Intervista Fabio Folgheraiter

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Oggi e domani

INTERVISTA al Centro Erickson il convegno Fabio sulla forza e i limiti

Folgheraiter del Lavoro sociale di comunità

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«Le comunità devono essere coinvolte»

na due giorni di incontri, workshop, laboratori quella in programma oggi(venerdì)e domani al Centro Studi Erickson per il quarto «Convegno internazionale Erickson Lavoro Sociale di Comunità». Un'occasione per tutti i professionisti e le professioniste che lavorano nel campo del lavoro sociale ed educativo per raccontare e promuovere progetti virtuosi di comunità in ottica partecipativa. Tra i relatori attesi, Joan Tronto, politologa statunitense di fama internazionale e Fabio Folgheraiter (nella foto), professore ordinario di metodologia del lavoro sociale all'Università Cattolica del S. Cuore di Milano e Brescia e co-fondatore ciel Centro studi Erickson di Trento. A lui abbiamo rivolto alcune domande. Professor Folgheraiter, quali sono, o i, le principali emergenze sociali?

«Nell'ottica del lavoro di comunità, si evidenziano sempre maggiori disagi, improvvisazioni e addirittura impotenza all'interno delle politiche e degli interventi assicurati dal cosiddetto "sistema di welfare". Ci sono problemi a carico dei cittadini e delle famiglie,che faticano a gestire le loro vite, stretti tra aumento ciel costo della vita, difficoltà di reddito e complicazioni tecnologiche,e altrettanti problemi a carico delle Istituzioni pubbliche e/o private che avrebbero il compito di "risolvere" professionalmente e tecnicamente tutte quel-

le esondanti problematiche». Alcuni esempi?

«A fronte, ad esempio, della crescita della domanda cli cure sociosanitarie e socio-assistenziali nei confronti della popolazione anziana o della non-autosufficienza, le grandi Strutture residenziali faticano a far quadrare i bilanci e a trovare strategie per accogliere tutte le potenziali domande. A fronte della esplosione di una varietà impressionanti di dipendenze patologiche (da sostanze, da uso compulsivo di tecnologie,da gioco, da pornografia, da cibo, da narcisismo,eccetera),le Strutture deputate non riescono a intercettare/gestire tali fenomeni se non in minimissima parte. A fronte ciel dilagare delle fragilità psichiche(di adolescenti e cli persone adulte) e delle patologie psichiatriche tradizionali, i Servizi di salute mentale vengono sempre più fagocitati nelle logiche sanitarie e, in questo modo,finiscono in buca.Invece di fronteggiare i problemi incrementando la razionalità e la creatività, infilano la testa in un nodo scorsoio».

In che modo e con quale forza ha inciso la pandemia rispetto a queste emergenze?

«La pandemia è ormai un'epoca che tendiamo a non ricordare più. In quel periodo entrambe le dimensioni che abbiamo citato hanno esasperato i loro tremi. La pandemia è stata tuttavia un banco di prova molto istruttivo perché ci ha insegnato che le comunità locali (le associazioni, il volontariato) tirano fuori energie e autonomie organizzative

inaspettate, e sanno muoversi». i> suggerimento posto al centro del convegno è quello di un sempre m W;gior coinvolgimento della comunità?

«Si e no. Il suggerimento sarebbe quello di riconoscere alle comunità locali e ai loro corpi intermedi di rappresentanza un potere di interlocuzione "paritario" con la Pubblica amministrazione, così che entrambe le sfere (quella pubblica e quella privata/civica) possano sussidiarsi "orizzontalmente". Entrambe le sfere dovrebbero, se ne fossero capaci, rispettarsi reciprocamente, riconoscendosi dignità e pari valore. Sarebbe questa oltretutto l'idea fondante della cosiddetta co-progettazione, etichetta che è ormai sulla bocca di tutti ma che, come sempre succede in questi casi, non essendo ben compresa,sembra destinata - ahi noi - a incrementare il livello della generale confusione». Qual è la situazione in Trentino riguardo alle logiche del Lavoro di comunità?

«Grazie al cielo veniamo cla lunghi decenni di creatività "comunitaria". Abbiamo sperimentato la forza della sinergia tra istituzioni preveggenti e comunità motivate. Per l'ente pubblico titolare delle competenze sociali e sociosanitarie la sfida è mantenere i risultati raggiunti, valorizzando queste dinamiche con politiche coerenti».

In quale direzione muoversi? Qual è la riflessione al centro del suo intervento?

«Il focus della riflessione riguarda la capacità dei professionisti di mantenere sempre con i cittadini attivi di una comunità

un atteggiamento paritetico di dialogo autentico. Di portare un profondo rispetto per le loro libertà esistenziali e per le loro motivazioni a costruire il bene comune. A volte i professionisti enfatizzano il dialogo a parole, poi di fatto essi danno per scontato che, essendo esperti per studio, debbano essere per forza loro a guidare dirigisticamente i processi di collaborazione, anziché "co-progettarli" davvero».

Informazioni:erickson.it/it/sede-trento

La pandemia ci ha insegnato che le comunità tirano fuori energie e autonomie inaspettate
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lI Convegno Lavoro sociale di comunità che si svolge oggi e domani al Centro Studi Erickson di Gardolo è un'occasione di confronto, riflessione per scoprire insieme le metodologie e gli strumenti utili a progettare relazionalmente con le comunità. Perché non è possibile pensare di risolvere i problemi collettivi di una comunità intera senza far leva sulle capacità della stessa comunità di fronteggiare tali difficoltà.

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