e-borghi travel magazine: n. 25 - giugno 2021 - rivista di viaggi

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Rivista digitale di viaggi, borghi e turismo slow

SPECIALE PAESAGGI

Anno 3 Numero 25 Edizione gratuita

Oltreconfine:

Alpi Dinariche, scenari in rilievo

Canyon,

Hotel Pet Friendly,

Cascate,

Leggenda:

bellezza granitica magia del lago

quattro zampe e vacanze

Colapesce e i segreti del mare

www.e-borghitravel.com




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Canyon Gorropu, Sardegna Andrea Etzi*


® e-borghi travel 25 • 2021 www.e-borghitravel.com Publisher Giusi Spina direzione@3scomunicazione.com Coordinatore editoriale Luciana Francesca Rebonato coordinamento@e-borghi.com Art director Ivan Pisoni grafica@e-borghi.com Segreteria di redazione Simona Poerio segreteria@e-borghi.com Hanno collaborato a questo numero Alessandra Boiardi, Amina D’Addario, Gaia Guarino, Luca Sartori, Simona P.K. Daviddi, Nicoletta Toffano Revisione Bozze Luca Sartori Promozione e Pubblicità 3S Comunicazione – Milano Cosimo Pareschi pareschi@e-borghi.com Redazione Via Achille Grandi 46 20017 Rho (Milano) info@3scomunicazione.com tel. 0292893360 Crediti fotografici: * Shutterstock.com ** Pixabay.com L’uso del nostro sito o della nostra rivista digitale è soggetta ai seguenti termini: Tutti i diritti riservati. Nessuna parte di www.e-borghitravel.com può essere riprodotta, memorizzata in un sistema di recupero o trasmessa, in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo, elettronica, meccanica, fotocopia, registrazione o altro, senza previa autorizzazione scritta da parte di 3S Comunicazione. Nonostante l’accurata verifica delle informazioni contenute in questo numero, la 3S Comunicazione non può accettare responsabilità per errori od omissioni. Le opinioni espresse dai contributori non sono necessariamente quelle di 3S Comunicazione. Salvo diversa indicazione, il copyright del contributo individuale è quello dei contributori. È stato fatto ogni sforzo per rintracciare i titolari di copyright delle immagini, laddove non scattate dai nostri fotografi. Ci scusiamo in anticipo per eventuali omissioni e saremo lieti di inserire l’eventuale specifica in ogni pubblicazione successiva. © 2019 - 2021 e-borghi®

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Con il patrocinio di

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Marchio di qualità turistico ambientale per l’entroterra del Touring Club Italiano



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eLuciana Francesca Rebonato facebook.com/lfrancesca.rebonato

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aesaggi italiani. Non basta una vita per vederli tutti, così eterogenei e intrisi di personalità una diversa dall’altra, espressione della storia e del patrimonio culturale nei quali sono incastonati. Non solo. In questo numero di e-borghi travel, infatti, abbiamo concentrato la nostra attenzione all’opera della natura che nello scorrere del tempo modella i volti dei territori: è nato, quindi, “Speciale paesaggi”, con protagonisti i canyon e le cascate, cattedrali di roccia e scenografie d’acqua. All’immediata plasticità dei canyon si contrappone la fluidità dello scorrere delle cascate ed entrambi invitano alla loro scoperta in oasi di silenzio e in solenni coreografie naturali. A iniziare dalla bellezza selvaggia del canyon Rio Sass, in Trentino, intriso di un’atmosfera intrigante, ogni volta con avventure e sfumature diverse così come il canyon Gorropu, in Sardegna, il più profondo d’Italia e fra i più spettacolari d’Europa mentre cromie di verde colorano le Gole del Sagittario in Abruzzo, nell’omonima riserva, uno scrigno di sei tipologie ambientali e un paesaggio disegnato perlopiù da gole modellate in milioni di anni. E poi le cascate, che irrompono in scenari maestosi, come le cascate dell’Acquafraggia in Lombardia, così belle da essere citate nel “Codice Atlantico” di Leonardo da Vinci mentre lontano dalle rotte classiche, nell’Appennino bolognese, a stupire sono le cascate del Dardagna, con ben sette salti che emozionano di passo in passo, complice l’aspetto fatato del bosco all’interno del Parco regionale del Corno alle Scale. Il nostro viaggio ideale prosegue in Sicilia e la meta è la cascata del Catafurco, nel Parco dei Nebrodi: un salto d’acqua di trenta metri che si getta a strapiombo fra le pareti rocciose in una grande piscina naturale chiamata “Marmitta dei Giganti”. Infine i paesaggi in rilievo oltreconfine, le Alpi Dinariche: un percorso che si snoda fra Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro, Serbia e Albania. Vallate e panorami, declinazioni e suggestioni, come in quadri e riflessioni d’autore, in questo caso di Renoir: «Quando si tratta di un paesaggio, amo quei quadri che mi fanno venir voglia di entrarci per andarvi a spasso».

