Rimini IN Magazine – 04/2014

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Sopra, il cappellaio Andrea Vitali; sotto, Isabella Giannini con la madre Paola Vallicelli della modisteria “Paola V.”

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Ci sono quelli con un nome inconfondibile: Borsalino, Fedora, Panama, Pamela. Quelli che evocano luoghi e culture: sombrero, bombetta, colbacco, coppola. Quelli che ci ricordano tempi passati: paglietta, cilindro, tricorno... Per non parlare dei materiali: di feltro, di pelliccia, di lana, di paglia, persino in tessuti tecnologici come il teflon. Insomma, facile dire “copricapo”. La realtà è fatta delle innumerevoli forme che può assumere questo accessorio, capace di diventare in alcuni casi quasi un oggetto d’arte. Quanti copricapi, berretti, cappelli avete nel guardaroba? Se la risposta è nessuno, o “non so”, è il momento di ripensare il vostro look. Perché come spiegano due esperti del settore, il copricapo è un accessorio che non deve mai mancare e ce n’è uno giusto per ogni occasione. “Il cappello è il tocco finale dell’abbigliamento, che sia elegante o sia sportivo - spiega Andrea Vitali, titolare dell’omonima cappelleria in attività da oltre sessant’anni in via Bertola a Rimini - e si può portare tutti i giorni”. La famiglia Vitali vanta una lunga tradizione nel settore dei copricapi: il nonno già nel secondo dopoguerra possedeva nella stessa strada un laboratorio artigiano in cui riparava e stirava cappelli e feltri. Negli anni ’50 il padre trasformò il laboratorio in negozio vero e proprio, la “Cappelleria Vitali Marco e figli”, mantenendo anche i vecchi strumenti di lavoro per lavaggio e stiratura. “Oggi naturalmente la vendita di cappelli maschili e femmini-


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