Lettera alle Famiglie della nostra Diocesi

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Diocesi di Teggiano-Policastro

Lettera alle famiglie della nostra Diocesi A voi dilette famiglie della Chiesa di Dio che è in Teggiano-Policastro, rivolgo il mio sincero saluto ed un cordiale augurio pasquale di Risurrezione e di vita. Ringraziandovi ancora per la calorosa accoglienza che mi avete riservato all'ingresso in Diocesi il 4 febbraio u.s., permettetemi di entrare umilmente ed in punta di piedi nelle vostre case per poter condividere con voi gioie e speranze, ansie e preoccupazioni, fatiche e aspirazioni, attese e progetti di tutto il popolo di Dio; se me lo consentite, lasciate che ciò avvenga attraverso la fede comune in Gesù di Nazaret, “il Signore e il Maestro” (Gv 13, 14) della nostra storia. Desidererei abbracciare ognuno di voi con tutto l'ardore apostolico e la vicinanza pastorale che ho assunto a motto del mio episcopato con voi, fra di voi, e per voi sul modello dell'apostolo Paolo: “Purché in ogni maniera sia annunciato Cristo” (Fil 1, 18). Con questa mia lettera mi piacerebbe in qualche modo poter contribuire nell’accompagnare, sostenere e incoraggiare i nostri, i vostri percorsi di umanità e di vita buona, alla luce e secondo gli orientamenti che la fede cristiana ed il Magistero della Chiesa cattolica propongono edVESCOVO invitano i LETTERA DEL MONS. ANTONIO DE LUCA, suoi amati figli a farli propri e a testimoniarli nel ALLE FAMIGLIE DELLA DIOCESI 1 IN OCCASIONE DELLA S. PASQUA 2012


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concreto del vissuto personale, familiare, professionale, più ampiamente sociale, civile e istituzionale. Per questo vi vengo incontro sapendo che la famiglia oggi, più di ieri, ha una grande e delicata responsabilità, originale e insostituibile1. Essa è: il “santuario della vita”2, luogo di accoglienza, di generazione, maturazione e servizio alla vita in pienezza; “prima e indispensabile comunità 3 educante” alla vita e ai valori che danno senso alla vita; “scuola di socialità... all'insegna del rispetto, della giustizia, del dialogo, dell'amore”4 in ogni ambito del vissuto. Vorrei consegnarvi con questo mio scritto una frase di san Paolo e quanto da essa discende: “… se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove” (2 Cor 5, 17). L'apostolo delle genti fa esperienza che attraverso la riconciliazione operata da Cristo e la sua vittoria sul peccato e sulla morte tutto è nuovo, tutto è rivestito di luce, tutto è vita nuova. Anche nelle nostre, famiglie non ci sia più un pensiero ed un agire improntato a rimpianti o nostalgie, indecisioni, paure o disperazione, ma tutto in Cristo diventi 1

Su questi aspetti, cf., GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. Familiaris consortio, qui n. 36. Più ampiamente, mi permetto di rimandare a: CONCILIO VATICANO II, Cost. past. Gaudium et spes, Parte II, cap. I; PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA GIUSTIZIA E DELLA PACE, Compendio della Dottrina sociale della Chiesa, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano 2004, cap. V. 2 GIOVANNI PAOLO II, Enc. Evangelium vitae, qui n. 92. 3 CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA,LETTERA Orientamenti past. per il decennio DEL VESCOVO 2010-2020, Educare alla vita buona del Vangelo, n. 36. 4 MONS. ANTONIO GIOVANNI PAOLO II, Esort. ap. Familiaris consortio, n. 43. DE LUCA,

