Agriflortec - n. 6/2023

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All’interno approfondimenti su soluzioni tecniche e novità di prodotto

Ipm Essen

Il 40esimo anniversario di una fiera che unisce industria e amore per le piante

Aziende

Modiform, alla ricerca di “buone idee sostenibili”

IL CUORE VERDE DEL FUTURO

La cover story è dedicata alle novità, partendo dal nostro viaggio in Olanda per i FlowerTrials, passando per l’edizione autunnale di PLANTARIUM|GROEN-Direkt fino ad arrivare ai porte aperte di Planta e Psenner

RIVISTA TECNICO-PROFESSIONALE E DI AGGIORNAMENTO SULLE COLTIVAZIONI PROTETTE N. 6/2023 STORIE AGRICOLE DI IMPRESE FLORICOLE E VIVAISTICHE
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EVOLUZIONE NATURALE

Crescere insieme alla più innovativa fiera B2B del Florovivaismo, del Garden e del Paesaggio in Italia.

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Febbraio 2024

FIERA MILANO-RHO

MYPLANTGARDEN.COM

Per molti il passaggio tra l’estate e l’autunno, quello che anticipa la nuova stagione, rappresenta il vero “inizio anno”, tra cambiamenti e, soprattutto, novità. È da questa parola che abbiamo preso spunto per realizzare la cover story di questo nuovo numero di agriflortec, tra innovazioni e occhi puntati verso il futuro. Così, prima dell’estate siamo andati a toccare con mano le nuove varietà presentate durante gli ultimi FlowerTrials nei Paesi Bassi, alle porte di Amsterdam; un appuntamento che riconferma la capacità degli olandesi di saper fare rete e promozione. Poi ci siamo fatti raccontare le novità che sono state presentate all’edizione autunnale di Plantarium|Groen-Direkt (sempre in Olanda!) e, alla fine, abbiamo seguito i porte aperte di Psenner e Planta e, con loro, ci siamo confrontati sugli ultimi andamenti di mercato, ragionando anche su possibili previsioni per il prossimo anno.

Ma novità non è la sola tematica che contraddistingue questo nuovo numero… Vado in ordine sparso: metodo di calcolo per l’analisi dei costi, materie alternative alla torba, wedding, lotta integrata, substrati e legge quadro. Nel complesso, un insieme di argomenti che, come sempre, vogliono essere motivo di stimolo per rimanere informati su quello che succede e, soprattutto, su quello che potrà succedere sul mercato. E, casomai, anticipare le scelte per risultare maggiormente competitivi, che è già un gran punto di partenza.

(f.tozzi@laboratorioverde.net)

(Instagram @agriflortec / @ed.lab.verde)

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EDITORIALE
agriflortec 66
incipit di Francesco Tozzi
www.laboratorioverde.net

Entra nel mondo di

Dall’esperienza di Flortecnica e vivaismo, nasce un nuovo spazio d’informazione per dare valore a imprenditori e professionisti del campo floricolo e vivaistico.

L’IDEA EDITORIALE?

Raccontare storie agricole delle imprese florovivaistiche L’impostazione prevede la raccolta di testimonianze e racconti di storie, case history di coltivatori, tecnici e operatori e aziende fornitrici con un approccio pratico: presentazione di una problematica > proposta e discussione di soluzioni.

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GLI STRUMENTI

Magazine di approfondimento (cadenza trimestrale)

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AGRIFLORTEC SMART (con contenuti extra + contenuti nativi)

Attività Social:

Instagram e LinkedIn Piattaforma podcast per diffusione audio

GLI ARGOMENTI PRINCIPALI

• Progettazione e gestione di imprese floricole e vivaistiche

• Programmazione delle coltivazioni

• Approccio sostenibile ai sistemi di coltivazione

• Tendenze consumer

• Marketing applicate a produzione e vendita

• Nuove macchine e strumenti per la produzione

• Ricerca varietale

• Prove in campo

• Monografie di agricoltori e imprese agricole

è il nuovo progetto d’informazione tecnico professionale e di aggiornamento sulle coltivazioni protette. Un nuovo punto di riferimento per la filiera agri-florovivaistica.

La struttura editoriale

Così è pensato : una sorta di prontuario declinato in articoli tecnici e servizi con impostazione pratica.

L’azienda. Su ogni numero (magazine + newsletter) presenteremo l’analisi di un’azienda tipo, soffermandoci sulla sua organizzazione, i punti di forza e i margini di miglioramento.

2. Focus produttivi. In collaborazione con le aziende di settore e alcuni dei più rappresentativi istituti di ricerca applicata, presenteremo tecniche e prodotti per migliorare le attività di produzione.

3. Ricerca e nuove varietà. Spazio sarà dedicato alle nuove possibili varietà in commercio, per ottimizzare e ampliare produzione e offerta merceologica.

4. La formazione. Ampio spazio sarà dedicato ad articoli formativi con l’intento di suggerire soluzioni imprenditoriali su come gestire al meglio l’azienda.

5. Sostenibilità e innovazione. Ampio spazio ai temi inerenti scelte e pratiche sostenibili e all’utilizzo dell’innovazione per migliorare processi produttivi e gestionali.

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6. Tendenze mercati e consumer. Attraverso un osservatorio permanente dei mercati produttivi e distributivi, consiglieremo le tendenze attuali e future dei due settori di riferimento: floricolo e vivaistico.

7. Marketing, packaging e logistica. Ampio spazio sarà dedicato alle nuove soluzioni per promuovere e distribuire al meglio i prodotti, attraverso case history di riferimento.

8. Nuove generazioni. Uno spazio fisso sarà dedicato al racconto di giovani imprenditori e agricoltori, per uno sguardo rivolto al futuro.

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9. Le notizie e i mercati. Novità dal mondo delle aziende con tutte le soluzioni innovative tecniche per quanto riguarda prodotti, macchinari e attrezzature.

il nuovo spazio editoriale dove si incontrano agricoltura, floricoltura e vivaismo

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Contenuti

1

PRIMO PIANO: attualità e innovazioni

16 NOVITÀ

Il cuore verde del futuro di Benedetta Minoliti

Buona premesse per la primavera di Benedetta Minoliti

Occhi puntati sulla Petunia Vista Non c’è crescita senza formazione di Benedetta Minoliti

2

NUOVE VISIONI: scoperte e focus aziendali

28 IPM ESSEN

Un anniversario da festeggiare… con il cuore di Benedetta Minoliti

30 ASSOCIAZIONI

La chiave per il futuro: dialogo e confronto di Benedetta Minoliti

38 AIPSA INFORMA

L’antica usanza delle piante in vaso

40 INFO MARKETING

Italia: 1 su 3 coltiva in giardino o sul balcone di Alice Nicole Ginosa

42 TENDENZE

Una menzione davvero speciale di Penelope Moran

Qualità, sostenibilità e innovazione

Largo spazio alle novità di Benedetta Minoliti

48 WEDDING

Matrimonio all’italiana di Benedetta Minoliti

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006 - 2023
SOMMARIO numero

IL CUORE VERDE DEL FUTURO

50 CASE HISTORY

Un cambiamento epocale di Benedetta Minoliti

Alla ricerca di “buone idee sostenibili” di Benedetta Minoliti

Ecosostenibilità, la ricerca continua di Marta Meggiolaro

L’importanza della difesa integrata di Benedetta Minoliti

3 PER APPROFONDIRE: trend e news

28 IPM ESSEN

Un anniversario da festeggiare… con il cuore di Benedetta Minoliti

58 MERCATI

Florovivaismo, il Veneto c’è di Marta Meggiolaro

51 LEGISLAZIONE

Obiettivo 2024: Legge quadro di Benedetta Minoliti

4 LE RUBRICHE

12 PENSARE GREEN

Fotosintesi in pericolo di Penelope Moran

14 PENSARE INNOVAZIONE

Più piccole di un granello di sale di Penelope Moran

30 STORIE BREVI News

NUMERO 006 - 2023

Supplemento al numero 208 di greenup

DIRETTORE RESPONSABILE

Francesco Tozzi / direzione@laboratorioverde.net

IN REDAZIONE

Alice Nicole Ginosa, Benedetta Minoliti, Rachele Pozzato redazione@laboratorioverde.net

COLLABORATORI

Lucio Brioschi, Jessica Bertoni, Emma Colombo, Costanza di Matteo, Stefania Medetti, Marta Meggiolaro, Valerio Pasi, Giovanna Pavarin, Filippo Terragni

PROGETTO GRAFICO

Orlandi Simona (Testo&Immagine)

IMPAGINAZIONE

Daniela Francescon / daniela.francescon@gmail.com

PRODUZIONE E SEGRETERIA

Katiuscia Morello / k.morello@laboratorioverde.net

PROMOZIONE E SVILUPPO

Stefano Carlin / s.carlin@ laboratorioverde.net

STAMPA

Tipografia Grafiche Villa

Via Puecher - 23844 Sirone (LC)

DIREZIONE, REDAZIONE E AMMINISTRAZIONE

Edizioni Laboratorio Verde srls, via E. Cosenz 35, 20158 Milano info@laboratorioverde.net | www.laboratorioverde.net

Agriflortec numero 6 è un supplemento del numero 208 di greenup, periodico registrato: autorizzazione del Tribunale di Milano n. 64 del 27/1/1999 - n. ROC 2232, delibera del 30/06/2001. La pubblicazione o la stampa di articoli, anche parti di essi, e immagini della rivista deve essere autorizzata per iscritto dall’Editore. Gli articoli pubblicati su greenup sono sotto la responsabilità degli autori.

Casa editrice specializzata nei settori florovivaismo, garden e interior AMMINISTRATORE UNICO

Francesco Tozzi

SEGRETERIA GENERALE

Katiuscia Morello

Agriflortec è una rivista di Edizioni Laboratorio Verde.

Fanno parte della stessa casa editrice:

• Greenup

• IL Giardiniere

• IL Giardiniere SMART

• FIORItales

• Agenda e Calendario del Verde

• I Quaderni di greenup

Rappresentate e collaborazioni:

• floorewall.com

• F&W magazine

Edizioni Laboratorio Verde srl, titolare del trattamento dei dati relativi ai destinatari della presente pubblicazione, informa che le finalità di tale trattamento sono rivolte a consentire l’invio della presente rivista, e/o altre di propria edizione, allo scopo di agevolare l’aggiornamento dell’informazione tecnica, nonché alle operazioni necessarie alla gestione amministrativa e contabile dell’abbonamento. Edizioni Laboratorio Verde srls riconosce e garantisce ai medesimi destinatari i diritti di cui all’art. 7 del D.L.gs. 196/03

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RIVISTA TECNICO-PROFESSIONALE E DI AGGIORNAMENTO SULLE COLTIVAZIONI PROTETTE N. 6/2023 STORIE AGRICOLE DI IMPRESE FLORICOLE E VIVAISTICHE
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NUOVO Ipm Essen Il anniversario40esimo di una fiera che unisce industria e amore per le piante Aziende Modiform, alla ricerca di “buone idee sostenibili” La cover story è dedicata alle novità, partendo dal nostro viaggio in Olanda per FlowerTrials, passando per l’edizione autunnale di PLANTARIUM|GROEN-Direkt fino ad arrivare ai porte aperte di Planta e Psenner All’interno approfondimenti su soluzioni tecniche e novità di prodotto La tematica delle novità è protagonista della nostra copertina e della nostra cover story, a partire da pagina 16.

Fotosintesi in pericolo

Uno studio pubblicato su Nature ha rivelato come l’alta temperatura raggiunta dalle foglie a causa del riscaldamento globale potrebbe compromettere l’importante processo attraverso cui le piante convertono l’anidride carbonica

La crisi climatica, sembra scontato ma va ribadito, è una tematica all’ordine del giorno. In particolare, ad essere colpiti sono soprattutto i polmoni verdi della Terra. Il riscaldamento globale, infatti, potrebbe mettere a rischio il processo di fotosintesi delle piante. Un’attività vitale che rischia di essere compromessa quando il fogliame raggiunge i 46,7 gradi. Questo aspetto in particolare è emerso da uno studio, pubblicato di recente su Nature, realizzato da un gruppo internazionale di scienziati che hanno misurato le temperature raggiunte nella parte superiore delle chiome degli alberi nelle foreste di Sud America, Africa e Sud-Est asiatico.

I DATI EMERSI DALL’ANALISI

Lo studio è stato effettuato attraverso delle rilevazioni che hanno combinato i dati derivanti dall’Ecosystem spaceborne thermal radiometer experiment on space station (Ecostress), un satellite della Na-

sa, e le osservazioni effettuate sul campo, applicando specifici sensori al fogliame. Quello che è emerso dalle rilevazioni è che le temperature medie delle foglie più basse superano i 34 gradi, mentre i picchi arrivano a superare i 40 gradi. Dall’analisi, inoltre, è emerso che lo 0,01% delle foglie, almeno una volta l’anno, supera la soglia di temperatura critica. Tutto questo comporta danni irreversibili alla capacità di fotosintesi delle piante.

Approfondisci lo studio pubblicato su Nature

GLI ESPERIMENTI IN BRASILE, AUSTRALIA E PORTO RICO

I ricercatori hanno svolto esperimenti in tre località diverse, Australia, Brasile e Porto Rico, in cui i rami e le foglie sono stati riscaldati per valutare gli effetti. La rilevazione effettuata ha evidenziato una relazione non lineare tra l’aumento della temperature dell’aria e l’aumento di quella delle foglie. Secondo il modello, se l’aria dovesse innalzarsi di circa 4 gradi, l’1,4% delle foglie supererebbe il livello critico. Questo, nel concreto, potrebbe potenzialmente causare un’ampia perdita di fogliame e la morte dell’albero. Gli autori, nonostante le incertezze emerse, hanno concluso spiegando che lo studio fornisce comunque spunti importanti e da tenere in considerazione. Questo, in particolare, per evitare che un fenomeno critico come quello rilevato dallo studio si diffonda senza avere gli strumenti giusti, e le conoscenze, per contrastarlo o prevenirlo.

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PENSARE

un granello di sale

La tecnologia a nanobolle sviluppata da Moleaer è pensata per il trattamento dell’acqua senza sostanze chimiche. Una svolta davvero interessante per il settore, alla costante ricerca di innovazioni per il controllo delle risorse idriche

Quello della gestione dell'acqua è un tema che abbiamo spesso trattato tra le pagine della rivista. I sistemi utili a controllarla, migliorandone la qualità ed evitandone le spreco, sono molteplici. Ma avete mai sentito parlare delle nanobolle? Se la risposta è no, a proporre questa innovativa tecnologia è Moleaer, azienda specializzata nello sviluppo della tecnologia a nanobolle su scala industriale per il trattamento delle acque senza sostanze chimiche.

COSA SONO LE NANABOLLE

L e nanobolle possono essere formate da qualsiasi gas, iniettate in qualsiasi liquido e hanno dimensioni di 70-120 nanometri. Sono, quindi, 2500 volte più piccole di un singolo granello di sale. Grazie alle loro dimensioni, le

nanobolle presentano proprietà uniche che migliorano numerosi processi fisici, chimici e biologici. Per darvi un’idea: le tecnologie di aerazione convenzionali raggiungono un’efficienza di trasferimento dell’ossigeno a condizioni standard (SOTE) inferiore al 3% per metro d’acqua. Test di terze parti hanno confermato che la tecnologia proposta da Moleaer riesce a raggiungere un’efficienza di trasferimento dell’ossigeno superiore dell’85% in appena un metro d’acqua. Questo, consente di aumentare i livelli di ossigeno disciolto (DO) con un consumo di ossigeno di gran lunga inferiore rispetto ad altre tecnologie di aerazione.

LE DIVERSE APPLICAZIONI

La tecnologia a nanobolle sviluppata da Moleaer può essere applicata

in tantissimi settori e si inserisce perfettamente anche nei processi di coltivazione. Infatti, questa innovazione permette di migliorare lo sviluppo delle radici, controllare i patogeni e i biofilm e aumentare le prestazioni delle piante. Sfruttando questa tecnologia sono diversi i benefici che si possono ottenere: migliorare la qualità dell’acqua di irrigazione e la salute della colture, ridurre l’utilizzo di trattamenti chimici o migliorarne l’impatto, integrando il processo con le nanobolle. E ancora: ridurre il rischio di perdita del raccolto, migliorare la salute della radici, sopprimere i patogeni, aumentare l’efficienza di assorbimento dei nutrimenti e consentire alle colture di resistere meglio agli stress ambientali grazie all’acqua ricca di ossigeno.

