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Lettera del Direttore

Gli studenti del Collegio Nuovo Joanneum hanno vissuto un momento di improvviso smarrimento quando il Coronavirus è piombato nelle nostre vite lo scorso Marzo 2020. Tante relazioni di colpo sospese, le lezioni universitarie, le tante attività collegiali e intercollegiali tradizionalmente svolte in presenza, annullate o rimodulate in versione digitale, i tanti giovani volti, le tante storie di amicizia collegiale e di quotidianità, vissute all’insegna del sostegno reciproco, del confronto, dello svago, dello scherzo, della riflessione e della condivisione, interrotte così bruscamente. Vi era speranza tra i collegiali circa il fatto che in massimo un mese o, nella peggiore ipotesi, due mesi, tutto sarebbe tornato alla normalità, che si sarebbe tornati, in non troppo tempo, a rivivere le abitudini di ogni giorno in collegio e in università… ma così purtroppo, a discapito delle previsioni, non è stato! L’anno accademico e collegiale scorsi sono infatti volti al termine nella distanza e nella nostalgia di ciò che si è perso, nella tristezza impressa nei volti dei collegiali più grandi che hanno terminato l’esperienza di collegio senza la possibilità di salutare tutti gli altri per via del lockdown. I collegiali hanno imparato ancor più nell’assenza e nella distanza, l’inestimabile valore della presenza e della socialità, quali elementi imprescindibili e irrinunciabili dell’umano. Tutto ciò è stato vissuto nel sottofondo emotivo e cognitivo del desiderio di piena normalità, con la speranza nel cuore e nell’attesa intensa di poter tornare a rivedersi presto, di tornare a “riabbracciarsi” e a riprendere le relazioni sospese in modo più forte di prima, recuperando così il tempo “perduto” in vista di un nuovo inizio, di un nuovo anno accademico, pensando di lasciarsi totalmente alle spalle mascherine e restrizioni… ma anche questa previsione si è rivelata sbagliata e il COVID con l’inizio di quest’anno accademico è tornato sempre di più a farsi sentire, riaffacciandosi concretamente nelle vite dei nostri collegiali. La reazione della comunità collegiale del Nuovo Joanneum a quest’anno accademico 2020/2021, ancora contraddistinto e caratterizzato dalle norme COVID, dal rispetto del vademecum e dalle scrupolose norme sanitarie poste in essere dalla Fondazione EDUCatt per via dell’emergenza sanitaria in atto, è stata, a mio avviso, sensazionale e sorprendente. Se infatti inizialmente temevo che lo sconforto, il dispiacere per il prolungamento della situazione di crisi sanitaria e delle limitazioni imposte dalle norme di igiene e di sicurezza vigenti in collegio, potesse scoraggiare i nostri studenti, minando lo spirito di unità del collegio e la sua preziosa trama di relazioni, in verità così non è stato, ma, al contrario, una grande energia creativa, una grande atmosfera di speranza, una grande volontà di reinventarsi hanno pervaso il collegio e i collegiali, che hanno imparato pazientemente e responsabilmente a convivere con le regole in atto per il COVID senza tuttavia perdere di vista il valore delle relazioni. I nostri collegiali in formazione sono infatti lievito per la nostra Università e per la società stessa. Penso alle nuove matricole, che con grande forza d’animo, spirito di adattamento, energia ed entusiasmo, hanno lasciato le proprie case scegliendo di fare esperienza in collegio nonostante tutti gli accorgimenti e le attenzioni sanitarie necessari, matricole che hanno potuto sperimentare così tutto il significato di accoglienza, di familiarità, di educazione, di sostegno reciproco e di crescita personale e comunitaria che vivere il collegio porta con sé. L’utilizzo degli strumenti online ed il valore di piattaforme come “Zoom” per restare in contatto anche con i collegiali tornati a casa è stato notevole. Le tante iniziative svolte, la gita di inizio anno a Subiaco, le assemblee di collegio, l’incontro di accoglienza con le matricole, i colloqui personali con direttore e assistente pastorale, i cineforum di collegio, la serata “Master Chef”, i tornei interni, la visita ai Musei e ai Giardini Vaticani, le iniziative di volontariato, i contest culturali e ricreativi proposti, gli incontri formativi con docenti e personalità accademiche di riferimento dell’università, e con personalità di alto profilo come il dott. Bartolo, don

