Bassano News

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PERIOD

Editrice Artistica Bassano Città di Bassa Assessorato alla Cultu Distribuzione gratuita bassanonews

p. 5 - Eventi

Rinascimento in bianco e nero

p 8 - #amoibassano

Direttore responsabile Andrea Minchio

EDITRICE ARTISTICA BASSANO

Piazzetta delle Poste, 22 - Bassano del Grappa

© Copyright - Tutti i diritti riservati

Autorizzazione del Tribunale di Bassano del Grappa n 4/94 R P del 2 giugno ‘94

Bassano News è patrocinato da Città di Bassano - Assessorati Cultura e Turismo

Ideazione e direzione artistica

Andrea Minchio

Redazione

La data di nascita di Jacopo Apollonio

p 10 - Pianeta Casa

Oltre tre lustri di servizio a Bassano

p 12 - I nostri tesori

Jacopo Bassano in mostra a Helsinki

p 14 - Abitare

Finstral Le finestre conquistano

l’interior design

p. 34 - Artigiani Recuperare gli edifici dismessi

p 36 - Sfide

Nicola Vidale “Noi facciamo quello che gli altri non fanno!”

p 38 - Tradizioni

Fietta La Bottega del Gusto

p 40 - Il Cenacolo

Ginetta Rotondo L’ospite inattesa

p 43 - Esercizi di stile

Eleonora Duse

Copertina

Giuseppe Scolari, San Giorgio e il drago, xilografia e bulino su legno, 1592-1607 circa Bassano del Grappa, Museo Civico © Musei Biblioteca

Archivio Bassano del Grappa, foto

Matteo De Fina Servizio a pag 5

Sopra al sommario, da sinistra Lo storico ponte in pietra lungo il sentiero della Valle del Silan, che da San Michele porta a Valrovina (Fabio Abbruzzese, pag 27)

Franco Fortunato, La storia della Querina, pannello in maiolica, 2024. L’opera, dedicata a Bassano e agli zattieri del Brenta, sarà presentata alla città venerdì 17 maggio in occasione dell’International Meeting for Stockfish Abbiamo incontrato Otello Fabris, fra gli organizzatori dell’evento (pag. 62). News

Elena Trivini Bellini, Elisa Minchio, Antonio Minchio, Chiara Eleonora Favero

Collaborazioni

Associazione Scrittori Bassanesi “Il Cenacolo”

Comune di Bassano del Grappa

Museo-Biblioteca-Archivio Bassano del Grappa

F Abbruzzese, E Astuni, C Avanzo, A R Baggio, A Calsamiglia, D Cappeller, R Cappeller, C Caramanna, S Cremona, A Dissegna, O Fabris, A Faccio, S Falcone, L Ferro, C Ferronato, D Fietta, G Giolo, C Mogentale, S Mossolin, C Reginato, F A Rossi, O Schiavon, G Spagnol, M Venzo, S Venzo, V Vicariotto, N Vidale, F Xausa

Corrispondenti

Claudio Calderoni (da Stoccolma)

Erica Schöfer (dalla Toscana)

Stampa

CTO - Vicenza

Distribuzione Bassano e comprensorio

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p 15 - Sorprese

Claudio Reginato

Maestro di un’arte antica

p 16 - Curiosità

Lutero a Venezia

La Riforma approda in Laguna

p 18 - La lezione del passato

Non c’è alcun Dio che ci possa salvare

p 20 - Profili Ammiragli dimenticati

p 22 - Afflatus Sì, il mondo è cambiato!

p 25 - Focus

Una nuova dotazione tecnologica all’ITIS Fermi di Bassano

p 27 - Schegge

Il ponte in pietra lungo la Via Armentaria nella Valle del Silan

p 31 - Sì, viaggiare

La Cina classica tra antichi splendori

p 32 - Renaissance

Visita a Montecarlo, l’antica Vivinaia

Il bello nel vero, il vero nel bello

p 44 - Le terre del vino

I vini della Val di Cembra (1)

p 46 - Tempi moderni

Special Springs La specializzazione che porta a risultati vincenti

p 48 - Star bene

Erika Astuni. Vincere la paura degli aghi per aiutare il prossimo

p 51 - Personaggi

Seven Cremona Managerialità & solidarietà

p. 53 - Scenari

Quo vadis Turchia?

p 55 - De Musica

Minifestival di Romano, un classico!

p 56 - Indirizzi utili

p 58 - Spigolature

Dal filo di lana al filo di seta

p 61 - In vetrina

“Memorie clandestine”

p 62 - Rubrica

Stockbridge 2024, un incontro

Qui sotto

Albrecht Dürer, Il Castello di Segonzano, acquerello, 1495

Parigi, Louvre Alla Val di Cembra e al suo prestigioso Müller-Thurgau è dedicato il servizio di Alberto Calsamiglia a pagina 44

Periodico di Attualità, Cultura e Servizio
Anno XXX - n 206 Maggio/Giugno 2024
3 SOMMARIO

dell’incisione a Venezia (1494-1615)

RINASCIMENTO IN BIANCO E NERO

Aperta fino a giugno, la mostra è ospitata contemporaneamente in due differenti sedi: a Bassano, nelle sale del Museo Civico, e a Venezia, nella prestigiosa cornice di Ca’ Rezzonico - Museo del Settecento. L’obiettivo, perseguito dai curatori Giovanni Maria Fara e David Landau, è quello di celebrare l’incisione, arte raffinata e sorprendente che - a partire dalla fine del XV secolo - fu in grado di dialogare con le conquiste della pittura e, addirittura, di influenzarla

Per quanto estremamente evolute sotto il profilo delle funzioni digitali, che al giorno d’oggi forniscono agli operatori uno straordinario supporto, le attuali macchine da stampa adottano ancora una tecnologia “antica”: il cosiddetto procedimento offset si basa infatti sullo stesso principio della litografia, metodologia messa a punto nel 1796 dall’austriaco Alois Senefelder La calcografia, cioè la tecnica di stampa da incisioni di lastre di metallo (soprattutto rame), è nata invece molto prima, nella seconda metà del Quattrocento, e si è splendidamente sviluppata nei secoli successivi

Non a caso proprio l’espressione Rinascimento è stata scelta per il titolo della mostra in corso - simultaneamente - al Museo Civico di Bassano e al Museo del Settecento / Ca’ Rezzonico a Venezia. Una rassegna di grande rilevanza, che sottolinea proprio come l’invenzione della stampa calcografica, opposta nella concezione a quella xilografica (con lavorazione a incavo invece che a rilievo), abbia portato a una vera e propria rivoluzione mediatica.

Non solo perché ha permesso, soprattutto attraverso la formula della traduzione delle opere pittoriche e scultoree, la loro

riproduzione e diffusione, ma anche perché ha inaugurato un nuovo filone artistico È stata, in sostanza, la nascita di un movimento che ha “abituato” dapprima le classi più elevate e colte e poi - con l’andare del tempo - anche i ceti popolari a “vedere il mondo” in bianco e nero Credo sia appunto questo

Qui sopra e in alto

Due eloquenti immagini della mostra in corso al Museo Civico di Bassano Lo splendido allestimento è stato curato dall’architetto Andrea Bernard, che ha travasato in questo progetto la sua esperienza di regista teatrale

Dopo le rassegne dedicate a Marinali, Canova e ai Bassano, quest’esposizione costituisce un nuovo importante successo culturale per la nostra città

5 EVENTI L’arte

EVENTI

A fianco

Johannes Stradanus (Jan van der Straet, Bruges 1523 - Firenze, 1605), Sculptura in Aes, incisione Nell’opera, che riproduce la bottega di un intagliatore del XVI secolo, è illustrato il processo di intaglio al bulino e la successiva stampa su carta Sulla destra si intravede un curioso visitatore (A), intento a osservare l’incisore capo bottega che indossa spessi occhiali (B). Questi impugna un bulino, incidendo la lastra, per insegnare la tecnica a due garzoni (C) che, a loro volta, mostrano i propri disegni al maestro Appoggiati sul tavolo si vedono alcuni strumenti: tre bulini (D), due pietre per affilarli (E), un piccolo recipiente contenente olio (F) e un feltro nero imbevuto d’olio (G) Un terzo garzone è seduto in basso a sinistra (H), impegnato a copiare un disegno Sullo sfondo, tre figure di operai riassumono le fasi fondamentali della stampa: il primo, in piedi, frantuma i pigmenti per preparare l’inchiostro (I), il secondo inchiostra una matrice con un rotolo di tessuto (L), mentre il terzo si appresta a stampare (M) Sul tavolo al centro l’uomo in primo piano sta scaldando una matrice su una stufetta a ruote (N) prima di pulirla, mentre un operaio alle sue spalle pulisce un’altra matrice dall’inchiostro in eccesso (O) A sinistra tre garzoni operano su un torchio: uno tiene in mano della carta inumidita, pronta per la stampa (P), un altro aziona il torchio (Q), il terzo controlla la qualità della stampa (R). Dietro a loro un secondo visitatore osserva la scena (S) mentre, sullo sfondo, un lavorante appende ad asciugare le stampe, ancora umide (T).

