Bollettino Diocesano 2020

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BOLLETTINO D IOCESANO

Organoufficiale per gli atti del Vescovo e della Curia

DIOCESIDITEGGIANO
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POLICASTRO

BDOLLETTINOIOCESANO

organo ufficiale per gli atti del Vescovo e della Curia della Diocesi di Teggiano-Policastro

RegistrazioneTribunale di Sala Consilina n. 58/R.E.PCron. 725 del 27/05/2003

Periodico - anno CII

Redazione e amministrazione:

CuriaVescovile diTeggiano-Policastro

PiazzaV.Vignone 1 - 84039Teggiano (SA) Tel. e fax 097579053 www.diocesiteggiano.it e-mail: comunicazioni@diocesiteggiano.it

CONFERENZA EPISCOPALE CAMPANA

COMUNICATO DEI VESCOVI DELLA CAMPANIA

Noi, Vescovi della Campania, riuniti in preghiera e riflessione nel corso degli annuali esercizi spirituali, seguiamo con trepidazione l’evolversi della situazione relativa al contagio del coronavirus, chiedendo a Dio forza e costanza nella prova (2 Tim 2,12), sostegno e vicinanza ai malati e a quanti si prodigano presso i centri sanitari e di primo soccorso. In linea con il Comunicato della CEI, n. 10/2020 del 5 marzo 2020, che fa riferimento al Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del 4 marzo 2020, invitiamo i Parroci e gli Operatori Pastorali nelle Comunità ecclesiali ad attenersi alle disposizioni precedentemente emanate e di prestare ora particolare attenzione a quanto viene indicato fino alla data prevista del 15 marzo p.v. Invitiamo tutti i fedeli durante le liturgie ad avere particolare cura nell’osservare le indicazioni sanitarie per la tutela della persona e nel rispetto della salute comune: mantenere distanza minima di sicurezza, evitare contatti ravvicinati (segno della pace), ricevere la santa comunione sulla mano e le altre dovute attenzioni a tutela della propria persona e degli altri. Nel confermare la possibilità di celebrare l’Eucarestia e gli appuntamenti di preghiera che caratterizzano questo periodo quaresimale, osservando le particolari indicazioni previste, alla luce delle disposizioni ministeriali, confermiamo anche l’opportunità di sospendere, fino al 15 marzo p.v., gli incontri di catechismo, le attività oratoriali e quelle iniziative che potrebbero non garantire l’osservanza delle indicazioni sanitarie. Desideriamo intanto sottolineare che questo momento è occasione per intensificare la preghiera personale e le forme di preghiera comune, in piccoli gruppi, quali l’adorazione eucaristica prolungata, il santo rosario, con l’intenzione di invocare la grazia della guarigione dei malati, il conforto nell’impegno degli operatori sanitari e la fiducia per una rinnovata speranza di vita. Per casi particolari, il parroco si rivolgerà al proprio Vescovo. Mentre sollecitiamo ogni persona, sacerdoti e laici, di saper creare condizioni di vita sostenute da prudenza, attenzione e responsabilità, rendiamo più vivo il senso della fede in Dio in un vissuto ecclesiale che sappia essere segno di fiduciosa speranza nell’affrontare gli sviluppi di questa situazione, collaborando con le istituzioni locali nel rendere effettivo l’impegno teso a superare questo delicato momento della nostra vita.

COVID-19
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Rivolgiamo al Dio, trino ed unico, fonte e destinazione della nostra vita, la comune preghiera e supplichiamo l’intercessione della Madre nostra, Maria, salute degli infermi, in un filiale e comune affidamento.

5 marzo 2020

Cardinale Crescenzio Sepe, Presidente della CEC, e i Vescovi della Campania

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LINEE UNITARIE PER LE DIOCESI DELLA CAMPANIA PER LA GRADUALE RIAPERTURA DELLE CELEBRAZIONI AL POPOLO DI DIO.

Carissimi sacerdoti, nei giorni difficili che abbiamo vissuto e stiamo ancora vivendo, noi, vescovi della Campania, sentiamo anzitutto il bisogno di rivolgere un pensiero particolare a voi per la bella testimonianza di fede e di carità che state offrendo ai fedeli delle nostre parrocchie. Vi ringraziamo, vi apprezziamo perché siete vicini alla gente, a tante persone e famiglie esposte alla perdita di certezze lavorative, economiche e sanitarie. «Cari sacerdoti, se la Chiesa in Italia ha sempre il respiro del popolo, molto si deve ai suoi preti, particolarmente in questo frangente così delicato» (Card. Bassetti). Grazie! Un doveroso ringraziamento va anche alle Caritas diocesane e parrocchiali, ai tanti volontari che in questo tempo stanno scrivendo pagine di silenziosa e discreta solidarietà. Affrontando anche situazioni di pericolo, sono stati e sono i veri “santi della porta accanto”. Grazie ai tanti volontari che sostengono l’impegno dell’accoglienza, del “prendersi cura del prossimo” nei tanti centri di ascolto della Caritas. Grazie! Siete l’immagine viva del buon samaritano e contribuite non poco a rendere credibile la Chiesa. Non può mancare un ringraziamento particolarmente sentito ai medici e agli operatori sanitari, come anche alle forze dell’ordine. A tutti va il nostro pensiero paterno e l’incoraggiamento a perseverare nella comunione e nella carità. Carissimi, mentre ci prepariamo alla ripresa delle celebrazioni nelle nostre comunità, non intendiamo limitarci ad aspetti contingenti ma vogliamo offrire soprattutto una “lettura sapienziale” di quanto sta avvenendo. “Lettura sapienziale” che ci aiuti a comprendere che cosa il Signore vuol farci capire in questa situazione, come leggere questo tempo e soprattutto come ripensare l’azione pastorale alla luce di questa emergenza sanitaria, dalla quale sia la società sia le nostre comunità cristiane usciranno con un volto nuovo. Ci impegniamo a ritornare su quanto le nostre comunità hanno vissuto in questo tempo, soprattutto sulle “buone prassi” maturate in questi mesi per ricavarne orientamenti per il futuro. Su questa “lettura sapienziale” e sulla ricaduta pastorale di quanto sta avvenendo noi vescovi ci impegniamo a riflettere di nuovo prossimamente per accompagnare le nostre comunità e aiutarle a «leggere i segni dei tempi con gli occhi della fede, affinché la direzione di questo

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cambiamento risvegli nuove e vecchie domande con le quali è giusto e necessario confrontarsi» (Papa Francesco).

Nello stesso tempo non ci sta a cuore solo la ripresa delle celebrazioni, quasi che la nostra missione si esaurisca nella dimensione del culto. La missione della Chiesa non si esaurisce nelle celebrazioni. Ci stanno a cuore anche i giovani e le famiglie, gli ammalati, gli anziani, i disoccupati, i lavoratori, le categorie non protette, ci stanno a cuore i nostri fratelli migranti, impegnati nella filiera agroalimentare, nell’edilizia, nella ristorazione; in questo momento ci stanno a cuore le scuole, tutte le scuole (non possiamo infatti dimenticare le scuole paritarie e cattoliche, molte delle quali rischiano la chiusura a seguito di questa crisi); ci stanno a cuore tutti quelli che subiscono le conseguenze di questa emergenza.

Alcune linee unitarie per le Diocesi della Campania

Desideriamo ora offrirvi alcune linee a partire dal “Protocollo” riguardante “la graduale ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo”, siglato dal Governo e dalla Conferenza Episcopale Italiana. Le disposizioni in esso contenute sono vincolanti per tutti. Pertanto, ne raccomandiamo l’osservanza in tutte le sue parti, soprattutto nel rispetto delle prescrizioni sanitarie, quali ad esempio evitare l’assembramento, rispettare la normativa sul distanziamento tra le persone e l’adozione dei dispositivi di sicurezza.

-Messa Crismale. La CEI ha indicato, come orizzonte unitario, che la celebrazione avvenga nel Tempo pasquale, entro l’ultima settimana. Poiché la Messa Crismale esprime l’unità di tutto il popolo di Dio, si faccia in modo, nel rispetto delle prescrizioni, che ad essa partecipino i sacerdoti e alcuni rappresentanti dei religiosi e dei laici. Nella Messa Crismale si preghi anche per i sacerdoti morti in quest’epidemia. -Dal 18 maggio si riprendono le celebrazioni con il popolo. Come recita il Protocollo, la ripresa delle celebrazioni liturgiche sia “graduale”, secondo le disponibilità e tenendo conto delle eventuali difficoltà a “ripartire”. Raccomandiamo soprattutto molta prudenza e buon senso, in quanto il rischio dei contagi è ancora presente.

-Il Protocollo considera l’ipotesi di incrementare il numero delle celebrazioni liturgiche: noi vescovi diciamo no ad una “proliferazione” del numero delle celebrazioni, sia per ragioni di natura liturgica, sia per evitare una sorta di “meccanicizzazione”, sia per oggettive difficoltà pratiche (igienizzazione dopo ogni messa e un tempo per l’areazione degli ambienti).

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-Si prenda in considerazione la possibilità di celebrazioni all’aperto, assicurandone la dignità e il rispetto della normativa sanitaria, o anche l’ipotesi di utilizzare un’area interna o esterna alla chiesa che si può collegare via streaming con l’aula liturgica.

-Si faccia un uso limitato di trasmissioni delle celebrazioni in modalità streaming per non disperdere ulteriormente la partecipazione comunitaria: ci sta a cuore il senso della comunità, reale e non virtuale. In tali celebrazioni si rispettino lo spirito e le norme della liturgia.

-La celebrazione del sacramento della Confermazione e la celebrazione delle “Prime Comunioni” sono rinviate fino a nuove disposizioni.

-Per la celebrazione di Battesimo, Penitenza, Matrimonio, Unzione degli Infermi ed Esequie si rimanda alle disposizioni già vigenti.

-Processioni e feste patronali. Disponiamo che Processioni e feste patronali, peraltro già non consentite dalle attuali prescrizioni del Governo, siano sospese fino a nuove disposizioni. Rientrano in tale provvedimento anche quelle manifestazioni che prevedano, pur senza il concorso di popolo, il portare la statua del santo per le strade. Il divieto delle feste patronali è motivato anche dalla drammatica crisi sociale seguita all’ emergenza sanitaria: non sarebbe tollerabile assistere a feste utilizzando le offerte della gente mentre aumentano i poveri. Carissimi sacerdoti, grati per la vostra generosa testimonianza, vi rivolgiamo ancora una parola di incoraggiamento a portare la gioia e il peso quotidiano della cura pastorale, resa più difficile in questo tempo di emergenza. Vi diciamo: siate forti, sappiate che noi, vescovi e presbiteri, camminiamo insieme.

Pompei, 13 maggio 2020, Memoria della Beata Vergine Maria di Fatima

I vescovi della Conferenza Episcopale Campana

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LINEE UNITARIE PER LE DIOCESI DELLA CAMPANIA

Le seguenti linee unitarie, valide per le Diocesi della Campania, su alcuni aspetti della celebrazione dei sacramenti in tempo di emergenza sanitaria presuppongono una “lettura sapienziale” del tempo che stiamo vivendo e che noi vescovi vi proporremo in un prossimo incontro. In continuità con le linee già consegnate nel “Messaggio ai sacerdoti” del 13 maggio u.s., disponiamo quanto segue:

1.Celebrazione delle Prime Comunioni

Si dà la possibilità di celebrare le Prime Comunioni nel nuovo anno pastorale, a condizione che sia premesso un congruo tempo di catechesi. La celebrazione avvenga secondo le prescrizioni sanitarie vigenti e, preferibilmente, a piccoli gruppi.

