DMM Speciale Olio 2025

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OLIO

SOMMARIO

Tornano i volumi dell’olio d’oliva nel Mediterraneo, ma l’Italia fatica ancora

Ripartono i consumi degli Evo, soprattutto di origine comunitaria

I consumatori continuano a premiare l’olio di qualità

Prosegue la polarizzazione dei consumi degli Evo

Il segmento dei classici sta recuperando terreno

L’Evo 100% italiano porta valore aggiunto a tutta la categoria

Cresce la richiesta di packaging sostenibili e funzionali

Supplemento a Distribuzione Moderna di luglio 2025

Direttore responsabile Armando Brescia

Direttrice editoriale Maria Teresa Manuelli

Responsabile redazione EDM Claudia Scorza

A cura di Fabio Massi

Responsabile publishing Stefania Colasuono

Progetto grafico Silvia Ballarin

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Tornano i volumi dell’ olio d’oliva

nel Mediterraneo , ma l’ Italia fatica ancora

Le stime produttive sulla campagna olearia 2024/2025 realizzate da Ismea su dati Coi e Commissione Ue evidenziano un ritorno alla normalità in termini di volumi in tutti Paesi dell’area mediterranea, fatta eccezione per l’Italia, i cui raccolti dovrebbero essere inferiori rispetto alle annate precedenti. La Spagna, ad esempio, dopo due campagne pessime, dovrebbe mettere a segno una produzione di circa 1,4 milioni di tonnellate di olio d’oliva con un incremento del 58,3%. Molto positive anche le previsioni per la Turchia che dovrebbe raggiungere le 340mila tonnellate, facendo registrare una crescita di circa il 62%, così come quelle per Tunisia e Grecia, entrambe attestate su un incremento vicino al 60%, mentre per il Portogallo si stima una sostanziale stabilità rispetto alla campagna precedente. L’Italia, invece, dovrebbe chiudere a circa 224mila tonnellate, mostrando una netta contrazione del 32%, numeri che collocherebbero il nostro Paese in quinta posizione nel ranking mondiale dei produttori. Le regioni del Nord e del Centro dovrebbero mettere a segno un recupero importante, superiore al 70% rispetto all’annata precedente, che però non sarà sufficiente a compensare le pesanti perdite previste nelle regioni del Sud (circa -40%), soprattutto in Puglia, la cui produzione dovrebbe far registrare un dimezzamento dei volumi. Per quanto riguarda gli scambi commerciali con l’estero, nella prima parte dello scorso anno l’export italiano di olio d’oliva è cresciuto del 7% nelle quantità e del 63% a valore, che ha superato 1,6 miliardi di euro. Gli Stati Uniti si sono confermati la prima destinazione del prodotto italiano facendo segnare +10% nei volumi e +70% nel giro d’affari. Le importazioni, invece, sono scese del 16% a volume con una spesa arrivata a quasi a 1,7 miliardi di euro (+33%). Sono aumentati gli acquisti dalla Spagna (+55%) – il principale dei fornitori con il 59% del totale – e dalla Tunisia (+59%), mentre sono crollate le importazioni dalla Grecia (-75%) e dalla Turchia (-37%).

Ripartono i consumi degli Evo, soprattutto di origine comunitaria

Negli ultimi mesi, il mercato dell’olio d’oliva in Italia ha fatto registrare un’evidente polarizzazione dei consumi: da una parte gli oli extravergine comunitari che, grazie alla maggiore disponibilità di materia prima, alla discesa dei prezzi e all’utilizzo della leva promozionale da parte dell’industria e dei retailer, hanno evidenziato una forte ripresa degli acquisti, dall’altra gli oli nazionali che, a causa di una campagna olearia piuttosto complicata e da un posizionamento di prezzo ancora elevato, hanno accusato una flessione significativa dei volumi.