Qui sopra

L’elegante monogramma di Albrecht Dürer, antesignano dei moderni logotipi.

l’aspetto che maggiormente caratterizza la duplice rassegna Oltre a quello, naturalmente, di proporre al grande pubblico piccoli e grandi capolavori grafici attraverso un allestimento coinvolgente e sorprendente. A cura di Giovanni Maria Fara e

David Landau, tra i maggiori

studiosi dell’arte incisoria, la mostra offre infatti ai visitatori l’opportunità di ammirare circa 180 opere (una novantina per sede), descrivendo lo sviluppo dell’incisione rinascimentale veneziana nell’ottica di una

condivisa valorizzazione del patrimonio grafico veneto, del quale tanto il nostro Museo Civico quanto Ca’ Rezzonico a Venezia custodiscono alcune delle collezioni più prestigiose. In entrambi i percorsi espositivi è presente una significativa selezione di stampe del XVI secolo Opere di artisti italiani ed europei che seppero portare considerevoli innovazioni nella rappresentazione della realtà Fra loro maestri quali Andrea Mantegna, Albrecht Durer, Jacopo de’ Barbari, Tiziano, Tintoretto, Veronese, Benedetto Montagna, Ugo da Carpi, Domenico Campagnola, Agostino Carracci e Giuseppe Scolari

In mostra si misurano dunque i massimi risultati estetici e tecnici dell’incisione di allora con i temi basilari dell’arte

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M I L A B D D F C O T P S R H N C E G

veneziana: il paesaggio, i teleri, la pittura narrativa, le figure femminili, il rapporto con la tradizione, l’idea dell’antichità Proprio nella capitale della Serenissima, nel corso di tutto il Cinquecento, la stampa ha conosciuto - come ricorda anche Alessandro Marzo Magno ne L’alba dei libri Quando Venezia ha fatto leggere il mondo (Garzanti, 2012) - uno sviluppo davvero straordinario In laguna, infatti, nacquero e vennero poi largamente commercializzate alcune delle più importanti e affascinanti realizzazioni editoriali e grafiche del Rinascimento

Ponendosi come imprescindibile

crocevia di esperienze artistiche in continuo e tumultuoso aggiornamento, Venezia esportò capillarmente l’arte incisoria in tutto il mondo, diffondendo stili e idee: un fenomeno epocale, paragonabile a quello del digitale che ha rivoluzionato il nostro pianeta negli ultimi decenni

E ciò grazie alla veicolazione delle stampe, “oggetti” facilmente riproducibili e moltiplicabili: fogli di carta illustrati, altrettanto agevolmente trasportabili, senza

particolari problematiche legate a confini geografici e linguistici. La mostra è scandita in sezioni cronologiche e tematiche, tanto a Bassano quanto a Venezia

A esse si affiancano alcuni approfondimenti, pensati per ognuna delle due sedi espositive Rinascimento in bianco e nero. L’arte dell’incisione a Venezia (1494-1615)

A Venezia, fino al al 3 giugno 2024

A Bassano, fino al 23 giugno 2024

Qui sopra, da sinistra verso destra Cornelis Cort da Tiziano, Ruggero libera Angelica, bulino, 1565

Cornelis Cort da Tiziano, Prometeo incatenato, bulino, 1566

In alto, da sinistra verso destra Cornelis Cort da Tiziano, Tarquinio e Lucrezia, bulino, 1571

Agostino Carracci da Tintoretto, Minerva allontana Marte dalla Pace e dall’Abbondanza, bulino, 1589

Bassano del Grappa, Museo Civico © Musei Biblioteca Archivio Bassano del Grappa, foto Matteo De Fina

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A proposito di un “mistero” finalmente risolto...

LA DATA DI NASCITA DI JACOPO APOLLONIO

Tutto nacque da un errore di trascrizione nel lontano 1577 Al punto che, circa due secoli dopo, nemmeno il rinomato storico Giambattista Verci fu in grado di fornire l’informazione corretta.

Gaetano Piotto, incisione da un disegno di Dominique Vivant

Denon, Ritratto di Giambattista

Verci, fine XVIII secolo Amsterdam, Rijksmuseum

Nel testo La prima delle pagine dedicate a Jacopo Apollonio da Verci nelle sue Notizie [ ] Venezia, 1775

Nel particolare, la presunta data di nascita del pittore

Le Notizie intorno alla Vita e alle Opere de’ Pittori, Scultori, e Intagliatori della Città di Bassano (1775) di Giambattista Verci sono una fonte importante sui Dal Ponte, ma anche sui pittori minori che furono attivi in città nel solco da loro tracciato Tra questi ultimi Verci include Jacopo Apollonio, che “nacque l’anno 1584 da Marina figlia del nostro famoso Giacomo” e morì nel 1654. Nipote di Jacopo Bassano da parte della madre, che aveva sposato Apollonio Apollonio, il ragazzo fu introdotto all’arte dagli zii e ricevette in eredità cinque rotoli di disegni dal nonno “perché si diletta di pittura”, come si legge nel testamento del capobottega (1592) pubblicato da Livia Alberton Vinco da Sesso e don Franco Signori su Arte Veneta nel 1979

Per maggiori informazioni sull’attività del pittore si rimanda all’articolo di Claudia Caramanna dal titolo Novità su Jacopo Apollonio, nipote dei Bassano, apparso sul numero 79/2022 della rivista scientifica Arte Veneta. Nel saggio è anche riprodotto il particolare dell’atto di battesimo.

Sin da subito la studiosa notò che, dando per buona la data tramandata da Verci, il ragazzo al momento del lascito avrebbe avuto soli otto anni, cioè pochi per dimostrare una così decisa attrazione verso la pittura Considerando che la formazione in bottega iniziava a dieci anni circa, ipotizzò che Verci si fosse sbagliato e che l’artista fosse nato piuttosto intorno al 1577, così da avere almeno quindici anni nel 1592 La proposta veniva accolta molti anni dopo anche da Alessandra Pattanaro nel suo intervento su Apollonio al convegno Jacopo Bassano, i figli, la scuola, l’eredità (2011), ma

rimaneva nel campo delle fondate ipotesi, non essendo mai stato rintracciato fino ad allora l’atto di battesimo nell’archivio storico di Santa Maria in Colle. Un nuovo recente tentativo, reso possibile dalla disponibilità di Don Andrea Guglielmi, ha permesso di accertare che, in realtà, il nome del neonato era stato inserito come “Gerolamo” anziché “Jacomo” nell’indice del registro dei battezzati del 1577. A causa di questo errore e della pessima grafia della registrazione, l’atto era diventato irrintracciabile molto presto, tanto che si era

dovuto indicare in maniera vaga l’età di Apollonio al momento del decesso nel 1654, definendolo “di anni 70 incirca”. Questa generica espressione avrebbe, poi, causato l’errore di Verci, che ottenne la data di nascita sottraendo alla data di morte quella cifra, come se fosse certa La deduzione di Livia Alberton Vinco da Sesso ha trovato, quindi, una puntuale conferma nel Libro dei battezzati del 1577, dove si legge, seppure a fatica, che il 19 novembre fu impartito il battesimo a “Jacomo fiollo di m[esser] polonio da polonio et di marina”

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#AMOIBASSANO
GENS BASSIA

PIANETA CASA di

Termina con questo numero la collaborazione di Orazio Schiavon (già Delegato di Confedilizia)

PIANETA CASA

Oltre

tre lustri di servizio a Bassano

Con la chiusura della sede bassanese cessa anche la ragione di quest’apprezzata rubrica

A fianco

Orazio Schiavon nell’ufficio che per molti anni ha ospitato la sede di Confedilizia a Bassano

Sotto, dall’alto verso il basso

Orazio Schiavon con Michele Vigne, presidente della Federazione Regionale Veneta di Confedilizia nel 2020, e con un collega, in occasione della 13a Conferenza Nazionale a Roma nel 2013.

Qui sotto

Alessandra Egidi, segretaria generale di Confedilizia: un valido punto di riferimento per le sedi territoriali

Correva l’anno 2007 quando Bassano News ha inaugurato questa rubrica, intitolandola emblematicamente Pianeta Casa. L’idea di uno spazio dedicato alle problematiche immobiliari è venuta a Orazio Schiavon, allora delegato di Confedilizia Vicenza per il territorio bassanese, che, fin dal primo momento, lo ha curato con passione, competenza e professionalità

In tanti anni di onorato servizio sono stati trattati, sempre all’insegna della più stretta attualità, temi di grande interesse, a volte anche delicati o addirittura critici Con cognizione di causa e con quel tocco di delicatezza che, di numero in numero, ha contraddistinto questa pagina. Ora, dopo tanta fatica ma anche parecchie soddisfazioni, Orazio Schiavon ha assunto la decisione di terminare - almeno nella sua veste istituzionale nell’ambito di Confedilizia - la collaborazione con la nostra testata Una scelta che accogliamo con un po’ di rammarico, esprimendo tuttavia la nostra piena gratitudine per l’ottimo lavoro svolto

Sicuramente una decisione non semplice, dopo una così lunga militanza nelle nostre fila “Infatti Ma una ragione c’è ed è legata soprattutto al venir meno dell’autonomia gestionale

(quanto meno in termini pratici) dell’Ufficio bassanese di Confedilizia rispetto agli accordi con la sede di Vicenza, previsti nel mandato iniziale In questo senso la chiusura della rubrica Pianeta Casa ne è la logica conseguenza Certo dispiace molto - lo dico con amarezza - ma quel presupposto era considerato dal sottoscritto una conditio sine qua non. Tanto più che si è sempre trattato di un’attività svolta nell’ambito del volontariato (terzo settore)”

Viene allora da chiedere (anche se i nostri lettori dovrebbero saperlo), quali sono stati i servizi offerti dall’ufficio bassanese... “Ci siamo occupati della stipula e dei successivi adempimenti dei contratti di locazione a uso abitativo e non abitativo. E poi degli adempimenti fiscali in materia di IMU e Cedolare secca, della Certificazione Energetica degli edifici e dei Corsi di formazione per gli Amministratori di Condominio. Tutto ciò proprio a livello operativo, a Bassano Ma abbiamo sempre portato avanti le battaglie istituzionali di Confedilizia, avvalendoci in questo anche di Bassano News: dalla difesa costante dell’investimento immobiliare (la casa!) alla critica dell’eccessiva tassazione patrimoniale, in genere, e dell’ecopatrimoniale europea,

in particolare. Confedilizia ha poi preso posizione a favore di un rilancio degli affitti commerciali, derogando dalla Legge 392/1978, e per l’applicazione sugli stessi della Cedolare secca”

Sono stati davvero molti i temi trattati Quali altri ancora? “Mi piace ricordare l’impegno della nostra associazione a favore della riqualificazione del patrimonio edilizio attraverso l’utilizzo dei bonus fiscali, della tutela dell’affitto e contro le occupazioni abusive. Così come le battaglie contro la direttiva UE sulle case green, che rischia di snaturare il nostro Paese, in particolar modo i centri storici e le migliaia di borghi molto diffusi anche nella nostra regione”.