Luciana Francesca Rebonato Coordinatore editoriale

Cascate di Acquafraggia, Lombardia Matteo Patetta*


Sommario Canyon

Cascate


Pecorino Crotonese Dop

Proposte di viaggio

Parliamo di: Hotel Pet Friendly

Oltreconfine: Alpi Dinariche

Leggenda

In copertina: Gole di Alcantara, Sicilia andras_csontos*



circo massimo 2021 15, 19, 24, 27 GIUGNO 4, 6 LUGLIO OPERA

GIUSEPPE VERDI

IL TROVATORE DIRETTORE DANIELE GATTI REGIA LORENZO MARIANI

22, 25, 26, 30 GIUGNO 1, 2 LUGLIO BALLETTO

PËTR IL’IČ ČAJKOVSKIJ

IL LAGO DEI CIGNI DIRETTORE ANDRIY YURKEVYCH COREOGRAFIA BENJAMIN PECH

16, 20, 29, 31 LUGLIO 6 AGOSTO OPERA

GIACOMO PUCCINI

MADAMA BUTTERFLY DIRETTORE DONATO RENZETTI

REGIA ÀLEX OLLÉ (LA FURA DELS BAUS)

Ettore Festa, HaunagDesign - Illustrazione di Gianluigi Toccafondo

24 LUGLIO CONCERTO

GIUSEPPE VERDI

MESSA DA REQUIEM

DIRETTORE MYUNG-WHUN CHUNG

30 LUGLIO 1, 3, 5 AGOSTO OPERA

GIACOMO PUCCINI

LA BOHÈME

DIRETTORE JORDI BERNÀCER

REGIA, SCENE, COSTUMI, LUCI DAVIDE LIVERMORE

ORCHESTRA, CORO E CORPO DI BALLO DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA EXTRA 23 GIUGNO

VINICIO CAPOSSELA BESTIARIO D’AMORE

13, 14, 15 LUGLIO

ROBERTO BOLLE AND FRIENDS

operaroma.it

SPONSOR CIRCO MASSIMO 2021

SOCI FONDATORI

SOCI PRIVATI

MECENATI


Gaia Guarino

facebook.com/gaia.guarino

T

racce di storia, erosioni millenarie, la dirompenza dell’acqua. È il brivido dei canyon, uno spettacolo della natura che con i suoi echi e gli ambienti deserti dona suggestioni uniche. Non serve andare oltreoceano per ammirare gole, orridi e cascate: l’Italia, infatti, cela preziose sorprese scavate nella roccia. Per esempio, non ci sarebbe da meravigliarsi se ci si dovesse trovare davanti ai resti di una conchiglia pur essendo ben distanti dalla costa. Sono delle gemme da inserire senza esitazione

Canyon Gorropu Alexandra Suslova*

nella propria bucket list, alcune poco conosciute, altre addirittura off-path. Il canyoning, inoltre, è un trend che negli ultimi anni ha preso sempre più piede e praticarlo a chilometro zero può rappresentare un punto di vista diverso da cui guardare il nostro territorio. Da nord a sud, il Belpaese si può vivere in veste da esploratore, una vacanza più che attiva, di cui adrenalina e stupore sono gli ingredienti. Come attraversare un canyon? Come vi piace: a piedi, in canoa o, laddove si può, perfino a cavallo.


Canyon, la forza della natura


Canyon Rio Sass, bellezza selvaggia L

a potenza dell’acqua, un’energia che non si ferma e che disegna uno dei luoghi più scenografici della Val di Non. Siamo in Trentino, nella nota valle delle mele, dove la roccia che vive di pura magia è quella del Canyon Rio Sass. Raggiungibile da tutta Italia, è una destinazione imperdibile anche per chi abita nella regione. Un ventaglio di esperienze e attività - garanti di emozioni forti – per fare innamorare i viaggiatori che qui possono esplorare il canyon grazie a passerelStefano***

Stefano***

Stefano***


le e scalette ammirando acque vorticose, cascate, fossili, stalattiti, stalagmiti e una ricchissima flora composta da alghe rosse e verdi, muschi e felci. Durante la visita – che contempla un dislivello di 145 metri, 1.200 gradini e la distanza fra le due pareti che varia da un minimo di 25 centimetri a circa trenta metri - ci si muove tra zone di buio e improvvisi giochi di luce, con frequenti riflessi sulle insolite formazioni calcaree. Un’atmosfera intrigante, ogni volta con sfumature e avventure diverse.

Stefano***



Canyon Rio Sass GRACIELLADEMONNE*


Lago di San Domenico Angelo DAmico*

Gole del Sagittario, il color smeraldo che non si dimentica U

na riserva naturale regionale intrisa dei colori e dei profumi della vegetazione. Pare che al fascino delle Gole del Sagittario, site nella riserva omonima nel basso Abruzzo, non abbia resistito nemmeno Maurits Cornelis Escher, il celebre incisore olandese. E a restarne sedotti furono anche i viaggiatori inglesi Edward Lear e Richard Craven che, nel corso dell’Ottocento, ne scrissero descrivendole come un ambiente “pauroso e bello”. Il borgo più vicino dal quale partire è Anversa degli Abruzzi, da lì si può dare il via a un’avventuro-

sa giornata a base di trekking o a una piacevole passeggiata. Tanti i sentieri all’interno della riserva, percorsi a volte tortuosi ma pronti a lasciare a bocca aperta per le inattese bellezze. Ci si può imbattere addirittura in fossili marini, testimonianza di lontane ere geologiche. O ancora, ci si può perdere contemplando la flora rigogliosa e perché no, concedersi un break sulle sponde del Lago di San Domenico. Dimenticare il color smeraldo dei corsi d’acqua di questo canyon è impossibile. Resta nel cuore.