2.Celebrazione

delle Cresime

La Celebrazione delle Cresime rimane temporaneamente sospesa secondo l’attuale Protocollo tra Governo e CEI. Si chiederà alla CEI di farne oggetto di riflessione nel tavolo di lavoro con il Governo.

3.Richiesta di celebrazione dei Matrimoni di domenica o in luoghi diversi dall’aula liturgica

Con riferimento ad alcune richieste in tal senso, i vescovi dispongono che, nelle Diocesi dove il sacramento del matrimonio non si celebra di domenica, tale norma continua ad essere in vigore. Non è consentita la celebrazione del matrimonio in luoghi diversi dall’aula liturgica sua propria, secondo la norma del Codice di Diritto Canonico.

4.Processioni e feste patronali

In attesa di una interpretazione più soddisfacente del recente Decreto (11 giugno 2020) del Ministero sulle “modalità di svolgimento delle processioni religiose”, soprattutto in ordine alla sicurezza sanitaria e all’attribuzione delle responsabilità, si conferma quanto già stabilito, e cioè: «Le processioni e feste patronali, per altro già non consentite dalle attuali prescrizioni del Governo, siano sospese fino a nuove disposizioni. Rientrano in tale provvedimento anche quelle manifestazioni che prevedano, pur senza il concorso di popolo, il portare la statua del santo per le strade. Il divieto delle feste patronali è motivato anche dalla drammatica crisi sociale seguita all’emergenza sanitaria: non sarebbe

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tollerabile assistere a feste utilizzando le offerte della gente mentre aumentano i poveri».

5.Celebrazione

dei battesimi e padrini non cresimati

Gli aspiranti padrini non cresimati non possono fungere da padrini (can 874). Si prenda in considerazione quanto previsto dal Codice di Diritto Canonico (can. 872): «Al battezzando, per quanto è possibile, venga dato un padrino».

Pompei, 16 giugno 2020

I vescovi della Conferenza Episcopale Campana

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PER UNA “LETTURA SAPIENZIALE” DEL TEMPO PRESENTE

Scheda per la riflessione nelle nostre Chiese

1.Introduzione

Nel messaggio ai sacerdoti del 13 maggio noi vescovi ci impegnavamo ad offrire una lettura sapienziale di quanto sta accadendo: «Su questa lettura sapienziale e sulla ricaduta pastorale di quanto sta avvenendo noi vescovi ci impegniamo a riflettere per accompagnare le nostre comunità e aiutarle a leggere i segni dei tempi con gli occhi della fede». È quello che facciamo oggi, ed è un momento significativo della nostra Conferenza: non siamo riuniti per affrontare aspetti particolari, ma stiamo dedicando un intero incontro esclusivamente al discernimento, guidati dalle parole di Papa Francesco e tenendo lo sguardo fisso alle nostre comunità.

2.Leggere questo tempo con gli occhi della fede

«Il popolo di Dio, mosso dalle fede, per cui crede di essere condotto dallo Spirito del Signore, che riempie l’universo, cerca di discernere negli avvenimenti, nelle richieste e nelle aspirazioni, cui prende parte insieme con gli altri uomini del nostro tempo, quali siano i veri segni della presenza o del disegno di Dio» (GS n. 11). Come interpretare la crisi attuale, quali lezioni ricavarne, e come riconoscere il “nuovo” di Dio? Quali cose lasciar cadere e quali mantenere? «Come cambieranno le cose? Come saremo? Cosa ci chiede il Signore in questo tempo? ... Senza dubbio, ci sarà una profonda cesura rispetto al passato. Per questo, sono necessari strumenti di riflessione per capire alla luce della fede quanto stiamo vivendo … Quello presente è un Kairós, che porta con sé delle opportunità» (Comunicato del Consiglio Permanente della CEI, 16 aprile). Dobbiamo riconoscerlo: noi non siamo abituati a questo esercizio della fede, a leggere cioè i “segni dei tempi”, a cogliere, attraverso gli avvenimenti, i richiami, gli appelli. È un esercizio a cui non siamo abituati, come purtroppo dimostra il fatto che, anche in questa emergenza, siamo forse più preoccupati della ripresa della celebrazione dei sacramenti piuttosto che di “discernere l’oggi di Dio”. Eppure, una Chiesa dovrebbe essere capace di leggere in maniera sapienziale la storia. La storia è un luogo teologico, è il luogo di rivelazione, è il luogo attraverso il quale Dio interpella la nostra vita e la nostra missione. Il Signore chiama attraverso la storia, attraverso il vissuto del mondo e

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dell’umanità; oggi siamo tutti tentati, noi operatori pastorali, di portare avanti una pastorale di iniziative e di attività. La pastorale, prima di essere attività, è discernimento, ascolto dello Spirito e ascolto delle domande delle persone. Una corretta pastorale presuppone una corretta teologia.

3.La barca nella tempesta Vogliamo leggere quanto è accaduto e sta accadendo come un appello, un richiamo, e vedere la crisi come grazia. Leggere con gli occhi della fede la situazione presente significa chiedersi: cosa vuole il Signore da noi, cosa vuole dirci attraverso questi fatti, quale lezione imparare dagli avvenimenti che viviamo? È quello che ha fatto in questo tempo Papa Francesco, il quale ha accompagnato il popolo di Dio lungo il periodo della pandemia, in particolare in quella stupenda meditazione nella sera del 27 marzo. Già leggere e meditare quel testo sarebbe sufficiente per un esercizio di discernimento. Il Papa, in quella meditazione, dopo aver descritto quanto stava accadendo con l’immagine evangelica della “tempesta”, aggiunge: «Signore, tu ci rivolgi un appello, un appello alla fede. In questa Quaresima risuona il tuo appello urgente: “convertitevi”, “ritornate a me con tutto il cuore”. Ci chiami a cogliere questo tempo come un tempo di scelta. Non è il tempo del tuo giudizio, ma del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è. È il tempo di reimpostare la rotta della vita verso di te, Signore, e verso gli altri». La tempesta ci invita a rivedere “le nostre agende, i nostri progetti, le nostre abitudini e priorità”. E questo a livello personale, sociale, ed ecclesiale.

4.“È il tempo di reimpostare la rotta della vita” (Papa Francesco) Non è possibile qui indugiare analiticamente sulle cose da imparare da quanto stiamo vivendo. Le abbiamo lette o apprese dai tanti mezzi di comunicazione, dalla rete, ecc. Sia pure come esemplificazioni, tentiamo di esplicitarne alcune. Il senso del limite, personale e sociale; il ridimensionamento dell’illusione di onnipotenza; nessuno si salva da solo; il valore del tempo che viviamo; l’importanza di essere vicini e di essere distanti; il grande sentimento di solidarietà… Cosa siamo diventati dopo questa pandemia, sia come comunità ecclesiale sia come comunità civile? A cosa siamo chiamati? Cosa possiamo diventare? Quando potremo tornare finalmente alla normalità? Era “normale” il nostro modo di vivere prima? O forse Dio ci chiede proprio di non

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tornare a quella “normalità”, che fa sistematicamente a meno di Lui emarginandolo?

5.“Perché tutto non sia come prima”

La crisi che stiamo vivendo è un giudizio, ma anche certamente una grande occasione che non possiamo permetterci di sprecare. Certo, essendo la situazione in evoluzione, non è possibile formulare programmi “ad ampio respiro” e indicare con precisione le cose da cambiare e quelle da assumere oggi e per l’immediato futuro. In questo tempo di pandemia la Chiesa si è trovata a vivere un passaggio di grave difficoltà e insieme l’apertura di inattese possibilità. Questo tempo ha fatto emergere con più evidenza tutte le problematiche pastorali, teologiche e spirituali con cui la Chiesa si confronta da decenni. Certamente, tuttavia, questa pandemia ci costringe a ripensare la pastorale e ad accelerare quel rinnovamento prospettato dal Concilio e continuamente sollecitato da Papa Francesco, il quale ci dice, in molti modi di ripensare le pratiche pastorali in nome di un cambiamento d’epoca che stiamo vivendo e nella direzione di una Chiesa “in uscita”: «La pastorale in chiave missionaria esige di abbandonare il comodo criterio pastorale del “si è fatto sempre così”» (EG n. 33). «Ci troviamo dinanzi ad una situazione per noi nuova ed inattesa, che costringe a maturare un diverso modo di pensare, a cercare vie nuove per servire il popolo di Dio. Il Signore parla nella storia e ci chiede di accogliere con fiducia la Sua volontà, la quale si manifesta anzitutto nell’evidenza dei fatti» (Libanori). «Non è una parentesi! Questo tempo parla, ci parla, urla. Ci suggerisce di cambiare» (Derio Olivero). Insomma, una lettura sapienziale dell’esperienza della pandemia «non può prospettare il semplice ritorno alla situazione di prima, augurandosi di riprendere l’aratro da dove si era stati costretti a lasciarlo» (Commissione Episcopale per la Dottrina della Fede e la Catechesi, “È risorto il terzo giorno”. Una lettura biblico-spirituale dell’esperienza della pandemia, pag. 19). Prima che sia troppo tardi: «Mi chiedo se questo tempo di chiese vuote e chiuse non rappresenti una sorta di monito per ciò che potrebbe accadere in un futuro non molto lontano: fra pochi anni esse potrebbero apparire così in gran parte del nostro mondo. Non ne siamo già stati avvertiti più volte da quanto è avvenuto in moti paesi, dove sempre più chiese, monasteri e seminari si sono svuotati o hanno chiuso? … Forse questo tempo di edifici ecclesiali vuoti mette simbolicamente in luce il vuoto nascosto delle chiese, e il loro possibile futuro se non si compie un serio tentativo per

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mostrare al mondo un volto del cristianesimo completamente diverso» (T. Halik, “Il segno delle chiese vuote. Per una ripartenza del cristianesimo”, Vita e pensiero – e-book).

6.“Una nuova immaginazione del possibile” (Papa Francesco) Come si è detto prima, non è possibile indicare con precisione le cose da cambiare e quelle da assumere oggi e per l’immediato futuro, considerata la situazione in evoluzione. Più che il tempo di dare risposte, questo è il tempo di intercettare domande. Bisogna con coraggio innanzitutto cogliere le domande e, poi, con pazienza e costanza, lasciandosi guidare dallo Spirito Santo e illuminare dalla Parola di Dio, operare un “discernimento comunitario”, che permetta alle nostre Chiese di rivedere il proprio cammino alla luce del passaggio doloroso del Covid-19. Tuttavia, proviamo a suggerire forme nuove di azione pastorale, che sono state già sperimentate, anche se in piccolo, in questo periodo che abbiamo vissuto. Proprio in epoche come queste lo Spirito Santo ha suscitato nuovi santi, iniziative inedite, modelli nuovi di vita pastorale. Sviluppiamo quei germi di novità pastorale che già sono emersi in questi mesi. Proviamo ad elencarli velocemente.