Secondo le rilevazioni effettuate da Circana, nell’anno terminante a maggio 2025 nei negozi della distribuzione moderna – discount

compresi – sono stati venduti più di 402 milioni di litri di olio, facendo registrare una crescita del 2,9% rispetto ai dodici mesi precedenti. In termini di valore, le vendite di olio hanno generato oltre 2 miliardi di euro, con un incremento del 7,7% sul 2024. Il segmento più importante a valore si conferma l’olio extravergine d’oliva, il cui giro d’affari ha superato 1,4 miliardi di euro (quota di circa il 70% sul totale), mettendo a segno una crescita del 14,6%. Seguono l’olio di semi con 463 milioni di euro (-4,9%) e l’olio d’oliva con circa 136 milioni di euro (-4,8%), chiude l’olio di sansa con 17 milioni di euro che ha evidenziato una pesante contrazione delle vendite (-23,8%). Tornando ai volumi, il segmento principale si conferma l’olio di semi con una quota del 54,3% sul totale e 218,6 milioni di litri venduti (-1,6%). A seguire, l’olio extravergine d’oliva che, grazie agli oltre 163 milioni di litri commercializzati (quota del 40,6%), ha fatto registrare un incremento di fatturato del 12,2% rispetto all’anno precedente. Troviamo poi l’olio d’oliva con poco meno di 17 milioni di litri (-10,4%), chiude l’olio di sansa con 3,3 milioni di litri e un importante decremento delle vendite del 25%.

In termini di distribuzione geografica, nel Nordovest sono stati venduti 106,5 milioni di litri d’olio (il 26,5% sul totale) pari a quasi 601,6 milioni di euro, mentre i volumi acquistati nel Nordest hanno pesato per una quota del 18,9% sui quantitativi complessivi (circa 76 milioni di litri) raggiungendo un giro d’affari di 446,3 milioni di euro. Le vendite d’olio al Centro e Sardegna hanno toccato i 99,1 milioni di litri contribuendo al 24,6% dei volumi totali, per un fatturato di 527,5 milioni di euro. Al Sud, infine, sono stati venduti 120,7 milioni di litri facendo registrare la quota più consistente sul totale (30%), mentre il fatturato è stato di circa 478,3 milioni di euro. Per quanto riguarda i diversi canali di vendita – sempre secondo i dati diffusi da Circana – i supermercati hanno trainato il mercato dell’olio sia in termini di volumi sia a valore: 213,5 milioni di litri (53,1%) per oltre 1,2 miliardi di euro (60,3%). Il secondo canale per importanza si è confermato il discount, che ha contribuito per il 26% dei volumi complessivi venduti (circa 104,7 milioni di litri) e per il 16,6% del giro d’affari totale (340,5 milioni di euro). Seguono il libero servizio piccolo, le cui vendite hanno sfiorato i 38,7 milioni di litri per un fatturato di 213,5 milioni di euro, pari a una

quota a valore del 10,4%, e gli ipermercati, che hanno venduto poco meno di 26,8 milioni di litri (7,4%) per un giro d’affari di quasi 190 milioni di euro (9,2%). Chiude il canale tradizionale, che comprende anche i micro mercati con una superficie inferiore ai 100 mq, con una quota a volume del 3,9% (15,7 milioni di litri) e una a valore del 3,5% (71,3 milioni di euro).

In conclusione, da sottolineare che nel mercato dell’olio i primi tre brand (Pietro Coricelli, Monini e Deoleo) coprono a valore il 20,4% delle vendite complessive, mentre la marca del distributore pesa per il 29,9%.

