Rimini IN Magazine 04 2023

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n.4 2023 w w w. i n m a g a z i n e . i t

PAOLO STACCOLI

IL RE DEL CIOCCOLATO

TECNOLOGIA VYRUS MOTO D’ARTISTA

SIGISMONDO D’ORO

PIVATO E ZANETTI


INIZIA UNA NUOVA ERA

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EDITORIALE

00 RUBRICA TITOLO LOREM IPSUM LOREM IPSUM

00 PILLOLE 08 RUBRICA NOTIZIELOREM TITOLO DALLA IPSUM LOREM IPSUM PROVINCIA

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Un numero che racconta le realtà di punta del territorio e le sue personalità di spicco, con una copertina dedicata all’ambasciatore dell’eccellenza italiana, Paolo Staccoli, tra i migliori pasticceri del mondo. Arte e tecnologia sono il cuore della Vyrus, azienda motociclistica nata dal genio di Ascanio Rodorigo. All’insegna della sostenibilità Newster Group, l’azienda che sviluppa tecnologie per la gestione dei rifiuti sanitari. Tempo di premi con l’assegnazione del Sigismondo d’Oro 2023 a Cartoon Club e al professor Stefano Pivato. Parliamo di tradizione con Gualtiero Gori e L’Uva Grisa, ma anche di memoria con il collezionista Alessandro Catrani. Assistiamo a teatro alla nascita della Compagnia del Titano, mentre Marco Filippini del World Food Programme ci racconta la sua storia di viaggi e di vita. Infine, focus sul nuovo allenatore della Rinascita Basket Rimini, Sandro Dell’Agnello. DI ANDREA MASOTTI

Edizioni IN Magazine s.r.l. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì | T. 0543.798463 www.inmagazine.it | info@inmagazine.it Anno XXIII N. 4 dicembre/gennaio Reg. di Tribunale di Forlì il 20/12/2000 n.34 Direttore Responsabile: Andrea Masotti Redazione centrale: Clarissa Costa, Paola Francia Coordinamento di redazione: Lucia Lombardi Artwork e impaginazione: Sabrina Cella, Francesca Fantini Ufficio commerciale: Gianluca Braga Stampa: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) Chiuso per la stampa il 19/12/2023 Collaboratori: Ennio Cavalli, Rita Celli, Alberto Crescentini, Arianna Denicolò, Irene Gulminelli, Milena Massani, Paolo Pagliarani, Cristina Righi, Emilio Salvatori, Cristina Zoli. Fotografi: Riccardo Gallini, Fabrizio Petrangeli.

Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte. In ottemperanza a quanto stabilito dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR) sulla privacy, se non vuoi più ricevere questa rivista in formato elettronico e/o cartaceo puoi chiedere la cancellazione del tuo nominativo dal nostro database scrivendo a privacy@inmagazine.it

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00 TERRITORIO 30 RUBRICA L’UVA LOREM IPSUM TITOLO LOREM IPSUM GRISA

00 COLLEZIONISMO 36 RUBRICA SCATTI LOREM IPSUM TITOLO LOREM DI MEMORIA IPSUM

1000 PROFILI RUBRICA PAOLO LOREM IPSUM TITOLO LOREM IPSUM STACCOLI

1600 MOTORI RUBRICA FOLLYA LOREM IPSUM TITOLO LOREM IPSUM TECNOLOGICA

00 RUBRICA 40 TEATRO SU TITOLO LOREM IPSUM LOREM IL SIPARIO IPSUM

00 RUBRICA 45 STORIE PASSAGGIO TITOLO LOREM IPSUM LOREM IN AFRICA IPSUM

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00 RUBRICA 20 TECNOLOGIE FRONTIERE TITOLO LOREM IPSUM LOREM IPSUM GREEN

00 RUBRICA 24 PREMI SIGISMONDO TITOLO LOREM IPSUM LOREM IPSUM D’ORO

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00 RUBRICA 49 SPORT COACH LOREM IPSUM TITOLO LOREM ‘EL GRINTA’ IPSUM

00 RUBRICA TITOLO LOREM IPSUM LOREM IPSUM


PILLOLE

PRESTIGIOSI RICONOSCIMENTI PER LE TINTURE NATURALI SAN GIOVANNI IN MARIGNANO | Il prestigioso ‘Archiproducts Design Awards 2023’ è stato conferito alla collezione Le Tinture, colori 100% vegetali di Oltremateria, azienda di San Giovanni in Marignano. Si tratta di colori ottenuti dal riciclo di piante e fiori, con l’utilizzo di tecniche e lavorazioni di epoca medievale. La capacità di racchiudere bellezza e innovazione in toni naturali ha colpito i giurati, esperti del mondo del design e dell’architettura, tanto da attribuire alla collezione un ulteriore riconoscimento, la ‘Menzione d’onore alla sostenibilità’attribuita a prodotti che si distinguono per l’uso di materiali riciclabili, con tecniche di produzione a basso impatto ambientale e un impegno per la sostenibilità.

PREMIO INDUSTRIA FELIX A SANTA MONICA SPA RIMINI | Tra le 196 imprese più competitive d’Italia c’è Santa Monica Spa, società del Gruppo Financo proprietaria di Misano World Circuit, alla quale è stato conferito a Milano, a Palazzo Mezzanotte, il ‘Premio Industria Felix. L’Italia che compete’, unica società selezionata per la provincia di Rimini. Hanno ritirato il premio il presidente Luca Colaiacovo, il consigliere delegato Mariano Spigarelli e il managing director Andrea Albani. La selezione è avvenuta tra le imprese che si sono distinte per settori che hanno ottenuto il riconoscimento per i bilanci dell’anno fiscale 2021. La ricerca ha riguardato quasi 700.000 società di capitale, dal fatturato complessivo di 3.500 miliardi e 9,6 milioni di addetti, ed è stata condotta con l’ufficio studi di Cerved Group.

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L’UOMO DELLA CASA ROSSA IN ONORE DI ALFREDO PANZINI BELLARIA IGEA MARINA | Il 31 dicembre di 160 anni fa nasce Alfredo Panzini, uno degli intellettuali di riferimento di inizio Novecento. Insignito del titolo di Accademico d’Italia, trascorre l’adolescenza a Rimini e stringe un legame profondo con Bellaria Igea Marina. Al Palazzo del Turismo, fino al 17 febbraio, si tiene la mostra dal titolo L’Uomo della Casa Rossa, a cura della Biblioteca Comunale. Per l’occasione è stato pubblicato il volume di Claudio Monti, Alfredo Panzini. Fantasmi e persone. Un Intellettuale controcorrente nel secolo della terza pagina, in cui si indaga Panzini giornalista per Il Resto del Carlino. Il 24 febbraio sarà conferito il ‘Premio Panzini 2024’, l’onorificenza cittadina più rilevante.