Lago di San Domenico Corina Daniela Obertas*


Gole del Sagittario Marco DM*


Essere imprenditori Crai vuol dire essere al servizio del proprio territorio. Con passione, impegno e gesti concreti. Marzo 2020: i comuni di Bergamo e provincia diventano zona rossa. Luca, titolare di un negozio Crai, non si perde d’animo e decide di diventare il capofamiglia del comune in cui abita: Sedrina. Come un bravo papà, decide di lavorare giorno e notte per non fare mancare nulla ai suoi clienti. Consegna personalmente la spesa a chi non può uscire di casa. Luca non ricorda quante ore di sonno ha perso in due mesi, né quanti guanti e mascherine ha consumato. Ma sa che rifarebbe tutto allo stesso modo. Per vivere e conoscere le nostre “storie a chilometro vero” inquadra il QR code che trovi qui sotto. sotto.

craispesaonline.it

craiweb.it craiweb.it


Lago di San Domenico Angelo DAmico*



Canyon Gorropu, profonda Sardegna C

on i suoi oltre cinquecento metri di altezza e una larghezza che varia dai quattro metri nei punti più stretti per raggiungerne alcune decine in altri, è considerato il canyon più profondo d’Italia ed è fra i più spettacolari d’Europa. Ubicato nel Supramonte, demarca il confine tra i comuni di Orgosolo e Urzulei e a incantare i visitatori non è soltanto il paesaggio ma anche la biodiversità dovuta ai forti sbalzi termici. E così si possono osservare piante e animali rarissimi, alcuni purtroppo a rischio di estinzione. E il Canyon Gorropu non delude nemmeno gli appassionati di storia e archeologia: sono numerosi, infatti, i nuraghi presenti, senza contare che la Kristyna Henkeova*

Kristyna Henkeova*


stessa struttura della gola veniva sfruttata in passato come arma di difesa con alte mura che cingevano i villaggi. Gli escursionisti più esperti non si tireranno indietro davanti al sentiero “Sedda ar Baccas – Gorropu”, da affrontare con il giusto equipaggiamento e una guida. Per chi invece preferisse alternative più semplici, vi è modo di percorrere strade con minor dislivello ma che consentono parimenti di godere di scorci mozzafiato.

Jana Land*


Canyon Gorropu Jana Land*




Canyon Gorropu Alexandra Suslova*


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Canyon Gorropu Sandronize*


58a EDIZIONE

13/15

OTTOBRE 2021 QUARTIERE FIERISTICO RIMINI

tutto il mondo del turismo in un unico

evento




Cascate dell’Acquafraggia AerialVision_it*

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a natura è instancabile, anche quando sembra immobile. Lavora per regalarci paesaggi mozzafiato, quasi irreali da sembrare magici. Eppure sono veri più che mai, e spesso per raggiungerli bastano un comodo paio di scarpe da trekking e

la voglia di farsi stupire. Tra le suggestioni naturali più coinvolgenti, ci sono gli spettacoli che ci prospettano le cascate, di cui tutta l’Italia è ricca. Si trovano in ogni regione, alcune si nascondono tra boschi rigogliosi e corsi d’acqua, altre si lascia-


Scenografie d’acqua Alessandra Boiardi

twitter.com/aleboiardi

no ammirare incastonate in paesaggi naturali che sembrano fatti apposta per esaltarne la magnificenza. Regalarsi una giornata, o qualche ora, immersi nella natura per andare alla scoperta di una di queste cascate, è una bellissima occasione per

scovare angoli lontani dalla folla, prendersi una pausa, concedere ai sensi un’esperienza unica. L’Italia intera è un paesaggio disegnato dalle cascate. Noi ne abbiamo scelte tre che, da nord a sud, sapranno sorprendervi.


Xseon*


Cascate dell’Acquafraggia, tra genio e natura I

n Lombardia, e più precisamente in provincia di Sondrio, a Borgonuovo, le suggestive cascate dell’Acquafraggia offrono un paesaggio maestoso che si riesce ad ammirare anche da lontano. Ma è incamminandosi sul sentiero attrezzato che attraversa boschi di castagni tra le rocce, che vi si giunge vicino, per diventare parte del loro spettacolo naturale. Un’esperienza coinvolgente, a partire dall’assordante rombo che produce la caduta dell’acqua. Persino Leonardo da Vinci si innamorò

di questa bellezza selvatica, tanto da riportare nel suo “Codice Atlantico”: «Su per detto fiume si truova chadute di acqua di quattrocento braccia le quale fanno belvedere». E Leonardo non trascurò nemmeno l’apprezzamento per il lato più godereccio della Val Chiavenna: «Truovasi di miglio i(n) miglio bone osterie». Ecco allora, che dopo un’escursione alle cascate dell’Acquafraggia, l’occasione è ideale anche per assaggiare qualche prodotto locale come miele, bresaola e formaggi.

Andrew Mayovskyy*


Cascate dell’Acquafraggia Daniele Novati*



Alberto Cali*

Stefano Termanini *


Il tesoro nascosto delle cascate del Dardagna N

ascoste tra l’Appennino bolognese, in uno di quegli angoli da scovare lontano dai percorsi più conosciuti, ma che una volta visitati difficilmente si dimenticano, le cascate del Dardagna consentono un momento di evasione a stretto contatto con la natura. Un vero gioiello, queste cascate, un piccolo lusso naturale alla portata di tutti. Il sentiero che si percorre per raggiungerle è infatti piuttosto semplice, perfetto per un’escursione in famiglia e, anche nei punti più impegnativi, è ben attrezzato con corrimano e ammorbidito da scale che lo rendono più affrontabile anche da chi non è un escursionista esperto. Si parte dal santuario della Madonna dell’Acero - siamo a meno di due ore da Bologna, a Lizzano in Belvedere per immergersi in freschi boschi lungo il torrente Dardagna, nel bel mezzo del Parco del Corno alle Scale. Qui la natura dà il meglio di sé e mostra tutto il suo estro, con ben sette salti che stupiscono di passo in passo immersi nella lussureggiante vegetazione, fino alla cascata più maestosa, che regala un coinvolgente spettacolo naturale.

