Report | Lavorare con adolescenti

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LAVORARE

CON ADOLESCENTI: sfide, percezioni, prospettive da un sondaggio nazionale a cura di Isabella Zeni e Elena Stanchina Centro Studi Erickson

REPORT
1 REPORT Lavorare con adolescen : sfide, percezioni, prospe ve da un sondaggio nazionale a cura di Isabella Zeni e Elena Stanchina (Centro Studi Erickson) INTRODUZIONE.................................................................................................................................................. 2 METODOLOGIA.................................................................................................................................................. 3 La definizione delle domande del ques*onario ....... .................................. 3 L’analisi dei da*................................. ....... 4 Il campione ....................................... ....... 4 I RISULTATI: UNO SGUARDO SULLA SITUAZIONE DI RAGAZZI E RAGAZZE DAL PUNTO DI VISTA DEI PROFESSIONISTI................................................................................................................................................. 5 Le difficoltà degli adolescen* ........................................................................................................................ 5 Necessità degli adolescen* ........................ ................................................ 9 Pun* di forza di ragazzi e ragazze ................ ............................................. 11 Riferimen* culturali in adolescenza ............... .......................................... 12 I RISULTATI: MODALITÀ DI LAVORO, SODDISFAZIONE PROFESSIONALE E DIFFICOLTÀ DEI PROFESSIONISTI... 12 Modalità di lavoro........................................................................................................................................ 12 Soddisfazione............................................................................................................................................... 13 Difficoltà dei professionis* .......................................................................................................................... 17 I RISULTATI: COSA VORREBBERO CHIEDERE I PROFESSIONISTI A RAGAZZI E RAGAZZE................................... 19 LIMITI DELLA RICERCA .............................. . 20 CONCLUSIONI ....................................... ..... 20 APPENDICE: il testo del ques*onario ............... ............................................ 21

INTRODUZIONE

L’adolescenza è una delicata fase di passaggio dalla fanciullezza all’età adulta. Il rapido sviluppo psichico e fisico durante questo periodo lancia ragazzi e ragazze in un ridimensionamento della propria iden tà, con un passaggio dalla frivolezza e spensieratezza, cara@eris*che dell’infanzia, a una graduale introiezione del mondo adulto, e ciò comporta una presa di coscienza degli impegni e delle preoccupazioni per il presente ed il futuro. In questo periodo si tende a ricercare la propria iden*tà a@raverso l’esplorazione di nuove esperienze da cui scaturiscono nuove emozioni e nuove sfide, accompagnate spesso da una fase di scontro con i componen* della famiglia, cessando tendenzialmente nella prima età adulta.

In questa fase molto delicata della vita il corpo subisce una spiccata trasformazione che porta con sé numerosi pensieri e sen*men*, perme@endo lo sviluppo di sfere ancora inesplorate, come quella della sessualità, e che comporta una spinta verso l’esplorazione emo*va e sessuale con nuovi partner. Altre cara@eris*che dell’adolescenza sono l’impulsività, derivante dalle cortecce frontali del cervello non ancora mature, e la ricerca di una nuova iden*tà, come scri@o precedentemente, distaccata da quella del nucleo familiare.

Questa mole di nuove difficoltà, però, può essere soverchiante ed a volte è molto difficile essere consapevoli dei propri limi* e delle possibilità di aiuto a cui si può ricorrere: a causa di ciò, l’adolescente rischia di sviluppare dei pensieri e dei comportamen* disfunzionali che possono sfociare in disturbi più o meno rilevabili. Condizioni di vita, conformazione del territorio, aspeE sociali e medico-sanitari sono tuE fa@ori che interagiscono nella vita di tuE i giorni con l’adolescente e possono essere favorevoli o sfavorevoli. Un esempio pra*co è quello della pandemia di COVID-19 tra il 2020 e il 2022, che ha portato all’isolamento sociale e alla mancanza di interazioni con i pari, aspe@o di grande rilievo per questa fascia d’età, ed ha esacerbato disturbi depressivi e d’ansia (OMS, 2022)1

Emerge così una necessità di azione nel supporto degli adolescen in questa fase di vita: offrire loro degli spazi di ascolto e di aEvità per garan*re il loro benessere è fondamentale. Per fare ciò è necessario il lavoro mul*disciplinare da parte di vari/e professionis*/e che lavorano a conta@o con adolescen*, che siano insegnan*, psicologi e psicologhe, pedagogis*, allenatori e allenatrici e così via, sia a scuola che nei servizi fruibili sul territorio. La conoscenza delle dinamiche scolas*che e territoriali, e sopra@u@o le difficoltà che ne derivano, sono un oEmo punto di partenza per i/le professionis*/e nel lavorare con ragazzi e ragazze, cercando di interrompere, ove possibile, i circoli viziosi ed instaurarne di virtuosi. È da so@olineare che ogni figura adulta e professionale di riferimento non sia l’unica nella vita del singolo adolescente, ma uno tra tan* esempi di cui il ragazzo o la ragazza può usufruire: la responsabilità che ci dobbiamo prendere noi adul* è quella di condividere le nostre conoscenze ed esperienze, perme@ere ai ragazzi e alle ragazze di sbagliare senza giudizi e indicare delle traie@orie di crescita che potranno percorrere in totale autonomia, lasciando loro la sicurezza di avere un supporto a cui potersi rivolgere in caso di difficoltà.

In vista del convegno “Supereroi fragili. Adolescen tra nuove sfide e costruzione di futuro”, che si terrà a Rimini il 12 e il 13 aprile, l’area Ricerca&Sviluppo del Centro Studi Erickson ha messo a punto un ques*onario volto ad approfondire il lavoro delle figure professionali che operano a conta-o con gli adolescen in contes educa vi, sociali e sanitari. Il nostro obieEvo era quello di indagare a fondo la percezione di operatrici e operatori che lavorassero o avessero lavorato con persone adolescen* ed esplorare due ques*oni

1 h@ps://www.who.int/news-room/fact-sheets/detail/mental-disorders

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principali: da una parte volevamo avere una visione professionale su quelle che sono le difficoltà e i pun* di forza di adolescen* di oggi; dall’altra, volevamo capire le problema*che e le soddisfazioni delle stesse figure professionali che lavorano con questa fascia d’età.

L’analisi delle risposte ci perme@erà di aprire un dialogo intergenerazionale che riguarda sia le persone adolescen*, sia operatori e operatrici di varie età che si approcciano a realtà più o meno lontane da loro stessi/e. L’analisi sarà oltretu@o campo di esplorazione sulle cri cità e potenzialità del lavoro con adolescen con uno sguardo rivolto al futuro: cosa è possibile fare per migliorare le condizioni di professionis* e adolescen*? Quali sono le sfide da fronteggiare per un maggior benessere da entrambe le par*? Quali sono i percorsi migliori per garan*re uno spazio sicuro per i/le giovani?

Ai partecipan* è stata garan*ta la privacy tramite l’anonimato. Abbiamo diffuso il ques*onario a@raverso i social media e per passaparola, raggiungendo un campione di 258 partecipan totali che hanno – o hanno avuto – contaE con gli adolescen* in un contesto lavora*vo o di volontariato.