Scopri l’innovativa tecnologia di Moleaer scansionando il qr code

PENSARE Innovazione agriflortec 1414

QUALITÀ PROFESSIONALE DAL 1950

”Sempre attenta alle tecniche innovative, Agrochimica ha instaurato una stretta collaborazione con tecnici e industrie tedesche, olandesi, finlandesi e baltiche per sviluppare substrati e fertilizzanti ad altissime prestazioni per l’ortoflorovivaismo e l’agricoltura specializzata.”

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Andrea Sandini Amministratore delegato
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Il cuore verde del futuro

Settembre per molti segna l’inizio di un nuovo anno ancor più che il 1° gennaio. Per questo abbiamo deciso di dedicare questo numero alle novità, partendo dal nostro viaggio in Olanda ai FlowerTrials, passando per l’edizione autunnale di PLANTARIUM| GROEN-Direkt fino al porte aperte organizzato da Planta e Psneer di Benedetta Minoliti

Computer, macchina fotografica, cellulari carichi sempre a portata di mano e, soprattutto, tanta curiosità. Sono questi gli elementi fondamentali con cui, da Milano, siamo partiti alla volta dei FlowerTrials, uno degli appuntamenti più importanti per osservare e scoprire più da vicino le ultime innovazioni e gli sviluppi futuri per la genetica, ma non solo. Nel nostro breve, ma intenso, viaggio in Olanda abbiamo concentrato le nostre due giornate nella Middle Region, a qualche chilometro da Amsterdam, dove abbiamo visitato i principali coltivatori e ibridatori, entrando in contatto anche con alcune nuove aziende. Il nostro reportage vi porterà, così, principalmente in tre aree: Rijsenhout a casa di Royal Van Zanten, Leimuiderbrug presso MNP/Suntory e Kudelstaart, dove ha sede Takii.

STORIE DI ATTUALITÀ
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Cover

MNP/Suntory

«I FlowerTrials sono l’appuntamento più atteso». Poche e semplici parole quelle di Francesca Lanzillota, Marketing & Communication manager di MNP/Suntory, azienda che quest’anno ha ospitato, nel suo nuovo spazio espositivo, ben 7 aziende. Per quattro giorni MNP/Suntory, più conosciuta sul territorio come Moerheim New Plant, da cui deriva il loro acronimo, ha aperto “le porte di casa” per mostrarsi al meglio. «Per noi del reparto marketing è fondamen tale realizzare una presentazione dei prodotti che lasci il segno. Il focus deve essere sì sulle piante, ma ci deve essere anche cura nel modo in cui le si presenta. Questo perché alcuni visitatori sono buyers di garden center e quindi vogliamo offrirgli anche spunti per poter presentare le piante al consuma tore finale. Cerchiamo sempre soluzioni che possano essere innovativa e che soddisfino i trend del momento, dai colori alla presentazione che non sia soltanto il classico tavolo con i prodotti esposti».

SURFINIA® TRAILING HOT PINK CHERRY

MNP/Suntory nel 2023 festeggia il fatto che in 32 anni dall’introduzione della prima Surfinia siano arrivati a una vendita di più di un miliardo e mezzo di piante. Inoltre, nel 2022, l’azienda ha festeggiato i 20 anni del brand di mandeville Sundaville. Nello specifico, la SURFINIA® TRAILING HOT PINK CHERRY presenta magnifici fiori a forma di tromba che richiamano l’estate e portano allegria.

SURFINIA® DEEP RED

Questa varietà classica e a fioritura precoce ha fiori rossi sorprendenti, un portamento leggermente ricurvo con un’altezza da 20 cm a 30 cm. Si trascina o si allarga da 30 cm a 40 cm, il che la rende ideale per cesti e contenitori appesi.

Meilland

Tra le aziende ospiti degli spazi di MNP/Suntory anche Meilland. Adrian Soulié, marketing & development dell’azienda, ci ha presentato le loro ultime novità: la gamma Friendly® e la gamma Street colors®.

FRIENDLY®

La gamma Friendly® si integra facilmente in un ecosistema favorevole alla biodiversità. Parliamo di una gamma poco impegnativa, che cresce su qualsiasi tipo di terreno e tollerano il caldo e la siccità. I fiori singoli, raggruppati in mazzi da 5 a più di 20 fiori, hanno il fascino delle rose selvatiche, con il vantaggio di essere più colorati e di rinnovarsi rapidamente da maggio-giugno fino al gelo. Le rose Friendly® sono disponibili in 4 colori: pink, purple, sweet e red.

STREET COLORS®

Le rose della gamma Street colors® sono una nuova generazione di rose di Meilland. Presentano le caratteristiche sia per accontentare i professionisti sia gli appassionati di città. Questa gamma presenta un’incredibile fioritura e diversità di colori, estrema resistenza alle malattie e bassi requisiti di manutenzione. Le varietà disponibili pren dono il nome dalla geografia francese come: CHAMPS ÉLYSÉES®, RÊVE DE PARIS®, LA GRANDE MOTTE, MOULIN ROUGE®, BELLE DE GRASSE®,Jolie PROVENCE®.

STORIE DI ATTUALITÀ
Cover story

I FlowerTrials rappresentano una vetrina importante anche per l’Italia, dove aziende come Gruppo Padana hanno la possibilità di dimostrare i “passi avanti” fatti per quanto riguarda l’ibridazione. In questa occasione mostriamo e condividiamo la nostra gene tica” ha raccontato Tito Livio, Sales Area Manager Italia Gruppo Padana. Ecco quin di alcune novità dell’assortimento varietale dell’azienda

TOP-TUNIA | PETUNIA HYBRIDA

Globosa e sempre compatta, anche in esta te. Ideale per coltivazioni ad alta densità, fioritura coprente e piena anche in estate. Questa pianta non richiede nanizzanti ed è adattabile a basse temperature per risparmia re energia: 2-3 settimane a 14°, poi 6°-9°.

Gruppo Padana Morel

In occasione dei FlowerTrials incontrare i propri clienti, ha presentato ben nuove varietà di Ciclamino. Ecco alcune novità.

ABSOLU® DE MOREL

Un ciclamino davvero profumato, affascinante ed elegante, con fiori finemente ondulati e dal delicato colore bianco-rosso bordato di rosa più intenso, con un fogliame verde scuro marmorizzato argento. Questo ciclamino è a lunga fio ritura ed è adatto ad interni luminosi, ma anche a terrazzi e balconi per tutto l’autunno e parte dell’inverno.

TIANIS® NORD MIX EXP.

Appartenente alla varietà MINIs, Tianis è il più grande di que sta famiglia di ciclamini ed è caratterizzato da una forma più tondeggiante e compatta, con un numero maggiore di fiori.

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DI ATTUALITÀ
STORIE
Cover story

Lazzeri

“Ai FlowerTrials arrivano da tutto il mondo, si incontrano e si scambiano opinioni, conoscendosi per sviluppi di business Lazzeri ha l’opportunità di far vedere tutta la sua genetica, presentandole al meglio”. A raccontarlo è Andrea Lazzeri, Global Product Manager dell’azienda di giovani piante, che durante i FlowerTrials, come raccontato, ha potuto mostrare a tutti i visitatori della manifestazione tutta la sua genetica, Una nuova varietà bianca di Mandevilla, con fioritura abbondante, da precoce a medio precoce, facile da coltivare e adatta a tutte le esigenze, con ottima ramificazione e ideale per vasi da 10,5 a XXL. Di particolare rilievo è la varietà rossa Brasileira Brillant che, oltre alla sua precocità, non appassisce e ha un’ottima resa per tutta l’estate.

POINSETTIA CARMEN RED

La varietà Carmen Red è caratterizzata da un colore rosso brillante e brattee medio-grandi, con un’ottima ramificazione e struttura a forma di V. Adatta a vasi standard, questa Poinsettia è mediamente precoce (circa 7 settimane).

Vi abbiamo raccontato la nostra esperienza ai FlowerTrials anche su Instagram, tra reel e stories. Ma non solo. Infatti, abbiamo realizzato anche un breve video riepilogativo, che racconta le novità più importanti delle sei aziende che abbiamo visitato, che potete trovare sui nostri canali Instagram e YouTube.

Guarda il resoconto dei nostri due giorni ai FlowerTrials sul nostro canale YouTube

STORIE DI ATTUALITÀ Cover story

Schoneveld Breeding

Il primo elemento che salta all’occhio, ancora prima di un’interessante novità di cui vi par leremo nelle prossime righe, è il rebranding visivo dell’azienda. Schoneveld Breeding ha infatti una nuova brand identity, con un nuovo logo e l’identità aziendale che mostrano una X e una Y. Queste rappresentano da una parte il lavoro dell’azienda nell’ibridare la nuova generazione di piante da fiore in vaso e da coltivare in modo sostenibile e nel pensare prodotti con un basso fabbisogno energetico o di fitoregolatori, con una lunga shelf-life. “Con la nuova comunicazione e la nuova brand identity vogliamo mettere al centro anche le persone che lavorano in Schoneveld. L’idea è quella di andare a ‘per sonalizzare’ in qualche modo la pianta” ci ha raccontato durante i FlowerTrials Gian franco de Leo, Area Manager South Europe di Schoneveld Breeding. La X e Y sono anche il simbolo delle generazioni a venire per le quali Schoneveld vuole dare il buon esempio, dimostrando che la sostenibilità e il successo possono andare di pari passo.

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DI ATTUALITÀ
STORIE
Cover story

Buone premesse per la primavera

L’edizione autunnale di PLANTARIUM|GROEN-Direkt ha riscosso un notevole successo, con più di 220 espositori e grande attenzione alle novità mediterranee e agli alberi di Natale, con un mercato generale della piante da giardino che sembra essere tornato a crescere di Benedetta Minoliti

Boskoop è stata ancora una volta il centro europeo del commercio di piante da giardino durante l’edizione autunnale, tenutasi il 23 e 24 agosto, di PLANTARIUM| GROEN-Direkt. La manifestazione ha accolto un elevato numero di

acquirenti e commercianti dall’Olanda e dall’estero nei sui 4,5 km e più di 220 espositori. Inoltre, questa edizione della fiera ha visto anche la prima edizione dei Green Retail Awards. Già annunciate anche le date per l’edizione 2024 della Fiera di primavera, che si terrà il 6 e 7 febbraio, e per la prossima edizione autunnale, che avrà luogo il 21 e 22 agosto.

UN’IMPORTANTE NOVITÀ

Durante la fiera si è tenuta anche la prima edizione dei Green Retail Awards. I prodotti presentati sono stati giudicati in tre categorie: “Best KVBC Novelty”, “Best Market Introduction” e “Visitors Favourite”. Gli specialisti della KVBC, la Royal Boskoop Horticultural Society, hanno scelto la Diervilla splendens sviluppata da Vakplant BV come migliore

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DI ATTUALITÀ
STORIE
Cover story

novità. La giuria è stata unanime del giudizio: “Questa Diervilla è colorata e ha una forma stabile, che la rende innovativa nella gamma Diervilla. La pianta ha un buon portamento cespuglioso e si presenta in modo ordinato, senza fogliame bruciato. Vanta una bella miscela colorata di foglie verdi variegate con bordi bianco crema e giovani germogli di un rosso rosato”. La giuria internazionale ha invece selezionato la migliore introduzione sul mercato, assegnando il primo premio a Precious Earth (mos ses) , presentata da Vof de Leeuw den Engelsen. La giuria ha così motivato la scelta: “Un’attraente reintroduzione di una gamma di musci che risponde a due richieste fondamentali: il controllo del calore e la gestione dell’acqua. Precious Earth è un prodotto che sicuramente attirerà i clienti”. Infine, i visitatori sono stati invitati a esprimere la loro prefe renza nella categoria “Visitors Favori te”. Ad aggiudicarsi il primo premio è stata l’Hydrangea paniculata LIVING LITTLE ROSY®, sviluppata da Hinri chs Pflanzen. Marjolein Wieckardt, di

STORIE DI ATTUALITÀ Cover story agriflortec 22
“L’edizione autunnale ha dimostrato che ora offerta e domanda sono ben bilanciate. Una buona notizia sia per i coltivatori che per gli acquirenti, dopo tre anni turbolenti caratterizzati da carenze ed eccedenze”.
Hans Cok, vicedirettore GROEN-Direkt
 Diervilla splendens di Vakplant BV, vincitrice nella categoria “Best KVBC Novelty”  Precious Earth (mosses) di Vof de Leeuw den Engelsen, vincitore nella categoria “Best Market Introduction”  Hydrangea paniculata LIVING LITTLE ROSY® sviluppata da Hinrichs Pflanzer, vincitrice nella categoria “Visitors Favourite”

rettrice della Fiera, è stata molto entusiasta delle decine di prodotti presentati per i Green Retail Wards.

GRANDE INTERESSA

PER LA GAMMA MEDITERRANEA

Dopo il successo delle piante mediterranee presentate durante l’edizione primaverile, anche durante l’edizione autunnale di GROEN-Direkt l'interesse è stato elevato, con la presentazione di nuove piante, erbe e arbusti. “Siamo molto soddisfatti della nostra decisione di prendere in mano la situazione per quanto riguarda questo gruppo di prodotti. “ha detto Hans Cok, vicedirettore di GROEN-Direkt. “Allo stesso tempo, teniamo monitorato il nostro assortimento complessivo e le prestazioni logistiche. Il fatturato e la reazione alla presentazione durante questa fiera ci danno grande fiducia per la prossima primavera”.

MERCATO IN MOVIMENTO…

E SI PENSA GIÀ AL NATALE!

Secondo il vicedirettore di GROEN-Direkt, le cose stanno andando meglio per

il mercato delle piante da giardino dopo tre anni turbolenti caratterizzati da carenze ed eccedenze. “La Fiera d’Autunno ha dimostrato che l’offerta e la domanda sono ora ben bilanciate, il che è una buona notizia sia per i coltivatori che per gli acquirenti”. E ha aggiunto: “Le vendite di questa fiera sono state migliori di quelle dell’edizione dell’anno scorso, quando le incertezze politiche ed economiche avevano indotto alla cautela i consumatori e gli acquirenti. Non possiamo ancora tracciare un bilancio esatto, perché le vendite continuano attraverso il webshop, ma prevediamo che il nostro fatturato sarà superiore del 15-20% rispetto a quello della Fiera d'Autunno dello scorso anno. Siamo molto felici di questa previsione”. Inoltre, la Fiera d’Autunno segna tradizionalmente l’inizio della prevendita esclusiva di alberi di Natale di GROEN-Direkt, con oltre 500 m2 di alberi di diverse specie e dimensioni. Acquirenti e commercianti non si sono lasciati scoraggiare dalle elevate temperature e hanno già approfittato degli interessanti prezzi speciali di prevendita.

Le parole di Marjolein Wieckardt, direttrice di GROEN-Direkt

“La presentazione delle novità per i Green Retail Awards è stata un grande successo. Sono stati creati dei veri e propri hotspot in fiera, garantendo una grande attenzione per tutti i prodotti presentati. Siamo riusciti a creare una fiera attraente e ben organizzata, e tutti quelli che abbiamo intervistato sono d’accordo!”.

Scansiona il qr-code per vedere l’aftermovie dell’edizione autunnale 2023 di PLANTARIUM| GROEN-Direkt

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STORIE DI ATTUALITÀ Cover story

Occhi puntati sulla Petunia Vista

Una pianta che da soddisfazione al cliente finale, ma soprattutto a Psenner, che durante il suo porte aperte nella sede di Caldaro ha mostrato le sue novità varietali e messo in risalto anche le sue buone pratiche di sostenibilità colloquio con Robert Psenner di Benedetta Minoliti

delle piante, per cui quello che era stato prodotto è stato venduto, ma non c’è stata quella mancanza che avrebbe dato una spinta ai prezzi. Comunque, per il prossimo anno i clienti sono più positivi, ma rimangono sempre con i piedi per terra.

Si è rimasti in attesa di capire cosa sarebbe successo. C’è da dire, però, che il mercato non è in una “fase critica” in questo momento.

Quello che va sottolineato è che non è mancato il prodotto. Parliamo di 200 milioni di piante prodotte in meno, a livello europeo. Anche la situazione in Olanda non è stata proprio delle migliori, perché parecchi hanno prodotto anche l’80% in meno, e molti hanno addirittura bloccato le produzioni. Comunque, come dicevo, in generale c’è una ritrovata fiducia, nonostante tutto.