Fabrizio Giardi PH*


Cascate del Dardagna Trevisan Luigi*



sicilianman*

Immergersi nella natura: la cascata del Catafurco C

i spostiamo in Sicilia per l’ultima tappa del nostro viaggio ideale nell’Italia delle cascate. La nostra meta è la cascata del Catafurco, splendida coi suoi salti scenografici tra le rocce scavate dall’acqua e dal tempo nel Parco dei Nebrodi, in provincia di Messina. Sono le impetuose acque del torrente San Basilio a creare questo spettacolo naturale là dove si tuffano da un dislivello di circa trenta metri su pareti rocciose. Ma la suggestione più bella è quella di immergersi nella Marmitta dei Giganti, una vera piscina naturale che si è creata

proprio alla base della cascata e che nella stagione più calda non solo regala un po’ di refrigerio, ma soprattutto un emozionante contatto con la natura. Il giusto premio, dopo la camminata per giungere alla cascata. Lungo i percorsi - uno più breve da contrada San Basilio e l’altro, ad anello da Portella “Addrichi” – s’incrocia un suggestivo villaggio di pastori, in contrada Molisa, oggi abbandonato, dove si possono ancora ammirare i pagghiari, i pagliai dove i pastori si riparavano, e le tipiche casupole costruite in pietra senza uso di malta.


Daniela Migliorisi *

Roberto La Rosa*



Paesaggio lungo il sentiero che porta alle cascate del Catafurco Roberto La Rosa*


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Statua della Vergine Maria tra le cascate del Catafurco Roberto La Rosa*


Lilybeo Village Contrada Bambina, 131 B/bis - 91025 Marsala - Italia +39 320 9543901 +39 0923 998357 lilybeovillage.it • campinglilybeovillage.it

3S Comunicazione per e-borghi travel


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Pecorino Crotonese Dop, formaggio d’autore Amina D’Addario

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el cuore della Calabria esiste un luogo dove si custodiscono tradizioni antiche. Un luogo dove gesti e saperi del passato si tramandano, immutati, da secoli. Parliamo del Marchesato Crotonese, un lembo di terra racchiuso tra la Sila e il Mar Ionio, noto fin dall’antichità per la fertilità della sua campagna e per l’abbondanza del bestiame. È qui che, tra pascoli naturali e dolci colline che d’estate s’inondano d’oro, nasce il Pecorino Crotonese Dop, il primo formaggio della Calabria a guadagnare questo ambito riconosci-

mento. Un formaggio dal sapore dolce e unico, legato indissolubilmente al suo territorio, alle sue tradizioni e ai suoi borghi. Qui la transumanza ha plasmato per secoli vite e paesaggio. E per generazioni il “caso pecorino” è stato alla base della dieta frugale di pastori e contadini. Un prodotto di eccellenza riscoperto e valorizzato in epoca recente dalla Apocc, la Cooperativa di allevatori ovini e caprini della Calabria, che riunisce centocinquanta aziende di allevamento e tre caseifici che lavorano ogni anno 100mila quintali di latte.



Una storia secolare

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l Pecorino Crotonese è diventato un formaggio di origine protetta nel 2014, ma la sua storia è molto più antica. Fin dal Medioevo era trattato come preziosa moneta di scambio o come ospite d’onore nelle ricche tavole di nobili ed ecclesiastici. Il primo documento ufficiale in cui si parla del pecorino di Crotone risale al XVI secolo, ma è dai libri contabili di un latifondista che si scopre che nel 1839 ne furono prodotte oltre 110mila forme, molte delle quali destinate a raggiungere i mercati al di fuori della Calabria.

A custodire i segreti di questa specialità è oggi la Apocc - Calabrialleva, società cooperativa che tramanda il sapere e l’arte racchiusi dentro ogni forma. Come una volta, anche oggi per la realizzazione del Pecorino Crotonese si utilizza il latte di pecora intero di queste zone. E tutte le fasi di produzione, dalla cagliatura alla pressatura, dalla spazzolatura alla cappatura con l’olio di oliva, restano rigorosamente manuali e fedeli a un disciplinare antico, che si trasmette di generazione in generazione.



L’oro bianco di Calabria

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a quali sono le caratteristiche del Pecorino Crotonese Dop? A differenza di formaggi pecorini più conosciuti, quello crotonese ha un sapore dolcissimo, per nulla salato. Si produce esclusivamente con il latte di pecore allevate nell’areale compreso tra le province di Crotone, Catanzaro e Cosenza. Da questo latte purissimo e controllato si ottiene un formaggio dalla pasta compatta e dalle rare occhiature, che è di colore bianco quando è fresco, giallo paglierino con l’avanzare della


stagionatura. E lo stesso avviene con la crosta, che passa dall’ocra al bruno in base al periodo di invecchiamento. Tratto distintivo di tutte le forme sono però le striature impresse sulla crosta. Un ricamo che racconta di un momento della produzione ben preciso: quando la cagliata viene versata nelle fascere di giunco intrecciato e pressata manualmente. Durante la stagionatura è abitudine ungere la crosta del pecorino con olio di oliva, in modo da proteggerlo dalle muffe sgradevoli.



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La garanzia del marchio

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tagionato, semiduro, fresco. In tutte le sue varietà il Pecorino Crotonese è un prodotto dal gusto unico, da assaporare da solo, con un po’ di miele, accompagnato con salumi locali, sulla minestra, sulla pasta, soprattutto con sughi di carne corposi e piccanti, o in alternativa ai pecorini più conosciuti nelle classiche cacio e pepe e carbonara. Un ingrediente versatile che negli ultimi anni, grazie alla creatività degli chef del territorio, viene

abbinato anche al pesce e ai crostacei, esaltati dalla carezza dolce ma intensa di questo formaggio. In qualunque veste si decida di gustarlo, l’importante, però, è scegliere l’unico Pecorino Crotonese, quello tutelato dal marchio europeo della Dop e dal logo del consorzio che richiama le forme armoniche della lettera “C” della città di Crotone e, allo stesso tempo, la testa stilizzata di un ovino. Un logo facile da riconoscere, che si trova non solo sull’etichetta, ma anche impresso su una delle facce del formaggio.