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'nuovo'. Vi scrivo in questo tempo di Pasqua, tempo di luce e gioia, di pace vera, sincera, autentica, profonda da creare, ri-creare sempre e dovunque con nuovo vigore. Lasciamo che la Risurrezione di Cristo faccia risorgere anche la nostra vita e le nostre comunità. Penso in particolare a tutti quei contesti dove per le più svariate ragioni si sperimenta maggiormente il senso della sofferenza, della fragilità e del limite umano. Datemi la possibilità di indicarvi qualche modalità mediante cui questo percorso di rinnovata umanizzazione può essere reso possibile e fecondo per noi tutti. La luce della Pasqua e l'identità della famiglia cristiana: essere in Cristo creature nuove. Molti anni fa in un'intervista Madre Teresa di Calcutta (1910-1997) esclamò: “Se le famiglie tornassero a pregare insieme, avrebbero più pace. Niente mette tanta pace, quanto la preghiera fatta insieme”. Viviamo tempi di crisi, generalmente considerata di natura economica, ma non solo. Essa è primariamente di natura etica e culturale, antropologica: ci sentiamo tutti intimamente più deboli e fragili. Mentre il Paese si va impoverendo ogni giorno, e lo sviluppo tecnico-scientifico si rivela strutturalmente ambiguo, facciamo fatica a vivere con dignità; veniamo allora ricondotti ad una sobria essenzialità e portati a chiederci nuovamente: su cosa crescerà LETTERA DEL VESCOVO in noi? Quale vera crescita e autentico sviluppo MONS. ANTONIO DE potremo favorire? La fede cristiana ha una LUCA, parola

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Diocesi di Teggiano-Policastro significativa da dire per aiutare le nostre famiglie a uscire da questa e da tutte le forme di crisi? Nel contesto attuale le difficoltà presenti obbligano al discernimento e ad una rinnovata progettualità5 compiuti con quel fiducioso realismo, saggezza e speranza attinti con forza e slancio proprio alla luce della fede pasquale. Papa Leone XIII (1810-1903) disse: “La famiglia è la cellula della società; se essa è sana, tutto l'organismo prospera. Se essa è malata, l'intera comunità deperisce e muore”. Guardando alla famiglia di Gesù e radicati su valori profondi riscopriamo insieme la nostra identità, la grandezza della vostra vocazione e del servizio che rendete alla Chiesa e alla società civile proprio vivendo con generosa coerenza e disponibilità ciò che contrassegna la vostra realtà familiare. Richiamo qualche ambito privilegiato. Innanzitutto l’accoglienza e la trasmissione del dono della vita e della fede, con cui edificate la Chiesa e la società. Penso a ciò che contraddistingue le realtà fondamentali dell'esperienza familiare: il Vangelo dell'amore cristiano che si esprime stabilmente e con tutto se stessi, fino al dono di sé, attraverso le relazioni complementari fondate sul matrimonio all'interno e all'esterno della vita coniugale e familiare tra uomo e donna, marito e moglie, padre e madre, genitori e figli, fratelli e sorelle, tra parenti e familiari e via via allargando il cerchio verso tutti, come stupore per l'esistenza dell'altro, la gioia di riceversi, accogliersi e donarsi, 5

LETTERA DEL VESCOVO MONS. ANTONIO DE LUCA, Cf., BENEDETTO XVI, Enc. Caritas in veritate, n. 21. ALLE FAMIGLIE DELLA DIOCESI 4 IN OCCASIONE DELLA S. PASQUA 2012