Fonte: Circana

I consumatori continuano a premiare l’olio di qualità

Loreto Angelucci, direttore commerciale Italia di Monini, afferma che le criticità di approvvigionamento hanno avuto un forte impatto sui prezzi e sui consumi di extravergine negli ultimi due anni: «La nota positiva, tuttavia, è che le persone hanno continuato a premiare le aziende che producono olio di qualità. Il 2025, grazie anche a una maggiore disponibilità di materia prima, ha mostrato da subito un recupero significativo dei volumi sul segmento dei comunitari, guidato anche da una maggior utilizzo della leva promozionale, in alcuni casi purtroppo anche a discapito dell’immagine della categoria. Discorso diverso per il segmento 100% italiano, che a causa di una campagna deludente ha mantenuto un posizionamento elevato e nelle ultime settimane ha cominciato a soffrire pesantemente in termini di volumi a causa del differenziale di prezzo rispetto agli oli comunitari. Nel 2025 siamo tornati protagonisti sul fronte marketing, rinnovando l’identità visiva dei nostri prodotti e lanciando una nuova campagna di comunicazione multicanale. Per quanto riguarda l’identità visiva, abbiamo introdotto una nuova forma delle bottiglie e migliorato gli elementi di servizio, come il tappo e l’etichetta, esprimendo un’identità coerente tra tutti i prodotti della nostra gamma e rinforzando la nostra promessa di impegno nei confronti della qualità».

NUOVA CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE

Oltre ad aver modernizzato il proprio logo, Monini ha lanciato una nuova campagna di comunicazione. «La nuova piattaforma di comunicazione, on air sulle principali emittenti TV e sui mezzi digitali da aprile, racconta la nostra natura e il nostro modo di agire – spiega Loreto Angelucci – una storia che parte dal nostro impegno nel rispetto del territorio e della sostenibilità ambientale e prosegue con la dedizione in prima persona di Zefferino Monini nei confronti della selezione accurata della materia prima. Il nostro racconto si conclude a tavola con i nostri consumatori, rinforzando il legame, basato sulla fiducia e sull’affidabilità della marca, costruito nel corso della nostra lunga storia. Continuiamo, infine, senza esitazioni nel nostro deciso impegno sul fronte della sostenibilità, con la progressiva implementazione del nostro piano 2030 basato su tre pilastri: in campo, dentro la bottiglia e sulla tavola».

Le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime condizionano il settore

Diego Ghisoni, direttore di divisione Hpl di Oleificio Zucchi, afferma che negli ultimi anni, il settore oleario ha vissuto una forte instabilità dei prezzi, con oscillazioni significative che hanno influito sui costi finali: «Le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime sono attualmente una sfida che interessa tutto il settore: per questo motivo, il contesto ha reso necessario adottare politiche di acquisto più attente, così da contenere gli effetti di tali variazioni sui costi produttivi. Il comparto ha registrato stock ai minimi storici e due campagne consecutive scarse che hanno portato il prezzo dell’olio Evo nazionale oltre i 9 euro/kg. Nel corso del 2025 il divario con gli oli di altri Paesi del Mediterraneo si è ampliato: i prezzi delle origini comunitarie si sono ridimensionati rispetto a quelli dell’olio 100% italiano del 2024, spingendo i consumatori verso origini alternative e più economiche determinando nel complesso la crescita a volume del mercato dell’olio Evo (fonte NielsenIQ, distribuzione moderna, dati maggio 2025)».

UNA NUOVA VISUAL IDENTITY

Mariella Cerullo, direttrice marketing di Oleificio Zucchi, spiega che negli scorsi mesi l’azienda ha sviluppato l’evoluzione della sua identità di marca: «Grazie a una profonda conoscenza degli oli, maturata in 215 anni di storia, abbiamo così voluto rafforzare la riconoscibilità del nostro brand, a partire dalla sua veste grafica. La nuova visual identity Zucchi è partita dal restyling del logo: attualizzato nei dettagli simbolici, adotta un font più leggibile e racconta la secolare tradizione aziendale che ci caratterizza, sintetizzata nell’espressione “Oleificio Storico”, a sottolinearne l’anno di fondazione, il 1810. La nuova bottiglia, dallo stampo esclusivo e proprietario, è elegante e distintiva, realizzata per l’88% in vetro riciclato scuro, in modo da garantire una migliore conservazione dell’olio. La sua forma ergonomica, per una presa più comoda, si abbiglia di una nuova etichetta, più ampia e realizzata in carta con scritte in rilievo, che riducono lo scivolamento. Il versatore microforato consente inoltre un dosaggio più preciso, migliorando l’esperienza d’uso quotidiana».