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o i g g a i v i d e t s o p o Pr Vigoleno e Castell’Arquato: weekend tra storia e prodotti della tradizione Un weekend speciale per scoprire due bellissimi borghi e assaporare i prodotti del territorio. Emilia-Romagna » Piacenza » Vigoleno + Castell’Arquato 2 giorni 1 notte Tutti i sabati e domeniche dal 29 Maggio al 30 Settembre 2021

da 180 €

Safari in bianco tra cime di marmo Un vero e proprio safari in una Jeep 4x4 tra le cave di marmo di Carrara, con una sosta nel piccolo borgo di Colonnata per degustare il pregiato lardo. Concludendo il tour con un tramonto a Pietrasanta.

da 350 €

Toscana » Massa-Carrara » Pietrasanta + Colonnata Giornata intera Da maggio 2021 a maggio 2022 Max 8 persone


ta i g a m i s s o r p a u t a l a r o a t o Pren

Tre giorni a base di trekking sul Sentiero degli Dei Questa proposta di viaggio permette di scoprire uno degli angoli più scenografici della Costiera Amalfitana: è il Sentiero degli Dei, che attraversa i Monti Lattari collegando Agerola e Positano. Campania » Salerno » Tramonti 3 giorni Primavera, Estate, Autunno

da 250 €

Sinfonia di Violini nella città perfetta Sabbioneta, città ideale, classica ed elegante. Cremona e i violini Stradivari, liuterie che tramandano l’arte della creazione di questi magnifici strumenti musicali da secoli.

da 300 €

Lombardia » Mantova » Sabbioneta Giornata intera Da giugno 2021 a maggio 2022

a e e t s e u q i r p o Sc

u s o i g g a i v i d ltre proposte




Simona PK Daviddi

facebook.com/simona.pk.daviddi

In vacanza con Fido (ma anche con Micio) G

li animali domestici sono veri e propri componenti delle nostre famiglie e sempre meno spesso siamo disposti a lasciarli a casa o in pensione quando partiamo per le vacanze. Diventa allora fondamentale scegliere una formula di viaggio adatta anche ai nostri compagni pelosi e, soprattutto, trovare strutture alberghiere che siano davvero pet friendly. Già, perché non è sufficiente che gli animali siano semplicemente ammessi in hotel: è importante che gli alberghi siano preparati con una serie di servizi ad hoc – o meglio, “a dog”, verrebbe scherzosamente da dire – e prevedano

qualche “coccola” per far sentire in vacanza anche il nostro cucciolo evitando al contempo agli ospiti “a due zampe” di partire con quantità smodate di croccantini, lettiere, giochi e quant’altro possa servire. Noi abbiamo selezionato sia le proposte di intere catene alberghiere – pet friendly per policy –, sia di alberghi indipendenti sparsi lungo la Penisola, scegliendo quelli che si sono sbizzarriti con i servizi e gli accessori più originali. Un’anticipazione? Il collare con papillon da far indossare al proprio cane per cenare insieme al ristorante dell’iconico Belmond Hotel Cipriani di Venezia.


Questo mese p arliamo di…

Hotel pet friendly

Soloviova Liudmyla*


Hotel da Vip (very important pet)

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occole esclusive per animali e padroni: è quanto promettono alcuni famosi hotel di lusso, a iniziare dal Fonteverde Tuscan Resort & Spa a San Casciano dei Bagni (Siena), che dispone di una piscina termale all’aperto solo per gli animali, affinché possano godere anche loro dei prodigi delle acque solfate per curare artrosi, artriti e acciacchi dell’età. Fonteverde Tuscan Resort & Spa Booking.com

Fonteverde Tuscan Resort & Spa Booking.com

È invece il menu stellato il fiore all’occhiello del Relais & Chateau Il Falconiere a Cortona (Arezzo) che, oltre a prevedere prelibate pietanze gourmet per gli amici pelosi, ha messo a punto anche sofisticate essenze per il pet welcome (alla rosa per i gatti e muschiate per i cani). Relais & Chateau Il Falconiere Booking.com

Relais & Chateau Il Falconiere Booking.com


Cristallo Hotel Spa & Golf Booking.com

Un angolo della camera attrezzato per il massimo comfort, biscottino della buonanotte, giocattoli griffati e persino un profumatissimo shampoo secco sono le attenzioni che l’elitario Cristallo Hotel Spa & Golf di Cortina d’Ampezzo riserva agli ospiti a quattro zampe. In Sardegna, infine, a due passi

Cristallo Hotel Spa & Golf Booking.com

da Porto Cervo, il lussuoso Relais Villa Carola accoglie i cuccioli con kit di benvenuto – tappetino, ciotole, crocchette, rotolino di bustine e messaggio personalizzato – e con un’area giochi dedicata, dove scorrazzare indisturbati. Relais Villa Carola Booking.com

Relais Villa Carola Booking.com


Easy & chic

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Hotel Estate Booking.com

e è vero che l’Italia è sul podio delle destinazioni a più alta “pet friendliness” in Europa, è anche vero che la destinazione si aggiudica una posizione di rilievo anche grazie a un numero di strutture alberghiere a misura di pet di gran lunga superiore alla media europea. Non sorprende scoprire che la più alta concentrazione di hotel che prevedono servizi anche per gli animali si trovino lungo le coste della Riviera Romagnola, tra le mete più amate dalle famiglie: all’Hotel Estate di Rimini, per esempio, gli ospiti a quattro zampe possono pranzare al ristorante con i