METODOLOGIA

La definizione delle domande del ques onario

Abbiamo proceduto alla definizione delle domande mediante un confronto tra diverse ricercatrici aEve nei se@ori dell'educazione, della clinica psicologica e del lavoro sociale. Inoltre, abbiamo ampliato questo confronto includendo l'esperienza di operatori e operatrici nell'ambito sociale, clinico ed educa*vo con una certa esperienza con gli adolescen*. Questo approccio ci ha consen*to di sviluppare domande che rispecchiassero in modo accurato le varie sfacce-ature professionali coinvolte, garantendo così una più ampia rilevanza e iden*ficazione per coloro che avrebbero partecipato alla nostra indagine. Il ques*onario è stato creato per indagare mul*ple dimensioni, con varie domande aperte e delle domande a risposta mul*pla.

Le prime tre domande del ques*onario (2, 3, 4, vedi l’Appendice) sono volte a indagare l’età e la dimensione professionale di coloro che si sono presta* a compilarlo, cioè che *po di lavoro svolgono e da quanto tempo lavorano a conta@o con gli e le adolescen* con domande a scelta mul*pla. Nella seconda domanda, che indagava la professione dei partecipan*, è stata data la possibilità di scegliere un massimo di tre opzioni con la possibilità di aggiungere un’ulteriore categoria qualora le preceden* non fossero state sufficientemente esaurien*.

Le domande 5, 6, 11, 14, 15 e 16 (vedi l’Appendice) sono volte a indagare la percezione dei professionis* su vari aspeE della vita degli adolescen*. Le domande 5 e 6 esplorano le principali aree problema*che che i professionis* riscontrano negli adolescen* durante la propria professione e più in generale sul territorio, entrambe con risposte a scelta mul*pla con un massimo di tre risposte da dare e la possibilità di aggiungerne una ulteriore. Nella domanda 11 viene chiesto quali siano i pun* di forza degli adolescen*, con la possibilità di rispondere apertamente. Le domande 14 e 15 riguardano le necessità degli adolescen* a scuola e sul territorio, mentre la domanda 16 verte sull’individuazione dei riferimen* culturali dei ragazzi e delle ragazze. Tu@e e tre queste ul*me domande presentano risposte a scelta mul*pla, un massimo di tre risposte e la possibilità di inserire un’ulteriore opzione.

Le domande 7, 8, 9 e 10 (vedi l’Appendice) sono invece volte a indagare la percezione del lavoro dei/lle partecipan* e il rapporto con le persone adolescen*. Si è voluta indagare la soddisfazione dei partecipan* in base a tre aspeE – stru@urali (7), relazionali (8) e di rapporto con l’utenza (9) – con risposte su una scala

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Likert con cinque pun*, da molto insoddisfa@o a molto soddisfa@o. È stato chiesto inoltre quanto spesso capita al professionista di sen*rsi in difficoltà nelle relazioni con gli adolescen* su una scala con qua@ro alterna*ve (quasi mai – sempre) e rispe@o a quali aspeE accade, quest’ul*ma era una domanda aperta (rispeEvamente domande 12 e 13 del ques*onario). La domanda 10 indagava le modalità di intervento più u*li nel lavoro con adolescen*.

Nell’ul*ma domanda (17) con risposta aperta si chiedeva alle/i partecipan* di farsi aiutare da un gruppo di adolescen* che sarebbe disponibile per offrire il punto di vista opposto sul lavoro professionale, e di fare loro una o più domande per pianificare degli interven* maggiormente efficaci.

L’analisi dei da

Nell’analisi dei da*, abbiamo ado@ato un approccio metodologico che comprendeva sia analisi descri ve che qualita ve al fine di esplorare in de@aglio le dimensioni e le cara@eris*che del fenomeno in esame. Le analisi descriEve sono state u*lizzate per riassumere e presentare i da* quan*ta*vi raccol*, consentendo una comprensione approfondita delle distribuzioni, delle tendenze e delle relazioni tra le variabili coinvolte. Queste analisi hanno incluso la rappresentazione grafica dei da* per facilitare l'interpretazione visiva.

Parallelamente, le analisi qualita*ve sono state condo@e per esplorare aspeE più sfuma* e complessi del fenomeno. In par*colare, abbiamo analizzato i contenu* testuali delle risposte procedendo per definizione di categorie, nuclei tema*ci, ricorrenze, relazioni tra conceE, sia individualmente sia a@raverso il confronto tra più ricercatrici. Questo approccio ci ha permesso di approfondire la comprensione dei processi, delle mo*vazioni e delle percezioni coinvolte nel contesto studiato, ca@urando de@agli e sfumature che non possono essere rileva* esclusivamente a@raverso da* quan*ta*vi.

L'integrazione di queste due prospeEve metodologiche ci ha consen*to di o@enere una visione più completa e approfondita del fenomeno in ques*one, consentendo una valutazione più accurata e ricca di significato dei risulta* dello studio.

Il campione

Il campione raccolto nel periodo tra novembre 2023 e febbraio 2024 è eterogeneo, rappresentato da un insieme ampio di professionis* che lavorano con adolescen* e con un’età compresa in un range tra i 22 e i 72 anni, la media pari a 45 e la deviazione standard pari a 11. In par*colare, il 59% dei partecipan* rientra nella fascia di età compresa tra i 30 e i 50 anni, seguito dal 33% di individui sopra i 50 anni e dall'8% di coloro che hanno un'età inferiore ai 30 anni (vedi Grafico 1). Grafico

DA 30 A 50 ANNI

MENODI 30 ANNI

PIÙDI 50 ANNI

4
59% 8% 33%
1. Grafico a torta rappresentante l’età campionaria.

Tra i soggeE che hanno compilato il ques*onario, è emerso che la categoria più rappresenta*va è cos*tuita da psicologi e psicoterapeu , che corrispondono al 25% del campione. Seguono educatori/pedagogis e insegnan* di scuola secondaria di primo e secondo grado, con percentuali rispeEvamente del 20%, 17% e 15%. Se si accorpano gli insegnan di scuole primarie e secondarie, tu@avia, corrispondono al 32%, diventando la categoria più corposa del campione. Gli assisten* sociali rappresentano il 7% del campione, i professionis* socio-educa*vi (formatori, mediatori, …) compongono il 6%, i professionis* sanitari (infermieri, TNPEE, die*s*, NPI, psichiatri, …) il 5% e coloro che operano nel campo del volontariato, dello sport, della cultura (allenatori/trici, bibliotecari/e, animatrici/tori, …) un altro 5% (vedi Grafico 2).

Sul fronte dell'esperienza lavora*va, è interessante notare che la metà dei professionis* ha dichiarato di aver accumulato oltre dieci anni di esperienza con gli adolescen , mentre un terzo ha indicato un'esperienza compresa tra i tre e i dieci anni. Questo dato rifle@e la significa*va presenza con*nua*va del campione in un ambito lavora*vo a conta@o con gli adolescen*.