Prosegue la polarizzazione dei consumi degli Evo Micaela Coppini, amministratrice delegata di Oleificio Coppini Angelo, spiega che negli scorsi mesi è proseguita la polarizzazione dei consumi degli Evo con, da un lato, oli nazionali ad alti livelli di prezzo e, dall’altro, oli comunitari più convenienti: «Per rispondere a questa tendenza abbiamo lanciato da poco due nuovi prodotti: l’olio premium Dop Umbria Colli Amerini a zero pesticidi residui e l’extravergine Mediterraneo come proposta base. In termini di produzione, c’è difficoltà nel garantire la disponibilità per tutto l’anno dei prodotti premium come gli oli biologici 100% italiani. La fioritura in corso sembra molto buona un po’ in tutti i Paesi, ma – come l’esperienza degli ultimi anni ci insegna – la cosa più importante è l’allegagione, quindi per avere più certezze sulla prossima campagna dovremo aspettare. Nel primo semestre 2025 abbiamo concentrato i nostri investimenti sulla brand consistency con nuovi packaging distintivi ed evocativi e presenziando eventi fieristici come TuttoFood di Milano con un’immagine nuova e coerente con l’identità di marca Coppini. Al contempo abbiamo anche continuato a investire su nuovi prodotti e nuovi macchinari di confezionamento, oltre a proseguire il lavoro sulla brand reputation sia raccontando i 70 anni di storia della nostra famiglia, festeggiati il mese scorso, sia attraverso azioni concrete Esg come l’ottenimento della certificazione etica SA8000».

La diminuzione dei prezzi stimola la domanda, ma non

per il 100% italiano

Secondo Mauro Tosini, direttore commerciale di Salov, dopo i forti aumenti del costo dell’olio degli ultimi anni, l’ultima campagna olivicola ha modificato lo scenario: «I volumi di produzione in tutto il bacino del Mediterraneo sono tornati alla normalità, e di conseguenza anche il costo della materia prima sta progressivamente e significativamente diminuendo. Unica eccezione negativa l’Italia, la cui campagna non è stata positiva e le quotazioni sono rimaste su valori molto alti. In generale, così come i consumi avevano sofferto una pesante contrazione tra il 2023 e il 2024, ora con i prezzi in diminuzione stiamo assistendo a una ripresa un po’ ovunque nel mondo. In Italia, la crescita del mercato è a doppia cifra, stimolata sia dai prezzi in calo sia dalla pressione promozionale, fin troppo alta. Oggi il consumatore può trovare l’olio extravergine a prezzi

Progetto Bosco Monini

Monini in linea con il suo piano di Sostenibilità

Con la pubblicazione della quarta edizione del Bilancio di Sostenibilità, Monini conferma il proprio impegno per il raggiungimento degli obiettivi 2030, un piano strategico strutturato attorno a tre pilastri tematici: In Campo, Dentro la Bottiglia e Sulla tua Tavola.

Il primo pilastro “In Campo” è incentrato sull’iniziativa Bosco Monini: un esempio concreto di olivicoltura rigenerativa, applicata su 654 ettari, che ha visto ad oggi la piantumazione di ben 793.566 olivi coltivati interamente in regime biologico. Nei terreni del Bosco, che conteranno nel 2030 un milione di olivi, Monini adotta le migliori tecniche agronomiche, come l’irrigazione di precisione e l’inerbimento interfilare, per preservare le risorse naturali, la qualità del suolo e la biodiversità, rappresentando un’avanguardia dell’olivicoltura sostenibile 100% italiana.

