7 minute read

IN 13 SUL PODIO, MA A VINCERE È IL FOOD RETAIL

Archiviata la quinta edizione di Foodservice Award. L’evento promosso da Edifis ha messo insieme oltre cento catene della ristorazione, in un momento di svago e di confronto, culminato con la serata finale allo stadio di San Siro. Ecco i riconoscimenti e i numeri del contest. Appuntamento al 2025

Le luci di San Siro hanno incorniciato la serata finale della quinta edizione di Foodservice Award Italy. Evento culminato con la premiazione avvenuta lo scorso 24 Maggio, nel tempio del calcio milanese. Un’edizione da record per la casa editrice Edifis: 106 insegne finaliste in rappresentanza di 4.893 punti vendita. “Con ogni probabilità, è la prima volta che i rappresentanti di così tante insegne italiane si riuniscono insieme, nello stesso contesto, sotto lo stesso cielo” ha detto Andrea Aiello, amministratore delegato di Edifis, aprendo la cerimonia di consegna dei premi ai vincitori.

Passandoli in rassegna, sul gradino più alto del podio c’è stato spazio per i brand di respiro internazionale come KFC, la pizza fragrante di Crocca, l’interessante “pairing” tra food e beverage di Doppio Malto e la coffee experience di Pascucci. Fra i premiati, anche la ristorazione etnica di successo di wagamama, l’interpretazione moderna del panino all’italiana di Come

Vuoi… Pane & Condimenti, il layout e l’offerta di grande impatto di VyTA, la forza dei numeri di Crema & Cioccolato, l’esperienza non solo food ma anche “digital” di Golocious e l’impegno anche fuori dai ristoranti di Fratelli La Bufala. E poi i “premi speciali” assegnati a Kebhouze, a Motta Milano 1928 e a PizzaAut, rappresentata dal fondatore Nico Acampora

Il FA2023 è stata quindi l’occasione per toccare con mano lo sviluppo significativo delle catene, non solo per la crescita numerica, ma soprattutto per il dinamismo dell’offerta in gioco, composta da brand diversi per storia, numeri, prodotti e capaci di svilupparsi in ogni tipo di canale. Argomenti di cui si è parlato a lungo ai tavoli del Gala Dinner e durante il Summit del pomeriggio, in cui sono intervenuti diversi esperti del settore (vedi articolo nelle pagine successive) per fare il punto sul settore. I nostri ringraziamenti vanno a tutti i partecipanti, agli sponsors e a tutte le associazioni partner, a partire da AIGRIM (Associazione imprese grande ristorazione multilocalizzate) e poi UBRI (Unione dei brand della ristorazione italiana) e di seguito ADCC, Asshoreca, ATRI, CNCC, Confimprese e Federfranchising. Consegnata agli archivi la quinta edizione del nostro award, non ci resta che iniziare a pensare all’appuntamento al 2025.

I NUMERI

106 catene, in rappresentanza di 4.893 punti vendita

69mila addetti

10% quota di mercato “fuori casa”

Caffè Pascucci

Un’impresa familiare dal respiro internazionale. Caffè Pascucci è il risultato di una sapiente formula fatta di qualità dei prodotti, spazi accoglienti e staff ben formato. La miscela di questi fattori si traduce in una coffee experience di alto livello capace di incontrare il gusto di un ampio spettro di clientela nazionale e internazionale come sottolineano gli oltre 600 shop sparsi nel mondo.

Crocca

Una piccola catena con le idee chiare. Generosa e sottile, la pizza di Crocca è un esempio di prodotto giovane ma con le carte in regola per trovare una giusta collocazione nell’impegnativo segmento che occupa, con una proposta solida sotto il profilo del gusto, della tradizione, della qualità delle materie prime e del posizionamento in termini di rapporto qualità/prezzo. Il tutto incorniciato in un ambiente informale e giovanile sottolineato da un servizio ben allineato all’offerta.