Hotel Estate Booking.com

padroni – con tanto di menu speciale –, mentre all’Hotel Dory di Riccione è possibile portare i propri animali domestici addirittura in barca e,

Hotel Dory Booking.com Hotel Dory Booking.com


infine, all’Hotel Sport di Cesenatico la spiaggia è equipaggiata anche con dog-sdraio e ciotole. Spostandoci a Firenze, l’elegante Portrait Hotel accoglie invece gli ospiti a quattro zampe con cuccia, ciotole e giocattoli griffati Dogue. Tratta-

Hotel Sport Booking.com

Hotel Portrait Booking.com

Meridiana Hotel & Golf Resort Booking.com

menti pet esclusivi anche al La Meridiana Hotel & Golf Resort di Garlenda (Savona), che nel 2011 si è aggiudicato il prestigioso premio internazionale “Animal Friendly Hotel Award” con borsa in spugna che si trasforma in asciugamano per la spiaggia e persino servizio di dog coiffeur.


Catene pet friendly

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ome abbiamo accennato all’inizio dell’articolo, ci sono intere catene alberghiere che prevedono nelle loro policy l’ospitalità a quattro zampe con servizi studiati ad hoc. Tra queste non possiamo non citare le lussuose strutture targate Belmond: se del Cipriani abbiamo già parlato, al Belmond Hotel Splendido di Portofino, oltre a menu gourmet e a servizi di dog sitting a cinque stelle, è presente addirittura una terapista specializzata in massaggi “caniBelmond Hotel Splendido Booking.com

Belmond Hotel Caruso Booking.com

ni”; al Belmond Hotel Caruso, in Costiera Amalfitana, gli ospiti pelosi vengono accolti con biscottini di pasticceria e al Belmond Villa San Michele di Fiesole (Firenze) dormono su un lettino con cuscini nientemeno che in piumino d’oca. Cani e gatti sono accolti

Belmond Hotel Caruso Booking.com


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NH Collection Taormina Booking.com

anche in numerosi hotel del Gruppo NH, con pratici tarli con loro. Infine, veri e propri pacchetti pet friencorner attrezzati in camera e aree “relax” dove atten- dly sono previsti anche dagli hotel Best Western, dere i padroni nei momenti in cui non possono por- con cuccette, lettiere, ciotole e sacchetti igienici.

Best Western Villa Appiani, Trezzo sull’Adda Booking.com


Alpi Dinariche, paesaggi in rilievo

Laghi di Plitvice Mike Mareen*


Oltreconfine: Oltreconfine Francia

Nicoletta Toffano

facebook.com/nicoletta.toffano

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aesaggi modellati dai monti. Sono le Alpi Dinariche - o Dinaridi -, nella penisola balcanica, importanti aree montuose elevatesi nel corso del medesimo processo geologico che ha creato le vicine Alpi e rappresentano, sempre parlando in termini geologici, la parte di crosta continentale africana più avanzata entrata in collisione con la crosta continentale europea. Questo spiega l’origine sedimentaria delle rocce e nello specifico dei calcari del Carso che ha creato, per esempio,

le grotte di Postumia, note in tutto il mondo. I rilievi delle Dinaridi superano spesso i 2mila metri e la cima più elevata è la Cresta del Lago - 2.694 metri - nell’entroterra settentrionale albanese vicino al confine del Montenegro. Questi monti sono territori ancora naturali poiché inviolati dalle masse e Slovenia, Croazia, Bosnia, Montenegro, Serbia e Albania offrono tra i loro monti un grandioso spettacolo di vallate, dirupi e panorami ma, soprattutto, di cascate e canyon mozzafiato.


Rastoke Ilija Ascic*

Laghi di Plitvice Ruslan Kalnitsky *


Oltreconfine

Dai salti di Slovenia e Croazia

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icinissime al confine italiano sul versante sloveno del Monte Canin, le cento cascate del fiume Koritnica sono davvero sorprendenti: il corso del fiume, dopo un breve tratto di rapide, culmina nel salto della cascata di Boka che, con cento metri di caduta libera e una portata che raggiunge i cento metri cubi al secondo, è definita la più potente della Slovenia. La vicina località di Plezzo (oggi Bovec) nota per le vicende della Prima guerra mondiale, è un borgo ospitale inserito in un paesaggio fantastico: non a caso,

nel 2007 è stata location del film “Le cronache di Narnia - Il principe Caspian”. A trecento chilometri a sud di Plezzo, ormai in territorio croato, tra laghi, grotte e cascate, si sviluppa il Parco Nazionale dei Laghi di Plitvice, Patrimonio dell’Umanità. Questo famosissimo sito, offusca con la sua grandiosità il nome di altri luoghi vicini come le 23 meravigliose cascate di Rastoke formate dal fiume Slunjčica: sul suo percorso vale la visita il borgo di origine romana di Rastoke, già noto come Slovin, con le tipiche case in legno e pietra.

Bovec unununius photo*



Oltreconfine

Cascata di Boka zedspider*



Oltreconfine

Laghi di Plitvice Blue Planet Studio*



Oltreconfine

Fiume Soca, nei pressi di Bovec Gaspar Janos*


Alle turbolente acque di Bosnia e Serbia

N

elle Dinaridi Bosniache si trova il fiume Narenta: caratteri distintivi acque pure, trasparenti, gelide e veloci. Lungo il suo tratto superiore, a circa sessanta chilometri da Sarajevo, forma un canyon di 23 chilometri formidabile per il rafting mentre nel tratto più alto del suo corso in una natura letteralmente primordiale vivono ancora popolazioni di lupi e orsi. Duecento chilometri più a nord si trova un altro fiume e un altro paesaggio: il Vrbas che, nei pressi della città di Banja Luka, da forma a canyon, cascate, grotte tra acque cristalline e una ricchissima biodiversità, il tutto protetto fin dal 1955

Fiume Vrbas weniliou*

da una legge nazionale. Nelle Dinaridi della Serbia, si trova invece l’area naturale del fiume Uvac: un canyon fluviale ricco di meandri mozzafiato. Si trova qui anche il più grande complesso speleologico serbo, esteso per centinaia di chilometri, caratterizzato da canali su più livelli, grotte con formazioni colonnari, sifoni e sale. Per un emozionante rafting è consigliabile invece spostarsi al confine con la Bosnia, dove uno stretto passaggio di rocce a strapiombo restringe l’alveo del fiume Lim che qui tùrbina in una lunga e suggestiva gola chiamata Kumanička Klisura.


