Eurocarni 3-2017

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SLALOM

Pressing della UE per i conti pubblici italiani di Cosimo Sorrentino

Pierre Moscovici, commissario UE per gli Affari economici e finanziari (photo © www.huffingtonpost.it).

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entre l’Italia stava piangendo i morti causati dal terremoto e dalla tragedia di Rigopiano in Abruzzo, il commissario agli Affari economici dell’Unione Europea PIERRE M OSCOVICI , con un intervento freddo e burocratico, per non dire sconcertante, ha chiesto al nostro governo “una risposta precisa” sulla manovra correttiva da 3,4 miliardi, da annunciare entro il 1o febbraio, al fine di evitare una procedura per violazione della regola del debito. Lo stesso commissario ha proclamato: «La lettera c’è, le cifre ci sono e le risposte sono attese. Spero che arriveranno nei tempi previsti». Ci domandiamo: ma sono questi i valori di solidarietà sui quali è nata l’Europa? Indubbiamente non è

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così perché si continua a perseguire, in via esclusiva, una linea a difesa del dogma dell’austerità, l’unico valore, secondo Bruxelles, che deve interessare i cittadini europei. Circa poi la minaccia di aprire una procedura di infrazione in caso di ritardi per la definizione delle richieste di Bruxelles, vorremmo ricordare che da anni la Francia è sotto procedura di infrazione, senza conseguenze; è pertanto evidente lo scarso rispetto dell’uniformità di comportamento. Vero è che le regole europee sono, per definizione, flessibili e la flessibilità va applicata in tutte le situazioni, sia che si stia esaminando il caso italiano, sia che si esamini il caso tedesco sugli avanzi commerciali, il cosiddetto surplus. L’Italia non

intende nascondere i due punti sui quali si concentra l’attenzione della Commissione UE: il debito pubblico, notoriamente alto, e una crescita economica non brillante. Quindi, ben vengano le speciali attenzioni sulla situazione italiana, purché la stessa attenzione valga per tutti i possibili squilibri nel perimetro dell’Unione Europea. Per maggiore comprensione dei nostri lettori vorremmo chiarire, in sintesi, la richiesta di Bruxelles che sta generando preoccupazione: si tratta di misure aggiuntive, per assicurare uno sforzo strutturale di almeno lo 0,2% del PIL, che sarebbero necessarie per ridurre lo “scarto esistente” in relazione agli impegni europei e per rispettare in linea generale, nel 2017, il

Eurocarni, 3/17


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