Nel secondo pilastro “Dentro la Bottiglia” è racchiuso tutto l’impegno per la qualità, che si traduce in oltre 160.000 parametri analizzati in laboratorio nel 2024. Qui troviamo anche le principali iniziative per soluzioni di packaging sostenibile con l’utilizzo di materiali riciclabili e compostabili. Da evidenziare, infine, che nel 2024 l’azienda ha condotto un’analisi dei rischi climatici e avviato un piano di riduzione delle emissioni dirette e indirette.

Il terzo pilastro “Sulla tua Tavola” racchiude le iniziative di Monini per la promozione di stili di vita sani e consapevoli. È con questo obiettivo che l’azienda promuove le proprietà nutraceutiche e nutrigenomiche dell’olio extravergine d’oliva attraverso erogazione di borse di ricerca scientifica e attività di educazione nelle scuole primarie. Inoltre, con il contributo di Fondazione Monini, l’azienda alimenta un forte legame con il territorio di appartenenza mediante un sostegno costante a eventi culturali, musicali e artistici.

al 2030.

Da sottolineare che, su base volontaria, il Bilancio 2024 è stato redatto in accordo con il nuovo European Sustainability Reporting Standard, ispirandosi alle best practice in Europa e facendo della trasparenza un principio chiave del proprio modo di operare (documento disponibile sul sito www.monini.it/sostenibilita).

del 50% inferiori a quanto accadeva un anno fa e non c’è catena di supermercati che non stia spingendo fortemente sulla leva promozionale. Purtroppo, in controtendenza il consumo di 100% italiano, condizionato dalla carenza di materia prima e dal forte gap di prezzo con gli oli comunitari. Con la prossima raccolta, attesa finalmente positiva anche in Italia, si dovrebbe però ricostituire un differenziale corretto tra gli oli di diverse origini, favorendo il recupero della domanda per questo segmento di mercato».

NUOVI PRODOTTI A MARCHIO FILIPPO BERIO

Filippo Berio, che fa della sostenibilità e tracciabilità i valori che ne contraddistinguono il posizionamento, propone alcune interessanti novità. «Abbiamo lavorato negli ultimi mesi per sviluppare due nuovi prodotti che vanno ad arricchire la proposta Berio – spiega Mauro Tosini – il primo dei quali è l’olio l’extravergine Ricette Delicate, che nasce per assecondare le esigenze di quei consumatori che preferiscono un profilo organolettico più delicato. Il secondo è l’olio d’oliva in latta da 1 litro, un packaging che non solo consente di preservare le caratteristiche qualitative del prodotto, ma anche di valorizzarne al meglio gli aspetti di comunicazione. Nel frattempo, è continuata la nostra partnership con MasterChef Italia che prosegue con reciproca soddisfazione da ormai cinque anni, per noi una grandissima occasione di visibilità, avendo il programma una audience esattamente in linea con il consumer target di Filippo Berio».

Il segmento dei classici sta recuperando terreno

Le tendenze più interessanti riscontrate negli ultimi mesi da Daniela Pontecorvo, chief marketing officer di Costa d’Oro, riguardano principalmente la ripresa dei consumi grazie alla discesa dei prezzi dell’olio comunitario: «Il segmento dei classici sta recuperando il terreno perso negli ultimi due anni, spinto da prezzi significativamente più bassi rispetto al 2024 e da una maggiore pressione promozionale. D’altro canto, il segmento dell’italiano ha registrato una battuta d’arresto. Negli anni precedenti, infatti, beneficiava di un gap di prezzo più contenuto rispetto ai prodotti comunitari, ma con il ritorno della competitività dei prezzi a livello euro-

peo, questo vantaggio si è ridotto, influenzando negativamente le performance del segmento. Inoltre, c’è un ritorno ai formati tradizionali da 1 litro rispetto a quelli da 750 ml. Il 2025 rappresenta per la nostra azienda un anno di svolta, segnato da un riposizionamento strategico e da una nuova visual identity che coinvolge l’intero sistema di marca con un nuovo logo e una nuova grafica caratterizzati da maggiore naturalità e premiumness. A questo si affianca il rilancio della gamma dei Classici, da oggi dotati di un sistema di qualità tracciata in blockchain, per garantire al consumatore maggiore trasparenza sull’origine, sui processi di controllo e sul programma qualità adottato dall’azienda».