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la fedeltà al proprio dono nel servizio disinteressato, la fecondità e l'apertura al futuro nelle varie dimensioni dell'esistenza. La vita è un miracolo grande nella storia del mondo, ma sempre fragile e minacciato: per questo ha bisogno da parte di tutti di attenzione, cura, rispetto in ogni sua forma, in specie per quegli ambiti intangibili e non negoziabili, come il diritto alla vita dal concepimento fino alla morte naturale, alla famiglia e alla libertà di educazione (specie, quella religiosa), ma anche politiche giuste per la salute ed il rispetto del creato, le giovani generazioni, la casa, il lavoro e una sana economia, l'armonizzazione tra i tempi di vita familiare e il lavoro, la tutela della donna come madre e lavoratrice, la crescita della società civile, l'investimento in una nuova cultura politica, la difesa dei più poveri ed emarginati, gli anziani fragili, i disabili, senza dimenticare le tante persone migranti che si trovano nel nostro territorio con tutto il loro carico di aspirazioni e problemi, e che auspico – anche attraverso la nostra collaborazione – possano integrarsi sempre più fra di noi. Inoltre, vorrei ricordare che è in famiglia che si imparano i primi elementi fondamentali della religione cristiana: il segno della croce, le preghiere del mattino, della sera e dei pasti, il modo di vivere la domenica e il tempo della festa, il riconoscimento e la pratica convinta dei simboli della fede. Altresì, è in famiglia che si impara il modo corretto di trattare le persone, i piccoli, i poveri, gli ammalati e gli anziani con rispetto e nel servizio reciproco e fraterno, le modalità 'umane' LETTERA DEL VESCOVO ANTONIO DE LUCA, con cui relazionarsi conMONS. ciascuno e con tutti, i

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contenuti essenziali di ciò che ha valore nella vita e merita salvaguardia e promozione. Sulla scia del IV Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona (16-20 ottobre 2006) ritroviamo personalmente e comunitariamente una più robusta coscienza missionaria nel divenire autentici testimoni di Gesù Risorto, Speranza del mondo, perché i differenti ambiti della vita affettiva, lavoro e festa, fragilità umana, tradizione e cittadinanza si basino sempre più sulla sua Pasqua e sulla vita vera e bella, felice che da essa scaturisce per tutti6.

La luce della Pasqua e la missione della famiglia cristiana: essere nuovi nella fede e agire in novità di vita Forti della nostra identità, siamo impegnati con particolare dedizione e responsabilità a far nostro il pressante appello con cui il Santo Padre Benedetto XVI ci ha esortato lo scorso ottobre 2011 a varcare la “porta della fede” (At 14, 27), tenendo lo sguardo fisso su Gesù (cf., Eb 12, 2), l´inviato del Padre, attraverso una particolare riflessione e riscoperta del dono della fede7. Tale invito si fonda sulla consapevolezza che solo una sempre più profonda conoscenza di Cristo e del suo mistero, una continua ricerca della contemplazione del suo volto, una viva e virtuosa esperienza di incontro con Lui nella Parola e nei sacramenti, una convinta acco6 CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Nota past. “Rigenerati per una speranza viva” (1 Pt 1,3): testimoni del grande 'Si' di Dio all'uomo. 7 L'11 ottobre 2011 è stato indetto l'“Anno della fede”: esso avrà inizio l'11 ottobre 2012 nel 50° anniversario dall'apertura del DEL Concilio Vaticano II e LETTERA VESCOVO terminerà il 24 novembre 2013, solennità di Cristo Re dell'universo: cf., BENEDETTO XVI, Lett. ap. Porta Fidei. MONS. ANTONIO DE LUCA,

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glienza della chiamata universale alla santità e, insieme, l´attenzione ragionevole al mutare del contesto culturale e sociale possono dare efficacia all´annuncio del Vangelo e credibilità alla sua testimonianza secondo quelle modalità costanti e sempre nuove rese opportune da un 'nuovo zelo' nell'opera di ri-evangelizzazione e di promozione umana da ricercare e favorire negli svariati contesti in cui si svolge ogni giorno la nostra missione. Questa è anche la prospettiva contenuta negli Orientamenti pastorali della Chiesa italiana per questo decennio. Infatti, vi leggiamo: “… Per i genitori, l'educazione è un dovere essenziale… nel senso che non può essere delegato né surrogato. Educare in famiglia è oggi un'arte davvero difficile. Molti genitori soffrono, infatti, un senso di solitudine, di inadeguatezza e, addirittura, d'impotenza. Si tratta di un isolamento anzitutto sociale, perché la società privilegia gli individui e non considera la famiglia come sua cellula fondamentale”8. Conosco le inquietudini e i travagli con cui voi mariti e mogli, padri e madri, figli, faticate in famiglia e in società a proporre e realizzare in misura adeguata ragioni profonde per vivere. A tal fine, vi esorto ad essere testimoni veridici e infaticabili di quell'amore sponsale consacrato all'altare, promosso e valorizzato all'interno della coppia, per i vostri figli e verso tutti coloro che incontrate sul vostro cammino. Il prossimo Incontro Mondiale delle Famiglie (il cui tema sarà "La Famiglia: il

