SOS comunità

S.O.S. ComunitĂ Alloggio #5buoneragioni per accogliere i minori che vanno protetti

2014 CREA societĂ cooperativa sociale

S.O.S. ComunitĂ Alloggio #5buoneragioni per accogliere i minori che vanno protetti

L’essenziale non ha legge Benjamin Franklin

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S.O.S. Comunità Alloggio #5buoneragioni per accogliere i minori che vanno protetti

LETTERA APERTA Ai Sindaci della Versilia Viareggio, 03/12/14 Gentilissimi tutti, scrivo per sottoporre alla Vostra attenzione la struttura Comunità Alloggio e Pronta Accoglienza da noi gestita per conto del Comune di Viareggio dal 3/06/1991 e che oggi a causa del dissesto del Comune rischia di chiudere. Si tratta di una comunità educativa a dimensione familiare che accoglie 9 minori, oltre ad avere due posti di pronta accoglienza e un centro diurno per 11 giovani adolescenti.

I minori sono inseriti in comunità dopo l’allontanamento dalla famiglia su provvedimento del giudice del Tribunale per i minorenni o dell’Assistente sociale del Comune. Spesso sono accompagnati dalle forze dell’ordine, polizia e carabinieri con le quali gli educatori della comunità alloggio hanno un rapporto costante e diretto. Il lavoro degli educatori si sviluppa in rete con le istituzioni e con tutti i soggetti sociali che operano

nel

settore

dei

minori

e

della

solidarietà

intrafamiliare. I motivi di allontanamento dalla famiglia sono spesso l’inadeguatezza dei genitori per incapacità grave di rispondere ai bisogni evolutivi dei propri figli, il maltrattamento o l’abuso sessuale, problemi di dipendenza dall’alcool di uno o di entrambi i genitori, o altre ragioni comunque gravi ed impellenti. Questi bambini e ragazzi rimangono nella casa per 3

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un massimo di due anni e l’auspicio è sempre che possano rientrare nella loro famiglia dopo il superamento delle difficoltà .

5 buoni motivi per non chiudere 1) Chiediamo al Comune di Viareggio, alla Società della Salute, ai Sindaci dei Comuni della Versilia,

al Governatore della

Regione Toscana e a tutti coloro che hanno a cuore i diritti dell’infanzia di intervenire per

garantire il sistema di

protezione dei minori e degli adolescenti del nostro territorio ad oggi rappresentato quasi esclusivamente dalla Comunità Alloggio. La situazione di dissesto economico e sociale che stiamo vivendo

sarebbe ulteriormente e gravemente

compromesso e la chiusura della struttura rappresenterebbe un’ulteriore caduta del sistema di sicurezza pubblica incidendo drammaticamente sul bilancio sociale dei nostri territori.

2) STRUTTURA DI ECCELLENZA PER TUTTA LA VERSILIA: La struttura è autorizzata dal Sindaco del Comune di Viareggio ma il servizio è zonale e accoglie minori di tutti i comuni della Versilia, nel 2014 le richieste d’ammissione arrivate che non abbiamo potuto evadere per mancanza di posti sono state 15.

Negli anni scorsi, la Comunità Alloggio ha svolto un percorso verso l’accreditamento sociale (ex l.r. 82/2009 e s.m.i.) in collaborazione con il Comune di Viareggio. La normativa sull’accreditamento sociale definisce requisiti di qualità e indicatori sulle attività svolte al fine migliorare il servizio 4

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erogato alla persona. La Cooperativa ha già evidenza del possesso dei requisiti di sua pertinenza e gestisce il servizio rispettando tali requisiti. La C.RE.A tra l’altro ha svolto nel tempo

un

percorso

di

integrazione

dei

requisiti

di

accreditamento con il proprio sistema di gestione per la qualità, certificato ISO 9001:2008. Questo rappresenta elemento di garanzia per l’utenza, i familiari, gli Enti coinvolti e i terzi tutti. L’aggiornamento professionale, il lavoro di équipe, la pianificazione individualizzata dell’accoglienza del singolo ospite, sono fattori decisivi per la qualità del servizio alla Comunità Alloggio.

3) DIRITTO Il diritto alla cura e all’assistenza dei minori sono sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti dei minori, recepita dall’Italia con L. 176/91 e successivamente L. 285/97 e dalle delibera GRT 313 del 25/03/2012, LRT 41/2005 reg. attuativo 15R 2008, e dal PISSR .