E nel Bassanese?

“La nostra sede è stata parte attiva nella stipula degli Accordi territoriali per il Comune di Bassano del Grappa (i cosiddetti contratti a canone concordato) negli anni 2005, 2010, 2011 e 2019 Personalmente ho avuto l’onore di rappresentare l’area bassanese e la provincia di Vicenza in diversi convegni nazionali a Roma e negli incontri itineranti nel Veneto, organizzati dalla Federazione Regionale di Confedilizia”

In conclusione

“I ringraziamenti sono doverosi. Innanzitutto agli associati della sede di Bassano, che negli ultimi anni hanno superato la cifra di duecento. Poi ai presidenti delle associazioni territoriali venete e al presidente delle Federazione Regionale Michele Vigne Un pensiero va anche allo staff di Confedilizia Nazionale e in particolare alla segretaria generale Alessandra Egidi Per chiudere non manca un grazie a Bassano News, che mi ha consentito di divulgare ai bassanesi il pensiero e l’operato di Confedilizia”

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L’importante evento culturale è in programma a settembre presso il Sinebrychoff Art Museum

JACOPO BASSANO IN MOSTRA A HELSINKI

L’esposizione è curata dalla direttrice Kirsi Eskelinen, appassionata studiosa del grande artista, e da Claudia Caramanna, storica dell’arte e preziosa collaboratrice della nostra testata.

A fianco Jacopo Bassano, Pastore addormentato, ca 1568

Budapest, Szépművészeti Múzeum, inv 119, olio su tela, cm 99,5 x 137

Ph Szépművészeti Múzeum, Budapest, 2023.

12/09/2024 - 12/01/2025

Jacopo Bassano

Venetian Renaissance Master

Sinebrychoff Art Museum

Finnish National Gallery

Bulevardi 40 00120 Helsinki - Finlandia

Dal Museo Civico di Bassano del Grappa partiranno per Helsinki il San Giovanni Battista nel deserto, già nella chiesa cittadina di San Francesco, e l’Incontro di Giacobbe e Rachele al pozzo, lasciato in legato alla città dallo studioso americano Roger Rearick (1930-2004)

A settembre presso il Sinebrychoff Art Museum di Helsinki aprirà al pubblico l’esposizione Jacopo Bassano - Venetian Renaissance Master, mostra monografica sull’artista curata dalla direttrice Kirsi Eskelinen, appassionata studiosa dei Bassano, e da Claudia Caramanna, storica dell’arte ben nota ai lettori della nostra rivista Abbiamo rivolto loro alcune domande per saperne di più

Come è nata l’idea della mostra? “Jacopo Bassano - risponde Kirsi Eskelinen in perfetto italianoè uno dei più affascinanti pittori del Cinquecento, alla pari di grandi maestri come Tiziano, Tintoretto e Veronese, ma non è altrettanto conosciuto dal grande pubblico e anche nel campo della storia dell’arte occupa una posizione periferica L’obiettivo

è quello di accendere di nuovo i riflettori sull’artista dopo oltre dieci anni dalla mostra Jacopo Bassano e lo stupendo inganno dell’occhio (2010) e di dedicargli la prima esposizione monografica a livello europeo al di fuori dell’Italia”

Quante opere saranno esposte?

“Il progetto è partito dai due capolavori di Jacopo del nostro museo, entrambi sottoposti per l’occasione a indagini diagnostiche: la Sacra Conversazione (ca 1561), che è stata anche restaurata, e il San Giovannino raccoglie fiori per i genitori (ca 1559-1560), che è stato acquistato nel 2019 ed è sostanzialmente sconosciuto anche agli specialisti. Attorno a queste due tele si potranno poi ammirare altre trenta opere circa, di cui una

decina provenienti dai maggiori musei del Veneto, come le Gallerie dell’Accademia di Venezia, i Musei Civici di Vicenza, il Museo Civico di Bassano. Le altre saranno prestate da musei italiani, come gli Uffizi e la Galleria Borghese, e da alcune istituzioni europee, come il Kunsthistorisches Museum di Vienna e la Narodni Galerie di Praga Non mancherà, poi, qualche pezzo inedito che desideriamo offrire all’attenzione del pubblico e al vaglio degli studiosi, invitando tutti a scoprire le novità in mostra”.

Quale sarà il tema centrale?

“I quadri esposti - risponde Claudia Caramanna - si datano tra gli anni Cinquanta e Settanta. L’attenzione sarà focalizzata, quindi, sul momento di maggiore

12 I NOSTRI TESORI

successo di Jacopo, che inizia con il dipinto biblico-pastorale ed esplode con il quadro campestre e di genere. In questa fase matura della carriera, lo sguardo del maestro si apre sul paesaggio bassanese e sulla vita degli abitanti di terraferma, di cui restituisce magistralmente orizzonti e atmosfere Si pensi al Pastore addormentato di Budapest (ca 1568) e al Miracolo dell’acqua di Varsavia (ca 1569) o alla Primavera e all’Autunno della Borghese (ca 1576-1577), che saranno tutti presenti in mostra. Una sezione sarà dedicata, poi, ai disegni a gessi colorati di Jacopo, per la maggior parte prestati dal Louvre e di solito raramente esposti, che rappresentano una testimonianza davvero molto preziosa della sua prassi di lavoro”.

In mostra saranno presenti solo opere di Jacopo?

“Gli anni Sessanta e Settanta - prosegue Claudia - sono il periodo in cui nella grande bot-

tega bassanese ferve un’attività intensissima e i figli dell’artista sono sempre più coinvolti nella produzione artistica. Non si può parlare del maestro trascurando la bottega, per cui ci saranno anche alcune prove di Francesco e Leandro, per sottolineare continuità e differenze rispetto al padre In particolare i tre pittori saranno messi a confronto nella sezione dedicata ai ritratti, dove si potranno apprezzare due tele poco note di Jacopo della prima metà degli anni Settanta, il Ritratto d’uomo anziano di Oslo e il Ritratto di uomo con barba grigia di Vicenza, quest’ultimo restaurato per l’occasione”

In chiusura, qualche anticipazione sul catalogo “Il volume - risponde Kirsi Eskelinen - sarà intitolato Jacopo Bassano Renaissance Painter of Venetian Countrylife, verrà pubblicato in lingua inglese dall’editore belga Mercatorfonds e distribuito dalla Yale University Press All’interno molteplici

aspetti del fenomeno bassanesco saranno affrontati in articoli scientifici, tra i quali con grande piacere abbiamo potuto includere anche un saggio di Alessandro Ballarin, uno dei massimi studiosi dell’artista”.

L’occasione sembra delle più attraenti Non resta, quindi, che darci appuntamento a Helsinki con Jacopo Bassano!

A fianco Jacopo Bassano, Incontro di Giacobbe e Rachele al pozzo, ca 1566-1567 Bassano del Grappa, Museo Civico, inv. 651, olio su tela, cm 62x100.

In basso Jacopo Bassano, San Giovannino raccoglie fiori per i genitori, ca 1559-1560

Helsinki, Sinebrychoff Art Museum, olio su tela, cm 39,7 x 51,8.

Ph Finnish National Gallery / Hannu Pakarinen

Per maggiori informazioni sulle tele di Jacopo del Sinebrychoff Art Museum e di Varsavia si vedano gli articoli di Claudia

Caramanna per Bassano News:

- Settembre-Ottobre 2019

- Marzo-Aprile 2020

- Maggio-Giugno 2023

13 I NOSTRI TESORI

ABITARE

Servizio publiredazionale a cura di Finstral SpA

Auna di Sotto/Renon (BZ)

Finstral presenta superfici in ceramica e metallo

LE FINESTRE CONQUISTANO L’INTERIOR DESIGN

Sopra, da sinistra verso destra Acciaio, legno, metallo: con la soluzione Inlay di Finstral si possono realizzare superfici dal fascino unico, che trasformano la finestra in un elemento di interior design

A fianco

Porta-finestra alzante scorrevole

FIN-Slide Slim-line alluminio-Inlay, colore Inlay ceramica C09 Lava Corten, profilo di supporto in alluminio colore speciale Mars 2525, maniglia serie 15 E03 nero anodizzato. Grazie ai raffinati materiali e colori dell’opzione Inlay, le porte alzanti scorrevoli diventano un elemento caratterizzante dell’interior design.

personale idea di bellezza Ecco perché progettiamo i serramenti Finstral sempre secondo un sistema modulare ”

Joachim Oberrauch, presidente del Consiglio di Amministrazione e responsabile sviluppo prodotti, spiega così la filosofia della azienda “In questo modo clienti e progettisti possono scegliere sempre liberamente forma dei profili, materiali, superfici e colori per comporre su misura ogni finestra. Con l’opzione “Inlay” facciamo un ulteriore passo avanti in termini di design, rimanendo fedeli alla nostra identità ”

L’azienda Finstral

FINSTRAL SpA

Via Gasters, 1 39054 Auna di Sotto/Renon (BZ)

STUDIO FINSTRAL

BASSANO DEL GRAPPA

Via Generale Basso, 14 Tel. 0424 383349

bassano@finstral.com

www.finstral.com/bassano

L’opzione di design “Inlay” offerta dal produttore di serramenti altoatesino apre opportunità praticamente illimitate nella scelta dei materiali. Grazie a un profilo di rivestimento interno di nuova concezione sarà possibile integrare nelle finestre Finstral qualsiasi tipo di inserto - in ceramica, metallo o legno pregiato.