PSICOLOGO/PSICOTERAPEUTA

EDUCATORE/PEDAGOGISTA

INSEGNANTEDISCUOLASECONDARIADISECONDOGRADO

INSEGNANTEDISCUOLASECONDARIADIPRIMOGRADO

ASSISTENTESOCIALE

ALTRIPROFESSIONISTISOCIOEDUCATIVI (TUTOR, FORMATORI, MEDIATORI, ORIENTATORI, FACILITATORI…)

ALLENATORE/ISTRUTTORESPORTIVO, BIBLIOTECARIO, ANIMATORE, VOLONTARIO

ALTRIPROFESSIONISTISANITARI (INFERMIERI, TNPEE, DIETISTI, NPI, PSICHIATRI...)

Grafico 2. Grafico a torta rappresentante le professioni dei partecipan .

I RISULTATI: UNO SGUARDO SULLA SITUAZIONE DI RAGAZZI E RAGAZZE DAL PUNTO DI VISTA DEI PROFESSIONISTI

Le difficoltà degli adolescen

Rispe@o alle difficoltà riscontrate dagli operatori che lavorano con adolescen*, sono state indicate come principali quelle riguardan* gli aspe relazionali e il ri ro sociale (16%), i problemi psicologici e di

5
25% 20% 17% 15% 7% 6% 5% 5%

apprendimento lega alla scuola (16%), e le difficoltà familiari (14%). Altri problemi meno frequentemente menziona* includono confliE con i genitori (6%), autolesionismo e rischio suicidario (6%), e problemi nell'uso dei social media e della tecnologia (6%), disturbi alimentari (4%) oltre a varie altre problema*che incluse (54% circa). Le sfide meno indicate riguardano l'ambito affeEvo e sessuale, l'iden*tà di genere e l'ansia legata al cambiamento clima*co e al benessere del pianeta (6% in totale, vedi Grafico 3).

Nella valutazione delle difficoltà degli adolescen* sul territorio, invece, i professionis* hanno risposto in modo più uniforme, indicando problemi di u lizzo di social/digitale (13%), difficoltà familiari (12%), relazionali e di ri ro sociale (12%), abuso di sostanze (11%), problemi psicologici e di apprendimento lega* alla scuola (11%), violenza tra pari e bullismo (10%). Le altre categorie menzionate in misura minore riguardano il 45% circa delle risposte. Le difficoltà meno menzionate riguardano ancora una volta l'iden*tà di genere e l'ansia clima*ca, così come i problemi nell'uso dei social media e della tecnologia (in totale poco più dell’1%, vedi Grafico 4).

La predominanza di alcune categorie nella prima domanda e la minore enfasi su altre nella seconda potrebbero rifle@ere gli ambi* specifici di intervento dei diversi professionis*. Ad esempio, le difficoltà relazionali e familiari, insieme ai problemi scolas*ci, possono essere più frequentemente affrontate da psicologi e insegnan*, che cos*tuiscono una fe@a significa*va del campione. Quando si tra@a di valutare le difficoltà sul territorio, i professionis* possono basarsi su una visione più ampia delle problema*che adolescenziali, che non si limita al loro ambito professionale specifico.

È comunque interessante notare come l’abuso di sostanze sia considerato un problema consistente sul territorio, mentre molto meno rilevato a livello personale dai professionis*: questo può rifle@ere una preoccupazione amplificata rispe@o a quello che è la realtà.

DIFFICOLTÀ RELAZIONALI, RITIRO SOCIALE

PROBLEMIPSICOLOGICIEDIAPPRENDIMENTOLEGATIALLASCUOLA

DIFFICOLTÀFAMILIARI

CONFLITTOCONIGENITORI

AUTOLESIONISMO, RISCHIO SUICIDARIO

PROBLEMIDIUTILIZZODISOCIAL/DIGITALE

VIOLENZATRAPARIEBULLISMO

INCERTEZZANELFUTUROLAVORATIVO

ABBANDONOSCOLASTICO

ABUSODISOSTANZE

SFERAALIMENTARE

DEVIANZAECRIMINALITÀ

Grafico 3. Difficoltà degli adolescen con cui i/le partecipan lavorano.

6
17% 17% 15% 6% 6% 6% 5% 5% 4% 4% 4% 3% 3% 2% 2% 0%

PROBLEMIDIUTILIZZODI SOCIAL/DIGITALE DIFFICOLTÀFAMILIARI

DIFFICOLTÀRELAZIONALI, RITIRO SOCIALE ABUSODISOSTANZE

PROBLEMIPSICOLOGICIEDIAPPRENDIMENTOLEGATIALLASCUOLA VIOLENZATRAPARIEBULLISMO

ABBANDONOSCOLASTICO

INCERTEZZANELFUTUROLAVORATIVO

DEVIANZAECRIMINALITÀ

DISUGUAGLIANZASOCIALEEPOVERTÀ

CONFLITTOCONIGENITORI SFERAALIMENTARE

AUTOLESIONISMO, RISCHIO SUICIDARIO

IDENTITÀDIGENERE

SFERAAFFETTIVAESESSUALE

ANSIACLIMATICA/BENESSEREDELPIANETA

Grafico 4. Difficoltà degli adolescen sul territori secondo le/i partecipan .

Abbiamo suddiviso il campione tra insegnan* e altri professionis* per avere un confronto sui due gruppi e monitorare eventuali differenze nelle difficoltà evidenziate.

Il 24% degli insegnan* indica problemi psicologici e di apprendimento lega* alla scuola, rendendoli la prima difficoltà in assoluto percepita, seguita da difficoltà relazionali e ri*ro sociale (15%), difficoltà familiari (12%), problemi di u*lizzo di social/digitale (10%) e incertezza del futuro lavora*vo (6%). Tu@e le altre categorie in totale compongono il 34% delle risposte (vedi Grafico 5).

Per quanto riguarda i professionis*, per il 19% hanno selezionato difficoltà relazionali e ri*ro sociale come prima difficoltà percepita. Le difficoltà familiari emergono al secondo posto (16%), a seguito problemi psicologici e di apprendimento lega* alla scuola (12%), autolesionismo e rischio suicidario (8%), confli@o con i genitori (7%) e violenza tra pari e bullismo (6%). Le altre opzioni selezionate compongono il restante 32% delle risposte (vedi Grafico 6).