4) RETE DI SERVIZI NAZIONALE I minorenni italiani CHE NON POSSONO STARE NELLE LORO FAMIGLIE E CHE SONO ACCOLTI in comunità sono 10.148, un ragazzo su tre in comunità è straniero, in maggioranza non accompagnato, cioè senza famiglia in territorio italiano, la comunità di Viareggio fa parte di questa rete di comunità italiane, dal 1991 ad oggi ha ospitato 485 minori di cui 133 residenziali e 372 in pronta accoglienza.

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5) ECONOMICITA’ del servizio: una analisi nazionale delle comunità per minori stima che i costi della retta giornaliera siano compresi fra i 125 e i 151 euro, i costi della nostra struttura di Viareggio sono molto al di sotto di questi e non superano gli 85 euro.

Con l’augurio che il VS. autorevole intervento presso le autorità e l’Ente preposto possa sortirte l’effetto sperato, Vi saluto cordialmente.

La Presidente Venera Nunziata Caruso

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“Essenziale”: I primi significati di questa parola dal vocabolario “Treccani”:  “che costituisce o contiene l’essenza di una cosa; sostanziale,

indispensabile

(contrapp.

a

accidentale, accessorio)”;  “la

cosa

più

importante,

ciò

che

è

indispensabile”;  “ridotto al minimo”.

In ambito sociale è intervenuto , nel 2004, il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali per specificare che nelle normative vigenti l’aggettivo “essenziale” non significa livello minimo del diritto ma bensì un livello irrinunciabile.

Ma la Comunità per minori di via della Gronda è essenziale?

Rispondere a questa domanda è più facile “per gli addetti ai lavori”. Per noi educatori che portiamo avanti questo Servizio da ben 23 anni è tangibile quanto esso sia essenziale: basta pensare ai ragazzi che sono stati dimessi da alcuni anni ed adesso hanno una vita responsabile ed autonoma, a quelli che sono stati recuperati da una prospettiva di vita vissuta nell’illegalità, ai minori stranieri che nel nostro 7

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territorio son diventati persone adulte e con fatica proseguono il loro percorso di integrazione, ed anche a coloro (fortunatamente in netta minoranza) che si sono

“persi”

forse

perché

si

sarebbe

dovuti

intervenire in età più precoce.

Con la raccolta di questi pochi dati il nostro obiettivo é far capire anche alle persone che non operano nel sociale perché secondo noi la Comunità è essenziale.

Innanzitutto c’è da dire che “l’indispensabilità” della Comunità per minori non è data alla struttura solo dalle problematiche dei ragazzi che la abitano, ci sono infatti delle normative che definiscono alcuni servizi come essenziali ed indispensabili, poi ci sono i numeri.

Quali numeri vi chiederete? Il numero di tutti i ragazzi e bambini che per un periodo della loro vita hanno vissuto in comunità.

Ecco che allora con questo piccolo dossier, vorremo condividere alcune riflessioni su quanto fatto fino ad oggi e sulle potenzialità di un servizio che offre ai minori tre opportunità:  una comunità residenziale per 9 posti;  un servizio per 2 posti di Pronta Accoglienza;  un Centro Diurno per 11 posti.

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Quindi, ogni giorno in Via della Gronda,dai 20 ai 22 minori,

supportati

dai

loro

educatori

e

in

collaborazione con i Servizi Sociali Territoriali, tentano faticosamente di superare le loro difficoltà psicosociali e familiari.

La normativa: E’ un percorso lungo che parte ormai da lontano perché, anche prima che iniziassero ad essere emanate delle leggi al riguardo, esistevano già delle comunità per minori che nascono in Piemonte e in Emilia Romagna. Il caso vuole che si sia iniziato a scrivere questo opuscolo il 20 Novembre: proprio in questo giorno, nel 1989, a New York avviene un fatto straordinario, viene firmata La convenzione O.N.U. sui diritti del fanciullo.

In Italia, visto che non vi era una normativa nazionale e le varie regioni si erano organizzate ognuna a modo proprio, era stata emanata nel 1983 la L. 184: “Disciplina

dell’adozione

e

dell’affidamento

dei

minori” con la quale si riconosce prima di tutto il diritto del minore ad essere educato nella propria famiglia ma quando questo non è possibile “può essere affidato ad una altra famiglia… od a una persona singola o ad una comunità di tipo familiare …”

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(art.2). Nei seguenti articoli 2 e 5 si fa riferimento alle case famiglia ed alle comunità alloggio. Questa è la prima legge che in Italia fa un riferimento esplicito a questo tipo di servizio senza però elencarne le caratteristiche.