Parlando del geranio, qual è stato il trend? E quali aspettative avete per il futuro di questa pianta?

Dal 7 al 9 settembre Psenner e Planta hanno aperto le porte delle loro aziende, per mostrare a tutto il settore l’assortimento completo 2024. Psenner, nella sede di Caldaro, ha esposto le sue novità in una nuova area espositiva di 3.2000 metri quadrati, con oltre 6000 diverse varietà tutte da scoprire. Abbiamo intervistato Robert Psenner, CEO dell’azienda, per conoscere meglio il nuovo assortimento, indagando anche l’andamento del mercato e il concetto di sostenibilità, molto importante per l’azienda.

Come sono andate le vendite in questi ultimi anni e, in particolare, in quello attuale?

L’anno del Covid è andato bene, anche se tutti pensavano il contrario. Nel

2021-2022 c’era ancora molta incertezza, ma è stato un ottimo anno, perché tutti hanno ordinato in tempo e si è venduto bene. Nel 2022-2023 invece abbiamo affrontato la crisi ucraina e quella energetica, per cui tantissimi produttori hanno avuto paura per i prezzi del riscaldamento. Va detto, però, che i costi sono rimasti stabili. Certo, sì sono alzati, ma non di tantissimo. In quel momento parecchi hanno ordinato o pianificato di produrre un 20% in meno.

E questo, nel concreto, cosa significa? Guarda a tutta l’Europa, è stato prodotto molto meno rispetto ad un anno normale. Si pensava quindi che la mancanza di prodotto avrebbe fatto salire i prezzi, ma così non è stato. Questo perché il brutto tempo primaverile ha frenato la vendita

Qualsiasi cosa succeda, il geranio rimane sempre stabile come bellezza. Se altre piante non sopportano caldo, umidità e afidi, il geranio zonale e quello parigino sono di più semplice gestione. La tendenza, secondo i clienti, è che il geranio stia diminuendo. In parte è vero, ma non del tutto. Quello che noi vediamo, come Psenner, è che il geranio zonale è sempre in leggero aumento, mentre quello parigino è stabile, anche se leggermente in calo, perché c’è più competizione. Tra le nostre proposte, quella che sta dando maggiore soddisfazione, però, è la gamma Vista delle petunie.

Quali sono le caratteristiche di questa gamma?

Abbiamo lanciato un trademark associato a questa varietà, che è “simply the best”, ovvero le migliori petunie pendule sul mercato, per quanto riguarda la resistenza alle intemperie e al caldo. I colori disponibili sono solo quattro, ma anche così vendiamo più quantitativi di questa varietà piuttosto che di tutte le al-

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tre petunie insieme. La Vista raddoppia ogni anno, soprattutto per le sue ottime caratteristiche tecniche. I suoi tempi di coltivazione sono molto più corti e fioriscono fino a ottobre-novembre. Ci sono garden center che hanno tolto tutte le Surfinie, tenendo solo le Vista, nonostante il limite delle poche colorazioni.

Quindi, l’estetica passa in secondo piano, dando più importanza alle caratteristiche tecniche?

La pianta deve dare soddisfazione al consumatore. Se una pianta è bella ma di difficile gestione, è frustrante. La Vista, invece, è facile da gestire e può essere utilizzata anche in aiuola, discorso molto interessante soprattutto per i Comuni. Nella Vista inoltre abbiamo un’altra gamma, la Mini Vista, con un fiore di grandezza simile alla calibrachoa, ma con più colori e più resistente a caldo, umidità e afidi. La Vista è vigorosa, mentre la Mini ha la stessa resistenza, ma è più compatta e più gestibile.

Parlando invece di sostenibilità, quali sono le azioni concrete su questo tema portate avanti da Psenner?

Da ormai 11 anni abbiamo portato tutte le piante madri delle stelle di Natale in

Alto Adige, a Bolzano e Caldaro, dove le trattiamo con la lotta integrata. Non utilizziamo trattamenti chimici, a parte nanizzanti per controllare l’altezza. Così, siamo gli unici al mondo ad offrire un prodotto senza residui chimici. Queste conoscenze le applichiamo anche su tante altre piante. Sempre a Bolzano e Caldaro facciamo uso di pannelli fotovoltaici e abbiamo un boiler da 300 metri cubi di acqua calda. Tutto questo ci permette praticamente da inizio marzo a fine novembre di non utilizzare ne gas ne pellet. Inoltre, utilizziamo terriccio che è per l’80% compostato e tutte le giovani piante sono in vasetti con tessuto-non-tessuto biodegradabile. Anche gli alveari sono in plastica 100% riciclata, anche in vaso 10, e il concime lo prendiamo da un’azienda che dallo stallatico delle mucche riesce ad ottenere gas e con il resto fa concime biologico. Infine, siamo l’unica azienda in Italia a consegnare con i propri camion, tutti Euro 6.

Non c’è crescita senza informazione

Nella sua sede di Bressanone, Planta ha aperto le porte presentando oltre 500 varietà. Con il suo titolare abbiamo parlato dell’andamento del mercato, focalizzandoci sulle principali novità proposte e sul bisogno, sempre crescente, di informazione, non solo per il consumatore finale

colloquio con Aldo Staboli di Benedetta Minoliti

Com’è andato il mercato quest’anno?

La prima parte della stagione è stata buona, abbiamo avuto ordini superiori a quelli dell’anno scorso. La seconda parte invece è stata più scarsa, perché il mercato è partito tardi e c’è stato brutto tempo. La primavera è stata quindi un po’ al di sotto delle aspettative. Questa

cosa sta succedendo anche nella parte autunnale, perché i primi programmi sono stati fatti bene, mentre la coda è un po’ faticosa. C’è da dire che probabilmente tutto questo è legato alle incertezze economiche di questo periodo. Molti aspettano di sapere come andrà la stagione, ma noi non abbiamo la

palla di vetro e soprattutto la possibilità di velocizzare la natura.

Ci si prende poco rischio. Il problema è sempre la programmazione. Anche nel pubblico, la parte dei

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giardini viene programma poco e spesso male. I lavori del verde importanti spesso sono programmati dopo che la produzione è iniziata. Noi stiamo presentando tantissime varietà interessanti per i giardinieri e gli enti pubblici, ma dobbiamo sapere per tempo cosa serve.

Quali sono le principali novità di quest’anno?

Come Planta sfruttiamo questa occasione anche per vedere come si comportano alcune varietà sperimentali. Le perenni, ad esempio, sono un prototipo di lavoro, perché stiamo pensando di introdurle nella nostra produzione, anche perché pensiamo che almeno una parte di quelle piante che stanno bene in un clima alpino sia ideale farle qui, dove si fa “meno fatica”.

La pianta che ti dà più soddisfazione?

In questo momento si cerca di trovare soluzioni alle estati mutevoli, quindi si va a cercare piante che sopportano bene il caldo e i picchi stagionali. Le begonie sono sicuramente le piante che possono essere sfruttate maggiormente, come la dipladenia, che si sta prendendo una bella fetta di mercato sempre per la buona sopportazione alle

E da dove deriva questa mancanza di informazioni?

Da tutta la filiera. Dobbiamo essere in grado di dare sempre le informazioni giuste per scegliere bene al cliente finale, altrimenti non sempre è in grado di farlo. Se una pianta muore dopo due settimana perché è stata gestita nel modo sbagliato è un problema di tutti, perché si rischia che il consumatore non acquisti più e magari scelga altre piante, che all’apparenza sono più facili da gestire.

E come si può risolvere questo problema?

Ognuno deve fare la sua parte. Il mercato italiano, rispetto ad altri come ad esempio quello francese, è più complesso, perché l’informazione che uno può dare non è capillare, ma arriva ai singoli produttori

me Planta l’informazione cerchiamo di metterla sempre, ma prima di tutto i vari anelli che compongono la filiera devono essere ben collegati. Bisogna stimolare il consumatore, renderlo consapevole di

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Un anniversario da festeggiare… con il cuore

IPM Essen, a Messe Essen dal 23 al 26 gennaio 2024, celebra il 40esimo anniversario con un claim che unisce industria e amore per le piante: “Our heart beats green” di

Un anniversario tutto da festeggiare quello di IPM Essen, Fiera Internazionale delle Piante che si terrà a Messe Essen dal 23 al 26 gennaio 2024 per la sua 40esima edizione. Il claim di questa edizione, “Our heart beats green”, con un cuore ricoperto di piante, esprime perfettamente il legame tra l’industria e IPM Essen, oltre all’importanza della fiera come “rampa di lancio” per le innovazioni.

GUARDIAMO AL PASSATO…

La prima edizione di IPM Essen, datata 1983, contava circa 100 espositori di piante, principalmente tedeschi e olandesi, in un solo padiglione del quartiere

fieristico di Essen. Registrando una crescita continua, è diventata negli anni la fiera orticola leader a livello mondiale. Da quel germoglio nei primi anni ‘80 IPM Essen è diventata una pianta forte, ramificata e profondamente radicata, con un appeal internazionale e persino propaggini in altre parti del mondo. «IPM Essen ha scritto la storia e continua a scriverla» ha dichiarato Oliver P. Kuhrt, amministratore delegato di Messe Essen. «Ogni anno invia segnali preziosi al settore e traccia la rotta per il nuovo anno orticolo. Ci aspettiamo molte altre storie di successo e un’edizione dell’anniversario che sarà ricordata a lungo da tutti i partecipanti». E ha concluso: «Vorremmo

dire grazie per le 40 fiere internazionali delle piante di Essen».

… E AL FUTURO

Dal 1983 arriviamo spediti al 2024, per festeggiare il 40esimo anniversario della manifestazione. Durante questa nuova edizione saranno presenti più di 1500 espositori, provenienti da circa 50 nazioni, che presenteranno i loro prodotti e servizi a un pubblico commerciale internazionale. Sarà così possibile vedere da vicino non solo piante, ma anche tantissimo altro, dalle nuove tecnologie alla floricoltura, fino alle decorazioni. Per la 40esima edizione di IPM Essen, inoltre, sono previste numero attività. Tra queste:

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Foto di Schuchrat Kurbanov/Messe Essen

I nuovi membri del comitato consultivo

Il Comitato consultivo di IPM è composto da membri delle associazioni di categoria, dell’industria e della politica. I nuovi membri sono: Klaus Gaumann, Direttore Marketing & Product Manager di Selecta Klemm GmbH & Co. KG, e Hajo Hinrichs che, in qualità di nuovo presidente del Bund Bund deutscher Baumschulen e.V., è subentrato a Helmut Selders.

La locandina della 40esima edizione di IPM Essen

podcast, una campagna fotografica, un selfie point con il nuovo look della campagna dell’edizione 2024 e una grande festa con omaggi agli espositori.

IL FOCUS SULL’EDIZIONE 2024

Per il 40esimo anniversario di IPM Essen il tema scelto è “Alberi climatici e piante

perenni”. Nel Centro di Innovazione per la tecnologia orticola, l’attenzione sarà invece rivolta alla gestione dell’acqua. «Uno dei compiti principali del futuro per l’orticoltura è quello di utilizzare assortimenti in grado di resistere ai cambiamenti climatici. Allo stesso tempo, si tratta di fare un uso attento

delle risorse. IPM Essen offre numerose opportunità per entrare in sintonia con tutti questi argomenti» ha dichiarato Eva Kähler-Theuerkauf, presidente del comitato consultivo IPM e presidente di Landesverband Gartenbau NRW e.V. (Associazione orticola della Renania Settentrionale-Vestfalia, Germania).

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Le chiavi per il futuro: dialogo e confronto

Dal 1° Congresso Nazionale del Fiore, tenutosi a Leverano a inizio giugno, fino all’importante progetto Edioso, Assofloro sta portando all’attenzione di tutti i livelli del settore, dal sistema imprenditoriale al consumatore finale, pregi, difetti e sviluppi per il florovivaismo italiano colloquio con Nada Forbici di Benedetta Minoliti

«Più che di “prima uscita” di questo gruppo floricolo dovremmo davvero parlare di Congresso Nazionale del Fiore, qualcosa che non è mai stato fatto prima». Così Nada Forbici, presidente di Assofloro, ha descritto il 1° Congresso Nazionale del Fiore che si è tenuto gli scorsi 1 e 2 giugno a Leverano, in provincia di Lecce. Due giornate dedicate ai fiori, in vaso e recisi, organizzato da Coldiretti in collaborazione con AssoFloro e Affi, rivolto a “tutti i livelli” del settore. «Abbiamo dedicato la prima giornata alle istituzioni, coinvolgendo rappresentanti del Governo e delle istituzioni nazionali, e al sistema imprenditoriale, con interventi di ordine tecnico-scientifico. Il secondo

principale del 1° Congresso Nazionale del Fiore è stato quello di «valorizzare il fiore a partire dal Governo fino al cliente finale, dando risalto al prodotto italiano, cosa che fino ad oggi non si è fatta». Così, durante l’evento sono state portate all’attenzione di tutti anche le criticità in merito al fiore importato, dalla salute all’etica, fino alla sua sostenibilità in termini ambientali. La scelta di Leve-

rano, come spiegato dalla presidente di Assofloro, non è stata casuale: «L’anno scorso sono stata invitata per la prima volta a “Leverano in Fiore” sono rimasta davvero colpita dalla bellezza di questa manifestazione, scoprendo l’importante produzione locale. Inoltre, a Grottaglie è presente una base logistica, con aerei cargo, che potrebbe rappresentare una svolta importante per questo territorio».

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Associazioni
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«L’obiettivo principale del 1° Congresso Nazionale del Fiore è stato quello di valorizzare il prodotto italiano, coinvolgendo tutti, dal Governo al cliente finale»

Questa base, infatti, se attivata diventerebbe centrale per la produzione agricola locale, aiutando a movimentare con più facilità tutto il settore della zona.

APERTURA AL DIALOGO E AL CONFRONTO

Anche grazie ad eventi come questo, i membri della Sezione Specialistica Flo ricoltori Assofloro hanno la possibilità di incontrarsi, ritrovandosi in contesti aperti al dialogo e allo scambio di opinioni sul presente e il futuro del settore. «Ho ri scontrato una maggiore apertura, anche perché, fino a poco tempo fa, non “par lavano” tra loro, per il semplice fatto che non erano abituati a farlo ne avevano un “luogo” in cui dialogare e confrontarsi. Oggi hanno trovato questo “luogo” in Assofloro: l’apertura li ha portati al con fronto, a capire che di fatto le esigenze di uno sono quelle di tutti» ha spiegato Nada Forbici. E sulle necessità, la presidente di Assofloro ha le idee ben chiare: «C’è la necessità di individuare i costi di produzione, emersa proprio dal dialogo e dal confronto tra le aziende. La marginalità è sempre più risicata a causa degli aumenti di materie prime, energia, ecc., e ovviamente produrre in Puglia non è come produrre in Lombardia. I costi cambiano da tutti i punti di vista, dalla paga oraria dei dipendenti fino al riscaldamento». Proprio da qui, ha raccontato la presidente di Assofloro durante la nostra intervista, è partita una riflessione, importante per tutto il settore: «Sappiamo davvero quanto costa produrre? Che non significa sommare semplicemente costo di vaso, terriccio, torba, talea ecc., ma tutto, anche i costi diretti e indiretti e indiretti aziendali». Ed è dalla necessità di individuare i costi di produzione che è nato un percorso strutturato: il Progetto Esiodo.