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PROFILI

PAOLO STACCOLI

ARTE E DELIZIE DELL’AMBASCIATORE DELL’ECCELLENZA DOLCIARIA ITALIANA

DI LUCIA LOMBARDI

È diventato “ambasciatore pasticcere dell’eccellenza italiana” raggiungendo un ulteriore traguardo: entrare nella prestigiosa associazione Apei. Paolo Staccoli ha da poco ricevuto direttamente dalle mani del maestro Iginio Massari l’investitura che lo colloca tra i “migliori pasticceri del mondo”. Riconoscimento attribuitogli per merito di un cioccolatino-biscotto, il Rivierotto, un omaggio al territorio, alla riviera romagnola e alla candidatura di Rimini a Città della cultura 2026. “La cosa emozionante? Hanno applaudito mentre lo assaggiavano,” dice. “Rappresenta il nostro spirito imprenditoriale, il nostro cuore. Più si alza l’asticella, più si propone eccellenza, più la riviera ne giova. Parlare di riviera è la nostra forza, lavorando tutti assieme abbiamo più potenza.” Rivierotto è stato presentato a Host Milano, in occasione dell’evento ‘Luxury Pastry in the world’. Si tratta di un carré fondente Equador 70% bean to bar realizzato internamente, su cui viene spalmata la crema 58% nocciola, poi 10

FOTO RICCARDO GALLINI

un pralinato con biscotto al sale di Cervia e nocciola. Mentre al suo apice una goccia di cioccolato fondente tiene ferma una mandorla, il tutto poi ricoperto da una cascata di cioccolato fondente Equador 70% e finito con grué di cacao. Una emozione che ancora vibra tra le pareti della sua pasticceria e per la quale ancora ringrazia con orgoglio e emozione, frutto di decenni di duro lavoro che i colleghi hanno dimostrato di apprezzare, “in primis il maestro Massari,” dice, “che mi ha conferito il premio attribuito ‘ai migliori pasticceri del mondo’. Per me è una enorme gratificazione che mi sprona a fare sempre di più e sempre meglio,” afferma avvolto da una inebriante scia di cioccolato. Figlio d’arte, cattolichino, pasticcere e cioccolatiere, l’attività di famiglia nel 2022 ha festeggiato 70 anni di attività, il cui spirito dal 1952 ad oggi non è mai cambiato. Si possono ancora assaporare i mitici bomboloni su ricetta del nonno Giuseppe e le prelibate


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PROFILI

pizzette calde. Quando la storica bottega di famiglia compie 50 anni, lui dà forma al suo nuovo locale, progettato da sua cugina, la architetta Raffaella Morosini. “È stata una vera sfida, abbiamo mutato la proposta a 360°, cambiando la mentalità del fare colazione.” Ora da ben 20 anni la sua avveniristica pasticceria unisce rispetto della tradizione, visione contemporanea dell’arte pasticciera e della accoglienza, tanto che anche quest’anno la guida del Gambero Rosso gli ha attribuito ‘Tre chicchi e Tre tazzine’, il massimo del riconoscimento. Come si arriva a ciò? “Non mollando mai, portando avanti identità e tradizione,” spiega. “Bisogna uscire dalla mentalità artigiana e capire le sfide future della professione. Sognare aiuta. La passione sicuramente mi è

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A SETTANT’ANNI ANNI DALL’APERTURA DELLA PRIMA PASTICCERIA DI FAMIGLIA HA RAGGIUNTO UN ULTERIORE TRAGUARDO, QUELLO DI “MAESTRO APEI”, RICEVENDO DALLE MANI DI IGINIO MASSARI L’INVESTITURA CHE LO COLLOCA TRA I MIGLIORI PASTICCERI DEL MONDO.

stata trasmessa in famiglia, ma poi ci vuole quel qualcosa in più. Sono entrato in azienda da ragazzino, con la volontà di tracciare il mio percorso, cambiare l’attività e tirare fuori me stesso. È stato fondamentale capire come gestire il personale, sviluppare competenze di marketing e studiare il mercato. Da ragazzi con mia moglie, nell’unico giorno libero a disposizione, andavamo a visitare pasticcerie in tutta Italia.” Fondamentale risulta conoscere e preservare i sapori antichi, attualizzandoli. “I vecchi dolci, i nostri must, sono rimasti, il diplomatico, il bombolone, la Saint Honoré. Preservandone le caratteristiche, ancora portiamo avanti la ricetta di famiglia dello zabaione cotto sul fuoco con il nostro liquore.” Un anno fa Paolo Staccoli decide di dare forma ad un disegno preciso, aprire la sua Fabbrica del cioccolato, un sontuoso laboratorio professionale di cioccolateria artigianale, sua antica vocazione, dotato di roster, pale di raffreddamento, soffioni, griller, raffinatrici, e altro ancora. Le fave di cacao provengono da piantagioni sostenibili, affrontando i prezzi indicati dalla borsa di Londra e New York. “Il nostro cioccolato bean to bar è prodotto a partire dalla fava di cacao accuratamente selezionata con un profilo sensoriale bilanciato, ricca di aromi e di proprietà benefiche. Dopo un’accurata selezione delle fave di cacao, procediamo alla tostatura nella nostra ‘fabbrica di cioccolato’ e successivamente alla macinatura, per creare così il grué gold di cacao, il cioccolato e le creme spalmabili, per un prodotto sostenibile, vegan friendly, 100% naturale.” Il cioccolato nasce dopo il concaggio che fa sprigionare gli aromi, come quelli espressi in ‘Sinfonia’, il cioccolatino ufficiale realizzato per Pesaro 2024, capitale italiana della cultura. “Dovendo unire Pesaro al Cioccolato, ho pensato immediatamente alla tradizione musicale della città con il celebre compositore Giochino Rossini e quindi ho creato questa pralina di cioccolato bean to bar a forma di pianoforte con doppio rivestimento di cioc-


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“I VECCHI DOLCI, I NOSTRI MUST, SONO RIMASTI: IL DIPLOMATICO, IL BOMBOLONE, LA SAINT HONORÉ. PRESERVANDONE LE CARATTERISTICHE. ANCORA PORTIAMO AVANTI LA RICETTA DI FAMIGLIA DELLO ZABAIONE COTTO SUL FUOCO CON IL NOSTRO LIQUORE.”

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colato bianco e fondente che racchiude una ganache di Visciole marchigiane: una sorta di sinfonia di sapori che passano dal dolce del cioccolato bianco alla freschezza delle visciole per arrivare a un giusto equilibrio di amarezza del fondente.” La passione non basta, come dicevamo, lui ha sempre avuto il supporto della famiglia, la sorella Patrizia, la Moglie Patrizia, e ora anche i figli, Davide che si sta specializzando nella cottura delle fave di cacao e Betty, la più piccola, dedita al marketing. Ma il pasticcere ora deve avere molte competenze, e un gruppo solido su cui contare. “Io ho un mio team di esperti a cui sono sicuro di poter demandare,” dice. “Inoltre ci vuole molta forza psicofisica, a volte mi sento uno psicologo che paga i suoi clienti. Arrivo prima di tutti e vado via per ultimo. Il legame coi vecchi collaboratori è strettissimo. Non se ne vogliono andare in pensione o se lo fanno continuano a venire per alcune ore. Perché effettivamente non c’è un’età per

smettere. Come Domenico Bianchi, uno dei miei storici collaboratori, un esempio per le nuove generazioni.” Per Paolo Staccoli “la tecnologia, se accompagnata dalla manualità, permette di non perdere la propria identità.” Si considera un sognatore. “Starmi dietro non è facile, penso molto, cerco di fare tutto al massimo delle mie possibilità.” Effettivamente è irrefrenabile, ha creato la torta nuziale per il pilota motociclistico Luca Marini. Un cioccolato bean to bar 46, dedicato a Valentino Rossi. Una una torta al Sangiovese. Un modernissimo dolce dedicato ai 50 anni del film di Amarcord. Nonché gli ‘Scogli della riviera’. Tra le idee future c’è quella di portare se stesso dove ancora non c’è “esportando i propri valori, attraverso i prodotti che funzionano, rendendoli accessibili ad un pubblico più vasto, mantenendo la propria spiccata identità territoriale, preservando artigianalità e qualità. In funzione dei propri valori, che sono le fondamenta su cui costruire tutto il resto.”


