio Andrea deve eseguire un intervento molto complesso, che richiede l’uso dell’Ar e di occhiali speciali, che proiettano esami e radiografie del paziente dal metaverso, per renderli disponibili nel momento dell’incisione. Come sempre, tutto il personale ha simulato l’incisione 30 minuti prima dell’operazione, utilizzando i dati del paziente e confrontandoli con quelli di casi simili, grazie all’Ia. Uno specialista di Chicago si collega da remoto per seguire la parte più delicata dell’operazione, attraverso il metaverso. Prima di questo nuovo processo, l’operazione sarebbe durata il doppio, con diverse conseguenze.

Frank Pagano, azionista di Tokenance, Senior Partner di Jakala, Contributor de Il Sole 24 Ore.

Ore 15.00: Una volta completata la procedura, gli specializzandi e i giovani medici di Andrea lavorano nel metaverso (il Virtual Lab) con occhiali speciali e strumenti di percezione aptica, per imparare a eseguire la stessa procedura, ricevendo feedback in tempo reale. Il metaverso, fatto di hardware e software, diventa l’unico luogo in cui apprendere la teoria e la pratica di qualsiasi intervento chirurgico, utilizzando dati aggregati o simulando un intervento, e lavorando sulla copia esatta di un organo, ricostruito digitalmente (Virtual Reconstruction). Andrea segue la formazione dal suo ufficio. La modellazione 3D e il metaverso hanno ridotto del 50% i costi di formazione, accelerando esponenzialmente i tempi di apprendimento. Tutti i dati vengono registrati. Ore 16.00: Andrea si rilassa nel suo ufficio, mentre visita l’Expo di Dubai nel metaverso. Visita il padiglione italiano, per trarre ispirazione per una prossima conferenza a cui parteciperà come relatore. Incontra un manager di una farmaceutica, per discutere di alcune innovazioni, utilizzando rendering digitali e interattivi davanti a loro. L’incontro viene registrato sulla blockchain, soprattutto perché si tratta di soldi dei contribuenti. Questo non è il futuro. È quello che sta già accadendo. La Blockchain e il metaverso sono la forza trainante della rivoluzione in settori strategici come l’istruzione, la finanza e, appunto, la salute. Benvenuti nel vero metaverso!


eureka/crypto

Un debunking necessario Sono principalmente due le maggiori critiche sollevate contro Bitcoin, entrambe però si può facilmente dimostrare siano inconsistenti, laddove non del tutto false.

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ebunking è un termine inglese che significa sfatare. Sfatare significa dimostrare l’inconsistenza di una convinzione o una falsa credenza radicata nella massa. Ogni giorno si assiste a una crescita continua di persone che cominciano quell’incredibile cammino d’iniziazione che è la conoscenza di Bitcoin. Di pari passo con la crescita dell’adozione si riscontra un crescente aumento degli scettici secondo cui, per un motivo o un altro, Bitcoin sarebbe destinato a fallire. Le critiche sono svariate ma per semplicità è meglio ‘sfatare’ le due principali. La prima, è intrinsecamente tecnologica. Sostiene che Bitcoin e la sua rete non potrebbero sopravvivere a un eventuale crash di internet. Anche qualora internet smettesse di funzionare per una ragione qualsiasi, essendo ormai parte integrante della società, sarebbero in primis economie e Governi a subire i danni maggiori. Sarebbero quindi i Governi stessi a prodigarsi immediatamente per il ripristino della rete proprio per salvaguardare l’economia. Fatta questa premessa d’obbligo, va comunque detto che Bitcoin potrebbe benissimo continuare a funzionare anche in assenza di internet tramite le reti satellitari. Potrebbe esserci qualche rallentamento nella comunicazione fra i nodi e di conseguenza nella finalizzazione delle transazioni, ma bastano due nodi attivi per far sopravvivere la rete Bitcoin. La ‘classica’, e più comunemente avanzata, è però la seconda, che ha una connotazione perlopiù ‘politico-finanziaria’. Si può riassumere in: Bitcoin sarà vietato dai Governi perché alternativa non autorizzata alla moneta, la sua proprietà dichiarata illegale e confiscata, e i miners perseguiti. Bitcoin è un protocollo per sua natu-

ra ‘peer to peer’ e ormai estremamente decentralizzato. Come tale non si può fermare. Vietare Bitcoin significherebbe imporre la chiusura di tutti i nodi della rete, estremamente improbabile. Di fatto impossibile. Tutti i Governi dovrebbero essere d’accordo, coalizzarsi e ancora non basterebbe. E quanto è immaginabile un’azione coordinata anti-bitcoin concertata tra Biden, Putin, Xi Jinping e Kim Jong-un? La teoria dei giochi si applica alla perfezione a tale ipotesi.

«La storia ha dimostrato come le politiche protezionistiche non funzionino. A maggior ragione con una risorsa immateriale difficile da rilevare come Bitcoin. C’è quindi convenienza a trattare tale mercato come qualsiasi altra risorsa, ossia tassandola piuttosto che farla fuggire dove altri Stati sono pronti ad accoglierli» Già in passato gli Stati si sono resi conto di come i tentativi di ostacolare e fermare protocolli ‘peer to peer’, come Bit Torrent o eMule, non abbiano avuto successo. Anche qualora si riuscisse contemporaneamente a obbligare tutti gli internet provider del mondo a bloccare i nodi Bitcoin, tale restrizione potrebbe essere aggirata tramite Vpn o Tor. Dichiararne illegale la proprietà e ipotizzarne la confisca sarebbe ingenuo oltre che utopistico. Bitcoin è rappresentato in astratto dal suo Seed, quella magica sequenza di 24 parole che lo compongono, da cui vengono generate le chiavi private che ne determinano la capacità di dispor-

Thomas Zara, Managing Partner di Arkadia Digital Advisory.

ne e in ultima istanza la proprietà. Questo può semplicemente essere memorizzato senza neanche il bisogno di supporto fisico o di un software. Può attraversare confini in maniera anonima e invisibile. Cosa possono fare i Governi? Setacciare casa per casa alla ricerca di wallet? La storia ha dimostrato come le politiche protezionistiche non funzionino. A maggior ragione con una risorsa immateriale difficile da rilevare. Quindi hanno convenienza a trattare tale mercato come qualsiasi altra risorsa, ossia tassandola piuttosto che farla fuggire oltre confine, dove altri Stati sono pronti ad accoglierli. Se ne stanno accorgendo anche gli americani, il cui procrastinare su una normativa crypto chiara e garantista, sta facendo sì che le loro aziende di settore si stiano spostando in Paesi disposti ad abbracciare invece l’innovazione finanziaria, incentivando la stessa applicando politiche competitive e agevolazioni fiscali. La maggior parte degli Exchanges di Bitcoin operano già seguendo normative Kyc e Aml e i Governi hanno convenienza economica al fiorire di queste aziende piuttosto che combattere mercato nero o gli Exchanges decentralizzati. I miner infine, sono troppo geograficamente distribuiti. Utilizzano vari tipi di energia, tra cui le rinnovabili. Non esiste un’entità che possa controllarli e fermarli tutti. Prova ne è la Cina che nonostante il ‘ban’ al mining, provato più volte, l’ultima nel 2021, non sia assolutamente riuscita a debellarli. Attualmente infatti proprio lì opera ancora un consistente numero di miner, pari al 30% dell’hash rate globale. Dicembre 2023 TM · 65


finanza /analisi

Avanti piano, ma con fiducia Il contesto economico rimane complesso anche per le imprese svizzere. Non solo emergono le tracce lasciate man mano dalle diverse crisi degli anni passati, ma nell’arco dei prossimi mesi è atteso un ulteriore rallentamento dell’attività economica. L’andamento congiunturale sta gravando sulle prospettive delle Pmi svizzere, come mostra l’indice di riferimento. Nei prossimi mesi, come suggeriscono anche gli ordinativi, è attesa un’ulteriore frenata della crescita economica, ma non una recessione. Il delicato contesto internazionale ha il suo peso.

Il polso delle Pmi Andamento degli indici Pmi delle Pmi svizzere 71 70 65 60 55 50 45 40 35 30 25 20 01/18

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Raiffeisen Pmi Index delle Pmi

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procure.ch Pmi index

Fonte: Raiffeisen

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el 2023 l’economia svizzera non è apparsa così significativamente preoccupata. È vero che i dati economici quest’anno non hanno certo contribuito all’ottimismo, ma guardando al futuro molte aziende hanno ancora fiducia nelle proprie capacità. È ciò che è emerso dalla Ricerca sulle Pmi 2023 che Raiffeisen ha condotto esaminando oltre 400 piccole e medie imprese. La pandemia, il rifiuto dell’accordo quadro con l’Unione Europea, i tassi negativi, la guerra in Ucraina, le turbolenze sui mercati dell’energia o ancora la mancanza di forza lavoro specializzata; niente di tutto questo è riuscito a far vacillare il fondamentale ottimismo che ancora contraddistingue la maggior parte delle aziende elvetiche. Le crisi che si sono susseguite hanno tuttavia lasciato delle tracce e le prospettive inevitabilmente peggiorano. 2023: freno all’economia. Nel corso degli ultimi mesi, l’economia mondiale 66 · TM Dicembre 2023

ha perso molta dinamicità. In particolare, la domanda di merci, molto elevata negli anni precedenti, è diminuita e quindi le difficoltà degli approvvigionamenti si sono in gran parte risolte. Di conseguenza la pressione sui prezzi dei beni si è indebolita notevolmente. Anche i tassi elevati rimangono un importante fattore frenante. A causa della persistente inflazione elevata, per l’anno prossimo le Banche Centrali non prevedono ancora alcun allentamento della politica monetaria. Nel complesso, l’economia mondiale dovrebbe quindi registrare un ulteriore indebolimento nel 2024. Nell’Eurozona attualmente si teme persino una recessione, in particolare a causa della difficile situazione congiunturale in Germania. 2024: nessuno stop, ma il freno rimane. Per le esportazioni svizzere le prospettive sono quindi negative. A causa del rallentamento della crescita a livello globale, nella maggiore parte dei settori si registra una stagnazione delle esportazioni.

Gli indici dei responsabili degli acquisti per l’industria svizzera sono quindi scesi notevolmente nel corso del 2023, allo stesso modo del Purchasing Manager Index delle Pmi di Raiffeisen. Le imprese orientate al mercato interno sono colpite meno pesantemente, ma anche qui i venti contrari sono aumentati, in particolare per quelle con una clientela fortemente orientata alle esportazioni. Anche le prospettive per il settore dei servizi orientato al mercato nazionale sono sensibilmente peggiorate. Affitti e costi energetici più elevati e l’aumento dei premi di cassa malati, pari all’8,7% medio da fine anno, dovrebbero ulteriormente frenare i consumi. Tuttavia, una brusca frenata è poco probabile. Per la maggior parte dei beni e dei servizi la pressione sui prezzi è diminuita e di conseguenza l’inflazione risulta ancora molto bassa rispetto all’estero. Inoltre, l’immigrazione continua e stabilizza i consumi che dovrebbero quindi crescere ulteriormente. Questo nonostante le fosche prospettive sul mercato del lavoro. Sono tantissime le aziende che dalla pandemia lamentano difficoltà di reclutamento di forza lavoro sia altamente


qualificata sia non qualificata. Finché la congiuntura non crollerà, la forza lavoro verrà mantenuta prima di arrivare a licenziamenti». La fiducia. Nell’ambito dell’indagine condotta, la maggioranza delle Pmi ha indicato la Svizzera quale fattore fondamentale in riferimento alla resilienza dalle crisi. Elementi importanti sono la stabilità politica ed economica, al pari del franco e delle infrastrutture, e della certezza del diritto. A fronte del cambiamento demografico, la fiducia nella piazza svizzera offre del potenziale sul mercato del lavoro che da un lato va sfruttato e dall’altro rappresenta una responsabilità per le imprese e la società. Ecco i settori maggiormente interessati: - Formazione. La Confederazione dispone di università e scuole universitarie professionali molto quotate a livello internazionale. In questi istituti viene curata la collaborazione con l’industria e il settore dei servizi. In futuro, tuttavia, il sistema di formazione duale, la formazione professionale in azienda combinata con una scuola professionale, acquisirà sempre più importanza. Già oggi manca forza lavoro qualificata nel settore dell’artigianato, ad esempio installatori elettricisti che siano in grado di montare impianti fotovoltaici; - Qualità e fiducia. Ciò che per generazioni è stato sinonimo di Svizzera, nel corso delle recenti crisi e trend politici si è per così dire indebolito. Qualità proverbiali del Paese, come un mercato del lavoro flessibile, la riluttanza a intervenire sul fronte della libertà economica o una burocrazia snella, rischiano di perdersi di fronte a una regolamentazione e una burocratizzazione crescenti. Sarebbe necessario un ritorno alle virtù svizzere insieme alla cura di questi fattori legati proprio alla qualità dell’ubicazione per assicurare anche in futuro una ben solida fiducia nella piazza elvetica; - Strategia del personale. La forza lavoro necessaria, in considerazione dello sviluppo demografico, potrebbe presto non poter più essere soddisfatta con il reclutamento di forza lavoro dall’estero. Le aziende possono contrastare questo rischio investendo nell’automazione e nella digitalizzazione. Inoltre, si individuano delle opportunità nella riattivazione di forza lavoro più anziana e in una migliore conciliabilità di famiglia e lavoro. Ad esempio, le donne con una buona formazione, che dopo un congedo di mater-

«Gli indici dei responsabili degli acquisti per l’industria svizzera sono scesi notevolmente nel corso del 2023, allo stesso modo del Purchasing Manager Index delle Pmi. Le imprese orientate al mercato interno sono colpite meno pesantemente, ma anche qui i venti contrari aumentano» Goran Juric, Responsabile Clientela aziendale Ticino di Raiffeisen Svizzera

Movimento laterale Il Pil svizzero Contributi delle singole componenti del Pil (2022-2024) 8 6 4 2 0 -2 -4 -6

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Fonte: Raiffeisen

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■ 2022 ■ 2023e ■ 2024e

Per il 2024 ci si aspetta una crescita del Pil elvetico pari allo 0,8% che fa eco al timido 1,0 circa di quest’anno. Oltre al commercio estero e ai consumi, anche la dinamica di crescita degli investimenti aziendali dovrebbe registrare un andamento inferiore alla media, data la complessa fase congiunturale. La maggioranza delle aziende accende ancora prestiti, ma diminuisce il numero di quelli soggetti a una concessione dei crediti più restrittiva. La maggior parte delle aziende, e quindi anche le Pmi, il prossimo anno dovrà in ogni caso prepararsi a una crescita del fatturato più modesta. Con il calo della domanda dei consumatori, la concorrenza a livello di prezzi si farà nuovamente più agguerrita e la finestra per maggiori incrementi dei prezzi si chiuderà del tutto.

nità desiderano rientrare nel mondo del lavoro, potranno rientrare rapidamente nella vita professionale. Il rallentamento dell’economia globale e diverse crisi hanno frenato la crescita nel corso del 2023. L’aumento dei tassi d’interesse e il persistere dell’inflazione mettono a dura prova l’economia mondiale, il che spinge anche le esportazioni

a registrare una stagnazione. Le prospettive per il 2024 sono contenute, con una crescita attesa del Pil dello 0,8%. Nel complesso è molto probabile che la Svizzera, con i suoi punti di forza e l’attrattiva della piazza economica, riuscirà a gestire le attuali difficoltà meglio di molti altri Paesi, nonostante un sensibile rallentamento congiunturale. Dicembre 2023 TM · 67


finanza/analisi

Wealth solutions In un mondo che cambia, e velocemente, anche le esigenze della clientela stanno evolvendo rapidamente, mentre ci si avvicina al fatidico momento del passaggio di consegne con la generazione successiva. Come sta evolvendo però l’offerta nel Wealth Management?

L

’evoluzione vissuta dal Wealth Management negli ultimi anni ha dello straordinario, specie nel caso di una Piazza, quella svizzera, trovata a confrontarsi con un mondo completamente stravolto rispetto al passato. Sono molte le sfide lanciate alla tripartita Piazza, con risposte (ed esiti) molto diverse a dipendenza della latitudine, e altrettante le potenziali concorrenti che con sorprendente celerità sono riuscite a profilarsi quanto meno quali rivali rispetto a quella che sino a prova contraria rimane il principale Hub nella Gestione di patrimoni transfrontalieri a livello mondiale. La Svizzera continua a conservare in primis l’abitudine a maneggiare la materia e a interfacciarsi con clienti di ogni origine, con dunque esigenze e sensibilità molto diverse; una tradizione che le consente oggi di poter reinterpretare gli elementi che in passato l’hanno resa grande. Dunque, sì tradizione, ma con una nota d’innovazione raccolta da una figura relativamente giovane all’interno dell’industria finanziaria: il Wealth Planner. «Nel corso della vita sono diversi gli eventi che possono verificarsi, e con implicazioni anche molto diverse su un fronte squisitamente patrimoniale. Si può essere costretti a trasferirsi in un altro Paese per ragioni professionali, semplicemente il matrimonio, la cessione dell’impresa di famiglia, il pensionamento, le successioni ereditarie… Circostanze dalle conseguenze potenzialmente rilevanti e che è opportuno siano analizzate attentamente e per tempo, su un piano fiscale e normativo, rispetto al Paese di residenza e a quello di tutte le persone coinvolte,

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Il quartier generale di Pkb Private Bank si trova a Lugano.

elemento che potrebbe complicare, e di molto, le possibili soluzioni», esordisce così Alfonso Rivolta, Group Head Wealth Solutions di Pkb Private Bank. Per quanto non tutto possa essere programmato, sforzarsi di prevedere quanto potrebbe succedere è comunque un buon modo di ‘prepararsi’, e reagire rispetto alle potenziali difficoltà. «È questo l’habitat naturale della pianificazione patrimoniale, che si concretizza in diversi elementi tra loro strettamente correlati. In primis è

indispensabile capire quali siano le aspirazioni e i desideri dei membri della famiglia; aprendo un dialogo all’interno quanto più trasparente possibile, e assicurandosi che il dialogo resti aperto; raggiunti questi step è necessario valutare tutti gli aspetti legali e fiscali delle scelte di vita delle persone coinvolte, in relazione alla struttura patrimoniale del cliente, e ai suoi obiettivi personali. In un’unica espressione è questo il Wealth Planning, mentre si definisce Wealth Planner la persona che se ne occupa», prosegue l’esperto, che ha al suo attivo oltre a un lustro in Ubs, otto anni in Efg dove ha ricoperto il ruolo di Global Head of Wealth Planning. Gli ultimi sono stati però anni particolarmente complessi, e sotto molti aspetti imprevedibili, con il succedersi di emergenze, sanitarie, economiche, energetiche e geopolitiche, difficilmente preventivabili, con conseguenze dirette su famiglie e imprese. Quali gli strascichi? «Sono stati sicuramente anni di passione, vissuti intensamente dai mercati, e dalle persone, che hanno man mano domandato più protezione, struttura ed efficienza anche sul fronte patrimoniale. Se questo non sorprende, ed è umanamente comprensibile, solleva questioni dirette relative a come il patrimonio debba essere gestito oggi, e indirette, come dovrà essere trasmesso alla generazione successiva. Nasce qui la necessità di sensibilizzare il cliente sin da subito su temi molto delicati, familiarizzando e prendendo dimestichezza con aspetti anche tecnici della materia, ma legati a doppio filo con le sue dinamiche familiari. Trattandosi spesso di tematiche di lungo periodo, iniziare a discuterne per tempo facilita la definizione di una stra-


tegia efficace, priva di fretta ed emotività, che andrà però rigidamente rispettata al momento opportuno», rileva Rivolta. Se a cambiare è dunque il mondo, e di riflesso le esigenze del cliente, anche la strategia dei singoli operatori non può che tenerne conto e adeguarsi. Com’è il caso. «Siamo una banca con solide radici familiari, radicata nel territorio, e con una clientela storicamente affezionata. È alla luce del legame che abbiamo con i nostri clienti che vogliamo offrire una consulenza sempre più evoluta e trasversale, al passo con i tempi, intercettando e anticipando i bisogni delle nuove generazioni. In quest’ottica un anno fa è stata elaborata una nuova strategia di lungo termine che vuole migliorare il servizio, ampliandone la gamma. Offriamo oggi soluzioni patrimoniali e soluzioni d’investimento, tra loro perfettamente complementari, che per l’appunto definiamo Wealth Solutions», nota il manager. Qualsiasi attore micro o macroeconomico che sia, è del resto un soggetto complesso, inserito in un ecosistema economico profondamente interconnesso. Dunque famiglie, imprese e Stato sono un’unica cosa. Facce diverse di un’unica medaglia, al pari del cliente. «Si tratta di approcciare la materia da un punto di vista olistico, offrendo soluzioni che guardino al cliente nelle sue tre principali dimensioni: famiglia, patrimonio e impresa, al cui centro si trova il Wealth Planning. È il perno intorno cui ruota l’intero processo consulenziale, che mira ad aiutare per quanto possibile i clienti e le loro famiglie a prosperare, crescere e realizzarsi. Potenziando le Wealth Solutions, anche grazie a innovazione e capitale umano, vogliamo profilarci come un istituto pronto a discutere non solo di investimenti, comunque fondamentali, ma anche di pianificazione patrimoniale e successoria, protezione del patrimonio, Governance familiare e imprenditoriale, oltre che con la generazione successiva», commenta Rivolta. Semplice a dirsi, al pari di qualunque strategia, su un livello molto diverso il riuscire anche a farsi. Necessarie sono infatti molte competenze diverse, e dunque anche persone, una squadra ben oliata e reattiva. «Sono da sempre appassionato di musica, e durante gli studi accademici mi sono formato anche quale violinista e direttore d’orchestra. In ambito professionale ho sempre trovato diversi pa-

«Determinare le problematiche rimane la parte più complessa di una consulenza, al pari della capacità nel farle emergere, che è la bravura di un Wealth Planner. È però anche la parte più bella del nostro lavoro: conoscere il cliente, entrare in sintonia e supportarlo nel raggiungimento dei suoi obiettivi» Alfonso Rivolta, Group Head Wealth Solutions di Pkb Private Bank

Cambia il vento I principali Hub di capitali crossborder (dati in usd trl, salvo eccezioni)

Svizzera Hong Kong Singapore Stati Uniti Regno Unito Isole del Canale e Isola di Man Emirati Arabi Uniti Lussemburgo Isole Cayman Bahamas

2017

2022

2027

2.1 1.2 0.9 0.9 0.7 0.6 0.4 0.4 0.3 0.3

2.4 2.2 1.5 1.1 0.9 0.6 0.5 0.5 0.4 0.4

2.8 3.1 2.3 1.3 1.0 0.7 0.8 0.6 0.5 0.4

Rank. ‘27 2 1 3 4 5 7 6 8 9 10

Cagr 22-27 3.0 7.6 9.0 3.6 2.6 2.2 9.6 3.1 4.0 4.3

Regione di riferimento ‘22 Europa Occ. Asia (ex. Jap) Asia (ex. Jap) Latam Europa Occ. Europa Occ. Medio Oriente Europa Occ. Nord America Nord America

Fonte: Bcg Global Wealth Report 2023

rallelismi con le sfide che un’orchestra inevitabilmente impone. Oltre a disporre di una solida base accademica, nel Wealth Planning è fondamentale sviluppare la concertazione, ovvero il saper coordinare talenti e competenze di persone esperte in un singolo ambito molto preciso, con quello di altri professionisti, tenendo sempre uno sguardo d’insieme sul cliente, e sulle sue esigenze. A dipendenza della complessità della situazione il numero e la tipologia di profili coinvolti può variare molto, andando dal fiscalista all’analista, dall’esperto in pratiche successorie al consulente in ambito previdenziale, laddove non ancora più nello specifico. L’importante è agire sempre tutti nella stessa direzione, e per farlo è necessario qualcuno che coordini», prosegue l’esperto. La chiave di tutto rimane però il consulente e il suo servizio, da cui tutto deriva. «Il principale compito del consulente è capire quali siano le esigenze del cliente nel medio-lungo periodo, stanare i problemi spingendolo a riflettere anche sugli argomenti più difficili. Sono spesso te-

La Svizzera si conferma saldamente in testa alla classifica quale principale Hub di capitali crossborder al mondo, aumenta però rapidamente la concorrenza delle Piazze asiatiche.

matiche complesse da un punto di vista emotivo, a noi è dunque richiesto essere molto empatici, costruire una relazione solida e di fiducia per far emergere problemi che altrimenti passerebbero sotto silenzio. Determinare le problematiche rimane la parte di gran lunga più complessa di una consulenza, al pari della capacità nel farle emergere è la discriminante della bravura di un Wealth Planner. È però anche la parte più bella del nostro lavoro: conoscere il cliente, ascoltarne la storia, entrare in sintonia e supportarlo nel raggiungimento dei suoi obiettivi», conclude Alfonso Rivolta. Si può dunque affermare che nella sua essenza il mondo non sia mai cambiato. Federico Introzzi Dicembre 2023 TM · 69


finanza/fondi

Macro valori Il micro credito può essere un incredibile volano di sviluppo per molti Paesi emergenti, desiderosi di crescere, sostenendone le energie più vivaci: le imprese private. Per quanto si tratti di un investimento complesso, i rendimenti sono significativi e ‘sostenibili’. La sede di Micro Kapital in Moldavia, un importante mercato europeo.