I problemi psicologici e di apprendimento lega* alla scuola come prima categoria indicata dagli insegnan* rifle@e il lavoro degli stessi che si trovano ad affrontare tali difficoltà nelle classi. Questa categoria la troviamo invece al terzo posto per gli altri professionis*, che possono essere chiama* a sanare problema*che di questo genere ma che comunque indicano come pun* maggiormente problema*ci le difficoltà relazionali e familiari e il ri*ro sociale. Questo dato può rifle@ere la grande appartenenza del campione alla categoria professionale di psicologi e psicoterapeu*. Inoltre, un’altra categoria di spicco so@olineata dagli insegnan* come difficoltosa riguarda l’u*lizzo di social e del digitale, al quarto posto, mentre per altri professionis* questo non sembra essere un problema rilevante. Un altro dato interessante da notare è che l’autolesionismo e il rischio suicidario

7
12% 11% 10% 9% 9% 9% 7% 6% 6% 6% 4% 4% 4% 3% 1%0%

siano al quarto posto per altri professionis*, mentre per gli insegnan* li troviamo molto meno indica*. Questo di nuovo può rifle@ere il quarto del campione che, come professione, svolge lo psicologo/psicoterapeuta

DIFFICOLTÀ RELAZIONALI, RITIRO SOCIALE

DIFFICOLTÀFAMILIARI

CONFLITTOCONIGENITORI

PROBLEMIDIUTILIZZODISOCIAL/DIGITALE

INCERTEZZANELFUTUROLAVORATIVO

ABUSODISOSTANZE

DISUGUAGLIANZASOCIALEEPOVERTÀ

IDENTITÀDIGENERE

PROBLEMIPSICOLOGICIEDIAPPRENDIMENTOLEGATIALLASCUOLA

SFERAALIMENTARE

AUTOLESIONISMO, RISCHIO SUICIDARIO

VIOLENZATRAPARIEBULLISMO

ABBANDONOSCOLASTICO

DEVIANZAECRIMINALITÀ

SFERAAFFETTIVAESESSUALE

ANSIACLIMATICA/BENESSEREDELPIANETA

Grafico 5. Difficoltà degli adolescen con cui lavorano gli insegnan .

Per quanto riguarda la valutazione delle difficoltà adolescenziali sul territorio, invece, l’unica differenza significa*va tra i due gruppi risiede nel fa@o che gli insegnan* valutano con un peso maggiore rispe@o ad altri professionis* i problemi di u*lizzo di social/digitale, mentre danno minore peso rispe@o agli altri professionis* al tema dell'abuso di sostanze.

8
15% 24% 12% 4% 4% 3% 10% 5% 6% 4% 4% 2% 4% 1% 3% 0%

DIFFICOLTÀ RELAZIONALI, RITIRO SOCIALE

DIFFICOLTÀFAMILIARI

CONFLITTOCONIGENITORI

PROBLEMIDIUTILIZZODISOCIAL/DIGITALE

INCERTEZZANELFUTUROLAVORATIVO

ABUSODISOSTANZE

DISUGUAGLIANZASOCIALEEPOVERTÀ

IDENTITÀDIGENERE

PROBLEMIPSICOLOGICIEDIAPPRENDIMENTOLEGATIALLASCUOLA

SFERAALIMENTARE

AUTOLESIONISMO, RISCHIO SUICIDARIO

VIOLENZATRAPARIEBULLISMO

ABBANDONOSCOLASTICO

DEVIANZAECRIMINALITÀ

SFERAAFFETTIVAESESSUALE

ANSIACLIMATICA/BENESSEREDELPIANETA

Grafico 6. Difficoltà degli adolescen con cui lavorano le altre professioni.

Necessità degli adolescen

Abbiamo chiesto ai professionis* di esprimere la propria opinione riguardo a quali siano le necessità degli adolescen* a scuola e sul territorio. Dalle personali impressioni dei partecipan*, le risposte più comuni per le necessità a scuola sono: spazi e momen dedica per risolvere i confli (20%), sensibilizzazione su temi importan come sessualità, salute e dipendenze (19%), e spazi di ascolto psicologico dedica (19%). Altri aspeE menziona* includono la personalizzazione dei curricula, progeE sul metodo di studio, dialogo su argomen* di a@ualità e orientamento scolas*co e professionale (in percentuale 32%, vedi Grafico 5).

Per quanto riguarda le necessità sul territorio, sembrano mancare occasioni di confronto in gruppo tra pari (20%), spazi di incontro dedica agli adolescen (20%) e occasioni in cui esprimere i propri bisogni (20%) Anche gli sportelli di ascolto presso i servizi sociali e sanitari e progeE culturali come musica, teatro e sport sono sta* menziona* in misura minore (40% in totale, vedi Grafico 6)

9
19% 12% 16% 3% 7% 8% 3% 6% 4% 4% 4% 4% 2% 3% 2% 0%

SPAZIEMOMENTIDEDICATIALLAGESTIONEDEICONFLITTI

SENSIBILIZZAZIONE/PSICOEDUCAZIONERISPETTOADALCUNITEMI (SESSUALITÀ, SALUTE, DIPENDENZE…)

SPAZIDIASCOLTOPSICOLOGICOALORODEDICATI

PERSONALIZZAZIONEDEICURRICULASULLABASEDEILOROINTERESSI

PROGETTISULMETODODISTUDIO

DIALOGOSUTEMIDIATTUALITÀ

ORIENTAMENTOSCOLASTICOEPROFESSIONALE

Grafico 5. Necessità degli adolescen a scuola.

GRUPPIDICONDIVISIONE TRA PARI

OCCASIONIINCUIPOTERESPRIMEREILOROBISOGNI

SPAZIDIINCONTROALORODEDICATI

SPORTELLIDIASCOLTOPRESSOISERVIZISOCIALIESANITARIDELTERRITORIO

PROGETTIEATTIVITÀDIMUSICAE/OTEATRO

PROGETTIINAMBITOSPORTIVO

INCONTRIDIFORMAZIONEESENSIBILIZZAZIONE

SPAZIDIDIALOGOCONIGENITORI

Grafico 6. Necessità degli adolescen sul territorio.

10
20% 19% 19% 12% 11% 10% 9%
20% 20% 20% 12% 12% 9% 7% 0%

Pun di forza di ragazzi e ragazze

Dalle risposte analizzate è emersa una fotografia ricca che rimanda a ragazzi e ragazze pieni di risorse, di energia, di a@enzione e sensibilità verso i coetanei e verso il mondo che li circonda. Una cara@eris*ca preponderante che hanno notato mol* dei professionis* è che sono par*colarmente inclini al costruire relazioni posi ve sia con i pari che con i docen grazie alla capacità di ascolto e di dialogo che dimostrano. Alcuni professionis* hanno indicato come una qualità dei ragazzi la fiducia nei confron degli adul , se ritenu* “degni”. Altruismo, empa a e sensibilità sono ulteriori cara@eris*che rilevate che indicano l’a@enzione e la cura da parte dei ragazzi nel col*vare i legami con gli altri. Anche la determinazione e la resilienza sono state a@ribuite in maniera consistente da parte dei professionis*, insieme ad apertura mentale, ada@abilità e flessibilità. Per approfondimen* sulle varie categorie, si veda il Grafico 7

PUNTI DI FORZA

SENSODIRESPONSABILITÀEAUTONOMIA

CONOSCENZADIPIÙLINGUEEMULTICULTURALITÀ

SINCERITÀESCHIETTEZZA

COMPETENZEDIPROBLEMSOLVING

PASSIONEEDENTUSIASMO

ENERGIA, FORZA, SPIRITOD'INIZIATIVA

CURIOSITÀ

CAPACITÀDIMETTERSIINDISCUSSIONE/DIMETTERSIINGIOCO

DESIDERIODIESPRIMERSI/COMUNICARE/CONFRONTARSI

CAPACITÀDIRIFLESSIONESUDISÉ

PENSIEROCRITICOEATTENZIONEATEMISOCIALIEDIATTUALITÀ

CAPACITÀDICHIEDEREAIUTO / FIDARSI

COMPETENZEDIGITALIEINFORMATICHE, USODEISOCIAL

CREATIVITÀ

APERTURAMENTALE, ADATTABILITÀEFLESSIBILITÀ

EMPATIAESENSIBILITÀ

DETERMINAZIONEERESILIENZA

ABILITÀSOCIALIERELAZIONALI, CAPACITÀDIASCOLTO/DIALOGO,

0102030405060

Grafico 7. Categorizzazione delle risposte aperte dei partecipan .