L’opzione “Inlay” non è una soluzione isolata dal resto della gamma. Infatti, grazie a una straordinaria modularità, è combinabile con ogni esecuzione estetica e funzionale disponibile. La varietà di materiali proposta da Finstral con cui realizzare i

profili dei serramenti di propria produzione è davvero ampia: PVC, alluminio, legno oppure vetro smaltato Con la soluzione “Inlay” l’azienda altoatesina apre ulteriori possibilità di personalizzazione per l’interior design. I materiali con uno spessore di 4 mm vengono applicati come inserto all’interno del profilo, mentre quelli più sottili, come per esempio le lamiere, vengono prima spessorati. Così si possono progettare finestre perfettamente abbinate alle piastrelle del pavimento, al parquet o ai piani della cucina. “La finestra dà forma alla nostra

Finstral costruisce serramenti dal nucleo in PVC Da più di 50 anni. Perché le nostre finestre sono speciali?

Perché ci occupiamo di tutto noi: dalla progettazione dei profili alla loro realizzazione, fino alla posa in opera Finstral è un produttore di rilievo europeo, con ben 1 600 dipendenti e 1 000 rivenditori partner in 14 Paesi. Ancora oggi la sede principale dell’azienda a conduzione familiare si trova ad Auna di Sotto, vicino a Bolzano. Nei 14 stabilimenti di produzione si sviluppano e realizzano finestre, porte d’ingresso e pareti vetrate Le varianti sono infinite, ma il nucleo è sempre in PVC.

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Torniante doc, nel corso della sua brillante carriera ha fatto conoscere la bellezza di un mestiere senza tempo

CLAUDIO REGINATO

Maestro di un’arte antica

È stato chiamato a tenere diverse dimostrazioni nelle università. In particolare negli Stati Uniti, dove ha potuto divulgare con successo la sua esperienza, appassionando docenti e studenti.

È stato un incontro significativo, quello che ha organizzato Mariano Venzo, titolare de La Ceramica V.B.C., facendoci conoscere il suo amico Claudio Reginato: un autentico maestro dell’arte, antichissima, di lavorare al tornio la ceramica Un mestiere che affonda le radici negli albori della civiltà e che - incredibilmente - è rimasto immutato nel corso dei secoli. Fino a oggi. “Sono nato a Marchesane - ci racconta il torniante - e posso dire di avere esercitato questa straordinaria attività fin dalla prima giovinezza. Figlio d’arte, ho appreso molti segreti del nostro lavoro da mio padre Attilio, che a sua volta aveva seguito le orme di mio nonno Sebastiano, stovigliaio” Un’occupazione, quella di Attilio Reginato, orientata a produrre oggetti d’uso comune in terra rossa e cristallina.

Sostanzialmente tegami, scodelle, ciotole, boccali da vino, vasi Articoli legati alla quotidianità che, dopo la fase della tornitura e una prima cottura, subivano un bagno in cristallina (uno smalto vetroso trasparente e incolore) per poi essere nuovamente introdotti nel forno Prodotti di questa tipologia, in seguito sostituiti da quelli in alluminio, acciaio e plastica, si possono per esempio osservare al Museo Civico della Ceramica G. De Fabris di Nove

“Prima che il mercato cambiasse, papà fece in tempo a conferire alla sua produzione un requisito estetico, potremmo anche dire artistico, nobilitandola. Il suo contributo venne infatti richiesto pure al di fuori del territorio novese Penso per esempio a Torino, a Silandro in Alto Adige, così come nel Padovano e in altre zone del Veneto. Gli veniva

riconosciuta una particolare capacità di conferire pregio a un prodotto di per sé povero”.

Attorno ai quindici anni Claudio Reginato si trovava a lavorare presso la rinomata ditta bassanese Agostinelli, specializzata in porcellane d’arte Alla sera, però, non perdeva tempo: niente svaghi, ma a scuola da papà...

“A casa nostra, sotto il suo sguardo attento e piuttosto severo, mi esercitavo al tornio: si è trattato di una formazione fondamentale, che mi ha segnato per tutta la vita!”.

Al punto che, terminato il servizio militare, il giovane torniante preferì lasciare l’occupazione da Agostinelli e mettersi in proprio “Aprii un piccolo laboratorio al pianterreno di casa, offrendo collaborazione alle aziende del territorio e soddisfacendo il più possibile le richieste del mercato. Allora - eravamo nel 1971- il cavallo di battaglia dei tornianti erano i boccali da vino e i vasi da fiori Ma realizzavamo anche anfore (con e senza anse) e cachepot (contenitori decorativi per vasi da piante)”.

All’inizio Claudio utilizzava un tornio a spinta (ce ne sono alcuni, antichi e molto belli, nelle sale de La Ceramica V B C ); poi è passato a quelli elettrici Ma, sostanzialmente, la tecnica non cambiava.

“Per essere un vero torniante - precisa Claudio - servono anni e anni di lavoro e una conoscenza profonda dei materiali (la terra rossa, la terra bianca, ma anche i semirefrattari). Ciò che più conta, tuttavia, è la capacità di gestire la centratura. E, in questo, occhi e mani sono fondamentali Come peraltro buoni muscoli Soprattutto quando si deve dar vita a prodotti di notevoli dimensioni quali i portaombrelli”.

Qui sotto

Claudio Reginato, al lavoro, sta ultimando la tornitura di un vaso a foggia d’anfora, in una delle sale de La Ceramica V B C a Nove Vincitore di premi prestigiosi, si è sempre impegnato anche nella ricerca

Fortunatamente, come abbiamo visto, la tecnica non è cambiata nei millenni Basti pensare agli Egizi Oppure ai Greci “L’interesse per il nostro lavoro è grande e non conosce confini. Una prova? Sono stato chiamato a tenere diverse dimostrazioni nelle università In particolare negli Stati Uniti, dove ho potuto divulgare con successo la mia arte appassionando docenti e studenti. Oltre alla tecnica, ha destato molto interesse la mia formazione Mi è stato detto che in Italia siamo fortunati per tre ragioni: l’educazione familiare, la presenza di una rete di piccole imprese e l’anello con il passato. Tutti elementi che ritrovo nella mia personale esperienza”. Vincitore a Faenza di quattro Campionati Mondiali Tornianti nella categoria Esteti e di cinque in quella Tecnici, oggi Claudio collabora ancora con alcune selezionate aziende, fornendo tanto suggerimenti preziosi quanto idee e spunti creativi. E vederlo all’opera, mentre fra le sue mani prende vita un oggetto, è davvero emozionante Una sorta di creazione, nel vero senso della parola, che lascia incantati gli osservatori.

Sotto, dall’alto verso il basso

Claudio Reginato con l’amico Mariano Venzo, titolare de La Ceramica V B C Tre esempi di vasi dal design moderno e particolarmente accattivante, in gres smaltato e con interventi a pennello.

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SORPRESE

Hoggi dì non si desiderano né vescovati, né cardinalati, né papati per altra buontà che per le delizie, le ricchezze, le pompe, le dignità, le signorie, gli imperi e le monarchie che in quelli sono

Francesco Negri (Tragedia intitolata Libero Arbitrio)

A fianco, da sinistra verso destra Ferdinand Pauwels, Martin Lutero illustra le sue 95 tesi, appena affisse a Wittenberg, particolare, olio su tela, 1872 Eisenach, Castello di Wartburg (Germania)

Una pagina della Disputatio pro declaratione virtutis indulgentiarum di Martin Lutero, pubblicata nel 1517 a Norimberga dallo stampatore Hieronymus Höltzel. Vienna, Österreichisches Staatsarchiv.

In basso Il frontespizio della seconda edizione della Tragedia di F N B intitolata Libero arbitrio, opera dell’anabattista eretico antitrinitario Francesco Negri (Bassano, 1500 - Pińczów, Polonia, 1563) pubblicata nel 1546 a Basilea dall’editore Johannes Herbster Roma, Biblioteca Nazionale Centrale

Fra le diverse correnti che animavano lo Scisma protestante fu forse quella anabattista ad avere la maggiore diffusione

LUTERO A VENEZIA La Riforma approda in Laguna

Nonostante il movimento fosse ancora agli inizi, in una città aperta come la capitale della Serenissima le nuove idee destarono subito un certo interesse intellettuale e teologico.

Nonostante la religione cristiana fosse profondamente radicata a Venezia e nelle sue istituzioni, queste furono molto tolleranti o piuttosto “indifferenti” verso le minoranze religiose di altri Stati della penisola italiana. Questo tipo di “apertura” nei confronti di idee non propriamente ammesse dal potere di Roma, la resero quasi una roccaforte per il libero pensiero e, quindi, anche per la divulgazione delle idee riformiste, favorite pure dalla diffusione della stampa grazie alla maestria veneziana in questo campo Detto ciò, quando nel 1517 Martin Lutero pubblicò le sue 95 tesi, la Riforma cominicò presto a diffondersi, diramandosi in una maniera tanto imprevedibile e talvolta fantasiosa che nemmeno lo stesso Lutero avrebbe potuto prevedere I frutti di tale circolazione di idee si videro presto anche nei domini di terraferma della Serenissima. Fra le diverse correnti della Riforma avviata dal monaco tedesco, fu quella anabattista ad avere forse la maggiore diffusione e a destare preoccupazioni nelle autorità E ciò, soprattuto a causa di quanto gli anabattisti tedeschi, guidati dal Giovanni di Leida, avevano provocato a Münster

con la loro spietata teocrazia tra il 1533 e il 1535*

Da un importante studio dello storico tedesco Stefan Oswald (L’Inquisizione, i vivi e i morti Protestanti tedeschi a Venezia, Comunità evangelica luterana di Venezia, Venezia 2012), sappiamo che il primo dato sulla presenza di testi di Lutero nella Penisola risale al 1518

In quell’anno un librario di Pavia acquistò alla Fiera di Francoforte alcuni esemplari di un’edizione stampata in Svizzera, per poi portarli in “Italia” Solo due anni dopo risultano documentate le vendite di opere di Lutero anche nella città lagunare Il teologo Burkhart von Schenk, residente al tempo in un convento francescano di Venezia, dette la notizia che in città sembravano esserne arrivate dieci copie, le quali sarebbero state vendute molto rapidamente, prima che lui stesso ne fosse informato Da ciò si può desumere che, nonostante fosse ancora agli inizi, in una città cosmopolita e aperta come Venezia la Riforma stesse destando un certo interesse intellettuale e forse pure teologico Un’informazione autorevole in tal senso ci viene anche fornita da un personaggio del calibro di Marin Sanudo. Egli riferisce

infatti nei suoi Diari che il 26 agosto 1520 un delegato del patriarca veneziano si presentò al doge, consegnandogli la bolla papale emessa contro Lutero Nel documento venivano condannati anche il solo possesso e la conoscenza di quegli scritti. Il Senato veniva così esortato a prendere durissimi provvedimenti contro un libraio tedesco che possedeva un negozio in Campo San Maurizio.