L

’inclusione finanziaria è uno di quegli obiettivi Esg spesso dimenticati nella foga di rendere sostenibile quanto è improbabile possa diventarlo nei tempi che molti Paesi si stanno imponendo. Quella degli investimenti sostenibili è molto probabilmente una semplice moda, destinata a riassorbirsi in pochi anni, almeno rispetto agli eccessi raggiunti negli ultimi. Un mondo ambientalmente più sostenibile, e un’impronta carbonica più contenuta restano obiettivi meritori, le modalità con cui ci si propone di raggiungerli controproducenti. Eppure Esg non è solo una questione ambientale, dunque di E, ma anche di Governance e di sostenibilità Sociale, di cui quest’ultima è tra le più difficili da trovare nella vasta giungla delle certificazioni. A rimanere è però l’inclusione finanziaria, un motore di sviluppo e benessere, dunque S, ancora in tempi recenti per alcune aree dei Paesi occidentali, oltre che ovviamente per gli Emergenti. «Ancora negli anni Novanta in sud Italia l’apertura di un conto corrente a un’impresa, o più in generale l’accesso al sistema bancario, non era scontato quanto si penserebbe, e a tutt’oggi qualche cri-

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ticità sopravvive. Proporzionalmente è invece un problema meno grave negli Emergenti, il che è paradossale. Il micro credito, in molti casi, è una risposta a questi problemi che zavorrano lo sviluppo di vaste aree del mondo. Tant’è che la nostra società, specializzata nell’erogazione diretta di crediti a micro imprese, oltre che in Asia centrale ed Europa orientale, è attiva anche in alcuni Paesi avanzati, come l’Italia» esordisce così Vincenzo Trani, membro del Board e non-executive director di Mikro Kapital Management, Casa di fondi lussemburghesi specializzata nel micro credito. Nonostante il focus guardi dunque a Oriente, le radici affondano nella finanza tradizionale europea, nel cuore del Vecchio Continente. «La nostra società ha sede in Lussemburgo, hub internazionale per la finanza e il fund management. Qui infatti è dove viene effettuato il consolidamento dei bilanci delle controllate attive in 14 Paesi, e dunque anche il relativo risk management. Divisi in due fondi, Mikro Fund e Alternative, Mikro Kapital ha un totale di aset di circa 1 miliardo di euro, e 3500 collaboratori attivi sul territorio nei 256 uffici locali da cui operiamo. Al

fine di avere un portafoglio sano sono fondamentali le solide competenze della holding lussemburghese, ma anche le competenze finanziarie e manageriali delle controllate, e del capitale umano del luogo» prosegue il manager. Al pari di qualunque altra impresa, le competenze del personale restano uno dei principali asset, con in questo caso alcuni vincoli ulteriori, tipici del business. «Siamo attivi lungo quella che fu la Via della Seta di Marco Polo, con sedi nelle principali città di allora e di oggi, come Samarcanda, oltre che nelle province. Tendenzialmente tutti i nostri collaboratori sono economisti o avvocati, formatisi in loco, e molto spesso al primo impiego. Il passaggio dalla teoria alla pratica, dunque un’altra formazione, è una delle principali incombenze in capo all’Home officer, il responsabile locale, la cui remunerazione è agganciata in misura importante ai risultati raggiunti dall’intero team che ha reclutato e formato. È un lavoro complesso il nostro, si tratta spesso di riuscire a leggere tra le righe di un bilancio, e dare fiducia, dunque credito, a micro imprese unipersonali, formando anche i clienti, ‘passando’ nozioni base di contabilità e gestione d’impresa, un ingrediente essenziale per mantenere un portafoglio sano» riflette Trani. In poco più di 16 anni di attività i traguardi tagliati si confermano notevoli, oltre alle masse investite e al numero di Paesi e uffici, sono centinaia di migliaia i piccoli clienti soddisfatti, una minima percentuale della domanda, ma come è stato possibile? «A cavallo degli anni 2000 sono entrato nella Banca europea di ricostruzione e sviluppo, ero già stato attivo in molti dei mercati in cui opera


oggi Mikro Kapital; ci siamo rivolti a personale esperto del luogo, già impegnato in progetti di microcredito, e che avevo formato allo scopo in molte repubbliche ex sovietiche. A facilitare molto è anche l’uniformità delle normative finanziarie di questi Paesi, scritte proprio dalla Banca europea e dalla Banca Mondiale, in collaborazione con le Banche Centrali locali. Allo stesso tempo i principi contabili, seppur non a livello locale (cosa che però non avviene nemmeno in Europa), sono gli Ifrs che abbiamo adottato anche noi internamente» rileva l’esperto. Alla base di tutto, e del successo di un certo tipo di attività, possono esserci dei semplici pregiudizi? «Il micro credito continua a essere considerato da molti una forma alternativa di ‘Charity organization’, il che è quanto di più distante dalla realtà. Certo, crea sviluppo in territori che ne hanno estremo bisogno, ma offre anche margini a doppia cifra, per compensarne la complessità. Al pari del presunto stato di profonda arretratezza finanziaria di questi Paesi, che i dati smentiscono. In tempi sorprendentemente rapidi la digitalizzazione ha investito sistema finanziario e popolazione, fase che è coincisa con lo sviluppo del settore. Diversamente che l’Europa erano Paesi fino a pochi anni fa finanziariamente vergini, non devono dunque fare i conti con un passato tutto da digitalizzare, ma partono da zero, il che oltre a velocizzare comprime moltissimo i costi» sottolinea Trani. A facilitare il processo indubbiamente anche l’età della popolazione, molto diversa da quella dei Paesi avanzati, con evidenti buoni risultati. «L’Uzbekistan è un ottimo esempio. Per ragioni politiche sino a due anni solo una minima parte della popolazione aveva accesso agli Atm, oggi è già stato perfettamente implementato. L’Armenia è invece il Paese finanziariamente più solido dell’area, gli istituti di credito devono rispettare stringenti vincoli normativi, e un Tier 1 del 35%, la Banca Centrale si è guadagnata una solida reputazione, con un tasso d’inflazione che negli ultimi 25 anni non ha mai superato il 12%, o in Romania, dove il Governatore centrale è in sella da 23 anni e non si registra un fallimento bancario da decenni. Ovviamente l’indipendenza politica dell’istituto centrale è un elemento chiave, non sempre rispettato, in Tajikistan il 12% delle banche è fallito in meno di un decennio. Ma i software

«Il micro credito continua a essere considerato da molti una forma alternativa di Charity organization, il che è quanto di più distante dalla realtà. Certo, crea sviluppo in territori che ne hanno estremo bisogno, ma offre anche margini a doppia cifra, per compensarne la complessità» Vincenzo Trani, membro del Board e non-executive director di Mikro Kapital Management

Lungo la via della seta Principali sedi della società, e mercati in cui investe il fondo Repubblica Ceca Lussemburgo

Uzbekistan

Moldova

Svizzera Italia

Kazakstan Kyrgyzstan Tajikistan

Armenia

Hong Kong Ungheria Romania

■ Quartier generale ■ Società di distribuzione ■ Alternative Mfi Fonte: Mikro Kapital Management

Alternative Composizione del portafoglio per Paese (in mln eur)

400 350

Posizioni al 30-VI-23 (in % tot):

300

Repubblica Ceca 30,8 Uzbekistan 16,6 Lussemburgo 16,4 Romania 9,4 Moldova 6,2 Tajikistan 5,9 Italia 3,6, Armenia 3,3 Asset liquidi 9,2

5

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250 200 150 100 50 7

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■ Tajikistan ■ Italia ■ Moldova ■ Armenia ■ Uzbekistan ■ Romania ■ Repubblica Ceca ■ Altro Asset totali Fonte: Mikro Kapital Management

bancari disponibili sul mercato sono pochi, e tra loro compatibili, il che garantisce flessibilità e facilità anche nel caso di M&A tra istituti» evidenzia il manager. Le differenze con l’Europa non si fermano qui, e fanno quanto meno sorridere, anche considerando la stretta attualità degli ultimi mesi. «Nonostante qualche anno fa abbiamo iniziato i corsi di formazione distribuendo penne e quaderni,

Il microcredito è un segmento interessante e dalle caratteristiche molto particolari. È considerato un alternativo, e ne conserva buona parte delle caratteristiche, è infatti molto remunerativo, ma anche complesso nella gestione operativa. Mikro Kapital è una società attiva nel settore, tramite un veicolo lussemburghese ben rodato. Dicembre 2023 TM · 71


C’è micro e micro Confronto tra l’indice di riferimento e il fondo 76,4%

21,7% 4,7%

1,4%

Microfinance fund Index

Mikro Kapital

■ Ritorno medio 2020-2022 ■ Total return dal 2020 Fonte: Mikro Kapital Management

Il ruolo della micro finanza Confronto con altri indici più conosciuti (in %) 24

10 2 0

-2

Euribor 3m

S&P 500 Index -9

-2 -10

-26

5

-2

-4

Msci Emerging Bank

1

Msci World Bank -14 Msci Emerging

Microfin. fund Index

Jpm Hedged Gbi Global ■ Ritorno medio 2020-2022 ■ Total return dal 2020

Fonte: Mikro Kapital Management

Anche all’interno della microfinanza c’è estrema dispersione delle performance, pur spuntando spesso risultati migliori di altri segmenti.

oggi il nostro cliente tiene regolarmente la contabilità in excel, movimenta online il conto, da cui transitano quasi tutte le operazioni in valuta. La firma elettronica è pienamente riconosciuta già da diversi anni, i privati sono bankable e dotati di conto, seppur le carte di credito siano molto rare. Solitamente anche le imprese hanno regolari conti corrente, ma altrettanto raramente viene concesso credito. I micro imprenditori sono giovani, svegli, e imparano in fretta, il che è anche un problema, capiscono i trucchi per ‘imbellettare’ i bilanci» nota Trani. Quello che instaura con la clientela, se anche non un vero e proprio rapporto di fiducia, è sicuramente una relazione duratura, all’insegna dell’interesse reciproco, non solo di natura finanziaria. «Reportistica e analisi di bilancio 72 · TM Dicembre 2023

sono elementi chiave per la stabilità del business, prim’ancora di arrivare al consolidamento in Lussemburgo, e la digitalizzazione spinta sta ovviamente aiutando molto. Dovendole comunque fare, forniamo al cliente una consulenza gratuita periodica analizzando i numeri, evidenziandone debolezze e problematiche. Socialmente è la componente più importante, ed è a beneficio dell’intera comunità, il cui pilastro portante è individuare il confine tra imprenditore e impresa, un messaggio molto ostico da recepire nella maggior parte dei casi. Per quanto apprezzino il servizio, e molti siano sinceramente interessati, quando il business volge al negativo perdono facilmente d’interesse. La nostra clientela si impegna però a migliorare costantemente il business, e a recepire almeno una parte delle note» sintetizza l’esperto. Cosa dire invece del microcredito sotto un profilo di semplice investimento? «Siamo considerati un alternative e sostenibile, particolare essendo una S pura, con un tocco di E. Il fatto che il 48% dei

beneficiari del nostro credito siano donne, tipico del settore, contribuisce molto in termini di S. Il settore sta vivendo una fase complessa, a causa del rialzo dei tassi d’interesse, ciononostante remuneriamo il 10% sui 24 mesi, che non è poco, per quanto è chiaro la differenza con il tasso di sconto si sia molto ridotta. In termini di raccolta dialoghiamo molto con istituzionali e Family Office europei, con il 45% del totale concentrato in Svizzera. La relativa clientela è però europea, dunque sì svizzera, ma anche inglese, tedesca, italiana e spagnola, e molto spesso di matrice imprenditoriale» prosegue Trani. I motivi alla base dell’investimento sono dunque molteplici, sia direttamente che indirettamente. «L’imprenditore investe spesso nei nostri fondi con un obiettivo ideale, aiutare altri imprenditori a crescere in Paesi molto complessi, l’investitore vede invece una forte decorrelazione dalle altre asset class, bassa volatilità e buon rendimento, e pur nella sua illiquidità è un bond (buy and hold), con 11-24 mesi di orizzonte temporale, e una durata del portafoglio molto veloce, inferiore a 8 mesi. Come obiettivo a due anni ci siamo dati di portare Alternative fund da 300 milioni a 1 miliardo di asset, investendo al contempo molto nel business: digitalizzare quasi completamente l’acquisizione di nuova clientela, senza tagliar fuori una quota troppo importante di mercato potenziale» rileva il manager. Quello del microcredito è senza dubbio un segmento molto particolare, all’interno di un’industria, quella finanziaria, ben variegata. Cosa c’è stato alla base della singolare scelta? «Alla radice del 2008 si trova la finanza sintetica; scoppiata la crisi ho deciso fosse il momento perfetto per un back to basic, tornare dunque a quello che mi piaceva fare, ancora nel 1997. È stata l’occasione perfetta per tornare a far credito agli imprenditori, guadagnando sul margine d’intermediazione come accadeva in Europa quattro generazioni fa presso ogni istituto. In fin dei conti era anche il motivo per cui avevo deciso di entrare nell’industria anni prima, e non per vendere prodotti di discutibile utilità» conclude Vincenzo Trani. Ritornare alle origini, specie in un’industria andata sofisticandosi come quella finanziaria, si conferma essere dunque una possibile via. Non per tutti. Federico Introzzi


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Sempre monetari Il 2023 si appropinqua a chiudersi con i fondi monetari quali veri e indiscussi vincitori, sia a livello svizzero, che mondiale. Sono 6 i trilioni di dollari che aspettano un... segnale?

I

l mercato svizzero dei fondi nel corso del mese di settembre ha registrato un leggero arretramento, dovuto in larga misura a una correzione dei principali listini azionari, riportandosi, alla chiusura del trimestre, sui livelli di sei mesi prima. Ad accusare il colpo i fondi azionari, che rispetto a una perdita di masse di poco inferiore ai 13 miliardi si fanno carico di ben 9,2 miliardi di franchi svizzeri. In controtendenza, come ormai abitudine, i fondi monetari che crescono di 3,6 miliardi, gli unici a mettere a segno una performance positiva. Interessante guardare alla raccolta; se anche in questo caso sono i monetari gli unici a registrare cifre nere, per 725 milioni, e l’intera industria lascia invece sul terreno 4,2 miliardi, sono gli obbligazionari a fare peggio, con flussi in uscita tali da giustificare quasi totalmente la perdita di masse amministrate. Osservando invece il quadro più in prospettiva si può affermare che i protagonisti degli ultimi mesi si confermino i fondi monetari che segnano una raccolta alla chiusura del III trimestre di oltre 15,5 miliardi, e a 12 mesi più che doppia, con 31,2 miliardi di new money, a seguire solo gli azionari mantengono una raccolta positiva, con 1,8 miliardi. In profondo rosso gli obbligazionari, che accumulano deflussi netti pari a 8,8 miliardi, e tali da coprire buona parte del calo di quasi 13 miliardi del gestito per l’intera Asset Class. In termini assoluti, l’industria dei fondi continua a riscuotere apprezzamento da parte degli investitori, anche internazionali, nonostante infatti riporti deflussi nel mese di settembre per 4,2 miliardi nell’arco di 12 mesi vanta al proprio attivo new money pari a 15,5 miliardi, o un ancor più significativo +79,8 miliardi negli ultimi 36 mesi, quando il gestito complessivo era superiore agli 1,27 trilioni. La vera domanda è ora come si chiuderà il 2023, dopo i risultati dell’anno scorso.

Il mercato svizzero dei fondi (Dati Morningstar in mln di franchi) Categoria fondi

Asset under Management IX-2023 VIII-2023

Var.

Sottoscrizione al netto dei riscatti

Fondi azionari

592.157

601.418

-9.261

-373,9

Fondi obbligazionari

370.849

374.645

-3.796

-3.305,3

Fondi misti

166.730

169.402

-2.672

-981,0

Fondi mercato monetario

137.933

134.314

3.619

725,9

Fondi immobiliari

52.519

52.492

0.027

-6,0

Materie prime

27.434

27.918

-0.484

-137,5

Investimenti alternativi

11.050

11.226

-0.176

-150,0

Altri fondi

2.083

2.177

-0.094

-13,5

1.360,755

1.373,592

-12,837

-4.241,3

Totale mercato

Raccolta per Asset class (in milioni di franchi) 1 mese

3 mesi

6 mesi

1 anno

-3.305,3

-4.705,7

-4.080,3

-8.854,3

Misti

-981,0

-1,358,8

-2.099,2

-3.302,2

Materie prime

-137,5

-300,2

-795,4

-2.026,5 -783,0

Obbligazionari

Immobiliari

-6,0

-132,9

-327,5

Altro

-13,5

-577,5

-652,2

-810,1

Alternativi

-150,0

-431,3

-904,2

-1.784,1

Monetari

725,9

4,856,7

11.839,7

31.214,9

Azionari

-373,9

129,1

-3.548,15

1.883,2

Osservatorio 4.0 Caro lettore, L’Osservatorio sta infine sfondando la famosa terza dimensione, l’online, per essere sempre più completo e aderente all’evoluzione vorticosa dei mercati finanziari, tenendo il passo. Una parte dei contributi dei numerosi Partner che da anni contribuiscono alla sua ricchezza, e che molti apprezzano, inizieranno a essere web-only, specie per quelle tematiche molto più ‘liquide’. Buona meta-lettura

FI

L’Angolo dell’investitore: (Technology, Financials, Infrastructures): ▲ Cisco Systems

▲ UniCredit

▲ Kinder Morgan

▲ Microsoft

▲ Lloyds Banking

▲ Targa Resources

▲ Sap

▲ Bank of America

▲ Oneok

(US17275R1023) (US5949181045)

(DE0007164600)

(IT00052393360) (GB0008706128)

(US0605051046)

(US49456B1017)

(US87612G1013) (US6826801036)

Dicembre 2023 TM · 75


outlook/macro

Un 2024 discutibile Quello che va delineandosi per l’anno nuovo è uno scenario tutto sommato rassicurante, pur al netto di diverse incognite, a pesare geopolitica e politica economica nei vari Paesi. Crescita mondiale

Credito

Contributi nazionali nel 2024 (in pp.)

Muro delle scadenze (mld usd, sx) e quota del totale in scadenza (In %, dx)

3,0

■ Punti percentuali Fonte: Ubs

20

20

20

30

0%

28

0

29

20%

26

tri

Al

100

27

a

di

In

40%

20

na

Ci

200

20

ne

po

ap Gi

60%

24

a

Us

80%

300

25

a

on

oz

r Eu

400

20

2,4

100%

23

2024

-0,2 0,0

0,0 2,6

500

20

2023

2,6

0,1

20

0,0 -0,2

2,8

■ Obb. convertibili globali ■ Hy globale Conv. cumulate Hy cumulate Fonte: Ubs

Matteo Ramenghi, Cio di UBS Wealth Management Italia. A lato, il contributo alla crescita mondiale è destinato a cambiare nel corso del 2024. Male Cina ed Eurozona.

I

l 2024 si prospetta essere un anno complesso sotto molti aspetti, ma non per questo privo di opportunità d’investimento, o parco in termini di rendimenti. Al pari degli anni precedenti si tratterà di gestire le molte sfide con molto sangue freddo, e raziocinio. Sfide che è evidente non mancheranno.

Le cinque D Guardando agli ultimi dieci anni quanto è accaduto sicuramente non manca per varietà, con una ricchezza sbalorditiva negli ultimi: pandemia, guerre, allentamento monetario e relativa stretta, crisi economica e finanziaria... Ma come sarà invece il prossimo decennio? Dipende dall’evolvere delle D. Deglobalizzazione. Sembra essere sempre più probabile che il culmine della globalizzazione sia ormai alle spalle. Lo scenario che va delineandosi vede un confronto sempre più aspro tra Pechino e Washington, con il mondo a dividersi in due aree d’influenza. Se nel realizzarsi prevalesse una decisione politica è probabile si aprirebbe una fase di diminuzione dell’offerta di beni e alta inflazione, se invece si imponessero ragioni economiche, l’offerta potrebbe migliorare, al pari del potenziale di crescita, e a minore inflazione. Demografia. Nella maggior parte dei Paesi la popolazione ha smesso di crescere, e ha anzi iniziato a diminuire, considerato che l’aumento della forza lavoro sia una componente fondamentale della crescita del Pil questo già nel breve periodo potrebbe determinare qualche problema, e un calo del potenziale di crescita. Parallelamente l’aumento del numero di pensionati, e dunque anche del rapporto popolazione attiva/ pensionati, passato dall’11,8 al 14,8% in meno di un decennio (è già al 29,1 nei Paesi avanzati, pone ulteriori problemi.

76 · TM Dicembre 2023

Digitalizzazione. A compensare i problemi demografici può però contribuire il diffondersi del digitale a un ritmo più sostenuto degli ultimi anni. Un’adozione su ampia scala dell’Intelligenza Artificiale potrebbe infatti spingere la produttività anche del terziario avanzato, più che compensando la minor manodopera disponibile sul mercato. Decarbonizzazione. Da un lato la riduzione dell’impatto dell’attività umana sul pianeta, dall’altro la recente crisi energetica, hanno riacceso i riflettore sul contributo che le rinnovabili potrebbero dare all’approvvigionamento energetico in molti Paesi, ma anche sul come compensare gli eventuali deficit nel breve periodo. La transizione richiede però anche ingenti risorse finanziarie ancora da individuare. Debito. L’evoluzione dell’ultima ‘D’ è in ampia misura legata agli sviluppi delle prime quattro, e dal loro impatto su crescita, inflazione e dunque tassi d’interesse. Il forte aumento del rapporto debito/Pil dal 2008 in avanti è stato compensato negli ultimi anni da un costo molto contenuto del suo servizio, trend che è tutto da dimostrare possa riproporsi. A dipendenza degli sviluppi delle cinque ‘D’ gli scenari per il prossimo decennio sono molti variati, da un ritorno ai ruggenti anni Venti, a una lunga stagnazione, alla stagflazione, a un mondo nuovo di bassa inflazione e alta crescita.


Europa

Prestiti bancari in Europa

Risparmi delle famiglie cumulati (mld eur)

Quota di istituti che li hanno ridotti (%)

500

20 0

1100 mld

400

-20 300

2022

2023

Q4 2023

2021

Q3 2023

2020

Q2 2023

2019

Q1 2023

0

Q4 2022

-80

Q3 2022

100

Q2 2022

-60 Q1 2022

-40

200

■ Ad aziende ■ Mutui alle famiglie ■ Credito al consumo o altro alle famiglie

■ Risparmio volontario ■ Risparmio involontario Fonte: Ubs

Fonte: Ubs

Stati Uniti

Debito pubblico nel 2023

Politica di bilancio (in % del Pil)

Rapporto debito/Pil, e costo del servizio

4

300

10%

250

8%

0

200

6%

150

-4

4%

100

Deficit % Fonte: Ubs

credito bancario ancora particolarmente costoso, a fronte di una domanda estera modesta e costi dell’energia volatili. Cina. L’economia cinese dovrebbe crescere del 4,4%, un dato che in passato avrebbe fatto storcere il naso, ma che potrebbe invece inaugurare una ‘nuova normalità’. I nodi dovrebbero infatti essere venuti al pettine, il gigante asiatico si trova confrontato con una debolezza dei consumi interni, e scarsa domanda estera, oltre a complicazioni sul fronte immobiliare. Geopolitica e riduzione della popolazione attiva, a più lungo termine, non consentiranno più a Pechino di raggiungere i tassi di crescita del passato. Nell’immediato il Governo centrale ha annunciato un piano da 1 trilione di yuan (circa 125 miliardi di euro), che dovrebbe dare una spinta di 0,4 - 0,8 punti percentuali al Pil nel 2024, con nuove misure non escluse. Nel lungo periodo investimenti mirati in digitalizzazione e sviluppo del manifatturiero, più consumo interno, e la transizione ecologica dovrebbe garantire all’economia cinese una certa stabilità, e crescita, seppur minore che in passato.

Svizzera

Australia

Uk

Francia

0%

Germania

1973 1983 1993 2003 2013 2023 2033

0

Canada

-16

2% Usa

-12

50 Italia

-8

Giappone

Quello che è ampiamente previsto è un raffreddamento generalizzato della congiuntura. Dopo un 2023 debole sulla sponda europea dell’Atlantico, il 2024 dovrebbe vedere un rallentamento anche di Washington, compensato seppur parzialmente da una timida ripartenza di Pechino, entrata forse in una fase di maturità (minor crescita, ma di qualità). Nel corso dell’anno gli istituti centrali, per fronteggiare conseguenze potenzialmente peggiori della frenata, dovrebbero iniziare a tagliare i tassi. Allo stato attuale è probabile che i mercati dei titoli governativi stiano sopravvalutando il rischio di ‘tassi più alti, più a lungo’, da qui l’opportunità di bloccare liquidità in emissioni di titoli di qualità, e alto rendimento. La Geopolitica, con tutte le conseguenti risposte politiche degli attori in campo, si manterrà al centro della scena. Da un lato gli Stati Uniti stanno entrando nell’anno elettorale, dagli esiti finali incerti (e non è nemmeno chiaro chi saranno i candidati), dall’altro iniziano a essere molti i conflitti in corso, caldi come nel caso di Ucraina e Israele, o freddi, come Cina e Taiwan. Occidente. Il 2023 si sta per chiudere con una crescita dell’economia americana più robusta delle aspettative iniziali, e importante rispetto a una deludente performance europea. Ad aver contribuito al buon risultato, 2,4% reale rispetto allo 0,5 europeo, hanno contribuito i risparmi in eccesso, residui ancora della fase pandemica, delle famiglie. Durante il 2024 potrà essere invece apprezzato un rallentamento, dovuto in larga misura agli effetti ritardati dell’importante stretta monetaria della Fed, il venir meno di molti programmi di aiuto a famiglie e imprese, oltre agli effetti indesiderati dell’erosione della fiducia dei consumatori: la risalita del tasso di risparmio. Rallentamento non significa però recessione marcata, evitabile grazie a un mercato del lavoro ancora forte, e una robusta attività d’investimento in Intelligenza Artificiale, semiconduttori, infrastrutture ed energia. Più combattuta la situazione in Europa. Il calo dell’inflazione dovrebbe infatti spingere la crescita dei redditi reali, al pari della tenuta del mercato del lavoro, con dunque un certo supporto ai consumi, a fronte di bilanci familiari sani. Le politiche fiscali ancora espansive dovrebbero poi attutire l’eventuale impatto. Nonostante gli attesi tre tagli dei tassi, la politica monetaria della Bce resterà restrittiva, il

■ Rapporto deb/Pil ■ Costo in % entrate Fonte: Ubs

Il confronto tra andamento dell’economia americana ed europea evidenzia l’apparente buona salute di Washington, e qualche problema a Bruxelles. Ma è davvero così?

Tassi. Già nel corso degli ultimi mesi l’inflazione è andata diminuendo, ed è probabile nel 2024 proseguirà la discesa in direzione del target, sia negli Stati Uniti, che nell’Eurozona, chiudendo tra 12 mesi in area 2-2,5% almeno a livello Core. Entro metà anno le Banche Centrali avranno raccolto sufficienti segnali per essere libere di tagliare i tassi tra 75 e 50 bp, a dipendenza dell’istituto. Allo stato attuale i mercati scontano che la Fed li terrà sopra al 4,2% per i prossimi 5 anni, dato altamente improbabile, essendo statisticamente molto improbabile non si verifichi una recessione, una fase di bassa inflazione o di turbolenza finanziaria. Il raffreddamento della crescita farà scemare le aspettative sui tassi, con il rendimento dei Treasury che dovrebbe chiudere il 2024 in area 3,5%. Dicembre 2023 TM · 77


outlook/macro

Premia il medio periodo Se le prospettive per i prossimi 12 mesi appaiono complesse, è guardando a cinque anni che opportunità più interessanti potrebbero schiudersi. In quali segmenti? Marco Piersimoni, Senior Investment Manager di Pictet Am. A lato, a dipendenza dell’area geografica il settore Corporate rispetto ai governativi ha un appeal diverso.

Curiosità regionali Earning yield 12m meno il rendimento dei titoli governativi locali (in %)

10 8 6 4 2 0 2004

2006

2008

2010 Usa (0,8) Uk (5,5)

2012

2014

2016

Eurozona (5,9) Giappone (6,2)

2018 Svizzera (5,1) Cina (7,7)

Fonte: Pictet Am

2020

2022

2024

S

ono stati cinque anni difficili per gli investitori. Un portafoglio tradizionale ha ottenuto un misero rendimento annuo dell’1%, depurato dall’inflazione. E i prossimi cinque non saranno molto più facili. I dati lasciano intravedere un rendimento annuo del 3,1% per quello stesso portafoglio.