IL PROGETTO ESIODO

«Il progetto, sostenuto economicamente dalle aziende associate, è stato avviato con una prima fase di ascolto da parte dei professionisti fiscali e finanziari. Le aziende aderenti hanno risposto ad un

sondaggio per avere il quadro sulle diverse tipologie di aziende e da qui sono state identificate alcune aziende pilota, fisicamente visitate dai consulenti fiscali e finanziari con cui stiamo lavorando. Da questo lavoro è avvenuta l’elaborazione dello strumento di prova che sarà sottoposto in due tranche alle aziende, a settembre e a dicembre. Entro fine anno contiamo di avere lo strumento definitivo». Quello prodotto attraverso il Progetto Esiodo non sarà un software, ma un vero e proprio “metodo di calcolo” per chi produce piante e fiori. «Siamo ambiziosi: ci proporremo a Ismea con il

nostro metodo di calcolo, per definire i prezzi dei prodotti più rappresentativi» ha spiegato Nada Forbici, spiegando che il Progetto Esiodo è un’iniziativa importante, anche perché una volta ottenuto lo strumento per certificare i reali costi di produzione sarà “un ulteriore aiuto per quanto riguarda le pratiche commerciali sleali”. La presidente di Assofloro, continuando a parlare del Progetto Esiodo, ha poi spiegato quali saranno gli effettivi vantaggi di questo strumento per i produttori: «A livello pratico, nel momento in cui il produttore ha in mano questo metodo, avrà la possibilità di valutare adeguatamente i suoi costi di produzione, così da non vendere sottocosto e decidere davvero cosa fare del proprio lavoro: se provare a guadagnare, continuare a perdere, oppure mantenere semplicemente l’azienda aperta, con tutte le difficoltà del caso». Lo strumento elaborato da Assofloro aiuterà così i produttori anche a capire che servono prezzi che devono essere standardizzati, più o meno in equilibrio, e soprattutto “rispettati da tutti”. «Anche questa è una consapevolezza che si sta facendo strada grazie al dialogo all’interno della Sezione Specialistica Floricoltori di Assofloro»

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«I membri della Sezione Specialistica Floricoltori hanno trovato in Assofloro un “luogo” dove in cui dialogare e confrontarsi»
Nada Forbici, Presidente Assofloro

Torna la campagna europea Stars for Europe per la Stella di Natale

Non è mai troppo presto per pensare al Natale! Così Stars for Europe, protagonista della campagna europea per la divulgazione della Poinsettia e dal 2021 sostenuta dal programma UE “Stars Unite Europe”, riparte per il Natale 2023 con tantissimi spunti interessanti sulle Stelle di Natale - dalla cura alle decorazioni DYI, e una ricca gallery fotografica. Tutto pronto per accogliere le vostre richieste di foto, informazioni o materiali per i vostri speciali dedicati al Natale con anche la possibilità di richiedere piante per shooting, setting o altro!

Per maggiori informazioni: www.starsforeurope.eu

VIRIDEA TRA GLI ITALY’S BEST CUSTOMER SERVICES 2023/2024 DEL CORRIERE DELLA SERA

Viridea è risultata tra le migliori aziende italiane “amiche dei clienti” secondo la Italy’s Best Customer Services 2023-2024, l’indagine realizzata da L’Economia del Corriere della Sera e Statista, società internazionale di ricerca e analisi. Le aziende, suddivise in 166 categorie, sono state giudicate da più di 15 mila persone in Italia sulla base della disponibilità a raccomandare il servizio e su altri cinque criteri: disponibilità del servizio, orientamento al cliente, competenza professionale, qualità della comunicazione e varietà delle soluzioni offerte. La catena di Garden Center Viridea si è aggiudicata il secondo posto nella categoria “Vivai e Giardinaggio”, con un punteggio di 8,08. “Siamo particolarmente orgogliosi di questo importante riconoscimento – commenta Fabio Rappo, fondatore e amministratore unico di Viridea – Sentiamo di dover condividere questo traguardo con tutti i nostri colleghi, ogni giorno impegnati nell’offrire la migliore esperienza possibile ai visitatori dei nostri Garden Center. Questo risultato ci impone tuttavia un ulteriore sforzo per migliorare ancora, e ci sprona a dare il massimo per affiancare i nostri clienti con un servizio sempre più attento e competente”.

STORIE BREVI news
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FLORORIVAISMO

VENETO,

L’EXPORT FA

UN BALZO DEL 24%

L’export veneto di prodotti florovivaistici è in ottima salute. A dimostrarlo è il valore di 33,6 miliardi di euro nel primo semestre 2023, in cresita del 24,3% rispetto allo stesso periodo del 2022 (in cui ammontava a circa 27 milioni). La maggior parte delle piante e dei fiori prodotti in regione sono destinati a diversi Paesi europei, come: Polonia, Francia, Germania e Romani. Nel complesso le imprese venete rappresentano il 9% del settore del florovivaismo italiano nazionale. A livello regionale, invece la provincia di Padova detiene il primato per numero di imprese attive, ben 291, vale a dire il 30% del totale in Veneto. Ma si posiziona al 14esimo posto nella speciale classifica delle prime 20 città italiane. Un territorio in cui si distingue, per la qualità delle produzioni, il Distretto florovivaistico di Saonara. Fondato nel 1820, raggruppa oggi 40 aziende ed è tra i più importanti d’Italia. Camera di Commercio di Padova e Venicepromex - Agenzia per l’internazionalizzazione del sistema camerale del Veneto, per sostenere questa realtà, hanno definito in occasione di Flormart alcune iniziative di marketing territoriale.

Alla scoperta dei ciclamini di Morel

Dal 23 ottobre al 10 novembre Morel apre le porte della sua azienda in Olanda per scoprire la maggior parte delle sue varietà nelle prove di produzione (nuove, pre-intro e sperimentali), oltre che l’intera collezione di ciclamini ibridi F1 nelle prove varietali a Fréjus. Le prove varietali si svolgeranno dal 25 ottobre al 10 novembre a Plantenkwekerij P. MOSTERT a 's-Gravenzande - Paesi Bassi (chiuso sabato e domenica) e dal 13 al 17 novembre e dal 20 al 25 novembre presso Morel Diffusion, FréjusFrancia.

leader in italia nel fiore in vaso Floricoltura Luca Maffucci www.lucamaffucci.com - www.loraline.it Via Aurelia Sud km 353 int. - 55049 Viareggio (LU) Tel. +39 0584 350065 - Fax. +39 0584 352021 STORIE BREVI news

L’ALLIUM È BULBO DI FIORE DELL'ANNO 2023

L'aglio ornamentale (Allium) è stato nominato bulbo di fiore dell'anno 2023. A giusta ragione! Questa pianta maestosa e imponente si accosta perfettamente con altri bulbi di fiore e con le piante perenni del giardino. Inoltre, l'Allium è un'importante fonte di nutrimento per api e farfalle, quindi abbellisce il giardino favorendo al contempo la biodiversità. I grandi fiori tondi di colore viola che spiccano sugli alti steli dell'Allium aflatunense o dell'Allium giganteum non passano certo inosservati in giardino. Oltre a quelle più note, esistono numerose altre varietà di aglio ornamentale di dimensioni e colori diversi, dalle tonalità di viola e rosa fino al bianco e persino al giallo. A seconda della varietà, l'aglio ornamentale può raggiungere un'altezza compresa tra 15 cm e 150 cm. Anche la grandezza delle infiorescenze è molto varia, da 3 cm fino a circa 30 cm di diametro. Insomma, ce n'è per tutti i gusti. Per un risultato di grande effetto, è consigliabile accostare l'aglio ornamentale alle piante perenni e ad altri bulbi a fioritura primaverile. In questo modo le foglie, non particolarmente decorative, si confondono con il resto della vegetazione. Nelle bordure, le varietà a stelo lungo spiccano in tutto il loro splendore al di sopra delle altre piante. I fiori dalla forma tondeggiante creano un contrasto meraviglioso con le piante perenni. L'aglio ornamentale fiorisce a primavera inoltrata (da aprile a luglio), pertanto fa da ponte tra i bulbi a fioritura primaverile e la bordura estiva. Dato che è ricco di nettare, l'Allium attira farfalle, api e altri insetti, favorendo così la biodiversità. L'infiorescenza sferica dell'aglio ornamentale è composta da numerosi fiorellini, all'interno dei quali gli insetti reperiscono il nettare. Gli insetti sono importanti vettori dell'impollinazione di altre piante, che possono a loro volta riprodursi. La presenza di fiori, api, farfalle e altri insetti in giardino è dunque molto importante per la natura.

Riscoperta la ninfea più piccola del mondo

a Nymphaea thermarum Eb. Fisch., la ninfea più piccola al mondo, endemica del Ruanda meridionale, è stata riscoperta il 29 luglio 2023 da una missione congiunta dell'Università Roma Tre, Italia (Prof. Thomas Abeli) e dell'Università di Coblenza, Germania (Siegmar Seidel, Sarah Marie Müller, Jean Marie Habiyakare). La specie era stata scoperta e descritta nel 1987 dal professor Eberhard Fischer (Università di Coblenza, Germania) in una singola località del Ruanda ed è stata vista l'ultima volta nel suo areale storico nel 2008. Indicata come “Estinta in Natura” dall’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN) nel 2010 e nel 2019, si pensava che Nymphaea Thermarum sopravvivesse solo in coltivazione in una manciata di orti botanici in tutto il mondo. “Con nostra grande sorpresa, questa graziosa ninfea si trova ancora allo stato selvatico con una popolazione abbondante e vitale” afferma il professor Thomas Abeli del Dipartimento di Scienze dell'Università Roma Tre, a Roma, che non ha rivelato l'esatta ubicazione della popolazione ritrovata per evitare che possa essere danneggiata da appassionati e collezionisti di piante acquatiche. “Sebbene questa riscoperta sia certamente una buona notizia, ci sono minacce imminenti per le specie, in particolare l'attività mineraria”, continua Abeli, il quale ammette che “il percorso per conservare questa rara e iconica ninfea è tutt’altro che facile e richiederà uno spirito di collaborazione tra diverse parti interessate”. La Nymphaea thermarum può essere considerata un simbolo di speranza per le numerose specie che al momento risultano scomparse dal loro areale nativo e un simbolo di rinascita per uno dei paesi africani più impegnati nella conservazione della natura.

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Substrati e terricci, come si sta evolvendo il settore?

Il sondaggio di AIPSA in collaborazione con agriflortec e greenup

AIPSA, Associazione Italiana Produttori Substrati di coltivazione e Ammendanti, sta realizzando un sondaggio, in collaborazione con le nostre riviste tecniche agriflortec e greenup, sui substrati e sui terricci. L’obiettivo del sondaggio, rivolto a coltivatori e rivenditori, è quello di realizzare una fotografia del mercato dei substrati e dei terricci creando, una volta raccolti i dati, uno strumento utile per la filiera e tutti gli operatori professionali.

Sei un coltivatore?

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Sei un rivenditore?

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Di la tua, perché la tua opinione è importante!

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Sta arrivando la stagione dei Princettia ®

Qualcuno potrebbe pensare che il Natale sia ancora lontano, ma la varietà di cui parliamo non è de dicata al Natale o alle festività. MNP/ Suntory, infatti, propone Princettia®, una varietà unica di Poinsettia dalle prestazioni eccezionali che l’hanno resa famosa in tutta Europa. Tra queste: lunga durata sugli scaffali, facile manutenzione e grande fascino grazie ai co lori lucidi e brillanti. Proprio sul colore punta MNP/ Suntory, con una varietà che presenta anche il rosa, oltre ai più classici rosso e bianco. La collezione Princettia®, con i suoi colori lucidi e brillanti, sorprenderà la clientela, facendo vivere la stagione autunnale con un’atmosfera diversa, originale e fuori dagli schemi. L’introduzione di questa varietà ha portato alla creazione di un segmento di mercato completamente nuovo. La loro forma compatta, molto adatta al trasporto, e il loro scopo

decorativo di grande impatto, permettono ai coltivatori di aumentare la produzione e la domanda in un momento insolito per il mercato tradizionale delle Poinsettia. Questa ha fatto sì che la Princettia® sia diventata la pianta da vaso per eccellenza per la stagione autunno-inverno. Inserendo la collezione Princettia® nella vostra offerta stagionale, come illustrato da MNP/Suntory, sarete in grado di: coprire una parte del mercato con un prodotto nuovo e di qualità, stupire e ispirare i consumatori con colori vivaci che non si aspettano. Ma non solo. Perché grazie alla sua forma compatta e resistente Princettia® è perfetta per essere trasportata e spostata da un’area all’altra del negozio senza danneggiare i fiori.

Per maggiori informazioni: www.mnpflowers.com

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il “Best Practice Award”

IPM ESSEN, fiera leader mondiale dell’orticoltura che si terrà, con la sua 40esima edizione, dal 23 al 26 gennaio 2024, e FDF, l’Associazione Federale Tedesca dei Fioristi, hanno annunciato per la prima volta un nuovo premio: il “Best Practice Award”. Una giuria di esperti valuterà i prodotti per il commercio floricolo in otto categorie e i vincitori saranno selezionati in base alla loro elevata rilevanza pratica e al potenziale di vendita. La cerimonia di premiazione del “Best Practice Award” si terrà il primo giorno di fiera. «Insieme al nostro partner di lunga data, la FDF, abbiamo l’obiettivo di rafforzare l’area espositiva della floricoltura all’IPM ESSEN» ha dichiarato Andrea Hölker, Project Manager di IPM ESSEN. «Con il nuovo “Best Practice Award” poniamo l’accento su prodotti che favoriscono le vendite e orientati alla pratica. Il settore della vendita al dettaglio riceverà così un prezioso orientamento e le aziende partecipanti saranno più visibili». Il “Best Practice Award” è assegnato nelle seguenti otto categorie: Design & Trend; Price-Performance; Technology & Tools in Florist Practice; Accessories & Gifts; Deco Indoor; Deco Outdoor; Sustainability; and "The Floral Container”. Durante la fiera, tutti i prodotti partecipanti saranno presentati in un’unica area del Padiglione 5. La premiazione ufficiale delle aziende vincitrici avrà luogo sempre nello stesso padiglione, nell’area di presentazione, alle ore 17 del primo giorno di IPM ESSEN. Il prerequisito per la candidatura al “Best Practice Award” è la partecipazione a IPM ESSEN come espositore con requisiti floreali. È possibile presentare alla FDF un massimo di due prodotti. La domanda dovrà contenere almeno tre foto, una breve descrizione e la motivazione per cui l’azienda raccomanda il proprio prodotto per il “Best Practice Award”. La scadenza è fissata al 30 novembre 2023 via email a info@fdf.de.

Per maggiori informazioni: www.ipm-essen.de

Goditi i Ciclamini a fiore grande

Gianfranco de Leo +39 340 84 514 18 gianfrancodeleo@schoneveld.nl
Per condizioni calde Per condizioni fredde Vuoi provare la Super Serie? STORIE BREVI news
IPM ESSEN e FDF annunciano per la prima volta

L’antica usanza delle piante in vaso

Una pratica che risale addirittura all’epoca greca e romana, che ha poi preso piede soprattutto in Inghilterra, toccando poi tutta Europa fino ad arrivare ai giorni nostri, dove non possiamo più fare a meno del verde all’interno delle nostre case, seguendo anche le ultime tendenze di Daria Orfeo con la collaborazione di Luisa Falcone

Negli ultimi anni, in special modo durante la pandemia, la voglia di coltivare piante, un giardino, un angolo verde sul balcone, è diventata un’esigenza irrinunciabile. Stare chiusi per tanti mesi ha fatto riaffiorare nelle persone l’idea che il benessere parta proprio da madre natura e dai benefici che può produrre sia al corpo che allo spirito. Il rapporto tra natura e uomo è da secoli discusso in filosofia, arte e letteratura. La natura starebbe meglio senza l’uomo, in poche decine di migliaia di anni l’impronta umana sparirebbe e ritornerebbe un habitat naturale, selvaggio, dove gli equilibri sarebbero rispettati. Ma andrebbero perse anche tutte le bellezze create

dall’uomo e, forse, l’uomo stesso. Un essere che ha maltrattato la natura, ma che ha anche apportato benefici senza i quali la nostra specie sarebbe estinta. Senza la mano dell’uomo la natura sarebbe inospitale, invaderebbe le città. Le radici delle piante lasciate libere di fare il loro corso, distruggerebbero case e monumenti.

ARRIVIAMO AL CUORE DELLA QUESTIONE

Una premessa pseudo filosofica per arrivare al nocciolo della questione: l’uomo da sempre ha cercato di trarre benefici dalla natura cercando di portarne un pezzo nella propria vita e nella propria casa,

con piante ornamentali, spezie e fiori in vaso sui balconi. Ma come e quando è nata l’usanza di tenere le piante in vaso? Come nasce la pianta in vaso, e da quando fa parte delle nostre vite? Secondo l’Enciclopedia Britannica, la pratica del giardinaggio e delle piante in vaso risale ai Greci e Romani, le cui classi abbienti già usavano adornare le proprie case con delle piante. Ma è stato solo a partire dal XVII secolo che è iniziata a diventare una pratica comune. Dopo la scoperta del nuovo mondo si iniziarono a coltivare le piante provenienti da Asia e Medioriente, attività che si è diffusa esclusivamente tra le classi privilegiate a causa dei costi eccessivi della floro che arrivava dai paesi d’Oriente e dal Nuovo Mondo. Sir Hugh Plat nel suo libro The garden of Eden già guardava al futuro con l’idea di costruire serre in tutta Inghilterra per poter meglio mantenere, far crescere e sviluppare le piante portate dai viaggi di ritorno dalle Americhe.