IL LABORATORIO DELLA PASSIONE

L’evoluzione di Costa d’O ro trova la sua espressione più autentica nella nuova campagna di comunica zione “Il Laboratorio della Passione”. «È un concept creativo che si ispira al mondo della mixology –spiega Daniela Pontecorvo – per raccontare la nostra identità di innovatori ap passionati. Un progetto che rompe gli schemi della comunicazione di categoria, valorizzando tradizione e ricerca continua, e che punta a rafforzare la percezione di premiumness e contem poraneità del brand. Nel 2025, forti del nostro expertise nell’extravergine con Zero, abbiamo lanciato la prima linea di oli di semi di girasole con Zero Pesticidi Residui che comprende due referenze: Zero che fritto!, un alto oleico ideale per fritture leggere e croccanti grazie al punto di fumo elevato, e Zero olio di semi di girsole, ricco di vitamine D e K, adatto sia per l’uso a crudo sia in padella».

L’Evo 100% italiano porta valore aggiunto a tutta la categoria

Secondo Chiara Coricelli, presidente e ad di Pietro Coricelli, nonostante il comparto olio Evo abbia registrato una lieve flessione di volumi nel 2024 accompagnata da un’inflazione di circa il 30%, nei primi cinque mesi del 2025 abbiamo assistito a un’inversione di tendenza, con un mercato cresciuto del 24% a volume: «Parlando invece del segmento 100% italiano, che fino a un anno fa ha registrato performance interessanti di crescita, stiamo riscontrando una flessione significativa dei volumi, nell’ordine del 26%. In questo difficile contesto la nostra azienda è leader di mercato nel comparto olio Evo con una quota a volume del 15,4% e nel segmento Evo 100% italiano del 9,8% (dati Nielsen IQ, anno terminante 25/05/2025, canale iper e super). Crediamo che quest’ultimo possa portare valore aggiunto a tutta la categoria, infatti abbiamo puntato negli ultimi anni sulla sua valorizzazione, firmando vari accordi di filiera, ultimo quello con Aprol Umbria, espressione di Coldiretti. Un altro esempio virtuoso è la valorizzazione del concetto di sostenibilità: trasparenza, tracciabilità e qualità sono infatti racchiuse negli oli tracciati di filiera “Casa Coricelli” e negli Evo con qualità certificata blockchain».

L’offerta più accessibile facilita il ritorno agli acquisti continuativi

I consumi di olio extravergine – commentano da Carapelli Firenze – sono ripartiti con slancio, registrando un incremento del 21% a volume nel primo semestre 2025: «Un dato che testimonia la resilienza della categoria e l’importanza della stessa per il consumatore che, con un’offerta più accessibile, torna a fare acquisti continuativi, premiando le promozioni e confermando il ruolo centrale di questo prodotto nelle proprie abitudini alimentari. Tuttavia, in questo contesto di crescita, gli oli 100% italiani faticano a tenere il passo. La campagna olearia nazionale ha registrato un calo produttivo di quasi il 25% rispetto alla precedente, e questo ha spinto i prezzi su livelli ancora molto elevati. L’ampliarsi del differenziale di prezzo rispetto agli oli comunitari impatta significativamente sugli acquisti, facendo registrare un -28% a volume nel segmento degli Evo italiani nel primo semestre (dati Nielsen, anno terminante a giugno 2025).