11

Riferimen culturali in adolescenza

Abbiamo chiesto ai professionis* quali fossero i principali riferimen* culturali degli adolescen* secondo la loro esperienza. Il 37% delle risposte indicava YouTube e i social network come principale riferimento culturale: questo suggerisce che, nella percezione dei professionis*, le pia@aforme online abbiano un impa@o significa*vo sulla cultura giovanile, influenzandone i gus* e le tendenze. A seguito sono state indicate le serie TV (23%), che sembrano essere una fonte significa*va di intra@enimento e influenza per gli adolescen*, mentre musica e spe@acolo (16%) si confermano dei riferimen* trasversali intergenerazionali. Altri riferimen* includono sport, narra*va, programmi TV e arte.

I da* emersi da questa domanda possono essere interpreta* secondo due diverse visioni: da una parte possono effeEvamente res*tuire la fotografia del cambio di funzione di strumen* di fruizione culturale differen* rispe@o a quelli di generazioni passate; dall’altra parte, potrebbero indicare una percezione distorta degli adul* rispe@o alle giovani generazioni, che potrebbero giudicare queste ul*me come dipenden* dalla tecnologia e gli apparecchi ele@ronici, andando quindi a ridurre l’idea degli interessi giovanili a una visione unidimensionale

I RISULTATI: MODALITÀ DI LAVORO, SODDISFAZIONE PROFESSIONALE E DIFFICOLTÀ DEI PROFESSIONISTI

Modalità di lavoro

Sono state sondate le modalità che risultano più u*li per lavorare con gli adolescen*: un quarto del campione ha indicato il dialogo e il confronto dire-o con gli adolescen stessi come la migliore opzione, seguito dal confronto con i colleghi (19%), i genitori (15%) e la partecipazione a proposte forma*ve (seminari, corsi, ecc.), mentre la le@ura di libri e manuali scien*fici è stata la modalità meno indicata.

DIALOGO/CONFRONTOCONGLIADOLESCENTISTESSI

CONFRONTOCONICOLLEGHI

CONFRONTOCONICAREGIVERS/GENITORI

PARTECIPAZIONEACORSI, CONVEGNI, SEMINARIMASTEREALTRE PROPOSTEFORMATIVE

SUPERVISIONE

Grafico 8. Opzioni u li per il lavoro con adolescen

12
25% 19% 15% 13% 10% 8% 7% 3%

Soddisfazione

È stato chiesto ai partecipan* quale sia il loro grado di soddisfazione riguardo a specifici aspeE del loro lavoro con gli adolescen*: aspeE stru@urali, relazionali e di rapporto con l’utenza.

Emerge un certo grado di insoddisfazione dal punto di vista stru-urale, che riguarda aspe come la stabilità contra-uale, la retribuzione e l’adeguatezza degli spazi lavora vi: il 34% dei risponden*, infaE, si ri*ene insoddisfa@o o molto insoddisfa@o delle condizioni in cui si trova, contro il 42% dei soddisfaE o molto soddisfaE e il 24% che si dichiara neutro (vedi Grafico 9).

Gli aspeE relazionali riguardano il rapporto tra colleghi, supervisori e responsabili, per cui il 57% si ri*ene soddisfa@o o molto insoddisfa@o, mentre un quarto del campione si trova in una posizione neutra (vedi Grafico 10).

Per quanto riguarda il rapporto con l’utenza – che riguarda il sen*mento di u*lità del professionista, i legami crea* con i ragazzi, la ricchezza professionale apportata – emerge che gran parte del campione si ri*ene soddisfa@o o molto soddisfa@o, con una percentuale che arriva all’82% (vedi Grafico 11).

In generale, sembra che il rapporto dire-o con i ragazzi sia l’aspe-o che apporta un maggior soddisfacimento lavora vo e personale agli operatori, mentre la parte stru-urale è quella da cui derivano le maggiori frustrazioni.

SODDISFAZIONE STRUTTURALE

SODDISFATTO + MOLTO SODDISFATTO

NEUTRO

MOLTO INSODDISFATTO + INSODDISFATTO

050100150200

Grafico 9. Grafico a barre sulla soddisfazione stru-urale dei professionis .

13

RAPPORTO CON L'UTENZA

SODDISFATTO + MOLTOSODDISFATTO

NEUTRO

MOLTOINSODDISFATTO + INSODDISFATTO

050100150200

Grafico 10. Grafico a barre sulla soddisfazione in relazione agli aspe. relazionali dei professionis .

ASPETTI RELAZIONALI

SODDISFATTO + MOLTOSODDISFATTO

NEUTRO

MOLTOINSODDISFATTO + INSODDISFATTO

050100150200

Grafico 11. Grafico a barre sulla soddisfazione in relazione al rapporto con l’utenza dei professionis .

Abbiamo poi dis*nto tra insegnan* e altri professionis* per vedere se i livelli di soddisfazione fossero differen* tra i due gruppi e sulle tre dimensioni considerate. Una differenza che risalta è nella soddisfazione che riguarda gli aspeE stru@urali del proprio lavoro: il 48% degli insegnan si trova insoddisfa-o o molto insoddisfa-o delle proprie condizioni, contro il 26% di altri professionis , mentre il 33% degli insegnan* si trova soddisfa@o o molto soddisfa@o, contro il 48% del resto dei professionis*. Infine, il 19% degli insegnan* si trova in una posizione neutra, contro il 26% degli altri professionis*. Ques* da* ci lasciano intuire che fa@ori come stabilità contra@uale, retribuzione e adeguatezza degli spazi lavora*vi non siano adegua* per la categoria insegnan*, che trovano par*colarmente insoddisfacen* le loro condizioni (vedi Grafico 12 e Grafico 13).

14

Grafico 12. Soddisfazione stru-urale degli insegnan

Grafico 13. Soddisfazione stru-urale degli altri professionis .

Le differenze nella soddisfazione per il rapporto con l’utenza sono minime tra le due categorie, con più di un 80% di persone soddisfa@e o molto soddisfa@e da questo punto di vista (vedi Grafico 14 e Grafico 15). Questo ci fa intuire che questo sia l’ambito più soddisfacente sia per gli insegnan* che per gli altri professionis* dal fa@o che non ci siano differenze sostanziali tra i due gruppi.