L’ATTENZIONE È AUMENTATA

NEL TEMPO

L'interesse per il mondo delle piante è diventato sempre più ampio e molti ricercatori, nel corso dei secoli, han-

FOCUS SETTORI
AIPSA INFORMA in collaborazione con
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FOCUS SETTORI AIPSA INFORMA

no lasciato il segno. Ad esempio John Tradescant, giardiniere di re Carlo I, che insieme al figlio ha importato una grandissima quantità di piante da Russia, Virginia e paesi esotici. È grazie a loro che in Europa sono presenti Phlox, Passiflora di diverse specie, Lupinus e alberi come Liriodendron tulipifera. Un altro esempio è quello del gesuita, botanico ed esploratore Jean Delavay, da Canton, dove ha svolto un lavoro immane come ricercatore e botanico, inviando più di 200mila campione di piante al Museo di Storia Naturale di Parigi. Ad Annecy, in Francia, è presente un giardino, le Jardin des remparts, che custodisce proprio le piante scoperte da padre Delavay. Fra i nomi di questi pionieri va ricordato anche Joseph Banks, che ha importato in Occidente la Mimosa, l’Eucalipto e l’Acacia.

INGLESI, I PRIMI “FAN”

DELLE PIANTE DA INTERNO

Dall’ottocento in poi un gran numero di persone si è interessato al mondo del-

ma anche scienziati, botanici, naturalisti. Nella prima Esposizione Universale, organizzata a Londra nel 1851 all’interno di una struttura colossale, opera di Joseph Paxton, la Gran Bretagna ha occupato la metà dello spazio espositivo con migliaia di piante importate. Ed è proprio in Inghilterra che le piante da interno sono diventate molto popolari tra la metà e la fine del 1800, utilizzate come sistema illuminante durante i lunghi inverni inglesi. Le piante più utilizzate e apprezzate sono state la felce di Boston, la felce del nido d’uccello, l’edera inglese e la palma da salotto (Chamaedorea spp). Tutte piante in grado di sopportare il clima povero di luce solare con alti livelli di umidità e correnti d’aria.

ALLA CONQUISTA DELL’EUROPA

Ben presto l’usanza di adornare case e giardini con piante in vaso ha conquistato tutta l’Europa, fino ad arrivare nel nostro secolo dove le piante vengono accostate alle mode e ai gusti del momento. Nei primi del ‘900 le piante hanno trovato la loro dimora in serre e giardini d’inverno, mentre negli anni ‘30 hanno il Movimento Moderno. Così, abbiamo visto spuntare nei salotti piante moderne ed eleganti come la Kenzia. Solo dopo la Seconda Guerra Mondiale, però, le piante hanno iniziato a far parte stabilmente delle case come elemento vitale. Negli anni ‘70 sono state inserite negli ambienti dei nostri appartamenti, andando ad occupare spazi vuoti o, secondo le tendenze, come elementi predominanti degli spazi.

ELEMENTI FONDAMENTALI E TENDENZE

Le piante per poter vivere in modo quasi autonomo necessitano di un substrato, elemento fondamentale che consente lo sviluppo della pianta, garantendo la disponibilità idrica e regolando l’apporto di nutrienti. Ricordando sempre che è comunque necessario un minimo di intervento, con annaffiature e regolari concimazioni. Negli ultimi anni sono stati diversi i trend che hanno coinvolto il verde casalingo e urbano: dalle piante grasse alle aromatiche, ai mini giardini zen o alla ricerca di sempre più rari esemplari di orchidee. Qualsiasi sia il trend, è innegabile che non potremmo più vivere senza piante. In conclusione, una frase tratta da La Nazione delle piante di Stefano Mancuso: “Un pianeta verde per la vegetazione, bianco per le nuvole e blu per l’acqua. Questi tre colori che sono la firma del nostro pianeta, per un motivo o per un altro, non esisterebbero senza le piante. Sono loro a rendere la Terra ciò che conosciamo. Senza piante, il nostro pianeta assomiglierebbe molto alle immagini che abbiamo di Marta o di Venere: una sterile palla di roccia”.

Dario Orfeo / Agronomo e consulente per il settore dei fertilizzanti, substrati e ammendanti. Dal 2007 è segretaria di AIPSA, l'associazione italiana dei produttori di substrati di coltivazione e ammendanti.
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Italia: 1 su 3 coltiva in giardino o sul balcone

Il 38 % degli italiani è appassionato di giardinaggio e dedica (almeno) due ore a settimana a portare frutta e verdura in tavola o a curare le proprie piante da appartamento

Fiori, piante verdi, ortaggi o alberi da frutto: in Italia non ci facciamo mancare niente. Ci piace coltivare e vedere i risultati del nostro lavoro direttamente a casa nostra, sia in tavola che sul balcone. Un’indagine recente, commissionata da Readly e realizzata da YougGov (nel periodo 24-27 marzo 2023 su un panel di 1003 lettore di Readly in Italia), ha confermato una tendenza, o meglio, un interesse che già da tempo si è consolidato tra gli italiani: il giardinaggio. Il 38% degli italiani dedicano tempo alla coltivazione, che sia in giardino, terrazzo, orto o in casa. Per la precisione però, secondo i dati, il 42% si interessa alla manutenzione del proprio giardino, terrazza o delle piante da appartamento, mentre il

LA RICERCA READLY, IN BREVE

42% Italiani amanti del verde che quest’anno si sono concentrati sulla manutenzione del proprio giardino, terrazzo o delle piante da appartamento

37% Italiani che si dedicano alla coltivazione di frutta e verdura

37% si dedica alla coltivazione di frutta o verdura.

ITALIANI, GRANDI RISPARMIATORI

L’attenzione ai costi c’è sempre, anche quando si parla di giardinaggio. La ricerca ha rivelato, infatti, che il 27% degli italiani pianta fiori e piante e basso prezzo. Oltre alle proprie tasche, gli italiani sono attenti anche al loro benessere psico-fisico. Secondo la ricerca Readly, il 53% degli intervistati si dedica al verde per staccare

PERCHÉ SI APPASSIONANO?

dallo stress quotidiano. E gli altri, invece, perché ci sono appassionati al giardinaggio? Il 47% per abbellire la propria casa, il 44% trova piacevole stare all’aria aperta, il 37% lo ritiene un hobby sostenibile. Ma non solo. Perché il 24% ha raccontato di prendersi cura delle proprie piante con l’intenzione di cibarsi dei prodotti del proprio orto, adottando così uno stile di vita più sano. Altri ancora, invece, la ritengono un’attività utile per imparare cose nuove (20%) e per liberare la propria creatività (18%).

53% Si dedica al verde per staccare dallo stress quotidiano

47% Per abbellire la propria casa

44% Trova piacevole stare all’aria aperta

37% Ritiene che sia un hobby sostenibile

24% Si prende cura delle proprie piante con l’intenzione di cibarsi dei prodotti del proprio orto e di adottare uno stile di vita più sano

20% Ritiene che sia un modo per imparare cose nuove

18% Ritiene che sia un modo per liberare la propria creatività

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FOCUS SETTORE Marketing

Una menzione davvero speciale

Romiti Vivai ha ottenuto il riconoscimento durante la serata di premiazione di Flormart - The Green Italy per la sua Magnolia grandiflora “Alta”, una pianta resistente a caldo e freddo e dalla bellezza che dura negli anni di Penelope Moran

La Magnolia grandiflora “Alta” “ha una crescita slanciata ed eretta e senza potatura rimane naturalmente fastigiata con il passare degli anni”. Sono solo alcune delle motivazioni che hanno portato ad insignire del premio “Menzione speciale” Romiti Vivai di Pietro e Figli. Il riconoscimento è stato assegnato durante la serata di premiazione di Flormart - The Green Italy, condotta dal Presidente del comitato di indirizzo Renato Ferretti. La Magnolia grandiflora “Alta” proposta da Romiti Vivai, oltre alle caratteristiche già elencate, è molto resistente sia al caldo che al freddo e cresce bene

su terreno sabbioso o argilloso in pie no sole. “Alta” è una nuova selezione di grandiflora pensata principalmente per i Paesi del Mediterraneo, anche se con le sue caratteristiche “ha migliorato no tevolmente i risultati delle magnolie grandiflora nelle zone climatiche più fredde dell’Europa centrale e settentrionale”.

ROMITI VIVAI: «NOI CONCEPIAMO LA NATURA COME ARTE»

«Per coltivare piante di qualità servono innovazione e tradizione» hanno det

to Davide Romiti, figlio di Gianluca e nipote di Lorenzo e Marco, co-titolari dell’azienda. «Noi concepiamo la Natura come Arte e per coltivare piante belle serve tempo e competenze che si possono acquisire solo all’interno di una tradizione come quella vivaistica italiana». A questo proposito Romiti Vivai condivide l’auspicio espresso da Giacomo La Pietra,

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La Magnolia grandiflora “Alta” di Romiti Vivai

STORIE DI NOVITÀ Sostenibilità

Qualità, sostenibilità e innovazione

Ecco la storia di uno dei coltivatori del marchio Decorum, Gova, specializzato nella coltura dell’alloro in innumerevoli forme e dimensioni. Tra i suoi tratti distintivi: un processo di produzione sostenibile e la propensione al miglioramento continuo di Filippo Terragni per Decorum

La sostenibilità è diventata un aspet to cruciale in vari settori, anche per i coltivatori di Decorum. Il marchio oggi ne comprende oltre cin quanta, tutti all’avanguardia in termini di sostenibilità e impegnati nel rendere il mondo più verde e più sano. Questa volta ci concentreremo sulla storia di Gova, che, dal 2020, coltiva tutte le sue piante in terriccio privo di torba. Per riuscirci è ricorso a fibre circolari locali, come l'erba elefantina, il salice e il compost. Dopo numerose prove, nel 2020 è avvenuto il passaggio definitivo e oggi Gova coltiva bellissime piante in un substrato che rispetta l'ambiente. Un percorso virtuoso che ha deciso di raccontare sulle pagine di greenup

Come avviene il processo di produzione?

«Abbiamo il pieno controllo su tutto: dalle talee alla pianta di 80 anni. Coltiviamo un ampio assortimento: sfera su stelo”, tronchi attorcigliati, “a piramide” e alloro da cucina. Sono tutte della stessa varietà, ma la potatura ci consente di ottenere risultati diversi. L’alloro è tenuto all'aperto d'estate e in una serra

Quali sono le azioni che mettete in campo per la sostenibilità?

al 2020 coltiviamo tutte le nostre piante in terriccio privo di torba. La CO2 immagazzinata dalla torba più di 10.000 anni fa non vogliamo che venga rilasciata a causa delle nostre azioni. Molti dei nostri clienti condividono questa nostra stessa posizione e per questo abbiamo cercato fibre circolari locali, come erba elefantina, salice e

compost. Dopo numerose prove, nel 2020, coltiviamo ufficialmente piante in un substrato rispettoso dell'ambiente. Inoltre, distilliamo le nostre foglie di potatura in olio di alloro e idrosol che sono usati in prodotti come caramelle all'alloro, articoli per aromaterapia e nel tè del marchio Theelers. In questo modo otteniamo una valorizzazione del 100% della nostra produzione e non produciamo rifiuti».

Perché sposate questa filosofia?

«I l nostro alloro è il Laurus nobilis , la variante commestibile utilizzata in molti piatti. Prestiamo molta attenzione al contenuto delle nostre piante, minimizzando l'impatto ambientale e garantendo la sicurezza degli impianti.

Ci sforziamo di essere trasparenti nelle nostre azioni e di essere in prima linea nel nostro settore attraverso l'innovazione».

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Charl Goossens, insieme al fratello Jack è a capo di Gova Il terriccio di Gova dal 2020 è privo di torba

Largo spazio alle novità

Plantipp presenta a GrootGroenPlus 2023, fiera internazionale del vivaismo di Zundert, dodici novità, tra cui il Ficus Little Miss Figgy, il Physocarpus opulifolius Little Ninja e il Ligustrum lucidum Green Screen di Benedetta Minoliti

Fopulifolius Little Ninja e Ligustrum lucidum Green Screen. Sono solo alcune delle novità che Plantipp presenterà alla 33esima di GrootGroenPlus, fiera internazionale del vivaismo che si terrà a Zundert dal 4 al 6 ottobre 2023. Si comincia proprio dal Ficus Little Miss Figgy, pianta inserita nella lista delle pre ferite della fiera quest’anno. Una pianta che “cambia le carte in tavola”, con un portamento nano molto compatto, con una crescita prevista di circa 90 cm in altezza e larghezza. Inoltre, questo fico, più piccolo e più resistente al freddo ri spetto ad altri, è perfetto da piantare in un grande vaso da giardino o in un patio, produce abbondanti frutti, ha un foglia me di colore verde scuro e internodi corti.

RESISTENZA ALL’INVERNO E COLORI INTENSI

In fiera verrà presentato anche il preferito dai coltivatori quest’anno: il Physocarpus opulifolius Little Ninja, più compatto e nero che mai. L’attraente fogliame ne-

ro-viola scuro e lucido si combina bene ad un portamento cespuglioso e ben ramificato. Questo arbusto, inoltre, è molto resistente all’inverno, prospera in qualsiasi tipo di terreno, è facile da coltivare e ideale per la progettazione di paesaggi e installazioni pubbliche. Tra le novità proposte da Plantipp anche li Ligustrum lucidum Green Screen, pronto a portare le siepi ad un nuovo livello, con un portamento molto denso e una crescita eretta. Le foglie verdi e lucide, i nuovi germogli color bronzo in prima vera e i rami rossi creano uno spettacolo sorprendente.

BELLEZZA INVERNALE “SENZA SPINE”

Diverse, come detto, le novità proposte da Plantipp. Tra queste anche Panicum virgatum ‘Js Buffalo Green’ e Pyracantha coccinea ‘Orange Star’. La prima, più forte, robusta e resistente che mai, è famosa per il suo sorprendente fogliame verde e per il suo portamento robusto ed eretto. La seconda, invece, offre prestazioni e colore con la sua bellezza invernale senza spine. Questa Pyracantha sempreverde non solo è priva di spine, ma cresce anche in modo vigoroso.

GREEN GRAND PRIX

Il Green Grand Prix è il premio che mira a giudicare le prestazioni delle piante presentate a GrootGroenPlus. A valutarle un team di giudici, tutti noti specialisti. Quest’anno in lizza per il GreBuxus Giant. Una pianta che ha tutte le caratteristiche del Prunus lusitanica e dell’Osmanthus, con le qualità di alto livello per cui il Buxus è conosciuto. A Buxus Giant si aggiungono Taxus media Eleganza , un Taxus dal portamento uniforme e cespuglioso e dagli aghi molto Prunus Iaurocerasus Bonaparte®, un arbusto sempreverde che colpisce per i suoi giovani germogli rosso arancio e per il portamento denso e

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Ficus Little Miss Figgy Physocarpus opulifolius Little Ninja Buxus Giant

ABBINAMENTI INNOVATIVI CHE DIVENTANO ELEMENTI D’ARREDO

Un cambiamento epocale

Il tema delle materie alternative alla torba è molto sentito in tutto il settore ed è stato al centro del convegno organizzato da TerComposti in collaborazione con la Cooperativa Ortofrutticola di Albenga colloquio con Alessandro Guarneri e Alberto Cannata di Benedetta Minoliti

Un’iniziativa avviata da TerComposti, in collaborazione con la Cooperativa Ortofrutticola di Albenga, per raccontare i prodotti a chi lavora sul territorio. Il convegno è stato, però, anche un interessante momento di formazione sui terricci, in particolare sulle novità relative alla torba e all’utilizzo di nuove fibre, in un’ottica volta al raggiungimento di una sempre maggiore sostenibilità. A raccontarci tutto più nel dettaglio sono Alessandro Guarneri, Tecnico Settore Professionale di TerComposti, e Alberto Cannata, Agrotecnico della Cooperativa Ortofrutticola di Albenga.

Perché avete deciso di realizzare questo convegno? E, soprattutto, quali sono stati i principali temi affrontati?

Alessandro Guarneri: «Il convegno è stato pensato principalmente per far conoscere i nostri prodotti in un’area molto interessante, che è quella della Piana di Albenga. Abbiamo sfruttato la partnership con la Cooperativa L’Ortofrutticola di Albenga, nostro cliente molto importante che propone i nostri prodotti ai suoi associati. Volevamo poi iniziare a parlare delle novità relative alla formazione sui substrati, in particolare tutto quello che riguarda le materie alternative alla torba. Quindi, abbiamo realizzato un approfondimento tecnico sui substrati, valorizzando in un'ottica di sostenibilità ambientale».