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MOTORI

FOLLYA TECNOLOGICA GENIO E KNOW HOW I SEGRETI DELLA VYRUS

DI EMILIO SALVATORI E CRISTINA ZOLI

È una ventata di passione quella che ci accoglie varcando l’ingresso della Vyrus, l’azienda motociclistica riminese che, a 360°, ruota attorno alla figura di ‘Asca’, al secolo Ascanio Rodorigo. Un passato da pilota motociclistico con medaglie importanti sul petto, ma soprattutto una passione per la moto e la meccanica che “mi ha avvolto fin da bambino quando aprivo, spaccavo, ricostruivo le macchinine che mi regalavano” e lo ha accompagnato nella sua carriera di geniale costruttore impegnato a inseguire “l’aspetto più affascinante del nostro mestiere che è riuscire a dar corpo e vita alla materia.”Prima nell’officina di Dervis Macrelli, poi nella leggendaria fucina di Bimota, l’azienda nata dal genio di Bianchi, Morri e Tamburini che negli anni Settanta ha insegnato ai giapponesi come si costruiva un telaio. Oltrepassata la soglia eccoci dunque nel sancta sanctorum della Vyrus, un nome non solo inusuale ma con una storia. “Eravamo alla vigilia di un grande appuntamento,” ci rac-

FOTO FABRIZIO PETRANGELI

conta Ascanio, “e nel momento cruciale del lavoro che nelle nostre speranze ci avrebbe permesso di presentare al mondo il nostro know how e la nostra raffinatezza tecnologica, ecco che una banale influenza, un virus per l’appunto, stendeva tutta la squadra mettendo a rischio l’obiettivo.” Da lì il nome, poi reso più accattivante da quella ‘ypsilon’ che lo anglicizzava internazionalizzandolo. Era il Bike Expò di Padova e l’anno il 2002. Dopo quell’appuntamento, con 1.800 biglietti da visita in tasca, nei capannoni lungo la consolare di San Marino, a Cerasolo, nasce la Vyrus, o meglio, ‘la bottega’, come gli piace chiamarla. Uno staff interno di cinque persone; un processo produttivo con pochi eguali, tutto (o quasi) realizzato internamente quasi sempre ricavando i pezzi da pieno, tra le 5 e le 10 le moto vendute ogni anno, oltre 200 quelle in giro per il mondo nel corso di vent’anni, da 40 ai 200 mila euro il costo per veder concretizzato un proprio sogno: questa è oggi la Vyrus. 17


Lungo il corridoio d’ingresso ci accolgono tre ‘Alyen’, l’ultimo modello di Vyrus nato dalla penna geniale di Adrian Morton, il designer inglese firma di alcuni dei modelli più belli di MV Agusta nati nel Centro Ricerche Cagiva di San Marino. È su questo modello, che ha come traguardo produttivo venti esemplari più uno, che si sta concentrando presente e futuro della Casa. “L’abbiamo pensata per farla in fretta e per raggiungere questo obiettivo che ci consente di consegnarla anche in ‘solo’ sei mesi, abbiamo messo in campo tutto il concentrato delle nostre tecnologie.” Appeso in alto sopra le moto un grande disegno, bellissimo, il cui valore estetico è solo secondario al significato che nasconde. “Quella è la musa che ha ispirato l’Alyen,” ci dice, “che apparentemente sembra aver

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L’AZIENDA MOTOCICLISTICA RIMINESE RUOTA ATTORNO ALLA FIGURA DI ‘ASCA’, AL SECOLO ASCANIO RODORIGO. UN PASSATO DA PILOTA MOTOCICLISTICO CON MEDAGLIE IMPORTANTI SUL PETTO, UNA PASSIONE PER LA MOTO, PER LA MECCANICA E UNA CARRIERA GENIALE.

poco a che fare col modello finito ma ha due, tre spunti che ci hanno fatto dire: la facciamo così!” Il risultato è straordinario, un concentrato di design e tecnologia unico. E basta guardarla di profilo per rimanerne folgorati. La parte superiore – quella che racchiude sterzo, fanaleria e strumentazione – si protende in avanti, quasi disegnando la testa d’animale fantastico congelato nell’atto di gettarsi sulla preda. Un risultato estetico che sfrutta l’eleganza e la genialità dello “sterzo indiretto” che, se caratterizza fin dalle origini tutta la produzione di Vyrus, sull’Alyen raggiunge il suo massimo di funzionalità tecnologica. “Riprendi la Tesi, riprendi la Tesi” è il sogno che dai suoi anni in Bimota lo ha accompagnato. La “Tesi”, presentata nel Museo della Città di Rimini, nasce dagli studi degli studenti riminesi dell’Università di Bologna Pierluigi Marconi (l’attuale Chief Operating Officer di Bimota) e Roberto Ugolini che riprendono per la propria tesi di laurea gli studi dell’ingegnere italo-inglese Joe Difazio e che si caratterizza per l’adozione di uno “sterzo indiretto”, ovvero una soluzione tecnica capace di migliorare la stabilità e la tenuta di strada della moto, al posto della classica forcella con cui è realizzato l’avantreno di tutte le altre moto esistenti al mondo. La scommessa è stata di raffinarlo, affinarlo, farlo funzionare e dar vita, con una serie di componenti collegati tra loro di una qualità costruttiva infinita, a una moto capace di trasmettere, nella guida come all’occhio, sensazioni uniche e performanti. Una vera e propria “pura follya tecnologica”.



TECNOLOGIE

FRONTIERE GREEN

SOLUZIONI SOSTENIBILI PER GLI OSPEDALI DI TUTTO IL MONDO

DI RITA CELLI

FOTO RICCARDO GALLINI

Il sogno di sviluppare in ogni parte del mondo un modello di ospedale e sistema sanitario sostenibile, con una grande responsabilità sociale e ambientale. È quello che sta cercando di realizzare un’azienda riminese, la Newster Group, con sede a Cerasolo, nata oltre 20 anni fa. Al vertice di questa realtà, oggi tra le imprese leader del settore, la famiglia Bascucci.Abbiamo intervistato l’ad Andrea Bascucci. “Quello che desideriamo è offrire a ogni struttura sanitaria nel mondo un nuovo modello sostenibile di gestione dei propri rifiuti e delle risorse idriche,” spiega. “Forniamo le migliori soluzioni tecnologiche e ecologiche per garantire la gestione dei rifiuti sanitari in totale sicurezza in ogni Paese, secondo le leggi vigenti e i più elevati standard ambientali.” Ad oggi in quali Paesi è arrivata la vostra tecnologia? “Siamo riusciti ad arrivare quasi ovunque, dal Sud Africa all’Au20

NEWSTER GROUP SVILUPPA TECNOLOGIE INNOVATIVE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI SANITARI IN OGNI PAESE. TRA I PROGETTI PIÙ IMPORTANTI QUELLO ALL’OSPEDALE DI MUTOKO DOVE IL RIFIUTO STERILIZZATO VIENE IMPIEGATO COME MATERIALE PER COSTRUIRE MATTONI.

stralia, passando per Panama e l’Estonia. Siamo presenti in tutti e cinque i continenti, in più di 45 Paesi.” Qual è l’aspetto più interessante del vostro lavoro? “Una delle cose più belle è poter dialogare con tantissime culture diverse. Siamo come camale-

onti: riusciamo ad adattarci a situazioni ed esigenze differenti a seconda dei Paesi nei quali lavoriamo, senza dimenticarci del profondo rapporto che ci lega al nostro territorio d’origine.” Ci parli delle vostre tecnologie. “Sono tutte progettate e prodotte in Italia. Abbiamo selezionato le migliori aziende per tutte le componenti meccaniche. Newster è un’azienda certificata Iso 9001-2015 e tutte le macchine sono assemblate secondo i più elevati standard di qualità. Siamo nati a Rimini, dove si trovano le principali eccellenze nel settore automotive e farmaceutico. Il territorio è parte del nostro progetto: oltre al design e alla progettazione, rappresentiamo la cultura, l’arte, il buon vivere e l’accoglienza italiana nel mondo.” Qual è il punto di forza di Newster Group? “Un mix di elementi importanti. Dal lavoro di squadra, con una scelta accurata di personale


NELLA FOTO, ANDREA BASCUCCI, AD DI NEWSTER GROUP CON SEDE A CERASOLO DI CORIANO.