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LETTERA DEL VESCOVO

CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, Orientamenti past. per il decennio DE LUCA, 2010-2020, Educare alla vita buona delMONS. Vangelo, ANTONIO n. 36.

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lavoro e la festa”), che si svolgerà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno p.v., costituirà un importante evento di mobilitazione e coscientizzazione sulla vocazione e missione della famiglia cristiana. Le novità del presente, la ricchezza e la complessità dei percorsi del pensiero umano, come anche dell’esperienza di ogni giorno, richiedono una costante traduzione in parole e opere delle ragioni della speranza cristiana9, in modo che sia possibile proporre a ogni persona e all'intera società i criteri e le norme di vita che scaturiscono dall´autentica realtà dell´uomo, quale ci è stata pienamente rivelata in Gesù Cristo. E' lui “l'uomo nuovo… il nuovo Adamo”, Colui che “rivelando il mistero del Padre e del suo amore svela anche pienamente l'uomo a se stesso e gli manifesta la sua altissima vocazione”10. Il mistero dell'uomo nella luce del Verbo incarnato, morto e risorto per la nostra salvezza comporta la condivisione del cammino di ogni uomo e donna, mettendo in chiara luce la partecipazione delle famiglie cristiane alla missione della Chiesa oggi: esse, aiutate dalle comunità parrocchiali in cui sono inserite, dai gruppi ecclesiali, associazioni e movimenti, sono chiamate ad assumere e testimoniare in comportamenti concreti e visibili i valori evangelici, aiutando nello stesso tempo ogni persona che incontrano negli ambiti di vita da loro frequentati (scuola e ambienti educativi, parrocchia, mass-media, lavoro e professione, realtà istituzionali, svago e tempo libero, ecc.) a

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LETTERA DEL VESCOVO LUCA, ALLE FAMIGLIE DELLA DIOCESI 8 IN OCCASIONE DELLA S. PASQUA 2012

Cf., BENEDETTO XVI, Enc. Spe salvi. MONS. ANTONIO DE CONCILIO VATICANO II, Cost. past. Gaudium et spes, n. 22.


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lasciarsi interpellare dalla verità sull'uomo donata a noi dal Vangelo e risplendente in forma completa e autentica nel Signore Gesù, unico vero Salvatore dell'uomo, di ogni uomo e tutto l'uomo. E' la novità della Pasqua che vogliamo vivere con tutta l'intensità possibile della fede a dischiudere per noi orizzonti di speranza e di fiducia in cammini di umanità sempre rispettosi della sua dignità trascendente e che mai pongano altro al suo posto, in particolare quando, per le difficoltà che si possono incontrare nella vita o seguendo falsi ideali e parziali prospettive, si vorrebbe ridurre l'uomo a ciò che esso non è, né può mai essere. Ne deriverebbe solo una sterile e infruttuosa riduzione di significato che avrebbe conseguenze nefaste per la vita buona di ciascuno e di tutti coloro con cui siamo chiamati a coltivare e custodire con dignità il 'giardino' nel quale siamo stati posti per un progetto di amore e che il Signore ci fa abitare (cf., Gen 2, 15). Alla luce della Pasqua, cosa far nascere di nuovo nelle nostre famiglie? E' a partire da questa ri-motivata presa a cuore dell'identità e missione a voi generosamente affidata dall'appartenenza alla comunità cristiana, per camminare in novità di vita invito le vostre famiglie con forza a essere 'piccola Chiesa', dal Concilio chiamata “Chiesa domestica”11 che crede, professa, educa, annuncia e vive, prega in comu-

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LETTERA DEL VESCOVO

CONCILIO VATICANO II, Cost. dogm. Lumen Gentium, n. 11; cf., ID., MONS. ANTONIO DE LUCA, Decr. Apostolicam Actuositatem, n. 11.