INSODDISFATTO + MOLTOINS MOLTOSODDISFATTO + SODD NEUTRO

Grafico 14. Soddisfazione per il rapporto con l’utenza degli insegnan .

15
48% 33% 19% Insegnanti INSODDISFATTO
+ SODD NEUTRO 26% 48% 26% Altri professionisti INSODDISFATTO + MOLTOINS MOLTOSODDISFATTO + SODD NEUTRO 12% 82% 6% Insegnanti
+ MOLTOINS MOLTOSODDISFATTO

INSODDISFATTO + MOLTOINS MOLTOSODDISFATTO + SODD NEUTRO

Grafico 15. Soddisfazione rapporto con l’utenza degli altri professionis .

Per quanto riguarda gli aspeE relazionali, troviamo una fe@a maggiore di insegnan* insoddisfaE o molto insoddisfaE rispe@o ad altri professionis* (26% vs 15%). Non vi è molta differenza tra insegnan* e altri professionis* soddisfaE o molto soddisfaE (55% vs 58%), mentre per la neutralità vi sono delle differenze, con una maggior percentuale per altri professionis* (27%) rispe@o agli insegnan* (19%) (vedi Grafico 16 e Grafico 17).

INSODDISFATTO + MOLTOINS MOLTOSODDISFATTO

Grafico 14. Soddisfazione per il rapporto con l’utenza degli insegnan .

Altri professionisti

INSODDISFATTO + MOLTOINS MOLTOSODDISFATTO + SODD NEUTRO

Grafico 15. Soddisfazione rapporto con l’utenza degli altri professionis .

16
11% 81% 8%
Altri professionisti
26% 55% 19% Insegnanti
15% 58% 27%
+ SODD NEUTRO

Difficoltà dei professionis

Abbiamo esplorato le difficoltà che i professionis* incontrano nel rapporto con gli adolescen*. L’ 88% si sente quasi mai o talvolta in difficoltà nel rapportarsi con loro, mentre solo il 12% si sente spesso o sempre in difficoltà.

Abbiamo nuovamente provato a confrontare il gruppo degli insegnan* con gli altri professionis* per osservare delle differenze nella frequenza in cui si trovano in difficoltà i due gruppi. Il 28% degli insegnan* ri*ene di non sen*rsi quasi mai in difficoltà, contro il 21% degli altri professionis*. Gli insegnan* che si sentono talvolta in difficoltà sono il 55%, contro il 69% degli altri professionis*, mentre si rileva un 16% per gli insegnan* che si sentono spesso in difficoltà con gli adolescen* contro un 9% degli altri professionis*. Per entrambi i gruppi la percentuale che si sete sempre a disagio nei confron* degli adolescen* sono l’1%.

Abbiamo provato a confrontare i due gruppi sommando le percentuali delle risposte “Quasi mai/Talvolta” e “Spesso/Sempre”. Considerando l’intero campione (insegnan* + altri professionis*) l’88% dei partecipan* si sente quasi mai o talvolta in difficoltà, mentre il 12% si sente così spesso o sempre. Separando le due categorie, invece, vediamo che la percentuale degli insegnan* che si sente quasi mai o talvolta in difficoltà con adolescen* cala all’83%, contro il 90% degli altri professionis*. Il 17% degli insegnan , invece, si sente spesso o sempre in difficoltà contro il 10% di altri professionis (vedi Grafico 16 e Grafico 17).

Insegnanti QUASIMAI TALVOLTA SPESSO SEMPRE

Grafico 16. Frequenza con cui gli insegnan si trovano in difficoltà.

QUASIMAI TALVOLTA SPESSO SEMPRE

Grafico 17. Frequenza con cui altri professionis si trovano in difficoltà.

17
28% 55% 16% 1%
21% 69% 9% 1%
Altri professionisti

Le principali difficoltà individuate all’interno dell’intero campione riguardano la comunicazione, la fiducia e la ges*one emo*va, seguite da comportamen* opposi*vi, disagi psicologici e inadeguatezze nell'intervento professionale. Rispe@o a questo ul*mo aspe@o in par*colare, emerge che mol operatori riconducono le difficoltà nel lavoro con adolescen a problemi stru-urali, come ad esempio i servizi manchevoli nel rispondere ai loro bisogni, o la mancanza di conoscenze specifiche nei confron di problemi che riguardano ragazzi e ragazze con cui lavorano. Emergono anche tra i primi pos* la difficoltà nel creare rappor* di fiducia che possano favorire la comunicazione, la chiusura in sé dei ragazzi e delle ragazze nei confron* dei professionis* e comportamen* opposi*vi, violen* e/o an*sociali che i/le adolescen* me@ono in a@o: pare che l’instaurare e mantenere un rapporto virtuoso e fiduciario con i ragazzi e le ragazze sia molto importante per gli operatori, mol* dei quali hanno infaE segnato le difficoltà nel fare ciò (vedi Grafico 18).

DIFFICOLTÀ

INTERVENTICOATTI

DIFFICOLTÀASCUOLA

SESSUALITÀETEMITABÙ

MANCANZADIFIDUCIANELFUTURO

GESTIONEDELLACLASSE

MANCANZADIVALORI, IDEALI

MOTIVAZIONEALLOSTUDIO

TECNOLOGIAESOCIAL

DISAGIOSOCIALE

COMPORTAMENTIAUTODISTRUTTIVI/PERICOLOSI

RAPPORTOCONIGENITORI

INADEGUATEZZADEISERVIZI

DISAGIOFAMILIARE

DIFFICOLTÀNELCOGLIEREILLOROPUNTODIVISTA / GAP…

INADEGUATEZZADELPROPRIOINTERVENTO

GESTIONEEMOTIVA

DISAGIPSICOLOGICI

COMPORTAMENTIOPPOSITIVI/VIOLENTI/ANTISOCIALI/IRRISPETTOSIVS…

CHIUSURAINSÉ, PASSIVITÀ, DEMOTIVAZIONE

DIFFICOLTÀDICOMUNICAZIONEEDIFIDUCIA

05101520253035

Grafico 18 Difficoltà evidenziate dalle/i professioniste/i nel lavoro con adolescen . TuE ques* da* res*tuiscono una visione dei professionis* delle difficoltà degli adolescen* che riguardano situazioni specifiche e so@olineano le difficoltà delle stesse figure professionali per mancanza di competenze o per una inadeguatezza professionale e stru@urale dal punto di vista dei servizi.

18

I RISULTATI: COSA VORREBBERO CHIEDERE I PROFESSIONISTI A RAGAZZI E RAGAZZE

Come ul*ma domanda, abbiamo chiesto di “rovesciare la prospeEva” e di rivolgersi agli adolescen non come bisognosi di aiuto ma come consulen esper dei loro stessi bisogni, necessità, risorse, e quindi ricchi di conoscenze esperienziali u li ai professionis per lavorare in modo più efficace: i professionis* dovevano pensare alle ragazze e ai ragazzi non come persone su cui operare, ma come contributo prezioso per avere una visione diversa e dunque più ampia e coinvolta nel lavoro di tuE i giorni con loro.