6.1 In questo periodo, per esempio, proprio grazie ai social media, le nostre comunità hanno raggiunto molte persone: come continuare a coinvolgerle anche dopo? La pandemia ha toccato nell’animo diverse persone: è a loro che dovremo guardare con nuove proposte di evangelizzazione. Il passaggio dell’epidemia, infatti, ha confermato, se ce n’era ancora bisogno, che “non siamo nella cristianità, non più!” (Papa Francesco).

6.2 Da fine febbraio non abbiamo più potuto vivere la normalità del nostro essere gente di Chiesa: niente messe, niente catechismo, niente prove di canto, niente riunioni di ragazzi e giovani, di giovani sposi, niente attività di oratorio, niente feste parrocchiali, ma è nelle case che stava succedendo qualcosa di veramente buono ed è da lì che dobbiamo partire. In preparazione alla Pasqua, le Diocesi hanno elaborato sussidi su come celebrarla in casa attraverso la preghiera, anche con i segni. Parecchi hanno pregato nelle case il Giovedì santo: hanno pregato sul pane, lo hanno spezzato, hanno lavato i piedi ai propri familiari; il Venerdì santo, l’adorazione della Croce al centro del tavolo; a Pasqua, la benedizione della mensa. Abbiamo scoperto la preghiera in famiglia;

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non abbiamo mai visto tanta gente pregare in famiglia come adesso, malgrado non ci siano state le messe con i fedeli. Spesso nelle nostre parrocchie, al di là dei sacramenti e poco altro, non c’è più niente: sacramenti, messe, qualche gruppo, il catechismo. Invece sta nascendo e vivendo di più la dimensione domestica, familiare: questa sarà la nostra salvezza! Nelle famiglie, nella preghiera in famiglia. Bisogna recuperare quello che il Concilio ha detto da cinquant’anni, ma che abbiamo trascurato: il sacerdozio battesimale. Tutti i battezzati sono sacerdoti: c’è un sacerdozio ministeriale, quello dei presbiteri certo, ma c’è un sacerdozio di tutti i battezzati. Ebbene, io credo che questo non debba andare perduto! Dobbiamo riconoscerlo: come Chiesa ci siamo concentrati nel passato solo sulla Messa, a cui, riconosciamolo, è abbastanza facile “assistere”; e senza Messa non sappiamo più cosa dire al Signore! Solo Messa, e niente più? Tutto Messa? Certo, la Messa è il massimo, il culmine, è la forma più perfetta della preghiera cristiana ma non esiste solo la Messa! Ecco: recuperare questo sacerdozio battesimale che si è manifestato in questi mesi, soprattutto in famiglia, nella preghiera in casa. Ma le nostre comunità sono in grado di pregare con la Parola? Le abbiamo educate alla riflessione sulla Parola di Dio? A fare Centri del Vangelo nei condomini, nelle case, ad essere loro i protagonisti della vita pastorale?

6.3 La catechesi

Le forme normali di catechesi sono state sospese, perché richiedevano il radunarsi di più persone in luoghi chiusi, ma forse sta nascendo un modo nuovo di formare un pensiero a partire dalla fede. In questi giorni è nata l’esigenza di interpretare il tempo che stiamo vivendo. Un desiderio di riflessione, pensieri, interpretazioni che, alla luce della fede, aiutino a dare un senso, a trovare una saggezza, a vivere da credenti il tempo perché diventi un tempo di grazia. Questo desiderio ha trovato nuove vie di comunicazione: sono circolate riflessioni, testimonianze che poi le persone facevano circolare per mezzo dei social media. È vero, nella rete circola anche molta spazzatura, anche religiosa, forme di “devozionalismo selvaggio”. Ma se creassimo gruppi che invece selezionassero testi, riflessioni di qualità, e li proponessero ai fedeli, alla gente, per aiutare a riflettere e meditare, anche per un desiderio di confrontarsi, di incontrarsi, per scambiare le riflessioni, insieme o a piccoli gruppi: non è forse questa una forma di catechesi? Non potrebbe ispirare nuove modalità di formare un pensiero alla luce della fede?

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La liturgia

Non si può negare che siamo stati colti alla sprovvista da questa situazione. Il senso di smarrimento ha portato anche a forme di pseudoliturgia selvaggia. A chi, in queste settimane, non è capitato di ricevere sui social dei video di sacerdoti che hanno fatto un uso improprio della liturgia o di alcuni aspetti cultuali? Abbiamo visto di tutto e di più. Abbiamo sorriso di fronte a questi video, ma poi, riflettendoci, abbiamo pensato che il fenomeno potesse nascondere cause ben più serie sulle quali vale la pena interrogarsi. Comunque, nei giorni della pandemia si sono aperti nuovi spazi di celebrazione che potrebbero essere valorizzati.

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La carità

Nel tempo dell’epidemia si è sviluppata la “fantasia della carità” (Giovanni Paolo II). Non solo il solito pacco – necessario, oggi la gente non riesce neanche a riempire la tavola! – ma anche nuove iniziative come: la disponibilità a fare la spesa per chi non poteva uscire di casa; un numero sempre attivo per il Centro di ascolto; un telefono amico per le persone sole, in difficoltà; l’arrivo di nuovi volontari; l’utilizzo dei social media per contattare e tenere in rete i bisogni; il legame con altri Centri di ascolto coordinandosi meglio.

6.6 Prendersi cura delle relazioni

Ad essere stato provato in questa fase è il tessuto delle nostre comunità ecclesiali, a rischio di dispersione e di smarrimento. A questo scopo è necessario prendersi cura delle relazioni personali. I fedeli vanno cercati uno per uno, con la discrezione necessaria, ma anche con la cordialità e l’interessamento sincero. Abbiamo bisogno di riscoprire la bellezza delle relazioni all’interno, tra collaboratori, praticanti… Abbiamo bisogno di creare in parrocchia un luogo dove sia bello trovarsi. E che ciò traspaia all’esterno, a quelli che compaiono qualche volta per far celebrare i sacramenti. Ai nostri presbiteri bisogna dire che è emersa in questo tempo una forte domanda di ascolto che va recepita. Abbiamo scoperto l’importanza delle relazioni. Se il vuoto di questi giorni ha fatto crescere in noi la nostalgia dell’amicizia, delle relazioni, perché non ci bastano le relazioni virtuali, allora chiediamo allo Spirito di farci tornare in comunità, non per riprendere il ritmo forsennato delle tante attività ma per curare meglio la qualità delle relazioni.

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6.7 Impegno profetico

Insieme con gli uomini e le donne di buona volontà le nostre comunità sono chiamate ad un impegno profetico, denunciando il taglio che negli ultimi anni è stato operato nel nostro Paese verso la sanità. Inoltre, un impegno profetico per la salvaguardia del creato. In questo tempo, infatti, si è constatato come è vero che c’è connessione tra gli uomini e il creato; la crisi del Covid-19 ha evidenziato che “tutto è connesso” e che «non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale» (Laudato si’ n. 139).

7.Conclusione

Il periodo che abbiamo vissuto e che stiamo vivendo ha fatto emergere quella crisi nella quale già vivevamo. Nella “ripartenza” stanno venendo fuori forti resistenze da parte di quelli che considerano questo periodo una parentesi da superare. Esortiamo presbiteri, religiosi e operatori pastorali a superare le resistenze e ad “investire” su quello che lo Spirito in questo tempo dice alle nostre Chiese.

Pompei, 3 luglio 2020

I vescovi della Conferenza Episcopale Campana

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VESCOVO

Immigrazioni: conoscenza, prospettiva e visione. (da “Il Mattino” – edizione di Salerno del 29/01/2020)

La presentazione del XXVIII Rapporto immigrazione 2018-2019 “Non si tratta solo di migranti”, a cura della Fondazione Migrante e di Caritas italiana, genera un diffuso e capillare dibattito, su un tema particolarmente scottante della realtà italiana ed europea, al quale l’opinione pubblica è sempre sensibile.

Il Rapporto Immigrazione è UNO strumento di conoscenza e si pone nel solco di una collaudata logica di un corretto processo informativo, eticamente rispettoso, e scientificamente pensato, al quale fare riferimento per attingere contenuti e dati. Anche la capillare presentazione del Rapporto sul territorio nazionale, in collaborazione con i centri scolatici, accademici, culturali e pastorali, è il tentativo di entrare in rete nella problematica migratoria, con la prospettiva interdisciplinare che tocca l’ambito culturale, sociale, economico e culturale. Ci piace affrontare la tematica a partire da tre angolatura decisive per un’apertura ragionevole al dibattito intorno alle persone migranti. Innanzitutto, conoscere e aiutare a conoscere realmente il fenomeno delle migrazioni. Non aiutano in questo processo l’oceano delle fake news (notizie false) e dell’hate speech (discorsi d’odio), una strategia da slogan diffamatori e fuorvianti. Si parla di invasione, di islamizzazione, di lavoro sottratto agli italiani, di diffusa delinquenza, finanche di emergenza contagio sanitario. Programmazioni radiofoniche e televisive, il mondo dei social, scontri verbali e litigi tra quanti sono sedotti da una informazione biecamente manipolata. Le persone migranti sono la causa di tutti i mali! Il clima sociale ne risente in rapporto alla serena convivenza ma anche il civile dibattito che potrebbe invece determinare aperture umane e culturali improcrastinabili, si inaridisce nelle secche astratte ed infeconde delle ideologie. I temi dei respingimenti, della chiusura dei porti, dei blocchi navali, aizzano un insano amor patrio che invece ha i connotati razzisti dettati da una mancata conoscenza del problema ed un’alterata percezione della realtà. Prima noi e poi loro, aiutiamoli a casa loro, è il grido di chi vuole gestire le persone migranti facendo credere ad una emergenza e ad un bisogno di sicurezza. Spiagge sicure, coste protette, fronte navale, sono componenti che distraggono dalla complessità del problema e non alimenta le giuste prospettive.

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Su queste ultime ci sembra che il Rapporto si soffermi dopo la cospicua presentazione dei dati, insistendo innanzitutto sulla logica dell’accogliere, accompagnare, proteggere ed integrare. Entriamo nel secondo livello che sono le prospettive. Al di là dell’integrazione c’è solo lo scontro, il conflitto e la guerra. Non sono le navi bloccate nel mare che scoraggiano le partenze ma sono le politiche di sviluppo, di solidarietà e di crescita che aiutano un popolo. Una legislazione che prevede la chiusura dei confini, che non è invece attenta alla migrazione regolata, selezionata e accompagnata sta alimentando un traffico irregolare e illecito dalle proporzioni economiche incontrollabile ed enormemente vantaggioso e persino più conveniente del traffico di stupefacenti. In tal senso i corridoi umanitari sono una geniale idea italiana, preso a modello, speriamo anche da altri paesi d’Europa. Tuttavia, forse abbiamo fatto molta accoglienza e poca integrazione. Ed infine serve una visione, ed è ciò che oggi manca alla politica, all’ economia, allo sviluppo, siamo troppo chiusi nella gestione di un presente contingente, stentiamo a valicare le paludose e miopi circostanze di un’immanenza che ci inchioda sulle ovvietà e ci esaurisce nei luoghi comuni. La visione richiesta dalle problematiche legate alle migrazioni non può che consistere in una lotta per la fratellanza universale, aperta alla multiculturalità, alla mobilità e all’accoglienza. Perciò scrive Papa Francesco nel messaggio per la giornata dei migranti: «Dunque non è in gioco solo la causa dei migranti, non è solo di loro che si tratta, m tutti noi, del presente e del futuro della famiglia umana. I migranti, e specialmente i più vulnerabili ci aiutano a leggere i “segni dei tempi”». Questa è la vera sfida!