Un lustro impegnativo Guardando alle dinamiche di mercato del passato e su ciò che potrebbe verificarsi nei prossimi cinque anni, a spiccare su molti è un dato: l’1%. Per quanto possa sembrare inverosimile, questo è il rendimento annualizzato corretto per l’inflazione che un portafoglio bilanciato tradizionale ha ottenuto dal 2018. Si tratta di una performance debole, specie se confrontata a una media storica del 4-5%. Molti fattori possono spiegare questo dato singolare, in rapida successione si sono verificate una pandemia globale, una guerra in Europa, inflazione e rialzo dei tassi d’interesse. Un senso di smarrimento di azionario e obbligazionario era dunque prevedibile. Il problema è che ottenere un rendimento reale dell’1% da un portafoglio diversificato non sarà probabilmente più facile nei prossimi cinque anni. Le strategie d’investimento dovranno inevitabilmente essere riviste. In un contesto segnato da scarsa crescita, gravata dall’inflazione, da un intervento più invasivo dello Stato in economia per fronteggiare molti problemi, dal rallentamento della produttività alla carenza di manodopera, ci si attende che l’indice mSci dei titoli mondiali realizzerà rendimenti reali annualizzati pari a circa la metà della norma storica - circa il 3-4% all’anno nei prossimi cinque anni, a causa della compressione dei margini di profitto delle imprese e dei multipli

78 · TM Dicembre 2023

dei titoli. L’analisi mostra anche che la dispersione dei rendimenti tra i mercati azionari nazionali del mondo sviluppato diminuirà, il che significa che l’allocazione del capitale tra Paesi e regioni potrebbe non rivelarsi una strategia fruttuosa, almeno su base valutaria locale. Tuttavia, per coloro che sono disposti a ‘guardare oltre, e con agilità’ le opportunità resteranno nell’azionario. Un punto di forza è l’Asia emergente. Grazie anche al miglioramento della produttività, i titoli della regione offriranno solidi rendimenti annualizzati. A premiare in chiave tattica, l’allocazione del capitale tra i settori, gli stili e i temi azionari. Dovrebbero emergere opportunità interessanti legate alla transizione Green e tra le società di qualità. Anche gli alternativi offrono interessanti possibilità. In particolare, il debito privato. Con la riduzione dei prestiti bancari alle imprese, specie in Europa, concedere prestiti diretti da parte degli investitori costituirà un’enorme opportunità. Al pari, molti degli asset tradizionalmente utilizzati dagli investitori per garantirsi reddito e compensare i rischi appaiono molto più interessanti. Il forte aumento dei rendimenti obbligazionari degli ultimi 12 mesi ha trasformato i titoli di Stato dei mercati sviluppati da asset rischiosi e privi di rendimento in investimenti difensivi a prezzi ragionevoli.


Nel corso degli ultimi mesi a essersi distinti in termini di raccolta, e per comprensibili ragioni, sono i mercati monetari. Al pari, nei prossimi mesi non dovrebbe verificarsi una contrazione dell’economia globale, ma solo un rallentamento nelle economie avanzate e un perdurante ruolo giocato dalla geopolitica.

Dove vanno i capitali? Raccolta cumulativa degli ultimi 5 anni per asset class (mld usd) 3000 2500 2000 1500 1000 500 0 -500

2018

2019

2020

2021

2022

2023

Bond (261) Mercato monetario (1162)

Equity (Ytd: 103) Credito (18) Fonte: Pictet Am

Crescita globale Andamento del Pil mondiale reale per trimestre (in %) 10 8 6 4 2 0

%

Ma una selezione oculata degli asset dovrebbe consentire di raggiungere un più rispettatibile 5% medio a lungo termine. Per raggiungere tale obiettivo, si dovranno fare i conti con una crescita economica in calo e un’inflazione volatile, anche se moderata. Si dovranno affrontare i rischi associati a un maggiore intervento dello Stato nel funzionamento del mercato e a deficit fiscali in aumento. La lotta delle Banche Centrali per riportare l’inflazione al target aumenta di molto la probabilità di un errore politico. Vi sono poi i freni a lungo termine sulla performance degli investimenti causati dalla debolezza della produttività, dalla carenza di manodopera e dalla necessità di mitigare il cambiamento climatico. Nel frattempo, le fonti di performance azionarie di spicco saranno meno numerose che in passato. La dispersione dei rendimenti dell’azionario tra le economie in via di sviluppo sarà probabilmente scarsa come non lo è mai stata. Ma per coloro che sono disposti ad andare oltre il mainstream, ci sono alcune opportunità interessanti. Si vedono prospettive di extra-rendimenti negli Emergenti, nelle azioni e nel reddito fisso, specie in Asia. Le valute offriranno una spinta, il dollaro infatti dovrebbe subire un calo del 20% dalla sua sopravvalutazione. Anche la transizione ecologica offrirà interessanti opportunità. Le obbligazioni e le azioni delle imprese orientate verso la sostenibilità dovrebbero sovraperformare, mentre è molto probabile i Governi attivi sui Green Bond verranno premiati. Soprattutto i mercati privati genereranno rendimenti interessanti, al costo di un po’ di liquidità di meno. Gli investitori dovranno affrontare sfide notevoli per riuscire a ottenere nei prossimi cinque anni rendimenti interessanti, e gli asset privati saranno un’arma decisiva. Il 2024. Guardando ai prossimi mesi il peggio dovrebbe essere passato, anche perché le autorità americane, epicentro

■ Pil rele (q/q annuo) ■ Previsioni Pil reale (y/y) Previsioni Pil potenziale (y/y)

-2 -4 -6 -8

-10

07

08

09

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

21

22

23

24

Fonte: Pictet Am

Ricavi Corporate Andamento degli Eps dell’indice Msci Acwi 50

50

40

40 30

30 20 10 0 -10

Ibes consensus 11 11

20

8 4 Previsioni Pictet

0 -10 -20

-20 -30

10

1995

2000

2005

2010

2015

2020

2025

-30

Eps globale y/y % - modello sulla crescita e accelerazione del Pil globale; +/- 0,5 Eps attualizzato y/y % (blu: consensus 2024, 2025, e Cagr 2026-28; rosso: stime Pictet) Fonte: Pictet Am

del nuovo sisma (tantrum) obbligazionario, hanno mostrato attenzione al problema dell’eccessiva erraticità (se non divergenza dai fondamentali), dei titoli di Stato. Pur in un contesto di volatilità e incertezza persistente, ci si aspetta un calo ulteriore di circa mezzo punto (a ridosso del 4% per il decennale americano) nell’arco dei prossimi 12 mesi. Questo avrà effetti di trascinamento sui rendimenti obbligazionari in genere, anche se su scala ridotta

per Europa e amplificata negli Emergenti. In controtendenza i giapponesi che stanno abbandonando la politica di controllo della curva dei rendimenti. Le azioni hanno margini di recupero ma solo se i rendimenti si stabilizzano, o meglio, si assestano almeno in America. Più che da sorprese positive sugli utili, ci si attende che la spinta si esprima in termini valutativi, con un’espansione dei multipli entro fine anno. Dicembre 2023 TM · 79


outlook/obbligazionario

Guardinghi ma rapidi Non è ancora il momento di accrescere l’esposizione ai governativi, ma la situazione macro e congiunturale è molto fluida e bisogna essere pronti a posizionarsi rapidamente. Mauro Valle, Head of Fixed Income di Generali Investments Partners. A lato, l’andamento dei rendimenti in euro, Bce e Bund tedesco.

Europa Rendimenti a confronto: tasso direttore Bce e Bund decennale (in %) 3 2,5 2 1,5 0 -1,5

2004

2007

2009

2011 Bce

2013

2015

2015

2019

2022

Bund

Fonte: Bloomberg

N

el 2023 i tassi in euro si sono mossi leggermente al rialzo, soprattutto nel periodo più recente, dopo i mesi estivi. Nelle ultime settimane, hanno subito un livello di volatilità più elevato e hanno raggiunto nuovi massimi prima di scendere nuovamente. Questi movimenti sono legati all’incertezza circa fase finale delle politiche monetarie, il livello di crescita futura e i prezzi del petrolio. Ma non hanno molto spazio per aumentare, a differenza di un anno fa, e penalizzano il reddito fisso con rendimenti totali negativi. Si tratta, al contrario, di valutare se rendimenti più elevati possano rappresentare un’opportunità per incrementare l’esposizione. I tassi, in Stati Uniti ed Eurozona, continueranno probabilmente a consolidarsi per vari motivi: minore crescita economica, inflazione in calo, tassi al picco. Gli investitori potrebbero dover affrontare periodi di maggiore volatilità in futuro, ma gli attuali livelli di rendimento consentono di essere ragionevolmente fiduciosi che un investimento in titoli di stato fornirà un rendimento positivo nel medio 80 · TM Dicembre 2023

termine. E se l’inflazione dovesse diminuire come previsto dalla Bce, dopo molti anni si potrebbe arrivare a un rendimento positivo in termini reali. Ma quali fattori supporteranno il comparto? Gli investitori stanno tornando ad apprezzare gli investimenti nel reddito fisso, il livello dei rendimenti è infatti sufficientemente elevato da compensare futuri episodi di volatilità o un rialzo finale dei tassi di interesse. Si dovrebbe valutare di investire in obbligazioni con esposizione moderata al rischio di tasso e pronti ad aumentarla quando sarà chiaro se i tassi hanno raggiunto il picco. Ciò significa investire su scadenze medio-brevi, che offrono rendimenti in linea con quelle più lunghe, grazie all’inversione della curva dei rendimenti. E considerare anche il mercato del credito, le obbligazioni societarie con buoni rating e nomi solidi, per aumentare la diversificazione e il rendimento atteso. Discorso diverso, invece, se si guarda ai titoli di Stato. Le aspettative per i prossimi anni non sono facili da formulare poiché molti fattori sono incerti. Il primo è se gli

Stati Uniti subiranno un moderato rallentamento economico. Il mercato si aspetta una chiara tendenza alla disinflazione nei prossimi mesi, ma su un periodo più lungo non è così certo. Gli eventi geopolitici potrebbero intensificarsi e avere un impatto su economia globale e prezzo dell’energia. In sintesi, anche senza aspettarsi un trend di tassi in calo, che è lo scenario principale, un contesto con tassi che si muovono all’interno di un intervallo è positivo per gli investimenti a reddito fisso. Ma su quale duration è bene orientarsi? Si sta discutendo animatamente di quando le Banche Centrali inizieranno ad allentare le politiche monetarie. Le aspettative effettive sono intorno alla metà del prossimo anno. Ma lo scenario macroeconomico, come detto, è piuttosto incerto ed è probabile che i tassi continueranno a muoversi all’interno del range anche nelle prossime settimane. Quando i banchieri centrali inizieranno a inviare messaggi sulla loro disponibilità a discutere i tempi di un primo taglio, gli investitori dovrebbero essere pronti ad allungare la loro esposizione alla duration. Come comportarsi nell’immediato circa il rallentamento economico? Nelle ultime settimane si è rivelato utile adottare un approccio tattico, ossia discostarsi dalla neutralità a seconda del livello dei tassi all’interno del trading range previsto. È ancora opportuno aspettare, ma tenersi pronti, il momento giusto per iniziare ad aumentare gradualmente, ma sistematicamente, l’esposizione ai governativi.


outlook/macro

Interessi molto reali Anche l’anno prossimo i tassi reali dovrebbero rimanere in territorio ampiamente positivo, rimarcando una certa distanza con l’era prepandemica. Ma quali posizioni costruire? Clémentine Gallès, Capo economista e strategist di Société Générale Private Banking. A lato, da un confronto tra obbligazionario governativo europeo e settore corporate emergono alcune interessanti osservazioni.

Europa Confronto tra il rendimento di governativi e Corp. europeo (in %) 5 3,75 2,5 1,25 0 -1,25

2018

2020 European Corp.

2021 Oat 10y

2023 Bund 10y

Fonte: Bloomberg

I

l 2023 sarà stato un anno di forte pressione sui tassi di interesse. Nel corso degli ultimi mesi i movimenti dei tassi sulle diverse scadenze hanno influenzato i mercati. Nella prima metà dell’anno, il continuo aumento dell’inflazione ha spinto le Banche Centrali a inasprire la politica monetaria, sul finire dell’estate i tassi a medio e lungo termine hanno subito pressioni particolarmente forti specie nel caso degli Stati Uniti, sia per la forza dell’economia, da qui i timori di inflazione persistente, sia per la tenuta della finanza pubblica. Di recente, queste tensioni sono venute meno e l’inflazione ha finalmente mostrato segni di distensione. Tale allentamento offre una buona opportunità per posizionarsi sull’obbligazionario, sfruttando il carry offerto da tassi d’interesse così bassi. Un rallentamento. Gli Stati Uniti e, in misura minore, l’Eurozona hanno resistito ai vari shock del 2023: aumento dei tassi, picchi inflativi superiori al 10%, crisi geopolitiche... Invece dell’annunciata recessione, l’economia statunitense dovrebbe crescere di oltre il 2% nel 2023.

L’ Eurozona ha flirtato con la recessione. In entrambi i casi, questa tenuta è dovuta principalmente alla solidità dei bilanci di famiglie e imprese e alla tenuta del mercato del lavoro. I segnali che indicano un rallentamento americano nel 2024, e una persistente frenata europea si moltiplicano. La fiducia delle imprese sta scemando, e i mercati del lavoro restringendo, i risparmi accumulati durante la fase pandemica sono stati parzialmente utilizzati negli Stati Uniti, e solo in parte rimangono disponibili in Europa. Da ultimo, l’impatto ritardato della restrizione monetaria e la stretta fiscale dovrebbero iniziare a farsi sentire, e pesare sulla crescita. Tuttavia, il calo dell’inflazione in contemporanea a un aumento dei salari dovrebbe far recuperare alle famiglie parte del potere d’acquisto perduto, il che garantirebbe un atterraggio morbido per gli Stati Uniti, e all’Eurozona di stazionare sul suo modesto tasso di crescita. Tassi reali. Dovrebbero rimanere su livelli elevati. Archiviati infatti i picchi, che tra Stati Uniti ed Eurozona sono arrivati a sfiorare il 9 e il 10% nel corso degli ul-

timi mesi, l’inflazione headline è tornata a livelli prossimi il 3% annuo. Anche quella di fondo si attesta oggi su livelli molto più modesti, ma rimane in area 4 - 4,5%. Considerata la dinamica favorevole dei prezzi dell’energia e la moderazione salariale, è probabile che questa tendenza continui fino al 2024. In tale contesto, le principali Banche Centrali sembrano aver completato il loro ciclo di restrizione monetaria. A condizione che il calo dell’inflazione trovi confermi, potrebbero addirittura pensare di iniziare a tagliare i tassi già a partire dal secondo semestre dell’anno prossimo, tuttavia è molto probabile si tratterà di un calo graduale e moderato (a differenza del ciclo di aumenti), con i tassi reali che rimarranno a livelli ben superiori a quelli precedenti l’emergenza pandemica. Obbligazionario. Il contesto sembra essere molto favorevole al mercato delle obbligazioni societarie di qualità, dove i bilanci restano sani e i rendimenti interessanti. In aggiunta sembra opportuno un posizionamento globale ben diversificato, per beneficiare del momentum favorevole negli azionari, e una certa protezione in caso di possibili turbolenze. L’azionario americano dovrebbe beneficiare di prospettive economiche positive, al pari di una posizione neutrale sul dollaro, essendo improbabili l’aprirsi di differenziali di tasso importanti rispetto alle altre principali valute. Dicembre 2023 TM · 81


outlook/previdenza

Averi da valorizzare La persistenza dell’inflazione sta contribuendo a riportare l’attenzione anche sulla preservazione del potere d’acquisto dei capitali di vecchiaia. Focus sugli investimenti previdenziali.

L’inflazione in Svizzera Indice nazionale dei prezzi al consumo (in % y/y) 4 3,5 3

Walter Lisetto, Direttore e responsabile Asset Management di Axion Swiss Bank. A lato, l’andamento dell’inflazione in Svizzera.

2,5 2 1,5 1 0,5 -0,1

07

01

.20

13 .20 13 01 .20 14 07 .20 14 01 .20 15 07 .20 15 01 .20 16 07 .20 16 01 .20 17 07 .20 17 01 .20 18 07 .20 18 01 .20 19 07 .20 19 01 .20 20 07 .20 20 01 .20 21 07 .20 21 01 .20 22 07 .20 22 01 .20 23 07 .20 23

-0,6

■ Variazione % dell’indice generale dei prezzi Fonte: Ust 2023

D

isinnescare l’inflazione nel medio e lungo periodo, mirando a una rendita pensionistica più corposa rispetto a quella tradizionale che possa, per l’appunto, valorizzare al meglio quanto si è accantonato durante la vita attiva. È questo in sintesi il principale vantaggio degli investimenti effettuati con i capitali previdenziali del terzo pilastro e del libero passaggio: un vantaggio che già nel 2023 ha assunto più visibilità e che nel 2024 potrà ulteriormente aumentare di importanza. Occhi all’orizzonte. Nonostante le Banche Centrali abbiano fortemente inasprito la loro politica monetaria per riportare il tasso d’inflazione a un livello ritenuto ‘sano’ per il corretto funzionamento dell’economia, ebbene questo 2%, anche se raggiunto, non consente di porre il risparmio dei consumatori al riparo dalla perdita di potere di acquisto. Specialmente in un’ottica di medio e lungo periodo, limitarsi al conto non appare più dunque una soluzione davvero ottimale: ciò vale per il risparmio tradizionale ma anche per quello previdenziale. 82 · TM Dicembre 2023

Già: ma su quali ‘antidoti’ è possibile contare? Nel corso del 2023 le banche hanno assistito a un riorientamento della liquidità della clientela. In generale gli investimenti in borsa hanno conosciuto un accresciuto interesse appunto dettato dai maggiori rendimenti attesi rispetto a un tradizionale conto risparmio. Come detto, questo può valere anche per i capitali previdenziali. In Svizzera esistono appositi fondi d’investimento che sottostanno alla Legge sugli investimenti collettivi e alle direttive per gli istituti di previdenza (Lpp/Opp2) e che sono concepiti e gestiti per accogliere i fondi del III pilastro e dei conti di libero passaggio. Come per tutti gli investimenti, la scelta del vettore d’investimento è legata al profilo di rischio del singolo cliente. Essendo il risparmio previdenziale già orientato al lungo periodo, tali fondi sono evidentemente sviluppati per esprimere il massimo della loro efficacia coerentemente a tale orizzonte d’investimento. In altri termini, possono rivelarsi un valido antidoto ai cicli inflazionistici, consentendo di migliorare la propria copertura pensionistica.

Molti vantaggi specifici. I fondi previdenziali non solo si rivelano un efficace ombrello protettivo contro l’erosione del potere d’acquisto e ‘l’illusione della liquidità’, ma racchiudono altri importanti vantaggi i quali consentono di credere che possano per l’appunto crescere di importanza nel 2024. Un primo elemento è la deducibilità fiscale del versamento. Occorre precisare che si tratti di deducibilità ben concrete. Dunque un esempio: è il caso di Luca, 35 anni e con un reddito di 90mila franchi annui; vive a Lugano, è single e senza figli. Versando l’importo massimo, pari a 7’056 franchi, pagherà circa 1’750 franchi in meno sulle imposte. Non va poi dimenticato che il terzo e il secondo pilastro sono esenti dall’imposta sul patrimonio; inoltre l’esenzione vale anche per i redditi da capitale e interessi, la cui tassazione sarà applicata unicamente alla liberazione del patrimonio. Ma i vantaggi riguardano anche la qualità degli investimenti. Il valore aggiunto dei fondi d’investimento è insito anche nei previdenziali: gestione professionale da parte di specialisti, accessibilità anche a partire da piccoli importi, diversificazione del rischio, trasparenza dei corsi, flessibilità e liquidità dell’investimento. Senza calcolare l’enorme, sistemico, risparmio in termini di un bene che nella frenetica società contemporanea diventa sempre più prezioso: il tempo.


outlook/obbligazionario

La rincorsa, e poi il balzo Come spesso accade il 2023 ha completamente disatteso le aspettative degli operatori del reddito fisso, ma cosa potrebbe succedere in circostanze monetarie del tutto inedite? Giorgio Sala, Condirettore e responsabile Advisory e Gestione patrimoniale di BancaStato. A lato, esiste correlazione tra l’andamento degli interessi americani ed europei.

Tra Europa e Stati Uniti Rend. 10y Governativi europei (%)

Correlazione tra rendimenti dei titoli governativi europei e americani (in %) 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 -0,5 -1

0

1

2

3

4

5

6

Rendimenti 10y Usa (%) Fonte: BancaStato

A

fine 2022, con lo sguardo rivolto all’anno successivo, le aspettative riguardanti i bond parlavano di un calo dei rendimenti e dunque di un’opportunità da cogliere. Come accade, la realtà ha però smentito le attese e nel 2023 il comparto obbligazionario ha toccato, in area euro e dollaro, nuovi rendimenti massimi. Ciò è spiegato dal fatto che ci si aspettava che le Banche Centrali - di fronte a scenari di forti rallentamenti congiunturali e anche di recessioni - avrebbero allentato la politica monetaria; invece hanno progressivamente alzato il costo del denaro, tanto che il decennale statunitense a fine 2022 remunerava circa il 3,9%; durante l’ottobre 2023 ha toccato quota 5%. È solo negli ultimi mesi che gli effetti delle politiche monetarie hanno iniziato a concretizzarsi mitigando l’inflazione. Gli sforzi non sono stati dunque vani. Tuttavia, nel 2023 si sono creati presupposti molto importanti per l’anno prossimo. Se la forte resilienza dell’economia americana ha consentito agli Stati Uniti di scongiurare la recessione, questo

non è valso per l’Europa. L’Ue sta infatti accusando più pesantemente i rialzi dei tassi e ciò è aggravato dagli impatti nefasti che l’andamento dell’economia cinese sta avendo sulla Germania. Le cifre parlano da sole: il Pil trimestrale europeo è anemico e all’orizzonte si intravvedono trimestri caratterizzati da andamenti negativi. Questa dicotomia sarà per l’appunto determinante nel 2024. Ma cosa dire dell’azionario sino ora? Al momento di scrivere il mercato americano offre ritorni molto positivi soprattutto sulla parte tecnologica, mentre gli indici storici non sembrano tenere il passo. Per fare un confronto, sempre al momento di scrivere il Nasdaq Composite ha realizzato un +31,5%, mentre il Dow Jones è cresciuto del 3,5%. L’Euro Stoxx ha segnato +12%; lo Smi ha perso lo 0,5%. Molto positivi i Paesi ‘periferici’ dell’Unione: in Italia +23%, in Spagna +16%. A subire il rialzo dei rendimenti sono state soprattutto le Small Cap: negli Stati Uniti il Russell2000 sta perdendo oltre il 3% mentre l’indice Msci Europe Small Cap risulta, al momento, invariato.

Quale sarà il market mover? Se a Washington ci potrebbe essere un ultimo rialzo o quantomeno un mantenimento dei tassi per qualche trimestre, ci si attende invece una decisione diversa a Francoforte. È questo l’evento principe atteso: una decisione in tal senso, con la Bce a muoversi prima della Fed. È un evento mai avvenuto e che si spiega per l’appunto dalla differenza di trazione delle due economie. Gli Stati Uniti, insomma, hanno ancora margini di manovra per una politica monetaria restrittiva: l’Ue dovrà probabilmente agire per andare in soccorso ad un’economia in difficoltà. In un tale scenario, i bond sono da favorire all’interno dei portafogli, con un occhio particolare su quelli europei. È pur vero che storicamente l’azione della Fed influenza i bond europei; sarà interessante capire se e come l’eventuale sforbiciata della Bce modificherà la correlazione tra rendimenti americani e quelli europei. In tale contesto saranno da favorire bond di alta qualità (Ig) escludendo per il momento società dal bilancio poco solido (Hy) che, chiamate nel 2024 e nel 2025 a rifinanziarsi a un costo ben più alto, potrebbero accusare il colpo. Potrà risultare favorito anche il mercato elvetico, che dovrebbe replicare quello europeo; con la parte più interessante della curva dei rendimenti che si situa sui cinque anni. Sul fronte americano bisognerà osservare l’andamento dell’economia e le mosse della Fed. Occhi puntati sul 2024. Dicembre 2023 TM · 83


outlook/macro

Certezze in famiglia In un contesto incerto e segnato da fattori esogeni al sistema economico quello che si richiede agli investitori è un approccio dinamico, ma prudente, con poche certezze su cui contare. Monica Nardelli, strategist di Cornèr Banca. A lato, alcuni dei punti di forza delle imprese a conduzione familiare.

Premio di famiglia Confronto tra aziende familiari e resto del mercato 4,5

45%

4

Margine lordo medio

41%

3,5

39%

3

37%

2,5

35%

2

33%

1,5

31%

1

29%

Livello medio di indebitamento

27% 25%

2016

2017

2018

2019

2020

Aziende a conduzione familiare

2021

Debito Netto / Ebitda

Margine lordo medio

43%

0,5 2022

0

Altre aziende

Fonte: dati Cornèr Banca Investment strategies

N

el 2024 l’approccio alle scelte di investimento potrebbe richiedere cospicue dosi di dinamismo: in un contesto geo-economico caratterizzato da processi di frammentazione, gli investitori dovranno saper rispondere con prontezza agli scenari futuri, con un occhio di riguardo alle tensioni internazionali. Dal punto di vista macroeconomico, nel corso del 2023 si è assistito a una convincente lotta all’inflazione; per il 2024 un atteggiamento più accomodante potrebbe aiutare a raggiungere maggior stabilità, anche in vista delle elezioni americane. I ripetuti rialzi dei tassi hanno messo infatti a dura prova la tenuta della crescita economica globale, eccezion fatta per quella americana. Mentre i governatori centrali plaudono ai risultati raggiunti in termini di contenimento dell’inflazione, i consumatori e le famiglie segnalano sempre minor ottimismo sia sulle condizioni correnti, sia sulle aspettative future, a causa dell’erosione dei risparmi e del peggioramento del mercato del lavoro previsto per il 2024. A livello globale lo scenario prevede 84 · TM Dicembre 2023

un calo diffuso dell’attività economica, con note più cupe per l’Europa. Il quadro economico base è accompagnato da incertezze di natura geopolitica, con rischi asimmetrici a seconda della regione. Una delle incognite da svelare riguarda la ripresa dell’economia cinese, rimasta indietro contro ogni aspettativa. Gli ultimi sviluppi sul mercato immobiliare e l’acuirsi del fenomeno deflativo hanno spinto la fiducia ai minimi degli ultimi 13 mesi, con il rischio di un declino prolungato di crescita e investimenti. Il fronte obbligazionario è invece confrontato con il probabile raggiungimento del picco di rialzo dei tassi, che potrebbero rimanere elevati per diversi mesi. Pare dunque opportuno posizionarsi con un obiettivo di duration atto a bloccare i rendimenti raggiunti sulle scadenze medie dei 5 anni, favorendo i governativi, porto sicuro in caso di recessione, ed emissioni societarie Ig. Sul comparto emergente è consigliabile un’esposizione al segmento hard currency con un approccio che potrebbe diventare più costruttivo nel medio termine verso le valute locali, in risposta

a nuovi equilibri geopolitici. Anche per la componente azionaria a dominare è la prudenza, con una preferenza per il mercato elvetico, caratterizzato dalla sovra-ponderazione di settori che hanno sofferto nel 2023 e che hanno portato a un rafforzamento del relativo premio al rischio rispetto ad altre regioni. A livello tematico, le sfide della transizione energetica e digitale possono ancora avere effetti dirompenti sul commercio internazionale, a causa delle loro implicazioni geopolitiche: il controllo delle risorse chiave per lo sviluppo di tecnologie strategiche sarà infatti determinante per comprendere l’evoluzione degli equilibri di forza internazionali, con potenziali impatti sulle materie prime e sui comparti produttivi più all’avanguardia. All’interno di un contesto potenzialmente volatile come quello sopra descritto, le aziende familiari costituiscono un tema di investimento lungimirante in ottica di medio-lungo periodo. Contraddistinte da una prospettiva manageriale di ampio respiro temporale e da un’intelligente nonché prudenziale gestione delle risorse, tali imprese spiccano per la robustezza della loro struttura finanziaria e per i livelli di indebitamento mediamente più contenuti e proporzionati alle capacità dell’organizzazione. Il concetto di Familiness, rappresentativo dell’insieme di risorse, competenze e sinergie derivanti dal profondo coinvolgimento familiare nella gestione aziendale, permette infatti di costituire un modello di business sostenibile e stabile nel tempo.


outlook/macro

Una nuova normalità Le previsioni macroeconomiche forniscono nel complesso un quadro benigno e favorevole. Cosa potrebbe invece andare storto, e rovinare nuovamente la festa? Giovanni Rickenbach, Responsabile Strategia di Pkb. A lato, il declino dell’inflazione in Usa ed Eurozona.