Parlando di sostenibilità, l'utilizzo di materie alternative alla torba è un argomento ricorrente. Ma, effettivamente, si parla di un cambiamento che potrà avvenire quando?

Alberto Cannata: «Spesso sembra che la torba sia il “nemico da combattere”.

Il punto è che a parlarne così sembra facile, ma utilizzare materie alternative crea cambiamenti notevoli per la coltivazione. Bisogna, ad esempio, reimparare a concimare, e anche le ditte devono in un certo senso reimparare a fare i terricci».

A.G.: «È un argomento molto dibattuto. Il problema dell’approvvigionamento delle torbe attualmente non esiste. La torba ha avuto altre problematiche in questi anni, dovute a raccolti scarsi legati a cattive condizioni ambientali. Questo ha portato ad un aumento dei prezzi che hanno colpito i coltivatori. La torba, quindi, c’è, ma il suo “problema” è legato alla connotazione ambientale che sta prendendo sempre più attenzione a livello globale».

Ci sono degli esempi specifici?

A.G.: «In Irlanda, ad esempio, con il cambio di Governo è stata chiusa, qualche anno fa, la torbiera nazionale. Noi ci siamo trovati, da un anno all’altro, a non

avere più un polmone importante di approvvigionamento della torba. Anche i tedeschi, che sono sempre stati grandi estrattori di torba, oggi non estraggono più niente sul territorio nazionale, ma sono proprietari di torbiere baltiche. In generale, la politica ambientale va verso la riduzione dell’impiego della torba, e noi produttori dobbiamo attrezzarci per andare in quella direzione, testando e proponendo miscele che possano dare origine a prodotti ugualmente performanti a quelli realizzati con la torba.

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«Spesso sembra che la torba sia il “nemico da combattere”. A parlarne così sembra facile, ma l’utilizzo di materie alternative porta cambiamenti notevoli per la coltivazione»

Questa è la grande sfida del futuro».

Molti Paesi stanno già attuando azioni concrete per ridurre l’utilizzo della torba.

A.G.: «La Svizzera vuole ridurre già nel 2024 la torba sia nel mercato hobby che in quello professionale, e la Germania si è impegnata a ridurla del 50% entro il 2025 nel professionale. Sono molti i Paesi europei che spingono molto per la riduzione in questo mercato, che è quello che poi ne risente di più. Nell’hob-

Il convegno, in breve

TerComposti, in collaborazione con la Coop. Ortofrutticola di Albenga (Liguria) ha tenuto lo scorso 11 maggio il convegno tecnico "Substrati... quali e come scegliere".

cipanti sono aperti ad un utilizzo delle alternative alla torba?

A.G.: «Il mercato è spaccato a metà. Da una parte ci sono i conservatori, che dicono finché c’è la torba la uso, quando non ci sarà più ci penserò. Questo anche perché sono alle prese con altri problemi, dalle vendite ai prezzi che tendono a scendere, e cambiare anche le abitudini di coltivazione rappresenta uno scoglio difficilmente superabile. C’è l’altra parte che invece appare più disposta al cambiamento, anche perché magari ha già rapporti commerciali con Paesi che richiedono che le piante siano prodotte con substrati con meno torba».

bystico si è più abituati a prodotti con meno torba, mentre il coltivatore deve provare ad accettare questa nuova sfida. Anche perché adesso si va verso richieste che prevedono anche una riduzione della torba del 40/50%. Tutto questo è fattibile, ma il mercato non è ancora totalmente pronto ad adeguarsi. Siamo di fronte ad un cambiamento epocale».

Cambiare le proprie abitudini non è sempre facile. Qual è stata la percezione che ha avuto dal convegno? I parte-

A.C.: «Le reazioni sono diverse e generalmente di due tipologie. Ci sono gli innovatori, che già usano materie alternative alla torba e ci stanno prendendo la mano. Vogliono provare le novità anche per non arrivare impreparati quando il cambiamento riguarderà davvero tutti. C’è poi una piccola quota che invece aspetta, dicendo “finché non ci sarà l’obbligo io non cambio”. In generale, anche se qualcuno storceva il naso, dal convegno sono usciti tutti contenti, anche perché hanno avuto la possibilità di toccare le fibre. Così hanno preso coscienza ed è arrivato il messaggio che sia noi che TerComposti volevano veicolare».

In generale, qual è la percezione delle materie alternative alla torba?

A.G.: «Spesso è negativa. Ma questo non per la scarsa qualità del prodotto, ma per un uso improprio. La gestione è diversa dall’equivalente torboso, e se il produttore non è pronto e lo gestisce in modo errato, il risultato per forza di cose non può essere quello sperato».

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«Adesso si va verso richieste che prevedono una riduzione della torba del 40/50%. Tutto questo è fattibile, ma il mercato non è ancora totalmente pronto ad adeguarsi. Siamo di fronte a un cambiamento epocale»

Matrimonio all’italiana

Un gruppo di produttori soci di Royal FloraHolland è volato in Italia per conoscere meglio il mercato dei fiori. Due giorni intensi, ricchi di incontri con produttori e flower designers del settore weeding colloquio con Charlas Landsdorp e Marc de Baan di Benedetta Minoliti

In un periodo di crisi come quello che stiamo vivendo, tra prezzi alle stelle e l’esigenza di far quadrare i conti a fine mese, i fiori sono diventati, per molti, “un lusso” da concedersi solo nelle occasioni speciali. Un discorso che, però, non può essere totalmente applicato al settore weeding, con la ripresa dei matrimoni post Covid e i fiori sempre più protagonisti delle cerimonie. Pro-

prio a questo settore sono stati dedicati i due giorni trascorsi da un gruppo di produttori olandesi, soci di Royal FloraHolland, atterrati a Milano per incontrare i produttori e i flowers designer di questo specifico settore. A parlarci di queste due giornate sono Charles Lansdorp, specialista del settore, e Marc de Baan, Senior Product Manager di Royal FloraHolland.

Come sono stati organizzati questi due giorni?

Charles Lansdorp: «Il gruppo venuto in Italia, composto da produttori soci di Royal FloraHolland, mi ha chiesto di organizzare un viaggio a Milano per conoscere meglio il mercato. Abbiamo messo il focus sul settore wedding, che sta crescendo molto. In particolare ci siamo focalizzati sulla visita ai grossisti,

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Da sinistra: Manuela Capra, Economic Advisor Ambasciata dei Paesi Bassi in Italia, Valeria Randazzo, Exhibition Manager Myplant & Garden, Filippo Faccioli di Myplant & Garden, Mascha Baak, Console Generale dei Paesi Bassi, Marguerite Sipman, Addetto Agricolo Ambasciata dei Paesi Bassi in Italia, e Charles Landsdorp, specialista del settore

L’evento, in breve

Un gruppo di 10 aziende florovivaistiche, grazie a Royal FloraHolland e all’Ambasciata e Consolato Generale dei Paesi Bassi in Italia, è arrivata in visita nel Nord Italia per esplorare nuove opportunità di mercato. Nel contesto unico dell’Orto Botanico di Milano è stato organizzato un evento di networking, durante il quale gli ospiti olandesi hanno avuto l’opportunità di entrare in contatto con importanti attori italiani del settore, circondati dagli allestimenti realizzati da Dini Holtrop, Bert Kuiper e Marco Introini con i fiori delle aziende olandesi partecipanti. A dare il benvenuto agli ospiti Martin Kater, presidente olandese dell’Orto Botanico, e Mascha Baak, Console Generale dei Paesi Bassi. Inoltre, Valeria Randazzo e Filippo Faccioli di Myplant & Garden hanno tenuto una breve presentazione del mercato italiano dei matrimoni in forte espansione.

che hanno presentato i loro prodotti e il mercato, passando anche per il mercato dei fiori».

Marc de Baan: «Arrivati a Milano abbiamo subito iniziato il nostro tour e conoscere i diversi produttori è stato utilissimo per vedere con i nostri occhi le potenzialità del settore weeding in Italia».

C’è tanto interesse quindi per il mercato italiano.

C. L.: «Assolutamente, ed è molto positivo. Per loro, ma per tutto il settore in generale, è importante incontrarsi e parlarsi, per accrescere interesse e connessioni, creando delle bellissime sinergie».

Perché è importante che ci sia una buona connessione tra Paesi Bassi e Italia?

M. B.: «È importante che i coltivatori olandesi comprendano totalmente la cultura italiana, perché oltre ai prodotti di qualità, riescono ad avere un ottimo feeling con i clienti finali».

Com’è andato il mercato quest’anno?

M. B.: «È stato diverso rispetto agli altri anni. Dal 2020 al 2022 i prezzi sono saliti velocemente e tutti hanno pen -

sato che quella sarebbe stata la nuova normalità, ovvero i prezzi alti. Fortunatamente dopo questo periodo, in cui i matrimoni erano fermi o comunque se ne facevano molti meno, le persone hanno ricominciato a investire molto nel settore weeding, non solo in Italia, ma anche in altre parti d’Europa. Adesso i prezzi si stanno stabilizzando, e anzi

negli ultimi due mesi sono leggermente diminuiti per i coltivatori. In generale, non è stata una cattiva annata».

Il settore del weeding è in crescita, come dicevi. Come stanno andando gli altri mercati?

C.L.: «In generale ci sono un po’ di difficoltà, legate all’aumento dei prezzi. Il fiore è visto come un lusso, quindi a parte ricorrenze e feste importanti sarà dura convincere le persone a comprare i fiori semplicemente perché sono belli. Il weeding si è sicuramente ripreso, in particolare dopo il Covid, che è stato un momento durissimo per il settore».

Per non buttarli, tanti fiori ad esempio sono stati regalati.

C.L.: «Esatto. Il periodo in cui eravamo tutti a casa è stato buono per il settore, perché le persone continuavano a comprare piante e fiori, ma il mercato del weeding era completamente fermo, perché i matrimoni non si potevano fare. Chi lavorava solo in questo settore era penalizzato. Quest’anno, invece, è andato benissimo».

DI SETTORE
STORIE
Fiori e wedding
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Il gruppo di aziende florovivaistiche olandesi con Marc de Baan e Charles Lansdorp

Alla ricerca di “buone idee sostenibili”

La plastica è una risorsa anche quando è scarto. Lo ha capito fin da subito Modiform, azienda che entro il 2025 vuole eliminare ogni tipo di plastica nuova nel suo ecosistema, operando sempre entro questa data a zero emissioni di CO2 colloquio con Davide Cavallini di Benedetta Minoliti

Non ci stancheremo mai di parlare di sostenibilità, e di aziende che ne hanno fatto un “marchio di fabbrica”, tra le pagine della rivista. Per questo il protagonista di questa intervista è Davide Cavallini, Account Manager Spain & Italy di Modiform, azienda che offre soluzioni basate sulle materie prime riciclate ai sistemi di coltura, trasporto e imballaggio per le filiere del settore orticolo.

In un post sul tuo profilo LinkedIn hai parlato di “buone idee sostenibili”. Mi daresti una

tua definizione di “buona idea sostenibile”?

«Sostenibile è un ideale che vede applicare la cura e l’impegno in tutto ciò che ognuno di noi fa oggi per permettere alle generazioni future di avere le stesse possibilità, o migliori, di quelle che ci sono date oggi. Una “buona idea sostenibile” è quella che permette quindi una miglioria nelle pratiche di oggi per garantire lo stesso livello di vita alle generazioni che verranno. Se questo lo traduciamo in quello che sta facendo Modiform oggi, vediamo due scelte molto importanti per

i primi a passare dal vaso nero al vaso grigio, poi ci hanno seguito tantissime aziende e adesso nessuno vuole più il vaso nero»
STORIE DI NOVITÀ Contenitori
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Davide Cavallini, Account Manager Spain & Italy di Modiform

i prodotti. Il primo è un cambiamento epocale avvenuto 3 anni fa, con il passaggio dal vaso nero al vaso grigio. Siamo stati i primi a farlo, poi ci hanno seguito tantissime aziende e adesso nessuno vuole più il vaso nero. L’altra grande “buona idea sostenibile” è stata quella di proporre, a partire da inizio 2023, la nostra gamma di portavasi realizzati con un materiale completamente riciclato, di cui produciamo 250 milioni di pezzi all’anno».

Sempre parlando di “buone idee sostenibili”, perché secondo te chi è legato al tema della sostenibilità dovrebbe scegliere Modiform?

«Modiform è un’azienda molto pragmatica, che ha capito presto che la plastica è una risorsa anche quando è scarto. Siamo molto attenti a ciò che vendiamo e

che, alla fine, raggiunge il consumatore finale. Se si tratta di un vaso, potete stare certi che è fatto in plastica 100% riciclata e che se disposto bene tornerà a dare valore alla catena del riciclo. Per i portavasi, che dovrebbero rimanere presso il punto vendita, la nostra nuova gamma Pristine (“puro”) è fatta solamente di materiale riciclato, mantenendo i nostri standard qualitativi per i quali siamo riconosciuti internazionalmente».

Modiform raccoglie materiali usati e ne effettua l’upcycling. Mi daresti una definizione di questo termine? In generale parliamo di una pratica che vede il riutilizzo di materiali e materie prime per dare un valore aggiunto al manufatto. Quello che facciamo è cercare sul mercato quello che viene definito granulo, polistirolo o propilene riciclato, che ha già subito il processo di riciclo, ma ha ancora ottima qualità

Modiform ha studiato come viene riciclata la plastica in vari Paesi europei. Questa infografica fornisce un'idea di quali vasi e confezioni vengono riciclati in diversi Paesi europei.

STORIE
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«Tra gli obiettivi che ci siamo posti nel nostro horizon 2025 c’è quello di andare a raccogliere e recuperare il 120% del materiale che produciamo, recuperando così un extra 20% di materia prima riciclata»
DI NOVITÀ Contenitori

STORIE DI NOVITÀ Contenitori

e caratteristiche. Tra gli obiettivi che ci siamo posti, nel nostro Horizon2025, c’è quello di andare a raccogliere e recuperare il 120% del materiale che noi produciamo, recuperando così un extra 20% di materia prima riciclata. Questo per riuscire ad alimentare quello che è il circolo chiuso che ci permette anche di ricevere dai nostri clienti del materiale arrivato al normale fine vita. Noi ci preoccupiamo del trasporto e del riciclo, andando a recuperare il materiale e ritrasformandolo in granulo, per poi ricominciare il ciclo di produzione».

Questo sistema può essere utilizzato all’infinito?

«No, il riciclo non può avvenire all’infinito perché i legami chimici che esistono

Nel 2025, al più tardi, Modiform sarà un’azienda che avrà fatto tutto il possibile per conseguire i propri obiettivi. Nel 2025 Modiform:

• Sarà 100% priva di plastica nuova

• Opererà a zero emissioni di CO2

• Ritirerà il 120% del suo volume prodotti dal globo

tra i polimeri della plastica vengono rotti ogni volta che la plastica viene riciclata. Così, si arriva ad un punto in cui il granulo non si può più utilizzare per i nostri prodotti, ma magari per altri sì, come piani di lavoro e oggettistica in plastica, quindi prodotti più duraturi che non devono svolgere una funzione caratteristica di supporto. È per questo che cerchiamo sempre materiale di alta qualità, perché i portavasi hanno la funzione specifica di

portare le piante fino al punto vendita senza danneggiarle».

È interessante come Modiform sia passata da produrre imballaggi per panetterie e pasticcerie a vasi e vassoi per l'orticoltura.

Com’è avvenuto questo passaggio?

«A livello di tecnologia, parlando di macchinari, la produzione del packaging è uguale, perché si parla di termoformatura di materiali plastici. Posso supporre, non avendo conosciuto il fondatore dell’azienda, che abbiamo colto l’opportunità, negli anni ‘80, di un mercato in crescita in Olanda, che è sempre ed è ancora votata alla produzione floricola».

Quali sono gli obiettivi di Modiform?

