Sportivissimo Siracusa

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SPORTIVISSIMO mercoledì 06 ottobre 2010 - numero 28- anno 2 - reg. tribunale di siracusa n. 4 del 29 gennaio 2009 - Euro 0,50

il settimanale dello sport siracusano

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Editoriale

ph. simona amato

IL

SOMMARIO

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Ritorno all’antico di Giuseppe Di Silvestro

E siamo nuovamente ultimi, da soli, in fondo alla classifica! La sconfitta subìta dagli azzurri a Cava dei Tirreni ha vanificato quanto la squadra aveva fatto nella giornata precedente, quando aveva battuto, a conclusione di una grande partita, una forte Nocerina. Il resto lo hanno fatto i risultati maturati sugli altri campi. L’impresa compiuta dal Barletta, che ha piegato il quotato Cosenza, ha consentito alla squadra pugliese di lasciare l’ultimo posto in graduatoria. E delle altre pericolanti non si possono non sottacere le imprese compiute dal Gela che è andato a vincere a mani basse sul terreno del Foligno, e dal Pisa che ha rimandato battuto il Taranto. Ora davanti al Siracusa c’è proprio il Barletta, che domenica sarà si scena al “De Simone” e che precede gli azzurri di un solo punto, mentre a tre lunghezze di distanza c’è soltanto la Cavese; le altre hanno vantaggi maggiori. La sconfitta di Cava dei Tirreni ha dimostrato che il Siracusa, purtroppo, non è ancora guarito e che la bella vittoria sulla Nocerina rischia di restare un episodio isolato. Ed oltre ai limiti che già si conoscevano, ne sta affiorando un altro: quello di una estrema vulnerabilità sui calci piazzati forse legato ad una mancanza di sicurezza tra i pali. Per tonare a respirare aria più tranquilla, ora è assolutamente necessario che gli uomini di Ugolotti riescano a battere domenica il Barletta. Contro gli azzurri la Cavese ha disputato la partita della vita, e lo stesso dovranno fare Mancino e compagni tra quattro giorni. Bisogna resistere e non farsi staccare in coda fino a quando sarà possibile, con la riapertura delle liste, l’immissione in rosa di forze nuove. Sarà certamente dura, perché in questo campionato non ci sono squadre cuscinetto, e quelle che stazionano nella parte bassa della classifica sono capaci, specie quando giocano in casa, di battere anche squadroni o presunti tali. Ma gli azzurri debbono mettercela tutta. Tornare a vincere domenica è di vitale importanza.

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Risultati e Classifiche Tifo & Dintorni Le scelte di Laneri Nicola Mancino Foto servizio Luigi Salvoldi Prossimo Avversario

Sinergia col Palermo Vintage Azzurro: il “venduto” Sperotto Pallanuoto Finnova Costanzo

Vari sport

Segretario di redazione PAOLO CATANIA

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Collaboratori GIUSEPPE DI SILVESTRO, ANTONIO MIDOLO, GIUSEPPE BASILE, SEBY GALIZIA Foto VALENTINO CILMI/Archivio, SIMONA AMATO/Archivio Impaginazione e grafica EDITORIA ITALIANA s.r.l. Pubblicità EDITORIA ITALIANA s.r.l. commerciale@sportivissimosr.it

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RISULTATIrisultati

Settima Giornata Barletta-Cosenza Benevento-Ternana Cavese-Siracusa Foggia-Viareggio Foligno-Gela Lucchese-Atletico Roma Nocerina-Andria Pisa-Taranto Virtus Lanciano-Juve Stabia

PROSSIMO TURNOprossimoturno CLASSIFICAclassifica 2-0 3-1 3-1 2-2 1-4 0-2 1-0 2-1 1-0

10 Ottobre 2010 Andria-V.Lanciano Atletico Roma-Nocerina Cosenza-Benevento Gela-Foggia Juve Stabia-Viareggio Pisa-Cavese Siracusa-Barletta Taranto-Lucchese Ternana-Foligno

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4-1-4-1

Atletico Roma Lanciano Taranto Benevento Gela Nocerina Foggia Lucchese Cosenza Foligno Viareggio Andria BAT Ternana Juve Stabia Pisa Cavese Barletta Siracusa

BUFALINO

18 13 13 13 12 12 11 10 10 8 8 8 8 7 7 6 4 3

STRIGARI

(73’ Cosa)

MOI

MANCOSU

(60’ Giurdanella)

SPINELLI

DE ANGELIS

RETI: 7’ Turienzo (C), 10’ Mancino (S), 41’ Di Napoli (C), 55’ Ciano(C) CAVESE: Pane, Ciano M., Carbonaro (59’ Citro), Alfano, Troise, Cipriani, Bacchiocchi, Di Napoli, Turienzo, Schetter (83’ Zampa), Ciano C. (73’ Sifonetti) - All. Marco Rossi SIRACUSA: Baiocco, Stringari, Capocchiano, Spinelli, Moi, Ignoffo, Bufalino (73’ Cosa), Mancosu (60’ Giurdanella), De Angelis, Mancino, Abate (56’ Bongiovanni) - All. Guido Ugolotti ARBITRO: Fabrizio Pasqua (Tivoli) SPETTATORI: 2.000 circa

MANCINO

ABATE

BAIOCCO IGNOFFO

(56’ Bongiovanni)

CAPOCCHIANO

tabelliniTABELLINItabelliniTABELLINItabelliniTABELLINItabelliniTABELLINI FOGGIA-VIAREGGIO 2-2 RETI: 16’ Taormina (V), 21’ Agodirin (F), 34’ Laribi (F), 37’ rig. Longobardi (V) FOGGIA: Ivanov, Caccetta (83’ Cortese), Regini, Salamon, Rigione, Romagnoli, Agodirin, Kone, Sau, Laribi (61’ Burrai), Insigne - All. Zdenek Zeman VIAREGGIO: Pinsoglio, Carnesalini, Bertolucci, Castiglia, Massoni, Fiale, Taormina, Kras (78’ Cristiani), Longobardi, Marolda (55’ D’Onofrio), Malacarne (83’ Silvestri) - All. Giuseppe Scienza ARBITRO: Maurizio Mariani (Aprilia) SPETTATORI: 7.056 BARLETTA-COSENZA 2-0 RETI: 35’ Bellomo (B), 63’ Bellomo (B) BARLETTA: Dossena, Galeotto, Lucioni, Anselmi, Frezza, Menicozzo, Rajcic (75’ Guerri), D’Allocco (81’ Perico), Bellomo, Infantino (67’ Simoncelli), Margiotta - All. Arcangelo Sciannimanico COSENZA: Petrocco, Musca (75’ Olivieri), Di Bari, Raimondi, De Rose, Giacobini, Degano, Coletti (46’ Essabr), Biancolino, Daud (46’ Roselli), Mazzeo - All. Paolo Stringara ARBITRO: Michael Fabbri (Ravenna) BENEVENTO-TERNANA 3-1 RETI: 2’ D’Anna (B), 52’ D’Anna (B), 58’ Vacca (B), 60’ Noviello (T) BENEVENTO: Aldegani, Formiconi, Siniscalchi, Landaida, Zito, Pintori, Bianco, Grauso (48’ Vacca), D’Anna, Clemente (75’ Joelson), Germinale (88’ La Camera) - All. Agatino Cuttone TERNANA: Visi, Bizzarri, Giubilato, Borghetti, Imburgia, D’Antoni (52’ Nitride), Arrigoni, Nolè, Noviello (60’ Della Penna), Lacheheb