di alto livello e la loro formazione continua, la ricerca scientifica e la collaborazione con gli atenei di tutt’Italia e dell’estero, passando per la stretta relazione con i rivenditori, lo scambio di informazioni, la formazione tecnica, commerciale e strutturale del distributore e la continua

diffusione della consapevolezza sulle politiche ambientali, per la gestione dei rifiuti nelle strutture sanitarie. Siamo membri attivi di organizzazioni internazionali come l’International Solid Waste Association. Newster è iscritta anche al Global Compact delle Nazioni Unite, che

incoraggia le imprese del mondo a creare un quadro economico, sociale e ambientale per promuovere un’economia sana e sostenibile, che garantisca a tutti l’opportunità di condividerne i benefici. Il nostro operato si basa su principi fondamentali su diritti umani, standard lavorativi, tutela dell’ambiente e lotta alla corruzione.” Avete sviluppato anche progetti di cooperazione allo sviluppo. “Ci sono progetti speciali che nascono dalla forza delle idee e dall’energia che le persone mettono in campo per renderli possibili nei luoghi più remoti. Partecipiamo da anni a progetti in Africa e Sud America, in collaborazione con Ong e con l’Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo, per promuovere una gestione dei rifiuti ospedalieri di qualità, che metta al centro l’attenzione all’ambiente e la prevenzione della diffusione di malattie infettive. Abbiamo consolidato le col21


“CI SONO PROGETTI CHE NASCONO DALLA FORZA DELLE IDEE CHE LE PERSONE METTONO IN CAMPO PER REALIZZARLI NEI LUOGHI PIÙ REMOTI. PARTECIPIAMO A PROGETTI IN AFRICA E SUD AMERICA PER PROMUOVERE UNA GESTIONE DEI RIFIUTI OSPEDALIERI DI QUALITÀ.”

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laborazioni con gli ospedali in Tunisia, Mozambico, Zimbabwe, Niger e Etiopia, riuscendo a superare sfide rappresentate dalle distanze e dalla mancanza di risorse idriche, energetiche ed informatiche.” Ci parli del progetto di Zimbabwe, Mutoko, così tanto caro ai riminesi. “Siamo amici del missionario Massimo Migani che vive in Zimbabwe dal 2010, a Mutoko, al nord del paese. Inviato della diocesi di Rimini, continua il percorso di Marilena Pesaresi fino al 2018: dirigere l’ospedale Luisa Guidotti, con 120 posti letto, che risponde all’emergen-

za sanitaria di un Paese in cui più di 3 milioni di persone sotto la soglia di povertà. Stiamo risolvendo insieme il problema della gestione dei rifiuti sanitari a Mutoko. Newster ha donato uno sterilizzatore che lavora ininterrottamente. Migani è stato il primo a sperimentare poi il riutilizzo del residuo prodotto dalla macchina per realizzare la nuova pavimentazione fuori dall’ospedale e per creare mattoni o pannelli fonoassorbenti, che contengano il residuo sterilizzato all’interno che, come materiale principalmente plastico, ha ottime capacità isolanti.”

NELLE FOTO, LA SEDE DELL’AZIENDA CHE SVILUPPA TECNOLOGIE PER LA GESTIONE DEI RIFIUTI SANITARI.



PREMI

SIGISMONDO D’ORO CERIMONIA DI CONSEGNA AL TEATRO GALLI

DI ENNIO CAVALLI E PAOLO PAGLIARANI

FOTO RICCARDO GALLINI

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È stato assegnato nella cornice del Teatro Galli, durante il tradizionale l’appuntamento per gli auguri di fine anno, il Sigismondo d’oro 2023, riconoscimento civico attribuito a personalità riminesi che hanno onorato la città con la propria attività. Ad esserne insigniti Cartoon Club, manifestazione di riferimento nel panorama nazionale e internazionale per tutto ciò che è comics e il professor Stefano Pivato, accademico e saggista. Tutto iniziò nell’antica pescheria in piazza Cavour, il 10 agosto 1985. Una serata di film animati italiani fece scattare la scintilla e da allora Rimini vanta una manifestazione per tutte le età e i gusti: sono quasi 40 gli anni di vita del Cartoon Club, le candeline si spegneranno il prossimo anno. “Cartoon Club,” ricorda Sabrina Zanetti, direttrice artistica, “nasce su intuizione di Paolo Scarponi, l’allora presidente Acli e appassionato di cinema. Con Isidoro Lanari e la complicità dei cartoonist Nedo Zanotti e Osvaldo Cavandoli nasce un evento di successo fino alla creazione di un Festival.” “L’animazione italiana era celebre grazie a Carosello,” continua

SI È SVOLTA NELLA CORNICE DEL TEATRO GALLI, NEL CORSO DEL TRADIZIONALE APPUNTAMENTO PER GLI AUGURI DI FINE ANNO, L’ASSEGNAZIONE DEL RICONOSCIMENTO RISERVATO ALLE PERSONALITÀ RIMINESI CHE HANNO ONORATO LA CITTÀ CON LA PROPRIA ATTIVITÀ.

Sabrina Zanetti, “e nei primi anni sfilarono tutti gli autori della Penisola, da Bruno Bozzetto a Fusako Yusaki, molti ospiti a Rimini.” Lei è stata coinvolta dalla prima edizione, quando ha preso le redini del Festival? “Nel 1991 la prematura scomparsa di Scarponi mi portò a dirigerlo, ero presidente Enars Acli, oggi Acli Arte e Spettacolo. Nel 1996 aprimmo alle produzioni internazionali e nel 1997, su richiesta del Comune di Rimini per rivitalizzare

un’area di degrado, sbarcammo a piazzale Fellini per la prima edizione di Riminicomix.” “Insieme a un team competente e appassionato, sono orgogliosa di aver fatto conoscere Cartoon Club e la città di Rimini grazie a scambi con altri Paesi, fino al Canada e al Senegal. Ogni anno,” conclude, “riusciamo a realizzare un evento che attrae oltre 150.000 presenze ed è seguito con dedizione e affetto.” Con la consegna della targa in oro che riproduce l’immagine di Sigismondo Pandolfo Malatesta, la città di Rimini ha reso onore al professor Stefano Pivato. Come storico e divulgatore, Pivato sa stare saldamente in sella tra tematiche dalla forte accelerazione. Lo dicono titoli come Storia sociale della bicicletta, Vuoti di memoria, Al limite della docenza, Italia vagabonda, Sia lodato Bartali. Il mito di un eroe del Novecento, ma poi, tra le polemiche, anche il suo contrario, Bartali e il salvataggio degli ebrei. Una storia inventata. Quale filo rosso unisce queste scelte? “I francesi hanno coniato l’espressione ‘histoire bataille’ per indicare la storia delle battaglie o dei grandi personaggi. Io mi considero uno storico 25


PREMI

L’ONORIFICENZA PER L’EDIZIONE 2023 È ANDATA A CARTOON CLUB, MANIFESTAZIONE DI RIFERIMENTO NEL PANORAMA NAZIONALE E INTERNAZIONALE PER TUTTO CIÒ CHE È ‘COMICS’, E AL PROFESSOR STEFANO PIVATO, ACCADEMICO, STORICO E SAGGISTA.

NELLA PAGINA PRECEDENTE, SABRINA ZANETTI, DIRETTRICE ARTISTICA DI CARTOON CLUB. IN QUESTA PAGINA, IL PROFESSOR STEFANO PIVATO.