Abbiamo condo@o un’analisi qualita*va delle domande poste dalle/i professioniste/i dividendole in varie categorie adeguate ed esaus*ve per tu@o il materiale ricevuto (vedi Grafico 19). Il maggior numero di domande è stato a@ribuito alla categoria riguardante la relazione con gli adul , con domande su come gli adolescen* vorrebbero che gli adul* si rapportassero e cosa non sopportano nel modo di porsi dell’adulto. La seconda categoria emersa riguarda i bisogni e i desideri adolescenziali, con domande come “Quali sono i tuoi bisogni e quelli dei tuoi pari?”. È possibile interpretare ques* da* come un genuino interesse da parte degli adul* professionis* di rapportarsi con i ragazzi cercando di accompagnarli in modo rispe@oso delle loro richieste, spazi e bisogni. La terza categoria riguarda il futuro dei ragazzi, con domande quali “come * immagini da adulto?” o “qual è la tua prospeEva lavora*va?”. Questo *po di domande può rivelare da una parte una a@enzione genuina per i desideri futuri, come sostenuto precedentemente; dall’altra, può denotare la necessità dell’adulto di sen*rsi rassicurato rispe@o alle scelte dei ragazzi e/o al loro futuro in generale. In generale sono emerse delle riflessioni molto posi*ve e coinvolte nella promozione del benessere delle/gli adolescen*. Tu@avia, sopra@u@o in questa parte del ques*onario, sono emerse anche alcune risposte esplicitamente riferite agli adolescen* come persone prive di fondamen* valoriali, inesperte, poco interessate al proprio futuro. Tali risposte hanno comunque riguardato una minoranza stre@a di professionis*. Come accennato in precedenza, alcune di queste possono rifle@ere le paure ed insicurezze da parte degli adul*, più che l’effeEva esperienza di vita di ragazzi e ragazze.

Argomenti delle domande e numerosità

RELAZIONECONGENITORIEFAMILIARI

USODIINTERNETESOCIAL

PUNTIDIVISTA

VALORI

PREOCCUPAZIONIEPAURE

RELAZIONECONGLIALTRI

PROPOSTEDIATTIVITÀ

RELAZIONETRAPARI

FELICITÀ

INTERESSIEPASSIONI

SPAZIETERRITORIO

DIFFICOLTÀPSICOLOGICHE, PUNTIDIFORZA/FRAGILITÀ

ADULTIGUIDA/IDEALI

SCUOLA

FUTURO

BISOGNIEDESIDERI

RELAZIONECONGLIADULTI

0510152025303540

Grafico 19. Analisi qualita va delle ipote che domande da porre ad adolescen .

19

LIMITI DELLA RICERCA

Nel corso di questa ricerca, siamo sta* in grado di iden*ficare e analizzare diverse variabili chiave legate al nostro ogge@o di studio. Tu@avia, è importante riconoscere le limitazioni di questo studio condo@o e che possono influenzare l’interpretazione dei risulta*.

Il primo limite da considerare riguarda il campione, che non è rappresenta*vo dell’intera popolazione professionale a conta@o con adolescen* poiché i partecipan* non sono sta* seleziona* in modo casuale o tramite un processo di campionamento rappresenta*vo. Le/ i partecipan* hanno scelto volontariamente di partecipare allo studio: Il fa@o che il campione si sia spontaneamente auto-selezionato a par*re da contaE Erickson potrebbe connotarlo dal punto di vista mo*vazionale e di posizionamento secondo cara@eris*che specifiche che non abbiamo approfondito o misurato.

Il secondo limite dello studio riguarda il *po di analisi è descriEvo, riportando le informazioni di base sulle cara@eris*che delle variabili studiate; tu@avia, questo *po di analisi non implica un nesso causale tra le variabili.

Nell’ambito dei servizi propos* dai professionis* a conta@o con adolescen* c’è ampio spazio per ulteriori ricerche: una proposta che va in questa direzione può essere di indagare separatamente la percezione di diversi professionis* o di professionis* che lavorano in diversi ambi*, approfondendo le risposte emergen* con, ad esempio, dei focus group.

Un ulteriore studio potrebbe indagare le prospeEve sia dei professionis* che degli adolescen*, in modo da avere la possibilità di fare un confronto con due pun* di vista complementari sulle stesse dinamiche. Una variabile da tenere sicuramente in considerazione sarebbe il luogo di provenienza e di frequentazione, che potrebbe dare una comprensione approfondita sulle situazioni in ogni parte d’Italia (ad esempio, il divario tra Nord e Sud).

Un ul*mo accorgimento che può essere considerato per studi futuri riguarda la dis*nzione tra inizio adolescenza e adolescenza matura, considerando anche il sesso dei ragazzi e delle ragazze e l’età di sviluppo.

CONCLUSIONI

Il ques*onario condo@o era volto a esplorare le percezioni e i vissu di professioniste e professionis che lavorano a stre-o conta-o con adolescen : è importante avere una prospeEva sulle loro condizioni e necessità professionali per rilevare eventuali difficoltà e comprendere quali conoscenze, processi, metodologie potrebbero garan*re loro di operare in maniera efficace. Il ques*onario, inoltre, ha permesso di raccogliere dei da* rispe@o alla situazione degli adolescen* stessi, anche se in modo indire@o e veicolato dall’esperienza dei professionis*.

L'analisi condo@a a@raverso il ques*onario rivela come i professionis* possiedano una visione composita rispe-o alle necessità e pun di forza degli adolescen , nonché rispe-o alle sfide che loro stessi devono affrontare quo dianamente durante il loro lavoro.

Queste informazioni sono preziose per orientare gli interven futuri e migliorare il supporto offerto agli adolescen* nella loro crescita e sviluppo. È fondamentale con*nuare a esplorare e comprendere il mondo degli adolescen* a@raverso il dialogo aperto e il coinvolgimento aEvo, al fine di creare ambien* più inclusivi e rispe@osi delle loro esigenze e aspirazioni.

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APPENDICE: il testo del ques onario

Lavorare con adolescen : sfide, percezioni, prospe ve

La Ricerca & Sviluppo Erickson lancia questo sondaggio nazionale in vista della 5° edizione del Convegno “Supereroi fragili. Adolescen* tra nuove sfide e costruzione di futuro” (Rimini, 12 e 13 aprile 2024). Il ques*onario è rivolto a tu@e le persone che lavorano con adolescen* nei vari contes* educa*vi, sociali, sanitari. Il ques*onario è anonimo. I da* raccol* cos*tuiranno il punto di inizio del Convegno e faciliteranno un dialogo intergenerazionale sulle cri*cità e potenzialità del lavoro con adolescen*. Per questo, la vostra opinione conta!