Una partnership globale per rendere sostenibile l’olio di palma

Impatto sul cambiamento climatico inferiore del 35%

L’Olio di Palma Sostenibile Certificato

RSPO ha un impatto sul cambiamento climatico inferiore del 35% rispetto all’olio di palma non certificato

Emissioni cumulative di gas serra evitate pari a quelle di 567.734 automobili dal 2015

5.3 milioni di dollari statunitensi

5.3 milioni di dollari statunitensi nel Fondo di Sostegno per i Piccoli Produttori RSPO, per sostenere 140 progetti e 57.516 agricoltori in 14 paesi dal 2013

Produzione globale di Olio di Palma Sostenibile Certificato

Nel 2022, il 20% dell’olio di palma mondiale è stato prodotto secondo la Certificazione RSPO

La RSPO conta oltre 6.000 membri tra produttori di olio di palma, trasformatori e commercianti, produttori di beni di consumo, rivenditori, banche, investitori e ONG ambientali e sociali. Il settore alimentare è stato un catalizzatore del cambiamento negli ultimi decenni e continua a essere un grande motore per l’aumento dell’utilizzo di olio di palma sostenibile certificato.

Scopri i vantaggi di essere un membro RSPO su www.rspo.org oppure contattaci a info.eu@rspo.org Dati aggiornati al 2024

Momenti di evoluzione del settore come questi confermano la nostra determinazione nella valorizzazione dell’Evo e nel mettere il consumatore al centro dei nostri progetti. In questo senso, abbiamo investito sulla tracciabilità tramite tecnologia blockchain, introducendo un QR code sulle bottiglie per massimizzare la fruizione di tutte le informazioni sulla filiera».

Il concetto di qualità influisce notevolmente sui consumi

Giampaolo Farchioni, direttore commerciale di Farchioni, afferma che il settore viene da annate difficili, in cui tutto il bacino del Mediterraneo ha sofferto criticità nella produzione di olive: «E in Italia l’annata precedente ha compensato solo in parte gli ammanchi. Noi ci siamo impegnati a ottimizzare i costi e a mantenere alta la qualità su tutti i prodotti. Negli ultimi otto anni il mercato dell’olio ha perso 27 punti, in parte a causa dei costi, in parte a causa di prodotti scadenti e di proposte alternative poco salutari; così si confonde il consumatore e non si valorizza la cultura italiana. Noi invece siamo convinti che il concetto di qualità influisca molto sui consumi. Con l’ultima buona campagna olearia nel medio e breve termine abbiamo garantito un ribasso a scaffale per l’extravergine. Ci auguriamo che queste novità –unite all’aumento della pressione promozionale – possano favorire una ripresa dei consumi, facendo sì che l’olio extravergine torni protagonista sulle tavole di tutti gli italiani».

UN’OFFERTA CON TANTE SCELTE

Negli ultimi mesi Farchioni ha puntato su Il Casolare grezzo, che si conferma leader nei prodotti del segmento extravergine premium, conquistando riconoscimenti sia a livello nazionale sia internazionale.

«Grande rilievo nella nostra gamma hanno anche il 100% italiano, gli oli che ricadono sotto le Dop, l’olio biologico, l’olivicultura eroica, il Demeter (un “super bio”) e la Selezione Igp Roma, prodotta a Tuscania (Viterbo) – spiega Giampaolo Farchioni – alcuni di questi prodotti sono andati sold out. Nel 2025, infine, abbiamo lanciato il Velato, un prodotto comunitario con un particolare sistema di filtraggio da noi brevettato e depositato, che prevede la stabilizzazione delle particelle solide nell’olio Evo con il risultato per il consumatore di dare un più alto e stabile contenuto di polifenoli e maggiore complessità organolettica».