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COMUNICATO: MISURE PRECAUZIONALI DA ADOTTARE NELLA CELEBRAZIONE DELLA S. MESSA

In considerazione delle circostanze che si stanno creando, dovute alla diffusione del COVID-19 (Coronavirus) e in attesa di eventuali ulteriori indicazioni da parte delle competenti Autorità, in sintonia con i Vescovi della Metropolia di Salerno, in tutte le chiese della Diocesi di TeggianoPolicastro – oltre ai suggerimenti pubblicati dal Ministero della Salute sulle norme igieniche da adottare, soprattutto nei luoghi chiusi e affollati – si seguano le seguenti disposizioni: -si svuotino le acquasantiere; -si ometta lo scambio di pace (gesto che, si ricorda, è facoltativo); -la Comunione Eucaristica sia distribuita sulla mano (secondo le norme liturgiche vigenti); -si prendano precauzioni durante le confessioni auricolari e in contesti di contatti personali.

I sacerdoti spieghino ai fedeli che si tratta di doverose misure precauzionali, da attuare per il bene della società. Fino ad eventuali mie nuove comunicazioni, salvo diverse e specifiche disposizioni di Autorità pubbliche, le sante Messe saranno regolarmente celebrate, così come tutti gli altri riti sacri e le confessioni.

Al contempo, facendo nostra l’esortazione della Conferenza Episcopale Italiana, «Ci impegniamo a fare la nostra parte per ridurre smarrimenti e paure, che spingerebbero a una sterile chiusura: questo è il tempo in cui ritrovare motivi di realismo, di fiducia e di speranza, che consentano di affrontare insieme questa difficile situazione».

27 febbraio 2020

+P. Antonio De Luca Vescovo di Teggiano-Policastro

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L’imperversare del diffondersi del COVID-19 e il Decreto di questa notte del Consiglio dei Ministri, insieme alle disposizioni della Protezione Civile Vallo di Diano e della Comunità Montana Vallo di Diano, ci portano ad una doverosa presa di posizione ed attuazione del Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Pertanto:

-è fatto divieto assoluto di Celebrare l’Eucaristia con la presenza dei fedeli in tutte le chiese della Diocesi a partire da domani 9 marzo. La domenica si farà uso dei mezzi di comunicazione sociale (radio-tv-internet). Si è dispensati dal precetto festivo; -sono vietate e proibite le messe esequiali nelle chiese parrocchiali, si utilizzerà la cappella del Cimitero per la sola benedizione della salma; -è vietata la celebrazione dei Sacramenti in forma pubblica; qualora vi fosse una urgenza siano celebrati alla presenza dei soli familiari. -restano confermate le precedenti indicazioni e limitazioni.

Le presenti disposizioni resteranno in vigore fino a nuova disposizione.

8 marzo 2020

+P. Antonio De Luca Vescovo di Teggiano-Policastro

COMUNICATO CORONAVIRUS
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Carissimi sacerdoti, diaconi, religiosi e fedeli dell’amata Chiesa di Teggiano-Policastro, come sapete, l’ultimo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 11 marzo impone nuove e più ristrettive limitazioni per contenere la diffusione del COVID-19. La Presidenza CEI ha da poco inviato un comunicato nel quale, tra le altre cose, leggiamo: “Viviamo una situazione gravissima sul piano sanitario […] A ciascuno, in particolare, viene chiesto di avere la massima attenzione, perché un’eventuale sua imprudenza nell’osservare le misure sanitarie potrebbe danneggiare altre persone. Di questa responsabilità può essere espressione anche la decisione di chiudere le chiese. Questo non perché lo Stato ce lo imponga, ma per un senso di appartenenza alla famiglia umana, esposta a un virus di cui ancora non conosciamo la natura né la propagazione”.

Per questi motivi, per evitare qualsiasi possibilità di contagio, con sofferenza, ma anche con ferma fiducia nella Misericordia di Dio, dispongo da questo momento la chiusura di tutte le chiese della Diocesi fino al prossimo 3 aprile. Sollecito tutti ad accogliere nella fede questa ulteriore dolorosa limitazione e a pregare, anche con l’aiuto dei mezzi di comunicazione, restando spiritualmente uniti in questo momento di particolare prova. Io e i vostri sacerdoti celebriamo l’Eucaristia quotidianamente per voi e vi siamo vicini.

Già da ora vi invito ad aderire alla preghiera collettiva per il nostro paese, promossa dalla Conferenza Episcopale Italiana il giorno 19 marzo nella festa di San Giuseppe, alle ore 21.00. Alle finestre delle case propongo di esporre un piccolo drappo bianco o una candela accesa. TV2000 offrirà la possibilità di condividere la preghiera in diretta.

Vi benedico di cuore 12 marzo 2020

+P. Antonio De Luca Vescovo di Teggiano-Policastro

COMUNICATO
CORONAVIRUS
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DISPOSIZIONI PER LA SETTIMANA SANTA

Carissimi, alla luce delle ulteriori misure restrittive in atto, che riguardano gli assembramenti e i movimenti delle persone, e della delicata situazione che stanno vivendo le nostre comunità, visti il Decreto della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti del 25 marzo 2020 e gli Orientamenti per la Settimana Santa della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana del 25 marzo 2020, dispongo quanto segue: -i Presbiteri celebrino i riti della Settimana Santa senza concorso di popolo. Non è consentita la partecipazione di fedeli; -i fedeli sono invitati a unirsi alla preghiera nelle proprie abitazioni, anche grazie alla trasmissione attraverso i mezzi di comunicazione dei vari momenti celebrativi che dovrà essere esclusivamente in diretta. Nei prossimi giorni sarà disponibile un sussidio per la preghiera in famiglia; -tutte le chiese della Diocesi continueranno ad essere chiuse fino a nuova mia indicazione.

Per quanto riguarda le celebrazioni, ci si regolerà come segue:

Per la Domenica delle Palme, l’ingresso del Signore in Gerusalemme viene commemorato in forma semplice all’interno dell’edificio sacro. Mentre il sacerdote si reca all’altare, si esegue l’antifona d’ingresso con il salmo, o un altro canto con il medesimo tema. Giunto all’altare, il sacerdote fa la debita riverenza, lo bacia, si reca alla sede e rivolge il saluto; la Messa continua poi nel modo consueto (Messale Romano, Terza forma: ingresso semplice, pag. 121, n. 18). Si omette la benedizione dei rami di ulivo e la processione. Non è assolutamente consentita la distribuzione, in qualsiasi forma, dei ramoscelli alle famiglie.

Per il Giovedì Santo, si seguirà quanto previsto dal Messale Romano (pag. 135) con gli opportuni adattamenti: la lavanda dei piedi, già facoltativa, si omette; al termine della Messa nella Cena del Signore si omette anche la processione e il Santissimo Sacramento si custodisca nel Tabernacolo, senza l’allestimento dell’altare della reposizione.

Per il Venerdì Santo, si seguirà quanto previsto dal Messale Romano (pag. 145). Una speciale intenzione di preghiera per chi si trova in

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situazioni di smarrimento, per i malati e per i defunti sarà aggiunta alla preghiera universale. Per l’Ostensione della Santa Croce, si usa la prima formula adattandola alla situazione. Il sacerdote in piedi davanti all’altare scopre alquanto la parte superiore della Croce, poi il braccio destro ed infine la scopre interamente, dicendo ogni volta “Ecco il legno della croce…”. Segue l’Adorazione della Croce. L’atto di adorazione alla Croce mediante il bacio è limitato al solo celebrante.

Per la Veglia pasquale, all’“inizio della veglia o lucernario”, omessa l’accensione e la benedizione del fuoco, si accende il cero e, senza alcuna processione, si esegue subito l’annunzio pasquale (Exultet), vedi formulario allegato. Segue la “Liturgia della Parola”. Si leggano almeno tre letture dell’Antico Testamento; non si ometta mai la lettura del cap. 14 dell’Esodo (Messale Romano, pag. 169, n. 21). Dopo la Liturgia della Parola si segua il Messale Romano. Per la “liturgia battesimale”, si rinnovano solo le promesse battesimali, omettendo la benedizione dell’acqua e l’aspersione. La Celebrazione continua poi come previsto dal Messale Romano. Non è assolutamente consentita la distribuzione, in qualsiasi forma, delle boccette con l’acqua benedetta alle famiglie.

La Messa Crismale è rinviata a tempi migliori, così da consentire la piena partecipazione di presbiteri e laici. Il Consiglio Episcopale Permanente offrirà un orientamento unitario, in sintonia con la decisione che il Santo Padre, Primate d’Italia, adotterà per la Diocesi di Roma. Si ricorda che, in caso di vera necessità, ogni presbitero può benedire l’olio per l’Unzione degli infermi (Cfr. Sacramento dell’Unzione e cura pastorale degli infermi, Introduzione, n, 21 e 77bis).

Sacramento della Penitenza. In caso di estrema necessità l’atto di dolore perfetto, accompagnato dall’intenzione di ricevere il sacramento della Penitenza, da se stesso comporta immediatamente la riconciliazione con Dio. Se si verifica l’impossibilità di accostarsi al sacramento della Penitenza, anche il votum sacramenti, ovvero, anche il solo desiderio di ricevere a suo tempo l’assoluzione sacramentale, accompagnata da una preghiera di pentimento (il Confesso a Dio onnipotente, l’Atto di dolore, l’invocazione Agnello di Dio che togli i peccati del mondo abbi pietà di me) comporta il perdono dei peccati, anche gravi, commessi. (cfr. Concilio di Trento, Sess. XIV, Doctrina de Sacramento Paenitentiae, 4 [DH 1677]; Congregazione per la Dottrina delle Fede, Nota del

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25 novembre 1989; Catechismo della Chiesa Cattolica, nn. 1451-1452). Colgo l’occasione per ringraziare tutti per la generosità espressa in diversi modi in questi giorni e in particolare quanti vivranno la Pasqua con concreti gesti di carità.

Vi ricordo tutti nella preghiera e vi benedico di cuore.

Teggiano, 25 marzo 2020 Solennità dell’Annunciazione del Signore

+P. Antonio De Luca Vescovo di Teggiano-Policastro

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I presbiteri, annunciatori di carità

Carissimi Sacerdoti, quest’anno la pandemia ci impedisce di ritrovarci insieme nella nostra Chiesa Cattedrale per benedire gli Oli santi e per rinnovare le Promesse sacerdotali. Sentiremo la nostalgia della mancata partecipazione all’unico Pane spezzato e all’unico Calice in comunione di amore e di intenti con il Vescovo e con il presbiterio diocesano. Stasera però tutti entreremo nel Cenacolo, in maniera discreta e riservata, per dare inizio al Triduo pasquale. Ci ritroveremo spiritualmente nella “sala al piano superiore” (Lc 22,12), per ricordare che nell’Ultima Cena siamo nati come Sacerdoti; faremo memoria con somma gratitudine del giorno della nostra Ordinazione, il natale calicis, riconoscenti dell’alta missione che il Signore ci ha affidato. Siamo nati dall’Eucaristia, difatti il ministero che ci è stato donato trae origine, vita e agisce operosamente e fruttuosamente perché le nostre mani ogni giorno sono piene “del Pane della vita e del Calice della salvezza”. Mistero della fede è l’Eucaristia e, per riflesso, mistero della fede è il Sacerdozio; due Sacramenti scaturiti dal Cuore del Signore, che restano legati in maniera indissolubile sino alla fine dei tempi (S. Giovanni Paolo II).