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nione di amore e di vita al suo interno e con tutte le altre famiglie e componenti del vissuto cristiano. Con tutta la Chiesa diocesana e i cari sacerdoti, vi incoraggio e sostengo nel presentare in ogni contesto di vita le ragioni della fede in modo serio e condivisibile, prestando attenzione alle domande, alle reali attese e alle scelte delle persone che sono accanto e attorno a voi. Nel dialogo con chi non crede sappiate attingere luce dal Vangelo, impegnandovi con convinzione perché il Cristo che in esso rifulge diventi vostro inseparabile e fedele compagno di viaggio nella vita di ogni giorno, facendovi prossimi a tutti (cf., Lc 10, 29-37), ma senza conformarvi a quei modelli culturali e ideologici che non vi consentono di “discernere la volontà di Dio, ciò che buono, a lui gradito e perfetto” (Rm 12,2). Desidero vivamente che sappiate dire e vivere il Vangelo con le parole e le opere semplici della vita ordinaria, per imparare a parlare al cuore di ogni uomo. Mi sembra questo il modo per comporre in forma significativa la tensione missionaria che scaturisce dalla fede cristiana e la conseguente coerenza della vita, senza frammentazioni e sovrapposizioni tra ciò che sarebbe proprio della fede e ciò che invece inerisce gli impegni temporali. “… a Gesù Cristo, che ci ama, sta a cuore tutto l'uomo”12. In particolare, insieme a voi ci impegniamo nel seno delle nostre comunità parrocchiali e lo faremo in forma ecclesiale nel prossimo Convegno diocesano in giugno, sforzandoci di declinare in forme 12

LETTERA DEL VESCOVO MONS. ANTONIO DE LUCA, BENEDETTO XVI, Enc. Caritas in veritate, n. 15. ALLE FAMIGLIE DELLA DIOCESI 10 IN OCCASIONE DELLA S. PASQUA 2012


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diffuse e popolari il progetto di vita buona che è proprio della vita cristiana, aiutandoci tutti insieme ad analizzare e giudicare da credenti le questioni impellenti del nostro tempo, ed esprimere di conseguenza valutazioni e orientamenti legati ad una visione autentica della persona umana e dei problemi che la riguardano nella sua totalità. Siate coscienza critica e propositiva secondo la fede in tutti gli ambienti della società civile, sociale e politica della nostra amata Diocesi, evitando il più possibile divisioni faziose, opposizioni e chiusure di parte che non conducono al raggiungimento del vero bene comune di ciascuno e di tutti. Ricerchiamo insieme forme efficaci di presenza sul territorio diocesano e di valorizzazione autentica della vocazione affidata a ognuno, perché in ogni luogo risplenda la bellezza della testimonianza cristiana in tutta la sua autenticità, per una efficace penetrazione nel vissuto delle nostre società. Con competenza e disponibilità siate presenti, valorizzando l'apporto di ciascuno dei componenti dei vostri nuclei familiari, con una feconda assunzione di responsabilità nei cammini formativi delle nostre comunità parrocchiali. In questo senso, nello specifico, vorrei che si sviluppassero a livello parrocchiale e interparrocchiale, foraniale e diocesano luoghi significativi e momenti forti di formazione, per alimentare il cammino di fede e l'impegno di testimonianza di tutti i credenti, nel delicato e opportuno servizio alla comunità ecclesiale, civile e politica. L´annuncio della Parola, la preghiera e la celebrazione dei sacramenti traccino LETTERA DEL VESCOVO itinerari di spiritualità che formino in maniera MONS. ANTONIO DE LUCA,