Oltreconfine

Banja Luka lucamarimedia*


Fiume Uvac Aleksandar Todorovic*


Oltreconfine



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Banja Luka Emma7*


Fiume Lim Anna Zheludkova*


Oltreconfine


Fiume Cijevna Simon Dux Media*

Fino ai profondi canyon

di Montenegro e Albania

A

nche il Montenegro ha le sue piccole cascate del Niagara: sono quelle del fiume Cijevna, nei pressi della capitale Podgorica ricca di un interessante borgo storico con alcuni edifici risalenti al periodo ottomano. Ma è nei territori più interni, nel Parco Nazionale Durmitor, che il fiume Tara ha scavato un canyon lungo 82 chilometri e profondo 1.300 metri creando un paesaggio fluviale così suggestivo che gli ha valso il titolo di Patrimonio dell’Umanità. Proseguendo fino all’Albania ci si addentra nel Parco Nazionale di Theth: si trova qui un monumento

naturale protetto, la cascata di Grunas che, con un salto di trenta metri, è uno dei luoghi più belli che si possono visitare viaggiando in Albania. Come inaspettata è la visita della cittadina di Berat, famosa per le bianche case ottomane e per il castello: un borgo arroccato su una collina dove si trovano alcune chiese bizantine, la Moschea Rossa e il Museo nazionale. Non distante si trovano la cascata e il canyon del fiume Osum: immerso in una vegetazione meravigliosa, rappresenta un altro luogo iconico di questa nazione così poco conosciuta.


Oltreconfine

Berat MehmetO*

Fiume Tara Andrew Mayovskyy*


Canyon di Tara Lavinia Mazdul*


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Parco Nazionale di Theth Jeroen Mikkers*


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Canyon del fiume Osum Damian Ryszawy*


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Una festa tradizionale nel castello di Berat Daniel Reiner*


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Ivan Pisoni

facebook.com/pisoni.ivan.7

La Leggenda ...di Colapesce

L

a nostra passione per le leggende del Belpaese oggi ci porta a conoscerne una tra le più sentite e amate del Mezzogiorno, soprattutto in Sicilia. Una leggenda antichissima (si dice quasi omerica) che parla prevalentemente dell’amore per il mare, per il suo paesaggio al di sotto della superficie, per tutte le straordinarie creature che lo popolano e, naturalmente, dell’amore per la Sicilia. La leggenda di un uomo che passava più tempo tra le acque che sulla terraferma e al quale hanno dedicato non solo un’antica can-

zone, ma le cui vicende sono state scelte per essere trascritte da Italo Calvino e che ultimamente sembrano essere state anche motivo d’ispirazione per il prossimo film animato della Disney Pixar, “Luca”. La devozione che i siciliani hanno sempre avuto per questo personaggio mitologico va oltre il semplice rispetto per il suo amore verso il mare e il suo sacrificio per la sua terra. D’altronde, come non essere devoti a colui che “ancora oggi” sorregge una delle tre colonne sulle quali si posa la Sicilia?

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Colapesce olio su tela, 120 x 90 cm Opera di Connie Sciacca - conniesciacca-it.it


La leggenda di Colapesce

L’uomo e il mare S

iamo a Capo Peloro, poco distante da Messina, dove, stando alla leggenda, viveva una famiglia di pescatori il cui figlio passava più tempo a nuotare e a immergersi in mare che sulla terraferma. Si chiamava Nicola e aveva l’abilità straordinaria di poter stare sott’acqua per lunghi periodi. Tanto che a volte stava via da casa anche per giorni e al suo ritorno intratteneva tutti con i racconti dei fantastici paesaggi marittimi che aveva visitato e delle incredibili creature che aveva incon-

Porto di Messina user32212**

trato. In paese lo consideravano un po’ strambo e forse tutto registrato non era. Il suo amore per il mare e le sue creature lo spingevano anche a sottrarre il pescato al padre per ributtarlo in acqua e questo rendeva furibonda la madre che, si dice, lo maledisse augurandogli di trasformarsi in un pesce come quelli che lui amava tanto. Se si trasformò o meno non ci è dato saperlo, ma di sicuro sappiamo che per tutti quel ragazzo non era più Nicola. Era diventato Colapesce.


Mohammed Kuraish / unsplash.com

La sfida del re L

pa d’oro e dopo averla gettata in acqua, invitò Colapesce ad andarla a recuperare. In un guizzo il ragazzo era già sparito tra le profondità e dopo qualche ora di attesa eccolo riemergere con il prezioso oggetto. Il re era visibilmente stupefatto ma ancora incredulo, tanto che decise di alzare la posta e dopo essersi tolto la corona la gettò in un punto dove l’acqua è ancora più profonda. Colapesce intuì le intenzioni del re e senza dire nulla si immerse alla ricerca dell’oggetto. Il tempo passava ma Colapesce non si vedeva. Solo dopo alcuni giorni il giovane riemerse con la corona in mano ma con una preoccupante tristezza in volto.