Fratelli sacerdoti, viviamo un tempo difficile, la pandemia ha cambiato ogni cosa, ha reso difficili gli incontri, ci ha costretti a restare in casa a gustare il silenzio, a pregare con maggiore calma e devozione, a meditare la Parola di Dio e a riscoprire gesti di cortesia e di tenerezza con i nostri cari. Siamo come costretti a scegliere l’essenziale per la nostra vita. Il tempo che ci è dato ci aiuta a riflettere sul dopo che già è iniziato (Papa Francesco). Ci sarà la fatica di raccogliere il gregge che si è disperso per la paura o decimato per il male, che in alcuni casi è stato inesorabile.

Saremo impegnati a fronteggiare nuove forme di povertà e di emarginazione, impareremo a conoscere il grido di chi ha fame e chiede a noi e alla comunità un aiuto e un sostegno. L’impegno nella carità sarà la testimonianza più vera e coerente del mistero d’amore che ogni giorno celebriamo e della gratuità del ministero che ci è stato donato. Siamo

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stati Unti per vivere e testimoniare la carità pastorale, la via maestra per giungere alla piena conformità a Cristo, Sacerdote e Pastore.

La carità pastorale, oltre ad essere una situazione interiore, è una scelta radicale che ci rende partecipi dell’amore del Signore per il gregge a noi affidato, apertura del cuore ai fratelli, a tutti i fratelli che necessitano di aiuto, conforto e accoglienza.

Questo tempo, dunque, è il tempo per vivere più intensamente la carità. Il grido di san Paolo ci raggiunge: “Tutto si faccia tra voi nella carità” (1 Cor 16,14).

Accogliere oggi il grido dell’Apostolo ci fa riscoprire il fascino di essere nel segno della carità operosa, sacramento di Cristo Sposo e Pastore e di raggiungere tutte le periferie esistenziali, di approdare al cuore di quanti la società dell’opulenza, dell’individualismo e dell’indifferenza ha scartato. La carità pastorale ci farà dono dell’odore delle pecore, delle nostre pecore. Allora è il momento di farci presenti, di essere accanto ai nostri fedeli. Per tutti dobbiamo diventare un’esplosione di umanità e di tenerezza: uomini che vanno, che stanno, che pregano, che amano e che sperano con la gente, la nostra gente, che ci vuole bene e attende una parola di speranza. Questa stagione di coronavirus, a ben guardare, con tutte le tragicità che comporta, si rivela come epifania di umanità, dove a regnare è la sola logica dell’amore.

Cari fratelli, stiamo scrivendo, forse inconsapevolmente, una pagina di storia meravigliosa perché non c’è altro luogo per annunciare e testimoniare la carità se non la storia, il nostro oggi, adesso! Il popolo santo di Dio giudicherà questo tempo unicamente dalle opere di carità.

Cari sacerdoti, come Padre e Pastore di questa Chiesa che fa esodo doloroso nel mondo, sento forte il bisogno di ringraziarvi per la testimonianza di carità che rendete alle nostre comunità. Grazie per le premure pastorali che mettere in atto giorno per giorno per essere vicini a chi soffre. Grazie per la vostra “fantasia” nell’ “inventare” sempre nuove forme di vicinanza, di solidarietà e di tenerezza.

Il Signore, Pastore buono e bello, sostiene la vostra fatica, vi conforta e riempie il cuore di gioia.

Insieme a voi, desidero ringraziare anche i vostri collaboratori in questa

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opera di solidarietà: i diaconi, gli operatori Caritas, i catechisti, i consigli pastorali parrocchiali e foraniali e quanti mettono a servizio dei fratelli le proprie energie e la personale generosità.

La Madonna Santa, Madre nostra, sorrida alla nostra fatica e benedica il nostro impegno.

Vi benedico di cuore.

Teggiano, 9 aprile 2020 Giovedì santo

+P. Antonio De Luca Vescovo di Teggiano-Policastro

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Carissimi fratelli e sorelle, il mattino di quella prima Pasqua si apre con la vista di una tomba violata ed il pianto e lo smarrimento di chi va al sepolcro per ultimare i prescritti riti di sepoltura. Accanto al dolore per la morte atroce, anche la desolazione nel non poter onorare il corpo di Cristo. Lo sconforto occlude i ricordi, la memoria è annebbiata; nessuno si sovviene dei discorsi, delle promesse, delle anticipazioni che Gesù ha fatto. C’è solo il lancinante dolore per la sua ‘assenza’. Maria Maddalena è chiusa in un cerchio di angosciante tristezza che progressivamente si aprirà allo stupore e alla gioia quando ascolterà le parole del ‘misterioso personaggio’: «perché piangi? Chi cerchi?»; ed infine: «non mi trattenere ... ma va da miei fratelli…». Gesù, il Risorto, si rivela: ha vinto la morte ed ha introdotto l’intera umanità nella possibilità-certezza di una vita senza fine. Questo è possibile se riusciamo a rispondere anche noi all’imperativo «non mi trattenere» del Cristo Risorto. «Non mi trattenere», può significare non cercare di chiudermi nei ragionamenti asfittici di calcoli ideologici; non compromettermi con quesiti che sanno più di calcolo che di fiducia; non coinvolgermi in vicissitudini che sono il frutto di ossessivi pronostici umani. «Non mi trattenere» è una rivendicazione di libertà; è un’ultima uscita di sicurezza, se si vuole seguire il Maestro morto e risorto. Andare con Lui diventa possibile e l’approdo è sicuro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro” (Gv 20,17). «Non mi trattenere», non è un rifiuto radicale né una disistima da parte di Gesù, al contrario, mostra alla Maddalena tutta la sua fiducia, affidando a lei, ed in lei anche a noi, l’annuncio fondamentale da portare ai fratelli.

Nel mattino di Pasqua c’è la vera consegna della fede che è abbandono, speranza e certezza di non essere lasciati soli anche quando «Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio» (Papa Francesco, Momento straordinario di preghiera in tempo di epidemia, 27 marzo 2020).

In questa terribile prova, che getta ombre di tristezza, Gesù ci chiede di non legarlo alle nostre paure, ma di incamminarci con Lui sulla via pasquale di una nuova imminente Risurrezione, di una sicura guarigione

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del corpo e dello spirito. È vero, ci sentiamo privati della gioia più bella delle nostre comunità che è la Pasqua, ma non possiamo avvertire la mancanza del Risorto: anche nella sofferenza e nella prova Egli ci raggiunge e, benché non ci sottragga al dolore e alla sofferenza, ci dà la forza per imprimervi un senso nuovo attraverso il quale arrivare alla gioia della Risurrezione. La sua ‘misteriosa presenza’ è percepibile nelle domande che ci rivolge: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?» (Mc 4,40). Sono per noi domande ridondanti ed attuali. Gesù non vuole risposte nozionistiche, non chiede teoremi, vuole solo trasfigurare il nostro pianto in gioia, perché aver ritrovato Lui e la sua comunità ci permette ancora di continuare insieme a proclamare la sua morte e la sua Risurrezione nell’attesa della sua venuta.

In questo mattino di Pasqua, segnato dalla sofferenza ma illuminato dallo splendore della Risurrezione del Signore, voglio ricordare e ringraziare particolarmente i parroci che con generosità continuano ad assistere i poveri e a donare alle comunità l’assicurazione di una diuturna vicinanza. Con l’aiuto delle religiose e dei religiosi, la carità si fa concreta. Un grato e riconoscente apprezzamento agli Uffici Diocesani, che in diversi modi continuano a lavorare a servizio delle Comunità.

Un pensiero affettuoso unito alla preghiera va alle persone sole e malate, alle famiglie segnate dalla tristezza del lutto, a quelle provate dalla perdita di lavoro e di pane, ai fratelli migranti, ai giovani scesi in campo con tenacia e coraggio, ai volontari, alle forze dell’ordine, alle associazioni, agli operatori della sanità, alle istituzioni civili, e a chi ha inteso rendere dignitoso il servizio dell’informazione con il recupero di un’etica necessarissima, lottando ed astenendosi dalla diffusione di ogni falsa notizia e dal terrorismo informativo. Il Signore sostenga tutti! Per intercessione di Maria, Regina dei cieli, nel nome della Trinità, di cuore vi benedico e vi auguro ogni bene nella speranza di riabbracciarci presto dopo la prova di questo momento.

Santa Pasqua di Risurrezione, carissimi amici!

12 aprile 2020

+P. Antonio De Luca Vescovo

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Pur nella difficoltà dell’attuale situazione sanitaria e nell’impossibilità di celebrare il mese di maggio nelle comunità, oggi iniziamo questo itinerario mariano che conduce i cristiani a riscoprire la dimensione del discepolato nell’esperienza di Maria, la madre di Gesù.

Il Santo Padre Francesco, nella sua recente lettera ai fedeli, afferma: “Ho pensato di proporre a tutti di riscoprire la bellezza di pregare il Rosario a casa nel mese di maggio. Lo si può fare insieme, oppure personalmente; scegliete voi a seconda delle situazioni, valorizzando entrambe le possibilità”.

Quest’anno la diffusione del virus ha violentemente fermato le attività delle comunità parrocchiali, soprattutto la Celebrazione Eucaristica, mortificando le iniziative e, spesso, spegnendo anche gli entusiasmi. Si avverte la difficoltà della privazione spirituale degli eventi celebrativi, manca l’Eucaristia e la comunità. In questa situazione di crisi siamo chiamati ancora una volta a riscoprire la presenza di Gesù Cristo nella preghiera in famiglia, nella Parola di Dio e nell’esercizio costante della carità.

Papa Francesco ci ricorda che è necessario riscoprire la dimensione domestica della fede, pregare e celebrare la fede in famiglia è la possibilità che oggi ci viene offerta. Vi invito a non sciupare questo tempo che, pur con mille difficoltà, forse ci sta indicando nuovi percorsi e nuove possibilità a cui non avevamo pensato.

Nella tradizione cristiana il mese di maggio è l’opportunità che ci è data per puntare e riflettere sulla straordinaria fede di Maria attraverso la preghiera del santo Rosario. Meditando e pregando i misteri della vita di Cristo, ricordiamo Colei che, in modo tutto particolare, ha collaborato nell’opera della redenzione attuata da Gesù, senza per questo oscurare l’unico nostro Redentore e la sua opera salvifica. Infatti, non c’è nessun pericolo che onorando la Madre non si onori anche il Figlio e viceversa, così come la Chiesa insegna.

Maria accolse e generò il Figlio nel cuore e nella carne e così porto la vita al mondo (cf. LG, 53), su di lei la grazia di Dio si è manifestata in modo tutto speciale; in quanto donna, madre e discepola di suo Figlio è chiamata beata da tutte le generazioni (Lc 1, 48); con la consegna di Gesù morente ha esteso la sua maternità a tutti gli uomini “generati dalla morte di Cristo per una vita che non avrà mai fine” (Prefazio BVM

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III). Ora accompagna con materno amore la Chiesa e la protegge nel cammino verso la patria, indicando e tracciando un percorso sicuro di vita cristiana. In Lei cogliamo l’ostinato ottimismo di Dio, che rigenera la storia con la libertà di un semplice sì!