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significativa bambini, ragazzi, giovani e adulti ad una vita di carità autentica, sullo stile dell'amore di Dio, radicato e già presente in tante realtà della nostra Diocesi, ma sempre da ri-vitalizzare nei contenuti e nelle modalità, perché nell'adesione al comune cammino di crescita, si esprima nello specifico una più consapevole appartenenza alla vita della nostra comunità cristiana. “… Mediante l'amore siate invece a servizio gli uni degli altri” (Gal 5, 13). Vi chiedo di imparare quotidianamente a donare con ribadita convinzione quello che siamo, 'comunità d'amore', per far crescere e moltiplicare il bene della carità fra tutti gli uomini, ed in particolare verso chi vive isolato o è escluso dal banchetto della vita (cf.: Lc 16, 19-31; Mt 22, 1-14), ed è bisognoso del pane dell'amore per poter vivere. Nessuno si senta emarginato fra di voi. Vi esorto a non stancarvi di essere operatori di bene in questo tempo di fragilità sia personale e interpersonale che sociale. Siate capaci di trarre il bene dalle esperienze negative che ogni giorno si presentano nelle vostre case. Se è vero che “Dio è amore” (1 Gv 4, 8) e “l'amore è da Dio” (1 Gv 4, 7), impegniamoci ad invocare con insistenza nella preghiera il dono dell'amore vero perché – da Lui generati e da Lui amati fino al dono della sua stessa Vita per noi – restiamo in Lui (cf., Gv 15, 1-17) e diveniamo suoi veri testimoni per la vita buona del mondo13. Si, implorate incessantemente il Signore. Ciascuno lo invochi con il proprio coniuge, insieme ai vostri 13

D., Deus caritas est.

LETTERA DEL VESCOVO MONS. ANTONIO DE LUCA, ALLE FAMIGLIE DELLA DIOCESI 12 IN OCCASIONE DELLA S. PASQUA 2012


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figli, con i vostri anziani genitori. A immagine della Trinità divina, siate una cosa sola, una sola voce, una sola invocazione (cf., Gv 17, 21-23). Invocatelo sempre. Pregate spesso come ci ha suggerito sant'Anselmo d'Aosta (1033-1109): “Guarda, Signore, esaudisci, illuminaci, mostrati a noi. Ridonati a noi perché ne abbiamo bene: senza di te stiamo tanto male. Abbi pietà delle nostre fatiche, dei nostri sforzi verso di te: non valiamo nulla senza te. Insegnami a cercarti e mostrati quando ti cerco: non posso cercarti se tu non mi insegni, né trovarti se non ti mostri. Che io ti cerchi desiderandoti e ti desideri cercandoti, che io ti trovi amandoti e ti ami trovandoti”14. Con la vostra testimonianza evangelica e nello stile cristiano del dialogo e del confronto con tutti, condividete e collaborate con ogni uomo di buona volontà, illuminando di spirito cristiano ogni realtà vitale di cui è impregnato il nostro bel territorio. Una parola di speciale vicinanza vorrei rivolgere a tutte quelle famiglie che vivono momenti di difficoltà, in questo nostro tempo impegnativo e difficile, ma non meno bello e straordinario per l'opportunità di far fiorire nuove vocazioni alla comunione di vita e di amore nella famiglia. Non sentitevi mai soli, il Signore Gesù e tutta la comunità diocesana con Lui sentiamo vivo il peso delle vostre fatiche, oscurità e sofferenze, di qualsiasi natura esse siano: economiche, affettive, morali e spirituali. 14

SANT'ANSELMO, Proslògion, ed. F.S.LETTERA Schmitt, Seckau-Edimburgo 1938, DEL VESCOVO cap. I, 99-100 (cf., Seconda Lettura dall'Ufficio delle Ore del Venerdi della I MONS. ANTONIO DE LUCA, Settimana di Avvento).

