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MONDO FM

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Mercato servizi FM: in crescita ma senza qualità

Con un fatturato di oltre 62 miliardi e una crescita di oltre il 3%, il mercato nazionale dei servizi di Facility Management manifesta uno stato di salute rassicurante, specie se rapportato allo stato di crisi profonda e forse irreversibile in cui versano altri settori nel tempo più consolidati, quello dei lavori pubblici in primis. Come rileva l’indagine di mercato della Fondazione Scuola Nazionale Servizi, questo stato di salute tuttavia contrasta con il livello di qualità dei servizi erogati nei confronti delle PA, in assenza di riduzione di costi. A due anni dall’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti, si è dunque in presenza di una diminuzione dell’efficienza del sistema degli acquisti pubblici di servizi settoriali.

FM services market:growth without quality

With a turnover of over 62 billion euros and a growth of over 3%, the Italian Facility Management services market is in a reassuring state of health, especially in comparison to the deep and arguably irreversible crisis affecting other once more consolidated sectors, such as that of public works above all. However, as highlighted in a market survey by the National School of Services Foundation (Fondazione Scuola Nazionale Servizi), the state of health of the FM services market contrasts with the actual quality of the services provided to public administrations, in the absence of cost reductions. Consequently, two years after entry into force of the new Procurement Code, there is an evident lack of efficiency in the sector services public procurement system.

La Fondazione Scuola Nazionale Servizi ha recentemente presentato i dati della ricerca annuale sul mercato dei servizi di Facility Management in Italia. Il dato saliente che emerge dallo studio è che il comparto cresce sensibilmente di oltre il 3% e torna ai livelli del 2012, con un fatturato globale di oltre 62 miliardi. Questo valore tiene conto di stime realizzate dalla Fondazione Scuola Nazionale Servizi sul Valore della Produzione delle aziende di trasporto e logistica con una significativa attività di logistica interna, quindi non solo del settore movimentazione merci, che è stato invece analizzato nel dettaglio e che è parte del computo totale dei dipendenti e delle imprese di seguito evidenziati. L’occupazione nel settore ha superato per la prima volta il milione di dipendenti, attestandosi a 1.015.407. In crescita, di circa mille unità, anche il numero di imprese dell’articolata filiera. Questi i dati che emergono incentrati sulle imprese con valore della produzione superiore ai 100 mila euro (per 2 categorie sono considerate solo le imprese con fatturato superiore ai 10 milioni di euro), operanti

a cura di Alberto Ferri*

nei 9 settori tipologici analizzati: servizi energetici e manutentivi; ƒ servizi di pulizia; ƒ servizi ambientali; ƒ servizi culturali; ƒ servizi di lavanolo; ƒ servizi di movimentazioni merci; ƒ servizi alla persona; ƒ servizi di ristorazione collettiva; ƒ servizi di vigilanza. Nell’analisi, effettuata sui bilanci consuntivi 2016, tutti gli indici presi in esame mostrano segnali positivi. La redditività delle imprese di Facility Management è in miglioramento, anche se gli effetti positivi non sono omogenei tra i vari settori. L’utile netto generato è stato di 953 milioni di euro, maggiore dei 713 milioni del 2015, ma alcuni settori hanno registrato un dato negativo (la movimentazione merci e la vigilanza). Per la prima volta sono stati analizzati i dati sul grado di rischio economico/finanziario delle imprese stesse. Tutti i settori presentano buone performance con bassi rischi; tra i settori più “solidi” quelli dei servizi culturali, servizi alla persona e servizi di pulizie professionali. I dati presentati sono positivi e testimoniano la ripresa delle imprese del Facility Management, che hanno tenuto e innovato negli anni più duri della crisi. C’è però un elemento che deve destare preoccupazione ed è la situazione dei contratti pubblici: a due anni dall’entrata in vigore del nuovo Codice degli appalti, si rileva un calo della qualità dei servizi in assenza di riduzione di costi. Si è dunque in presenza di una diminuzione dell’efficienza del sistema degli acquisti pubblici di servizi settoriali. Su questo fronte occorre che tutti gli attori di questo sistema di mercato si confrontino su idee e proposte immediatamente applicabili. Non necessita intervenire su normative e regolamenti, ma su azioni in grado di favorire un miglioramento della qualità dei servizi anche con le attuali regole. E ciò, ad esempio, fornendo nel concreto ai dirigenti pubblici preposti (RUP e DEC) gli strumenti operativi per il governo dei contratti; misurando la qualità dei contratti gestiti dalle imprese e “premiando” (non solo “punendo”) quelle con i migliori risultati; assegnando più punteggi alle imprese che incentivano la qualificazione del personale prima delle gare e non solo in caso di aggiudicazione. In conclusione, uno stato del mercato dei servizi di Facility Management che se, da un lato, manifesta una ripresa assolutamente apprezzabile rispetto ad altri settori (quello dei lavori pubblici in particolare, ormai a livelli di crisi profonda e forse irreversibile), dall’altro presenta un’impasse preoccupante dal punto di vista della qualità dei servizi erogati. La discrasia tra questi due trend contrapposti deve essere posta al centro dell’attenzione di tutti gli stakeholder del mercato.

*Presidente Fondazione Scuola Nazionale Servizi

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