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(58’ Alessandro) - All. Renzo Gobbo ARBITRO: Andrea Merlino (Udine) SPETTATORI: 2.403

FOLIGNO-GELA 1-4 RETI: 1’ Severini (F), 4’ Stamilla (G), 27’ Franciel (G), 34’ Franciel (G), 93’ Docente (G) FOLIGNO: Rossini, Iacoponi, Merli Sala, Severini, Bassoli, Castellazzi (46’ Fondi), Papa (46’ La Mantia), Sciaudone (76’ Civilleri), Coresi, Giacomelli, Cavagna - All. Salvatore Matrecano GELA: Nordi, Petrassi, Porcaro, Cardinale, Piva, Stamilla (86’ Cunzi), Piano, D’Amico, Bigazzi (64’ D’Anna), Franciel (76’ Giardina), Docente - All. Nicola Provenza ARBITRO: Giampietro Vallorani (San Benedetto del Tronto) SPETTATORI: 1.000 circa LUCCHESE-ATLETICO ROMA 0-2 RETI: 72’ Esposito (AR), 81’ Ciofani (AR) LUCCHESE: Pardini, Baldanzeddu (76’ Mariotti), Bova, Pezzi (77’ Petri), Lollini, Bertoli, Pera, Costantini, Marasco (59’ Taddeucci), Carloto, Biggi - All. Giancarlo Favarin ATLETICO ROMA: Calderoni, Balzano, Angeletti, Romondini (82’ Baronio), Doudou, Padella, Babù (70’ Caputo), Miglietta, Ciofani, Franceschini, Franchini (70’ Esposito) - All. Giuseppe Incocciati ARBITRO: Luca Pairetto (Nichelino) SPETTATORI: 3.100 NOCERINA - ANDRIA BAT 1-0 RETE: 76’ Castaldo (N)

NOCERINA: Gori, Scalise, Di Maio, De Franco, Filosa, De Liguori, Negro, Bruno, Castaldo (79’ Servi), Cavallaro (64’ Galizia), Bolzan (57’ Catania) - All. Loreno Cassia ANDRIA BAT: Spadavecchia, Pierotti, Ceppitelli, Fazio, Sibilano, Ferretti, Arcidiacono (81’ Nulicek), Paolucci, Carminati (58’ Lacarra), Chiaretti, Doumbia (72’ Carretta) - All. Aldo Papagni ARBITRO: Amerigo Aloisi (Avezzano) SPETTATORI: 3.500 circa

PISA-TARANTO 2-1 RETI: 33’ Carparelli (P), 70’ Carparelli (P), 76’ Innocenti (T) PISA: Lanni, Ton, Calori, Bizzotto, Gimmelli, Obodo (64’ Reccolani), Passiglia, Ilari, Tabbiani (80’ Cossu), Mosciaro, Carparelli (82’ Cerone) - All. Stefano Cuoghi TARANTO: Bremec, Antonazzo, Rizzi, Giorgino, Migliaccio, Cotroneo, Crovetto (46’ Garufo), Branzani, Innocenti, Rantier (61’ Russo), Ciotola (78’ Ferraro) - All. Giuseppe Brucato ARBITRO: Michele Gallo (Barcellona Pozzo di Gotto) SPETTATORI: 4.000 circa VIRTUS LANCIANO - JUVE STABIA 1-0 RETE: 14’ Turchi (VL) VIRTUS LANCIANO: Chiodini, Vastola, Mammarella, D’Aversa, Ferraro, Antonioli, Turchi, Di Cecco, Di Gennaro (60’ Colussi), Sacilotto (82’ Colombaretti), Zeytulaev (58’ Improta) - All. Andrea Camplone JUVE STABIA: Fumagalli, Maury, Fabbro, Cazzola, Mezavilla, Pezzella, Di Cuonzo, Danucci (70’ Tarantino), Davì (27’ Albadoro), Raimondi, Mbakogu (68’ Pavoletti) - All. Piero Braglia


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TIFO & DINTORNI... Giovanni Iodice: consigli per Ugolotti redazione@sportivissimosr.it www.facebook.com/sportivissimo

Il tecnico azzurro, in verità, di consigli non ne avrebbe bisogno. Abbiamo però provato a “giocare” con i tifosi della comunità di Sportivissimo su Facebook per raccogliere alcune opinioni su come “piazzare” il rientrante Iodice. E le risposte non sono sempre scontate... Pronto ad accoglierlo a braccia aperte è Francesco dL. “Terzino, Centrale, Centravanti, Portiere....Giovanni ovunque giochi è un plusvalore per il Siracusa.....Bentornato!!! “. Per Gianni P. “Iodice dal centro non si tocca..ma,bisogna vedere la condizione fisica...”. Fabio P. prenota una maglia per il difensore campano: “deve tornare titolare ... e’ il simbolo della rinascita della SIRACUSA CALCISTICA !”. Tecnico il commento di Giovanni A. :“Il ritorno di Iodice è molto importante perchè permetterà al mister di avere una pedina in più come il grande giovanni che può giocare sia da centrale che da esterno di difesa. Al mister posso solo dire di continuare cosi perchè con lui la squadra ha grinta,carattere,voglia di vincere e tante tante idee in più”. Alessandro C. prova a “leggere” le idee difensive di Ugolotti e suggerisce di provare Iodice “come terzino che a mio avviso andrebbe bene perche’ a Ugolotti piacciono i terzini che si accentrino per dare una mano ai centrali”. Non è opinione isolata. Pierpaolo A. vede “Iodice terzino al posto di Strigari”. Antonio C., invece, si rivolge all’ex capitano come ad una divinità pagana: “ritorna + vincente ke mai, mangiati tutti gli attaccanti avversari perke’ è grande la tua voglia di calcio, RITORNA + FORTE DI PRIMA X SALVARCI TUTTI INSIEME!!! VAI GIOVANNI VAI!!!”. Diversa l’idea di Fabio C.: ”Strigari in panchina? asPremio solutamente no! Semmai va tolto Valerio Capocchiano, spostando Ignoffo nel suo ruolo naturale di terzino sinistro inserendo Iodice in mezzo Sportivissimo a far coppia con Moi”. Ninete sentimentalismi per Domenico LS:”Iodice in panchina...sec me moi ed ignoffo nn si toccano,devono essere loro i 1. Strigari 94 voti (34,2%) titolari , nn è perkè si kiama iodice deve necessariamente giocare”. 2. Moi 59 voti (21,5%)

3. 4. 5. 6. 7. 8.

Fornoni Mancino De Angelis Capocchiano Spinelli Cosa

58 voti (21,1%) 15 voti (5,5%) 14 voti (4,4%) 12 voti (4,4%) 10 voti (3,6%) 7 voti (2,5%)

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Le Scelte di Laneri “Romano passaggio obbligato. Ugolotti è l’uomo giusto al posto giusto. Con Giordano abbiamo sistemato qualcosa al centro. Alla riapertura del mercato vedremo cosa altro fare. E se arriva Pannone per me è ok”.