La necessità di avere delle comunità per minori viene poi esplicitata anche dal ministero di Grazia e Giustizia che, cercando di riformare il processo penale per i minori, promuove una nuova politica sociale tramite interventi di tipo educativo, atta al reinserimento sociale di questi ragazzi entrati a far parte del circuito penale. Ecco che prendono così forma il DPR 448/88 ed il D.Lgs. 272/89. Il decreto si preoccupa anche di elencare le caratteristiche che le strutture devono possedere e nell’art. 10 si legge che le comunità devono avere “organizzazione di tipo familiare, che preveda anche la presenza di minorenni non sottoposti a procedimento penale e capienza non superiore alle 10 unità... tale da garantire… una conduzione ed un clima educativamente significativi”.

Anche l’Italia con la L.176/91 ratifica la Convenzione Onu sui diritti dei fanciulli. Tutti gli stati firmatari si impegnano a creare strumenti di controllo per monitorare la situazione dei minori nel proprio paese.

Nel ’95 vengono redatte le “Linee guida per la 10

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realizzazione di interventi urgenti a favore della popolazione minorile” dove si sottolinea l’importanza di far crescere i minori nella propria famiglia e dove questo non è possibile è importante attuare politiche sociali che aiutino la famiglia nel loro compito educativo e che permettano di diminuire il ricorso agli istituti. Si affronta poi il discorso dei servizi residenziali per minori sottolineando che il loro compito è di garantire ai fanciulli un ambiente di vita e relazionale conforme ai loro bisogni. Viene poi chiesto alle Regioni di verificare il funzionamento delle comunità per minori.

Lo Stato però a questo punto deve riuscire ad integrare le azioni svolte a livello locale con quelle svolte a livello nazionale e così istituisce nel 1996 un nuovo strumento atto a emanare linee guida sulle politiche sociali per l’infanzia e l’adolescenza. E’ nato così il Piano d’Azione 1997-1998. Attraverso il Piano d’Azione l’Italia nel 1997 emana la L. 285 “Disposizioni per la promozione di diritti e opportunità per l’infanzia e l’adolescenza” che propone nuovi strumenti di intervento quali il sostegno alla relazione genitori – figli; forme di ricovero alternative all’istituto e servizi educativi per l’infanzia e i genitori.

Obiettivo

principale

eliminare

di

questa 11

legge

è

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l’istituzionalizzazione. Le comunità a questo punto della loro storia sono viste come un alternativa all’istituto ma ancora non ci sono normative che ne definiscano gli standard strutturali ed organizzativi.

Nel 1990 nasce a Firenze presso l’Istituto degli Innocenti il CNCM, Coordinamento Nazionale delle Comunità per Minori, creato da soci che gestiscono comunità per minori e di cui tramite la nostra Cooperativa Sociale “ C.RE.A” siamo anche noi soci dal 1991. Questo ci ha permesso di non rimanere una realtà isolata, bensì di relazionarsi e scambiarci contenuti ed esperienze caratterizzandoci come un punto rete flessibile nel campo dei servizi rivolti ai minori.

Grazie anche al contributo del CNCM e dell’Istituto degli Innocenti, la Regione Toscana nel 1990 emana lo “schema di regolamento per la determinazione dei requisiti di idoneità delle comunità per minori”.

A partire dagli anni 2000

prendendo spunto dai

principi della Convenzione Onu lo Stato italiano emana la L. 149/01 “Modifiche alla legge 4 maggio 1993, n.184…” con cui si sottolinea ancora che diritto primario del minore è crescere nella propria famiglia e tutti gli interventi sociali devono avere questo fine ma 12

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dove tale obiettivo risulta irraggiungibile si deve far ricorso in prima istanza all’affidamento eterofamiliare altrimenti ad una comunità di tipo familiare.

Quest’ultima secondo l’art. 2 di questa legge deve essere “caratterizzata da organizzazione e da rapporti interpersonali analoghi a quelli della famiglia”. E’ con questa legge innovativa che il legislatore prevede la chiusura degli istituti prevista per dicembre 2006. A maggio del 2001 viene finalmente emanato il decreto ministeriale n. 308 recante titolo “Requisiti minimi e organizzativi per l’attuazione dell’esercizio dei servizi e delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale” che all’art. 7 ci indica come le comunità per minori devono essere caratterizzate da “bassa intensità, bassa e media complessità organizzativa” e devono essere in grado di ospitare 10 minori ed avere riservati 2 posti ai casi di emergenza.

