Approfondimenti
Accordo quadro: flessibilità e semplificazione per i contratti pubblici? Il nuovo “accordo quadro” previsto dalle recenti Direttive europee e trasposto nel nostro ordinamento dal D.Lgs. 50/2016, introduce diverse innovazioni che fanno sì che questo strumento possa eleggersi a strumento principe per attuare la tanto invocata flessibilità nella contrattualistica pubblica. La possibilità di ricorrere all’accordo quadro anche per i servizi e per gli interventi complessi di manutenzione, ristrutturazione e nuova costruzione, pone lo strumento come potenziale punto di riferimento per le pubbliche amministrazioni per la programmazione strategica dei propri processi di procurement. Di contro è proprio la maggiore flessibilità tipica dello strumento che impone alle stazioni appaltanti un’accurata valutazione su come declinare le clausole e le modalità di funzionamento dell’accordo quadro al fine di preservare la par condicio, la trasparenza e l’attrattività dello strumento da parte degli operatori economici. Framework agreement: flexibility and simplification for public contracts? The new “framework agreement” provided for by recent European Directives and transposed into the Italian legal system through Legislative Decree 50/2016 introduces several innovations that make it an essential instrument in implementing much-talked-about flexibility in public contracts. The opportunity to resort to the framework agreement also with regard to services and complex maintenance, renovation and new construction works, renders the instrument a potentially significant reference for public administrations in the strategic planning of procurement processes. Furthermore, it is precisely with greater flexibility that the instrument provides contracting authorities with guidelines on how to stipulate clauses and methodologies for implementing the framework agreement with an aim to preserving the fairness, transparency and attractiveness of the instrument in relation to economic operators.
Ciro Pisano* Francesco Vitola*
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Il contesto di riferimento I recenti dati presentati dall’osservatorio congiunturale dell’ANCE evidenziano come la ripresa economica dell’Italia (PIL, +1,6%) rispetto il resto del contesto dei paesi europei (PIL, +2.4), risenta negativamente dell’andamento del settore delle costruzioni e, in particolare, della mancata ripresa delle opere pubbliche. Analizzando il settore nel suo complesso dal 2008 (precrisi) al 2017, si rilevano due dati
FMI Facility Management Italia n.36/2018
significativi: il costante e inesorabile incremento degli investimenti per le manutenzioni e riqualificazioni di abitazioni (circa +21%, passato, dal 2007 al 2017, dal 20% al 38% degli investimenti complessivi del comparto), e un significativo calo degli investimenti in opere pubbliche (-51,1%, passato nell’ultimo decennio 24,2% ad un 18,6% degli investimenti complessivi del comparto). Tale dato è ancora più allarmante se si considerano due fattori: gli investimenti in opere pubbliche