30 maggio 2010. La gara tra Foggia e Pescina vale la permanenza in Prima Divisione. Gli abruzzesi ribaltano l’esito dell’andata chiudendo sul 2-1 ma pagano inesorabilmente il miglior piazzamento in classifica dei pugliesi che riescono a salvarsi. Cosa c’entra col Siracusa? Quel 30 maggio Antonello Laneri era lì, sugli spalti del “Pino Zaccheria”, a tenere sott’occhio tre elementi interessanti (quattro considerando nel novero anche Christian Agnelli, ma già accasatosi a Barletta, ndr) che avrebbero fatto bene alla causa del Siracusa. “E ne ricavai una gran impressione – ci racconta Laneri – Ottimi giocatori da entrambe le parti. Mister Ugolotti (allora sulla panchina del Foggia, ndr) è stata una mia scelta. Lo conoscevo già ai tempi di Acireale e Gela, tramite Lo Monaco. Poi lo scorso anno ho avuto la possibilità di seguire Foggia-Pescina, anche se già a gennaio eravamo in contatto, perché il Foggia era interessato sia a Dal Rio che a Pagani. Nella gara play-out ne apprezzai le qualità”. Preso dal corso per direttori sportivi che frequenta tre volte a settimana al centro tecnico federale di Coverciano, Antonello Laneri guarda il suo Siracusa crescere giornata dopo giornata. Oggi è affidato alle cure di un uomo che lui definisce “esperto di situazioni difficili”. La Prima Divisione è un campionato equilibrato, 6

bislacco e perché no, anche vigliacco. Per cui una guida preparata non guasta. “È un tecnico di categoria, l’uomo giusto al momento giusto”. Ne apprezza le qualità ma ammette come quello della gestione Romano fosse, ad inizio stagione, un passaggio obbligato: condizionato da un’esigenza economica, dettato dall’intraprendenza di un uomo voglioso di accettare una sfida (rivelatasi impossibile) e animato da pura speranza di riuscita. “Cercavamo un allenatore giovane capace di lavorare con i giovani – dice Laneri – La squadra non era al top ma Romano non può avere tutte le colpe. Con Viareggio, Andria e Benevento abbiamo perso pur disputando delle discrete partite. Sapeva già come sarebbe andata a quel punto, il suo esonero è stato automatico. Comunque sono stato io a comunicarglielo. Mi è dispiaciuto”. Presente, passato, poi di nuovo presente. Laneri a 360°gradi ritorna sul nuovo tecnico massese. “Ugolotti è stato bravo a dare una sterzata; non discuto l’aspetto tecnico ma senza dubbio ha maggiore esperienza di Romano. L’avevo contattato telefonicamente, invitandolo a Benevento. Mi fido di lui. I numeri gli danno ragione. La sua è stata una scelta mirata; è esperto e instaura un gran dialogo con i giocatori”. E il tecnico massese è entrato in fretta nelle grazie della tifoseria azzurra. Sintonia perfetta. Il prossimo passaggio dell’operazione simpatia dovrebbe riguardare Laneri, spesso al centro di critiche, nonostante sia stato parte attiva in due promozioni. “Io criticato dalla tifoseria? I tifosi hanno ragione”, ammette, spiazzandoci. E poi spiega: “se non arrivano i risultati, hanno tutto il diritto di avanzare delle critiche. Ci sono abituato. Non sono uno che si esalta e nemmeno uno che si deprime. Non mi piace apparire molto, preferisco stare nelle retrovie. Non vivo di queste cose. Sono una persona umile, un uomo della società. Cerco di fare il mio

lavoro e spendere il budget della presidenza nella maniera migliore possibile. Le critiche ci stanno e si accettano”. Il suo intervento non fa una piega, è convincente ma i più maliziosi azzardano ‘così è troppo facile’. Il discorso, allora, rischia di complicarsi fino a toccare aspetti senza via d’uscita, mentre la lettura di questo pezzo dovrebbe risultare interessante e facilmente scorribile. E allora torniamo al 30 maggio, a Laneri sugli spalti dello Zaccheria che scruta due calciatori: Nicola Mancino, classe e quantità, e l’ultimo arrivato Carmine Giordano, incontrista dalla corsa facile. “Numericamente avevamo qualche problema al centro, serviva uno con le sue caratteristiche – continua il diesse azzurro – Penso che sia arrivato a Siracusa nel momento giusto, da svincolato, rientrando perfettamente nella linea politica economica della società”. E’ l’ultimo rinforzo per il momento? “Vediamo cosa pensa l’allenatore. Intanto aspettiamo che tutti recuperino, compresi Iodice e Lucenti. La riapertura del mercato non è poi così lontana. Non so dire se qualcuno nel frattempo andrà via. Non siamo così tanti; abbiamo 22 giocatori e tanti giovani. Valutiamo col mister”. Intanto a Coverciano ha scoperto che... “siamo la squadra che in Prima Divisione ha speso meno di tutti. Ho incontrato gli altri aspiranti diesse e chiacchierando ho potuto trarre questa conclusione”. Sempre in tema di incontri, qualche giorno fa Antonello Laneri è stato notato mentre accompagnava in sede, a Siracusa, Nicola Pannone. Le voci di un so ritorno creano qualche fastidio all’attuale responsabile delle scelte di mercato? “Vediamo intanto se è possibile una collaborazione. Lui conosce tutti, ha ottimi rapporti e conosce bene anche l’ambiente siracusano. Lo stimo parecchio, e lui lo sa. Se arriva, a me sta bene”. Giuseppe Basile


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Nicola Mancino è il bomber del Siracusa. Ti aspetti Cosa, ti aspetti De Angelis e spunta - quasi a sorpresa - uno degli ultimi arrivati. Non sarà un primato che regala un sorriso, ma tant’è. Mancino ha firmato il primo gol del Siracusa in Prima Divisione. Una rete, se vogliamo, attesa quindici anni. Il numero dieci azzurro ha bissato domenica a Cava. “Segnare è sempre una sensazione bellissima. In casa, poi, è sempre qualcosa di particolare”, racocntava nei giorni scorsi a chi lo fermava per congratularsi. Anche fuori non deve essere male, peccato non abbia potuto godersi godere fino in fondo questi gol. Vittorie e sconfitte, alti e bassi sono da mettere nel conto per una squadra che deve solo salvarsi. “Proprio così”, sottolinea Mancino. Nonostante una classifica deficitaria, il forte giocatore si è subito calato nella realtà sposando la causa azzurra. Difficile convincerlo? “Assolutamente no. Sono un tipo a cui piacciono le sfide. Inoltre conoscevo il direttore e un paio di calciatori. Mi hanno convinto in poco tempo”. Anche dopo la debacle di Stabia, nessun ripensamento? “Ma anche li, è stata una partita ben giocata. Almeno fino al 60’. Poi il crollo totale”. A Benevento l’abbiamo visto formato regista. In breve, il padrone della mediana aretusea. Uno dei pochi sopra la sufficienza. Tanta personalità e soprattutto tanta qualità. Col pallone tra i piedi ci sa fare. E il dilemma del giorno riguarda la sua posizione in campo. Se meglio esterno o centrale dovrà stabirlo Ugolotti. Mancino è pronto per entrambe. “Ho fatto vari ruoli. Mi manca solo di giocare in porta. Ho fatto l’esterno, la mezza punta, il centrocampista centrale, ma sempre avanzato”. Nessun problema. L’allenatore conosce bene le sue caratteristiche per averlo avuto, la scorsa stagione, a Foggia. “Lo so, l’hanno già detto tutti: Ugolotti è la persona giusta. Ha allenato parecchi anni in Prima Divisione. E’ uno che si fa rispettare, ed è molto preparato”. Ma a proposito di Foggia, come ci si salva al 95’? Sarà pure bello, dopo, ma da queste parti meglio non rischiare. “È dura. Perdemmo l’ultima partita di campionato tre a zero con la Spal. Ed ecco che ci ritrovammo a disputare i play out. Siamo andati a vincere in trasferta contro il Pescina due a uno, e in casa perdevamo due a zero. Partita sospesa, un macello, picchiavano tutti, è successo un casino. Abbiamo segnato il gol decisivo a tempo ormai scaduto. Troppo importante. Situazione comu-