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sociale più attento ai fenomeni ‘a un gradino più basso’ ma non meno importanti per comprendere l’evoluzione della società,” dice. Ricordo l’incontro all’Università di Urbino, di cui è stato rettore dal 2009 al 2014, per la laurea honoris causa dello scrittore premio Nobel Derek Walcott. “È poco noto ma anche Derek, come Tonino Guerra,” racconta, “scrisse poesie nel dialetto della sua terra natale, il creolo delle Antille.” Marzo 2012. Ci ritroviamo a tavola dalla Marianna con Sergio Zavoli che, tra un boccone e l’altro, dà gli ultimi ritocchi all’elogio funebre per Tonino Guerra. “Tonino è stato un diffusore a

piene mani di fantasia con la capacità di ridicolizzare la banalità che ci circonda. Di Sergio conservo il ricordo di una ostinata pignoleria che egli stesso definiva una qualità dei mediocri. In realtà, e lo sapeva benissimo, era un metodo per giungere alla perfezione.” L’ultimo libro di Pivato si intitola Andare per colonie estive. Siamo in pieno Ventennio. Un rito di passaggio obbligato per i bambini di allora e una mossa del regime per conquistare la fiducia delle famiglie. “Le colonie furono uno strumento della ‘fabbrica del consenso’, per riprendere il titolo di un libro dedicato al fascismo. La riviera adriatica fu

la più ‘gettonata’ per la presenza di Mussolini che passava le vacanze a Riccione.” L’attività di assessore alla Cultura del Comune di Rimini, dal 1999 al 2009, a quali risultati ha portato? “Alla progettazione della cittadella della cultura che comprendeva, oltre al completamento del Teatro degli Atti, la Domus del Chirurgo, il cinema Fulgor e il progetto per il recupero del Teatro Galli.” Oggi cosa manca a un’idea di cultura per Rimini e per una Romagna autentica e cosmopolita? “Un ambiente per le arti performanti, vuoto che potrebbe essere colmato dalla ristrutturazione dell’ex cinema Astoria.”


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TERRITORIO

L’UVA GRISA

40 ANNI DI TRADIZIONI E MEMORIA IN ROMAGNA

DI CRISTINA RIGHI

FOTO RICCARDO GALLINI

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Ph Enrico De Luigi

“L’UVA GRISA, GRUPPO DI MUSICA ETNICA E TRADIZIONALE, NASCE A BELLARIA NEL 1981,” RACCONTA GUALTIERO GORI. “CI INTERESSAVANO LE MUSICHE, I CANTI, LE STORIE DI VITA MA ANCHE GLI ASPETTI RITUALISTICI, GLI SPAZI E LE FORME DI SOCIALITÀ.”

“Il patrimonio della cultura tradizionale può legarci in modo intimo a un territorio, alle persone che lo abitano. Credo che per i giovani trovare oggi, vicino casa o in un borgo sperduto, aperta questa porta che può portare una dimensione di re-incanto in un mondo disincantato, costituisca un’opportunità stupefacente.” Così Gualtiero Gori riassume oltre 40 anni di ricerca e divulgazione della tradizione di Romagna e in questa intervista ci permette di capire come il passato possa essere una chiave per interpretare il presente e vivere con nuove prospettive il futuro. Come nasce l’interesse per la tradizione? “Tradizione è memoria. Dei ragionamenti in dialetto dei nonni. Di mamma magliaia che canta lavorando. Di un anziano che fa vibrare come un violino l’erba fra le labbra. La teatralità dei canti dei pescatori che fanno baldoria. Nel 1973 vidi uno spettacolo sulla Romagna, in cui si intreccia-

vano canti popolari e documenti storici. Un modo di cantare lontano dalla musica che ascoltavo. Suggestioni folk apparivano nelle esperienze di gruppi anglosassoni e francesi. Nel country stilemi tradizionali si univano a pop e rock. Cominciai a chiedermi se in Romagna ci fossero musiche popolari antiche e sentii un vuoto da colmare.” Perché ‘L’Uva Grisa’? “L’Uva Grisa, gruppo di musica etnica e tradizionale della Romagna, nasce a Bellaria nel 1981. Ci interessavano le musiche, i canti, le storie di vita e i racconti, episodi burleschi, ma anche gli aspetti ritualistici, gli spazi e le forme di socialità e comunicazione. Sentivamo di dover ricucire lo strappo generazionale determinato della contestazione giovanile. Iniziammo così a registrare i canti dei pescatori bellariesi. Poi Maria Benedetti, nata a Santa Giustina, a 77 anni entra nel gruppo, portando stornelli e ballate vecchie di secoli. Il vio-

OLTRE IL SEMPLICE SGUARDO

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TERRITORIO

“IL PATRIMONIO DELLA CULTURA TRADIZIONALE PUÒ LEGARCI IN MODO INTIMO A UN TERRITORIO E ALLE PERSONE CHE LO ABITANO. CREDO CHE PER I GIOVANI TROVARE QUESTA PORTA APERTA SU UNA DIMENSIONE DI RE-INCANTO SIA UN’OPPORTUNITÀ STUPEFACENTE.”

linista di Torre Pedrera, Mario Venturelli, sarà fondamentale per la riscoperta del liscio d’inizio 900. Norma Midani, viserbese nata a Cremona, con i suoi laboratori ha dato vita a ‘Cantrici’ il nuovo gruppo di canto polifonico femminile, tradizionale della pianura padana. Con Giuseppe Michele Gala, etnocoreologo e antropologo della danza, ho intrapreso una ricerca per raccogliere in Romagna le tracce di saltarelli, furlane, monferrine, balli che si credevano perduti e che invece oggi vivono ancora. Parte di queste esperienze è raccolta in libri, i cui titoli si trovano sul sito del gruppo. Studiamo ancora il materiale raccolto, mentre giovani come Thomas Bertuccioli, continuano le ricerche nel Montefeltro.” Come vivono la musica popolare i giovani? “Direi con una certa continuità motivazionale. Irene, coordinatrice di “Venolta – Festival dei balli e delle musiche popolari

di confine – mi ha spiegato il perché della partecipazione di tanti giovani. Quelli come lei, che hanno deciso di rimanere in Alta Valmarecchia, hanno amici sparsi nel mondo, ma a casa cercano riferimenti e legami forti. Il festival, che nasce per ritrovare le radici, fare comunità, creare situazioni intergenerazionali per le persone del territorio, mettendo al centro i più anziani, permette di immaginare nuovi modi di stare in paese. Lucia, fisarmonicista, è affascinata dal legane tra musica di una volta e ballo. Balli in cui ci si intreccia, ci si conosce e diverte. In discoteca si balla in sostanza soli. Sente il peso della frenesia contemporanea, riconosce nella musica del passato la convivialità, la forza della condivisione, della comunità, che si è persa. A Faenza dove vive, dal 2016 ogni martedì il gruppo spontaneo ‘musicanti improvvisi’ suona a ballo in piazza.” Il Natale preannuncia la Pasquella, cos’è?

“La Pasquella, Pasquèla, è un canto di questua del ciclo Natale-Epifania, presente in molte regioni italiane ed europee. Il canto, che unisce temi sacri come la Natività, l’adorazione dei Magi, con espressioni tipiche del Carnevale, inizia la sera di vigilia dell’Epifania e si protrae per tutto il 6 gennaio. I Pasquarùl, o Pasqualót, portano il canto augurale nelle case, ricevendo doni. Un’usanza con radici profonde che non si è estinta nonostante il forte declino dal dopoguerra. La Pasquella porta ad entrare in casa di sconosciuti, richiede rispetto, crea un legame tra le persone. Per l’Uva Grisa, costituisce la spina dorsale sui cui il gruppo ha elaborato il proprio modo di essere, ci ha fatto capire che la cultura tradizionale è cosa viva, quindi ‘Riveriti Lor Signori. Con i canti e con i cori. Siamo qua la sua presenza. Per domandare una licenza. Di cantare in allegria. Viva Pasqua e Pifenia...’.”