Inflazione Andamento degli ultimi anni, e previsioni per i prossimi mesi (in %)

12

Ipc Usa y/y Ipc Eurozona y/y Ipc Svizzera y/y

9 6 3 0 -3 30.04.2015

30.06.2016

31.08.2017

31.10.2018

31.12.2019

28.02.2021

30.04.2022

30.06.2023

Fonte: Pkb

A

patto di dar credito al consenso delle previsioni macroeconomiche, l’inflazione in Stati Uniti ed Eurozona scenderà ancora e ritroverà finalmente il suo livello normale tra 18-24 mesi. La crescita rallenterà soltanto (Usa) o resterà molto esigua (Eurozona) per pochi trimestri, per poi gradualmente riaccelerare. Le banche centrali, Fed e Bce, resteranno restrittive, ma inizieranno ad allentare tra sei mesi. Dopo la riapertura dell’economia dall’esito deludente e l’acutizzarsi della crisi immobiliare viste quest’anno, la Cina è attesa ritrovare un ritmo di crescita più stabile, ancora superiore alle economie sviluppate, ma inferiore al passato. Quanto all’economia elvetica, la crescita è prevista ritrovare il suo potenziale di lungo periodo già nella seconda parte dell’anno prossimo e l’inflazione restare nel target della Bns, che non dovrebbe quindi alzare di nuovo il suo tasso di riferimento. Il quadro delineato dal consenso delle previsioni macro è tranquillizzante e incoraggiante. Non comporta nuovi shock di politica monetaria, né una contrazione

distruttiva dell’attività economica, o una recessione dell’economia cinese con ricadute planetarie. Soprattutto, vede all’orizzonte la fine del periodo d’instabilità di attività e prezzi iniziato con la pandemia, ovvero l’economia mondiale incamminarsi finalmente verso una nuova normalità. Cosa potrebbe invece andare storto? Tre punti critici saltano all’occhio. Il primo parte dall’osservazione dei mercati del lavoro, che restano malgrado tutto tesi sulle due sponde dell’Atlantico. In assenza di una contrazione in tempi brevi, l’inflazione potrebbe riaccelerare creando una combinazione tossica per i mercati azionari, caratterizzata da irrigidimenti monetari supplementari, nuovi aumenti dei rendimenti obbligazionari, peggioramento delle condizioni di finanziamento per le imprese, ampia contrazione dell’attività economica. Dato che l’inflazione varia lentamente e ha molta inerzia, la disinflazione vista quest’anno rende tale ipotesi poco probabile, salvo shock esogeni creati dalle relazioni internazionali suscettibili di provocare aumenti durevoli dei prezzi dell’e-

nergia o paralisi nelle catene logistiche. Il secondo punto critico riguarda l’attività. Sotto il peso della restrizione monetaria, Stati Uniti ed Eurozona potrebbero soffrire di una recessione. In tal caso, i progressi già visti sul fronte della disinflazione fornirebbero spazio per allentare le politiche monetarie, anche velocemente. Il terzo punto critico riguarda la Cina. Il modello tradizionale di crescita basato sull’eccesso di risparmio, il debito bancario e l’indirizzo degli investimenti nei settori ritenuti strategici dal Governo centrale mostra i suoi limiti. La demografia è sfavorevole e modelli di sviluppo alternativi che non mettano in questione il dirigismo sono difficili da immaginare. Uno dei tradizionali motori dell’economia cinese, il settore immobiliare, soffre di ampie capacità eccedentarie, la cui digestione richiederà parecchio tempo. La crisi immobiliare è però una crisi dei costruttori, non delle famiglie. Non provocherà un collasso dell’economia dalle ricadute internazionali. Contribuirà invece al calo tendenziale del potenziale di crescita di lungo periodo e a a una perdita d’influenza della Cina. L’investitore azionario potrà trarre alcune conclusioni utili dalla discussione precedente. Il rischio al ribasso dei mercati azionari americano e europei è limitato e le prospettive sono positive. Mancano però catalizzatori positivi nell’immediato, ovvero l’allentamento delle politiche monetarie e la riaccelerazione dell’attività. Il quadro generale è senz’altro compatibile con un atteggiamento costruttivo. Dicembre 2023 TM · 85


outlook/macro

Direzione sì, tempistica no Nel corso dei prossimi mesi si assisterà a una riduzione dei tassi d’interesse, non si dovrebbe però far troppo conto su una sollecitudine che appare tutt’altro che scontata. Luca Paolazzi, Economista e Advisor di Ceresio Investors. A lato, se anche il picco non è stato raggiunto, è più che prossimo. Nel corso dei prossimi mesi i tassi inizieranno a scendere.

Non possono che scendere Andamento dei tassi d’interesse a vista (in %, mensili) 6 5 4 3 2 1 0 -1 -2 2010

2011

2012

2013

2014 Svizzera

2015

2016 Uk

2017

2018 Usa

2019

2020

2021

2022

2023

Eurozona

Fonte: dati Ocse

L

’andamento dei tassi di interesse è cruciale per ogni investitore, perché determina il valore degli asset sia direttamente, attraverso la normale relazione inversa, sia indirettamente, influenzando la domanda e quindi la redditività delle imprese. Dopo un decennio di livelli bassissimi e senza precedenti, dal 2022 i tassi sono saliti molto rapidamente, dando violenti scossoni ad azioni e obbligazioni. Il picco di questo ciclo è stato raggiunto: difficilmente le Banche Centrali avranno bisogno di rincarare la dose, la riduzione dell’inflazione ha infatti già di per sé reso più restrittive le politiche monetarie in termini reali e si stanno via via dipanando gli effetti della stretta già messa in atto. In più, proseguirà la vendita dei titoli già a bilancio e questo manterrà una pressione all’insù sui rendimenti di questi titoli, che si aggiunge a quella delle nuove emissioni sovrane per finanziare deficit pubblici ancora molto ampi. Se il picco è stato toccato, vuol dire che il movimento successivo è all’ingiù. Tendenza già cominciata, se si guarda ai 86 · TM Dicembre 2023

rendimenti delle varie scadenze. Ma si è trattato, finora, di uno smottamento che ha solo annullato l’ultima impennata, di ottobre. Perché il percorso continui occorre che si verifichi una condizione. La condizione è che la diminuzione dell’inflazione si confermi e prosegua verso il 2%, considerato il limite invalicabile per garantire la stabilità monetaria. Qui si trova il primo ostacolo alla rapida diminuzione dei tassi, perché la decelerazione dei prezzi al consumo osservata fino ad adesso è stata facilitata dal rientro del costo dell’energia e di altre materie prime. Anche le interruzioni alle catene del valore sono venute meno e ciò ha fatto diminuire i costi dei trasporti e di molte componenti. Infine, le imprese manifatturiere stanno praticando sconti per incoraggiare la domanda. Adesso, invece, viene la fase più lunga e lenta del rientro dell’inflazione, quella legata alla moderazione salariale. Le retribuzioni stanno cercando di recuperare la grande perdita di potere d’acquisto subita dal 2021 in poi, e tuttora in corso. Lo possono fare perché il mercato del lavoro

è del venditore: ci sono molti più posti disponibili che disoccupati. Ciò agisce soprattutto su costi e prezzi del terziario, la cui attività è molto intensiva di lavoro. E i servizi hanno il peso di gran lunga maggiore nel paniere dei prezzi. Il secondo ostacolo al veloce calo dei tassi è nel mutato atteggiamento delle Banche Centrali (gli economisti la chiamano ‘funzione di reazione’). Fino al 2021 inoltrato la loro convinzione è che si fosse in un mondo dove il pericolo maggiore fosse la deflazione, molto pericolosa aumentando il carico dei debiti e perché è difficile da contrastare, avendo i tassi di interesse un limite alla riduzione. In quelle condizioni erano pronte a reagire a ogni stormir di fronda e correre in soccorso dell’economia abbassando i tassi o inventando altre forme di espansione monetaria. Tale convinzione era così forte che ci hanno messo un po’ a capire che l’inflazione non fosse destinata a sparire da sola. Un errore che ancora brucia e soprattutto che ha fatto capire loro che il mondo è cambiato. Questo vuol dire che saranno molto caute nell’abbassare il costo del denaro. Per evitare di doverlo rialzare subito e bruscamente, perdendo in credibilità. Quindi, se la riduzione dei tassi d’interesse è una certezza, molto meno certi sono i tempi e la misura. È molto probabile che sarà più lunga dell’incremento e che li lascerà un po’ più in alto dei livelli del 2019, prima della pandemia.


outlook/obbligazionario

Titoli: forti e d’interesse Nonostante le fosche previsioni del 2022, nel corso dell’anno il comparto obbligazionario del credito ha retto bene l’urto, e offre oggi interessanti opportunità per entrarvi. Massimo Spadotto, responsabile Credit Strategies di Eurizon Capital. A lato, le curve di rendimento dei governativi.

Governativi Curve dei rendimenti a confronto con altre asset class (in %) 8.8 Em valute forti Azioni globali 7.4

7.3 Eur Hy 5.5

6.6 Em valute locali 5.1 4.0 4.4 Eur Ig

4.1 3.7

3m

3.3

2y

5.2

4.7

4.6

2.8

5y

4.5

4.6

2.8

3.0

10y Btp

Treasury

30y Bund

Fonte: Eurizon Capital

N

el 2023 il comparto del credito è risultato uno dei mercati ‘sorpresa’ per la resilienza e le performance realizzate rispetto alle aspettative di inizio anno. Gli asset allocator che vedevano la recessione imminente come conseguenza dell’azione delle Banche Centrali, focalizzandosi sui titoli governativi, hanno tendenzialmente ridotto l’esposizione al credito con il timore di incrementi di tassi di default. Elementi di carattere fondamentale come la disponibilità di cassa nelle aziende, la contrazione limitata dei margini con utili sopra le aspettative e fattori tecnici come i profili delle scadenze e la ridotta allocazione da parte degli operatori di mercato hanno reso possibile una buona performance di tutte le parti del credito. Entrando nel merito dei diversi segmenti: le obbligazioni corporate Ig stanno attirando molti investitori per il ritorno di rendimenti interessanti. Oltre a presentare ottimi livelli di ingresso, offrono un adeguato profilo di rischio/rendimento in caso di ulteriore volatilità sui mercati e, grazie allo spread rispetto al tasso free

risk, sono una buona protezione da ulteriori movimenti al rialzo dei tassi. In uno scenario di normalizzazione delle curve governative, invece, alla performance attesa contribuirebbero sia il rendimento che una componente di total return positiva. Il segmento che ha sorpreso di più per la sua resilienza è quello dei titoli Hy. Diversi i fattori che hanno contribuito positivamente: microeconomici e tecnici. I primi sono relativi alla liquidità a disposizione nei bilanci e agli interessi passivi ‘bloccati’ negli anni recenti, che hanno beneficiato delle opportunità di finanziamento e rifinanziamento a spread ai minimi storici. Gli aspetti tecnici riguardano le scadenze del debito posticipate al 2025 e 2026 e un mercato di M&A contratto o inesistente come conseguenza di politiche monetarie restrittive. Tutto questo ha dato supporto ai corsi dei titoli e, come conseguenza, a una performance inattesa. Un altro segmento che si è evoluto negli ultimi anni è quello del credito strutturato. Al punto che oggi può contare su un quadro normativo che promuove un settore delle cartolarizzazioni sano e sicuro.

In particolare, il mercato europeo degli Abs (asset backed securities) presenta un outstanding importante e offre l’opportunità di diversificare il portafoglio per area geografica e collaterale. Inoltre, rispetto a un’obbligazione corporate tradizionale, i titoli di credito strutturato consentono una mitigazione significativa del rischio, bassa correlazione, bassa esposizione al rischio di rialzo dei tassi e la possibilità di modulare l’esposizione di credito investendo in diverse parti della struttura del capitale. Infine, anche la rotazione settoriale è fondamentale ed è in funzione delle informazioni che man mano emergono dall’andamento economico e dell’impatto che le politiche monetarie hanno. Il settore finanziario può certamente beneficiare del contesto attuale dei tassi. Il settore Real Estate Investment Trust (Reits) merita particolare attenzione, perché in grado di mitigare la volatilità economica e l’inflazione ancora alta dei prossimi mesi. La natura di questi veicoli offre cash flow stabili e che crescono con il contesto inflattivo grazie ai meccanismi di protezione presenti nei contratti. Non tutti i Reits però sono uguali, l’analisi è fondamentale per stipulare una preferenza all’interno dei settori a disposizione e capire quali macro trend potrebbero risultare vincenti. In generale tutti i segmenti del credito appaiono ancora interessanti in un’ottica di gestione dinamica, che modifica l’esposizione in funzione di nuove evidenze sul fronte macro e microeconomico. Dicembre 2023 TM · 87


outlook/tassi d’interesse

L’onda anomala Guardando alla curva dei rendimenti americani degli ultimi anni emergono interessanti dinamiche che sono destinate a sopravvivere anche nei prossimi. Meglio saperlo. Francesco Mandalà, Cio di MBaer Merchant Bank. A lato, curve dei rendimenti dei titoli americani per scadenza ogni anno. Quella che emerge è una ‘onda anomala’.

Treasury americano Curve dei rendimenti annue per scadenza (in %, 2010 - 2021) % 5.5 4.5 3.5 2.5 1.5

I

l rapido e ripido aumento dei tassi d’interesse nelle economie avanzate ha sorpreso molti. Guardando alle curve dei rendimenti degli Stati Uniti dal 2010, quello che si nota è un sorprendente profilo di ‘onda anomala’ dei tassi d’interesse su tutte le scadenze, da quelli di breve termine al decennale, a partire dal 2022. Le curve degli altri Paesi del G10 seguono schemi simili, con l’eccezione del Giappone. Molte forze hanno spinto i tassi dal 2022, ma quale peso bisogna attribuirgli? Nel 2023, il tasso di riferimento della Fed ha raggiunto il 5,5%, dopo una media di appena lo 0,5% dal 2010 al 2021, nonostante il consensus di mercato fosse nettamente contrario, era prevedibile accadesse. La Fed avrebbe dovuto aumentare i tassi fino al 6%, dovendo agire in modo aggressivo per far scendere l’inflazione e compensare i propri errori di politica, previsione e comunicazione. Al pari, si prevedeva che il tasso di riferimento della Bce avrebbe raggiunto il 4% entro la fine del 2023. Ora si prevede che il ciclo di rialzi sia terminato, a eccezione della BoE.

88 · TM Dicembre 2023

3m

Gen-22

Gen-20

Gen-23

Fonte: MBaer Bank, Bloomberg

Gen-21

Gen-19

Gen-17

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Gen-15

Gen-16

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Gen-14

Gen-11

Gen-12

-0.5%

Gen-10

0.5%

1y

3y

5y

7y

9y

Scadenza

Per quanto riguarda gli Stati Uniti, tutti gli indicatori suggeriscono che il livello medio dei tassi a breve termine per il prossimo decennio rimarrà quasi certamente ben al di sopra della media dell’ultimo decennio. L’ipotesi migliore è che quelli a breve termine oscilleranno tra il 3 e il 5%. L’era del denaro facile è finita, il che contribuirà a mantenere alta ‘l’onda anomala’ dei tassi più a lungo. È utile considerare i rendimenti a lungo termine come una combinazione di tassi reali attesi a breve, inflazione attesa e premio a termine. In sostanza, i rendimenti obbligazionari a lungo termine possono essere scomposti in due parti: il livello atteso dei tassi di interesse e il premio richiesto. Entrambe le componenti variano nel tempo e non sono osservabili, per cui c’è poco accordo sulle dimensioni e sull’impatto di ciascuna componente. Dal dibattito in corso sono emersi i seguenti dati sul premio a termine. La stima della Fed del premio a termine statunitense ha avuto una tendenza al ribasso ed è diventata addirittura negativa dagli anni Novanta fino alla metà del 2020, il

che suggerisce che gran parte del calo dei rendimenti a lungo possa essere attribuito al calo del premio a termine. Le forze secolari che guidano il calo del premio a termine sono il basso premio al rischio di inflazione e le proprietà di bene rifugio dei Treasury. Più di recente, il Qe e le politiche di forward guidance all’indomani della grande crisi finanziaria hanno spinto al ribasso i rendimenti e ridotto l’incertezza sui tassi, comprimendo ulteriormente il premio a termine. La tendenza al ribasso del premio si è arrestata nella seconda metà del 2020 e da allora ha iniziato a salire, con una brusca accelerazione nel maggio 2023. All’inizio del 2022 si è iniziata a vedere l’improvvisa decompressione del premio dai suoi minimi, in quanto si prevedeva un forte aumento del premio per l’inflazione, un incremento della volatilità inflativa attesa e l’aggressivo ciclo di rialzi e la politica di inasprimento quantitativo. Poiché la Fed, non sola, continua a ridurre il bilancio mentre il deficit federale americano è destinato ad aumentare, è probabile che il premio a termine torni alla sua media di lungo di circa l’1,5%. Considerando lo scenario di lungo termine, che prevede tassi statunitensi tra il 3 e il 5% e un premio a termine superiore all’1%, si prevede che i tassi d’interesse a lungo termine si aggireranno ancora a lungo tra il 4 e il 6%. Ne consegue che il costo del capitale sarà permanentemente più alto rispetto all’ultimo decennio.


outlook/strategie

Sorprese da non escludere Sono diversi i colpi di scena che potrebbero verificarsi nei prossimi mesi, da qui un invito alla prudenza, in attesa di cogliere i giusti segnali di mercato. Nicola Carcano, Executive Director di Phosphor Am, docente di Prodotti strutturati presso l’Usi. A lato, l’andamento dello spread del comparto High Yield.

High Yield Andamento del leading indicator rispetto allo spread dell’Hy usa 8 6 4 2 0 -2 -4

.12

.08

31

.13

.08

31

.14

.08

31

.15

.08

31

.16

.08

31

.17

.08

31

Spread Hy (normalizzato)

.18

.08

31

.19

.08

31

.20

.08

31

.21

.08

31

.21

.08

31

.22

.08

31

.23

.08

31

Variazione semestrale Lei (normalizzata)

Fonte: Phosphor Am

I

n termini di asset allocation si prevede di iniziare l’anno con un moderato sotto-peso degli investimenti azionari a beneficio di quelli obbligazionari, in particolare di alta qualità e scadenza entro tre anni. Si mantengono le posizioni abituali sia in prodotti con strategie decorrelate dai rischi di mercato, sia nell’oro. Per quanto concerne le valute, si mantiene un’esposizione tangibile al dollaro americano mentre si opta per la minore esposizione possibile all’euro. Obbligazionario. L’allungamento della duration nei portafogli è stato finora lento e molto graduale. Con le principali curve dei tassi ancora invertite, si continuano a privilegiare investimenti di alta qualità e scadenze piuttosto corte. Quest’ultima scelta massimizza il rendimento atteso nei prossimi 12-18 mesi, minimizzando nel contempo la volatilità. Ciò è importante perché non è da escludere l’ipotesi che l’inflazione sorprenda al rialzo nei primi mesi del 2024. Nel corso dell’anno si potrebbe procedere a un allungamento delle scadenze qualora giungessero segnali di un rallentamento economico e l’inversio-

ne delle curve venisse a cadere. L’esposizione al comparto Hy sarà inizialmente sotto-pesata per le stesse motivazioni esposte in relazione ai mercati azionari. In particolare, l’attuale spread pagato dalle obbligazioni a maggior rischio risulta sottovalutato rispetto al peggioramento delle condizioni economiche previsto dal Conference Board Leading Indicator Index (Lei). Si assegna dunque un ruolo particolarmente importante a un’accurata analisi degli emittenti, evitando il comparto bancario per le insidie sempre rappresentate dalle poste fuori-bilancio e da possibili crisi di liquidità. Azionario. Si mantiene una posizione prudente e focalizzata sul mercato americano e, in misura minore, su quello svizzero. I mercati azionari, non particolarmente a buon mercato, paiono infatti fra due fuochi. Da una parte, una congiuntura economica ancora forte renderebbe più probabile una recrudescenza dell’inflazione. Questa, a sua volta, porterebbe a una nuova fase di rialzo dei tassi, che non essendo attesa farebbe presumibilmente scendere i mercati azionari.

D’altra parte, sussiste il rischio concreto che l’economia rallenti più del previsto: il rialzo dei tassi degli ultimi due anni ha pochi precedenti storici e il suo impatto sull’economia comincia solo ora a essere visibile. È pertanto ancora difficile prevedere se questo impatto sarà davvero così benigno come il mercato pare attendersi. Mercati valutari e oro. Si mantiene una posizione decisamente favorevole al dollaro, pur non escludendo una certa volatilità nel breve termine. Il mercato sta acquisendo consapevolezza della probabile interruzione del rialzo dei tassi da parte della Fed, il che naturalmente sta frenando il biglietto verde. Si ritiene però che questo effetto sia destinato ad esaurirsi nel corso del 2024. In particolare, non appare lontano il momento in cui il mercato inizierà a dare maggior peso alle aspettative di ribassi dei tassi nell’Eurozona. L’economia del Vecchio Continente mostra, infatti, una dinamica decisamente meno brillante di quella americana. Una volta passato l’effetto della possibile svolta di politica monetaria, è dunque probabile che la maggior forza dell’economia americana riprenderà rapidamente a sostenere il dollaro rispetto all’euro. La posizione neutrale sull’oro viene motivata dal suo carattere di bene-rifugio, in grado di offrire protezione sia da una recrudescenza dell’inflazione, sia dall’acuirsi delle tensioni geopolitiche. Inoltre, le fasi di ribasso dei tassi non sono solitamente avverse al metallo giallo. Dicembre 2023 TM · 89


outlook/macro

Incerte certezze Pur in presenza di quelle che appaiono essere evidenze per tutti, le conseguenze che queste avranno su mercati e ciclo economico sono delle più varie e argomentabili.

Andamento dell’attività economica Indici Pmi americani ed europei a confronto 75 70

Riccardo De Cenzo, Investment Manager di Bg Valeur. A lato, prosegue il rallentamento dell’attività economica.

65 60 55 50 45 40

3 3 3 3 3 2 2 2 2 2 2 1 1 1 1 1 1 02 02 02 02 02 02 02 02 02 02 02 02 02 02 02 02 02 1.2 .03.2 .05.2 .07.2 .09.2 .11.2 .01.2 .03.2 .05.2 .07.2 .09.2 .11.2 .01.2 .05.2 .07.2 .09.2 .10.2 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 Usa: Composite Pmi Sa Manufacturing Pmi Services Pmi Composite Pmi Manufacturing Pmi Services Pmi Eurozona:

.0 01

Fonte: Bg Valeur

I

l 23 ottobre il rendimento del decennale statunitense ha raggiunto il 5% per la prima volta dalla Grande Crisi Finanziaria del 2007. Il movimento rialzista è ripartito a maggio da un livello attorno al 3,5% (dopo diversi mesi di relativa calma), per poi subire un’accelerazione finale nell’ultimo trimestre. Le cause di questa tendenza sono state molteplici e attribuibili alle tensioni geopolitiche, all’aumento dell’offerta di Treasury per via dell’ampiezza del deficit, al tightening della Fed, al potenziale shutdown del Governo e alla resilienza dell’economia a stelle e strisce. Successivamente i rendimenti hanno corretto in maniera importante sulla scia delle mutate attese degli investitori circa la crescita economica e l’inflazione e, quindi, in ultima analisi, circa le azioni della Fed. Sono proprio le differenti aspettative sulla crescita economica a creare tale volatilità. Tuttavia, è opportuno sottolineare come i dati economici siano particolarmente contrastanti. Ad esempio, il Pil è aumentato oltre le attese nel terzo trimestre, crescendo al ritmo più rapido 90 · TM Dicembre 2023

«Va ricordato che la curva dei rendimenti dei Treasury americani è invertita da circa un anno e quindi è lecito attendersi una sua normalizzazione, che potrebbe avvenire in modi inattesi, proprio per via della volatilità dei dati economici» da quasi due anni; d’altra parte, la fiducia dei consumatori si è ridotta, con l’Ismmanifatturiero che è sceso a 46,7 punti, ovvero il maggior declino mensile da circa un anno a questa parte. Assunto che la Fed adotti un approccio completamente data-dependent (e quindi non escludendo ulteriori rialzi), i mercati hanno interpretato le parole di Powell durante la conferenza stampa del 1 novembre (the risk of doing too much versus the risk of doing too little are getting closer to balance) come un’apertura a più tagli nel 2024 e 2025 rispetto a quelli ‘annunciati’

a settembre con la revisione dei dot-plot. In altre parole, gli investitori continuano a prezzare la fine del ciclo di rialzi iniziato nel 2022, escludendo la possibilità di ulteriori ritocchi ai tassi di interesse. Ciò è avvalorato dal fatto che l’aumento del ‘term premium’ ha ulteriormente serrato le condizioni finanziarie. Sulla base di quanto descritto precedentemente sull’incertezza macroeconomica e la volatilità dei dati, non si può escludere definitivamente un ultimo rialzo dei tassi. In effetti, a un evento del Fmi, Powell ha ribadito come un ulteriore intervento sui tassi non sia stato archiviato e che i membri della Fed non siano certi che la politica sia sufficientemente restrittiva per riportare l’inflazione entro i limiti del loro mandato (2% sul lungo termine). Il dato sul Pce (la misura dell’inflazione preferita dalla Fed) è rimasto stabile al 3,4% in settembre, mentre il dato Core è passato al 3,7%, il valore di settembre 2021. Secondo lo scenario di base l’inflazione continuerà a scendere e la crescita a rallentare, creando le condizioni per il famoso soft-landing. Va ricordato anche che la curva dei rendimenti dei Treasury americani è invertita da circa un anno e quindi è lecito attendersi una sua normalizzazione, che potrebbe avvenire in modi inattesi, proprio per via della volatilità dei dati economici. Infatti, la normalizzazione della curva (ovvero che le obbligazioni a lungo termine offrono un rendimento maggiore rispetto a quelle di breve durata) può avvenire in due modalità diverse.