nque bruttissima”. In Puglia è stato pure capitano. L’addio ai tifosi rossoneri, però, non lo conserva tra i ricordi più belli. Il rapporto, infatti, non è dei migliori. “Sono stato tre anni. Nei primi due, abbiamo centrato i play off. Nell’ultimo, ho realizzato ben sei gol, e ho avuto l’onore di indossare la fascia di capitano. È stata una stagione difficile, abbiamo ricevuto tantissime critiche e pesanti contestazioni. I miei compagni, molto giovani, venivano la maggior parte dal Nord, ed erano pure impauriti da quello che giorno dopo giorno si veniva a creare. Così, una domenica, dopo una mia doppietta ho esultato facendo un gesto (quello del gomito,,ndr) nei confronti dei tifosi. Una reazione avuta soltanto per difendere la squadra, e l’intero gruppo. Non mi è stato mai perdonato”. Il 31 ottobre, allora, in caso di gol a Foggia con la maglia del Siracusa? “Esulto, esulto”. Non riusciamo a terminare la frase che aggiunge “Esulto senza pensarci due volte”. Non era mai stato a Siracusa prima d’ora.L’impatto con la nuova città è di quelli piacevoli. “Mi sto trovando molto bene. E poi adoro il mare”. Da queste parti ha ritrovato Giovanni Ignoffo, compagno di squadra a Foggia nel 2008. Due anni prima, sempre in Serie C1, ha giocato nel Martina con Davide Arigò. Si ricorda, invece, di Moi e di Abate per averci giocato contro. Pian piano, sta imparando a conoscere tutti gli altri. Ne approfittiamo, considerata la sua grande esperienza in questo torneo, per chiedergli dove può arrivare questo Siracusa, con questo organico. “L’obiettivo di quest’anno è naturalmente la salvezza. Prima arriviamo a quota quaranta punti, meglio è per tutti. E la salvezza va conquistata nelle partite casalinghe. Abbiamo già toppato le prime due, non dovrà accadere più. Al De Simone non potremo più sbagliare. E’ qui che dovremo salvarci”. E domenica arriva il Barletta. Parlare di scontro decisivo sembra prematuro. La classifica, però, non lascia spazio ad equivoci. Match delicatissimo, una vittoria varrebbe doppio. I biancorossi nel frattempo si sono rafforzati, oltre all’arrivo dell’attaccante Margiotta, la scorsa settimana hanno trovato l’accordo con l’esperto difensore ex Crotone, Galeoto (classe 1972). “Anche loro hanno speso abbastanza. Lotteranno fino alla fine per ottenere la permanenza in Prima Divisione. Troppo presto per parlare di scontro decisivo ma sicuramente è una gara da vincere a tutti i costi. Poi, alla fine, faremo i conti”. Antonio Midolo

Nicola Mancino

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CAVESE-SIRACUSA le foto di Simona Amato

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Luigi SalvoldI

Presente e futuro del Siracusa nella lunga intervista con il presidente azzurro

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Luigi Salvoldi è un presidente che divide.

Chi lo ama e chi lo odia. Chi ne apprezza il decisionismo, chi ne critica le esternazioni. Pochi, però, i dubbi sul fatto che - con un Siracusa riportato in Prima Divisione si sia guadagnato di diritto un posto nella storia della società. “Penso che noi abbiamo fatto qualcosa di importante. Se bene o male, lo dirà il tempo”, commenta lui. “Tra pregi e difetti, la nostra impresa è stata esaltante per la città. Il contesto è desolante. Se si guarda alle altre principali realtà calcistiche della provincia, vediamo che diversi presidenti si sono visti costretti a passare il testimone”. Il riferimento è al Palazzolo, al Real Avola e ad un Noto che pare iniziare ad accusare qualche difficoltà. “Ma sia chiaro, questi dirigenti meritano il massimo rispetto. Grandi per quello che hanno fatto”. L’impresa esaltante, neanche a dirlo, è l’approdo in Prima Divisione degli azzurri. “E la nuova categoria si è rivelata tecnicamente più tosta del previsto”, ammette Salvoldi. Che non vuol sentire parlare di una dimensione affrontata inizialmente alla leggera. “Macchè sottogamba. Il fatto, se vogliamo essere sinceri, è che noi non abbiamo la giusta conoscenza della Prima Divisione. Sono troppi anni che Siracusa manca da questi campionati. E qui attorno non è che vi fossero grandi esempi da cui imparare. In ogni caso, da soli non potevamo mettere in piedi uno squadrone. A me piace vincere, però questo calcio ti porta al fallimento se lo fai solo con il cuore e l’istinto. Oggi servono calcolo e programmazione”. E nei calcoli e nei programmi del Siracusa, una volta conquistata la salvezza, c’è la Serie B. Magari approfittando della riforma di cui si parla da anni e che dovrebbe portare alla creazione di una serie cadetta a due gironi. Ecco perchè entro dicembre l’U.S. Siracusa passerà da srl a spa. “Scelta obbligata. Per fare calcio di livello serve un presidente ricco, oppure una piazza forte in termini di biglietti ed abbonamenti, oppure ancora l’assistenza della classe politica, o in ultima ipotesi ci si mette a fare impicci e poi si fallisce. Siracusa non ha nessuna di queste quattro condizioni. Però esiste una quinta via, ed è quella che vogliamo a percorrere con l’aiuto della classe imprenditoriale. Noi ci siamo chiesti cosa fare. Vivacchiare in Prima Divisione o tentare la scalata alla B? La prima opzione non mi appartiene. Per vincere dobbiamo allargare la base. E una società per azioni

SPORTIVISSIMO è la migliore soluzione possibile. Cerchiamo soci non necessariamente ricchi, ma con una capacità economica normale e che abbiano voglia di investire e divertirsi nel calcio, per portare avanti la città”. Non è un salto nel buio. Salvoldi e Mauceri i conti li hanno fatti per bene. E pare possano già contare sull’adesione al progetto di un paio di importanti società. “Abbiamo riscontrato un certo interesse. Entro un mese arriveranno le prime risposte e nel mese di dicembre potremo programmare la prossima stagione”. Presupposto imprescindibile è che il Siracusa si salvi nel campionato in corso. Sul punto, il numero uno del club di via Montegrappa ha solo certezze. Rafforzate dalle parole del tecnico Guido Ugolotti. “Dopo Benevento, il mister mi ha prospettato una sua analisi. E mi ha detto che la squadra è da metà classifica. Per maggiore sicurezza, stiamo vedendo di assestarci con qualche altra pedina, perchè numericamente siamo contati”, spiega Salvoldi. Tra il vulcanico presidente azzurro e Ugolotti, intanto, è scoccata la scintilla, come mai prima d’ora con un altro allenatore. Con una battuta, si potrebbe dire che Salvoldi ha trovato qualcuno alla sua altezza, visto che si tratta di due ‘stralunghi’. “Ugolotti mi piace. A differenza di altri tecnici, si è presentato senza chiedere rinforzi. Ha personalità da vendere e spirito aziendalista. Cose che mi fanno ben sperare”. A lui, il massimo dirigente azzurro ha chiesto 20 punti in classifica a dicembre, o almeno arrivarci quanto più vicini possibile. La quota salvezza è stimata in 42 punti complessivi. E dicembre sarà anche tempo di pagelle, specie per la folta pattuglia di giovani sotto contratto. “Li abbiamo portati dalla Seconda alla Prima Divisione per dare loro un’opportunità di crescita. Secondo le valutazioni dell’allenatore, vedremo chi rimarrà e chi andrà a fare esperienza altrove”. Nessuno, nel frattempo, tocchi il diesse Laneri. “Ha ricevuto critiche ingenerose. Lo ritengo una persona corretta e a me non piace cambiare quando ho a che fare con persone di questa pasta. Preferisco crescere insieme a loro”. Una riconferma che non equivale ad una porta chiusa al ritorno di Nicola Pannone. “Un grande amico che è venuto a infordeci coraggio in un momento di difficoltà. Lo apprezzo. Con lui abbiamo avuto un abboccamento. Ci siamo presi del tempo e poi valuteremo, probabilmente a dicembre”. Strana coincidenza, quando con la costi-