Con accenti poetici, la sensibilità di una donna così ha scritto di Maria: «Quando il cielo baciò la terra nacque Maria che vuol dire la semplice, la buona, la colma di grazia. Maria è il respiro dell’anima è l’ultimo soffio dell’uomo» (Alda Merini).

Invochiamo la Madre della Chiesa, Maria, a lei, madre nostra, rivolgiamo lo sguardo, sicuri di ricevere il suo aiuto e la sua protezione. La preghiera del santo Rosario alimenti in noi la certezza che, come Maria, siamo chiamati a vivere i misteri di Cristo, nell’attesa di contemplarlo un giorno, uniti nella stessa gloria.

Buon mese di maggio!

1° maggio 2020

+P. Antonio De Luca Vescovo

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MESSAGGIO PER LA SOLENNITÀ DEL SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO

“Ho desiderato ardentemente …” (Lc 22,16)

Amati Sacerdoti, sorelle e fratelli, quest’anno anche la festa del Corpus Domini risente delle dolorose rinunzie celebrative e delle sentite manifestazioni di fede eucaristica che ogni anno contraddistinguono questa solennità. Nelle nostre chiese bisognerà mantenere il numero limitato di presenze, nel rispetto del distanziamento e delle misure precauzionali anticontagio, e non sarà possibile vivere la processione Eucaristica durante la quale viene adorato Gesù vivo e vero, presente nel Santissimo Sacramento.

La celebrazione della solennità del Corpo e Sangue di nostro Signore Gesù Cristo è, tuttavia, sempre motivo di riflessione, di lode e ringraziamento e di profonda adorazione e contemplazione del grande Mistero (cfr Ef 5,32). Lo è ancor più quest’anno, in cui per un lungo periodo ne abbiamo fatto fisicamente digiuno, ma non spiritualmente, ne sono più che certo.

È un po’ rivivere con il cuore e la mente in quel cenacolo dove tutto è cominciato; è tornare alle radici del nostro essere Comunità ecclesiale, del nostro vivere e del nostro morire. È tuffarci in modo tutto particolare nelle sorgenti della salvezza.

Il Risorto, ad ogni Celebrazione Eucaristica, viene a noi e ci raduna come popolo perché, in festosa assemblea, celebriamo il sacramento pasquale del Suo Corpo e del Suo Sangue. “Prendete, mangiate… bevetene tutti…” (Mt 26,26.27).

Carissimi amici, la solennità di quest’anno ci sollecita ancor più, come Comunità di credenti, ad una attenta e seria verifica sulla nostra relazione di fede che viviamo con il Signore Gesù. Egli, risorto e vivente, è presente nella sua Chiesa e la guida e la protegge assicurandole il Suo sostegno; ed essa, nel Suo Amore fiducioso non si stanca mai di invocarlo nella prova, e nella gioia sempre gli rende grazie (cfr. Prefazio delle Domeniche del tempo Ordinario IX).

È una intensa ed intima relazione sacramentale tra lo Sposo e la Sua sposa, la Chiesa. Una presenza che diventa per la Chiesa-sposa esperienza, anche se misteriosa ed intangibile; una esperienza talmente profonda e singolare che ispira un ineffabile sentimento di fiducia, di sicurezza e che la appella nell’intimo, continuamente.

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Dopo l’Ascensione di Gesù, che lo sottrae all’esperienza sensibile degli uomini, la Sua presenza nella Comunità dei credenti cambia segno ma non realtà. Egli resta e si dona: il segno del pane spezzato e del vino, nei quali offre il Suo Corpo come cibo e il Suo Sangue come bevanda di salvezza e di vita (cfr 1Cor 10,16-17; Gv 6,51). Egli rimane con noi per sempre sino alla fine del mondo (cfr Mt 28,20).

“…Fate questo in memoria di me” (Lc 22,19). Sì, possiamo incontrarlo Gesù facendo di Lui “memoria”. Durante ogni celebrazione liturgica, infatti, la Comunità riunita nel Suo nome, con la forza dello Spirito, fa “memoriale” della vita del Suo Maestro, della Sua morte, della Sua Resurrezione, e in tal modo Lo rende “presente”. Non si tratta di una presenza disincarnata, o di un mero riportare alla mente le belle gesta compiute da Gesù (ricordo). “Memoriale” è ricordo e celebrazione; è rendere presente ciò che significa. Non è un simbolo che indica la realtà, ma è un gesto che la riproduce, la riattualizza. Attraverso i segni del pane e del vino mangiati e condivisi dalla Comunità, Cristo è realmente presente nella Sua realtà e totalità e nel mistero che ci vengono comunicati.

L’Eucarestia, dunque, è “memoriale” della Sua passione-morte-risurrezione, è ricordo e celebrazione di tutta la Storia della Salvezza: lo è delle vicende di Israele, “popolo di Dio”, della vita di Cristo, della storia e della vita attuale della Chiesa, “nuovo popolo di Dio”. È unione intima, l’Eucarestia; è epifania sacramentale della Pasqua; è memoria di fede. È desiderio intimo di Lui, fonte inesauribile di ogni bene (cfr Colletta alternativa della solennità del SS. Corpo e Sangue di Cristoanno A).

Carissimi, non ci troviamo di fronte a delle belle parole di un ottimo predicatore, ma siamo alla Presenza dell’Amore che diventa chiodi, sangue, morte. Siamo di fronte non ad un amore, ma all’Amore; all’Amore di Dio che è totale, definitivo; all’Amore che ci ama, che mi ama fino alla morte, nonostante la mia, la nostra indifferenza, senza aspettarsi nulla da me, da noi… e questo Amore noi contempliamo! Quest’anno, non porteremo per le nostre strade il Corpo del Signore. Non cammineremo con Lui, ma lo “guarderemo” faccia a faccia, permettendogli di parlarci, nel prolungamento della stessa Eucarestia celebrata, contemplando il “Dio con noi”, “cor ad cor loquitur”, secondo il motto cardinalizio di San John Henry Newman.

È mio vivo desiderio che in ogni Comunità parrocchiale,

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possibilmente domenica 14 giugno 2020, si esponga il Santissimo Sacramento per un prolungato tempo di adorazione. Il popolo santo di Dio sosterà col Suo Signore in intima unione con Lui e, proclamando e professando la sua fede nel Signore Risorto, vivo e vero presente realmente e totalmente nel Santissimo Sacramento, potrà riconoscersi popolo redento (cfr Lc 1,68). Si abbia cura di proporre turni di adorazione per piccoli gruppi, sempre nel rispetto delle norme vigenti. Non si tralasci di raccomandare alla nostra gente anche altri segni esterni della nostra adorazione verso il Signore quali, per esempio, l’esporre drappi alle finestre o ai balconi e ceri accesi, elementi questi od altri tipici della pietà popolare intenti unicamente alla lode del Signore. L’Ufficio Liturgico diocesano ha preparato un apposito sussidio per un momento comunitario di adorazione a conclusione della giornata.

“…Voi stessi date loro da mangiare” (Mt 14,16). “Questo è il mio corpo, che è per voi” (1Cor 11,24).

Tutti coloro che Gesù unisce a sé nell’Eucaristia sono chiamati a ripetere e fare propria tale dichiarazione. Fatti una cosa sola con Lui, possono dire a ognuno: ecco qui la mia persona, sono a totale disposizione... sèrviti! Eppure “Ci sono di quelli che mangiano, ma non si lasciano mangiare. Ci sono di quelli che non mangiano, ma si lasciano mangiare. Ci sono di quelli che mangiano e si lasciano mangiare” (Sant’Agostino). A quale categoria appartengo?

Maria, donna eucaristica, ci aiuti ad adorare il Mistero, ad incarnarlo, a viverlo.

Teggiano, 31 maggio 2020 Solennità di Pentecoste

+P. Antonio De Luca Vescovo di Teggiano-Policastro

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Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti” (1 Gv 2, 14)

Vi accingete a fare un ulteriore passo per affrontare diversamente la vita, è la prova di una specifica “maturità”. Siate consapevoli che ogni momento di crisi [dal lat. crisis, gr. «scelta, decisione, situazione di grave difficoltà, passare al setaccio»] porta con sé nuove opportunità e stimoli, fecondi semi di rinascita, che, in questo piccolo lembo di terra, avete “voi giovani” tra le vostre mani “perché siete forti”! Siete forti se, mentre ci accompagna ancora il senso di timore e di incertezza, siete capaci di sognare, di spiccare il volo, di prendere coraggiosamente il largo perché “soltanto chi mette a prova l’assurdo è capace di conquistare l’impossibile” (Miguel de Unamuno). Il sogno è un guardare il futuro ad occhi chiusi, pregustandone la bellezza e intercettandone tutte le risorse per il raggiungimento di mete, obiettivi e progetti grandi, anche a costo di dolorosissimi sforzi.

Siete forti se al silenzio, attonito e passivo, cedete il passo ad una sana inquietudine che genera ascolto e poi dialogo. Solo accogliendo e abitando domande e parole, audaci e creative, si diventa davvero maturi e capaci di fare scelte in grado di costruire “ponti” rendendo liberi gli altri e voi stessi. Solo così, come scrive Alda Merini, “pensate che potete camminare su di noi come su dei grandi tappeti e volare oltre questa triste realtà quotidiana” (da La vita facile).

Siete forti se portate, in ogni ambiente vitale e in ogni relazione, non solo cose materiali e la ragione ma anche il “cuore”. Un cuore che si riverbera attraverso gesti di altruismo, di donazione, di inclusione, di solidarietà, rifiutando ogni tipo di discriminazione e di indifferenza. Papa Francesco ci ricorda che un gesto veramente umano “si esprime in particolare nel volgersi con attenzione ai limiti dell’altro, specialmente quando emergono in maniera evidente” (Amoris laetitia, n. 323).

Siete forti se ricordate ogni giorno di non essere soli. Crediamo spesso che la presenza dell’Altro/altri possa mettere a repentaglio la nostra pretesa di libertà o la nostra voglia di realizzazione invece che offrire l’opportunità per essere diversi o inaspettatamente migliori. Gesù di Nazareth ci insegna che la fede, la fiducia, la capacità di affidarsi allontana questa tentazione, alimentando ogni vero desiderio di umanità. Siete forti se ricordate che la nostra Chiesa, come famiglia, vi

SALUTO
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accompagna, vi sostiene ed esulterà per ogni traguardo e progetto che, con coraggio e impegno, riuscirete a raggiungere e a realizzare per il bene vostro e di tutta la nostra comunità.

In bocca al lupo!

16 giugno 2020

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MESSAGGIO PER

DELL’ANNO SCOLASTICO

Carissimi ragazzi e famiglie, docenti, personale e Dirigenti scolastici, rivolgo a voi il mio pensiero nella ripresa del percorso scolastico, che in maniera graduale si avvia in tanti comuni della nostra Diocesi. Mai come in questo tempo si è rivelato quanto la scuola sia una risorsa ed un patrimonio prezioso da custodire, e sul quale investire, affinché ci sia ancora un’umanità che vuole darsi un futuro. La scuola rimane una fucina reale di speranza per il nostro paese, dove possono essere forgiate ed espresse le migliori qualità personali e comunitarie. Questo è il tempo della comprensione profonda della storia e degli eventi che l’accompagnano, si richiede la messa al bando di ogni mediocrità e superficiale approccio, «peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi» (Papa Francesco).