E fin qui nessuna legge che ci dice se il nostro servizio è essenziale o meno.

Nel 2000 esce una legge innovativa: la L. 328 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” che oltre a prevedere nell’art. 22 la chiusura degli istituti e la loro trasformazione in comunità educative.

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Sempre lo stesso articolo prevede anche che, nel riformare il servizio sociale, vengano creati dei livelli essenziali

di

assistenza

sociale

(LIVEAS).

Ecco

finalmente “l’essenzialità” La L. 328/00 definisce: a) i Livelli essenziali delle prestazioni sociali (LIVEAS) per macro-aree; b) vincola la definizione dei LIVEAS alle risorse economiche disponibili; c) rinvia per una definizione più precisa al Piano sociale nazionale 2001-2003; d) indica 5 tipologie di servizi che costituiscono la rete minima che gli ambiti territoriali coincidenti con i distretti sanitari (distretti socio sanitari) devono realizzare con la programmazione zonale: 1.

Servizio sociale;

2.

Pronto intervento sociale;

3.

Assistenza domiciliare;

4.

Strutture residenziali;

5.

Centri di accoglienza.

Si prevede inoltre che lo Stato, le Regioni e gli Enti Locali

garantiscano i livelli essenziali di interventi

sociale quali, nello specifico per i minori:

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“interventi di sostegno ai minori e ai nuclei familiari anche attraverso l’affido e l’accoglienza in strutture comunitarie” A questo punto la legge 328/00 demanda alle Regioni l’erogazione di prestazioni o interventi essenziali, tra le varie tipologie:  Servizio di pronto intervento sociale per situazioni di emergenza personali e familiari.  Strutture

residenziali

e

semiresidenziali

per

soggetti fragili.  Centri di accoglienza residenziali o diurni a carattere comunitario.

Sarà poi il Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001 – 2003 a demandare alle regioni il compito di osservare, valutare e programmare gli interventi.

La normativa regionale: A questo punto la Regione Toscana si mette al lavoro e come previsto dal Piano Nazionale ogni 3 anni emana un “Piano socio sanitario” (PISSR). Nei Piani Regionali emanati dal 2004 in poi i servizi come il nostro sono sempre presenti ed elencati tra i servizi essenziali.

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A maggior ragione la Comunità per minori di Via della Gronda oltre a rientrare tra le strutture residenziali per soggetti fragili risponde anche ad un altro importante

livello

di

essenzialità

quello

dell’emergenza attraverso i due posti di pronta accoglienza.

Peccato che al “punto b)” della legge 328/00 sopra menzionato, venga precisato che la definizione dei LIVEAS

sia

vincolato

alle

risorse

economiche

disponibili….

I numeri in Italia…

E adesso passiamo ai numeri. I primi numeri che vi proponiamo sono quelli presentati, per l’appunto il 20 Novembre 2014, dall’Osservatorio Nazionale sulle condizioni dell’infanzia e dell’adolescenza.Dal 2011 ad oggi,purtroppo, i numeri parlano chiaro: 1.500.000 di bambini e adolescenti vive in povertà assoluta mentre 2.500.000 di bambini e adolescenti vive in povertà relativa nel nostro Paese. Quindi questo vuol dire che in Italia per 4.000.000 di bambini non sono garantiti i diritti come l’istruzione e le cure sanitarie. Oltre a questi bambini e adolescenti ce ne sono altri 100.000 che vengono allontanati dalla propria famiglia e affidati ai servizi sociali.

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…Ed ora i nostri numeri Per noi che lavoriamo a stretto “con-tatto” con i ragazzi è sempre difficile ragionare in termini di numeri, percentuali grafici e tabelle. Però fare questo lavoro di raccolta dei dati è stato significativo perché abbiamo rivisto il volto dei ragazzi che hanno vissuto da noi un pezzo della loro storia, abbiamo ricordato avvenimenti divertenti o tristi che abbiamo condiviso con loro. Ma la Comunità non ha lavorato da sola in questi 23 anni, molte le scuole , i servizi specialistici delle ASL ,amministratori e politici,i pediatri i medici di base,le

associazioni

volontariato,

i

sportive

singoli

,ricreative

insegnanti,

di parroci,

volontari,..sia del nostro territorio che di altre realtà.