Il rendimento dei governativi europei e americani rimane in un range interessante, anche a fronte di pressioni inflative destinate a spegnersi nei prossimi mesi.

Governativi Rendimento dei decennali governativi americani e tedeschi (in %) 5,0 4,5 4,0 3,5 3,0 2,5 2,0

10y Treasury

.23

.23

.11

.11

06

20

.23

.23

23

.10

.23

.09

.10

25

09

.23

.23

.08

.09

28

10y Bund

11

.23

.23

.07

.08

31

14

.23

.23

.07

.07

03

2y Treasury

17

.23

.23

.06

.06

05

19

.23

.23

.05

.05

08

22

.23

.23

24

.04

.23

.03

.04

27

10

.23

.23

.02

.03

27

13

.23

.23

.01

.02

30

13

.23 .01

.01

02

.23

1,5

16

Nel primo caso, qualora l’economia americana dovesse deteriorarsi (scenario di hard-landing), la Fed potrebbe accelerare con la decisione di tagliare i tassi d’interesse, per contrastare gli effetti negativi del deterioramento economico. In questo contesto, si assisterebbe al bull-flattening della parte corta della curva, con i rendimenti a lungo termine che rimarrebbero pressoché invariati, mentre quelli a breve scenderebbero vistosamente. Nel secondo caso, invece, qualora si arrivasse a un soft-landing, si sperimenterebbe un bear-steepening della curva a lungo termine, dove i rendimenti delle obbligazioni con scadenza lunga tornerebbero a superare quelli delle obbligazioni di durata inferiore. Per quanto riguarda l’Europa, la Bce ha mantenuto invariati i tassi (al 4% quello di riferimento), mettendo fine a una serie senza precedenti di dieci rialzi consecutivi, soprattutto a causa delle preoccupazioni circa la crescita dell’Eurozona. In effetti l’economia si è contratta dello 0,1% nel terzo trimestre rispetto al precedente e se si considera la ‘crescita’ dello 0,1% dello scorso trimestre e la stagnazione nei precedenti due, il Pil è rimasto praticamente invariato negli ultimi 12 mesi. Inoltre, l’inflazione si è più che dimezzata dal picco di ottobre 2022 e l’economia mostra segni di debolezza. Lagarde ha dichiarato che è “totalmente prematuro” menzionare qualsiasi taglio, dal momento che i tassi “rimarranno restrittivi per tutto il tempo necessario”. Spostando l’attenzione sulla Svizzera, la Bns a settembre ha sorpreso il mercato (ma non il buonsenso) evitando ulteriori rialzi (lasciando il tasso di riferimento all’1,75%) citando i rischi economici e l’affievolimento delle pressioni inflazionistiche. Malgrado non siano stati esclusi rialzi a dicembre, con un Cpi all’1,7% è molto probabile il tasso rimarrà a questi livelli: come detto la crescita si è deteriorata, un nuovo rialzo rischierebbe di rafforzare il franco (con una Bce ‘on hold’). Tuttavia, è altrettanto probabile che i primi tagli verranno proposti solo in caso di marcato rallentamento o marcata

2y Bund

Fonte: Bg Valeur

Pressioni inflative? Andamento dei tassi d’inflazione Cpi per area (y/y in %) 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 0 -1 -2

I-2020

I-2021 Stati Uniti

I-2022 Eurozona

I-2023

Svizzera

Fonte: Bg Valeur

«Spostando l’attenzione sulla Svizzera, la Bns a settembre ha sorpreso il mercato (ma non il buonsenso) evitando ulteriori rialzi (lasciando il tasso di riferimento all’1,75%) citando i rischi economici e l’affievolimento delle pressioni inflazionistiche» discesa dell’inflazione. In questo contesto, considerando anche che l’aumento dei rendimenti sul franco è stato meno pronunciato che in altre regioni, è probabile che si verificherà solo un modesto declino della parte più lunga della curva. Cosa attenderci per il 2024? Dopo che il 2023 era stato (troppo presto) dipinto come ‘The Year of the Fixed Income’, si è in realtà trasformato nella saga ‘Alla rincorsa del Terminal Rate’, il 2024 potrebbe davvero tornare a essere un anno favorevole per il reddito fisso. In generale sono da preferirsi i titoli

governativi. Come già ampiamente sottolineato, è assai probabile che i tassi saranno destinati a scendere e che gli attuali livelli offrano un carry interessante (con un’economia in decelerazione, l’inflazione continuerà a scendere e gli investitori vedranno gli attuali livelli come troppo elevati). È ancora prematuro consigliare di speculare su duration eccessivamente lunghe, perché il modo in cui le curve si normalizzeranno potrebbe assumere molteplici forme. Il credito non offre spread particolarmente attrattivi nei confronti dei governativi. Ecco perché nel caso di una frenata economica più brusca delle attese, l’allargamento degli spread andrebbe a erodere rapidamente il carry. Infine, per quanto riguarda i mercati emergenti, nel 2024 dovrebbero poter beneficiare del notevole carry accumulato. Vi è anche da dire che, in generale, sono più avanti nella lotta all’inflazione e alcuni di loro hanno già cominciato a tagliare i tassi. In tutti i casi, un altro volano della performance dovrebbe provenire dalla discesa dei tassi statunitensi e dall’indebolimento del dollaro americano. Dicembre 2023 TM · 91


outlook/mercati

Questione di prezzo Rimangono quattro i fattori determinanti le sorti del prossimo anno, i medesimi che in passato. La reazione dei mercati potrebbe essere varia, ed è bene procedere con prudenza.

La corsa è cominciata? Capitalizzazione a confronto dei due asset (dati in mld usd)

Tatjana Puhan, Cio di Copernicus Wealth. A lato, e se il Bitcoin nei prossimi anni diventasse come l’oro?

14.000 12.000 10000 8.000 6.000 4.000 2.000 0 Market Cap dell’oro

Market Cap del Bitcoin

Fonte: Copernicus Wealth

Q

uattro sono i principali fattori che hanno già delineato l’andamento nei mercati finanziari dal 2020 a oggi, che potranno continuare a farlo nel 2024 e negli anni a venire. È quindi importante considerarli attentamente. Geopolitica. È il ritorno dei conflitti. La competizione tra le superpotenze crea un freno alle prospettive di crescita futura a causa delle minacce alla globalizzazione, uno dei principali motori di crescita economica degli ultimi decenni. Inoltre, il ‘dividendo di pace’ è finito con l’emergere dei conflitti diretti, in Ucraina e Israele. Questi scontri sono d’intralcio per i mercati globali delle materie prime, con il rischio di conseguenze più ampie per i prezzi di altri asset e con il conseguente assorbimento di risorse immense. Inflazione. Mentre per decenni la globalizzazione ha contribuito a mantenerne bassi i livelli, le Banche Centrali hanno utilizzato i tassi di interesse e ingenti iniezioni di liquidità per sostenere l’economia, negli ultimi tre anni ci sono state difficoltà nell’accettare che l’inflazione si 92 · TM Dicembre 2023

sia riproposta e che l’era della politica monetaria ultra accomodante sia terminata. Il drenaggio della liquidità nel sistema terrà occupate le Banche Centrali per diverso tempo, senza toccare i tassi, e nel medio-lungo termine sarà difficile mantenere un livello di inflazione inferiore o pari al 2%, a causa di diversi fattori inflativi, tra cui: la tendenza alla deglobalizzazione, la demografia, il costo dei cambiamenti climatici, segnatamente gli investimenti necessari per accelerare la transizione verso net zero nonché il costo di condizioni meteorologiche estreme, ed infine, naturalmente, i conflitti geopolitici, che mantengono un potenziale impatto significativo sui prezzi delle materie prime, difficile da ignorare. Crescita. Manca un motore dominante che possa garantire una crescita sincronizzata globale come quella osservata nei decenni che sono seguiti alle guerre mondiali, guidata dai progressi tecnologici e dalla globalizzazione. Nei mesi recenti, l’entusiasmo intorno all’intelligenza artificiale ha indicato come molti partecipanti vedano un impulso

importante alla crescita economica dalle nuove tecnologie basate sull’Ia. Quanto questa possa effettivamente aiutare a creare crescita e contrastare le conseguenze negative del riemergere di conflitti e inflazione resta ancora da vedere. Queste tecnologie sono affascinanti e aiuteranno sicuramente a rendere le attività e processi più efficienti. Tuttavia, la questione più interessante per valutare il potenziale dell’Ia nel diventare il cavaliere bianco della crescita economica globale è probabilmente la sua capacità di portare miglioramenti e creazione di valore che vadano oltre ai guadagni in termini di efficienza e che superino le forze che mantengono alta l’inflazione e creano maggiore incertezza economica. Valutazioni. Ciò porta al quarto fattore che potrebbe influenzare in modo sostanziale i ritorni, perlomeno nel mercato azionario. Nell’ultimo decennio la performance dell’azionario è stata guidata in buona parte dai giganti tecnologici, ma la dispersione della performance tra le mega-cap tech (l’indice Nyse Fang+), l’indice Msci World ponderato per capitalizzazione e, con una dispersione ancora più ampia, il Msci World equiponderato, si conferma delle più notevoli. Ciò ha portato a un differenziale di valutazione a lungo termine di più di tre volte se si confronta il Nyse Fang+ con l’indice Msci World ponderato per capitalizzazione e più di quattro volte rispetto allo Msci World equiponderato. La vera domanda è se queste valutazioni eccessive, dovute ad aspettative di crescita


degli utili superiori al mercato, possano rimanere. Se e quando gli investitori giungeranno a una conclusione negativa, ciò avrà un impatto significativo sulle valutazioni, pesando sulle performance azionarie innanzitutto dei diversi grandi investitori che nell’ultimo decennio si sono affidati alla gestione passiva. Quali le implicazioni? Nel breve, almeno fino al primo trimestre del 2024, volatilità e correlazione tra obbligazioni e azioni più alte di quanto auspicato continueranno a rendere difficile l’ottenimento di un buon rendimento ponderato per il rischio. Azioni e titoli di Stato continueranno il loro rally altalenante dipendente da Banche Centrali e dati macro. Tuttavia, è difficile prevedere quando possa verificarsi una potenziale rivalutazione significativa dei mercati azionari. Il credito corporate, in particolare il segmento CCC dell’High Yield, potrebbe ancora offrire interessanti opportunità di rendimento, compensando i rischi di default. Essendo di per sé un’asset class relativamente volatile, le materie prime sono tornate a svolgere un ruolo di decorrelazione e diversificazione del rischio nel portafoglio 60/40, con un plus importante: il ritorno del rischio ‘inflazione’ è legato almeno in parte all’offerta di materie prime. Questo probabilmente continuerà a essere il caso specie per quelle energetiche, ma anche per i metalli preziosi, che fungono da beni-rifugio. La parte non-direzionale dell’universo degli hedge fund ha contribuito a generare rendimenti stabili negli ultimi due anni, ed è presumibile continuerà a farlo. Tra gli asset reali, si trovano opportunità a valutazioni più attraenti rispetto a 12 o 24 mesi fa. Tuttavia, date le condizioni di finanziamento più restrittive e il contesto macroeconomico più difficile, è necessaria la massima prudenza. Oltre il primo trimestre, le performance azionarie dipenderanno molto dall’evolversi della situazione degli utili. In Europa non è chiaro se la tendenza recessiva si possa aggravare ulteriormente e se le molte questioni politiche possano continuare a pesare. Negli Stati Uniti, uno dei fattori chiave è la forza dei consumatori e in che misura livelli crescenti di indebitamento privato possano infine diventare un problema. È anche difficile capire quali incertezze porterà l’anno elettorale, compreso il rischio di un potenziale vuoto politico. Va tenuta d’occhio la competizione tra

Azionari a confronto Performance total return dei tre indici (30-IX-14: 100) 900

700

500

300

100 IX-14

IX-15

IX-16

Nyse Fang+ Index

IX-17

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IX-19

Msci World Index

IX-20

IX-21

IX-22

IX-23

Msci World Equal Weighted Index

Fonte: Copernicus Wealth

A lungo termine Rapporto Pe ricavi medi a 10 anni, aggiustati per l’inflazione (2014-2023) 80 70 60 50 40 30 20 10 0 ■ Nyse Fang+ Index ■ Msci World Index ■ Msci World Equal Weighted Index Fonte: Copernicus Wealth

le superpotenze, che ha il potenziale di limitare gli utili, specialmente nel settore tecnologico statunitense; se la debolezza degli utili iniziasse a diffondersi, è probabile si verifichi una riduzione delle valutazioni significativa, con conseguenze sugli indici ponderati per la capitalizzazione altamente concentrati. A lungo termine i bond governativi e il credito di alta qualità potranno risultare attraenti e generare rendimenti stabili. Nonostante probabili livelli strutturalmente elevati di inflazione, il rendimento reale che gli investitori otterranno sarà piuttosto interessante. Quindi, anche a lungo termine, sarà consigliabile per gli investitori guardare oltre le esposizioni tradizionali di mercato. Oltre a un portafoglio diversificato di hedge fund e opportunità ben identificate nei mercati privati, investimenti in uranio, rame o altre materie prime che svolgono un ruolo cruciale nella transizione energetica possono essere interessanti. Infine, il ruolo del bitcoin quale riserva di valore non dovrebbe essere sottovalutato. In tempi in cui si prospettano conflitti

Performance e valutazioni delle megacap Tech sono valori del tutto incomparabili rispetto al resto del mercato. Si tratta di titoli del tutto sovradimensionati, che distorcono anche i relativi indici.

geopolitici, i Governi accumulano enormi quantità di debito e le Banche Centrali riversano abbondante liquidità nel sistema, la previsione di Friedrich Hayek di quasi 50 anni fa, che emergano valute private dove la fiducia nelle valute fiat e nelle autorità centrali si erode, potrebbe dimostrarsi molto pertinente. Certo, le Banche Centrali potrebbero non iniziare ad accumulare bitcoin, che avrebbe invero le caratteristiche del paradosso. Tuttavia confrontando la capitalizzazione attuale dell’oro con quella dei bitcoin, risulta un ampio potenziale per una sua maggiore adozione come una sorta di ‘oro digitale’. Oltre ai conflitti geopolitici, il processo di istituzionalizzazione e semplificazione degli investimenti in crypto potrebbe dare ulteriore spinta al Bitcoin. Dicembre 2023 TM · 93


outlook/macro

Rialzi fantasiosi I mercati continuano a scontare un 2024 segnato da nuovi rialzi, uscendo da un 2023 positivo, i fondamentali di sistema raccontano però un’altra storia. Chi avrà ragione? High Yield

Maurizio Novelli, Senior Portfolio Manager di Lemanik Invest, innovative and liquid Alternative investments division. A lato, modificare la composizione dei titoli dell’indice può contribuire alla performance.

Evoluzione della composizione dei titoli dell’indice per rating (in %) 70,0

52,5

35,0

17,5

0 1/1/96

7/1/00

1/1/05

7/1/09

% BB

% B2 e inferiore

1/1/14

7/1/18

1/1/23

Fonte: Verdad Bond Database

M

entre il quadro geopolitico si fa sempre più critico, emergono di giorno in giorno notizie che confermano un contesto negativo più volte da me indicato. La crisi di credito che sta colpendo al cuore l’economia americana è ormai in pieno svolgimento e metterà a durissima prova lo scenario di soft landing già scontato dai mercati. La Fed continua a osservare le dinamiche del credito appartenenti al settore bancario e al mercato delle obbligazioni quotate, non tenendo conto di quello che accade nel settore dello Shadow Banking, che rappresenta il 60% del credito all’economia. Si continua quindi a guardare il rischio di sistema attraverso quello che si vede nei corporate bond, nei livelli dell’indice di borsa e nei bilanci delle banche. Al pari che nella crisi del 2001 e del 2008. Tutte crisi innescate da eventi di credito che si sono manifestati tra le cartolarizzazioni gestite dallo Shadow Banking System, poi propagatesi solo con ampio ritardo. Lo Shadow Banking System non è regolamentato, non è sottoposto a vigilanza e non è monitorato dalla Banca Centrale, 94 · TM Dicembre 2023

ma costituisce la struttura portante del sistema finanziario americano e di tutto il suo ‘toxic debt’ di sistema. Bond. Gli indici dei Leverage Loans sono un eclatante esempio di come si possa far vedere cose diverse da quelle che in realtà accadono in un mercato opaco. Sono indici costruiti sulle tranche dei più importanti loans in circolazione che, in pratica, sono il benchmark del mercato. Da inizio anno tale indice evidenzia una performance positiva del 5%, nonostante il segmento sia decisamente sotto pressione. Com’è possibile quindi? Molto semplice, con le stesse modalità utilizzate prima della crisi dei mortgages (Mbs) del 2008. Basta che alcune controparti si accordino nello scambiarsi periodicamente asset presenti nell’indice a prezzi predefiniti, ed ecco che tale indice non scende mai, anzi sale. Anche sul mercato High Yield accade la stessa cosa, dove tutto sembra fermo e cristallizzato, perché il mercato è controllato dai grandi fondi d’investimento che non hanno nessun interesse a far vedere un aumento degli spread, nonostante il deterioramento dei fondamentali delle società. Si

apprende quindi, in una nota di Moody’s, che non c’è stato un allargamento per via della ‘migrazione’ degli emittenti di peggiore qualità, dall’High Yields al Private Credit. La stessa cosa si sta verificando nei Leverage Loans, dove gli emittenti peggiori vengono rimossi dall’indice e il credito passa ai fondi di Private Credit, totalmente non regolamentati e liberi di valutare tali crediti come vogliono. Instabilità sistemica. La fragilità dell’intero sistema finanziario americano e internazionale è il frutto di una costante spinta alla deregulation accompagnata dai tassi a zero per oltre 14 anni che hanno creato una colossale bolla su bond, credito, equity e Private Equity, senza considerare criptovalute e Venture Capital. Deregulation aggressiva e soldi gratis per indebitarsi non sono mai state basi solide su cui costruire un futuro sostenibile. La Fed è tuttora ancorata a parametri di analisi che la rendono arretrata di almeno vent’anni rispetto all’evoluzione del settore. Non esiste alcuna vigilanza sui rischi di sistema. In un mondo dove lo Shadow Banking intermedia il 60% del credito e degli asset finanziari in circolazione, la vigilanza si focalizza prevalentemente sulle banche, ma pure quelle saltano. Se non si riesce a vigilare le banche, sottoposte a vigilanza… figurarsi il resto. Dal 2009 al 2019, la crescita media dell’economia americana è rimasta inchiodata al 2% massimo, nonostante una


politica monetaria e fiscale costantemente espansiva. Il moltiplicatore del debito si rivelava in costante peggioramento, al punto che, alla fine del 2019, per ottenere 1 dollaro di Pil servivano 5 dollari di nuovo debito pubblico e privato. Già sul finire del 2019 si poteva intravedere una molto probabile crisi di credito sui Reit’s e sul Commercial Real Estate, con evidenti rischi di recessione. Il Covid è stato un evento imprevisto. I cedimenti nello Shadow Banking System erano già evidenti a causa dell’elevato credito speculativo creato in anni di Qe. In caso di recessione il sistema finanziario sarebbe stato travolto da un’ondata di default. Il Covid ha giustificato quindi una colossale operazione di salvataggio che ha evitato il default di coloro che oggi sono però di nuovo sull’orlo dell’insolvenza. I mercati sono ripartiti sulla scommessa che il sistema era ormai uscito dalla latente crisi del 2016, 2018 e del 2019, e che gli interventi avrebbero dato la spinta necessaria a superare i problemi strutturali che si erano creati dopo il 2008. Ma il denaro gratis e gli interventi fiscali hanno iniziato a esaurire gli effetti già sulla fine del 2021, e per evitare una ricaduta Washington ha iniziato una serie di interventi fiscali ripetuti e ha prorogato la fase di moratoria sul pagamento dei debiti del settore privato introdotta nel 2020, il che ha alimentato la bolla. Attualità. L’inflazione ha poi colto di sorpresa le Banche Centrali, che consapevoli delle conseguenze di un eventuale aumento dei tassi, hanno cercato di ritardare in tutti modi le politiche restrittive, cercando di convincere che fosse temporanea. In realtà, il timore era che, dato l’elevato stock di debito speculativo creato dal 2008, potesse avere un impatto molto più pronunciato, avendo la sua dimensione raggiunto il 30-35% del Pil americano (la somma di Hy, Leverage Loans, Cre, Private Equity, Venture Capital, Private Credit e credito al consumo subprime). Nel 2022 i mercati hanno cominciato un trend ribassista, innescato dalla rimozione del Qe e dall’aumento dei tassi. Per impedire che la politica monetaria esercitasse un reale effetto restrittivo l’amministrazione Biden ha avviato una aggressiva politica fiscale di oltre 14 punti di Pil nel 2022 e nel 2023. Tale politica ha fatto esplodere il rapporto debito Pil, ha attenuato l’effetto restrittivo monetario ma non ha modificato i deboli fondamen-

0,0%

Stati Uniti Crescita media del Pil reale americano (ultimi 10 anni, media mobile) 7,0%

5,3%

3,5%

1,8%

1950

1990 Pil reale

2025

Proiezione Cbo

Fonte: Bureau of Economic Analysis, Cbo January 2016 Baseline, Crfb Calculations

tali che già erano presenti nel 2018/2019. Nel frattempo, la rapidità del rialzo dei tassi per rincorrere l’inflazione fuori controllo ha preso totalmente alla sprovvista il sistema. Le banche sono rimaste ingolfate di titoli di stato e Mbs con perdite eclatanti (ad oggi stimate in circa 950 miliardi), alcune sono fallite, altre hanno un costante bisogno di sostegno finanziario. Il sistema più al rialzo dei tassi si è rivelato di nuovo lo Shadow Banking, già in crisi nel 2018 e 2019, che dal 2022 ha iniziato ad evidenziare nuove difficoltà, e ora da qui potrebbe partire una nuova crisi. Nel frattempo, il credito all’economia ha iniziato a chiudersi a causa della crisi di banche e Shadow Banking, mentre i Governi hanno iniziato a manipolare in modo evidente i dati macro per non evidenziare una pericolosa debolezza del sistema, che a fronte di un elevato leverage, non può permettersi nessuna recessione. Il dato di fatto è però che l’Europa è in recessione, la Cina è in difficoltà, gli Stati Uniti stanno finendo gli stimoli fiscali e il quadro geopolitico è sempre meno favorevole. La grande, e per certi versi sorprendente, spinta rialzista dei mercati del 2023 rischia di aver prezzato scenari alquanto improbabili, dato che i problemi strutturali del 2018/2019 si sono amplificati, esattamente come quelli cinesi del 2016, e stanno ora riemergendo. Ci si dovrebbe dunque aspettare una crisi lunga e problematica, innescata dal debito tossico che ingolfa il sistema finanziario e rischia di procurare una Balance Sheet Recession mondiale. Tale situazione procurerà una decisa revisione al ribasso dei profitti attesi e un bear market di lungo periodo, dopo 14 anni di rialzi. I mercati azionari affrontano un rischio di recessione/stagnazione con valutazioni

Se si guarda alla crescita media decennale del Pil americano in termini reali non si può dire sia una performance importante, specie a fronte del debito sottoscritto.

estremamente care rispetto agli standard storici ed esprimono un rischio di caduta del 50-60% dai livelli attuali. Il ciclo è destinato a cedere per la fine degli stimoli fiscali americani, la restrizione del credito bancario e per la crisi dello Shadow Banking. La restrizione del credito all’economia è sempre compatibile con un successivo bull market sui bond. L’pro è sostenuto dal contesto geopolitico, da enormi rischi di credito speculativo latenti e dalla impossibilità della Fed di alzare ancora i tassi più di tanto. Il dollaro, attualmente sostenuto dal differenziale dei tassi verso euro e yen, è esposto a una crisi valutaria nel momento in cui la Fed sarà costretta a reintrodurre il Qe per contrastare la Balance Sheet Recession. Le politiche monetarie espansive, che saranno eventualmente reintrodotte, non avranno lo stesso effetto del 2009-2010, dato che le esigenze di deleverage saranno talmente grandi da compromettere l’efficacia del moltiplicatore monetario. Mentre si dibatte su scenari di soft landing o hard landing, quello che è certo è che al momento si è entrati in una stagnazione economica globale di lungo periodo, eventuali rimbalzi del ciclo saranno brevi e fragili, con il rischio persistente di ricadute recessive ripetute. Le strategie macro, dopo un periodo di difficoltà, sono destinate a ritornare interessanti in un contesto economico-finanziario e geopolitico che si preannuncia molto complicato e decisamente instabile. Dicembre 2023 TM · 95


outlook/settori

La qualità sopravvive Sono i grandi brand, senza tempo, a incarnare l’essenza di un bene di lusso. Si tratta però di una decina di nomi al mondo, dunque molto inflazionati, con la moda che è tutt’altra cosa. Beat Keiser, responsabile Equity di Rothschild&Co Wm. A lato, la corsa del settore Luxury negli ultimi anni ha rari paragoni.