Nota: Per una maggiore fluidità di le@ura è stato scelto di usare il maschile universale. Si specifica, in ogni caso, che le occorrenze al maschile sono sempre indirizzate indifferentemente a entrambi i generi. Per prendere visione dell'informa va della privacy clicchi qui.

1. Qualora le facesse piacere ricevere una res tuzione dei risulta , può scrivere di seguito il suo indirizzo email:

2. Quan anni ha? (scrivere in numero)

3. Qual è la sua professione? (può scegliere più di una opzione)

 Insegnante di scuola secondaria di primo grado

 Insegnante di scuola secondaria di secondo grado

 Educatore

 Psicologo/psicoterapeuta

 Assistente sociale

 Neuropsichiatra infan*le

 Allenatore/istru@ore spor*vo

 Volontario (volontario di doposcuola, catechista, capo scout, animatore…)

 Altro (specificare so@o)

4. Da quanto tempo lavora con adolescen ?

 Meno di tre anni

 Tra 3 e 10 anni

 Più di 10 anni

 In passato ho lavorato con adolescen*, ma non in questo momento

 Non ho mai lavorato con gli/le adolescen* (proseguire con la domanda n. 10)

5. Quali sono le principali difficoltà degli ADOLESCENTI CON CUI LAVORA? (può indicarne al massimo tre)

 Devianza e criminalità

 Problemi psicologici e di apprendimento lega* alla scuola

 Difficoltà familiari (violenza intrafamiliare, scarse competenze genitoriali…)

 Problemi lega* alla sfera alimentare

 Ques*oni legate alla sfera affeEva e sessuale (violenza di coppia, prime esperienze sessuali, promiscuità sessuale…)

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 Violenza tra pari e bullismo

 Abuso di sostanze (alcol, farmaci, droghe…)

 Difficoltà relazionali, ri*ro sociale

 Disuguaglianza sociale e povertà

 Autolesionismo, rischio suicidario

 Incertezza nel definire il proprio futuro dal punto di vista lavora*vo

 Confli@o con i genitori

 Abbandono scolas*co

 Problemi lega* all’u*lizzo dei social e/o al digitale in generale

 Ansia clima*ca/benessere del pianeta

 Ques*oni legate all’iden*tà di genere

 Altro (specificare so@o)

6. Pensi al TERRITORIO in cui lavora. Quali sono le aree di preoccupazione rispe-o alla situazione degli adolescen di quel territorio? (può indicarne al massimo tre)

 Devianza e criminalità

 Problemi psicologici e di apprendimento lega* alla scuola

 Difficoltà familiari (violenza intrafamiliare, scarse competenze genitoriali…)

 Problemi lega* alla sfera alimentare

 Ques*oni legate alla sfera affeEva e sessuale (violenza di coppia, prime esperienze sessuali, promiscuità sessuale…)

 Violenza tra pari e bullismo

 Abuso di sostanze (alcol, farmaci, droghe…)

 Difficoltà relazionali, ri*ro sociale

 Disuguaglianza sociale e povertà

 Autolesionismo, rischio suicidario

 Incertezza nel definire il proprio futuro dal punto di vista lavora*vo

 Confli@o con i genitori

 Abbandono scolas*co

 Problemi lega* all’u*lizzo dei social e/o al digitale in generale

 Ansia clima*ca/benessere del pianeta

 Ques*oni legate all’iden*tà di genere

 Altro (specificare so@o)

7. Pensando al suo lavoro con adolescen , qual è il suo grado di soddisfazione in relazione ad ASPETTI STRUTTURALI del suo lavoro (stabilità contra-uale, adeguatezza della retribuzione, adeguatezza degli spazi di lavoro…)?

Molto insoddisfa@o Insoddisfa@o Neutro Soddisfa@o Molto soddisfa@o

8. Pensando al suo lavoro con adolescen , qual è il suo grado di soddisfazione in relazione al RAPPORTO CON L’UTENZA (rappor con i colleghi, possibilità di contare su supervisioni, rappor con il proprio responsabile…)?

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Molto insoddisfa@o

Insoddisfa@o Neutro Soddisfa@o Molto soddisfa@o

9. Pensando al suo lavoro con adolescen , qual è il suo grado di soddisfazione in relazione agli ASPETTI RELAZIONALI del suo lavoro (possibilità di sen rsi “u li”, vissu lega alla relazione con ragazzi e ragazze, ricchezza professionale…)?

Molto insoddisfa@o Insoddisfa@o Neutro Soddisfa@o Molto soddisfa@o

10. Quali tra le seguen opzioni ri ene siano più u li nel suo lavoro con adolescen ? (può indicarne al massimo tre)

 Confronto con i colleghi

 Confronto con i caregivers/genitori

 Dialogo/confronto con gli adolescen* stessi

 Consulenza esterna di professionis*

 Supervisione

 Incontro con i servizi specialis*ci

 Partecipazione a corsi, convegni, seminari master e altre proposte forma*ve

 Le@ura di libri, manuali, le@eratura scien*fica

 Altro (specificare so@o)

11. Indichi uno o più pun di forza (sociali, relazionali, psicologici, competenze, abilità…) che gli adolescen con cui è in conta-o dimostrano di possedere.

12. Quanto spesso le capita di sen rsi in difficoltà nel relazionarsi con adolescen ?

 Quasi mai

 Talvolta

 Spesso

 Sempre

13. Rispe-o a quali aspe le accade di sen rsi in difficoltà?

14. Dal suo punto di vista di cosa necessiterebbero gli adolescen A SCUOLA? (può indicarne al massimo tre)

 Spazi di ascolto psicologico a loro dedica*

 Personalizzazione dei curricula sulla base dei loro interessi

 Sensibilizzazione/psicoeducazione rispe@o ad alcuni temi (sessualità, salute, dipendenze…)

 Orientamento scolas*co e professionale

 ProgeE sul metodo di studio

 Dialogo su temi di a@ualità

 Spazi e momen* dedica* alla ges*one dei confliE

 Altro (specificare so@o)

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15. Dal suo punto di vista di cosa necessiterebbero gli adolescen SUL TERRITORIO? (può indicarne al massimo tre)

 Gruppi di condivisione tra pari

 ProgeE in ambito spor*vo

 ProgeE e aEvità di musica e/o teatro

 Occasioni in cui poter esprimere i loro bisogni

 Spazi di incontro a loro dedica*

 Incontri di formazione e sensibilizzazione

 Sportelli di ascolto presso i servizi sociali e sanitari del territorio

 Altro (specificare so@o)

16. Pensi agli adolescen che conosce: principalmente in che ambito individuano i loro riferimen culturali? (può indicarne al massimo tre)

 Narra*va e fumeE

 Serie tv

 Programmi tv

 Youtube e social network

 Musica e spe@acolo

 Sport

 Altro (specificare so@o)

17. Immagini di chiedere una consulenza a un gruppo di adolescen che si occupa di aiutare i professionis a comprendere il loro mondo e a pianificare interven efficaci con ragazzi e ragazze. Quale/i domanda/e farebbe loro?

Il ques*onario è concluso. La ringraziamo per la collaborazione!

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