«Sempre parlando di horizon 2025, stiamo portando avanti un progetto quinquennale iniziato nel 2020 che ci permetterà di arrivare ad avere una dichiarazione di prodotto che, per ogni articolo, indichi l’impronta di CO2. Vorremmo arrivare a dare al nostro cliente un documento, fornito da un’azienda terza, che affermi che il vaso o il portavaso ha una specifica impronta di CO2. Questo sarebbe molto utile per noi per dimostrare apertura, chiarezza e onestà nei processi produttivi e spingerci a migliorarci. Ma, soprattutto, un modo che avrebbe anche il produttore di dimostrare al proprio cliente, che sia la GDO o il commercianti, che si avvale di un’azienda con determinate caratteristiche ambientali e sostenibili. Stiamo lavorando anche sui vasi, studiando soluzioni che portino ad alleggerire anche il manufatto di modo che abbia sempre meno plastica e costi di produzione ed energetici inferiori che si riflettono poi nel prezzo finale del prodotto».

L’Horizon2025 di Modiform

Ecosostenibilità, la ricerca continua

Il centro Po di Tramontana esplora le frontiere possibili per la floricoltura italiana: si sperimentano alcune miscele prive di torba, la lotta integrata e alcune fonti di energia alternative. Ecco i risultati delle prove di Marta

Le aziende floricole italiane sono ecosostenibili? Non al 100%, ma certamente si sono fatti molti passi avanti. I metodi di coltivazione iniziano a prevedere l’uso della lotta integrata volontaria e l’uso di torba al 100%. Ma più della metà delle aziende sta iniziando a ridurre la torba, sostituita il più delle volte dalla perlite. La maggior parte delle

aziende usa ancora il gasolio per riscaldare le serre, ma un buon numero ha iniziato a usare il cippato di legno. La strada è ancora lunga, ma si continua, passo dopo passo, a migliorare il prodotto e l’azienda anche attraverso le scelte ecosostenibili in materia di substrati, di lotta ai parassiti e di riscaldamento. Vediamo come.

LA PRODUZIONE DI TORBA RADDOPPIERÀ ENTRO IL 2050

Nel 2017 il mercato mondiale ha consumato 40 milioni di metri cubi di torba, seguita dal cocco (11 milioni di metri cubi), e la fibra di legno (3 milioni di metri cubi). La quantità di torba utilizzata in tutto il mondo arriva a cifre impressionanti che destano una certa preoccupazione, in quanto la torba è una risorsa non rinnovabile e può essere estratta solo in zone controllate, la maggior parte delle quali si trovano in Europa (mentre la fibra di cocco arriva dallo Sri Lanka e dall’India). Questo il quadro dipinto dal prof. Cattivello durante la giornata per la floricoltura sostenibile che si è tenuta al centro ortofloricolo Po di Tramontana il 19 maggio scorso. E non è tutto: le previsioni per il mercato nel 2050 segnano un aumento della produzione dei substrati con la torba che arriverà a 80 milioni di metri cubi consumati ogni anno, mentre il cocco raggiungerà i 46 milioni di metri cubi e il legno a 30. Stiamo parlando di un totale di 67 milioni di metri cubi di substrato prodotti, che diventeranno 283 milioni di metri cubi entro il 2050. La questione su cui il professore si è concentrato è quindi se è possibile procedere verso la riduzione della torba. La Cina si sta muovendo verso la produzione dello sfagno coltivato e diventerà il maggior produttore. Per coltivare lo sfagno, userà la torba che arriva dalle repubbliche baltiche. I paesi produttori di cocco, invece, diventeranno diversi: Filippine e Indonesia fra gli altri, che però riforniranno il mercato cinese. La guerra in Ucraina

I substrati della prova peat free

A= testimone Brill fioriture Plus PA

B= fibra di cocco corta, cocco crush, fibra di legno di conifera stabilizzata, perlite 2-6mm

C= torba di cocco, fibra di legno standard, fibre di legno extra fine, compost da materiale vegetale certificato, humus di corteccia, perlite 0-6mm

D= fibra di cocco, ecofibra di legno, silicato 3-8mm

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DI SETTORE
history
STORIE
Case
Giovanna Pavarin illustra i risultati ottenuti con diverse floricole. Alcuni molto promettenti

ha provocato problemi di approvvigionamento di substrato per la Cina, che di conseguenza ha incrementato la produzione autonoma e sta mettendo a punto la tecnica per la produzione dello sfagno. Un fenomeno dilagante, perché lo sfagno è pagato meglio del riso.

L’ITALIA ESPLORA

LA FIBRA DI LEGNO

Focalizziamoci sul mercato italiano, che invece consuma annualmente (secondo quanto riportato da AIPSA, l’Associazione Produttori Substrati e Ammendanti)

5,2 milioni di metri cubi di torba. Un’alternativa interessante potrebbe essere la fibra di legno, ma non è scontato che possa sostituire completamente la torba, perché solo una piccola parte delle essenze forestali può essere usata per la formulazione di substrati (in particolare, l’abete rosso e il castagno). Secondo il prof. Cattivello, la fibra di legno è una strada da percorrere, anche se per l’Italia, territorio povero di risorse forestali, la maggior parte va importata da lontano, aumentando i costi. Le caratteristiche della fibra di legno sono simili a quelle della torba a bassa decomposizione. Basso restringimento, ottima porosità totale, buon volume d’aria, acqua disponibile contenuta, assenza di fenomeni idrofobici (che invece sono tipici della torba). Questo materiale però ha dei punti deboli, fra cui la stabilità e il fatto che sottrae azoto e fosforo alla

STORIE DI SETTORE

Case history

diversi studi svizzeri e tedeschi, che hanno quantificato esattamente la proporzione di fibra di legno che può entrare nel substrato: un’indicazione importante soprattutto nei lunghi cicli di coltivazione. Un altro materiale di cui si sta parlando e che viene messo alla prova è il cocco. Ma per quanto riguarda la sostenibilità il cocco presenta un problema, l’impronta carbonica molto alta a causa dei mezzi di trasporto: in questo caso bisogna aspettare nuove tecnologie e nuovi motori sulle navi per rendere questo materiale più ecosostenibile. Sperimentare i nuovi materiali, la fibra di legno in testa, offre l’opportunità di prepararsi a una futura legislazione che molto probabilmente sarà sfavorevole alla torba, e contribuisce a formare un’immagine molto green della propria azienda. I punti di forza sono la rinnovabilità e la parziale sostenibilità. Inoltre la fibra di legno ha un comportamento prevedibile se è proveniente da poche essenze, e presenta una densità simile alla torba, senza importanti perdite di volume, un buon contenuto d’aria e l’assenza di idrofobia. Ma ci sono alcuni problemi ancora da risolvere. Per citarne alcuni, la competizione con altri settori di impiego, i costi, e per l’Italia la dipendenza dalle importazioni. Inoltre, la produzione è altamente energivora, le miscele composte con fibre di legno presentano la possibilità di un vuoto biologico (che favorisce gli attacchi parassitari), le specie adatte sono poche, la stabilità

microbiologica è inferiore alla torba, e necessita di concimazioni aggiuntive. In sintesi, quando la fibra di legno entrerà a pieno titolo nelle miscele dei substrati per sostituire la torba, cosa cambierà? Secondo il prof. Cattivello, l’arieggiamento dei substrati migliorerà e non ci saranno problemi idrofobia, però si dovrà stabilire una diversa concimazione, e si dovrà prestare una diversa attenzione ai parassiti.

LOTTA BIOLOGICA: AVANTI COSÌ

Il quadro di sintesi della situazione in floricoltura viene presentato dal dott. Poletti di Geofin, gruppo Bioplanet, che parte da un rilievo positivo: c’è sul territorio un avanzamento importante di questa tecnica, soprattutto per quanto riguarda il controllo dei fitofagi e delle malattie con metodi biologici. Il motivo di questa crescita, secondo il dott. Poletti, è riconducibile al fatto che la difesa chimica non è risolutiva: le piante vengono stressate e intossicate dalle sostanze chimiche, e l’uso di queste non permette di conservare la salubrità dell’ambiente serra, fondamentale anche per la salute di chi ci lavora. La salubrità dell’ambiente di lavoro rientra peraltro fra quei valori inerenti alla sostenibilità di cui i consumatori vogliono essere informati per poter operare un acquisto consapevole. Il dott. Poletti si è poi concentrato su un aspetto non trascurabile: perché la lotta biologica abbia successo bisogna rispettar-

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Il tavolo a cui era possibile effettuare una immediata comparazione fra i diversi risultati

LE PIANTE TESTATE

• Dipladenia Sundaville Fashion Pink

• Petunia TopTunia Pink Maskara

• Calibrachoa Sunshine

• Lobularia Stream White

alla modalità e alle tempistiche della distribuzione degli ausiliari. Tutto questo inoltre non può prescindere dalla corretta gestione agronomica: pulizia dalle infestanti, gestione monoculturale, densità e spaziatura piante sono tutti elementi fondamentali per il successo della lotta biologica, insieme alla corretta gestione climatica delle serre. Poi occorre che il materiale (insetti e acari) siano di qualità (fra la raccolta e l’utilizzo in campo devono passare al massimo 48 ore, perché il materiale stoccato vede una diminuzione della fecondità e della riproduzione importante), e che sia altrettanto di qualità il servizio di consegna. Infine serve un buon servizio di assistenza e di monitoraggio, e la collaborazione fra tecnici interni dell’azienda e tecnici dell’azienda di fornitura degli insetti. L’esperienza in Veneto agricoltura, che sperimenta la lotta biologica da quarant’anni, è cruciale per definire le corrette procedure e i programmi di introduzione degli insetti per ogni coltura, e questo lavoro sta dando ottimi risultati. Si è provato molto, sfatando i falsi miti su diversi insetti, trovando ad esempio il binomio vincente sulla stella di Natale: e. Eremicus e a.swiriskii che permettono insieme la parassitizzazione e la predazione. Altre piante su cui la lotta integrata sta dando ottimi risultati con strategie consolidate sono l’ibisco (amblyseus cucumeris contro il tripide), l’anthurium (parassitoidi contro gli afidi), il ciclamino (stratiolaelaps scimitus contro il tripide). Ci sono invece alcune colture su cui bisogna ancora lavorare: ad esempio, il crisantemo (ligus) e la dipladenia (afidi), usando anche le informazioni che arrivano dall’orticoltura (ad esempio, le reti usate per difendere i fiori delle melanzane dal ligus forse sono la soluzione giusta anche per i crisantemi). Il dott.

Poletti ha concluso con la proposta del progetto garden: la lotta biologica applicata al punto vendita. È un progetto ambizioso, che richiede un lavoro complesso, di monitoraggio e servizio, a causa della promiscuità di piante e fitofagi (cocciniglie, afidi, acari, aleuroidi, tripidi, lepidotteri), e del ricambio continuo di piante. Questo progetto però va valorizzato su chiave nazionale perché è il punto in cui la sostenibilità ambientale incontra la sostenibilità sociale e la clientela può vedere e toccare con mano a cosa conducono gli sforzi della lotta biologica.

AGENDA 2030, L’OPPORTUNITÀ DELL’AGRISOLARE

Tocca al professor Ragazzoni invece presentarci la situazione nella ricerca e nell’adizione di alternative ai combustibili fossili. È dal 2020 che il tema è diventato scottante in tutta Europa, impegnata nella transizione ecologica anche grazie ai contributi a disposizione. Gli obiettivi sono ambiziosi: arrivare entro il 2030 a dimezzare l’uso di pesticidi chimici e al 25% di agricoltura biologica. Il PNNR prevede inoltre l’introduzione dell’agrisolare. Obiettivi che non è possibile ignorare, visto che la Pac 2023 (politica agricola comune) prevede che tutte le imprese si dirigano verso gli obiettivi del green deal. Secondo il professor Ragazzoni questi obiettivi assumono un’importanza fondamentale perché nell’ultimo secolo l’agricoltura mondiale si è industrializzata e meccanizzata, diventando il terzo produttore di emissioni globali di co2 e il primo consumatore di acqua dolce. Questo modello produttivo fa spendere all’agricoltura più energia di quella che possiamo fornire; ricordiamo che a livello globale peraltro ci sono nazioni demograficamente più numerose e geograficamente più estese che non si preoccupano di questa situazione, non rispettano le misure che l’Europa ha adottato in tema di sicurezza ed ecosostenibilità né tantomeno si preoccupano delle emissioni di co2. Il passaggio all’agrisolare vede alcune criticità

che vanno risolte, sia dal punto di vista degli impianti che dal punto di vista dei finanziamenti, ma sicuramente potrebbe aiutare a raggiungere gli obiettivi dell’agenda 2030 e in questo momento è favorito da alcuni bandi statali ed europei.

LA PROVA DEI SUBSTRATI

PEAT FREE

La giornata sull’ecosostenibilità è stata anche l’occasione per valutare i risultati della prova condotta dalla dottoressa Giovanna Pavarin. «Il problema della torba è discusso da vent’anni, e il nostro Centro ha già fatto delle prove con la fibra di legno. Questa nuova prova è importante perché possiamo definirla “esplorativa”, l’occasione per testare substrati al 100% senza torba e vedere come si comportano in floricoltura». Il test è stato organizzato grazie al contributo di alcune aziende che hanno fornito il materiale, ma ci si è focalizzati sulle performance dei diversi materiali tralasciando quale fosse l’azienda di provenienza. La prova è stata organizzata dividendo le coltivazioni fra un gruppo di controllo e un gruppo di intervento. Ecco alcuni elementi che sono stati osservati durante il test: innanzi tutto alcuni substrati non sono adatti alle floricole. Poi, si è dovuto correggere il programma di fertirrigazione di base mano a mano che si vedevano i risultati. Il secondo elemento osservato è che la fibra di legno aiuta la radicazione perché è ben porosa, ma la radicazione così vigorosa significa anche che le piante avevano fame. Si è ottenuta una buona risposta raddoppiando la concimazione. Per quanto riguarda invece l’irrigazione, conviene usare il ricircolo perché i substrati a fibra lunga si bagnano bene ma sgrondano tanto; inoltre, dato che la richiesta di acqua e concime è alta, conviene non disperderli. Anche il lavoro dell’invasatrice va aiutato tarando la macchina in modo differente, perché le fibre hanno una struttura diversa dal solito substrato. In conclusione, le prove del Centro Po di Tramontana mostrano che è possibile coltivare senza torba, ma la maggior parte delle volte bisogna cambiare la tecnica colturale.

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STORIE DI SETTORE Case history

gQuestione di metodo

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Il manuale raccoglie una selezione ragionata di articoli che Erica Cherubini, editorialista della nostra rivista con la rubrica Visual Idea, ha scelto per porre sotto i riflettori gli strumenti e i processi necessari per dare vita a esposizioni efficaci e d’effetto.

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creatività?
La

Florovivaismo, il Veneto c’è

I dati raccolti da Veneto Agricoltura raccontano un settore in evoluzione, con aziende più strutturate capaci di affrontare le sfide di oggi e di domani di Marta Meggiolaro

Ricca e interessante di informazioni, la Giornata Tecnica di Veneto Agricoltura presso il Centro “Po di Tramontana” ha avuto come tema la floricoltura sostenibile, ed è stata anche l’occasione per condividere con i numerosi partecipanti una fotografia della situazione ortoflorovivaistica in Veneto. In questo primo articolo vedremo insie-

LE FONTI

me i dati relativi alle aziende venete che, nonostante alcuni numeri in flessione, si confermano forti e ricettive rispetto alle nuove richieste del mercato.

DIMINUISCE LA SUPERFICIE

DESTINATA ALLA SERRA FREDDA

Il primato per numero di aziende agricole spetta alla Toscana con 1771 unità;

segue la Lombardia con 1284 aziende, e il Veneto con 1082. Abbiamo parlato di numeri in flessione: le aziende florovivaistiche autorizzate in Veneto, in effetti, sono diminuite del 25,7% rispetto al 2021. La maggior parte delle aziende si concentra nelle provincie di Padova, Treviso e Verona; il settore ornamentale è quello più affermato, seguono quello orticolo e

I dati in base ai quali Veneto Agricoltura ha effettuato le sue stime e le sue analisi sono stati forniti dal Servizio Fitosanitario regionale.

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poi il fruttifero. Per quanto riguarda la superficie, in Veneto abbiamo un totale di 2450 ettari. La superficie florovivaistica in Veneto è diminuita del 23,3% rispetto al 2012. Significa che sono rimaste solo le aziende forti e specializzate nella produzione florovivaistica. I canali di commercializzazione mantengono invariate le loro percentuali: la maggior parte delle vendite sono rivolte ad altre aziende e altri vivaisti (84,5%), mentre scendono le quote destinate agli hobbisti. Il dato va letto considerando che la produzione vivaistica veneta è principalmente costituita da piantine orticole e quindi la produzione è destinata ad altre aziende vivaistiche e agricole. Questo spiega anche il dato secondo il quale la maggior parte della produzione (60%) resta all’interno della regione e la percentuale che esce dai confini nazionali è minima (0,3%).