Luxury Andamento di alcuni titoli del settore (crescita % 2019 - XII-2023) 400% 300% 200% 100% 0% -100% 2019 Lvmh

2020 Hermès

2021 Ferrari

2022 Christian Dior

2023 EuroStoxx 50

Fonte: Bloomberg

U

n marchio di lusso è caratterizzato da queste qualità: offre un prodotto di altissima qualità, estetica, ed è fatto per durare. Il prezzo supera di molte volte il suo valore funzionale. Il marchio ha una storia, è sinonimo di cultura e unicità. Non si possono acquistare in qualunque luogo, la sua offerta è scarsa. I marchi offrono ai loro acquirenti un servizio esclusivo. Danno al possessore la sensazione di avere un privilegio e che sia ‘speciale’. Il termine ‘prodotto di lusso’ è oggi inflazionato. Sono solo una decina i marchi al mondo che potrebbero fregiarsene. Si tratta di Hermès, Louis Vuitton, Chanel, Cartier, Van Cleef & Arpels, Rolex, Patek Philippe, Audemars-Piguet e Ferrari. I cicli. I prodotti di moda sono fortemente dipendenti dai cicli, la qualità ha spesso un ruolo subordinato e l’aspetto show-off è molto importante. Sono accessibili a molti. È importante anticipare le nuove tendenze, dunque l’innovazione è molto importante. I marchi tipici hanno spesso radici italiane, come Gucci, e sono ora di proprietà di conglomerati di beni di lusso. 96 · TM Dicembre 2023

I marchi di lusso non seguono le tendenze della moda. Sono caratterizzati da un’eleganza senza tempo. Il primo esempio è Hermès, a Parigi. L’azienda, che ha 186 anni, ha ridotto la produzione negli ultimi anni per mantenere l’alta qualità. È maestra nel suscitare il desiderio, ed è praticamente invisibile sul mercato. Eppure chiunque per strada riconosce il proprietario di una borsa Hermès. Di maggior valore. Il valore delle azioni dell’azienda è cresciuto del 250% in cinque anni, superando i 200 miliardi di euro. Seppur costoso, più lungo è l’orizzonte d’investimento, meno importante è la valutazione dell’azienda. Agli investitori dovrebbe interessare solo la qualità dell’azienda. C’è un detto che si applica sia ai prodotti di lusso che alle azioni: La qualità viene ricordata molto dopo che il prezzo viene dimenticato (Aldo Gucci). Grace Kelly e Jane Birkin, tra le altre, ne sono in parte responsabili, avendo dato il loro nome ai prodotti con le borse Kelly e Birkin e diventando così le più importanti ambasciatrici del marchio. Una versione semplice della leggenda-

ria borsa Kelly è oggi disponibile da circa 8mila franchi. Tuttavia, l’attesa può durare anni. Ciò la rende quasi un affare rispetto ai prezzi delle versioni di seconda mano, com’è il caso di una Birkin venduta nel 2015 a quasi 350mila franchi. Hermès cresce di circa il 10% annuo. Potrebbe fare molto di più, ma l’azienda è controllata da circa 50 membri della famiglia, che ci lavorano con amore. Non sono avidi e non aumentano i prezzi all’infinito, ma hanno un obiettivo: che resti in famiglia per i prossimi 100 anni. Lvmh. Cinque marchi dominano il portafoglio del più grande conglomerato al mondo: Louis Vuitton, Christian Dior, Hennessy, Bulgari e Sephora. Sono più di due terzi del fatturato e una quota ancora maggiore degli utili. Il Gruppo ha un grande potere di determinazione dei prezzi e un peso finanziario. Bernard Arnault, l’uomo più ricco al mondo, è l’azionista di maggioranza al 47%. Pari a circa 150 miliardi di euro. Non è solo impegnato finanziariamente, ma è anche un imprenditore con cuore e anima. È l’amministratore ideale dell’azienda. Il divario con i concorrenti si è ampliato negli anni. I margini operativi sul capitale investito sono ora ben oltre il 20%, ma si prevede che in futuro gli utili rimarranno a una sola cifra, ma poiché il Gruppo è più diversificato di qualsiasi altro concorrente, sia in termini di prodotti che di aree geografiche, si prevede che lo sviluppo del business sarà altamente sostenibile. Ciò lo rende un investimento interessante.



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Dicembre 2023 TM · 103


cultura /anniversari

Appuntamento a Vienna

Funestata da una serie di sfortunati eventi - maltempo, crollo in borsa, epidemia di colera, prezzi alle stelle, … - si chiudeva con un bilancio in netta perdita l’Esposizione universale con cui nel 1873 la capitale dell’impero austro-ungarico ambiva a riaffermarsi fra le grandi potenze, ospitando le delegazioni di Oriente e Occidente con le loro mirabilia. Ma a distanza di 150 anni, rivela di esser stata l’innesco che di Vienna ha fatto una moderna metropoli. Senza perdere il suo fascino storico.

L

zione nel mondo di lingua tedesca. Niente di meglio per riaffermarsi fra le grandi potenze europee e imporsi come mediatore economico, diplomatico e culturale tra Oriente e Occidente. I più influenti imprenditori commerciali e industriali erano in prima linea, per il governo liberale rappresentava l’occasione perfetta per celebrare i successi della propria politica economica, e anche la famiglia imperiale, bisognosa di riguadagnare prestigio dopo le sconfitte di militari di Solferino e Königgrätz mise infine da parte il proprio scetticismo. Il boom economico iniziato

dopo il Compromesso con l’Ungheria del 1867, accompagnato dalla fondazione di numerose aziende, banche, compagnie assicurative e società edilizie, nonché dai generosi raccolti del 1867 e ’68, offriva le condizioni ideali per fare le cose in grande e surclassare i predecessori. Nell’area del Prater, Carl von Hasenauer - fra i grandi architetti della Ringstrasse - disegnò una città espositiva cinque volte più grande di quella dell’Esposizione universale di Parigi del 1867 e dodici quella di Londra del 1862, mobilitando un immenso contingente di lavoratori. © WienTourismus/Julius Hirtzberger

e aspettative non potevano essere più elevate: 20 milioni di visitatori attesi, una superficie di oltre 116 ettari per 50mila espositori dall’intero globo, il padiglione centrale della Rotonda sormontato dalla cupola con il maggiore diametro al mondo - 108 metri il doppio di San Pietro - che avrebbe potuto ospitare fino a 30mila persone. Inaugurazione sulle note di Johann Strauss, in persona. Dal 1851 Londra e Parigi si erano sparite le prime quattro esposizioni universali; Vienna aveva voluto aggiudicarsi la prima edi-

104 · TM Dicembre 2023


1873 © Wien Museum

© WienTourismus/Christian Stemper

Allora come oggi, le esposizioni universali, tanto contese, rischiano di avere esiti quanto meno deludenti. Se tutto andò liscio fino all’inaugurazione, con condizioni meteorologiche a tal punto favorevoli da consentire di eseguire i lavori di muratura e intonacatura anche a dicembre, il primo maggio 1873 Giove pluvio cambiò umore e funestò il battesimo, proseguendo poi a guastare il clima sino a fine giugno. Ma era il minore dei mali, paragonato al

Grätz, dal “Kikeriki”, 1873 © Wien Museum

A 150 anni dall’Esposizione universale, nel 2023 Vienna ha celebrato l’anniversario con un ricco calendario. Disastroso sul piano finanziario, con costi cinque volte le entrate e un terzo dei visitatori previsti, fu però il motore dello sviluppo urbano che ha portato la città imperiale nella modernità. Fulcro dell’immensa area espositiva era la Rotonda (in alto a destra), con la sua cupola larga 108 metri da 4mila tonnellate. Andata distrutta in un incendio nel 1937, si attende l’inaugurazione della versione 4.0. Sempre quest’anno, ricorrevano i tre secoli del Belvedere, altra icona della città (in basso a sinistra). In apertura, panoramica sul monumentale (300mila metri quadrati) Palazzo dell’Hofburg, da dove è stato governato per oltre sette secoli l’impero asburgico.

crollo della borsa che mise fine ai fasti della Gründerzeit, solo nove giorni dopo l’apertura, travolgendo tanti dei piccoli e grandi imprenditori che avevano investito nell’evento. Poiché i mali non vengono mai soli, ci si mise anche un’epidemia di colera scoppiata nei sobborghi, che raggiunse l’apice in agosto, facendo in capo all’anno 290mila vittime nell’intera monarchia. Di che scoraggiare i migliori intenzionati, che peraltro dovevano anche

fare i conti con i costi proibitivi dei pernottamenti. Ridurre il prezzo dei biglietti giornalieri da 1 fiorino a 50 kreuzer o prolungare l’orario di visita non furono che palliativi. Tirando le somme, alla chiusura il 2 novembre di visitatori ne erano arrivati 7,3 milioni, un terzo del previsto, al contrario il preventivo era triplicato - 19,1 milioni di fiorini contro i 6 milioni messi a budget - ma le entrate si fermarono a poco più di 4 milioni. “Per una confluenza senza precedenti di molte circostanze sfavorevoli, ognuna delle quali sarebbe sufficiente a inoculare in un’impresa del genere il germe della morte, l’Esposizione Universale è stata derubata del suo ideale, incomparabile splendore, le ottimistiche aspettative dei singoli sono state ridotte a zero e solo una pallida imitazione di ciò che avevamo il diritto di aspettarci è considerata un sostituto inadeguato” - si leggeva sul gazzettino ufficiale dell’Esposizione Universale di Vienna (viva l’onestà). Quello che nell’immediato e finanziariamente appariva un esito fallimentare, in realtà a distanza di un secolo e mezzo si rivela l’epicentro dello slancio che ha fatto della capitale dell’impero austro-ungarico una moderna metropoli. L’organizzazione della prima esposizione universale in area tedesca catalizzò infatti tutte le energie di Vienna in un immenso sforzo di pianificazione urbana. L’ambizione con cui Francesco Giuseppe aveva dato il la, 15 Dicembre 2023 TM · 105


© WienTourismus/Peter Rigaud © WienTourismus/Christian Stemper

© WienTourismus/Christian Stemper

L’anima multiforme di Vienna. In alto, due secoli di tradizione con la pasticceria di corte regia-imperiale Demel. Al centro, un dettaglio della cupola rivestita di foglie d’oro del Palazzo della Secessione, sede e simbolo dello Jungendstil viennese. In basso, il futuristico quartiere Donau, lungo il Danubio, nell’area destinata alla sfumata Expo 95. 106 · TM Dicembre 2023

anni prima, alla monumentale impresa della Ringstrasse, che in un cinquantennio ne avrebbe fatto quello che ancora oggi, con i sontuosi palazzi in stile storicista progettati dai più grandi architetti dell’epoca, è reputato il più bel viale al mondo, trovava il suo respiro urbano in un moderno sviluppo infrastrutturale: sei nuove stazioni e linee ferroviarie fecero di Vienna un hub ferroviario dell’Europa centrale, mentre una prodezza ingegneristica permise di portare dalle Alpi della Bassa Austria-Stiria fino al centro l’acqua sorgiva grazie a un acquedotto che ancora oggi fa parte a pieno titolo del sistema di approvvigionamento idrico della città, così come sul piano della mobilità, la capitale austriaca è il più importante snodo ferroviario notturno dell’Ue. Industria alberghiera e ristorazione conobbero un vero e proprio boom edilizio: stimando di dover ospitare da 20 a 30mila persone al giorno, videro la luce grandi alberghi fra cui l’Imperial, unico autorizzato a fregiarsi della denominazione “K. K. Hofhotel”, o il Hansen Kempinski, fra i primi palace e fra i più grandi edifici costruiti nel corso dell’Esposizione Universale di Vienna, progettato da Theophil Hansen, autore anche degli edifici del Parlamento e della Borsa sulla Ringstrasse. Dovendo raddoppiare l’accoglienza, anche i privati furono mobilitati dalla stessa polizia per offrire camere (Airbnb non insegna niente a nessuno). E gli arrivi illustri non mancarono: dal Kaiser tedesco Guglielmo I allo zar Alessandro II a Vittorio Emanuele II, Otto von Bismarck o lo Scià di Persia, Nāsir al-Dīn Shāh, che con il suo stile di vita sopra le righe non mancò di farsi notare. Furono oltre 50mila gli espositori a partecipare, da 35 Stati. Anche la Svizzera fu presente con circa mille espositori. Per visitare tutto sarebbero occorsi giorni interi. Da ovest a est, erano disposti in sequenza geografica per facilitare l’orientamento, partendo dal Brasile, con le sue ricche risorse naturali come il legno, il cotone e il tabacco, e i popolari articoli di gioielleria realizzati con le piume, per incontrare poi gli espositori nordamericani con le più tecnologiche macchine da cucire o l’acqua gassata, pianoforti, ecc.; gli articoli haute de gamme di britannici e francesi, fino all’esotismo della parte orientale, certamente quella che calamitava più curiosi. In particolare il Giappone, che per la prima volta aveva

il proprio padiglione a un’Expo (e nel 2025 invece la ospiterà), ebbe un immenso successo attirando l’attenzione tanto del mondo degli affari e del commercio quanto dell’arte e dell’artigianato, con i musei in prima linea ad acquistarne le opere, oltre al profluvio di souvenir venduti ai visitatori. Proprio qui venne per la prima volta presentata al mondo occidentale la soia e le prime prove di coltivazione si svolsero nel Palazzo del Giardino di Schönborn, dove oggi si trova il Museo etnografico austriaco (non a caso lo scorso giugno Vienna ha accolto il Congresso Internazionale della Soia). Complessivamente, in un’epoca dove non esisteva rete, una panoramica esaustiva su società, industria ed economia, che copriva tutti i possibili campi. Quest’anno, in occasione del centocinquantesimo si è tornati a celebrarla con una programmazione lungo i 12 mesi, fra commemorazioni, mostre speciali e inaugurazioni. Nel caso ce ne fosse bisogno, uno stimolo in più a visitare Vienna, che in questo periodo delle festività raggiunge il massimo del suo fascino romantico, venato di nostalgia per una grandezza che continua ad ammaliare al di là di qualsiasi evoluzione tecnica e tecnologica. Da pochi giorni, al termine di diversi anni di ristrutturazione e ampliamento, ha riparto i battenti in Karlsplatz il Wien Museum, la cui attuale collezione fu avviata proprio in vista dell’Esposizione. In primavera ospiterà una splendida mostra dedicata agli artisti della Secessione. Seconda ricorrenza faro del 2023, sono stati i tre secoli del Belvedere. Lo splendido complesso barocco, trasformato nel 1777 da Maria Teresa d’Austria - che qui aveva fatto confluire le collezioni imperiali, sino ad allora frammentate fra diverse sedi espositive - in uno dei primi musei al mondo aperti al pubblico, era stato residenza estiva del celebre principe Eugenio di Savoia, molto amato in città per aver respinto nel 1683 l’attacco della potente cavalleria ottomana capitanata da Sobierski. Si protrarrà fino a febbraio 2025 la mostra che ripercorre, lungi dall’autocelebrazione, gli sviluppi storici e i cambiamenti istituzionali che hanno segnato i suoi tre secoli di esistenza, evidenziando l’evoluzione della collezione e il ruolo del suo patrimonio come simbolo di potere. Un luogo carico d’arte e di storia, da eventi glamour come le nozze di Maria Antonietta, a residenza dell’erede


© WienTourismus/Christian Stemper

© WienTourismus/Paul Bauer

al trono Francesco Ferdinando e, soprattutto, teatro della firma del Trattato di Stato austriaco (1955), siglato nella sua Sala dei Marmi ponendo fine dopo dieci anni all’occupazione delle potenze alleate. La circolazione e il trasferimento degli oggetti, le aggiunte e le cessioni di opere dovute alle riforme museali e alle transazioni di baratto, permettono di approfondire lo sviluppo della collezione sullo sfondo storico. In particolare, dal 1938 al 1945 il museo fu agente e beneficiario della politica di saccheggio e sfruttamento culturale dello Stato nazista, opere oggi in gran parte restituite ai legittimi eredi. Intanto - per attenersi alle ricorrenze legate a Expo 1873 tacendo le tante altre interessanti mostre di cui Vienna, con una scelta di indirizzi per l’arte estremamente vasta e differenziata, è oltremodo generosa - si attende l’apertura dell’attrazione Panorama Vienna che in scala ridotta (ma pur 34 metri di altezza) riprende concetto e ubicazione dell’originaria Rotonda, tra i pochi edifici dell’Expo a non esser stato smantellato (sarebbe costato troppo, con un tetto in ferro da 4mila tonnellate), nel tempo diventata secondo simbolo della città dopo il Duomo di Santo Stefano finché nel 1937 la distrusse un incendio. Creando uno spazio illusionistico, Panorama Vienna ospiterà progetti immersivi. Una certezza è e rimane il concerto di Capodanno con cui cala il sipario su quest’anno di celebrazioni. Nella Sala Dorata del Musikverein - che nel 1873 era stata appena inaugurata - e in mondovisione, sotto la bacchetta di Christian Thielemann torneranno a risuonare le note di Johann Strauss, che dell’Esposizione universale fu tra i protagonisti. Anche lui fra alti e bassi: il suo concerto in occasione dell’inaugurazione nella Rotonda venne disturbato dal rumore dei lavori ancora in corso e dall’acustica non

© WienTourismus/Paul Bauer

ottimale. Il padiglione musicale frettolosamente approntato per le successive esibizioni risolse soltanto in parte e Strauss indispettito finì per non dirigere quasi mai. Tuttavia, organizzando concerti in luoghi più adatti della città, riuscì a capovolgere la situazione a suo favore e all’evento dedicò anche nuove composizioni, come la Rotunden Quadrille e la polka veloce Vom Donaustrande, inoltre sfruttò la sua Marcia persiana per omaggiare lo scià che, lusingato, gli conferì l’Ordine persiano del Sole, mentre alla delegazione cinese riservò l’esecuzione dell’incomparabile Danubio blu. Al di là delle celebrazioni di quest’anno, va ricordato il secco no incassato alle urne nel 1991 quando la popolazione viennese ha respinto il progetto di Expo 1995, a cui doveva candidarsi con Budapest. Indirettamente anche in questo caso un’altra spinta all’innovazione: i terreni sul Danubio, già ipotecati per l’evento, sono stati riqualificati progettando un avanguardistico quartiere multifunzionale, Donau, che a Vienna ha portato anche i suoi grattacieli. Andrea Petrucci

In alto, il soffitto splendidamente affrescato del Belvedere superiore, scrigno delle collezioni imperiali. Sopra, il Musikverein, tempio viennese della musica, costruito poco prima dell’Esposizione universale, che nella Sala d’Oro ospita il leggendario Concerto di Capodanno... in attesa che la primaverra sbocci nel Volksgarten lungo la Ringstrasse, qui sotto con uno scorcio degli edifici gemelli del Kunste del Naturhistorisches Museum e del neoclassicheggiante Parlamento.


cultura/arte/design

Il segno di curve emozionali Forme immaginate a partire dal carattere universale della natura ne connotano la cifra stilistica. Un design, e un designer, che nella nozione di arte in senso lato trovano il fondamento del processo creativo contemporaneo, dando vita ai classici del futuro.

A

rrivato al design attraverso la scultura e influenzato dall’art nouveau, Noé Duchaufour-Lawrance coniuga sensualità e rigore in lavori che esaltano il valore dell’arte nella creazione contemporanea. Uno dei designer più richiesti al mondo, è noto per la sua attenzione ai materiali, con una predilezione per le forme organiche. Nato in Francia e formatosi alla Scuola Superiore di Arti Decorative di Parigi, lavora attraverso un’ampia gamma di discipline e materiali generando un corpus di realizzazioni attraversato da una narra-

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zione profondamente radicata nella natura. I progetti spaziano dall’architettura all’arredamento, dagli interni alle collezioni su misura e in edizione limitata. Rafforzata dalla iniziale formazione come scultore, l’innata attitudine a mettere in dialogo lo spazio e l’oggetto, è un elemento che contraddistingue le sue realizzazioni. Il dualismo tra funzionalità ed emozione scorre senza soluzione di continuità nei suoi progetti, sia nell’architettura d’interni (il celebre Sketch di Londra, le lounge di Air France, per esempio) sia nel design di mobili o oggetti (Ligne Roset, Hermès, Zanotta, per

citarne alcuni), ma anche per le realizzazioni ad hoc commissionate da clienti privati, o istituzioni culturali come Villa Medici. E a Villa Medici, sede romana dell’Accademia di Francia dal 1803, dove sono stati recentemente ristrutturati sei saloni, anche Noé Duchaufour-Lawrance ha dato il proprio apporto, con interventi che si ispirano alle forme e ai materiali caratteristici di Roma: la silhouette dei pini a ombrello compare nel suo tavolo ‘Borghese’, che ha adattato per il ‘Salon des Pensionnaires’, e la pavimentazione della Via Appia Antica ha ispirato il tavolo modulare creato appositamente per


il ‘Salon de Lecture’ e il ‘Salon Bleu’. Un apporto guidato, come l’intero progetto di ristrutturazione, dal desiderio di stabilire un dialogo tra il patrimonio preesistente e le creazioni contemporanee. Da questo stesso approccio sensibile alla scultura, alla natura, alla materia e al genius loci, nasce anche l’originale design di Steinway & Sons Noé Limited Edition, moderna interpretazione del classico pianoforte a coda Steinway & Sons. Il pianoforte a coda è stato presentato nelle scorse settimane al Palais de Tokyo di Parigi, con un concerto privato della celebre pianista, e artista Steinway, Yuja Wang. Noé Duchaufour-Lawrance, che ha dato vita a molti progetti iconici, tra cui le capsule a forma di uovo nei bagni del celebre ristorante Sketch di Londra, la sedia Corvo per Bernhardt Design o la

scrivania Manta per Ceccotti Collezioni, ha descritto l’opportunità di progettare un pianoforte per Steinway & Sons come «qualcosa che un designer può sognare. Ed è stato un sogno creare un’interpretazione moderna di questo strumento classico», sottolineando come sia in fondo qualcosa che capita una sola volta nella vita: «Avevo lavorato, oltre dieci anni fa con Pleyel, per progettare alcuni mobili utilizzando le tecniche di laccatura del pianoforte, ma questa è la prima volta che lavoro su un pianoforte», precisa il designer. Il risultato di questa collaborazione è un’opera d’arte elegante e scultorea, realizzata a mano nella fabbrica di Amburgo. In deroga al classico pianoforte a coda Steinway & Sons, il bordo del Noé Limited Edition presenta un’insolita e bellissima forma ‘fluida’, basata su quelle che Noé chiama ‘curve emozionali’; una celebrazione della luce e del suono ispirata al flusso e riflusso naturale della musica.

©Richard Wright

A destra, Noé Duchaufour-Lawrance. Il designer francese, noto per le forme organiche e scultoree delle sue realizzazioni, nel dare vita allo Steinway & Sons Noé Limited Edition, ha reinterpretato in chiave moderna il classico pianoforte a coda. In basso, Yuja Wang, tra le pianiste virtuose più celebri al mondo, durante il concerto al Palais de Tokyo di Parigi, lo scorso novembre, per il lancio del nuovo pianoforte.

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«La musica, proprio come l’acqua, scorre e rifluisce, il flusso costante dell’acqua erode nel tempo le rocce sulla riva, disegnando diverse forme allungate sulla loro superficie. Ho pensato a come le tracce curve dell’inchiostro diventino note sulla carta e a come quelle note diventino musica che viaggia come increspature nell’a-

rotonda, perfettamente in linea con il morbido flusso del bordo del pianoforte; l’insolita lira, realizzata in metallo, rende pieno il fascino dello strumento. «Occuparmi di un pianoforte ha rappresentanto una sfida complessa, a più livelli. Come oggetto, esiste da diversi secoli e Steinway, con i suoi 170 anni di

In alto, due diverse versioni cromatiche del pianoforte disegnato da Duchaufour-Lawrance e due diversi look per la pianista YuJa Wang, famosa anche per il suo stile. Sotto, tre realizzazioni del designer francese accomunate, nella loro diversità, dal tratto curvilineo.

ria. L’immaterialità del suono, la fluidità del tempo e la risonanza con lo spazio combinati con queste linee sensuali sono stati la mia ispirazione», afferma Noé Duchaufour-Lawrance. Nello scegliere tre diversi colori - bianco, rosso e blu -, il designer ha aggiunto impiallacciature abbinate ad alcune parti dei pianoforti, creando incastri di grande impatto visivo. Le gambe sono di una particolare forma

storia pianistica, ha già padroneggiato tutte le tecniche, le invenzioni e il knowhow di uno strumento perfetto. Non potendo togliere nulla dal pianoforte e non potendo cambiare la sua forma e struttura perfetta, la lista dei vincoli era piuttosto ricca. Ho quindi pensato che l’unico modo per esprimermi liberamente sarebbe stato quello di aggiungere del materiale. Aggiungendo materiale, ho

potuto anche scolpire e quindi esprimere pienamente me stesso. Di solito il design si basa su ‘less is more’, ma in questo caso ho optato piuttosto per ‘more is more’! ». Guido Zimmermann, presidente di Steinway & Sons Europe, aggiunge: «Noé aveva una visione chiara per Steinway & Sons: una visione che ha avuto un riscontro a livello emotivo, ispirata alla natura, che completava il design

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originale, modernizzandolo e affinandolo con eleganza. Siamo molto orgogliosi del risultato finale. In occasione del concerto parigino, la performance è stata interemente registrata, in ogni passaggio musicale, ad alta risoluzione. Il brano può quindi essere riprodotto sullo ‘Spirio’ il primo sistema di riproduzione automatica ad alta risoluzione di ogni nota suonata dall’artista, tanto da risultare poi praticamente indistinguibile dall’originale. Se l’artista desidera modificare il brano, può immediatamente modificarlo o perfezionarlo grazie all’editor ad alta risoluzione integrato nell’App Spirio per iPad», conclude il presidente dell’iconica azienda, che proprio quest’anno celebra centosettanta anni di esistenza, i cui pianoforti - che hanno un tempo di produzione mediamente di un anno - , hanno stabilito uno standard senza compromessi per quanto riguarda il suono, la maestria, il design e l’investimento. L’azienda ha solo due fabbriche in tutto il mondo, ad Amburgo e a New York, dove lavorano artigiani altamente specializzati. Il tema dell’artigianalità è particolarmente caro a Noé Duchau-

sulle persone e sulle loro connessioni con l’ambiente. Noé Duchaufour-Lawrance paragona spesso il suo approccio al niwa, il piccolo giardino che occupa il centro delle case tradizionali giapponesi. Come un soffio organico in seno ad una disciplina volta principalmente a rispondere alle esigenze di un’industria, di un mercato, o di un

Sopra, Noé Duchaufour-Lawrance tra Guido Zimmermann, presidente di Steinway & Sons Europe (in foto, a sinistra), e Ben Steiner, Ceo di Steinway & Sons (in foto, a destra).

four-Lawrance che, da sempre, dà risalto agli artigiani, ai professionisti dell’arte e ai loro ambienti di lavoro. In Portogallo, dove il designer francese vive oggi, ha rafforzato questo dialogo con l’artigianato regionale da quando, nel 2019, ha fondato ‘Made In Situ’. Nato da uno spazio espositivo a Lisbona, questo nuovo capitolo del suo lavoro stabilisce una serie di scambi interdisciplinari incentrati

committente. Per questo, non si pone alcun limite nei progetti che sviluppa, tenendosi pronto a concepire oggetti per grandi produttori traendo ispirazione dalle loro linee (Ceccotti Collezioni, Cinna, Zanotta sono solo alcuni di essi), a creare armonia in luoghi pubblici (tra questi, i saloni Air France, Ciel de Paris, il ristorante Yquem dell’hotel Meurice, lo chalet La Transhumance) o, ancora, a de-

rier Jouët). Noé Duchaufour-Lawrance ha ricevuto premi e riconoscimenti. Vanta inoltre numerose mostre presso musei e istituzioni culturali. Suscitare emozioni attraverso l’uso delle forme è diventata un’evidenza per un designer che ama sia il bello che l’utile, tanto l’armonia quanto la responsabilità.

finire l’immagine di un prodotto o di una vetrina per una importante Maison (Paco Rabanne, Yves Saint Laurent Beauté, Per-

Simona Manzione Dicembre 2023 TM · 111


cultura/arte/protagonisti

Le molte vite di un’esistenza unica

© Héloise Maret

È scomparso questo 3 dicembre Léonard Gianadda. Mecenate, filantropo e collezionista, ma anche fotoreporter, ingegnere, imprenditore, … Tante sono state le vite che ha intrecciato in 88 anni. Capace di sognare in grande, ha portato Martigny e la Svizzera fra le destinazioni d’arte di riferimento in Europa con il progetto della Fondazione in memoria del fratello Pierre.