Molti amici ormai ci conoscono da quando abbiamo aperto, hanno conosciuto alcuni dei nostri ragazzi e magari accompagnato un pezzo del loro/nostro percorso. Ecco quindi che si può comprendere come, aldilà del numero totale di minori accolti che può sembrare non troppo alto, diventa significativo

il

risparmio in termini di spesa sociale a cui abbiamo contribuito col lavoro sin qui svolto.

Dal 1991 ad oggi abbiamo ospitato ben 485 minori di cui 113 residenziali e 372 in pronta accoglienza. Dai dati che abbiamo raccolto e dall’ esperienza,si può 17

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affermare che nonostante la struttura sia aperta a minori dai 6 ai 18 anni vengono accolti in maggioranza ragazzi di età tra i 12 e i 17. Questo dato vale sia per i residenziali che per le pronte accoglienze. Per I bambini più piccoli in genere,viene più facilmente reperita una famiglia disponibile all’accoglienza attraverso il Centro Affidi, servizio con cui anche la Comunità

collabora.

Purtroppo,

oggigiorno,questa opportunità

si

specie

realizza

più

difficilmente per gli adolescenti e più difficilmente viene accettata dagli adolescenti stessi.

Nel 2014 le richieste d’ammissione arrivate ed che non abbiamo potuto accogliere per mancanza di posti sono state 15 , di cui 3 dai Comuni Versiliesi e 11 da altri Comuni della Toscana, 1 dal Comune di Castelvetrano.

Pronta accoglienza: La Comunità risponde quotidianamente e 24 ore su 24 alle richieste di emergenza e urgenza con 2 posti riservati alla pronta accoglienza. Potremmo dire che in 23 anni di comunità che corrispondono a ben 276 mesi abbiamo accolto 1 minore e un pezzetto al mese considerando anche che fino al 2001 era previsto un solo posto di pronta accoglienza. Abbiamo ospitato in 18

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via di emergenza ben 372 minori la cui maggior parte (287) è stata accompagnata da noi dalle Forze dell’Ordine ed il restante numero (85) dal servizio sociale. La causa più elevata d’ inserimento è data da minori stranieri non accompagnati o che vivono nell’illegalità, per lo più per spaccio, prostituzione e furti. Purtroppo questi ragazzi non si fermano a lungo perché

la

legislazione

presenta

delle

lacune,

comunque vengono da noi censiti e segnalati alla Procura della Repubblica presso il TpM. Abbiamo poi risposto alle esigenze del territorio rappresentando una sicura collocazione per i minori stranieri non accompagnati che, seguendo le varie ondate di flussi migratori , sono arrivati in Italia dai paesi dell’est Europa, dal Nord Africa ed Europa Centrale. Anche in questo caso, siamo parte importante di un sistema di monitoraggio sui minori nel nostro Paese.

I posti di pronta accoglienza non possono restare occupati lungo tempo, proprio per poter rispondere in maniera efficace ed efficiente alle varie richieste del territorio. La durata prevista per la P.A. è di 15 giorni per poter dare il tempo necessario al responsabile del minore di trovare una soluzione alternativa. Dalla pronta accoglienza vengono valutati in èquipe con i Servizi Sociali Territoriali i minori che possono essere 19

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inseriti in Comunità in modo residenziale (ad oggi 57), rientrare in famiglia (33) o venir trasferiti in altra struttura (16).

Residenziali: Tranne brevi contingenze dovute a dimissioni e nuove ammissioni, la Comunità ha sempre lavorato a pieno regime, con i 9 posti sempre occupati, compreso l’anno corrente.

In residenziale sono stati ospitati 113 minori di cui 65 maschi e 48 femmine che rientrano nelle fasce d’età 12-17. La maggior parte dei ragazzi sono stati inseriti dai comuni della Versilia di cui 68 in carico al Servizio Sociale di

Viareggio e 22 agli altri comuni della

Versilia. Ci sono poi minori che vengono da altre province toscane e anche da fuori regione.

Mentre tra i minori accolti in pronta accoglienza risulta alto il numero di minori stranieri, tra i residenziali 82 minori sono italiani mentre 31 provengono da altri paesi europei e dal nord Africa. Le problematiche dell’inserimento in

comunità sono

complicate da incasellare in semplici indicatori perché molto

spesso

sono

molteplici.