AUMENTA IL VALORE DEL COMPARTO MANUTENZIONE

Ci spostiamo a esaminare il dato riguardante la provenienza del materiale da coltivare: in questo caso, la maggior parte è autoprodotta, e parte viene coltivata

da seme, ma il dato è influenzato dalle orticole. Se andiamo sul florovivaismo, invece, si alza il numero di forniture di materiale nazionale ed estero. Un dato incoraggiante è quello sul valore del servizio di manutenzione di parchi e giardini, che aumenta e nel 2022 si attesta su 117 milioni di euro. E le vendite? Come nel resto d’Italia, l’andamento delle vendite è stabile per buona parte delle aziende, ma una parte consistente dichiara di aver dovuto fronteggiare una diminuzione delle vendite. I metodi di coltivazione in Veneto prevedono, per la maggior parte degli intervistati, l’uso della lotta integrata volontaria e l’uso di torba al 100%. Ma più della metà delle aziende sta iniziando a ridurre la torba, sostituita il più delle volte dalla perlite. La maggior parte usa ancora il gasolio per riscaldare le serre, ma un buon numero di aziende ha iniziato a usare il cippato di legno. Si muovono i primi passi in direzione di quei cambiamenti necessari per rendere le azioni sostenibili, sia per quanto riguarda l’ambiente, sia rispetto alla possibilità delle aziende di restare in attività generando benessere e ricchezza.

Per approfondire

La giornata tecnica sulla floricoltura sostenibile di Veneto Agricoltura si è tenuta lo scorso 19 maggio presso il Centro Ortofloricolo “Po di Tramontana” di Rosolina (Rovigo). Sul sito di Veneto Agricoltura è disponibile la documentazione.

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STORIE DI NOVITÀ Pratiche

L’importanza della difesa integrata

Giambò Piante ci ha aperto le porte della sua azienda per mostrarci come attraverso gli antagonisti naturali sia possibile ridurre l'utilizzo di fitofarmaci, replicando le migliori condizioni esterne, in un'ottica di sostenibilità e attenzione all'ambiente di Benedetta Minoliti

Tra i prodotti più conosciuti del territorio siciliano ci sono sicuramente gli agrumi. La costa occidentale dell’isola è ricca di aziende e realtà impegnate nella produzione di queste piante. Noi, in particolare, in una calda giornata di fine agosto, abbiamo fatto visita a Giambò Piante di Vito Giambò, una delle realtà più interessanti del panorama siciliano e della provincia di Messina. Nell’azienda, situata a Furnari, abbiamo assistito al “lancio” di alcuni insetti utili alla difesa

integrata. Una buona pratica sostenibile messa in campo dall’azienda per contrastare la cocciniglia cotonosa, insetto infestante che predilige conifere, vita, piante ornamentali e agrumi.

ANTAGONISTI NATURALI VS INSETTI DANNOSI

«La difesa integrata attraverso l’utilizzo degli antagonisti naturali viene realizzata per simulare le migliori condizioni ambientali esterne, Per noi è molto importante, anche a livello di sostenibilità,

perché andiamo a ridurre l’utilizzo di fitofarmacia» ci ha spiegato, poco prima del lancio, gli agronomi di Giambò. «Ci sono sempre maggiori restrizioni, che vanno adeguatamente valutate. L’utilizzo degli antagonisti naturali per la difesa integrata ci permette di ridurre al minimo l’utilizzo di questi prodotti di sintesi». In particolare, l’antagonista naturale utilizzato da Giambò è il Cryptolaemus montrouzieri, coccinella utilizzata in tutto il mondo nei programmi di difesa integrata degli agrumi e delle piante ornamentali. «Le coccinelle che noi andiamo a lanciare depongono circa 120 uova in un mese, che poi andranno a nutrirsi della cocciniglia. Importante,

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Il lancio dei Cryptolaemus montrouzieri, antagonisti naturali della cocciniglia cotonosa

Cryptolaemus montrouzieri è una coccinella utilizzata in tutto il mondo nei programma di difesa biologica di agrumi, vite e diverse piante ornamentali, come principale predatore delle cocciniglie cotonose (pseudococcidi). Possono vivere oltre due mesi e in condizioni ottimali una femmina depone fino a 120 uova. La capacità di predazione di queste coccinelle è molto elevata e porta fino a una completa eliminazione del fitofago.

quando si effettua un lancio, accertarsi che sia presente un focolaio di insetti dannosi».

I SISTEMI DI MONITORAGGIO

Per farlo, Giambò utilizza diversi siste mi di monitoraggio: «Vengono utilizza te delle trappole, che possono essere sia fotocromatiche che con feromoni, per attrarre possibili patogeni. Ci serviamo poi di un sistema di monitoraggio a centralina per controllare tutti i para metri ambientali». Ma non solo. Perché attraverso tutto il loro sistema di moni toraggio, possono anche sapere quando le piante hanno effettivamente bisogno di acqua: «Attraverso una rete di sensori

sappiamo sempre quando le piante inizieranno ad avere bisogno d’acqua. Un sistema importante che utilizziamo per evitare sprechi di risorsa idrica».

LA LOTTA AL RAGNETTO ROSSO DEGLI AGRUMI

La cocciniglia, però, non è l’unico insetto dannoso da contrastare. Infatti, è presente anche il ragnetto rosso degli agrumi, che viene contrastato sempre servendosi della lotta integrata. «All’interno di apposite bustine sono contenuti degli acari predatori che si nutrono proprio del ragnetto rosso. Abbiamo lanciato circa 100mila insetti su tutta l’arena, intorno ai 3mila metri quadrati». L’aspetto della sostenibilità ambientale, ma non solo, è sicuramente importantissimo per Giambò. Lo dimostrano anche le numerose certificazioni ottenuti, dal Global Gap al MPS ABC. «Nel MPS ABC andiamo a registrare tutti i trattamenti che vengono effettuati sulle piante. Questo diventa una strumento importante per chi acquista e vuole accertarsi che la nostra azienda lavori in un’ottica sostenibile. Il Global Gap, invece, è una certificazione che riguarda la tracciabilità e la sicurezza alimentare».

Una bustina contenente gli acari predatori utilizzati per contrastare il ragnetto rosso degli agrumi

STORIE DI NOVITÀ Pratiche 61 agriflortec

Quella del biologico è definita una crescita incoraggiante nell’anticipazione del rapporto “Bio in cifre 2023” realizzato dal Sistema di Informazione Nazionale sull’Agricoltura Biologica, per il MASAF e presentato al convegno ISMEA “Appuntamento con il BIO”. E i dati lo confermano. Ad oggi in Italia le superfici coltivate a biologico hanno raggiunto i 2.349.880 ettari, segnando un +7,5 % rispetto al 2021. A questo si aggiunge un ulteriore successo: la superficie agricola utilizzata (SAU) nazionale è al 18,7%, l’1,3% in più rispetto al 2021. Questo significa che siamo il Paese con la percentuale più elevata nell’Unione Europea. Un fatto che si riflette anche nelle figure professionali che gravitano intorno al settore che hanno toccato i 92.799 operatori biologici, di cui 82.627 sono aziende agricole (+8,9% rispetto al 2021).

UN FENOMENO (ANCHE) REGIONALE

A guidare la classifica delle regioni che hanno sposato la causa biologica, la Toscana con il 35,8% di superficie agricola utilizzata, seguita da Calabria, Sicilia, Marche, Basilicata e Lazio. Si tratta delle sei regioni che hanno supe

Crescono le superfici coltivate a biologico

L’Italia giunge a quota 2.349.880 ettari, un incremento del 7,5% rispetto al 2021. Ciò nonostante la domanda aumenta di appena lo 0,5% ed è necessario stimolarla di Bianca Ferraris

rato l’obiettivo europeo del 25%. “La significativa crescita delle produzioni bio in Italia rappresenta un segnale chiaro della fiducia da parte degli agricoltori nel biologico” ha commentato Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio. Buoni risultati anche nell’ambito della zootecnia biologica: +22,5% per gli alveari, 10,5% per i caprini, 9,7% per gli ovini e 8,2% per i bovini.

I CONSUMI RIMANGONO MODESTI

umeri stiano dando segnali positivi, sembrerebbe che la domanda di tali prodotti non sia in linea con la crescita del settore. Rispetto al 2021 infatti è stata di appena lo 0,5% in più e Mammuccini è convinta che per stimolarla la chiave sia “un impegno ancora maggiore nello sviluppo di campagne di sensibilizzazione che, oltre a rivolgersi ai cittadini, coinvolgano anche nuovi comparti come, per esempio, l’Ho. Re.Ca, che può rappresentare a tutti gli effetti un ambasciatore

del biologico. Il marchio made in Italy, la sostenibilità e la qualità certificata della nostra produzione bio sono elementi di valore unici sui quali puntare per stimolare le scelte dei cittadini”.

MENO BUROCRAZIA

E TARIFFE UNIFORMI

Durante l’Assemblea Nazionale dei Soci Produttori dello scorso 6 luglio, FederBio ha esplicitato nel manifesto per il rafforzamento del biologico due richieste che favorirebbero il settore. Nel concreto nel documento viene richiesta una semplificazione della burocrazia attraverso un unico sistema nazionale di certificazione con tariffe uniformi e piani di controllo standard. La Commissione Unica Nazionale avrebbe dunque il ruolo di definire i prezzi a partire dai costi reali del biologico che, oltre ai costi della certificazione, dovrebbero includere anche la scelta di prediligere un metodo privo di fitofarmaci, fertilizzanti chimici e diserbanti. “Abbiamo bisogno di un marchio distintivo del bio italiano - afferma il segretario generale della Coldiretti Enzo Gesmundo - ci metteremo tutta la forza per presidiare ed educare i consumatori".

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STORIE DI SETTORE Agricoltura Maria Grazia Mammuccini, Presidente FederBio.

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casa

Obiettivo 2024: legge quadro

A ribadire l’importanza per il florovivaismo di “smettere i panni di Cenerentola dell’agricoltura italiana” è stato il Sottosegretario La Pietra durante la 72esima edizione di Flormart - The Green Italy di Benedetta Minoliti

Da anni il settore del florovivaismo

è in attesa di una legge quadro. A ribadirlo è stato Patrizio Giacomo La Pietra, Sottosegretario di Stato per l’agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste durante l'ultima edizione di Flormart - The Green Italy. «Flormart è il palcoscenico più consono per ribadire che è venuto il momento per il florovivaismo di smettere i panni di Cenerentola dell’agricoltura italiana» ha dichiarato il Sottosegretario durante la cerimonia inaugurale della manifestazione. Il settore, come ha ribadito La Pietra, vanta “quasi tre miliardi di fatturato”. Numeri importanti, che devono essere incrementati, facendosi anche forza sulla grande considerazione di

cui il comparto gode in Italia. A dimostrarlo, in particolare, è l'esportazione, pari al 75% dell’intera produzione. Un aspetto che “qualifica il settore florovivaistico come una vera e propria eccellenza”. Proprio da questi aspetti, come sottolineato dal Sottosegretario di Stato, è nata la volontà, insieme al Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, di un disegno di legge in materia di florivaismo con un intento ben preciso: dare una legge quadro al settore, che “la attende da annI” e che “grazie ad essa, finalmente, potrà sapere con certezza i ruoli di ogni appartenente alla filiera”. Così, attraverso la legge quadro, tutti gli attori del settore potranno sapere “chi deve fare cosa in un’ottica di strategia

Flormart - The Green Italy, in breve

La 72esima edizione di Flormart - The Green Italy, la fiera internazionale dedicata al verde, si è tenuta a Padova dal 20 al 22 settembre. L’evento, allestito su 20mila mq di superficie espositiva, vede la partecipazione di 200 espositori provenienti dai distretti produttivi italiani ed europei e 300 buyers di cui 150 esteri. La fiera ha tra i suoi obiettivi principali quello di sostegno e promozione del settore florovivaistico italiano, anche in considerazione della legge in corso di approvazione al Senato che intende regolamente i 5 macro-comparti produttivi: floricoltura, produzioni di semi e sementi, vivaismo ornamentale, vivaismo frutticolo e produzione di piante da arredo urbano e materiali forestali. Flormart

- The Green Italy tornerà per la sua 73esima edizione, in fiera a Padova, dal 25 al 27 settembre 2024.

tario La Pietra, l’intento è anche quello di “valorizzare, tramite una apposita cabina di regia, quelle componenti del florovivaismo meno sfruttate che possono, anzi devono contribuire a sviluppare ancora di più l’intero comparto”. Il Sottosegretario La Pietra, durante il suo intervento, si è sbilanciato anche in merito alle tempistiche di approvazione della legge, che molto probabilmente arriverà “nei primi mesi del prossimo anno”. Inoltre, si è soffermato su due su due temi che ritiene di fondamentale importanza per il settore: la produzione di piante forestali e la certificazione all’interno anche dei vivai privati.

COSA DOVREBBE PREVEDERE

LA LEGGE IN CORSO

DI APPROVAZIONE

L’obiettivo, come detto, della legge quadro per il florovivaismo, fortemente voluta dal Ministro Lollobrigida e dal Sottosegretario La Pietra, è quel -

agriflortec 6464 STORIE DI SETTORE Legislazione

lo di realizzare un quadro normativo coerente e organico in materia di coltivazione, promozione, commercializzazione, valorizzazione e incremento delle qualità e dell’utilizzo dei prodotti del settore florovivaistico e della filiera collegata. La legge prevede così la necessità di una disciplina dell’articolazione della filiera che comprenda le attività agricole e quelle di supporto alla produzione, oltre ad una definizione puntuale dell’attività agricola florovivaistica. Per la programmazione si punta al piano di settore in collaborazione con il supporto delle organizzazioni di rappresentanza del settore, per generare valore e per avviare azioni su comunicazione e promozione dei prodotti. La legge quadro,

I dati del florovivaismo nel 2022

In Italia si è registrato un incremento del fatturato del comparto con un valore pari a circa 3 miliardi di euro, il 15% dell’intera produzione dell’Europa comunitaria.

L’export dei prodotti ortoflorovivaistici italiani ha superato i 900 milioni di euro

Il florovivaismo nel nostro

Paese impiega ogni giorno 200mila addetti, conta 24mila imprese e 30mila ettari di

Giacomo La Pietra, Sottosegretario di Stato per l’agricoltura, la sovranità alimentare e le foreste, e Marco Andreoli, Consigliere Regionale Regione Veneto, durante la cerimonia d’inaugurazione di FlormartThe Green Italy

inoltre, prevede: l’istituzione di piattaforme logistiche per macroaree (nord, centro, sud e isole) per migliorare la logistica nazionale e verso l’Unione Europea e i Paesi terzi. Inoltre, stabilisce la definizione delle figure professionali che operano nel comparto florovivaistico, compresi i settori del verde urbano e periurbano, i parchi e i giardini storici, prevedendo il loro inquadramento nel sistema di classificazione delle professioni dell’ISTAT e l’attivazione di ulteriori percorsi formativi presso gli ITS Academy.

65 agriflortec
«L’interno è anche quello di valorizzare, tramite una apposita cabina di regia, quelle componenti del florovivaismo meno sfruttate che possono, anzi devono, contribuire a sviluppare ancora di più l’intero comparto»
Patrizio
greenup www.laboratorioverde.net

10 anni di Edizioni Laboratorio Verde, un traguardo da festeggiare. 10 anni che sembrano passati in un soffio.

10 anni nati da una visione: costruire una casa editrice in grado di raccontare agli operatori del settore il mercato del florovivaismo, dandone una dimensione concreta.

In questi 10 anni ci siamo impegnati in quello che sappiamo fare meglio: raccontare storie.

Abbiamo raccontato storie attraverso le nostre riviste e i nostri prodotti digitali. Abbiamo raccontato storie di mercati e tendenze, di imprese, imprenditori e imprenditrici, mettendo in risalto i particolari e i tratti distintivi.

Un enorme grazie va ai nostri lettori – sempre attenti osservatori – e alle aziende che hanno scelto i nostri prodotti per promuovere le loro campagne di comunicazione. Grazie, perché voi avete reso possibile tutto ciò e ci avete continuamente supportato e stimolato.

Ora ci proiettiamo verso i prossimi 10 anni. Lo facciamo mantenendo la stessa visione e lo stesso entusiasmo, per raccontare altre storie, perché quelle, non finiscono mai.

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