Caff E Cioccolato Pizza

QUICK SERVICE RESTAURANT KFC Italia

A quasi 10 anni dal suo arrivo in Italia, KFC ha portato in 15 regioni della Penisola 67 locali del colonnello Sanders, dove la velocità del servizio fa il paio con un’esperienza di consumo giovane e dinamica. E con il recente ingresso nel sistema di un Corporate Franchisee, il format made in USA punta a raggiungere il traguardo di 200 ristoranti su tutto il territorio nazionale nei prossimi 5 anni.

Doppio Malto

Doppio Malto ha saputo creare, primo format in Italia, un pairing antelitteram tra proposta food e beverage, con 14 tipologie di birra made inItaly. Prodotte negli stabilimenti di Erba e Iglesias, le birre sono protagoniste del menu dei locali dell’insegna in giro per l’Italia e l’Europa: 38 “luoghi felici”, come recita il claim del concept di Food Brand, dove vivere esperienze conviviali uniche.

Wagamama

wagamama celebra la cucina panasiatica, con una proposta che ha saputo convincere la clientela di casa nostra e che rappresenta un punto di riferimento per il turista internazionale. Approdato in Italia nel 2017, il brand ha da poco tagliato il nastro del decimo locale. Dalla sostenibilità dei ristoranti, alla presenza di piatti vegan, fino all’uso sapiente del digitale, racchiude tutti gli elementi di una proposta food al passo con il mercato di oggi.

Come Vuoi… Pane & Condimenti

La catena Come Vuoi… Pane & Condimenti ha radici forti in Puglia, suo territorio di origine ma ha progetti di sviluppo ambiziosi e dalle grandi potenzialità sia in Italia che all’estero. Con 11 punti vendita, di cui 5 all’interno di grandi shopping mall, e un layout casual chic, contemporaneo e accattivante, l’insegna reinterpreta in modo moderno e fantasioso il “fast food” italiano per eccellenza (fatto di pane artigianale, ingredienti di qualità e fantasia), adattandosi perfettamente alle nuove esigenze dei visitatori dei centri commerciali.

Golocious

Non il solito hamburger. E non la solita app. Il giovane brand Golocious ama uscire dagli schemi e sceglie di coinvolgere i clienti in un’esperienza digitale, divertente e colorata, che supera i confini del food e abbraccia quelli del gioco e dell’entertainment. Un social network integrato, selfie e “gamification” danno vita a un’interazione energica che rafforza la relazione con i clienti. Con 15 locali da Nord a Sud e altri 30 in arrivo, l’insegna sa dialogare con le nuove generazioni e interpretare, attraverso un linguaggio moderno e innovativo, i gusti che cambiano e i tempi che viviamo.

FOOD RETAIL: A LEZIONE DI FINANZA

Qual è la traiettoria del settore, in termini economici? La ristorazione “out of home”, in Italia, vale circa 75 miliardi di euro e pesa per circa il 15% sul fatturato europeo, come emerso dal Summit che ha preceduto la serata di gala, convegno cui hanno partecipato circa cento manager del settore. Nel Continente siamo al top, insieme alla Spagna (al 17%). Da noi spicca un 15% del “travel” e le catene si attestano al 9%-10% del

Urban

mercato. Distanti da Paesi come Usa e Gran Bretagna, intorno al 50%, ma comunque in costante crescita. “Il nostro outlook, per l’Italia, prevede una crescita del settore in termini di Cagr del 2% nel periodo 2022-2027” secondo Tommaso Nastasi, Partner value creation service di Deloitte Italia. Dal summit emerge una tendenza: la polarizzazione sempre più marcata tra proposte “premium” e quelle “value for money”. Che ruolo può avere la finanza? “Per un fondo di private equity, in teoria ci sono oggi tante occasioni per investire nelle catene. Ma per valutare un’operazione, l’attenzione è massima su controllo di gestione, replicabilità, prevedibilità del rapporto costi/ricavi per ciascun punto vendita. Oltre ovviamente alla qualità” secondo Stefano Caspani, Managing