La casa del poveretto venne perquisita e i testi di Lutero, provenienti da stamperie della Germania, furono sequestrati Eppure Marin Sanudo era sempre un passo avanti e, come riporta Oswald nel suo testo (p 31), il cronista veneziano affermava di essersi già procurato l’opera. Nel 1521 fu invece dato ordine dal legato pontificio che da tutti i pulpiti della città venisse letta il giorno di Pasqua la bolla di scomunica (emessa quell’anno da Leone X) contro Lutero. E così avvenne, tranne che nella Basilica di San Marco.

Negli anni successivi furono stampate a Venezia molte altre opere “eretiche”, luterane e non, destinate talvolta alle fiamme

* Si veda Bassano News

Gennaio-Febbraio 2022, p.16.

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CURIOSITÀ
> Continua nel prossimo numero

L’uomo è soltanto un errore di Dio? Oppure Dio è soltanto un errore dell'uomo?

Friedrich Nietzsche (Il crepuscolo degli idoli, 1889)

La dirompenza del pensiero di Friedrich Nietzsche

NON C’È ALCUN DIO

CHE CI POSSA SALVARE

Con la rottura di uno dei principali concetti della Cristianità, la fede, cade tutto. E nulla di necessario rimane nelle nostre mani Ma così finisce per morire anche l’uomo con i suoi valori

Caspar David Friedrich, Il viandante sul mare di nebbia, olio su tela, particolare, 1817 Amburgo, Hamburger Kunsthalle

Sotto

Un ritratto del filosofo tedesco

Friedrich Nietzsche (1844-1900)

Singolare figura quella di Friedrich Nietzsche: morto pazzo, negatore di Dio, del Cristianesimo, dell’anima, dell’aldilà, della vita stessa Eppure è il filosofo più citato, data la sua enorme popolarità Piaccia o non piaccia non si può prescindere dal suo pensiero

Che differenza c’è fra l’animale e l’uomo?

Il primo vive attraverso il suo istinto, il secondo, invece, ha bisogno della tecnica (techne) per sopravvivere Questa tesi, che Arnold Gehlen ha ampiamente documentato nel nostro tempo, era stata anticipata da Platone, Tommaso d’Aquino, Kant, Herder, Schopenahauer, Bergson.

E dai grandi esponenti del pensiero occidentale

Ma il fare della tecnica è senza scopo (telos), perché agisce per il fatto stesso di agire e quindi senza uno scopo e senza un senso Il filosofo elabora allora la sua teoria del “nichilismo”, che definisce la realtà e la vita come mancanza di senso.

Che cos’è l’uomo? “Un animale non ancora stabilizzato” (das noch nicht festgestellte Tier) È questa la differenza che distingue l’uomo dall’animale, differenza che noi chiamiamo anima e che consiste non in una sostanza spirituale ma nell’insufficienza biologica dell’uomo

In questo modo cade la rigida

distinzione fra corpo e anima propria della filosofia di Platone Di conseguenza ne deriva che i valori dello spirito - libertà, creatività, ideazione - trovano nella carenza biologica la loro radice e nell’agire tecnico la loro soluzione.

La prima natura dell’uomo è l’anima, la seconda è la cultura, cioè la natura stessa che, per compensare la sua carenza istintuale, è costretta a dominare se vuole sopravvivere.

E ciò si traduce nella Wille zur Macht, la “volontà di potenza”, che Nietzsche indica come prerogativa dell’umano. In altre parole l’uomo sopravvive se non dominando, teoria che Hitler ha saputo bene applicare sul piano pratico al servizio del Terzo Reich. Infatti il filosofo sostiene, ne La Gaia scienza e in Così parlò Zarathustra, che Dio è morto Cosa significa?

Non vuol dire che Dio non esiste, ma che l’idea di Dio non è più fonte di alcun codice morale e teologico

Se Dio non c’è, non c’è più morale e allora la vita umana non ha alcun senso e si riduce a una lotta dell’uomo contro l’uomo Rompendo uno dei principali concetti della Cristianità, la fede in Dio, cade tutto: nulla di necessario rimane nelle nostre mani. Allora nessun Dio ci può salvare, perché la tecnica è nata proprio dalla corrosione del trono di Dio Con la morte di Dio, è morto anche l’uomo con tutti i suoi valori

18 LA LEZIONE
DEL PASSATO

Antonio Legnani e Ubaldo degli Uberti di Renzo Carlo Avanzo

AMMIRAGLI DIMENTICATI

Non giudicare la nave stando a terra

Antico detto marinaro

A fianco, da sinistra verso destra

I ritratti degli Ammiragli Antonio Legnani (1888-1943) e Ubaldo degli Uberti (1881-1945), entrambi periti a Vicenza

I disegni sono di Luizio Capraro

L’8 Settembre ’43 ha diviso l’Italia in una tormentata guerra civile, le cui conseguenze sono ancora vive e riemergono specialmente in occasione delle Celebrazioni del 25 Aprile. Eppure anche fra coloro che si misero “dalla parte sbagliata” si annoverano figure degne di essere ricordate

Sopra

Un disegno del Comandante

Cappellini, sommergibile della Marina Italiana legato al nome del Capitano di Corvetta Salvatore Todaro Recentemente (nel 2023) le vicende di questa unità sono state raccontate nel film Comandante di Edoardo De Angelis, con Pierfrancesco Favino nel ruolo di Todaro

Qui sotto

Un ritratto dell’Ammiraglio Inigo Campioni (1878-1944): condannato alla fucilazione per non aver voluto collaborare con i nazifascisti, comandò egli stesso il plotone d’esecuzione

Nell’ottobre del 1943 due SS, in uniforme nera, con il teschio sul berretto e il loro funesto simbolo sulle mostrine, entrano nel giardino di casa nostra, a Villanova del Ghebbo (nel Rodigino), mentre mio fratello Silvio, classe 1926, sta montando sulla bici per andare a scuola. È un giovane partigiano della locale Brigata Garibaldi. Finisce nel carcere della Repubblica Sociale Italiana a Parma, dove diventa amico dell’Ammiraglio Inigo Campioni che poi verrà fucilato, il 24 maggio 1944, per non avere voluto collaborare con i nazifascisti Mio fratello si salverà riuscendo a fuggire attraverso una breccia nelle mura del carcere, causata da un bombardamento alleato Proprio in virtù di questo ricordo familiare, quando un amico ufficiale mi chiese informazioni sul Comando della Marina Militare Repubblicana della RSI a Montecchio Maggiore, mi accinsi di buon grado a ricostruire le vicende legate a due Ammiragli morti a Vicenza in quel triste periodo.

Come Tenente degli alpini so che marinai e alpini sono molto vicini per umanità e coraggio. Entrambi i corpi si organizzano spontaneamente, riconoscendo la necessità dell’autorità di un comandante - tanto in mare quanto in montagna - e sanno generosamente mobilitarsi se qualcuno ha bisogno di aiuto È recente il film Comandante, diretto da Edoardo De Angelis, che ricostruisce la vicenda dell’affondamento di una nave nemica, nel 1940, da parte del sommergibile del Capitano di Corvetta Raimondo Todaro. Affondato quel natante, Todaro seguì le regole della vita in mare - e non di guerra - e decise di salvare i naufraghi. Così facendo, mise però in pericolo la sua unità perché costretto a navigare in superficie Criticato per tale comportamento dall’Ammiraglio Dönitz, capo della Marina tedesca, egli rispose dicendo: “Gli altri non hanno, come me, duemila anni di civiltà sulle spalle!”.

A Vicenza, il 20 ottobre 1943, concluse tragicamente la sua

vita l’Ammiraglio Antonio Legnani che, da appena un mese, aveva assunto l’incarico di sottosegretario di Stato alla Marina nella neonata RSI

Egli perì, mentre viaggiava in auto verso il Comando di Montecchio Maggiore, in quello che da più parti fu definito uno “strano incidente”. Probabilmente si trattò invece di un attentato

In effetti il Legnani, essendo stato dal 1940 comandante della flotta subacquea italiana, godeva di grande prestigio e poteva esercitare nei marinai un forte richiamo presso la RSI, soprattutto per la flotta ancora dispersa in mare.

Emilio, figlio di Legnani, ricordò che, pochi giorni prima dell’8 settembre 1943, il padre gli riferì di una conversazione avuta con Karl Dönitz: “Mi ha detto che se gli italiani non riprenderanno a combattere a fianco dei tedeschi mezza

Italia, da Milano a Roma, sarà polonizzata, ridotta cioè a una seconda Polonia, perché questi sono gli ordini categorici di Hitler Noi siamo destinati a morire e lo faremo per il Paese, poiché cercheremo con il nostro sacrificio di impedirglielo. Tu stanne fuori!”

Pochi giorni prima di accettare la nomina a sottosegretario alla Marina Repubblicana, Legnani aveva chiesto consiglio al Grande Ammiraglio Paolo Thaon di Revel, gloria della Marina (che poi seguì il re al sud)

Questi gli disse: “Non abbia dubbi o pentimenti per la strada che ha scelto. Si ricordi che in ogni epoca della storia vi sono stati, da ogni parte, grandi patrioti L’essenziale è che le loro opere e le loro azioni siano state esclusivamente ispirate al supremo bene e interesse della Patria”

Anche un altro Ammiraglio trovò la morte a Vicenza nelle ultime concitate giornate

20 PROFILI

di guerra. Il 28 aprile 1945

Ubaldo degli Uberti, responsabile dell’Ufficio Stampa e Propaganda, sempre di stanza a Montecchio Maggiore, venne colpito in un posto di blocco tedesco, che non riconobbe il veicolo come amico.

Gravemente ferito, fu portato in ospedale a Vicenza dove morì poche ore dopo Questo episodio è particolarmente toccante perché suo figlio Riccardo Maria, di ritorno da Berlino (dove era funzionario d’ambasciata), si trovava nel capoluogo berico senza sapere nulla del tragico destino del padre.

Non molti mesi prima della sua morte, l’Ammiraglio aveva notato sulla facciata della duecentesca chiesa francescana di San Lorenzo lo stemma della sua antica e nobile famiglia. Il blasone, visibile anche oggi, è scolpito in bassorilievo su una delle arche (la prima a destra del grande portale), sulla quale si legge, sia pure a fatica: “Qui giace Lapo degli Uberti esule ghibellino”

Secondo il prof Canaccini dell’Università Nettuno di Roma, si tratta di un figlio di Azzolino, a sua volta figlio di quel Farinata che era stato decapitato a Firenze nel 1278. Nel 1302 Lapo sottoscrisse con Dante un patto di alleanza tra guelfi bianchi e ghibellini esiliati; nel 1303 fu inviato a Firenze, su autorità del Papa, per trattare, invano, un accordo con i guelfi neri

A seguito di quella “scoperta vicentina” l’Ammiraglio Degli Uberti ebbe modo di scrivere all’amico Ezra Pound: “Chissà che anch’io non debba morire ghibellino in esilio per un vento di siepe!”.

E Pound gli rispose trasferendo in versi questo presagio nel Canto XCV dei suoi Cantos Ho interpellato varie fonti

sul significato di quel “vento di siepe”, ma ancora non ho trovato risposta. L’Ammiraglio venne sepolto nel cimitero di Vicenza, in una galleria sotto al sacrario dei Caduti. Un pannello di plexiglass è stato deposto davanti al loculo con la sua foto, i versi di Pound e lo stemma di Betasom, nome in codice della base atlantica dei sommergibili italiani a Bordeaux Certamente lo spirito con cui Degli Uberti aderì al fascismo fu diverso da quello di Legnani. Mi sono chiesto come mai intellettuali quali lui, Pound e Gentile si schierarono così La risposta è semplice: essi odiavano sia il comunismo ateo e schiavizzante dell’individuo, realizzato nell’Unione Sovietica, che consideravano solo una macchina da lavoro, sia il liberalismo capitalistico, altrettanto ateo, privo di spiritualità e passione, che privilegia il denaro e l’usura e che schiavizza con la droga del consumismo

Tutti loro, a mio parere, cercavano una terza via, ispirata all’Idealismo ottocentesco. L’armistizio dell’8 settembre

1943 divise l’Italia in una guerra civile, le cui conseguenze sono ancora vive nelle annuali polemiche del 25 Aprile e nel non riconoscimento delle qualifiche di ex combattenti a coloro che prestarono servizio militare sotto la RSI Accadde infatti che giovani di leva che avevano prestato servizio nella RSI dovettero poi ripeterlo con la Repubblica Italiana Negli USA, appena trentacinque anni dopo la fine della guerra civile, gli stati nordisti - in segno di riconciliazioneraggrupparono in un’apposita area del Cimitero nazionale di Arlington i Caduti sudisti. È pur vero che alla fine ci pensa Sorella Morte, come direbbe San Francesco a parificare tutto: è, in fondo, “a livella” di Totò Una considerazione che ho fatto dopo aver visto, a pochi metri di distanza dal loculo del Degli Uberti quello del partigiano Mario Fiorenzo Costalunga (Arjuna) Medaglia di bronzo al Valor Militare, venne fucilato per rappresaglia il 6 settembre 1944. Onore a entrambi, lo meritano Viva l’Italia!

La Corazzata Roma in una bella illustrazione Orgoglio della Marina Militare Italiana, il 9 settembre 1943 fu affondata dall’aviazione tedesca, con bombe radioguidate, al largo dell’Asinara. Il relitto, spezzato in due, si trova a mille metri di profondità, a circa sedici miglia dalla costa sarda Sotto, dall’alto verso il basso Il blasone dei Degli Uberti in una delle arche nella facciata di San Lorenzo a Vicenza e nel cortile di Palazzo Vecchio a Firenze

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AFFLATUS di Carla

Mogentale

Direttore sanitario Centro Phoenix

Publiredazionale a cura del Centro Phoenix

La dottoressa Carla Mogentale, psicologa-psicoterapeuta, specialista del Ciclo di Vita

Quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c’è dubbio Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi era entrato.

In alto, sopra al box

Jan Porcellis, Nave nella tempesta, olio su tela, 1620 Greenwich, National Maritime Museum

In alto a destra, nel testo

Jan Porcellis, Navi nel mare in tempesta presso una costa rocciosa, olio su tela, 1618 Stoccolma, Hallwylska Museet

CENTRO PHOENIX Srl

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I cambiamenti di personalità dopo la pandemia da Covid-19 SÌ, IL MONDO È CAMBIATO!

Minore coscienziosità, scarsa tolleranza alla frustrazione, motivazione e relazioni fluide

Un gruppo di ricerca guidato dal Florida State University College of Medicine ha analizzato le valutazioni della personalità di oltre 7000 statunitensi di età compresa tra i 18 e i 109 anni prima, durante e dopo la pandemia di Covid-19 Ciò che è emerso dallo studio è: una riduzione della tendenza a cercare e a vivere con piacere la vicinanza di altre persone; una riduzione della estroversione e della disponibilità a relazionarsi con altre persone con simpatia e gentilezza; un minore accesso a un’immaginazione creativa con una minore apertura fiduciosa alle nuove esperienze; una riduzione della coscienziosità e della responsabilità nell’esecuzione del proprio lavoro, nonché nel tendere con fiducia verso i propri obiettivi con atteggiamento collaborativo

La personalità dell’essere umano è un insieme di caratteristiche e abitudini profondamente radicate che influenzano il nostro modo di pensare, percepire e comportarci. 10 anni in 2 anni!

Questi importanti cambiamenti di personalità sono avvenuti in circa due anni e ciò costituisce un fatto eccezionale, essendo il carattere di una persona abbastanza stabile e, dunque, cambiamenti importanti richiedono mediamente periodi di 10 anni! Solo eventi traumatici oppure stressanti inattesi, fonte di importante disagio, possono indurre cambiamenti più repentini.

E la pandemia è stata uno di questi Rispetto alle fasce d’età più avanzate, l’interruzione di routine legate alla frequenza scolastica, alla socializzazione, al lavoro, ha sconvolto maggiormente la fascia d’età dei giovani e dei giovani adulti Quest’ultimi presentano maggiori cambiamenti dell’umore e riduzione della capacità di gestione dello stress, riduzione della capacità collaborativa, della fiducia, della capacità di controllare il proprio comportamento ed emozioni, nonché una diminuzione della responsabilità e del coinvolgimento

La personalità ha un impatto significativo sul nostro benessere, la pandemia ha cambiato alcuni aspetti della personalità influendo dunque sul nostro benessere psicologico.

Cosa possiamo fare?

• Trasformiamo le nostre esperienze vissute in apprendimento e dunque in resilienza! Usciamo rafforzati da questa esperienza destrutturante riorganizzando la nostra quotidianità e concentrando le energie selettivamente su: abitudini sane (cibo, attività fisica), equilibrio tra i vari settori della nostra vita (famiglia, lavoro, hobbies) e relazioni sane (significative, improntate a reciprocità e rispetto)

Quali sono alcuni ingredienti della resilienza? Ottimismo, autostima e autoefficacia, resistenza psicologica, emozioni positive, sostegno sociale

• Prendiamo spunto dal processo di invecchiamento!

Con l’avanzare dell’età, infatti, spesso aumenta la fiducia in se stessi, la stabilità emotiva e la capacità di prendere decisioni più ponderate valutando un più ampio spettro di variabili. L’accumulo di esperienze, sia positive che negative, e la valutazione di esse con il “senno di poi” permette di riconoscere che si è sopravvissuti, che “esiste un dopo”, sempre, che “tutto passa” Inoltre se si sopravvive a esperienze

che al momento non apparivano superabili, è un indicatore della ineluttabilità dell’esistenza di problemi nella nostra vita, ma anche che spesso la nostra capacità di affrontarli può stupirci facendo affiorare una forza e una determinazione che non pensavamo di avere

• La capacità di apprendere è di grande aiuto. Apprendere da tutto e da tutti, dalla vita che ci fa apprezzare i nostri punti di forza e i nostri limiti, dal tempo, che ci porta la mutevolezza delle cose e che nel “tutto passa” ci ricorda che: ciò che è positivo “passa” e dunque va apprezzato pienamente e con attenzione; che ciò che ci fa stare male “passa” e dunque finirà perché “tutto passa”

• La scelta di dove dirigere la nostra attenzione è importante: su ciò che possediamo piuttosto che su ciò che ci manca; sulla meraviglia di essere umani imperfetti piuttosto che su ideali di perfezione irrealistici (o vincenti o perdenti); sulle relazioni con chi ci apprezza e sostiene nel momento del bisogno piuttosto che su relazioni improntate a parametri di vanità (es numero di follower sui social, o, in breve, sull’apparire)

• Accettare il cambiamento, la frustrazione, le conseguenze delle nostre azioni e di ciò su cui non abbiamo un controllo, con responsabilità e onestà ci può rendere più forti, ci può ridare il timone della nostra vita anche in mezzo alla tempesta!

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Si rafforza nel tempo la vicinanza di Angela Mangano all’importante scuola bassanese

Una nuova dotazione tecnologica all’ITIS Fermi di Bassano

Si tratta di un braccio multiarticolato che aumenta l’automazione del tornio giapponese, donato nel 2022 dall’insegnante bassanese per onorare la memoria del marito Antonio Alban.

Lo scorso 25 marzo un nuovo importante tassello è andato a implementare la già considerevole donazione tecnologica effettuata da Angela Mangano a favore dell’ITIS Fermi. Giusto due anni fa, nel maggio del 2022 (lo ricordiamo ai lettori), la signora Mangano aveva infatti dotato - a proprie spese - il laboratorio di macchine utensili CNC della scuola bassanese di un modernissimo tornio Mazak QTE100-MSG di fabbricazione giapponese Un gesto generoso, effettuato per onorare la memoria del marito Antonio Alban, intraprendente e dinamico fondatore di AGB, scomparso nel 2018. Nel corso di una semplice cerimonia, alla quale hanno partecipato il preside Mauro Lago, il prof Giuliano Zatta e i ragazzi di una classe quinta, è stato illustrato il funzionamento del nuovo componente installato. Per l’occasione erano presenti anche alcuni ex collaboratori di Antonio Alban, quali il tecnico informatico Mariano Giacobbo e Valerio Grigoletto, oltre ad

altri amici e consulenti “L’elemento che abbiamo montato - ha spiegato il prof Zatta - permette la raccolta automatizzata dei pezzi prodotti con il tornio, porgendoli all’operatore in posizione esterna all’area di lavoro e in totale sicurezza Si tratta di un braccio multiarticolato con all’estremità un organo di presa che, nell’ultima fase di lavoro, si avvicina al mandrino in rotazione e cattura il pezzo appena separato dalla barra Tale dispositivo aumenta l’automazione del tornio, che ora può essere impiegato anche per produzioni in serie e non più solo per pezzi singoli. Il braccio, integrato nella struttura della macchina, è controllato dal programma che realizza le lavorazioni richieste dal processo produttivo”

Il preside ha ricordato come “questo nuovo aggiornamento tecnologico rappresenti per i laboratori della scuola un’ulteriore opportunità a vantaggio degli studenti dell’indirizzo Meccanica, meccatronica ed energia, che possono così

disporre di macchine al passo con l’innovazione in un settore sempre avido di tecnici preparati” Un nuovo motivo di soddisfazione per Mauro Lago e i suoi studenti che, pochi giorni prima (il 19 marzo), avevano conquistato il 1° e il 2° posto alla XVa Edizione dell’Olimpiade della macchina utensile, manifestazione promossa da Confindustria Vicenza e rivolta a tutti gli istituti superiori del Vicentino con l’indirizzo di Meccanica, meccatronica

“La mia relazione con l’ITIS Fermi - ha ricordato Angela Mangano - è iniziata nel 2020 con la donazione di sei postazioni di Meccatronica e, nel tempo, si è sempre più rafforzata: nel 2022, con la donazione del tornio (in coincidenza dei settantacinque di fondazione di AGB), e, oggi (anniversario del compleanno di Antonio), con questo dispositivo. Un modo per ricordarlo, unendo la mia conoscenza della scuola (ero insegnante!) con il mondo dell’industria, nel quale ha operato con successo mio marito”.

Non è tanto quello che facciamo, ma quanto amore mettiamo nel farlo. Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare. Madre Teresa di Calcutta

A fianco

Un momento della cerimonia di donazione di un nuovo componente del tornio Mazak QTE100-MSG, nel laboratorio di Meccanica, meccatronica ed energia intitolato ad Antonio Alban

Al centro, seduti, Angela Mangano e Mariano Giacobbo, tecnico informatico e già prezioso collaboratore di Antonio Alban Alle loro spalle, da sinistra, Valerio Grigoletto, il preside Mauro Lago e il prof. Giuliano Zatta.

A fare corona, con i ragazzi della classe V BM, alcuni amici e consulenti.

Sotto, dall’alto verso il basso, La parte esterna al tornio, laddove il pezzo finito viene porto all’operatore, e alcuni particolari della “cattura” effettuata dal braccio in estensione nell’area di lavoro mandrino-utensile

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FOCUS
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Da San Michele a Valrovina, lungo uno dei percorsi naturali dei colli bassanesi, fra i più suggestivi e amati

Il ponte in pietra lungo la Via Armentaria nella Valle del Silan

L’opera, realizzata ad arte tre secoli fa, scavalca una “voragine” ed è di discreto rilievo tecnico sia per la struttura ad arco a tutto sesto sia per il sistema di regimazione delle acque

A dieci minuti di automobile da Marostica e da Bassano è possibile visitare una delle rare cascate del territorio vicentino. Il percorso non è impegnativo ed è di breve durata; l’unica attenzione da prestare riguarda l’attraversamento del torrente

Silan L’itinerario inizia in via Appiani in località San Michele, nei pressi di una pizzeria

La strada costeggia il torrente Silan e, dopo un breve tratto, diviene ciclo-pedonale con divieto di transito per le auto

Il percorso è molto noto ai bassanesi; meno conosciuta è invece la sua denominazione “ufficiale”: Via Armentaria

L’etimologia risale ai tempi della transumanza dei bovini verso l’alpeggio, sull’Altipiano dei Sette Comuni Si ricorda che la transumanza è la migrazione stagionale delle mandrie e delle

greggi dai pascoli delle zone collinari o montane a quelli della pianura (nella stagione invernale) o viceversa (nella stagione estiva): un tragitto che avviene percorrendo le vie naturali dei tratturi

Il tratturo, infatti, è una larga pista, terrosa o pietrosa, che si

forma per effetto dei periodici spostamenti delle mandrie o delle greggi: insomma, la loro abituale via di passaggio

Il termine deriva dal verbo transumare, ossia attraversare, transitare sul suolo Il verbo è costituito dall’accostamento del prefisso latino trans (al di là,

di Fabio Abbruzzese

Fotografie di Aurea Dissegna e Andrea Minchio

In questa pagina

Alcune immagini dell’antico ponte in pietra che supera il torrente Silan nell’omonima valle, fra San Michele e Valrovina L’arco, a tutto sesto, ha una luce di due metri e mezzo circa

Sopra, da sinistra verso destra

Il rilievo della struttura in uno schizzo dell’ing Fabio Abbruzzese

La “voragine” descritta dall’architetto

Antonio Gaidon nel 1778 sulle pagine del Nuovo Giornale d'Italia

SCHEGGE
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SCHEGGE

A fianco, da sinistra verso destra Uno scorcio delle cascatelle del Silan: il luogo, molto frequentato e amato da escursionisti di ogni età, si presta alla classica passeggiata fuori porta Il tratturo nei pressi del ponte.

Qui sotto e a fianco

Il Silan nel tratto pianeggiante, poco prima della frazione di San Michele

L’imbocco del ponte dalla parte a valle, verso San Michele.

Il foglietto delle Poste Italiane legato all’emissione, l’8 maggio 2004, di un francobollo da 0,45 euro per commemorare il Tratturo Magno da Foggia a L’Aquila

attraverso) e della parola latina humus (suolo, terreno).

Agli appassionati di filatelia non è sicuramente sfuggito che la Repubblica Italiana ha dedicato alla migrazione stagionale delle greggi un francobollo da 0,45 euro, dal titolo Transumanza attraverso il Tratturo Magno, emesso l’8 maggio 2004. Nell’immagine sono riprodotti il borgo di Castel del Monte, in provincia dell’Aquila, e un gregge al pascolo. Tornando al Silan, se ne percorre in salita la valle, che presenta

A fianco

L’impalcato del ponte, visto dall’alto

numerose formazioni rocciose Ciò è evidente in corrispondenza del ponte realizzato per superare una profonda gola creatasi nel corso del tempo per effetto dell’azione erosiva delle acque meteoriche Tale ponte, in pietra, è di discreto rilievo tecnico sia per la struttura ad arco a tutto sesto sia per il sistema di regimazione delle acque che interessa la testata a monte. Il parapetto lato valle, anch’esso di pietra, è di recente costruzione. L’arcata del ponte, vista da valle, è costituita da mattoni sistemati a coltello e sormontata dal parapetto

Il ponte è stato realizzato oltre tre secoli or sono per scavalcare questa “voragine”, nota ai cultori di geologia sin dal ’700 e descritta nel 1778 da Antonio Gaidon, architetto e naturalista bassanese, nel seguente modo: “Tra Valle Rovina e San Michele esiste una voragine, che ben merita l’esame degli osservatori [ ] Questa è fiancheggiata da

due muraglioni perpendicolari, che quasi si crederebbero fatti ad arte; essi sono di pietra ripiena di frammenti di corpi marini, e discendono paralleli [ ] Ho conosciuto che la medesima voragine fu una volta ripiena di ceneri vulcaniche, le quali poi sono state corrose e asportate dalle acque, dal che ebbe origine il vuoto che si osserva” Questo itinerario attraversa un castagneto secolare di pregio, che si apprezza particolarmente in estate, essendo completamente ombreggiato.

Dopo essere giunti a Valrovina, frazione collinare di Bassano posta ad anfiteatro sulla valle del Silan, il percorso si può chiudere ad anello giungendo in Contrà Campien, per poi proseguire in Val Forame e, quindi, tornare a San Michele in un tempo inferiore alle due ore Se si ha fretta si può percorrere l’Armentaria a ritroso, osservando la cascata del torrente Silan da un diverso punto di vista

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I contrasti più magici del lontano oriente

LA CINA CLASSICA TRA ANTICHI SPLENDORI

Dal futurismo di Shanghai al fascino antico di Pechino, dalla Grande Muraglia ai sublimi paesaggi di Suzhou e Zhujiajiao Un itinerario perfetto per chi ci si avvicina per la prima volta!