PH ARCHIVIO UVA GRISA

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COLLEZIONISMO

SCATTI DI MEMORIA FERMARE IL TEMPO, UNA PASSIONE DI FAMIGLIA

DI MILENA MASSANI

Il collezionismo per lui è “una ragione di vita stupenda, è stare in un castello incantato orientato verso il passato. Mi aiuta a recuperare dallo stress e dalle fatiche della mia professione di avvocato penalista,” racconta entusiasta lo studioso Alessandro Catrani, che ogni giorno dedica del tempo ai suoi cimeli, approfondisce, studia, e “con le lenti Zeiss scopro particolari incredibili nascosti nelle mie foto. Sogno quelle epoche lontane e mi entusiasmo ancora con lo stesso fervore.” A far scaturire in lui questa passione è stata decisiva la figura del nonno paterno: “Collezionava francobolli antichi, ne possedeva tantissimi,” racconta. “Mi portava sempre al Circolo Filatelico di Rimini, di cui era socio fondatore, e quel mondo, insieme alla incredibile personalità di mio nonno, Aldo Catrani, celebre dermatologo riminese, esercitò su di me una forte attrazione. Insieme passavamo molte ore,” prosegue, “lui con pazienza e amore mi spiegava tutto sui francobolli. Il nonno non buttava via nulla: era un accumulatore e ordinava tutto, comprese le carte veline siciliane che all’epoca avvolgevano le 36

FOTO RICCARDO GALLINI


arance.” Alessandro però si sente più attratto dalla storia locale che dai francobolli. Così decide di documentarsi sulla possibilità di trovare e acquistare libri antichi sulla storia di Rimini, fino a raccoglierne in gran quantità. “Nasco prima come bibliofilo che come collezionista,” precisa. Poi un giorno scatta le coup de foudre: “Mi imbatto in un bell’album di foto di Rimini degli anni Venti e da lì è iniziato un amore che ancora mi accompagna.” Il periodo storico di suo interesse va dalle origini della fotografia, metà Ottocento, fino alla Seconda guerra mondiale. “Questo è quello più antecedente alle mie radici familiari, l’età del mio bisnonno Baldassarre prima e di mio nonno Aldo poi. Attraversa tre fasi meravigliose: la Belle Époque, i Ruggenti Anni Venti e, poi, gli Anni Trenta.” I materiali che possiede sono tutti inventariati e organizzati, per lo più per generi e materie, pronti per la consultazione. Li conserva in ambiente deumidificato e salubre. “La collezione conta circa 30.000 pezzi fra foto, cartoline, manifesti, libri e documenti. E riguarda Rimini

LA COLLEZIONE DI CATRANI ANNOVERA 30.000 PEZZI FRA FOTO, CARTOLINE, LIBRI E DOCUMENTI, DALLE ORIGINI DELLA FOTOGRAFIA A METÀ OTTOCENTO, ALLA SECONDA GUERRA MONDIALE. “NASCO COME BIBLIOFILO POI SCATTA LE COUP DE FOUDRE. MI IMBATTO IN UN ALBUM DI FOTO DI RIMINI DEGLI ANNI VENTI E DA LÌ È INIZIATO UN AMORE CHE ANCORA MI ACCOMPAGNA.”

e dintorni.” Nel dicembre 2014 la rivista nazionale Il Fotografo, data l’importanza del suo ‘tesoretto’ di oltre 30.000 foto originali, gli ha riservato un’ampia intervista. Per implementare la raccolta partecipa a aste, fiere, mercatini. “È una passione che coltivo da solo, fra collezionisti non c’è

simpatia ma antagonismo.” Un pezzo a cui è più legato non c’è, gli piace pensare “che sia quello che devo ancora trovare e che forse non esiste se non nella mia fantasia.” Alessandro Catrani ha scritto un centinaio di articoli, pubblicato quattro volumi, da ultimo Gli anni dell’incanto per Panozzo editore, perché “l’evoluzione sana per un collezionista, un bimbo con la sua inaccessibile stanza dei giochi, è sentire il bisogno di condividere, di trasmettere questa eredità affinché resti viva. Non è un passaggio semplice. Io ho rotto quel ghiaccio nel 2004 con il libro Anni 20…che passione. Ora gioisco nell’arrivare al pubblico mostrando le mie chicche più belle che non potrebbero mai vedere altrove, una forma di altruismo che mi restituisce comunque in qualche modo gratificazione.” Con tutto questo patrimonio composto in modo certosino nel corso dei decenni, dar forma a un museo privato “è il mio grande sogno, mai dire mai.” In futuro la sua collezione gli piacerebbe andasse “in mano a un mio clone, con quarant’anni di meno, ma non ho figli. Qualcosa però mi inventerò.” 37


ADVERTORIAL

NUOVA CLINICA SANTA LUCIA VET DOVE LA CURA DIVENTA UN’ESPERIENZA UNICA

HA INAUGURATO LA NUOVA CLINICA SANTA LUCIA VET A BELLARIA-IGEA MARINA, STRUTTURA ALL’AVANGUARDIA PER IL BENESSERE DELL’ANIMALE, IN UN AMBIENTE DI 250 MQ DOTATO DI 2 SALE OPERATORIE, 3 SALE DA VISITA E UNA SALA D’ASPETTO CON RECEPTION.

Con un bagaglio di 25 anni di esperienza nel campo veterinario, il dottor Sergio Abbondanza si dedica con passione ai piccoli animali da compagnia, specializzandosi nel corso degli anni in oculistica, anestesia e terapia intensiva. Negli ultimi tempi, la sua attenzione si è rivolta alla chirurgia mini-invasiva laparoscopica, la nuova frontiera della medicina veterinaria. Recentemente ha inaugurato la nuova Clinica Santa Lucia Vet a Bellaria-Igea Marina, una struttura all’avanguardia per il benessere dell’animale, in un ambiente innovativo di 250 mq dotato di 2 sale operatorie, 3 sale da visita e una accogliente

sala d’aspetto con reception. Durante l’attesa, è possibile approfondire le proprie conoscenze grazie ai preziosi videoconsigli a cura del dottor Abbondanza. La struttura è stata progettata con la massima attenzione alle esigenze sia dell’animale che del proprietario, includendo inoltre degenze separate per cani e gatti. Questo perché, comprendendo le diverse necessità comunicative e di cura delle due specie, la clinica mira a offrire un trattamento personalizzato. Nella continua ricerca dell’eccellenza medica e del comfort animale, la clinica dispone di una sala diagnostica per immagini, di un laboratorio interno di analisi

e di una sala con Tac di ultima generazione con ricostruzioni in 3D. Queste risorse tecnologiche, unite a un approccio contemporaneo, rendono la clinica simile a una struttura per umani, guidata da una squadra di sette medici veterinari, una infermiera e una segretaria. Il dottor Abbondanza ha ideato questo format per offrire agli animali il massimo della scienza veterinaria avanzata, garantendo assistenza sia nei momenti critici che nella routine quotidiana. La sua missione è quella di creare un ambiente confortevole, pensato per il benessere degli animali e dei loro genitori umani. Un aspetto innovativo della clinica è la nuova concezione di


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degenza, ispirata ai ricoveri “ZeroPaura” provenienti dagli Stati Uniti. Questi spazi, separati per cane e gatto, offrono confort ottimale, con tappetini riscaldanti e porte trasparenti che rispettano le esigenze di cani e gatti. La luce interna è progettata per garantire un ambiente rilassante, con opzioni per la notte e il giorno, oltre a una luce ultravioletta per la disinfezione. Alla Nuova Clinica Santa Lucia Vet, il cliente è considerato un ospite. Ogni visita è un’esperienza proattiva, dove il cliente viene accolto, ascoltato e consigliato in modo professionale. Un gestionale dedicato consente l’accesso in ogni momento alla cartella clinica del proprio animale, garantendo una completa trasparenza e coinvolgimento. Il sogno del dottor Sergio Abbondanza è che ogni famiglia possa accogliere un animale da compagnia, contribuendo alla felicità, all’attività e alla salute di tutti i membri della famiglia. Alla Clinica Santa Lucia Vet il futuro della cura veterinaria è già una realtà.

