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Area Marina Protetta...

ma non troppo!

Pesca di frodo, vongolare, imbarcazioni che occupano lo specchio di mare antistante il Parco del Cerrano. Pesca si o pesca no?

di MARTINA FRANCHI

I

l 10 marzo 2014 negli uffici della Regione Abruzzo, si è riunita la Giunta Regionale, presieduta dall’assessore Alfredo Castiglione in assenza dell’allora Presidente regionale Chiodi, al fine di annullare il parere regionale sullo Schema di Regolamento di disciplina delle attività consentite nell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano. In buona sostanza, è stata annullata la DRG 1035 del 25/09/2006. Si apre così il 2014 dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è scesa i primi giorni del nuovo anno, quando la Capitaneria di Porto di Giulianova ha sequestrato undici attrezzature da pesca usate da altrettante vongolare, sorprese a pescare nell’Area Marina Protetta. I pescatori di vongole, contrari all’istituzione del Parco del Cerrano, evidenziano come lo spazio sottratto dalla riserva alla marineria, stia causando la crisi del settore delle vongole. A tal riguardo, il Co.ge.vo, il Consorzio Gestione Vongole, sostiene che il territorio sottratto alla pesca è ricco di prodotto ittico. “Cosa salvaguardia il Parco? Un po’ di sabbia e qualche scoglio, mentre per i pescatori è fonte di reddito”, dichiarano i pescatori. “Se le barche entrano nell’area è per la mancanza di territorio a disposizione per poter pescare, quindi sono costrette alla violazione per portare i soldi a casa!”. D’altro canto, invece, le associazioni ambientaliste, sostengono: “Dopo otto anni la Regione Abruzzo si rimangia il parere favorevole sul regolamento dell’AMP. Scelta inspiegabile e illogica che sembra aver avuto l’unico obiettivo di racimolare qualche voto alle elezioni regionali, promettendo l’ingresso di imbarcazioni da pesca dotate di draga idraulica, le cosiddette turbosoffianti”, continuano gli ambientalisti. Verrebbe cioè consentito ciò che è vietato nelle Aree Marine Protette in Italia, perché tali macchine distruggono i fondali marini e quindi causano problemi ambientali ma anche economici, in quanto le aree protette sono un serbatoio di preziose risorse ittiche. Ma arriviamo ad oggi. Il 9 giugno 2014, c’è stato l’incontro nell’Ufficio Circondariale Marittimo di Giulianova, tra il Prefetto Valter Crudo e una delegazione del Co.ge.vo Abruzzo, guidato dal Presidente Giovanni Di Mattia. Al centro dell’incontro, sono state poste le principali problematiche che attanagliano il locale comparto pesca. A detta del Presidente del Co.ge.vo, quest’ultimo è stato già penalizzato dalla scarsa presenza di prodotto ittico in mare: ristrettezza delle aree utilizzabili per la pesca, anche a causa dell’AMP e il divieto assoluto di pesca di vongole, mancata copertura economica per attivazione della Cassa Integrazione in deroga a favore del ceto peschereccio interessato. In quell’occasione,

Vongolare all’interno dell’AMP il Prefetto non ha mancato di rimarcare che i divieti e le norme che disciplinano l’AMP devono essere rispettati e che si confida nell’azione sensibilizzatrice del Consorzio e nel senso di responsabilità della marineria locale. Proprio su questo tema ha preso posizione anche il Comune di Pineto. Le dichiarazioni sono quelle del Presidente dell’AMP, Benigno D’Orazio: “In persistenza dell’invasione dell’Area Marina Protetta Torre del Cerrano da parte delle vongolare, abbiamo concordato con il Presidente dell’Assemblea, il Sindaco di Pineto Robert Verrocchio, la convocazione d’urgenza dell’Assemblea del Parco, per debellare il fenomeno della pesca di frodo e verificare le volontà degli enti partecipanti di procedere alle azioni conseguenti, al fine di difendere e tutelare l’istituzione dell’AMP, seriamente attaccata negli ultimi giorni”. “Peraltro, le proteste non provengono solo dalle associazioni ambientaliste e da tantissimi cittadini, ma da albergatori e commercianti, che vedono compromesso lo sforzo di un’Area Marina Protetta, dove non è consentita la pesca con le turbosoffianti”, ha proseguito il Presidente. Il neoletto Sindaco Robert Verrocchio, dopo che la mattina del 10 giugno le vongolare sono entrate nelle acque del Parco Marino, conferma: “Ho voluto convocare questa assemblea perché è giusto che tutte le istituzioni, nessuna esclusa, si assumano le proprie responsabilità di fronte al bene del Parco Marino, che è una ricchezza per l’Italia, per l’Abruzzo e ovviamente per Pineto”. L’indizione di un’assemblea straordinaria sarebbe, a detta del Sindaco, anche il segnale per dire che il territorio e le istituzioni “ci sono” e non saranno semplici spettatori. Walter Squeo, dal canto suo, rappresentante di Federpesca e Co.ge.vo, lancia un duro appello ai balneatori di Pineto: “Rispetto a chi si fa strumentalizzare nel nome di un falso ambientalismo, poche parole a buon intenditore. I pescatori non arretrano e, danneggiati dall’Area Marina Protetta, chiedono alla stessa di trovare soluzioni. Turismo e pesca possono andare, anzi, vanno a braccetto”. Ma non finirà qui perché il responso dell’Assemblea straordinaria, indetta dal Sindaco di Pineto, non è ancora arrivato.


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