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Siamo consapevoli che solo ri-scoprendoci tutti appartenenti all'unica famiglia dei figli di Dio e fratelli in Gesù Cristo gli uni degli altri, insieme secondo quel tesoro di bene che ciascuno è e vuole rendere partecipi i fratelli nella condivisione della comunità familiare, ecclesiale e civile, sociale e istituzionale, potremo superare tutte le tenebre che offuscano il nostro cammino, perché su ogni uomo e donna sfolgori in tutta la sua luminosità e calore umano il sole di Pasqua. Nella reciprocità costruttiva della fede che ci unisce, ognuno di noi divenga familiare e responsabile delle vicende vitali di ogni altro membro della comunità: scopriremo così il senso vero e genuino dell'essere gli uni con gli altri e per gli altri, non “… più stranieri né ospiti, ma… concittadini dei santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù. In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo nel Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per divenire abitazione di Dio per mezzo dello Spirito” (Ef 2, 19-22; altresì, cf., 1 Pt 2, 9-10). Vorrei che questa lettera vi dicesse tutto l'amore mio e del Presbiterio, facendovi parte del mio cuore di padre e pastore del gregge a me umilmente affidato, perché ciascuno di voi possa essere raggiunto e confortato, animato nella costruzione responsabile della sua vita personale, familiare e più ampiamente sociale, secondo lo Spirito del Signore Gesù. Vi invito a imitare quei santi genitori che con fatica LETTERA DEL VESCOVO hanno seguito i loro figli MONS. nel cammino della vita. ANTONIO DE LUCA,

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Essi sono stati un punto di riferimento imprescindibile per le loro scelte. Se non ci fosse stata la scuola di santa Monica, non avremmo avuto sant’Agostino; se non ci fosse stata mamma Margherita non avremmo avuto san Giovanni Bosco; se non ci fossero sante madri e santi padri il mondo sarebbe più povero di umanità. La famiglia è scuola di preghiera e di umanità. Beati voi se sarete capaci di accompagnare i vostri figli con la preghiera, la presenza discreta e una testimonianza credibile nel quotidiano. Avremo così nel futuro uomini e donne capaci di cambiare le sorti del mondo, a cominciare da quelle del nostro travagliato Meridione. Sant’Agostino (354-430) nelle Confessioni scriverà: “Ciò che io sono lo debbo alla virtù e alla preghiera di mia madre”. Beati voi se un giorno un vostro figlio dirà questo di voi. Un ricordo speciale alle famiglie provate dalla sofferenza, e a quei coniugi che vivono situazioni irregolari di unione. Saluto con affetto tutti i nostri emigrati all’estero e che aspetto di incontrare nei paesi d’origine. Vi benedico tutti con molta e viva cordialità, augurando a ciascuna e a tutte le nostre amate famiglie una serena Pasqua di Risurrezione. Pasqua di Risurrezione 8 aprile 2012 + Antonio, Vescovo

LETTERA DEL VESCOVO MONS. ANTONIO DE LUCA, ALLE FAMIGLIE DELLA DIOCESI 15 IN OCCASIONE DELLA S. PASQUA 2012


Preghiera prima dei pasti nel giorno di Pasqua e in ogni Domenica Uno dei genitori introduce la preghiera con questo saluto:

La pace del Signore sia su di noi e sulla nostra Casa.

Quindi qualcuno legge un brano della Sacra Scrittura:

«Il primo giorno della settimana, al mattino presto esse si recarono al sepolcro, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono che la pietra era stata rimossa dal sepolcro e, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre si domandavano che senso avesse tutto questo, ecco due uomini presentarsi a loro in abito sfolgorante. Le donne, impaurite, tenevano il volto chinato a terra, ma quelli dissero loro: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto”» (Luca 24,1-6). Tutti insieme concludono con la preghiera:

Effondi Signore la tua benedizione sulla nostra famiglia riunita nel tuo nome. Fà che ognuno di noi sia fervente nello spirito, assiduo nella preghiera, premuroso nel reciproco aiuto, sollecito alle necessità degli altri, testimone di fede e di amore, con le parole e le opere. Per Cristo nostro Signore. Amen 16


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