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TEATRO

SU IL SIPARIO NASCE A SAN MARINO LA COMPAGNIA DEL TITANO

DI IRENE GULMINELLI

FOTO RICCARDO GALLINI

È nata la Compagnia del Titano, formazione teatrale stabile sammarinese che si è costituita grazie all’intuizione di Fabrizio Raggi, attore sammarinese formatosi a Roma – che nell’ambito della compagnia assumerà anche il ruolo di regista – che ha fortemente creduto nel progetto e ha chiamato a raccolta anche gli altri componenti. Cosa rappresenta la nascita di questa compagnia? “Creare una compagnia teatrale stabile a San Marino è certamente una sfida, ma anche un’opportunità straordinaria per consolidare un’identità artistica nel nostro paese. La compagnia è formata da artisti professionisti sammarinesi e vede anche la collaborazione attiva di artisti italiani. La necessità di creare una compagnia teatrale stabile nasce proprio dal fatto che molti artisti sammarinesi sono stati costretti, così come per altre professioni, ad allontanarsi dal proprio paese, prima per formazione e poi per lavoro. L’obiettivo comune è creare una realtà teatrale solida e

presente sul territorio tale da rendere possibile una nuova identità artistica in continua evoluzione, poiché tutti noi veniamo da formazioni ed esperienze diverse. Saremo chiamati a confrontarci anche con la cittadinanza, creando laboratori di formazione teatrale, passando dalla recitazione alla danza o alle arti circensi, fino al canto.” Chi c’è insieme a lei in questa avventura? “La compagnia si appoggia a una associazione teatrale sammarinese formata da ‘amatori’, non li definirei amatoriali, perché i componenti del Teatro della Clavicola di San Marino operano da molti anni sul territorio. Il primo nucleo è formato da Fabrizio Raggi, Patrizia Bollini, Luigi Busignani, Sonia Grassi, Ute Zimmermann, Sabrina Minguzzi, Lucia Righi, Costantina Busignani, Paco Zafferani, Alexander Pistone ma non mancheranno all’appello altri artisti professionisti del territorio. Sono riuscito a realizzare questa compagnia soprattutto grazie a un incentivo economico dato dalla Segreteria di Stato Turismo 41


TEATRO

e dalla Segreteria di Stato Cultura e Istituti culturali.” Quali sono i primi progetti che metterete in campo? “Abbiamo creato una piccola rassegna teatrale chiamata TrEATRI, in cui hanno visto la luce quattro nuove produzioni: una di queste sarà la prima produzione della Compagnia del Titano con uno spettacolo dal titolo ‘Passaggio in alto’ e andremo in scena il 21 aprile prossimo al Teatro Titano per poi cercare di portarlo in giro per altre piazze. La prima proposta della rassegna è stato ‘Fuochi’, andato in scena il 21 novembre scorso, mentre il prossimo appuntamento sarà uno spettacolo musicale con Elena Berera per la regia di Stefano Di Napoli sulla figura di Liza Minnelli. Infine chiuderà la rassegna una brillante commedia

LA COMPAGNIA DEL TITANO, FORMAZIONE TEATRALE STABILE SAMMARINESE, SI È COSTITUITA GRAZIE ALL’INTUIZIONE DELL’ATTORE FABRIZIO RAGGI, CHE AVRÀ ANCHE IL RUOLO DI REGISTA. LA PRIMA PRODUZIONE, ‘PASSAGGIO IN ALTO’, VA IN SCENA IL 21 APRILE.

dal titolo ‘Frittelle a colazione’ messa in scena dalla stessa associazione Teatro della Clavicola con Mauro De Pasquale, Chiara Schwagel, Cristina Tiraferri e Antonio Cecchetti.” Altre idee per il futuro? “La compagnia per ora non ha una fissa dimora: avere come sede un teatro sarebbe importante e speriamo in una residenza al Teatro Titano di San Marino. Cercheremo di avere un ruolo attivo nel panorama teatrale sammarinese e di realizzare scambi con altre compagnie. Ci piacerebbe essere presenti anche nel cartellone teatrale sammarinese, essendo una compagnia di professionisti appunto sammarinesi. Da questo primo incentivo poi proveremo ad autofinanziarci cercando anche sponsor esterni per la realizzazione di nuove produzioni.”

PH AUGUSTO BETIULA

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STORIE

PASSAGGIO IN AFRICA UNA VITA IN VIAGGIO PER IL WORLD FOOD PROGRAMME

DI ARIANNA DENICOLÒ

FOTO STEPHANIE TREMBLAY

Ha lasciato l’Italia nel 2003 vivendo in paesi diversi, dagli Usa all’Africa, sempre al fianco di sua moglie Suze, conosciuta a Roma nel 2002 quando lei era vice ambasciatrice di Haiti in Italia, e del figlio Ryan nato nel 2009. Marco Filippini, originario di Cattolica, lavora per il World Food Programme, dove si occupa di Supply Chain, ossia di acquisti di prodotti alimentari presso i piccoli produttori, supporti logistici e distribuzione di cibo e di beni di prima necessità. Per conciliare vita famigliare e impegni professionali, ha fatto della flessibilità il suo mantra. Dopo aver trascorso i primi anni di matrimonio e lavoro tra New York e Washington, nel 2010 accade un evento che gli scombussola la vita: il terremoto di Haiti. “Ci siamo trasferiti perché a mia moglie fu chiesto di lavorare con la Commissione Clinton per la ricostruzione,” racconta. “Il World Food Programme cercava una persona che potesse seguire l’approvvigionamento di beni, servizi e cibo e, nel 2011, sono entrato nel settore umanitario e da allora sono trascorsi dodici anni.”

Un passaggio non facile. “Quando siamo arrivati il paese era in black out, le strade erano impraticabili, Ryan aveva solo un anno: non nascondo di aver provato un attimo di smarrimento,” dice. “Poi la situazione è migliorata, eravamo soddisfatti del nostro lavoro, il paese era bellissimo e questo mi ha pacificato

lo spirito.” Il 2015 è l’anno del secondo grande cambiamento: Suze viene reclutata come Rappresentante residente della Fao e la famiglia si trasferisce in Congo. “Un altro faticoso impatto con una cultura molto lontana da noi. Era il nostro primo paese africano e, pur essendo preparati, avevamo un’idea del panafri45


STORIE

MARCO FILIPPINI, ORIGINARIO DI CATTOLICA, LAVORA PER IL WORLD FOOD PROGRAMME. DOPO AVER TRASCORSO I PRIMI ANNI DI MATRIMONIO E LAVORO TRA NEW YORK E WASHINGTON, NEL 2010 ACCADE UN EVENTO CHE GLI SCOMBUSSOLA LA VITA: IL TERREMOTO DI HAITI.

IN QUESTE PAGINE, MARCO FILIPPINI CON LA MOGLIE SUZE E IL FIGLIO RYAN.

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canismo che si è scontrata con una realtà ben diversa.” Dopo cinque anni, con la nomina della moglie a Rappresentante Fao in Zambia, Marco si prepara a un nuovo trasferimento. “In Zambia ho svolto l’incarico di capo dell’unità Supply Chain del World Food Programme, occupandomi degli acquisti per supportare il programma delle mense scolari. Siamo attivi nei progetti di ‘safety net’ per ammortizzare il peso sociale e aiutare le famiglie, creando un pasto a scuola teniamo i bambini lontani dalla strada. Il nostro compito è dare supporto a paesi che hanno subito catastrofi naturali. L’Africa è un continente con differenze

enormi, un universo con tante sfaccettature. A differenza di ciò che tutti pensano, tanti paesi africani sono fertili e l’agricoltura produce milioni di tonnellate di grano, ma il problema è nella distribuzione delle risorse. Oggi, per fortuna, ci sono molti investitori che stanno arrivando per costruire infrastrutture e fare business.” Non sente mai la mancanza di casa? “Vado a periodi. Le missioni sono aumentate e, lavorando da remoto per l’ufficio di Roma, nel tempo libero ho ripreso la corrispondenza con gli amici di sempre. Quando viaggi molto può capitare di vivere momenti di solitudine in cui ti mancano la famiglia e gli affetti più stretti.” E per un adolescente

come Ryan, cosa significa? “Anche se non è facile, si è sempre adattato ai cambiamenti, l’obiettivo è restare insieme,” spiega. “Frequenta scuole internazionali, parla molte lingue e sicuramente ha un’apertura mentale diversa da quella dei suoi coetanei.” Quale vorrebbe fosse la prossima meta? “Mi piacerebbe vivere in Asia o in America Latina.” Nel 2020 il World Food Programme ha ricevuto il Premio Nobel per la Pace per le attività umanitarie messe in campo in periodo Covid. Marco Filippini è detentore, insieme ai ventitremila impiegati dell’organizzazione, di questo ambito riconoscimento.