Crema&Cioccolato

La forza dei numeri e l’appeal di un prodotto dalla formidabile marginalità fanno di Crema & Cioccolato una delle proposte più interessanti del food franchising italiano. Con 670 shop aperti in tutta Italia l’insegna di caffetteria, gelateria e piccola pasticceria prosegue sui binari dello sviluppo rappresentando un interessante polo d’attrazione per imprenditori che credono nelle potenzialità del foodservice italiano.

director di Dea Capital Alternative Funds. “Gli stessi concetti riguardano il supporto bancario: gli istituti possono senz’altro finanziare una catena, a patto però di selezionare business plan solidi e il più precisi possibile. A tassi, va detto, non certo regalati” secondo Alberto Gennarini, Managing partner di Vitale & Co, sollecitato dalle domande di Stefano Migliorini, partner di Nuo “A catturare l’appetito sono soprattutto i formati agili, come quick service e fast casual. Anche a livello internazionale, resta un mercato fatto di aziende piccole e medie, con una forte connotazione nazionale, dove le operazioni di M&A in restano intorno a 50-100 milioni di euro di valore” ha spiegato Vincent Mourre, Ceo di WhiteSpace Partners. Consigli in pillole: non c’è solo il priva- te equity. Anche i “club deal” o i “family office” possono diventare partner di capitale, magari con una quota di minoranza, ma intanto aiutare lo sviluppo e instillare nelle imprese la necessaria cultura manageriale. Infine, occorre puntare su innovazione e tecnologia. “C’è un mondo di possibili partner, anche start up, che possono far svoltare una catena di ristorazione, ma vanno selezionati da esperti” ha ragionato Sharon Cittone, founder di Edible Planet Ventures. “La tecnologia può far ridurre gli sprechi, aprire a nuovi filoni come il plant based, accelerare sulla CRM e in qualche caso rivoluzionare i processi. Un esempio? I robot in cucina, che per molte azioni ripetitive sono davvero il futuro, non vanno visti come una trovata fantasiosa”.

TRAVEL RETAIL VyTA

Quando si dice il fine food a portata di viaggiatore. VyTA, format del portfolio di Areas-MyChef, è la quintessenza dell’italianità: materie prime di qualità e un layout di grande impatto. Anche il viaggio può prendere gusto, anche la fretta può svelare scoperte. Per un’ottima sosta in stazione.

Fratelli La Bufala

Fratelli La Bufala compie 20 anni. In questo cammino, ha operato affinché la sostenibilità fosse qualcosa di concreto, e non uno slogan, grazie a progetti che spaziano dalla formazione al disagio giovanile, dalla valorizzazione dei presidi Slow food fino a tecniche di cottura a basso impatto ambientale. Il tutto orchestrato da un board al 100% femminile, punto di orgoglio della famiglia Marotta.

Sostenibilit

Le Menzioni Speciali Della Giuria

Oltre ai dieci vincitori delle categorie in gara, la giuria di Foodservice ha deciso di premiare tre brand che si sono contraddistinti per meriti particolari. Una di queste menzioni è stata decisa dall’associazione di categoria UBRI, che ha voluto insignire una delle novità più recenti e dinamiche del panorama della ristorazione, Kebhouze, catena di kebab lanciata a fine 2021 da Gianluca Vacchi. Edifis, invece, ha scelto di dare un riconoscimento a un colosso de travel retail, Autogrill, in modo particolare per aver saputo mantenere e rilanciare un marchio storico come Motta 1928. Infine, le redazioni hanno deciso di celebrare una realtà come PizzAut, concreto esempio di inclusione e di impegno sociale, la catena fondata da Nico Acampora che impiega personale affetto da autismo.

Vincenzo Ferrieri (al centro), presidente di UBRI, premia l’amministratore delegato Marco Micangeli (a sinistra) e il general manager di Kebhouze, Oliviero Zonfrillo

PizzaAUT

This article is from: