San Giovanni e Apocalisse

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Esegesi NT: S. Giovanni e Apocalisse – Prof. ATTILIO GANGEMI – A.A. 2005 / 2006 – Coco Ezio

zitutto Isaia 55,11 [ %

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], dove si dichiara che la parola non torna a Dio senza aver

fatto ciò che Dio ha voluto. Perciò anche nel testo di Isaia, l’uscita della parola da Dio, dalla Sua bocca, è finalizzata al compimento della Sua volontà. Però non basta Isaia 55 perché nel testo di Giovanni leggiamo l’espressione [

] «fare la volontà», questa

espressione non è di Isaia 55, ma del salmo 39, il quale nel verso 7 suona: «sacrificio ed offerte non gradisci, le orecchie mi hai aperto, non hai chiesto olocausti e vittime per la colpa, allora ho detto: “Ecco, vengo a fare la Tua volontà”». Isaia 55 e Salmo 39 si fondono. Salmo 39 precisa Isaia 55, Isaia 55 offre lo sfondo. Il salmista ha detto «Ecco Io vengo», ma il salmo non specifica qual è il punto di partenza: lo offre Isaia 55: il punto di partenza è il cielo. Il salmo 39,7, insieme al salmo 15: «Il Signore è mia parte di eredità e mio calice», soggiacciono ai racconti sinottici del Getsemani, la preghiera di Gesù. Giovanni non narra la preghiera di Gesù, ma certo non la ignora; l’antitesi di Giovanni: «sono sceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di Colui che mi ha mandato», riprende la tradizione evangelica [Luca]: «Padre non la mia, ma la Tua volontà sia fatta». Questo testo accorcia le distanze: mentre il verso 33 o 41 finalizzavano la discesa dal cielo al pane, quest’ultimo testo finalizza la discesa dal cielo al compimento della volontà di Dio in un cammino che parte dal Getsemani. Gesù stesso però si premura di indicare la volontà di Dio in due espressioni: negativa e positiva, che è utile scrivere in parallelo: 1. questa è la volontà 2. che non perda 3. ma resusciti nell’ultimo giorno

1. questa è la volontà del Padre 2. che chiunque vede il Figlio e crede in Lui, abbia la vita eterna 3. ma resusciti

Giovedì 17 novembre 2005, ore 08,30 / 10,15 Il verso 40 esprime positivamente quello che il verso 39 ha detto negativamente: il problema non è soltanto “non perdere”, ma dare la vita eterna. La vita eterna è data a chiunque vede il Figlio e crede in Lui. Perciò si indicano due volontà di Dio: la prima riguarda il Figlio: deve dare la vita eterna; la seconda riguarda gli uomini: debbono per ottenere la vita eterna «vedere e credere». Ma dietro la volontà di Dio riferita agli uomini si nasconde un’altra volontà di Dio riferita a Gesù: perchè l’uomo possa vedere e credere è


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