La Freccia - marzo 2018

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INCONTRO

Lei è figlio di un siciliano emigrato al Nord. La sua famiglia come ha vissuto quel trasferimento? Se nasci in un contesto benestante, l’ambientamento non crea grosse difficoltà. Ma se i tuoi genitori devono spostarsi non per un capriccio culturale, ma per fame, la questione è diversa. Come si può immaginare sorgono complicazioni, difficoltà e sono necessari tanti sacrifici. Cosa pensa dei recenti episodi di razzismo e di questa paura dello straniero? Già chiamarlo straniero è sbagliato. Io lo vedo come una risorsa. A parer mio occorre innanzitutto capire due cose: da dove arriva e perché. Se poi si sceglie la via dell’accoglienza, non bisogna trattare gli immigrati come bestie, ma bisogna organizzare il Paese per riceverli in maniera civile. Cosa direbbe Cetto La Qualunque sull’argomento? Non lo sento da un po’. È in terapia in un centro di recupero in Sudamerica

in mezzo alle mangrovie. Cosa pensa dello ius soli? È assurdo che un bambino che nasce in Italia non possa averne la cittadinanza. Il viaggio è l’altro fulcro intorno a cui ruota la storia.

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LF

MAR2018

È stato un viaggio vero, anche per la troupe. Abbiamo girato da Milano fino ai confini del Marocco. Abbiamo preso la nave da Genova a Tangeri: due giorni di navigazione con altri 1.400 passeggeri marocchini che tornavano a casa. La partenza è


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