Aristotele accostò il gioco alla gioia e alla virtù.
Per Freud il gioco è basilare per lo sviluppo della personalità del bambino. Maria Montessori ha affermato: «Il gioco è il lavoro del bambino».
Piaget, il grande studioso dell’intelligenza, ha scritto: «Mediante il gioco il bambino fa esperienza di persone e oggetti, arricchisce la memoria, studia cause ed effetti, riflette sui problemi, si costruisce un vocabolario, impara a controllare le sue reazioni emotive e adatta il proprio comportamento ai modelli culturali del suo gruppo sociale. Il gioco è quindi necessario al completo sviluppo del corpo del bambino, del suo intelletto, delle sue emozioni e della sua personalità».
Il gioco è… una cosa seria?
Lo psicologo russo Lev Vygotskij ha considerato il gioco come forza attiva per l’evoluzione affettiva e umana del ragazzo.
Donald Winnicott ha scritto: «Il gioco fa crescere nell’autonomia e stimola la creatività».
Secondo Melanie Klein il gioco consente al bambino di crescere, di alimentare il pensiero simbolico, di imparare a padroneggiare il mondo esterno.
La cultura ispira il gioco
«In Spagna, quando un bambino torna a casa dopo una partita, i genitori
chiedono se ha giocato
bene. In Italia, invece, gli chiedono se ha vinto.
C’è chi ha la cultura del gioco, chi l’ossessione della vittoria»
(Andrés Iniesta, centrocampista della nazionale spagnola di calcio).
Il gioco ispira un percorso psicologico
Chi pratica uno sport si ritrova inserito in un contesto socio-culturale che trasmette valori, modelli comportamentali, di inclusione o di specializzazione precoce, criteri di apprezzamento e di soddisfazione.
Delinea pertanto anche un percorso psicologico per coloro che fanno parte di questo contesto. Getta basi altamente significative per lo sviluppo dell’identità dei piccoli atleti.
L’imprinting
Le figure educative di riferimento (genitori e allenatori) devono avere la consapevolezza che determinano nei bambini un imprinting, stili comportamentali che caratterizzano il modo di vivere l’esperienza sportiva e condizionano poi il funzionamento anche fuori dallo sport.
Una scuola di formazione formatori sarebbe pertanto fondamentale.
Le motivazioni relative allo sport
• Interesse del bambino
• Decisione dei genitori
• Consiglio del medico o dello psicologo
• Per stare con amici o compagni di classe
• Emulazione di personaggi della TV
Le motivazioni relative allo sport
• Per condividere lo sport con i familiari
• Ricerca di nuovi amici
• Fascino derivante da campioni
• Pubblicità società sportive
• Mode
(Attenzione: le diverse motivazioni hanno una forza diversa)
IL GENITORE utile
• Ha una sua vita psichica soddisfacente
• Ha rispetto delle scelte sportive del figlio
• Non lo sovraccarica di attese
• Rispetta la figura dell’allenatore
• Collabora con la società sportiva
• Non vive come un «lutto» la sconfitta del figlio
• È di aiuto nell’approccio emotivo alla gara.
L’allenatore carismatico
• È correttamente motivato al ruolo • È competente
• È responsabile
• È empatico • È riservato • Ha un buon grado di autostima • Sa costruire il gruppo
Crea un clima gioioso • Stimola l’autonomia
• Sa restituire un feedback al ragazzo
• Dispone di intelligenza emotiva
• È un leader carismatico
Lo sport rappresenta una straordinaria possibilità educativa. Vantaggi:
• migliora il rapporto con il proprio io corporeo
• consente uno scarico energetico
• convivenza con i coetanei
• l’allargamento delle figure adulte di riferimento: feedback
• la varietà degli ambienti di interazione e di inserimento
• l’impatto con la disciplina di gruppo e l’interiorizzazione di regole
• buon uso del tempo libero
• la scelta di itinerari di impegno di carattere progettuale
• il clima di cooperazione e lo spirito di squadra
• la valorizzazione di capacità diverse
• si allenano il desiderio e l’impegno per vincere
• si impara a reggere la sconfitta
• si previene l’impulso alle trasgressioni gravi
Inoltre, lo sport permette al bambino di:
• evitare di trascorrere grandi quantità di tempo davanti alla tv
• sviluppare il senso di disciplina
• confrontarsi con un sistema obiettivo di valutazione delle prestazioni
• apprezzare i miglioramenti nelle proprie prestazioni
• modulare la propria emotività
• Favorire step di crescita del proprio IO
Autoefficacia Empowerment
(il proprio potere espressivo)
• Il gioco motorio impegna completamente i movimenti, la prontezza senso percettiva, le coordinazioni, l’apprezzamento dello spazio e del tempo, della massa e dell’energia. Il bambino prende coscienza del proprio potere espressivo
• Provando e riprovando con perseveranza, attenzione e costanza, il bambino tramite il gioco inizia a prendere coscienza di sé e a scoprire livelli crescenti di efficienza ed efficacia.
• Sul piacere del gioco si innesta il concetto di performance.
Performance
Ragionare in termini di performance significa costruire la gestualità appropriata di una disciplina sportiva per trasformarla in movimenti sportivi ottimizzati e interiorizzati.
Significa saper utilizzare i feedback dell’esperienza e dell’ambiente.
Più il bambino diventa grande, più il rafforzamento dell’autostima
dipende dalla riuscita in situazioni di competizione, dove occorre dare il meglio di sé.
Agonismo
In ambito sportivo, occorre educare nel ragazzo quelle doti agonistiche che lo possono supportare nel momento in cui occorre dare il meglio di sé cooperando e competendo con altri e contro altri.
LA CAPACITÀ AGONISTICA
È quella particolare
predisposizione
intellettiva, emotiva,
motoria e tattica,
che l’individuo possiede
nel riuscire a esprimersi al meglio delle sue potenzialità nel momento della gara.
FATTORI PSICOLOGICI
dell’atleta agonista (Edgar Thill)
Ci sono
caratteristiche
di
personalità che pongono l’atleta
nelle
condizioni di esprimersi a livelli ottimali
Fattori psicologici che vanno allenati Fattori psicologici che vanno allenati nel ragazzo: nel ragazzo:
desiderio di autoaffermazione
resistenza
capacità di superamento continuo
autocontrollo
tolleranza allo stress
grinta
velocità
gusto del rischio
senso del gruppo
collaborazione
disciplina
L’ALLENAMENTO PSICOLOGICO
DELLE CAPACITÀ AGONISTICHE
La forza mentale
«La forza mentale distingue i campioni dai quasi campioni» (Rafael Nadal)
Nel golf il 70% del gesto viene costruito prima di colpire la pallina
LIFE SKILLS
Si intendono le capacità di assumere comportamenti positivi che consentono di trattare efficacemente le richieste e le sfide della vita.
(Dipartimento di Salute Mentale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, 1993)
Esse sono:
Capacità di prendere decisioni
Capacità di risolvere problemi
Creatività
Senso critico
Comunicazione efficace
Capacità di relazionarsi con gli altri
Autocoscienza
Empatia
Gestione delle emozioni
Gestione dello stress
Alex Zanardi
«Oggi i ragazzi sono attratti da fama e popolarità (il punto d’arrivo). E invece di fare, invidiano. La felicità non è nel risultato: quando hai conquistato una medaglia è già finito tutto.
Felicità è quello che c’è prima del traguardo, fare una cosa amandola. L’ambizione è il colpo di reni che ti permette di tagliare la linea prima degli altri. La passione ti porta sino a lì».