Cresce la richiesta di packaging sostenibili e funzionali

Damiano Cavedon, market leader Italy di Berlin Packaging, spiega che il costo del materiale è un fattore decisivo quando un cliente deve realizzare una nuova soluzione o ottimizzarne una esistente: «Allo stesso tempo riscontriamo come l’attenzione ai costi non interferisca con la richiesta di qualità e sostenibilità del packaging. Osserviamo una preferenza crescente per soluzioni che garantiscano una migliore conservazione del prodotto e una riduzione dell’impatto sull’ambiente grazie all’ottimizzazione dell’uso dei materiali e alla scelta accurata di questi. Fin dal principio studiamo con i clienti prodotti che rispondano a questo tipo di esigenza per ridurre i tempi di ideazione e tutti i processi di realizzazione, agevolando il time-to-market. Altro aspetto sempre più richiesto è l’accurata personalizzazione del prodotto che garantisce la riconoscibilità a scaffale: i clienti richiedono un packaging unico, che rispecchi l’identità del brand e attiri l’attenzione dei consumatori combinando funzionalità e sostenibilità, estetica e identità di marca, e che migliori l’esperienza di acquisto».

UNA GAMMA CON UN’IDENTITÀ FORTE E DISTINTIVA

Berlin Packaging è in grado di rispondere a qualsiasi tipo di esigenza del cliente. «Garantiamo supporto a 360° per la realizzazione di un progetto che viene sviluppato insieme fin dai primi incontri col cliente – spiega Damiano Cavedon – dalla partenza del processo creativo all’ideazione di design e ingegnerizzazione del prodotto, fino a prototipazione, decorazione, packaging secondario, branding, stoccaggio e logistica. A livello di prodotto, abbiamo lanciato la collezione Originae, una gamma di soluzioni di packaging con un’identità forte e distintiva dedicata agli oli extravergine di oliva e ai condimenti gourmet, che si compone di sette modelli di bottiglie in vetro disponibili nei formati 250 e 500 ml, con pesi ottimizzati per garantire accessibilità e versatilità, presentando ampie aree idonee a etichettature o decorazione».

La certificazione Rspo valorizza l’uso sostenibile dell’olio di palma

Francesca Morgante, responsabile global key accounts & market transformation (Europa) di Roundtable on Sustainable Palm Oil (Rspo), spiega che, in qualità di promotrice dello standard volontario di sostenibilità, l’organizzazione svolge un ruolo centrale nella definizione e nel monitoraggio di pratiche sostenibili nell’ambito della produzione di olio di palma: «Ciò include la definizione di criteri ambientali e sociali riconosciuti a livello globale, a cui i membri si impegnano attraverso la certificazione verificata da enti terzi indipendenti. In caso di non conformità, vengono intraprese azioni correttive e i nostri standard vengono rivisti ogni cinque anni per garantire la pertinenza e il rigore. Inoltre, monitoriamo i risultati in aree chiave come la deforestazione, i diritti umani, i piccoli proprietari terrieri, le emissioni di gas serra e la biodiversità. Questi sforzi si traducono in risultati misurabili. Nell’ultimo anno, i membri certificati Rspo hanno preservato 425.597 ettari di foresta, pari a 17 volte la superficie di Genova, e gestito oltre 5,1 milioni di ettari di piantagioni di palma da olio certificate in 24 Paesi. Oltre 57mila agricoltori in 14 Paesi hanno beneficiato del Rspo Smallholder Support Fund (Rssf), che ha erogato finanziamenti per 5,3 milioni di dollari dal 2013. Questi sforzi continui sono dettagliati nel nostro ultimo Impact Update».

I PRINCIPI PER LA CERTIFICAZIONE

RSPO DEI COLTIVATORI SONO 7:

1 - Rispettare i diritti umani e della comunità e fornire benefici

2 - Sostenere l’inclusione dei piccoli agricoltori

3 - Rispettare i diritti e le condizioni dei lavoratori

4 - Proteggere, conservare e valorizzare gli ecosistemi e l’ambiente

5 - Comportarsi in modo etico e trasparente

6 - Operare nella legalità e rispettare i diritti

7 - Ottimizzare la produttività, l’efficienza, gli impatti positivi e la resilienza

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