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Sopra, Léonard Gianadda nel Parco delle sculture della Fondazione, suo orgoglio. Sotto, quando scopriva il mondo come fotoreporter, prima di ‘costruire’ nell’immobiliare la fortuna con cui ha finanziato il suo impegno di mecenate e filantropo. © Dorsaz

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rima ancora della sua stessa nascita, il 23 agosto 1935, la vita di Léonard Gianadda è iniziata nel 1889 con quella del nonno Battista, che tredicenne raggiunge la Svizzera a piedi dal Piemonte in cerca di lavoro, senza sapere una parola di francese. Lo impara presto alle scuole serali, come il disegno, tanto bene da aprire poi un’impresa di costruzioni a Martigny. Da lui, insieme alla professione il nipote erediterà la vocazione al perfezionismo. Poi è stato il quindicenne che, nell’anno del Giubileo, per la prima volta esce dalla Svizzera per raggiungere Roma dove la madre, cattolica molto credente, lo porta insieme ai fratelli. È da poco finita la guerra, l’occasione anche per visitare Firenze, Napoli, Pompei, Capri, Ischia: per Léonard è una folgorazione, il primo dei tanti viaggi che da allora lo condurranno per il mondo - Stati Uniti, Grecia, Egitto, Mosca, Spagna e Marocco fino a Birmania, Tailandia, Indonesia, Hong

Kong, Giappone, ... La macchina fotografica con cui si accompagna inizialmente per piacere personale gli dà lo spunto per proporsi come reporter alla stampa locale, diventando poi il primo corrispondente della Tsr in Vallese nel 1957. In parallelo prosegue la vita dello studente: dopo una brillante maturità classica si lancia nell’ingegneria civile. Anche la vita del Léonard marito nasce dalla fotografia: galeotto Georges Simenon, che ha l’occasione di ritrarre. Gli scatti realizzati fanno la gioia dello scrittore che li fa acquistare dal suo editore parigino, staccando un assegno da cinquemila franchi, un’enormità quando lo stipendio mensile di un ingegnere era di 700 franchi circa. Léonard prova anche a proporle al locale ufficio del turismo. Alla reception lo accoglie la giovane segretaria Annette, che rimane molto colpita dalle foto… e dal fotografo. Lo affiancherà per oltre sessant’anni, illuminandolo con la sua sensibilità per l’arte e la musica classica, divenuta sua grande altra passione. Ma prima dell’uomo d’arte, Monsieur Gianadda è stato l’imprenditore: dopo la laurea all’Epfl avvia il suo studio di ingegneria. È il 1960, seguono anni di intenso lavoro e di grandi affari, nella regione realizza circa 1500 appartamenti guadagnando una fortuna. Niente sembra fermarlo, nemmeno le vestigia di un tempio gallo-romano rinvenute durante gli scavi per un edificio di 16 piani (un grattacielo a quelle latitudini) in periferia di Martigny: dopo gli accertamenti del caso riceve luce verde, ma è comunque contrariato dalla coincidenza - lui che di archeologia era appassionato. Proprio allora irrompe la notizia della tragica scomparsa dell’amatissimo fratello mi-


© Michel Darbellay

nore Pierre, suo complice in tanti viaggi nette: una panoramica di 50 opere sulla stata un unicum, legata alla sua personalità avventurosi, vittima di un incidente ae- scultura internazionale del XX secolo, che di “leone ascendente leone”, come amava reo. È l’estate del 1976. Léonard decide spazia da Henri Moore a De Kooning. definirsi. L’empatia che questo gigante dal di rendergli omaggio intestandogli una Una visione che si è estesa anche alla città: metro e 93 di altezza sapeva creare con i fondazione e di costruirne la sede proprio le 19 rotonde che hanno rimpiazzato tutti suoi interlocutori non è replicabile. Stusu quel terreno, preservando i resti del i semafori di Martigny, unica in Svizzera piva regolarmente, ottenendo prestiti imtempio. Due anni dopo, il 19 novembre ad averli aboliti, sono tutte dotate di una pensabili per chi non aveva dalla sua una 1978, nel giorno in cui avrebbe compiuto scultura di un artista svizzero offerta da collezione altrettanto importante con cui 40 anni, viene inaugurata la Fondation Léonard. Di donazioni è stato generoso contraccambiare e proiettando Martigny Pierre Gianadda. con la sua città, il mondo dell’arte e non e la Svizzera fra le destinazioni incontourEd è una nuova vita che ha inizio. L’e- solo, anche con tante iniziative a sostegno nables dell’arte europea. Se la possibilità di sordio non sembrerebbe dei migliori: dei più svantaggiati. finanziare ampiamente le sue ambizioni Léonard viene truffato da un curatore Non sono mancate le onorificenze, pur è stata fondamentale, non basta il portache allestisce una pomposa mostra inti- mai sollecitate, fra cui quella di unico foglio a fare un Léonard Gianadda. Ci tolata Cinque secoli di pittura: le opere però membro svizzero dell’Accademia di Belle vogliono impegno, anima, visione, intuito si rivelano “croste buone per il mercato Arti di Francia. Nel 2009, ha creato la e anche fortuna. delle pulci”, come le definiUno scorcio della Fondation Pierre Gianadda di Martigny, sce un articolo su 24 heures, a immersa nella natura, e in primo piano Large reclining figure firma dell’illustre critico André di Henry Moore, 1982. Kunzi. Léonard depone però l’iniziale risentimento per la sua penna impietosa - per di più l’articolo era apparso proprio il giorno del suo compleanno - e accetta di incontrare Kunzi come gli ha suggerito un comune amico. Lo sfiderà a organizzare una mostra migliore di quella recensita con tanta avversione. Ne nascono le prime esposizioni di successo della Fondazione: Picasso e Klee. Grazie alla sua facilità nel tessere relazioni, alla capacità di conquistare con la sua semplicità franca e diretta gli interlocutori - siano i più blasonati curatori e direttori museali, grandi collezionisti o artisti - Léonard supera ogni aspettativa. Poter esporre un giorno un Monet? No, ben cento ne arriveranno a Martigny, fra cui Fondazione Annette e Léonard Gianadda Nell’estate del 1947, il canonico anche il seminale Impression, soleil levant e e, nel 2019, la Fondation Léonard Gia- Amédée Allimann, insegnante al Coldecine di Cézanne, Goya, Rodin, Giaco- nadda - Mécénat per dare continuità alle lège de Saint-Maurice, scrisse entusiasta metti, Schiele, Lautrec, Chagall, Degas, attività filantropiche in futuro. ai genitori di Léonard annunciando che Manet, … Nel 2000 la mostra su van Nei mesi che hanno preceduto la sua era diventato il primo della classe: “Della Gogh ha segnato il record di 500mila scomparsa, avvenuta questo 3 dicembre, sua vita deve fare qualcosa di grande e visitatori; in totale sono quasi 11 milioni aveva parlato con franchezza. Rallegran- di bello”, esortava. All’epoca non aveva ad aver raggiunto la Fondazione in questi dosi finalmente per il successo avuto, vis- che 12 anni. Una profezia. Solo di re45 anni, che nel frattempo ha sviluppato suto sempre con scaramanzia da italiano cente Léonard ha scoperto la lettera che la sua offerta culturale: il Museo arche- nel cuore - origini da cui sempre ha rico- mamma e papà avevano celato affinché ologico gallo-romano, quello dell’Auto- nosciuto che venisse la sua sensibilità per non si montasse la testa. Nella sua vita, mobile che possiede la collezione più im- l’arte. Sapendo che proseguiranno i con- anzi nelle tante vite che in questi 88 anni portante di vetture svizzere, una stagione certi, le attività culturali e anche le mo- si sono intrecciate e hanno tenuta viva musicale di prima qualità e il Parco delle stre, ma senza farsi illusioni che i fasti dei quella di Pierre, molto di grande e di bello sculture, che era il suo maggior orgoglio suoi anni, le mostre da record di ingressi, ha fatto quel promettente Léonard. (classificato quinto più bello d’Europa) i prestiti roboanti, possano ripetersi, ridove tanto amava passeggiare con An- conoscendo quanto questa avventura sia Susanna Cattaneo Dicembre 2023 TM · 113


cultura/arte/mostre © Archivio Fotografico e Mediateca Mart © 2023, ProLitteris, Zürich

Complicità sperimentale © Archivio Fotografico e Mediateca Mart © 2023, ProLitteris, Zürich

La storia del sodalizio artistico e intellettuale fra lo studioso basilese Gilbert Clavel e il futurista Fortunato Depero rivela un momento di alta creatività di inizio Novecento sullo sfondo dell’utopica Artopoli e scrive il primo capitolo della collaborazione fra il m.a.x. museo di Chiasso e il Mart di Rovereto.

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aradisiaca con la sua natura incontaminata, le acque cristalline e le spiagge incastonate nella costa rocciosa mozzafiato, difficile immaginare che l’isola di Capri, oggi destinazione del turismo più esclusivo e glamour, un secolo fa sia stata crocevia di un fermento culturale che vide approdare i più originali intellettuali dell’epoca: artisti, scrittori, poeti, intellettuali, scienziati, politici e anarchici, sedicenti profeti… una stravagante fauna di personalità eccentriche, italiani, mitteleuropei, nordici e russi, qui si ritrovavano a condividere la ricerca di nuovi linguaggi e visioni. Fra i primi lo psichiatra e scrittore svedese Axel Munthe che, arrivato già a fine Ottocento, avrebbe ospitato tanto la regina di Svezia quanto Oscar Wilde nella sua villa San Michele, successivamente abitata dalla Duse e dalla marchesa Casati Stampa, allora la donna più ricca d’Europa. A frequentare Capri e Anacapri furono anche personalità del calibro di Gorkij, come tanti altri russi in 114 · TM Dicembre 2023

esilio, il magnate dell’acciaio Friedrich Alfred Krupp, Peggy Guggenheim, Walter Benjamin, Pablo Picasso, Jean Cocteau e tanti altri ancora. L’apogeo lo raggiunse nel periodo fra le due guerre, quando in particolare fu casa di tanti futuristi, come Filippo Tommaso Marinetti, Benedetta Cappa, Enrico Prampolini, Francesco Cangiullo, Julius Evola, … Si abbozzò allora persino il progetto di farne una vera e propria comunità delle arti, sede di laboratori e mostre. Come tutte le utopie, Artopoli - questo il toponimo vagheggiato - rimase un’ipotesi. Tra coloro che la accarezzarono, anche lo svizzero Gilbert Clavel (1883-1927). Appartenente a un’agiata famiglia originaria di Lione attiva nell’industria tessile e ben inserita negli ambienti del patriziato basilese, viene indirizzato dai medici ai miti climi capresi per alleviare i problemi di salute che una grave malformazione della colonna vertebrale e la sua debole costituzione gli recano in sorte. Il suo vivace spirito intellettuale non tarda ad ambientarsi

in quella bizzarra colonia. Durante una gita in barca al largo di Positano, il suo gusto di appassionato archeologo rimane conquistato dal rudere di una torre pentagonale, che era stata baluardo contro i turchi. Acquistatala, ne fa il progetto di una vita, che di fatti lo accompagnerà per quasi vent’anni, fino alla morte nel 1927: i complessi progetti di ristrutturazione mobilitano un fitto sostrato di riferimenti simbolici ed esoterici, fra echi storici e suggestioni metafisiche, rispecchiandone l’indole colta e divertita. I tanti celebri ospiti che accoglie fanno di Castel Clavel, come la ribattezza, un fervido quanto precario cenacolo, a immagine e somiglianza del suo proprietario.

Sopra, Clavel e Depero, nell’icastico ritratto di mano dello stesso artista futurista che si rappresenta con l’amico basilese (china, 14,5 x 19,8 cm, Mart) e in una foto d’epoca (Mart, Fondo Depero), entrambi del 1917.


© Archivio Fotografico e Mediateca Mart © 2023, ProLitteris, Zürich

© Archivio Fotografico e Mediateca Mart © 2023, ProLitteris, Zürich

Una delle marionette de I Balli Plastici, apice del teatro futurista e della collaborazione fra Depero e Clavel. Realizzate per lo spettacolo del 1918 (sotto il manifesto), al m.a.x. museo di Chiasso ne sono esposte in mostra dodici ricostruzioni del 1980.

© Ti-Press / Elia Bianchi

La svolta decisiva arriva nel 1916, quando durante un soggiorno a Roma l’amico Semënov, intermediario dell’impresario teatrale del Balletto Russo Djagilev, lo porta nello studio romano del futurista Fortunato Depero che sta lavorando a scenari e costumi dell’adattamento di Le chant du rossignol di Andersen. Tanta meraviglia e fantasia concretizza davanti agli occhi dell’eclettico studioso basilese le atmosfere oniriche che ha immaginato per la sua novella Un istituto per suicidi. Subito incarica l’artista di realizzarne le illustrazioni, invitandolo a lavorare nella sua torre, che ne ispirerà l’ambientazione. È l’inizio di un sodalizio intellettuale e di una profonda sintonia spirituale il cui vertice artistico è rappresentato dalla realizzazione sperimentale de I Balli Plastici di Depero. Naufragato infatti il progetto affidatogli da Djagilev (i costumi che aveva disegnato, in pannolenci colorato sostenuto da intelaiature di filo di ferro, intrappolavano i ballerini in rigide movenze meccaniche) grazie all’incitazione di Clavel concepisce un progetto ancor più audace, applicando al teatro il programma etico ed estetico futurista: bandito l’attore in carne e ossa, lo spettacolo è affidato all’automa-marionetta. Depero ne costruisce un vero e proprio contingente per lo spettacolo che va in scena il 5 aprile 1918 al Teatro dei Piccoli

di Roma, prototipo della favola meccanica con accompagnamento musicale. Di quest’esperienza di complicità creativa, cui porrà fine un dissidio probabilmente economico nel 1922, dà testimonianza la mostra che, fino al 7 aprile, vede esposte nelle sale del m.a.x. museo di Chiasso 217 opere fra tele, disegni, schizzi, marionette e una ricchissima documentazione di fotografie, lettere, diari, album, manoscritti e altri materiali che permettono di offrire nuove prospettive sull’apporto di Gilbert Clavel alla cultura dell’avanguardia futurista e, in particolare, un affondo sull’esperienza de I Balli Plastici. A questi ultimi è interamente dedicata una sala che ne ripercorre tutte le fasi, dagli schizzi in china e matita, passando per le tele ad olio a 12 marionette, ricostruite nel 1980. La sala successiva si focalizza invece sull’imponente ristrutturazione di Castel Clavel che, dai minimi dettagli al disegno complessivo, permette di illuminare nei suoi poliedrici interessi culturali

Prospettiva sotterranea, 1917, carboncino su carta, 48 x 34 cm: una delle illustrazioni con cui Depero interpreta alla perfezione le sinistre atmosfere della novella Un istituto per suicidi di Gilbert Clavel, stilizzato nella sua caricatura.

la figura dell’intellettuale svizzero, anche grazie all’epistolario con il fratello René, accompagnato da fotografie d’epoca. Curata dallo storico dell’arte Luigi Sansone e dalla direttrice del museo Nicoletta Ossanna Cavadini, l’esposizione, che si inserisce nel filone dei maestri del XX secolo, vanta importanti prestiti di alcune preziose collezioni private e la sinergia con istituzioni di grande prestigio fra cui l’Archivio di Stato di Basilea e, soprattutto, il Mart, Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto (di cui La Casa d’Arte Futurista Depero, unico museo fondato da un futurista - lo stesso Fortunato, che poi la donò con il suo archivio al comune - è parte integrante). Fra le due istituzioni è stato stipulato un accordo di collaborazione internazionale. Questo battesimo, che ha visto anche Vittorio Sgarbi, Presidente del Mart, partecipare all’inaugurazione della mostra, promette di essere solo la prima occasione di un futuro di progetti comuni, con l’obiettivo di valorizzare lo scambio fra la cultura grafica svizzera e l’ambito artistico di cultura italiana, incoraggiando la ricerca storico-documentaria di settore che il know-how di questi due musei di riferimento consente di mettere a frutto. Susanna Cattaneo Dicembre 2023 TM · 115


LAC Lugano Arte e Cultura

a cura di Susanna Cattaneo

© Johan Persson

Travolgente spettacolo

Tre pietre miliari della storia del musical stelle e strisce: West Side Story, Chicago e Grease nel 2024 arrivano sul palcoscenico del LAC. Un genere che, nella dimensione del teatro dove dispiega tutti i linguaggi delle arti performative, sa dare spettacolo nel senso più autentico.

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ecitazione, canto e danza: ben più della somma delle singole parti, nel musical i diversi linguaggi performativi si intrecciano in una rappresentazione spettacolare a 360 gradi. Un genere che se sul grande schermo ha conosciuto e continua a riscuotere grandi successi, è sul palcoscenico, dal vivo - senza effetti speciali e montaggio ex post - che esprime tutta la sua trainante forza e il suo valore artistico, grazie alla poliedrica abilità degli interpreti e al perfetto ingranaggio della sua grande macchina: scenografie, coreografie e musiche devono stupire e trascinare; una trama semplice ma in grado di identificare le emozioni che in fondo sempre tutto muovono - amore e odio, amicizia e rivalità, conflitti sociali e solidarietà umana -, la coralità delle scene di gruppo e l’iconicità di personaggi memorabili. Come dimostrano tre titoli che oggi possono essere considerati dei classici del genere, ma che nulla hanno perso della contemporaneità e della carica che ne ha 116 · TM Dicembre 2023

segnato il debutto e accompagnato le repliche, tournée dopo tournée, nei teatri del mondo intero, oltre che nelle versioni cinematografiche: West Side Story, Chicago e Grease. Tra gennaio e aprile 2024 saranno in scena al LAC di Lugano, che arricchisce e diversifica ulteriormente il cartellone della sua stagione con questa tripletta di straordinarie produzioni, capaci di restituire in tutta la loro effervescenza e rivoluzionarietà questi tre caposaldi. West Side Story . Non poteva che nascere un unicum dall’incontro fra il poliedrico genio di Jerome Robbins e il leggendario Leonard Bernstein: il primo, coreografo visionario, ballerino eclettico di danza classica, moderna, jazz e spagnola, solista del New York City Ballet di George Balanchine, ma anche uomo di teatro, pianista e violinista; il secondo, direttore della New York Philharmonic Orchestra, incomparabile interprete e divulgatore della musica classica, al contempo compositore innovativo, protago-


nista del suo tempo. L’idea di trasporre in chiave moderna Romeo e Giulietta decolla quando decidono di ambientarla nell’Upper West Side, uno dei quartieri più popolari di New York, cavalcando la guerra tra bande di messicani e anglosassoni: i portoricani Sharks contro la gang dei newyorkesi Jets diventano i novelli Capuleti e Montecchi. Una vera e propria svolta per il genere del musical fino ad allora reputato melenso, banale e anacronistico nelle sue trame. Calato in un contesto marcatamente urbano, tra classi sociali svantaggiate, West Side Story affronta temi delicati come la violenza, la delinquenza, l’immigrazione, il razzismo e il consumismo. Bernstein orchestra incomparabilmente jazz e dodecafonia, musica sinfonica e cubana, mambo, chacha e

ripresa da un rapper senza cambiarne una parola - eseguite da un’orchestra di 20 elementi che ricrea il tipico suono bernsteiniano dai rimbombi duri e ritmati delle sezioni percussive alle melodie più suadenti e malinconiche, interpretate dal brillante cast di 34 perfomer, scelti tra circa 3.000 aspiranti, cui si aggiunge, talmente mobile da diventare un attore a sua volta, la scenografia di Anna Louizos, con le caratteristiche brownstones newyorkesi (le abitazioni a schiera con le loro facciate in arenaria) e le scale antincendio, che permettono in pochi secondi, agli angoli più disparati di New York di prender vita, mentre le luci creano un’atmosfera intima e dettagliata nelle stanze e nei sogni dei personaggi, e i coloratissimi costumi di Alejo Vietti - basati su modelli originali degli anni ’50 - completano l’atmosfera. Chicago. È un mondo di luci e ombre quello portato in scena dal pirotecnico musical firmato da Bob Fosse. Intrighi, sete di potere e successo, manipolazione dell’opinione pubblica e svilimento della giustizia tessono la trama di una vicenda che racconta due donne che si ribellano alla condizione di vittime, spingendosi oltre il limite del comportamento criminale. Quando la strada della cantante di night Roxie Hart, finita in carcere per l’omicidio dell’amante, si incrocia con quella del suo idolo, la star del jazz Velma - siamo nei

© Giulia Marangoni

È una tripletta di grandi classici del musical stelle e strisce quella in programma al LAC nella prima parte del 2024: in apertura, West Side Story (23-24 gennaio) con la regia di Lonny Price; sotto, Chicago (5-6 marzo) diretto da Chiara Noschese, che interpreta anche l’irriverente Mama Morton; al centro Grease (12-14 aprile) portato in scena dalla Compagnia della Rancia. Tre titoli iconici che hanno rivoluzionato la storia del genere.

bebop, armonie dissonanti e tempi veloci, sublimati dalla creatività di Robbins che per primo ha trasformato in danza gesti quotidiani, con swing, libertà di movimento, disinvoltura unita a una tecnica ferrea e a un’irrefrenabile energia. Un immenso successo sin dal debutto nel 1957 con la sua critica feroce alla società americana dell’epoca, il mito del self-made man e un’ode alla tolleranza quanto mai attuale. Storia d’amore, dramma dell’età matura, azione, thriller e studio sociale: West Side Story utilizza l’intera gamma dei dispositivi narrativi, combinando musica, coreografia e testi con grande virtuosismo. Il 23 e il 24 gennaio arriva al LAC nella produzione internazionale targata Mehr-BB Entertainment, l’unica con le coreografie originali di Jerome Robbins, che in più di venti anni di tournée ha appassionato oltre tre milioni di persone nei più celebri teatri del mondo. Qui nella nuova versione diretta dal celebre regista di Broadway Lonny Price, che ha saputo portare in una nuova dimensione questo capolavoro senza tempo con una produzione che sfrutta i mezzi a disposizione oggi, ma rimanendo il più vicino possibile all’originale. Gli spettatori ritrovano così le hit della colonna sonora - Somewhere, Maria, Tonight, America, I Feel Pretty, Something’s Coming o una Gee Officer Krupke che tranquillamente oggi potrebbe essere

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© Johan Persson

nella cornice di un circo, … Giulia Sol e Stefania Rocca vestono i panni delle due protagoniste che molti ricorderanno nell’interpretazione delle strepitose René Zellweger e Catherine Zeta-Jones della versione cinematografica di Rob Marshall, vincitrice nel 2002 di sei Oscar. Al LAC il 5 e il 6 marzo prossimi, per una serata all’insegna del puro intrattenimento. Grease. Per chiudere il cerchio, non poteva mancare all’appello un’altra pietra miliare, Grease. Probabilmente l’unico grande spettacolo di Broadway inte-

Ruggenti Venti - anche lei condannata per assassinio, le due uniscono le forze, riuscendo grazie all’aiuto dell’astuto avvocato Billy Flynn ad evadere e scalare i vertici della Chicago underground. Sono questi gli ingredienti di un successo mondiale che dalla prima a Broadway nel 1996 è stato rappresentato in 36 Paesi e premiato con un Grammy, due Olivier Awards e sei Tony Awards per la miglior regia, miglior coreografia e miglior revival di un musical. Da questo ottobre è in tournée una nuova versione italiana, prodotta Stage Entertainment e Matteo Forte, che ha già sbancato al botteghino nelle sue prime tappe grazie alla prova di Chiara Noschese, oltre che regista, irresistibile in scena con la sua irriverente Mama Morton, la corrotta caposezione del carcere femminile. Chicago offre uno specchio granguignolesco del nostro presente in cui diventare virali sembra una necessità primaria. Un’esplosione di eventi a tinte forti, un mondo privo di etica e carico di intrighi, dove la notorietà cresce quanto più estremo è il crimine, il tutto racchiuso 118 · TM Dicembre 2023

© Giulia Marangoni

Le indimenticabili coppie protagoniste dei tre musical: dall’alto, Tony e Maria (Jadon Webster e Melanie Sierra) di West Side Story; Roxie e Velma (Giulia Sol e Stefania Rocca) di Chicago; Danny e Sandy (Tommaso Pieropan ed Eleonora Buccarini) di Grease.

successo anche per l’edizione della Compagnia della Rancia, che in Italia è stata la prima a specializzarsi in musical, con all’attivo oltre 40 produzioni di grandi titoli e forti consensi di pubblico e critica. Con oltre 1750 repliche in 25 anni, il ‘suo’ Grease ha conquistato quasi due milioni di spettatori, diventando il primo long running show italiano, trampolino di lancio della carriera di molti performer, oltre ad avere periodicamente ospitato nomi affermati della scena. Di anno in anno, lo spettacolo si è rinnovato mantenendo intatti gli ingredienti che ne hanno decretato il successo. Dal prossimo gennaio riparte la tournée, al LAC dal 12 al 14 aprile, con un nuovo cast che torna a interpretare l’intramontabile storia d’amore tra Danny Zuko, leader dei T-Birds, e Sandy, la ragazza acqua e sapone australiana, affiancati da tanti altri indimenticabili personaggi diventati icone generazionali, come Kenickie e Rizzo. Sempre fresco e irresistibile, sarà un tuffo nostalgico e catartico nel passato per molti, ma anche una scoperta per i più giovani, che non potranno resistere all’elettrizzante colonna sonora e alle coreografie piene di ritmo ed energia. All’insegna dello spettacolo più puro e travolgente, come solo il musical sa fare.

ramente composto su chitarra. Nato - altra curiosità - con l’intento di parodiare tutti quei film hollywoodiani che celebravano il rock ‘n’ roll degli anni ’50, che tanto appariva datato alla generazione nutrita della musica psichedelica dei ’70. In realtà di quel mondo, ingenuo e brillante, Grease è diventato un’ode. Il successo è stato immediato e duraturo: rimasto in scena ininterrottamente a Broadway dal 1972 al 1980, collezionando 3.388 repliche, ha trovato la definitiva consacrazione nella trasposizione cinematografica con John Travolta, Olivia Newton-John e una colonna sonora bestseller, con oltre 6 milioni di copie vendute. Enorme

Il programma completo e aggiornato è disponibile sul sito luganolac.ch


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turismo/hôtellerie

© Archivio storico della Città di Lugano, Fondo Vincenzo Vicari

Un paio di anniversari ultracentenari che di recente hanno visto protagonisti hotel in Ticino, Lugano in particolare, offre lo spunto per raccontare il ruolo, la storia e gli aneddoti di una tradizione dell’accoglienza che alcune famiglie di albergatori si tramandano da generazioni. Un patrimonio identitario e culturale che si intreccia con la storia dei luoghi e della collettività.