Dal 14 al 23 agosto 2024

Viaggio di 10 giorni

1° giorno - Mercoledì 14 agosto 2024

Venezia - Shanghai

Trasferimento in aeroporto a Venezia e partenza con volo di linea per Shanghai via Monaco di Baviera. Pasti e pernottamento a bordo

2° giorno - Giovedì 15 agosto 2024

Shanghai - Suzhou (140 km)

Arrivo a Shanghai, incontro con la guida locale parlante italiano e trasferimento in pullman a Suzhou, definita la Città della seta e la Venezia della Cina Arrivo in serata e sistemazione in hotel per la cena e il pernottamento

3° giorno - Venerdì 16 agosto 2024

Suzhou - Zhujiajiao - Shanghai (140 Km)

Prima colazione in hotel Al mattino visita al Giardino del Maestro delle Reti e alla Collina della Tigre, risalente al XIV secolo. Pranzo in un ristorante locale Nel pomeriggio trasferimento in pullman a Zhujiajiao, un piccolo villaggio caratterizzato da bellissimi ponticelli antichi di epoca Ming intersecati da numerosissimi canali La cittadina ha una peculiarità, in quanto si tratta non solo di un villaggio cattolico, ma anche di un insediamento che difese strenuamente la propria chiesa durante la Rivoluzione culturale In serata arrivo a Shangai e sistemazione in hotel per il pernottamento. Cena in ristorante locale

4° giorno - Sabato 17 agosto 2024

Shanghai

Prima colazione e pernottamento in hotel. Al mattino visita al Giardino

del Mandarino Yu e passeggiata nell’adiacente quartiere tradizionale conosciuto come “la città vecchia”. Il quartiere ospita un fervidissimo e ricco bazar popolare. Visita al museo della produzione della seta Pranzo in un ristorante locale. Nel pomeriggio visita al Tempio del Buddha di Giada Sosta sulla strada lungofiume su cui si affaccia il grandioso porto fluviale e passeggiata sulla Nanking road, principale arteria commerciale cittadina Passeggiata nel quartiere francese con sosta per un caffè. Chi lo desiderasse, potrà provare l’esperienza delle biciclette locali per apprezzare l’atmosfera della Old Shanghai Cena in ristorante locale.

5° giorno - Domenica 18 agosto 2024 Shanghai - Xian

Prima colazione in hotel. Al mattino trasferimento in aeroporto a Shangai e partenza con il volo interno per Xian Snack a bordo Nel pomeriggio arrivo a Xian e sistemazione in hotel per il pernottamento Banchetto della cucina tipica della città di Xian.

6° giorno - Lunedì 19 agosto 2024

Lintong - Xian (100 km)

Prima colazione, cena e pernottamento in hotel Al mattino escursione a Lintong, ubicata a cinquanta chilometri a nord dal centro della città, dove sono state portate alla luce, dal 1974 a oggi, circa 10 000 statue, divenute famose con il nome di Esercito di Terracotta

Pranzo in ristorante locale. Nel pomeriggio rientro a Xian e sosta sulla piazza della Pagoda della Grande Oca e successivamente visita alla Pagoda della Piccola Oca Selvatica Al termine passeggiata nel quartiere musulmano della città.

7° giorno - Martedì 20 agosto 2024 Xian - Pechino (100 km)

Prima colazione in hotel Al mattino trasferimento alla stazione ferroviaria e partenza per Pechino Pranzo con cestino a bordo. Nel pomeriggio giro orientativo della città con sosta al centro olimpico. In serata sistemazione in hotel per il pernottamento Cena in ristorante.

8° giorno - Mercoledì 21 agosto 2024

Grande Muraglia

Prima colazione, cena e pernottamento in hotel Al mattino partenza in pullman a Badaling e visita alla Grande Muraglia Pranzo in ristorante locale. Nel pomeriggio rientro a Pechino e visita del quartiere tradizionale degli Houtong.

9° giorno - Giovedì 22 agosto 2024

Pechino

Prima colazione e pernottamento in hotel Giornata dedicata alla visita di Pechino Al mattino visita alla piazza

Tien An Men, Porta della Pace Celeste, simbolo della Cina di ieri e di oggi Visita alla Città Proibita (ingresso incluso) Pranzo in ristorante locale Nel pomeriggio visita al Palazzo d’Estate. Alla sera banchetto dell’Anatra Laccata

10° giorno - Venerdì 23 agosto 2024 Pechino - Venezia

Prima colazione in hotel Al mattino trasferimento in aeroporto a Pechino e partenza con il volo di linea per Venezia via Monaco di Baviera. Arrivo e trasferimento alle località di origine.

NOTA: le visite menzionate sono garantite ma potrebbero subire variazioni nell’ordine di effettuazione anche in corso di viaggio

SÌ, VIAGGIARE

di Alessandro Faccio Servizio publiredazionale a cura di Canil Viaggi

Sopra, dall’alto verso il basso

Due meraviglie della Cina: la Grande Muraglia e l’Esercito di Terracotta

Quota individuale di partecipazione

Euro 3.390,00

La quota comprende:

- i trasferimenti da e per gli aeroporti;

- voli di linea in classe economica;

- tasse aeroportuali e adeguamento carburante alla data del 31/10/2023;

- franchigia bagaglio di 23 kg in stiva e 8 kg a mano;

- sistemazione in hotel 4/5 stelle (classificazione locale) in camere doppie con servizi;

- trasporto interni come da programma in pullman e aereo;

- visite e ingressi come da programma;

- pasti come da programma, bevande escluse;

- assicurazione medico bagaglio e annullamento;

- guida/accompagnatore locale per tutto il tour

La quota non comprende:

- le camere singole (suppl di euro 530,00);

- le mance (calcolate in euro 50,00 da pagare direttamente in loco);

- facchinaggio, bevande ed extra di carattere personale

All’iscrizione acconto di euro 1.000,00

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di Erica Schöfer corrispondente dalla Toscana

Sopra, dall’alto verso il basso Pittore ferrarese, Ritratto ideale di Matilde di Canossa, tempera su tavola, seconda metà del XVI secolo Torino, Musei Reali Lo splendido Teatro dei Rassicurati, gioiello di Montecarlo e fra i più piccoli d’Italia, venne fondato dall’omonima Accademia nel 1795 Il progetto è dell’ingegnere fiorentino Antonio Capretti

In alto, nel testo La massiccia fortezza di Montecarlo è costituita da differenti nuclei edilizi, riuniti nel corso dei secoli nell’attuale configurazione È visitabile il sabato e la domenica dalle 15 00 alle 19 00, da maggio a ottobre

In Toscana, girovagando per borghi e colline

VISITA A MONTECARLO, l’antica Vivinaia della Lucchesia

Il nome di questa suggestiva località medievale è intimamente legato alla sua storia e testimonia la riconoscenza degli abitanti nei confronti di Carlo IV di Boemia, futuro re del Sacro Romano Impero.

C’era una volta nella Lucchesia una piccola comunità chiamata Vivinaia Gli abitanti vivevano felici e contenti fra vigneti e oliveti, e tutto andava bene... A quel tempo, però, le mire espansionistiche di città quali Pisa e Firenze mettevano a dura prova i comuni loro confinanti E così accadde anche agli abitanti di quell’incantevole luogo, costretti dai fiorentini a fuggire sulla sommità di un colle e a rifugiarsi nella Rocca del Cerruglio, una fortezza circondata da un fitto bosco di cerri

Tutta Vivinaia venne distrutta, non fu risparmiato nemmeno il castello della famosa e potente feudataria Matilde di Canossa, (che qui aveva possedimenti facenti parte del Ducato di Tuscia). In soccorso dei suoi abitanti, e di quelli di Lucca, giunse allora Carlo IV di Boemia (1316-1378), figlio di Giovanni di Lussemburgo e futuro re del Sacro Romano Impero

Chiamato dai lucchesi, li aiutò a liberare la città e i territori circostanti, contrastando le lotte e i saccheggi operati da pisani e fiorentini.

Da quel momento Lucca divenne una città libera e gli abitanti della distrutta Vivinaia, riconoscenti a Carlo IV (che nel frattempo aveva fatto ricostruire le loro case e fortificare le vecchie mura e la Rocca del Cerruglio), chiamarono il rinato borgo Montecarlo.

La fortezza del Cerruglio, oggi molto ben conservata, ha una struttura triangolare, dominata

dal mastio (utilizzato in caso di estrema difesa) e da due torri collegate fra loro da una panoramica cortina muraria in pietra. La parte rivolta verso la città, di epoca successiva, risale invece al periodo dei Medici. Nei secoli la fortezza è stata infatti più volte rinforzata e, all’interno, ospita un piccolo giardino all’italiana. In seguito acquisita dai privati, la Rocca è aperta al pubblico nei mesi estivi La cinta muraria di Montecarlo risale al periodo in cui il borgo è stato ricostruito, verso il 1300, ed è quasi tutta intatta; diverse porte immettevano all’interno del borgo Fra i luoghi di maggior interesse si segnalano la Chiesa di Sant’Andrea e il Teatro dei

Rassicurati, uno dei più piccoli in Italia, con solo duecento posti a sedere: all’esterno si confonde con altri edifici, ma all’interno i suoi ventotto palchi e le molte decorazioni sono davvero belli Dopo una piacevole passeggiata pomeridiana Montecarlo accoglie i turisti con i suoi ristorantini, posti uno accanto all’altro lungo le storiche vie, allietate nelle serate estive dalla musica e dal profumo del buon vino; che qui la fa da padrone fin dalla notte dei tempi, quando gli abitanti di Vivinaia si dedicavano con passione alla vigna Un impegno, il loro, già molto apprezzato nel passato L’antico nome di Montecarlo non lascia infatti dubbi: Vivinaia, la Via del vino!

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RENAISSANCE

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