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Antonio Coluccia, le sorelle Bucci, le iniziative di carattere spirituale e pastorale, l’allestimento del presepe e degli addobbi natalizi, le serate a quiz, le riunioni di confronto e di formazione, nonché i gruppi di lavoro collegiali e intercollegiali, le riunioni di coordinamento di sede e intersede che sono proseguiti a pieno regime, hanno garantito la prosecuzione delle attività programmate e della realizzazione del Progetto formativo del collegio, in modalità diversa e certamente conforme alle prescrizioni sanitarie vigenti, secondo una logica educativa e formativa integrata rivolta all’accrescimento e al miglioramento delle relazioni, improntate e votate sempre alla virtù della Carità, tema fondativo e propulsivo della proposta formativa di quest’anno nel nostro collegio. Non posso quindi che esprimere la mia gratitudine per come il collegio e i collegiali abbiano vissuto questa crisi; una crisi che ci ha unito invece di disperderci, una crisi che ci ha responsabilizzato e ci ha fatto maturare, invece di farci stancare e scoraggiare, una crisi che ha rafforzato i legami (anche quelli momentaneamente a distanza) una crisi che, pur nella lontananza fisica dal collegio di una parte degli studenti, ha alimentato intensamente e in maniera crescente il bisogno di vicinanza. Una crisi che con l’avvento del vaccino e la diffusione delle vaccinazioni tra gli studenti, sono fiducioso, sta precedendo, anticipando e conferendo un più autentico significato al futuro ormai prossimo di riunione fisica integrale e completa tra i collegiali in presenza e i collegiali temporaneamente a casa, facendo quindi vibrare ancor più i cuori e le menti dei nostri collegiali-in-relazione e rinnovando, ancor di più, in tutti noi, quella piena comunione di intenti e quell’indirizzo corale verso il bene che il collegio veramente incarna, stimola ed è chiamato a custodire e a implementare lungo il percorso di crescita e formazione dello studente collegiale. Nell’introdurre questo bilancio di missione, sintesi riepilogativa ed elaborativa di un anno accademico ricco di esperienze, riflessione, condivisione e momenti formativi di cui non sempre è facile fare narrazione scritta o verbale, trasmetto questa mia testimonianza di ottimismo e di gioia autentica, frutto entrambi dell’esperienza vissuta al Nuovo Joanneum in questo anno speciale e straordinario; è la testimonianza di un direttore grato, onorato e orgoglioso della comunità di cui fa parte, e che scrive nell’attualità ma anche nell’auspicio e nella prospettiva che i collegi conservino sempre la loro energia e il loro spirito formativo, riuscendo a mantenere sempre la propria identità anche nelle avversità e a far sentire ai propri collegiali il senso di comunità e di appartenenza, il senso di fare veramente parte di un’autentica e numerosa famiglia votata sempre a perseguire quella formazione integrale della persona, di cui il nostro Ateneo è fieramente e orgogliosamente propulsivo e propositivo. Ringrazio inoltre il vicedirettore il dott. Federico Giannuzzi per il suo supporto e il suo sostegno continuo, i collaboratori di direzione per la loro dedizione e il loro impegno e ringrazio don Luca De Santis, il nostro assistente pastorale, che grazie alla sua saggezza, alla sua esperienza e al suo consiglio ispira e stimola tutti noi e tutta la comunità a poter crescere sempre nella verità e nel bene. Un grande ringraziamento infine va al Centro Pastorale e alla Fondazione EDUCatt per il contributo fornitoci e per l’attenzione dedicata alla meravigliosa opera dei Collegi, opera che, anno dopo anno, cresce e aspira sempre di più a divenire perno centrale e chiave di volta per la formazione dei nostri studenti.

Dott. Salvatore Raia Direttore

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