Entriamo in questa stagione con la consapevolezza di alcune verità: Siamo tutti vulnerabili. Tutti, senza differenza alcuna, soffriamo per la malattia, per la morte, per la limitatezza, per la solitudine, per il distanziamento e il disorientamento. L’esperienza ci ha segnati. Non possiamo sorvolare su ciò che abbiamo vissuto. Eppure, come ci ricorda Papa Francesco, «cogliamo questa prova come un’opportunità per preparare il domani di tutti, senza scartare nessuno: di tutti. Perché senza una visione d’insieme non ci sarà futuro per nessuno».

La saggezza della responsabilità. L’emergenza Covid ha riaperto tanti squarci nella nostra vita e, nello stesso tempo, ci interpella su questioni di vita e di morte. Oggi più che mai, sosteniamo i giovani a vivere intensamente il desiderio di conoscenza, di relazioni autentiche e di genuina prossimità. Per questo occorre una responsabilità condivisa, generosa e integrale che sappia mettersi continuamente in ascolto dei segni dei tempi che il Signore ci pone dinanzi e trasmettere l’arte difficile e sublime del dialogo. Così, forse, costruiremo insieme un mondo nuovo e migliore, attraverso l’adempimento attento e serio del proprio dovere.

Il vero fine di ogni educazione è la libertà. Chi crede sa che “Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi” (Gal 5,1). Se vissuta rettamente la

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libertà diventa una forza di crescita e di maturazione che rischiara l’ardua ricerca di senso della vita per il raggiungimento di ciò che è vero, giusto e bello per ognuno e per tutti. Essa sola è capace di spezzare le catene dell’ignoranza, dell’indifferenza, della discriminazione, della violenza e della paura.

Vi accompagno e vi seguo con attenzione, non senza apprensione di padre, anche attraverso la presenza dei nostri sacerdoti e la disponibilità delle comunità parrocchiali.

Affidando ogni vostro passo al buon Dio che non ci lascia mai soli, vi benedico di cuore.

16 settembre 2020

+P. Antonio De Luca Vescovo di Teggiano-Policastro

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CELEBRARE LA CARITÀ

Anno pastorale 2020/2021

“Passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, lo caricò, lo portò in un albergo e si prese cura di lui…” (Lc 10,34).

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo, amati Sacerdoti, Religiosi e Religiose della Chiesa di Teggiano-Policastro, in attesa degli orientamenti pastorali per il quinquennio 2021-2025, che ci consegnerà la Conferenza Episcopale Italiana, e vivendo ancora questo tempo singolare di pandemia, che tocca in profondità le nostre relazioni personali, ecclesiali e sociali, siamo chiamati a riscoprire la bellezza della Carità per una lode piena e perfetta alla Santissima Trinità. Celebrare la Carità è lodare Dio per la Vita, la Salvezza e l’avvento del Regno dei Cieli che è per noi pace e gioia. Siamo investiti dalla Grazia e in ascolto del Vangelo sentiamo ancora più forte la chiamata ad un servizio generoso e gratuito, che si concretizza ancora oggi nel prenderci cura del prossimo1 e della casa comune2.

Questo tempo ci invita a un discernimento ecclesiale: «cosa significa essere discepoli del Signore Gesù oggi? Ci basta andare in chiesa o siamo invitati a vivere diversamente la comunità? Che cosa è stato significativo in questi mesi? Come essere annunciatori in questo tempo specifico?»3.

Già nei pensieri in tempo di crisi, raccolti nel volume “Prendersi cura”4, vi esortavo ad abitare con sapienza questo tempo per scrutare i

1

FRANCESCO, Lettera enciclica Fratelli tutti (3 ottobre 2020).

2 FRANCESCO, Lettera enciclica Laudato si’ (24 maggio 2015).

3 CEI, UFFICIO CATECHISTICO NAZIONALE, Ripartiamo insieme. Linee guida per la catechesi in Italia in tempo di Covid, Roma 2020, 4.

4 ANTONIO DE LUCA, Prendersi cura. Pensieri in tempo di crisi, Duminuco Editore, Sapri 2020, 9.

ORIENTAMENTI
PASTORALI
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segni dei tempi, a rinnovare la carità per vincere la paura, ricostruire i legami e camminare insieme per l’edificazione del Regno dei cieli: «Ora è il tempo di riscoprire una visione cristiana del tempo e della vita, delle nostre domeniche, dei nostri spazi di libertà, dei nostri incontri, non per uno sterile rimpianto, ma per una ritrovata speranza di impegno, per una riscoperta di profondità e motivazioni»5 .

L’icona biblica, tratta dal racconto del Buon Samaritano (Lc 10,34), che ci sta accompagnando in questo triennio dedicato alla virtù teologale della Carità, orienta anche in questo tempo il nostro cammino sinodale, divenendo in questo tempo di crisi ancor più significativa per la nostra vita. Il Cristo si prende cura di noi, di questa umanità e ci chiama allo stesso servizio verso i fratelli.

I Padri della Chiesa, Sant’Agostino, Origene, San Giovanni Crisostomo, ci offrono una lettura simbolica e intravedono nel racconto del Samaritano la sintesi esemplare della Storia della Salvezza: allegoria della caduta dell’uomo e la Redenzione operata da Cristo. L’uomo che scende da Gerusalemme è simbolo di Adamo, e in lui tutta l’umanità, che abbandona il paradiso dell’Eden (Gerusalemme) per immergersi in una mortalità dolorosa (Gerico). I briganti, “gli angeli della notte e delle tenebre”6, hanno spogliato l’uomo dell’immortalità, lasciandolo mezzo morto a causa del peccato. Il sacerdote e il levita sono figura dell’antico Israele, la Legge e i profeti, che non era in grado di dare compimento alla salvezza; invece il Samaritano è Cristo che, con tenerezza e compassione, si prende cura dell’uomo morente e lo salva. Nel vino e nell’olio per curare le ferite sono significati il sangue di Cristo e l’olio della Cresima. La locanda è la Chiesa, nella quale Cristo depone e ospita i feriti dal peccato affidandoli alla dedizione dei ministri, il locandiere, e le due monete simboleggiano il comandamento dell’amore e la Parola di Dio. Nel-la promessa del ritorno del Samaritano vi si percepisce la promessa del ritorno del Signore nel giorno del giudizio. Papa Benedetto XVI attualizza e perfezione il commento simbolico dei padri, e scrive: «Se la vittima dell’imboscata è per antonomasia l’immagine dell’umanità, allora il samaritano può solo essere l’immagine di Gesù Cristo, Dio stesso, che per noi è lo straniero e il lontano, si è incamminato per venire a prendersi cura della sua creatura ferita. Dio, il lontano, in Gesù Cristo si è fatto prossimo. Versa olio e vino sulle nostre

5 Ibidem

6 AMBROGIO, Expositio Evangelii secundum Lucam 7,73, PL 15, 1718.

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ferite - un gesto in cui si è vista un’immagine del dono salvifico dei sacramenti - e ci conduce nella locanda, la Chiesa, in cui ci si fa curare e dona anche l’anticipo per il costo dell’assistenza»7. Gesù - Buon Samaritano - , nei Sacramenti, nella sua Parola, nella comunione fraterna, nel magistero, nei poveri, continua a farsi effettivamente vicino all’uomo e se ne prende cura offrendogli la possibilità di guarire: «nella sua vita mortale egli passò beneficando e sanando tutti coloro che erano prigionieri del male. Ancora oggi, come buon samaritano, si fa prossimo a ogni uomo, piagato nel corpo e nello spirito, e versa sulle sue ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza. Per questo dono della tua grazia, anche la notte del dolore si apre alla luce pasquale del tuo Figlio crocifisso e risorto»8.

Papa Francesco ha sempre colto l’occasione per un significativo rinvio a questa pagina del Vangelo di Luca, che Papa Paolo VI definiva «il paradigma della spiritualità del Concilio»9. In una Catechesi delle udienze generali, Papa Francesco afferma: «Nei gesti e nelle azioni del buon samaritano riconosciamo l’agire misericordioso di Dio in tutta la storia della salvezza. È la stessa compassione con cui il Signore viene incontro a ciascuno di noi: Lui non ci ignora, conosce i nostri dolori, sa quanto abbiamo bisogno di aiuto e di consolazione. Ci viene vicino e non ci abbandona mai. Ognuno di noi si può fare questa domanda e rispondere nel cuore: Io credo che il Signore ha compassione di me? Così come sono: peccatore, con i miei problemi…? Pensare a quello. La risposta è Sì. Ma ognuno deve guardare nel cuore se ha la fede in questa compassione di Dio, il Dio buono che si avvicina, ci guarisce, ci accarezza e se noi lo rifiutiamo, Lui aspetta, è paziente ed è sempre accanto a noi»10. Il nostro percorso pastorale diocesano trova sostegno e ulteriore consolidamento rifacendosi alla recentissima Enciclica Fratelli tutti, del 3 ottobre 2020. Il Capitolo secondo ci offre una lunga e approfondita meditazione sulla parabola del Samaritano. La parabola «è un testo che ci invita a far risorgere la nostra vocazione di cittadini del nostro Paese e del mondo intero, costruttori di un nuovo legame sociale. È un richiamo sempre nuovo, benché sia scritto come legge fondamentale del nostro essere: che la società si incammini verso il

7

BENEDETTO XVI, Gesù di Nazaret, Rizzoli, Milano 2007, 238.

8 CEI, Messale Romano, 3a edizione italiana, Prefazio comune VIII, Gesù buon samaritano, Roma 2020, 404.

9 PAOLO VI, Conclusione del Concilio Vaticano II, Allocuzione del 7 dicembre 1965.

10 FRANCESCO, Catechesi sul buon samaritano, Udienza generale del 27 aprile 2016.

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perseguimento del bene comune e, a partire da questa finalità, ricostruisca sempre nuovamente il suo ordine politico e sociale, il suo tessuto di relazioni, il suo progetto umano. Coi suoi gesti il buon samaritano ha mostrato che “l’esistenza di ciascuno di noi è legata a quella degli altri: la vita non è tempo che passa, ma tempo di incontro”»11. Sarà proprio la ricchezza di questo testo magisteriale a diventare la bussola con la quale orientarci verso il futuro. Vogliamo infondere vitalità e vigore a percorsi pastorali forse ormai deboli e flebili, che non riescono ad imprimere la necessaria svolta pastorale. Non trascuriamo il perenne appello etico che risuona nella coscienza di ogni essere umano, che consiste nell’amore al prossimo. Papa Francesco ricorda, di fatti, che «questa parabola è un’icona illuminante, capace di mettere in evidenza l’opzione di fondo che abbiamo bisogno di compiere per ricostruire questo mondo che ci dà pena. Davanti a tanto dolore, a tante ferite, l’unica via di uscita è essere come il buon samaritano. Ogni altra scelta conduce o dalla parte dei briganti oppure da quella di coloro che passano accanto senza avere compassione del dolore dell’uomo ferito lungo la strada. La parabola ci mostra con quali iniziative si può rifare una comunità a partire da uomini e donne che fanno propria la fragilità degli altri, che non lasciano edificare una società di esclusione, ma si fanno prossimi e rialzano e riabilitano l’uomo caduto, perché il bene sia comune»12.