Lugano ospita alcuni fra gli hotel storici più rinomati della Svizzera, strutture che hanno contribuito - a partire dalla Belle Époque - a dare lustro ai viaggi a sud delle Alpi e che ancora oggi sono simbolo di un turismo di qualità e testimonianza di tante relazioni e iniziative nate grazie alla lungimiranza dei primi albergatori. Infatti, il turismo ha creato opportunità di lavoro e spinto la crescita sociale, ha favorito lo sviluppo dell’economia e del commercio, dell’arte e dello sport, contribuendo a rendere Lugano una città aperta, cosmopolita e attrattiva. La bellezza del lago e del paesaggio, il carattere del centro storico e dei nuclei più discosti, la posizione strategica tra le Alpi e il Mediterraneo fanno ancora oggi della nostra città una destinazione di primo piano per tanti viaggiatori. Tuttavia, non sono solo la posizione o la forma, è soprattutto la sostanza a contare. E a Lugano di sostanza ce n’è molta: penso agli eventi che durante tutto l’anno animano le nostre vie e piazze, le mostre, i concerti, gli spettacoli di danza o teatro ospitati al Lac, allo Studio Foce, a Palazzo dei Congressi e così via.

© Cità di Lugano

Dove l’ospitalità è una tradizione di famiglia

Michele Foletti, Sindaco di Lugano

A questo proposito, Lugano si sta sempre più affermando come destinazione congressuale a livello nazionale e internazionale. Oggi siamo ben presenti nella rosa delle principali destinazioni svizzere su scala mondiale e tra le 10 città più importanti nel settore. In un’epoca in cui il mondo si è ulteriormente globalizzato, il turismo continua a rivestire un ruolo cruciale. Dobbiamo quindi continuare a investire nella sostenibilità e nella promozione delle nostre bellezze naturali

e culturali. Dobbiamo essere all’avanguardia nella creazione di esperienze turistiche autentiche, che consentano ai visitatori di immergersi nel tessuto della nostra città e della regione, e di scoprire ciò che le rende così speciali. Solo in questo modo possiamo garantire un futuro prospero sia al settore turistico sia alla città. Per tutte queste ragioni la Città è determinata a portare a termine gli importanti progetti che nei prossimi anni ne rivoluzioneranno organizzazione e aspetto. A favore della qualità di vita delle sue cittadine e dei suoi cittadini, che sono e resteranno sempre al primo posto, ma anche a vantaggio di tutti coloro che verranno, per un motivo o per l’altro, a trovarci, e che meritano di vivere Lugano al suo meglio. Concludo con uno sguardo al futuro e un accenno a Nexpo, una coraggiosa iniziativa con cui Lugano intende portare - probabilmente nel 2032 e insieme ad altre 9 città l’Esposizione Nazionale in tutta la Svizzera e per la prima volta in Ticino. Sarà una straordinaria vetrina per Lugano e per tutto il territorio, a sicuro vantaggio di tutti gli attori che sapranno mettersi in gioco. ❏ Dicembre 2023 TM · 121


turismo/hôtellerie

S

ettore molto importante dell’economia ticinese, come ha dimostrato lo studio sull’impatto economico del turismo pubblicato dal Dipartimento delle finanze e dell’economia, il turismo rappresenta il 9,6% del Pil e crea un valore aggiunto lordo di 2,1 miliardi di franchi. L’anno scorso si celebravano cinquant’anni dell’Ente dedicato al settore, ma il turismo in Ticino ha una storia decisamente più lunga. L’accoglienza, a queste latitudini, è una tradizione dalle radici profonde, che vede - tra i suoi protagonisti - diverse famiglie dedicate all’ospitalità da generazioni. Imprese anche ultracentenarie, per alcune delle quali proprio quest’anno si celebrano importanti anniversari. A cominciare dall’Hotel Federale, con i suoi cento anni a Lugano. Un hotel storico non è solo un monumento. È ambasciatore della cultura di un luogo e della sua identità, nei confronti del forestiero e, allo stesso tempo, della collettività indigena; staffettando questo patrimonio culturale e identitario da una generazione all’altra. «La storicità di un albergo è racchiusa anche in quel suo caparbio esserci. Testimone silenzioso delle vicende del posto e degli avvicendamenti delle epoche con tutto il corollario di personalità ed eventi, di mode e abitudini che ogni periodo porta con sé», esordisce Ivan Zorloni, direttore generale del Grand Hotel Villa Castagnola a Lugano. «Un hotel storico diventa punto di riferimento

per un territorio che cambia, con i suoi paradigmi puntualmente rimescolati. Appartiene al territorio, è il territorio. Un albergo che, come nel nostro caso, è aperto ventiquattro ore al giorno, c’è e c’è sempre. Per chiunque arrivi, per un soggiorno, una cena, o un aperitivo. Siamo un pezzo del puzzle, che unisce il territorio e il cliente. Un albergo è A sinistra, Ivan Zorloni, general manager del Grand Hotel Villa Castagnola a Lugano. Sotto, documenti e cartoline d’epoca, tracce della lunga storia della struttura alberghiera e, in basso, uno scorcio del centro città alla fine degli anni Quaranta.

© Archivio storico della Città di Lugano, Fondo Vincenzo Vicari

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una struttura viva. Si viene in hotel per matrimoni, battesimi, eventi personali o professionali. Restano qui echi di vite e di vita», prosegue Zorloni, a Villa Castagnola da oltre trent’anni. Oggi hotel, Villa Castagnola è nata nell’Ottocento come dimora di villeggiatura del barone Paul von Ritter, in precedenza alla corte russa di Alessandro II e poi basato a Basilea. Quel fabbricato, successivamente a più riprese ampliato, corrisponde all’attuale Sala Goya. La villa fu poi da lui ceduta a Charlotte Schnyder von Wartense, che nei primi anni del 1880 avviò una piccola attività. Con l’inaugurazione, nel 1882, del traforo del San Gottardo, a Sud delle Alpi soffiò un vento nuovo. Il turismo proveniente da Nord indusse viaggiatori e villeggianti a saggiare le meraviglie del


© Foto Garbani

Ticino, ‘esotiche’ certamente agli occhi di chi arrivava dalla Svizzera centrale e dalla Germania e, numerosi, anche dall’Inghilterra. La fiorente attività alberghiera di quegli anni segnò la nascita di diverse nuove strutture e, come nel caso di Villa Castagnola, l’ampliamento

Sotto, Roberto Schmid con la sorella Alessandra ed i rispettivi figli Sergio e Aurelia, quarta e quinta generazione della famiglia proprietaria dell’International au Lac, inaugurato a Lugano nel 1906. A destra, una foto d’epoca dell’hotel. Tra i diversi premi ricevuti, si annovera la menzione speciale di ‘Hotel Storico’ dell’ Icomos/Unesco e quest’anno l’inserimento tra i primi 4 migliori hotel storici della Svizzera nel prestigioso Hotel-Rating 2023 della Neue Zürcher Zeitung (Nzz).

talia. Sono stati pionieri, gettando le basi per la realizzazione dell’industria alberghiera sul Ceresio». Come nel caso di Anton Disler, un albergatore lucernese, che aprì un secondo albergo a Lugano nel 1906, acquistando un terreno e un edificio adiacente la chiesa Santa Maria degli Angioli. «Era il mio bisnonno», esordisce Roberto Schmid, oggi proprietario e direttore dell’Hotel International au Lac, fondato dal suo avo, «Nel 1905 era prevista l’apertura di un secondo accesso dal Vallese verso sud attraverso il tunnel del Sempione, che fu celebrato all’Esposizione Universale di Milano del 1906 con il titolo ‘Esposizione Internazionale del Sempione’. L’Hotel International au Lac nacque probabilmente sulla scia dell’e-

di alcune già esistenti. «Il Ticino era il primo Sud. Lugano aveva già strutture che garantivano una buona accoglienza, mentre Bellinzona e Locarno cominciavano appena a dotarsene», nota Federico Haas, direttore e proprietario dell’Hotel Delfino di Lugano, membro del comitato di HotellerieSuisse Ticino, di cui è stato presidente per dodici anni. «Sull’onda di quanto era già precedentemente accaduto nel resto della Svizzera, in particolare nell’Oberland bernese, come pure sulle sponde del Lemano e a Lucerna, diversi imprenditori germanofoni hanno intuito che Lugano sarebbe stata una buona meta, complice il clima, il paesaggio, la vicinanza all’I-

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© Foto Garbani

La funicolare che collega il centro cittadino di Lugano alla stazione ferroviaria. Attivata nel 1886 e lunga 231 metri è stata la prima costruita in Ticino e, dopo le linee ferroviarie nazionali, anche il primo mezzo di trasporto pubblico secondario su rotaia nel Cantone.

sposizione ‘Internazionale’ milanese. Il nome di un hotel non lascia nulla al caso: l’intenzione è spesso quella di attirare una certa clientela, di enfatizzare una posizione o di valorizzare il paesaggio. E così, l’Hotel Victoria invita gli ospiti inglesi, il Beau-Séjour promette un soggiorno piacevole e la vista sul lago garantisce albe maestose ed è sottolineata dal suffisso ‘au Lac’ (sul lago)», aggiunge Roberto Schmid. Da decenni meta prevalentemente estiva, «Lugano agli inizi del Novecento era invece, in ragione del suo clima, de124 · TM Dicembre 2023

stinazione ideale per la villeggiatura invernale. E tale rimase fino al secondo dopoguerra», sintetizza Federico Haas. «Mia nonna è approdata qui dalla Svizzera tedesca, nel 1946. Inizialmente prese in affitto l’Hotel Bea, costruito nel 1903; una gestione portata avanti da suo figlio-mio padre, fin quando, la famiglia fece costruire l’Hotel Delfino, inaugurato nel 1972 e, nella regione, ‘pioniere dell’albergheria moderna’ nel senso che, già posizionato come hotel per famiglie, era il primo a Lugano dotato di piscina e a proporre la colazione a buffet», prosegue Haas. Negli anni Quaranta e Cinquanta, «molti arrivavano anche dalla Germania, sia perché era stata rasa al suolo mentre la Svizzera era integra, sia perché erano attratti dal lifestyle ‘italiano’, da gastronomia, atmosfere, clima… insomma era il tempo della ‘Lugano da bere!’», prosegue Federico Haas. Era anche l’epoca in cui si stava affer-

mando l’automobile, soprattutto per i tedeschi, e in Svizzera si cominciava ad avere una buona rete stradale: c’erano le autostrade ma anche paesaggi bucolici attraverso i Passi. Nei decenni successivi si ebbe un grande sviluppo: nelle città nascevano nuovi edifici e alberghi, anche di dimensioni di una certa importanza. C’era già lo Splendide, e poi il Palace, l’Hotel du Parc, un bellissimo hotel che sorgeva dove c’è oggi il Central Park. «Gli anni Cinquanta hanno registrato il boom dell’albergheria, con un’onda lunga negli anni successivi. Si è costruito fuori dal centro, ma guardando a Lugano città, oltre alla riconversione di Villa Sassa, al rinnovamento del Dante e a una nuova costruzione, a Molino Nuovo, tutto è rimasto abbastanza fermo agli anni Settanta. Nuove costruzioni, soprattutto se di grandi dimensioni, da più parti auspicate, necessiterebbero di una disponibilità di terreni che, di fatto, non c’è», afferma il vicepresidente di HotellerieSuisse Ticino, a cui sono associati oggi circa 200 albergatori, corrispondenti al 60-65% del totale, dal piccolo swiss lodge al cinque stelle. «Questi numeri corrispondono a 4.500 letti a Lugano, che si traducono in circa un milione di pernottamenti all’anno», conclude Haas. Chi viene in Ticino? «Come albergatore, constato una presenza del 45% di clienti svizzeri; nel post-Covid abbiamo registrato un incremento notevole di ospiti americani, ora al 15% contro l’8% di tedeschi. Prima della pandemia le due presenze si equivalevano». Turisti occasionali o abituali, leisure o business, che «alla catena alberghiera preferiscono l’hotel particolare, capace di offrire un unicum, e tuttavia in linea con ciò che si trova a livello globale», sottolinea Ivan Zorloni, che nella sua conduzione coniuga la tradizione fatta di competenza e di anima, con una visione moderna: «Abbiamo ridotto il numero di camere, con la creazione di suite deluxe. Ogni paio di anni ‘mi rimetto in gioco’, con interventi e investimenti volti ad assecondare il mutare delle tendenze e delle aspettative. Un cambiamento che si avverte solo nella vicinanza e nell’interazione con il cliente». Concorda Roberto Schmid: «Negli ultimi vent’anni mi sono impegnato a mantenere l’equilibrio tra il fascino storico dell’edificio centenario e la capacità di


garantire il comfort degli ambienti moderni. La conduzione familiare e l’attenzione ai dettagli è rimasta una costante nei 118 anni di esistenza dell’albergo, ma in un secolo sono notevolmente mutati la percezione di comfort e dunque le aspettative verso l’albergo. Rispondere con un prodotto attrattivo è fondamentale, anche se legato a grandi e costanti investimenti». Lugano, inizialmente votata a un turismo leisure, a partire dagli anni Ottanta ha virato verso la clientela business. «Si era dotata di un’altra pelle, che comunque adesso sta nuovamente cambiando. Il Covid ha dato una grande accelerata a questa mutazione. Il turista ‘leisure’ svizzero ha riscoperto il Ticino», commenta Federico Haas. I dati relativi al periodo post-pandemico evidenziavano, per il Cantone nel

Sotto, l’Hotel Delfino oggi. Inaugurato dalla famiglia Haas nel 1972, fu il primo a dotarsi di una piscina e nel proporre a Lugano la colazione a buffet.

2021, un record di pernottamenti alberghieri, con un +51, 8% rispetto al 2020, a fronte di una media svizzera di +24,6%. Sempre nel 2021, il Ticino è stato addirittura la regione turistica svizzera con il miglior aumento in percentuale. Come è andata nel 2022 e come sta andando il 2023? «A livello svizzero, HotellerieSuisse ha affermato, sulla base dell’indagine condotta tra i suoi associati, che il settore alberghiero guarda positivamente alla scorsa stagione estiva ed è ottimista per i prossimi mesi invernali. E il nostro Cantone è in linea», precisa Haas, che prosegue: «Il turismo si sta assestando in un segmento chiamato anche bleisure o workation: una formula, quindi, ibrida, favorita dalla possibilità di lavorare da remoto. E Lugano in questo ambito ha le sue carte da giocare: si sono sviluppati gli attrattori turistici, a cominciare dal Lac. A beneficiarne sono sia il cittadino sia il turista. Stessa sorte per il Polo sportivo e degli eventi, aspettando, un giorno, un nuovo Palazzo dei Congressi. L’attuale risale infatti agli anni Settanta, ed era stato co-finanziato dagli albergatori luganesi, mediante autotassazione. Un

Federico Haas, direttore e proprietario dell’Hotel Delfino di Lugano e membro del comitato di HotellerieSuisse Ticino.

moderno Palazzo dei Congressi favorirebbe quel processo di destagionalizzazione, auspicato dagli albergatori, che Lugano ha già intrapreso». Una città ideale per essere frequentata, durante tutto l’anno, dal turista leisure e dal turista business, attratti anche dal fascino di strutture storiche, «strutture, va detto, che richiedono particolari impegno e investimenti da parte dei loro proprietari, tanto da rendere auspicabili strumenti ad hoc per preservarli. Non solo il tema degli investimenti necessari, anche quello della continuità nella gestione è tra quelli ricorrenti. Capita infatti che hotel storici gestiti per generazioni dalla stessa famiglia debbano a un certo punto fare i conti con una nuova generazione non esistente o non interessata a proseguire l’attività: «HotellerieSuisse si adopera, creando contatti e condizioni che scongiurino un rischio di chiusura. Contribuendo così a preservare un patrimonio culturale e identitario di pregio», afferma Haas, congedandosi. «Viaggiando, non sempre abbiamo solo bisogno di un ‘alloggio’, spesso cerchiamo qualcosa in più, che possa farci vivere un’esperienza unica. Un hotel storico è appunto questo. Per taluni è l’occasione di vivere un’atmosfera diversa, per altri è rivivere dei ricordi e per altri ancora conoscere testimonianze di viaggio di un tempo passato che ha gettato le basi del tempo presente», conclude Roberto Schmid. Simona Manzione Dicembre 2023 TM · 125


Cucinati Spunti appetitosi per le festività di fine anno.

MENU DEGUSTAZIONE

LORENZO ALBRICI

Chef Locanda Orico

* Classica terrina di fegato d’anatra marmorizzata, brioche dorata, mostarda di mele cotogne * Filetto di triglia bretone spadellato croccante, guazzetto di cannellini e pomodorini dattero canditi, insaporito alle olive taggiasche e il loro extra vergine * Piccole caramelle ripiene alla farcia di ossobuco di vitello brasato, glassa al midollo, burro alla gremolata * ‘Tataki’ di entrecôte di wagyu 7-8, verdurine alla piastra, stachys glassati, gocce di démi-glace * Assaggio di formaggio della Valle Leventina, Alpe Fieudo * Mousse al cocco in una buccia di cioccolato croccante Felchlin Costa Rica 70%, composta di frutti esotici e il loro sorbetto

NATALE, IL MENU DELLA FESTA * Aperitivo di benvenuto con calice di champagne * Astice in due cotture Cubo di vitello alla milanese e la sua battuta * Spaghettone Mancini Bio burro affumicato, limone e trota bianca * Cappone disossato arrosto ripieno di frutta secca, castagne, luganighetta e salsa ai datteri Oppure: Triglia lardo e verza * Fieno, cioccolato bianco bruciato e the verde * Mandarini * Panettone artigianale

FEDERICO PALLADINO

Chef Osteria Enoteca Cuntitt

CENA DELLA VIGILIA * Sashimi di ricciola con un’insalatina di verdure al wasabi * Ravioli ripieni di gamberi nella loro essenza * Rosetta di vitello tipo un Rossini * Semifreddo alle nocciole caramellate e meringa con carpaccio di ananas * Panettone artigianale ticinese

LORIS MEOT

Chef Ciani Lugano 126 · TM Dicembre 2023


per le feste

Sapori e profumi che sanno di tradizione, con qualche coupe de théâtre.

CHRISTMAS BRUNCH Dolce

* Pancakes. Sciroppo d’acero e frutti rossi; nutella; pistacchio * Yogurth greco con miele * Toast con ricotta dolce e frutti rossi * Brownie con crema al mascarpone * Muffin ai mirtilli * Carrot cake

Salato ANDREA PEDRINA

Chef La Dispensa

* Avocado Toast * Eggs * Omelette con misticanza; con prosciutto cotto e misticanza * ’O‘club sandwich, con patate al forno * Vitello tonnato

PRELIBATEZZE DA CONDIVIDERE * Terrina di Foie Gras pan brioches alla frutta secca e coulis di mirto sardo * Crudo di gambero rosso gambero rosso di mazzara del vallo selezione Paolo Giacalone * Caviale Royal Premium ibrido naturale di amur e kaluga servito con blinis e panna acida * Acciughe del Mar Cantabrico selezione rezumar etichetta rossa con pane tostato e burro d’alpeggio * Alici in olio d’oliva selezione armatore con pane tostato e burro d’alpeggio

EMANUELE BERTELLI

Chef Seven Lugano

ALESSANDRO BOLESO

Chef Le Relais Grand Hotel VIlla Castagnola

* Aperitivo ricco con Louis Roederer * Coda d’astice rosolata al burro d’alpe, crema al limone bruciato e ceci al rosmarino * Vellutata di zucca violina, ragù di fagiano al sentore di fava tonca e cacao * Ravioli farciti alla ricotta di bufala, carciofo sardo affumicato e tartufo nero invernale * Rombo chiodato con riduzione al cocco e alghe di mare * Carré d’agnello, fiori di broccoli e alici del Cantabrico * Sorpresa di San Silvestro * Zampone e lenticchie

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© S. Pellegrino Sapori Ticino / Giorgia Panzera

BUON ANNO NUOVO!


società/auto

Prestazioni di prima grandezza Anche quando le dimensioni sono generose, i migliori Suv hanno imparato a essere agili, potenti e raffinati come le coupé più sportive. Regalando emozioni alla guida e puro comfort.

Jaguar F-Pace SVR Jaguar F-Pace SVR Impianto frenante ad alte prestazioni, scarico a quattro terminali con ruggente otto cilindri? Sembrano gli ingredienti di una potente coupé ad alte prestazioni, invece parliamo della Jaguar F-Pace Svr, lunga 4 metri e 70 metri da oltre due tonnellate. Un Suv estremo con motore 5.0 litri V8 da 550 cavalli davvero performante. Conserva tutta l’abitabilità del modello di serie dal quale deriva ma con quel pizzico di ‘arroganza’ che solo un V8 Supercharged di 5 litri può dare. Basta un piccolo colpo al gas per sentire le vibrazioni del V8 nelle ossa, dando una voglia matta di premere a fondo sull’acceleratore per sentire la spinta dei 550 Cv che schiacciano al sedile. Nuovo anche il design dei cerchi in lega forgiata da 22 pollici a cinque razze con tonalità di grigio che si abbina alle finiture esterne, come le prese d’aria laterali e il rivestimento del passaruota. Confondere la Svr con la più tranquilla F-Pace è quasi impossibile, merito non solo dell’impres128 · TM Dicembre 2023

sionante rombo anche con motore al minimo, ma dell’estetica con grandi prese d’aria anteriori che conferiscono un look decisamente grintoso. Immancabili, nella parte posteriore, i quattro terminali collegati all’impianto di scarico Variable Valve Active Exhaust, che trasforma un tranquillo ronzio di scarico in gorgogliante rombo otto cilindri. Il nuovo design offre frontale con cofano più allungato con rigonfiamento più ampio, affiancato da due prese d’aria che aiutano l’estrazione d’aria calda dal vano motore. Le nuove e sottili luci posteriori presentano il tipico tratto grafico Jaguar a doppia chicane, accentuando la larghezza del veicolo. Migliorata anche la dinamica di guida a partire dal propulsore V8, riducendo anche le emissioni, come pure ottimizzata la trasmissione automatica ZF a 8 rapporti con cambi e scalate più fluidi e rapidi, mentre la trazione integrale ha un software predittivo che predilige il posteriore ma è in grado di distribuire la

coppia tra gli assali in modo indipendente per garantire stabilità e controllo in ogni situazione. Nonostante la sua vocazione sportiva, la F-Pace Svr sa anche essere comoda, con la valvola di scarico chiusa la voce del V8 si fa molto più educata e grazie alle diverse modalità di guida (Normal, Eco, Offroad e Dynamic) varia la rigidità dell’assetto e in modalità Normal è assai confortevole anche nei lunghi viaggi. Con design estremo, spirito racing e prestazioni al vertice la Jaguar F-Type Svr è sicuramene tra i Suv più potenti del mercato. A partire da 132mila Chf.


Mercedes GLE 350 de 4Matic Sia in versione classica che più sportiva coupé, la Mercedes Gle è un Suv agile e potente che consuma poco e rimane la più venduta del segmento large Suv di lusso, dove conquista sempre più nuovi clienti. Ben riuscita e quasi appariscente, ma anche elegante, continua la storia che a suo tempo si chiamava “M”, vera leggenda tra i Suv di Stoccarda che ha debuttato con il film Jurassic Parc. Tutto è imponente sulla Gle compreso logo della Stella al centro della calandra. Dimensioni generose (4,92 m di lunghezza , larga 1,95, alta 1,8) che si sposano con un design pulito e lineare, che la rende armoniosa e non mastodontica. I predellini laterali in stile off road sono utili per salire a bordo quando la vettura ha le sospensioni rialzate e i cerchi in lega Amg 21 pollici le stanno benissimo. Internamente dominano enormi display digitali in un ambiente elegante e raffinato. I comandi fisici offrono ottima fruibilità delle funzioni di bordo e l’infotainment si comanda sia da touchscreen che con il pad centrale e il noto sistema Mbux. I comodissimi sedili offrono tutti i comfort, compreso massaggio. Davvero molto lo spazio a bordo e il bagagliaio offre da 690 litri a 1.915 litri. I sedili offrono tutti i comfort, compreso massaggio.

Mercedes GLE 350 de 4MATIC Non si sente praticamente nulla del diesel 4 cilindri poiché l’abitacolo è altamente insonorizzato e il coefficiente aerodinamico di soli 0,29 non lascia filtrare nemmeno un fruscio. Una sorta di tappeto volante grazie a sospensioni pneumatiche che in base alle necessità si alzano e si abbassano. È una 4×4 a trazione integrale intelligente con il massimo della tenuta in tutte le condizioni, specialmente in curva e inserendo la modalità Sport la Gle vola, merito della spinta costante del motore elettrico da 100 Kw che unito all’ottimo cambio 9G-Tronic, va che è una meraviglia. I sistemi Adas e di sicurezza sono tra i migliori sul commercio, sulla sicurezza ad esempio, se ci si avvicina troppo rapidamente a un ostacolo, si attiva il pretensionatore delle cinture di sicurezza, avvisando fisicamente dell’imminente pericolo e portando il busto dei passeggeri in posizione ideale in caso d’impatto. A partire da 104.800.- Chf.

Audi RS7 Sportback TFSI Quattro Tiptronic

Audi RS7 Sportback TFSI Quattro Tiptronic Le Audi Rs sono note per la loro potenza e sportività. Abbiamo provato in Testdrive la nuova Audi RS7 e fatto oltre 2mila km in una settimana e l’entusiasmo sempre alle stelle. Anche la RS7 è un’auto molto sportiva, con carrozzeria coupé e cinque porte, molto filante, lussuosa ed esclusiva con potente V8 Tfsi mild hybrid da oltre 500 Cv che vi abbiamo già presentato con la Audi S8 e che produce una potenza impressionante a qualsiasi regime. Molto confortevole anche durante lunghi viaggi, con interni eleganti e ben rifiniti, che offrono comfort e tecnologia all’avvanguardia e durante i novstri viaggi in autostrada abbiamo davvero apprezzato la sua manegevolezza ed era un esperienza di guida molto coinvolgente. Poderoso il sound dei suoi scarichi rigorosamente in modalità aperta. La tenuta di strada è davvero perfetta, merito sia della trazione integrale Quattro che dell’assetto davvero ineccepibile. Notevole anche la capacità del baule da 523 a 1382 litri e quindi piu che sufficiente per il bagaglio di 4 o 5 persone in viaggio. A partire da 154.550..- Chf. Claus Winterhalter

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