tuzione della società per azioni inizierà il progetto Serie B. Ma i tifosi non sono facili agli entusiasmi. E tra loro e il presidente non è mai stato un rapporto facile. Polemiche facili da una parte, punzecchiature dall’altra. “Però io dico che non è un problema di rapporto tra Salvoldi e la gente. E’ questione di mentalità siracusana. Siamo una città dalla mediocrità totale e questa mediocrità ha esasperato il siracusano. Eppure il calcio, in un simile contesto, brilla e dovrebbe far brillare e inorgoglire il tifoso, a prescindere dal presidente. Oggi c’è Salvoldi, domani un altro. L’importante è che il Siracusa sia sospinto con entusiasmo verso traguardi oggi ritenuti impossibili”. Come lo era la Prima Divisione sino a tre anni fa. Un cruccio il presidente ce l’ha.“Mi aspettavo più simpatie che antipatie, al di là degli abbonamenti e del numero di spettatori. Chi critica con troppa facilità dovrebbe iniziare a guardare con maggiore realismo a quello che la società sta facendo. Così come noi, con grande umiltà, stiamo rapportandoci con un campionato e una dimensione nuovi, da cui abbiamo da imparare”. Segnali di pace. Una riconciliazione sarebbe auspicabile, con la raccomandazione di maggiore indulgenza da una parte e dall’altra. Di sbagliare può capitare, ma la dirigenza ed i tifosi hanno un obiettivo comune che si chiama Siracusa. Rinsaldiamo le fila, gente. E beiamoci. Altrove, vedi Catanzaro, pagherebbero oro per ritrovarsi oggi nelle stesse nostre condizioni. E la lista delle invidie è molto lunga. E chi di invidia campò, morì non si può dire...

Gianni Catania 11


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IL PROSSIMO AVVERSARIO

COL BARLETTA E’ QUASI SPAREGGIO SALVEZZA Valgono veramente il doppio i punti in palio domenica, nella gara in programma al “Nicola De Simone” . Di fronte, Siracusa e Barletta. Due squadre che hanno come obiettivo quello della salvezza ed entrambe ripescate in Prima Divisione. Inizio di campionato non propriamente felice, per l’una e per l’altra, tanto che si di battono nei bassifondi della classifica. La squadra pugliese, che recentemente ha assunto come direttore sportivo l’ex azzurro Marcello Pitino, ha cambiato quasi totalmente volto rispetto alla inquadratura della passata stagione. Dei vecchi reduci dalla Seconda Divisione sono rimasti davvero in pochi: i centrocampisti Manicozzo, Lanotte e D’Allocco, e gli attaccanti Infantino, Shiba e Simoncelli. Tutti gli altri sono andati via: i difensori esterni Cutrupi al (Taranto) e Legittimo (al Lecce per fine prestito, quindi alla Salernitana), il centrale Nossa, il mediano Manganaro alla Vigor Lamezia, il giovane difensore Marchetti tornato alla Fiorentina per fine prestito, e quindi gli altri che si sono svincolati: il centrocampista Carozza, l’attaccante Fanasca, i difensori Sportillo e Romeo e così via. Numerosa, di conseguenza, la pattuglia dei nuovi arrivati: i portieri Tesoniero (88, dal Potenza) e Dossena (87, Empoli), i difensori Lucioni (87, Gela), Baraldo (92, Piacenza), Lorusso (90, Noicattaro), Anselmi (78, Verona), Masiero (86, Pro Patria) e Perico (84, Albinoleffe), i centrocampisti Guerri (82, dal Figline), Bellomo (91, Bari), Agnelli (85, Foggia), Rajicic (81, Bari) e gli attaccanti Carbonaro (89, dal Palermo), Caccavallo (87, Lecce) e proprio nei giorni scorsi è arrivato l’esperto Margiotta (77) svin-

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colatosi dal Vicenza ed andato in gol nella partita di esordio. Tatticamente, la squadra di Sciannimanico si schiera con il 4-3-3. Fra i pali nella parte iniziale ha giocato Tesoniero, ma nelle ultime gare è stato impiegato Dossena. Il quartetto di difesa è composto da Perico, Lucioni, Masiero e Anselmi; a centrocampo agiscono Menicozzo, Bellomo e Rajicic, mentre il tridente offensivo è formato da Caccavallo e Margiotta mentre per l’altro ruolo di punta si alternano Infantino e Carbonaro. Ma Marcello Pitino si è messo già al lavoro nel tentativo di “pescare” nel mercato degli svincolati quegli elementi che occorrono per far compiere alla squadra biancorossa il necessario salto di qualità. Nelle tre partite finora giocate in trasferta, il Barletta è stato sempre sconfitto. Ha perso per due a zero a Lucca, per due a uno a Nocera e per due a zero sul campo della Ternana. A difesa incassa troppi gol ed è quella più perforata del girone, mentre l’attacco segna davvero con il contagocce. Ed i tre gol finora messi a segno recano le firme di Infantino, Caccavallo e Margiotta. Guai, però, a farsi ingannare dai numeri e dalla classifica della squadra pugliese: il Barletta arriverà al “De Simone” con il fermo proposito di conquistare un risultato positivo per puntellare una classifica davvero asfittica. Ma il Siracusa non può sprecare l’occasione di fare punti ai danni di una diretta rivale nella lotta per la sopravvivenza. E non è difficile prevedere che si tratterà di uno scontro dagli elevati contenuti agonistici. Giuseppe Di SIlvestro


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IL SIRACUSA HA UN NUOVO ALLEATO IN SERIE A:

