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ACQUISIZIONI IN VISTA PER CIRFOOD RETAIL, SI ALLARGA IL PORTAFOGLIO COMMERCIALE

La società è impegnata nello sviluppo di Poormanger e fa tris a Roma con Antica Focacceria San Francesco. Ma intanto mette gli occhi su piccole catene da far crescere

Cirfood Retail continua a farsi strada nell’affollato panorama della ristorazione commerciale. L’Antica focacceria San Francesco gode di ottimi risultati e ha aperto da poco un nuovo locale a Roma. Kalamaro Piadinaro rimane un po’ in stand by, mentre ora lo sviluppo si sta concentrando su Poormanger, la catena nata a Torino, specializzata nella patata ripiena, acquisita nel 2021. E all’orizzonte, nella seconda metà dell’anno, ci sarà almeno una nuova acquisizione: “Puntiamo a brand che vadano ad aggiungere qualche tassello mancante al nostro portafoglio. Stiamo valutando diverse opzioni, nessuna di queste è imminente. L’importanza è che si parli di qualità e di prodotti che arricchiscano il nostro ventaglio di marchi” ha suggerito Leopoldo Resta, amministratore delegato di Cirfood Retail. Tra le ipotesi potrebbe esserci la pizza, o magari il vegano, o l’etnico. Al momento l’azienda non fa trapelare dettagli.

Ottica di lungo periodo

“Siamo caratterizzati da una strategia industriale che non cambia” ha spiegato ancora il manager. “Puntiamo ad acquisire catene piccole, ma con un alto potenziale. E quando sposiamo una causa, la portiamo avanti sul lungo periodo, cercando di crescere in maniera ragionata. Il contrario, per intenderci, di un approccio di tipo private equity, dove i soggetti finanziari mettono gli occhi sulle catene per imprimere una crescita molto rapida e poi monetizzare l’investimento”. Su queste basi, dal 2021, viene sviluppato il format Poormanger, nato a Torino nel 2011 da un’idea di Daniele Regoli. Il brand per ora conta su cinque locali ed ha appena inaugurato il secondo ristorante a Milano, in via Paolo Sarpi: una location di grandi dimensioni, sviluppata su due piani, con 150 posti a sedere all’interno e 40 all’esterno. A fine marzo era arrivato anche il terzo locale a Torino, vicino alla stazione di Porta Nuova, ma adesso l’obiettivo è iniziare una penetrazione in altre importanti città del Nord. Entro fine anno dovrebbe vedere la luce il primo punto vendita di Bologna e successivamente nel mirino ci sono anche centri come Genova e Padova. “Poormanger è un ottimo format” dice ancora Leopoldo Resta. “Si confronta con il segmento solitamente indicato come casual dining, ma il nostro brand si caratterizza per l’accessibilità e per l’ottimo rapporto qualità prezzo” aggiunge. Il menù propone innanzitutto la patata cotta all’inglese (jacket potatoes), al 100% italiana, che arriva da un fornitore dell’Emilia Romagna. Vengono privilegiate materie prime a filiera corta e quindi, sia nel condimento delle patate sia negli altri piatti (dolci e antipasti) molti ingredienti arrivano dal territorio o da presidi Slow food, come il peperone Igp di Carmagnola, gli ortaggi prodotti da una cooperativa di Chieri (To), la salsiccia cruda di vitello, preparata da un piccolo macellaio di Torino. E come l’immancabile vino sfuso, dall’Azienda Agricola Manera, nelle Langhe.

Accelerata sui ricavi

Sul fronte dei numeri, Cirfood Retail chiuderà il 2022 con circa 28 milioni di euro di ricavi, all’incirca suddivisi tra i 20 generati da Antica Focacceria, circa 6 di Poormanger e 2,5 da Kalamaro Piadinaro. L’acquisizione annunciata non sarà l’unica operazione dei prossimi mesi. L’intenzione è di arricchire ulteriormente il portafoglio e dare una dimensione più ampia a Cirfood Retail, che oggi rappresenta ancora una porzione minore del giro d’affari di Cirfood, colosso della ristorazione collettiva e del welfare, che nel 2021 aveva raggiunto la bellezza di 475 milioni di ricavi. Aspetto importante: per ora la gestione dei punti vendita avviene sempre in modalità diretta. Non c’è intenzione di aprirsi al franchising.

Il food District, cuore della ricerca

Lo scorso ottobre è stato inaugurato il Cirfood District, un centro di ricerca sul cibo tra i più importanti in Europa. Alle porte di Reggio Emilia, è uno spazio di ricerca gastronomica realizzato con la collaborazione dell’università di Scienze gastronomiche di Pollenzo. Contiene un laboratorio, una cucina sperimentale, 12 postazioni per la valutazione dei piatti, e un ristorante sperimentale dove migliorare le modalità di servizio e distribuzione dei cibi. Alla ricerca sul cibo si accompagna quella più teorica, per esempio sulle abitudini degli italiani in pausa pranzo, svolta mediante le pubblicazioni periodiche di un Osservatorio. Il “distretto del cibo” di Cirfood nasce principalmente al servizio delle attività principali del gruppo, ossia la ristorazione collettiva di mense aziendali e delle scuole. Ma la ricerca sul cibo finisce anche al servizio della sezione “commerciale”. E l’iniziativa rispecchia l’impegno di lunga data, di Cirfood, in fatto di sostenibilità.

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