In Magazine Ravenna 02/2012

Page 42

te accentuata nella recente serie di altri “ritratti”, quelli dedicati al toro e al gallo, simboli di forza e potenza e allo stesso tempo icone della romagnolità. Carroli non vuole tanto una descrizione realistica dell’animale, quanto far emergere la sua energia vitale a cui, come per i dittatori, si associa un destino tragico. L’impianto stilistico riconducibile all’espressionismo risponde all’esigenza di

Chi è Giampaolo Carroli È nato a Ravenna nel 1972. Finito il Liceo Artistico trascorre un anno a Londra dove ha la possibilità d’immergersi nella cultura artistica di respiro internazionale. Rientrato in Romagna, frequenta l’Accademia di Belle Arti a Ravenna, seguendo l’insegnamento di Gianni Gori al corso di scultura che conclude con una tesi sull’opera di Hermann Nitsch. Successivamente consegue la laurea in Scienze della comunicazione all’Università a Perugia. Entrato in polizia per dieci anni lavora a Milano, dove nel tempo libero riesce a seguire lezioni all’Accademia di Brera. Della recente attività espositiva si segnala la partecipazione al Premio Marina di Marina di Ravenna nel 2011. Attualmente lavora a Rimini e risiede a Ravenna. giampaolocarroli.blogspot.com

42 | IN Magazine

comunicazione e della memoria collettiva. I volti dei dittatori del secolo scorso, in bianco e nero e quasi appiattiti, conservano la forza che il potere aveva riservato loro, nella loro espressione c’è un soffio di arcana sacralità che si cela però sotto un velo di indifferenza ideologica e di lontananza emotiva, cosicché Carroli può prenderne le distanze. Si sottrae così a quell’eventualità che Oscar Wilde nel Ritratto di Dorian Gray prevedeva, perché “…ogni ritratto con passione è il ritratto dell’artista, non del modello. Il modello non è che il pretesto, l’occasione. Non è lui che viene rivelato dal pittore, ma piuttosto il pittore che sulla tela dipinta rivela se stesso”. La forza espressiva è ulteriormen-

andare oltre ogni forma di rappresentazione realistica anche se la figura non viene completamente annullata. Soltanto attraverso la deformazione e la sua scarnificazione l’immagine assume un significato autentico che va direttamente all’inconscio, stimolando nell’osservatore il coinvolgimento emotivo, se non proprio l’identificazione personale. Il costante impegno nella ricerca approda alla rivisitazione e alla rielaborazione del soggetto secondo angolazioni prospettiche deformanti, per cui le torsioni accentuano la demarcazione tra la forza naturale, l’aspirazione al dominio e il cedimento finale, quasi ad evocare la condizione precaria dell’esistere e la brevità della vita. Il rosso carminio, il bianco e il nero sono i suoi colori fondamentali perché associabili al colore del sangue, cioè alla vita e allo stesso tempo alla morte. In questa prospettiva non mancano i rimandi alla cultura del mondo occidentale, dalla tauromachia nell’antica Grecia alla corrida in Spagna, ma soprattutto alla storia dell’arte, da Rembrandt a Picasso e Bacon. IN


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.