IL PALERMO (r.s.) Il Siracusa cerca di guadagnare credito presso le società di Serie A. Nelle intenzioni deL club azzurro c’è, infatti, la volontà di porsi come accreditato e credibile interlocutore di club della massima serie. In questo senso, con la Sampdoria esiste da diversi anni un protocollo d’intesa, che non ha però permesso ancora lo “sbarco” in Sicilia di giovani promesse blucerchiate. Con la Juventus dell’amico Beppe Marotta le relazioni, avviate questa estate, sono invece ancora in fase embrionale. I contatti ci sono stati. Di nomi ne sono girati a sufficienza. Però, al di là delle pretese economiche, rimane complicato far accettare un trasferimento così a sud ai talenti della Primavera di società settentrionali. Un problema che può essere risolto affidandosi a chi la Serie A la vive da anni e nemmeno troppo lontano da casa nostra: il Palermo. La scorsa settimana, il presidente Luigi Salvoldi ha incontrato a cena il vicepresidente del Palermo, Miccichè. Tra una portata e l’altra si è, ovviamente, parlato di sinergia e collaborazione tra le due società. Il dirigente rosanero ha mostrato ampia disponibilità, ascoltando le richieste del Siracusa. Fondamentalmente, Salvoldi ha manifestato la volontà di “appoggiarsi” alle conoscenze

specifiche del Palermo in tema di organizzazione, struttura e funzionalità di una società di calcio. Ma si è anche parlato di giocatori da mandare in prestito a Siracusa, per crescere in Prima Divisione. “Ci siamo trovati di fronte delle persone serie e disponibili”, spiega il presidente Salvoldi. “Con grande umiltà, abbiamo presentato i nostri progetti, iniziando tutta una serie di discorsi che saranno approfonditi in seguito. Siamo una piccola società, ma vogliamo fare le cose per bene. Proprio per organizzarci meglio abbiamo bisogno anche del know-how di una grande. Abbiamo fatto salti importanti negli ultimi anni e dobbiamo strutturarci in maniera adeguata”. Se l’accordo con il Palermo dovesse andare in porto nei modi e nei termini in ci si è discusso con Guglielmo Miccichè, a Siracusa potrebbero arrivare dei giovani del vivaio rosanero. Che, così, non dovrebbero nemmeno allontanarsi molto da casa per giocare tra i professionisti. “Ho avuto modo di notare che siamo accomunati dalla volontà di portare avanti i giovani. E’ chiaro che le scelte dei calciatori dipenderanno dalla loro qualità. Non chiediamo mica di avere in prestito quelli pronti per la B. Se qualcuno deve maturare in Lega Pro, però, invece di andare al nord, potrebbe venire qui”. La col-

laborazione potrebbe prevedere anche degli stage, organizzati a Siracusa con l’aiuto di tecnici e osservatori del Palermo. “Così daremmo una chance ai giovani del nostro territorio che magari non possono spostarsi verso il capoluogo o Catania”. Il vicepresidente rosanero conferma l’intesa con il Siracusa. “Dobbiamo solo ratificarla”, fa sapere. I tempi non saranno lunghi. E per accelerare, avrebbe consegnato agli emissari azzurri una lista di giovani in prestito a società del nord come Novara e Grosseto. “Teneteli d’occhio e fatemi sapere chi vi serve a gennaio”, avrebbe detto Miccichè a Salvoldi. Positiva l’accoglienza riservata dalla due tifoserie alla possibile sinergia. Palermo e Siracusa sono legate da antico gemellaggio e consolidata simpatia. Un tifoso rosanero, sul web non lesina entusiasmo: “mi piace il Siracusa, come città e società. Se in serie A ci sono città come Udine non vedo perchè Siracusa non potrebbe ambire in un futuro a militare in qst categoria..e sarebbe bello li potessimo aiutare noi”. I supporters azzurri ringraziano. E scaramanticamente incrociano le dita. “Il Siracusa in Prima Divisione è una realtà importante”, sottolinea Miccichè. Come a dire, armiamoci e salvatevi. Col Palermo al fianco.

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VINTAGE AZZURRO

SPEROTTO IL “VENDUTO”: FU SOLO UN EQUIVOCO PASSO’ PER SIRACUSA UN BOMBER DA SERIE A Sono tante le storie di calciatori che nel passato hanno indossato una sola maglia. Divenendo dei simboli di fedeltà, delel bandiere. Ricordiamo Rivera e Mazzola ed ai giorni nostri Totti e Del Piero. E altrettanti, specie nel calcio anni 70, sono stati i giocatori che si sono guadagnati la nomea di soldati di ventura, pronti a combattere sotto qualsiasi bandiera. Non vogliamo biasimarli, Oggi si direbbe scelta di vita. Allora, era vera e dichiarata scelta economica. Non era sempre e solo colpa loro se cambiavano maglia di frequente. Ma divennero un fatto di costume tanto che la stampa nazionale seguì con attenzione alcune evoluzioni. Una volta, si occupò di un giocatore che - seppur non avesse avuto una lunga carriera (1969-1979, appena un decennio) - aveva cambiato squadra ad ogni stagione. Neanche Bobo Vieri. Questo giovanotto di allora passò anche da Siracusa, naturalmente vi rimase soltanto un anno, ma qui si conquistò l’appellativo di “Bum-Bum” (come De Angelis, ndr) per via dei gol che sapeva segnare. Un centravanti di razza. Era Giannantonio Sperotto. Bella la sua favola da calciatore. Inizio all’oratorio del paese Breganze. Poi subito il grande salto: viene tenuto d’occhio dagli osservatori e, non ancora sedicenne, passa al Lanerossi Vicenza in serie A. Era uno che vedeva la porta. Di sè una volta a Siracusa disse: ”un centravanti è tale soltanto se fa gol”. E lui li faceva. Ad appena diciot14

to anni ( 29 gennaio 1969) l’esordio in serie A. Il Vicenza gli fa giocare tre partite. Per valorizzarlo e fargli fare un intero campionato viene prestato all’Udinese serie C, dove gioca 35 partite e segna ben undici reti. Con tanta modestia, disse di questo trasferimento: “nel calcio occorre umiltà, fiducia dell’allenatore, ottimo rapporto con il pubblico, perché passando da categorie superiori a quelle inferiori, se non si hanno questi principi, rischi di bruciarti”. Dopo quella stagione brillante, l’adocchiò il Siracusa. Si giocava nel campionato di C (71-72). Arrivò in Sicilia forte delle credenziali che si era conquistato. E in effetti seppe tenere alto il suo nome, giocando 38 partite e mettendo a segno undici reti. Lui che voleva avere un bel rapporto col pubblico, provò giorni di tanta amarezza perché il Siracusa stava precipitando nella serie inferiore e dopo la partita del 9 maggio 1972 (pareggiata due a due, punto che valse la salvezza), i tifosi siracusani gli gridarono “venduto”. Durò poco questo equivoco. Infatti a salvezza già acquisita, l’11 giugno 1972, ultima di campionato, i tifosi entrarono in campo e lo portarono sulle spalle. Per lui un’apoteosi. Si era confermato “cannoniere” e il Siracusa voleva trattenerlo. Gli occhi di molti però erano puntati su questo giovane. Infatti aveva appena 21 anni. Il Siracusa - che aveva trovato un campione non voleva cederlo e trattò con la sua società, il Vicenza. Offrì 25 milioni per la comproprietà ma la Lucchese, che si era fatta sotto, ne offri 40 cash, sempre per la comproprietà. Ed il ragazzo volò a Lucca, registrando un nuovo trasferimento, giocando 31 gare e

segnando però soltanto otto gol. Di mercato ne ha sempre avuto. E anche alla Lucchese piovvero offerte. Alla fine, l’Avellino - che era in serie Bne acquisì il cartellino. Giocò 34 gare e mise a segno otto reti. A fiori di milioni lo prese il Varese in serie A (74-75). Giocò 26 gare, anche per via di alcuni infortuni, e mise a segno 5 reti. Non molte. Altra stagione, altro trasferimento sempre in serie A ma in uno squadrone: il Napoli. Soltanto 10 partite ed uno solo gol, ma aveva concorrenza di livello. C’era un certo signor Savoldi, acquistato già allora per due miliardi. Ed era un bomber che segnava a raffica. Sperotto perse il posto da titolare. E si profilò a fine stagione l’ennesimo trasferimento: Catanzaro, sempre in A. Venti gare e due soli gol. Lo adocchiano comunque quelli della Roma e l’anno successivo (77-78) indossa la maglia dei capitolini. Sette gare un gol. Qui gli riescono semirovesciate passate alla storia ed i giornalisti definirono quel gesto “della bicicletta”. E Sperotto - che ci aveva provato anche a Siracusa - divenne il titolare dell’acrobazia sportiva. Le cose non vanno come lui voleva. Inserirsi negli squadroni è difficile, non gli rinnovano il contratto, al suo posto l’anno successivo arriva il neo allenatore del Siracusa, Ugolotti. Sperotto torna in serie C , con la Reggiana: 18 gare e quattro reti. Da qui, fine della storia. Ad inizio del campionato 79-80 è senza squadra. Ancora ventottenne si dedicò a quell’hobby che aveva da sempre: la caccia. Da allora soltanto tornei con amici. Paolo Catania


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Dove e’ finito...?

Matteo

Inviate le vostre domande e curiosità a

redazione@sportivissimosr.it

Di Piazza

IL CARTELLINO E’ DEL CHIEVO, LUI GIOCA IN C2 E’ andato al nord. Il suo cartellino è del Chievo e gioca in prestito in C2, con la Pro Vercelli. Ha disputato quattro gare e ancora nessuna rete. Da quando “esplose” nel Vittoria in serie D, con 17 reti, non riesce più a ripetersi. Ha messo a segno soltanto un go in C1 col Benevento nel 2008, una con il Sud Tirol, sempre C2, nel 2009, e uno nello stesso anno col Rimini. Poi a Siracusa in dodici gare nessuna rete. Una “maledizione” che sta portandosi appresso. E dire che fisicamente ha la stazza giusta e le qualità non mancano. Speriamo che si sblocchi.

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A1

PA L L A N U OTO

maschile

PARTE IL CONTO ALLA ROVESCIA Campionato al via il 16 ottobre Ortigia in casa contro Recco

(anto) Ancora dieci giorni, e poi sarà nuovamente Serie A1. L’Ortigia maschile è tornata nel massimo campionato nazionale, dopo tre anni di purgatorio in A2. Il calendario ha riservato subito una bella sorpresa. Unoscherzo della sorte davvero niente male visto che i biancoverdi di Aldo Baio debutteranno in casa, sabato 16 ottobre, contro la Pro Recco. Compagine campione d’Italia e d’Europa in carica. Giusto per dar eil benevenuti in A1 a Puglisi e soci. “Ultima settimana e mezza di lavoro – ci racconta il tecnico Aldo Baio – per poi iniziare a fare sul serio. Per migliorare la condizione atletica, stiamo organizzando diverse amichevoli. Certo che la stagione inizia subito contro

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i più forti in assoluto...”. La prima fase di Coppa Italia, in quel di Latina, ha rappresentato un test utile in prospettiva. Siracusani eliminati, ma a testa alta. “È stato il primo impegno ufficiale della nuova Ortigia. Opportunità importante per confrontarci con squadre che andremo ad incrociare in campionato. Non ci siamo qualificati, però ho avuto indicazioni rassicuranti dalle tre gare disputate. Tutto sommato sono state delle buone partite. Abbiamo regalato dei gol molto ingenui, e su questo aspetto bisognerà lavorare. Con il Latina, per esempio, abbiamo pareggiato ma dovevamo chiudere prima la partita. Eravamo ancora a in preparazione in corso e non eravamo al completo. Mi ritengo soddisfatto”. Intanto gli appassionati hanno fatto partire il conto alla rovescia. “La squadra è tornata a casa dopo tre anni. C’è attesa, e lo capisco – afferma Baio - però io vivo tutti i giorni le difficoltà che questa nuova

categoria comporta. Ci confronteremo in un campionato molto difficile, altamente livellato. Stiamo lavorando per centrare la salvezza senza troppo soffrire. Il nostro obiettivo primario è il mantenimento della categoria e voglio ripeterlo per evitare fraintendimenti”. Iniziamo a conoscerlo meglio questo campionato. Chi lotterà per lo scudetto? “Pro Recco ancora favorita. Anche se il Savona ha lavorato molto bene. Sarà lei l’antagonista principale del Recco. Il Brescia ha operato bene sul mercato, però lo vedo un gradino sotto. E poi il solito Posillipo, che ha cambiato parecchio. Queste quattro hanno qualcosa in più”. Per tutte le altre, un torneo a parte. “Com’è normale che sia. Noi dovremo puntare sulle nostre forze, sulla compattezza del gruppo. Avrei voluto confermare tutti i ragazzi dell apassata stagione. Ma non è stato possibile. Vedi, su tutti, il caso D’Antoni”. Riccardo D’Antoni, autentica bandiera della pallanuoto siracusana, è stato ‘costretto’, dall’azienda per la quale lavora, a lasciare lo sport agonistico. “Ci siamo trovati obbligati a guardare altrove. Cercando d’inserire i giusti correttivi. Pensiamo di aver agito bene”. Si torna in A1, ma la piscina resta..scoperta. “Non sono discorsi che mi riguardano. So soltanto che noi ci alleniamo con tante difficoltà, sotto la pioggia, con il vento. Vorremmo più attenzione. Soprattutto dai politici. Stiamo parlando di una realtà come l’Ortigia e di un campionato importantissimo. Tutti gli sport meritano lo stesso rispetto”. In conclusione, una battuta sul Settebello tornato grande. “Sono stato due anni con Sandro Campagna. Un allenatore con grandissima esperienza. Sta dimostrando tutto il suo valore. È riuscito a conquistare la finale agli Europei nonostante un girone durissimo. Spero che l’argento ottenuto faccia avvicinare più gente possibile, e faccia crescere ancora questo sport”. Un risultato, da cui ripartire. Ortigia compresa.


FINNOVA COSTANZO VOLLEY Il nuovo corso della pallavolo siracusana comincia qui

(gct) Si chiama Finnova Costanzo Volley la nuova società che prova a rilanciare la passione per la pallavolo in città. Rimane nel nome il riferimento a quella Costanzo che centrò un paio di stagioni addietro la promozione in B1 per poi sparire. Ma tanti sono gli elementi ed i volti nuovi, pur nel segno della continuità. Il primo è quello del presidente, Francesco Di Parenti. Che ci spiega il nuovo progetto. Cosa ha in comune questa Finnova Costanzo Volley con la Costanzo che ha raggiunto la B? “Gli elementi di continuità con il passato sono tre: il nome, che abbiamo voluto tenere in vita come atto di riconoscenza verso una società che ha fatto scuola nella pallavolo femminile siracusana; le atlete, tutte ex Costanzo; e Santo Pizzo, ex presidente e storico dirigente della ex Costanzo, che ha abbracciato il progetto e porta la sua esperienza e la conoscenza dell’ambiente. Per il resto, la società è del tutto nuova e non ha legami con la vecchia proprietà”. Da dove (e quando) si parte? “Si parte in questi giorni, perché abbiamo dovuto attendere gli svincoli delle ragazze. Saremo impegnati in tutti i tornei giovanili e in Prima divisione: non potevamo fare diversamente, visto che siamo una società nuova. Ma soprattutto partiamo da un settore giovanile molto forte, lo stesso che lo scorso anno a livello regionale ha fatto due primi posti (Under 13 e Under 14),

un secondo posto (Under 18) e che alle finali nazionali Under 14 ha fatto un undicesimo posto, in linea con i risultati delle siciliane negli anni precedenti”. Quali gli obiettivi? “Ci piacerebbe ben figurare a livello regionale nell’Under 16. Ma vogliamo fare bene anche in Prima Divisione. La passata stagione, le ragazze del settore giovanile hanno sfiorato la promozione in serie D, perdendo solo in finale. Quest’anno il campionato sarà più duro ma il passaggio di categoria è importante per lo sviluppo del progetto. Di cui i risultati sono solo un aspetto. A noi interessa soprattutto l’obiettivo sportivo: valorizzare le giovani e diffondere la pallavolo a partire dai più piccoli”. Mettersi alla guida della società è una scelta di coraggio o responsabilità? “Nel nostro caso, una scelta di responsabilità. Non avrei mai pensato di dover fare il presidente di una società sportiva e lo faccio non per particolari meriti ma perché sono il papà di una giocatrice. Tutto questo sta succedendo perché la dirigenza della ex Costanzo aveva deciso di non proseguire, e allora un gruppo di genitori ha preso in mano la situazione e ha deciso di non disperdere tutto. Poi dico che ci vuole coraggio a impegnarsi nello sport a Siracusa, in un momento in cui girano pochi soldi e con la cronica carenza di strutture. Oggi non saremmo qui se un altro genitore, ex pallavolis-

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ta, con il marchio Finnova non avesse deciso di diventare il main sponsor della squadra”. Chi ti affianca in questa avventura? “Oltre a Santo Pizzo, ci sono tre pap di giovani atleteà: Francesco Todaro (vice presidente, ndr), Davide Biondini e Giuseppe Vinci, che conoscete meglio come bravo allenatore di pallamano”. Importante il ruolo dei genitori, anche in questa ripartenza... “Certo, ma non solo di chi è impegnato nella gestione della società. I genitori siamo sempre stati vicini alle nostre ragazze, anche dando una mano concreta alla vecchia società. Vogliamo che questo spirito non si perda, anche perché contribuisce a tenere l’ambiente sereno e il gruppo saldo. Altra cosa sono le scelte tecniche, sulle quali non può e non deve esserci alcuna ingerenza”. Parliamo dei coach... “Piena fiducia agli allenatori dello scorso anno, Franco Rubera e Maurizio Garozzo, con un nuovo innesto: Antonella Scollo, ex palleggiatrice della prima Costanzo e che è tornata a Siracusa dopo un periodo trascorso in Friuli. Rubera è il capo degli allenatori, guida la prima squadra e l’Under 16; Garozzo si occupa dell’Under 18; Scollo allena il gruppo che giocherà i tornei Under 13 e Under 14, coordinerà i centri di avviamento allo sport e interverrà per curare la crescita tecnica della ragazze più grandi nei fondamentali. Lavoreranno come un staff tecnico, scambiandosi esperienze e opinioni, anche dal punto di vista atletico”. E anche le ragazze meritano due parole... “Sono un gruppo eccezionale, rispetto all’età, dotate ancora di molti margini di crescita, se si pensa che le più grandi hanno 17 anni. Vale la pena di scommettere su di loro per rilanciare la pallavolo femminile siracusana. Sette, su dodici, sono entrate nella selezione provinciale per il Trofeo Sicilia, che si giocherà dall’8 al 10 ottobre nel palermitano, riservata alle Under 14. Diamo piena fiducia al settore giovanile perché non prenderemo innesti per il campionato di Prima divisione”.

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PALLAMANO Serie A1: Albatro Serie A2: Ortigia

Settimana serena in casa Albatro. La truppa guidata da Tone Medved prosegue nei suo progetto, rinfrancata dal successo al debutto in A1. Lo scorso sabato, il sette siracusano ha piegato l’Haenna nel primo derby della nuova categoria. Punteggio largo (37-26) e solite conferme. Ovvero, in attesa delle nuove leve, lanciate in prima squadra,a fare la differenza sono sempr ei soliti. D’altronde giocatori come Fusina, Zuniga e Viscovich sono abituati a ben altri palcoscenici. Classe cristallina, ma anche grande umiltà nel mettersi al servizio del gruppo e del nuovo corso dell’Albatro.

Sabato, in Lazio contro Gaeta, Medved cerca altre conferme. Soprattutto dalla fase difensiva, non ancora perfetta. In Serie A2, grande entusiasmo per il debutto dell’Ortigia di Angelo Bufardeci. E’ cambiata la cornice, si gioca infatti al Palalobello, ma l’avversio è ancora una volta il Mascalucia, ripescato. Partita non esaltante, vinta dai biancoverdi padroni di casa per 36-27. Soddisfatto del risultato, meno del gioco il neo tecnico ortigiano. “Abbiamo commesso troppi errori in attacco. Difesa piatta da rivedere. Abbiamo ancora molto da lavorare”.

(r.s.) C’è una sola formazione siciliana in serie A1 ed è il Città di SIracusa del presidente Salvatore Aliotta. Nel nuovo girone unico ad otto squadre, la formazione siracusana ha cercato di fare le cose in grande. Sono arrivati, infatti, l’ex campione italiano Massimiliano Mondello, il messinese Daniele Sabatino, e il greco Anastasios Riniotis. Mondello è un protagonista assoluto del tennis tavolo italiano e se fisicamente a posto, può recitare un ruolo di primo piano. Sabatino è un forte attaccante, al numero 20 nel ranking italiano. Riniotis è la ciliegina sulla torta, un giocatore di cui si dice un gran bene che dovrà adattarsi in fretta al campionato italiano. Le premesse sono ottime. Alla prima di campionato, infatti, Siracusa ha messo alle corde i campioni d’Italia in carica dello Sterilgarda, favoriti per la

vittoria finale. Il campionato si annuncia di gran livello, grazie alla presenza di giocatori cinesi, svedesi, slavi garanzia di spettacolo. Non solo serie A per il Città di Siracusa. Rappresentative sono ai nastri di partenza anche dei campionati nazionali di serie B2 (due formazioni) e C1 (una formazione). Obiettivi diversi per le due squadre di B2. La selezione “A” del Città di Siracusa proverà a disputare una stagione di vertice. Patrizio Mazzola, Massimo Cavallaro

TENNIS TAVOLO In massima serie c’è anche Siracusa Il greco Riniotis la sorpresa

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e Raffaele Iacono proveranno a installarsi nelle parti alte della classifica. La seconda selezione siracusana - composta dal difensore Giuseppe Gamuzza, Daniele Romano e dai promettenti giovani Mollica e Vitaliti - ha come obiettivo la conquista della salvezza. In C1, invece, la società di Aliotta prova a lanciare alcuni giocatori dalle buone prospettive, come l’attaccante Roberto Perno, il difensore Sebastiano Genovese, Rosario Basile, Angelo Bianca e l’under Giuseppe Sansone. In ambito regionale, il Città di SIracusa presenta due formazioni in C2. Con Benedetto Moltisanti, Ignazio Canerotti e lo stesso Aliotta si mira alla promozione. Obiettivo salvezza, invece, per la coppia storica Pippo Miceli-Salvo di Benedetto e il supporto di Carmelo Garofalo.


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