Come

cause

dell’allontanamento di un minore dalla famiglia troviamo incapacità genitoriale (48), conflittualità 20

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intra-familiare (16), minori stranieri non accompagnati (19), affido di ritorno (7). Per 73 minori l’ingresso in comunità è stato deciso dal Tribunale per i minori e tramite un decreto di collocamento in comunità.

Argomento difficile quello della permanenza. La legge italiana

(L.149/2001) sancisce che la previsione di

permanenza sia di due anni. Ma nella realtà è così?

Diciamo che all’ingresso in residenziale di un minore segue la stesura di un P.E.I (progetto educativo individualizzato)

dove

oltre

agli

obiettivi

da

raggiungere viene fissato anche un tempo necessario per raggiungerli e che viene condiviso con il minore e con il Servizio Sociale. Bisogna considerare che dei 113 minori 8 sono tutt’ora accolti in comunità. Quindi si può dire che dei 105 ragazzi 30 sono stati ospitati per un periodo che va da 1 a 2 anni e 30 sono stati ospitati oltre i due anni. Per alcuni si è fornita ai Servizi Sociali un’osservazione

educativa

di

qualche

mese,

necessaria per ulteriori interventi.

E poi cosa succede? Dopo aver condiviso un pezzo di strada insieme che fine fanno i nostri ragazzi? Al momento della dimissione la maggior parte di loro (56 ) rientra in famiglia con la speranza che nel frattempo le condizioni che lo hanno portato da noi si siano positivamente modificate col supporto del Servizio 21

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Sociale Territoriale. In ogni caso i ragazzi che escono dopo un periodo di vita comunitaria sviluppano una serie di competenze tali da renderlii comunque più consapevoli ed autonomi. Per i restanti, 16 minori sono stati inseriti in un'altra comunità, 11 sono andati in affido etero familiare e 11 sono diventati maggiorenni.

Discorso a parte sarebbe da farsi circa la necessità di supporti per quest’ultima delicata fascia d’età, ma questa non è la sede opportuna per affrontarlo..

Centro diurno: Il Centro Diurno è anch’esso un servizio socio educativo del Comune di Viareggio, attivato nel 2004 come estensione della Comunità Alloggio. Esso accoglie in forma diurna un massimo di 11 minori in età 8-17, residenti esclusivamente nel comune di Viareggio e segnalati per l’inserimento dai servizi sociali territoriali. Il Centro ha finalità educative e svolge attività di sostegno e recupero scolastico, attività ludico ricreativo, ed attività di socializzazione.

Durante il periodo invernale, Il Centro è aperto dal lunedì al venerdì pomeriggio, nei mesi estivi é previsto un ampliamento dell’orario alla mattina per gite e uscite varie. Ad oggi sono stati accolti 57 minori, tutti 22

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afferenti dal Comune di Viareggio, di cui 30 femmine e 27 maschi. Di questi ben 13 sono stati inseriti dal Servizio sociale territoriale con Decreto del T.p.M di Firenze.

34 sono state le richieste che non sono state accolte per indisponibilità di posti.

La durata dei progetti è analoga alla Comunità per consentire oltre all’acquisizione di una buona socialità, un buon recupero scolastico.

Di molto altro potremo parlare, ma in un momento di terribile crisi della nostra società, ancor più nel nostro

territorio

e

visto

il

crescente

disagio

adolescenziale, giovanile e familiare, secondo noi l’ESSENZIALE è che il progetto globale della Comunità Alloggio fornisce una prima ma tempestiva risposta che la città di Viareggio non può perdere.

Una città che non si occupa più dei suoi giovani non ha futuro.

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C.RE.A società cooperativa sociale Direzione e Amministrazione Via Virgilio, 222 55049 Viareggio Tel. 0584 384077 www.coopcrea.it info@coopcrea.it

Comunità Alloggio Via della Gronda 147 Tel. 0584 962702 Cell. 338 7941436 comunita@coopcrea.it Certificato ISO 9002 n. 4149/00

__________________________________________________________________ C.RE.A. Società cooperativa sociale a r.l.

Via Virgilio, 222 Viareggio tel. 0584.384077 fax 0584.397773 e-mail info@coopcrea.it Comunità Alloggio via della Granda 147 Viareggio. Tel 0584 962702 fax 0584 431568

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Testo degli educatori della ComunitĂ Alloggio della Coop. C.re.a.

Stampato in proprio nel mese di dicembre 2014

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