ISTITUTI CULTURALI

VEN 12 GENNAIO, Teatro Titano, ore 21.00 Simone Cristicchi FRANCISCUS. IL FOLLE CHE PARLAVA AGLI UCCELLI

MER 20 MARZO, Teatro Nuovo, ore 21.00 Vanessa Incontrada e Gabriele Pignotta SCUSA SONO IN RIUNIONE… TI POSSO RICHIAMARE?

MER 24 GENNAIO, Teatro Titano, ore 21.00 Carozzeria Orfeo SALVEREMO IL MONDO PRIMA DELL’ALBA di Gabriele Di Luca

MER 27 MARZO, Teatro Titano, ore 21.00 Eva Robin’s, Beatrice Vecchione e Matilde Vigna LE SERVE di Jane Genet

MAR 30 GENNAIO, Teatro Titano, ore 21.00 Michele Di Giacomo IO SONO MIA MOGLIE

MER 3 APRILE, Teatro Nuovo, ore 21.00 Neri Marcorè e Rosanna Naddeo LA BUONA NOVELLA di Fabrizio De André

VEN 16 FEBBRAIO, Teatro Titano, ore 21.00 Gegè Telesforo BIG MAMA LEGACY DOM 3 MARZO, Sala Montelupo, Domagnano, ore 17.00 SGUARDI OLTRE LA SCENA Giostremia DONNE IN MUSICA VEN 8 MARZO, Teatro Titano, ore 21.00 Patrizia Bernardi DI DONNE E DI PENE VEN 15 MARZO, Teatro Titano, ore 21.00 Enzo Vetrano, Raffaella d’Avella, Giovanni Moschella, Giulio Germano Cervi I MACBETH

DOM 14 APRILE, Giorgia Boutique, Fiorina, ore 17.00 SGUARDI OLTRE LA SCENA Silvio Castiglioni FILÒ, VIAGGIO DI UNO ZANNI ALL’INFERNO COLLATERALI COMICI: VEN 5 GENNAIO, Teatro Nuovo, ore 21.00 Luca Ravenna – RED SOX MER 28 E GIO 29 FEBBRAIO Teatro Nuovo, ore 21.00 Giuseppe Giacobazzi - IL PEDONE

Liberamente ispirato a Macbeth di W. Shakespeare e a stragi dei giorni nostri

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SPORT

COACH ‘EL GRINTA’ SANDRO DELL’AGNELLO È L’ALLENATORE DELLA RINASCITA BASKET RIMINI

DI ALBERTO CRESCENTINI

FOTO RICCARDO GALLINI

Quando indossava calzoncini e maglietta – e lo ha fatto davvero a lungo, disputando ben 21 campionati di serie A – il nomignolo che lo accompagnava era ‘Sandrokan’, con un chiaro riferimento al temerario personaggio creato da Emilio Salgari. Poi, una volta abbracciata la carriera di allenatore, Sandro Dell’Agnello, detto pure ‘El Grinta’, è rimasto sostanzialmente sé stesso, un uomo di carattere, con una personalità forte. Quel carattere, quella grinta, appunto, che dallo scorso 7 novembre sta mettendo a disposizione della Rinascita Basket Rimini, la squadra che lo ha chiamato in corso d’opera per cercare di raddrizzare una stagione nata male. E il sanguigno coach livornese non ha esitato a rimboccarsi le maniche. “Il nostro obiettivo dev’essere sempre quello di vincere la prossima partita,” attacca il tecnico, 62 ‘primavere’ lasciate alle spalle. “Non credo serva a nulla stilare tabelle, meglio accantonare per il momento i sogni di gloria, mettere la tuta da operai e andare avanti. La classifica dice che dobbiamo sgomitare nella melma, da lì dovrà venire la nostra forza,” precisa Dell’Agnello che non 49


SPORT

“NON CREDO SERVA A NULLA STILARE TABELLE, MEGLIO ACCANTONARE PER IL MOMENTO I SOGNI DI GLORIA, METTERE LA TUTA DA OPERAI E ANDARE AVANTI. LA CLASSIFICA DICE CHE DOBBIAMO SGOMITARE NELLA MELMA, DA LÌ DOVRÀ VENIRE LA NOSTRA FORZA.”

è legato a un particolare tipo di basket. “Prima si lotta, poi si gioca a pallacanestro,” continua l’allenatore della formazione riminese alla seconda stagione consecutiva in quel campionato di LegaDue che vuole tenersi stretto. “L’importante è fare l’impossibile per vincere, sinceramente non credo troppo alle motivazioni del barone De Coubertin…Per quel che riguarda un discorso tecnico, ritengo che la cosa più sensata sia adeguarsi ai giocatori che hai a disposizione.” La difesa, lo dicono un po’ tutti i coach, è imprescindibile per centrare qualsiasi tipo di risultato: ma l’Rbr – questo l’acronimo della Rinascita, realtà seguita sempre al palasport Flaminio da 2.500-3.000 ‘fedeli’ – ha quella sana attitudine a mordere dietro, a rendere difficile la vita ai rivali? “Per noi è forse più facile fare un canestro in più che

prenderne uno in meno, però stiamo lavorando per crescere anche a livello difensivo,” assicura Dell’Agnello che è rimasto favorevolmente impressionato dall’impatto con questa nuova realtà. “Ho trovato un bell’ambiente, un’ottima società. Per quel che riguarda la squadra è chiaro che qualche problemino c’è, altrimenti non sarei qui,” è realista Sandro, un personaggio che custodisce nella sua personale bacheca (di giocatore) uno scudetto conquistato con Caserta e una medaglia d’argento agli Europei con la nazionale azzurra, allori catturati nell’anno di grazia 1991. E pensare che Dell’Agnello ha scoperto lo sport dei canestri tardi. “Già, avevo 17 anni, prima facevo motocross,” rivela. “È stato un incontro casuale, mi aveva notato per la mia statura (2.03 adesso, quasi due metri da adole-

scente, Ndr) un professore di ginnastica, che mi chiese di provare. E sbocciò subito l’amore. “Il basket mi ha dato tanto,” prosegue il tecnico, “lo sport di squadra è in generale una bella palestra per imparare a vivere, ti costringe a relazionarti con gli altri. Nel mio caso, poi, sono riuscito a trasformare un hobby in professione. Il massimo.” C’è la squadra biancorossa nei pensieri quotidiani e c’è una Rimini da scoprire, per il 62enne coach che è rimasto profondamente legato a Boscia Tanjevic, l’allenatore insieme al quale conquistò il tricolore a Caserta. “Non la conoscevo, è una bellissima città. Non ero però abituato a questo traffico, mi sembra di essere a New York,” riflette Dell’Agnello che è sposato con l’ex cestista Simona Vedovati. Dove si vede, nel Natale 2024? “A Rimini, sempre in LegaDue. Non ho dubbi.”

IN FOTO, SANDRO DELL’AGNELLO, ALLENATORE DELLA RINASCITA BASKET RIMINI.

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Copyright: Pablo Picasso with Françoise Gilot and his nephew Javier Vilato. Golfe-Juan, France, August 1948 © Robert Capa © International Center of Photography / Magnum Photos

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