La leggenda di Colapesce

a notizia della strabiliante abilità di Colapesce arrivò alle orecchie del re, che non è ben chiaro se fosse re Ruggero o Federico II di Svevia, il quale si fece così incuriosire da voler incontrare lo strabiliante nuotatore e mettere alla prova le sue capacità. Arrivato al piccolo borgo e fatte le presentazioni del giovane Colapesce, il re gli parlò della sua incredulità e del suo desiderio di ammirare dal vivo se quello che si diceva sul suo conto fosse vero. Colapesce non si tirò certo indietro e iniziò così la prova. Salito su una barca e seguito dal giovane a nuoto fino a un punto dove l’acqua del mare è notevolmente alta, il re mostrò una cop-


La leggenda di Colapesce Un’eruzione dell’Etna Wead*

Sicilia in pericolo V

ista l’espressione del giovane, il re volle essere messo a conoscenza di ciò che egli aveva visto in fondo al mare. Fu così che Colapesce raccontò che per recuperare la corona aveva dovuto andare così a fondo da scoprire che la sua amata Sicilia si poggiava su tre grandi colonne: una in ottime condizioni, una appena scheggiata e l’ultima in

gravi condizioni perché la lava dell’Etna la stava consumando quasi del tutto. Il re non volle credere a una parola di quel bizzarro racconto e, scagliando in un punto di mare molto insidioso l’anello della principessa, sfidò Colapesce a immergersi nuovamente se non voleva che tutti lo considerassero un codardo e pure bugiardo.


Il sacrificio di Colapesce C

olapesce, che all’inizio si rifiutò di compiere l’impresa, decise di immergersi portando un bastone di legno con sé. Il giovane disse al re che se il bastone fosse tornato a galla bruciato, avrebbe provato che aveva detto il vero, e sparì tra le acque. Passò diverso tempo e tra lo stupore generale ecco riemergere il pezzo di legno

La leggenda di Colapesce

Colapesce olio su tela, 120 x 90 cm Opera di Connie Sciacca - conniesciacca-it.it

tutto bruciacchiato ma Colapesce non riemerse mai più. Il giovane decise di rimanere sott’acqua e sacrificarsi per il bene della sua terra. Ancora oggi egli è lì a sostenere la colonna danneggiata e se ogni tanto si sente la terra tremare tra Messina e Catania vuol dire che Colapesce, intorpidito, sta cambiando spalla.


La leggenda di Colapesce

La versione napoletana A

nche a Napoli si conosce un certo Colapesce maledetto dalla madre per le sue continue immersioni, il quale in questo caso sviluppò “realmente” squame come i pesci e si rifugiò in mare facendo perdere le sue tracce. Questa versione trae origini dall’antico culto dei figli di Nettuno, ovve-

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ro abilissimi sommozzatori dotati di poteri magici ottenuti accoppiandosi con esseri marini con l’aiuto della sirena Partenope. Che sia anche il Colapesce siculo una di queste strabilianti creature in grado di godere appieno dell’immenso paesaggio sottomarino?


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La canzone della tradizione siciliana di Colapesce La genti lu chiamava Colapisci pirchì stava ‘nto mari comu ‘npisci dunni vinia non lu sapia nissunu fors’ era figghiu di lu Diu Nittunu.

La gente lo chiamava Colapesce perché stava in mare come un pesce da dove veniva non lo sapeva nessuno forse era figlio del Dio Nettuno.

‘Ngnornu a Cola u re fici chiamari e Cola di lu mari curri e veni.

Un giorno a Cola il re fece chiamare e Cola dal mare di corsa venne.

O Cola lu me regnu a scandagghiari supra cchi pidamentu si susteni Colapisci curri e và. Vaiu e tornu maestà. Cussì si jetta a mari Colapisci e sutta l’unni subitu sparisci ma dopu ‘npocu, chistà novità a lu rignanti Colapisci dà. Maestà li terri vostri stannu supra a tri pilastri e lu fattu assai trimennu, unu già si stà rumpennu. O destinu miu infelici chi sventura mi predici. Chianci u re, com’haiu a fari sulu tu mi poi sarvari. Su passati tanti jorna Colapisci non ritorna e l’aspettunu a marina lu rignanti e la rigina. Poi si senti la sò vuci di lu mari ‘nsuperfici.

Su passati tanti anni Colapisci è sempri ddà Maestà! Maestà! Colapisci è sempri ddà

Colapesce corre e va Vado e torno maestà. Così si tuffa a mare Colapesce e sotto le onde subito sparisce ma dopo un poco, questa novità al suo re Colapesce dà. Maestà le terre vostre stanno sopra a tre pilastri e il fatto assai tremendo, uno già si sta rompendo. O destino mio infelice che sventura mi predici. Piange il re, come debbo fare solo tu mi puoi salvare. Sono passati tanti giorni Colapesce non ritorna e l’aspettano alla marina il re e la regina. Poi si sente la sua voce dal mare in superficie. Maestà! qua sono, qua Maestà! qua sono, qua nel fondo del mare che non posso più tornare voi pregate la Madonna che possa reggere questa colonna altrimenti si spezzerà e la Sicilia sparirà Sono passati tanti anni Colapesce è sempre là Maestà! Maestà! Colapesce è sempre là

Colapesce Leonardo Lucchi

La leggenda di Colapesce

Maestà! ccà sugnu, ccà Maestà ccà sugnu ccà. ‘nta lu funnu di lu mari ca non pozzu cchiù turnari vui priati la Madonna ca riggissi stà culonna ca sinnò si spezzerà e la Sicilia sparirà.

O Cola il mio regno devi scandagliare sopra che fondamento si sostiene.



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