Cari amici, abitiamo ancora l’emergenza sanitaria. Abbiamo la consapevolezza che in questa crisi il Signore non ci ha abbandonati, ma ha messo nei nostri cuori semi di carità, ispirando quelle opere di solidarietà e di aiuto materiale e spirituale per la nostra gente.

Siamo lieti! Celebriamo la Carità: diamo lode al Signore, ascoltiamo con cuore rinnovato la sua Parola, viviamo gioiosi nella sua grazia, nutriamoci del suo Corpo e rendiamogli grazie ogni giorno per i suoi doni.

Ripartiamo insieme e prendiamoci cura

Siamo chiamati come comunità ecclesiale ad entrare in una nuova logica pastorale dove tutto è in gioco ed è interconnesso. Le azioni della Chiesa universale toccano le nostre vicende locali e, viceversa, come ministri e operatori pastorali, siamo coinvolti nel processo di testimonianza dell’opera dello Spirito. Le nostre relazioni interpersonali ed

11 FRANCESCO, Lettera enciclica Fratelli tutti (3 ottobre 2020), n. 66.

12 Ivi, n. 222.

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ecclesiali sono poste in uno stato di fragilità. Con voi vorrei riflettere sulle condizioni della nostra vita ordinaria.

Alla luce della nostra responsabilità di pastori, potrebbe essere utile indicare il percorso spirituale ed etico attraverso tre atteggiamenti racchiusi in tre parole centrali per ripartire insieme: consapevolezza, responsabilità, concretezza.

La consapevolezza

Non siamo imbattibili. La pandemia, con evidenza brutale, ci ha messo di fronte alla nostra strutturale vulnerabilità: «La vulnerabilità, la possibilità di essere feriti, non è tutta-via soltanto la cifra della nostra debolezza. Una vulnerabilità accettata è anche ciò che ci permette di accedere alle esperienze più grandi della nostra umanità. Investire energie in un progetto che – nonostante tutto – potrebbe fallire. […] Alla fine della nostra esistenza, sapremo di aver vissuto nella misura in cui avremo accettato la nostra vulnerabilità: le occasioni perse saranno altrettanti sacrifici sull’altare della pretesa di metterci al riparo dal rischio della ferita e del fallimento»13. La consapevolezza della nostra vulnerabilità non può paralizzarci in un eccesso di precauzione e di difesa, che se non genera certamente degenera. Papa Francesco, nella recente Lettera enciclica Fratelli tutti, ci ricorda come la pandemia del Covid-19 «ha messo in luce le nostre false sicurezze»14, ma al contempo, «ci ha permesso di recuperare e apprezzare tanti compagni e compagne di viaggio che, nella paura, hanno reagito donando la propria vita»15.

Alla luce di questa certezza non possiamo pensare i nostri spazi di catechesi e di culto esclusivamente in chiave di minaccioso contagio o di pericolosa ingenuità. Siamo attrezzati e rispettosi delle regole, perciò osiamo ripartire in sicurezza, per quanto è umanamente possibile. Come Chiesa è fondamentale che ci si muova come rianimatori spirituali e socio-culturali, per non far spegnere il respiro delle cose ordinarie e normali, svanite e non più di tanto reclamate.

La responsabilità, «per un verso, entra in gioco come dovere di rispondere all’appello che ci giunge da un altro: dal suo

13 S. BIANCU, «L’etica che verrà», in Munera, Rivista europea di cultura, 2/2020, Cittadella Editrice, 10-11.

14 FRANCESCO, Lettera enciclica Fratelli tutti (3 ottobre 2020), n. 7.

15 Ivi, n. 54.

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bisogno, dalla sua fragilità o, anche semplicemente, dal suo volto. Un appello che è sempre – che ne siamo consapevoli o meno – un appello all’amore: ti chiedo di amarmi. Per altro verso, come dovere di rispondere a qualcuno»16. Abbiamo la responsabilità di rispondere al bene possibile e massimo che qui ed ora dobbiamo realizzare. «Questa è l’ora del messaggio cristiano: c’è un Dio creatore del mondo, non siamo soli, abbiamo una speranza e in Gesù c’è questo assoluto mistero che noi chiamiamo “Dio”, diventato fratello di tutti gli esseri umani. Ciò dovrebbe imprimere slancio, offrire consolazione ed essere fonte di forza per il nostro impegno»17. Abbiamo la responsabilità di un discernimento che ci aiuti a comprendere che questo è «tempo propizio per trovare il coraggio di una nuova immaginazione del possibile, con il realismo che solo il Vangelo può offrirci»18.

La concretezza19, non coincide con innumerevoli impegni, scadenze e strategie. Non possiamo fare delle nostre comunità lo spazio di frenetiche iniziative che, benché lodevoli, non generano tempo per il pensiero, per la contemplazione, per il racconto. Forse neanche abbiamo più il tempo di gestire il succedersi di eventi, quanto piuttosto di avviare processi e di aprire percorsi20. Siamo in un crocevia storico, che non rivendica astrazioni, ma realismo. La concretezza ha prima di tutto un profilo teologico: la cifra della fede cristiana è l’Incarnazione, anche con la sua dimensione Chenotica, per indicare la via della redenzione e della salvezza. La concretezza di questo tempo potrebbe assumere tre nomi: Evangelizzazione, Ambiente, Solidarietà.

Evangelizzazione, significa riproposizione della questione Dio: «L’assenza di Dio è diventata la ferita sempre aperta dello spirito europeo, per quanto ci si sia sforzati di dimenticarlo ricorrendo ad ogni sorta di narcotici […]. Né si è mai instaurato l’ordine radioso

16 S. BIANCU, «L’etica che verrà», in Munera, Rivista europea di cultura, 2/2020, Cittadella Editrice, 11.

17 R. MARX, «Il dopo Covid: un’opportunità», 16 settembre 2020, La Settimana News, http://www.settimananews.it/societa/il-dopo-covid-una-opportunita.

18 FRANCESCO, «Il coraggio di una nuova immaginazione del possibile», 17 aprile 2020, L’Osservatore Romano, https://www.osservatoreromano.va/it/news/2020-04/il-coraggio-di-unanuova-immaginazio-ne-del-possibile.html.

19 Cfr. C. GIACCARDI e M. MAGATTI, La scommessa cattolica. Il Mulino, Bologna 2019.

20 Cfr. FRANCESCO, Discorso alla Curia Romana per gli auguri di Natale, 19 dicembre 2019.

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dell’antropocentrismo, quello che si sarebbe dovuto erigere sulle macerie di Dio»21. In questo tempo di limitazioni abbiamo accettato la sospensione di alcune forme della pietà popolare. Tale condizione ci ha privato di una modalità singolare e creativa per essere accanto alle nostre comunità. Non abbiamo respirato la “spiritualità popolare” o “mistica popolare”. La geografia religiosa, e penso ai nostri grandi Santuari, ha risentito delle pesanti limitazioni e della mancanza di una proposta evangelizzatrice che proprio in quei luoghi appare sentita e accolta. «Dalla prova la Chiesa italiana s’impegna a non prendere le distanze, a non barattarla con un improbabile rilancio, ma ad attraversarla con cuore credente. […] “Sapete leggere questo tempo?”; una domanda alla quale s’intende rispondere mettendosi in ascolto della realtà e assumendo alcuni impegni per costruire il futuro. […] Riscoprire il primato dell’evangelizzazione e a ripensare gli strumenti più adeguati per far sì che nessuno sia privato della luce e della forza della Parola del Signore. Sapendo che l’esperienza della pandemia non lascerà le cose come prima…»22. I sussidi che abbiamo, a partire dalla Chiesa descritta in Atti 11,19-26, ci indicano con chiarezza i punti su cui porre l’accento, le 5 trasformazioni pastorali, le domande di fondo, e le piste per ricominciare. La formazione degli adulti è una delle mete privilegiate.

- Questione ambientale. Restiamo una terra ad alta problematicità ambientale, i rischi continuano ad essere notevolmente sottovalutati. Molti slogan e protagonismi senza il prosieguo sperato, non devono lasciarci tranquilli! Non si può rinviare l’assunzione di una responsabilità condivisa, globale e planetaria. Il rischio di un collasso ambientale, le crisi climatiche, espongono l’intera umanità ad un punto di non ritorno. Bisogna iniziare tutti, e subito, a partire dai piccoli gesti e dalle nostre scelte ecclesiali. «La sfida urgente di proteggere la nostra casa comune comprende la preoccupazione di unire tutta la famiglia umana nella ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale, poiché sappiamo che le cose possono cambiare»23 e «riconoscere la grandezza, l’urgenza e la bellezza della sfida che ci si presenta»24. La prospettiva dell’ecologia integrale è tale solo se include una visione antropologica e il concetto di uno sviluppo aperto al trascendente. Perché quanto stiamo attraver-

21 W. KASPER, Il Dio di Gesù Cristo, Queriniana, Brescia 1984, 21.

22 CEI, Consiglio Episcopale Permanente, Comunicato finale, 24 settembre 2020.

23 FRANCESCO, Lettera enciclica Laudato si’ (24 maggio 2015), n. 13.

24 Ivi, n. 15.

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sando con la pandemia non sia «l’ennesimo grave evento storico da cui non siamo stati capaci di imparare»25.

-Intimamente connessa è la sfida della solidarietà e accoglienza. «Sarebbe necessario riconoscere il diritto al viaggio e alla ricerca di una vita migliore. Se questo avvenisse sarebbe più semplice e naturale una distinzione tra rifugiati politici e migranti economici, a livello dei paesi d’origine e di quelli di accoglienza o dei centri di raccolta. Questo consentirebbe di poter ricollocare in paesi sicuri gli accertati rifugiati politici e di creare poi flussi periodici di migranti economici, per inserirli regolarmente nei mercati del lavoro occidentali»26. La Chiesa non fa diagnosi sociologiche per nutrire l’informazione, ma per individuare nuovi spazi e tempi di intervento. Esistono imperativi che sono evangelicamente ineludibili. «La solidarietà oggi è la strada da percorrere verso un mondo post-pandemia, verso la guarigione delle nostre malattie interpersonali e sociali. […] Una solidarietà guidata dalla fede ci permette di tradurre l’amore di Dio nella nostra cultura globalizzata, non costruendo torri o muri – e quanti se ne stanno costruendo oggi – che dividono, ma poi crollano, ma tessendo comunità e sostenendo processi di crescita veramente umana e solida»27.

Permettiamo allo Spirito Santo di modificare la nostra umanità per renderla conforme a quella del Figlio, l’unico Salvatore che può toccare la carne del prossimo.

25

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FRANCESCO, Lettera enciclica Fratelli tutti (3 ottobre 2020), n. 35.

V. BARCHIESI, «Migrazioni e pandemia, tra sfide e opportunità», 4 giugno 2020, U-Blog, https://www.ublogger.org/ post/migrazioni-e-pandemia-tra-sfide-e-opportunit%C3%A0.

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FRANCESCO, Guarire il mondo: 5. La solidarietà e la virtù della fede, Udienza generale del 2 settembre 2020.

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INDICAZIONI PASTORALI

Scongiuriamo assolutamente la sensazione della smobilitazione, della resa e dell’incertezza pastorale. Piuttosto la fantasia pastorale ci incoraggi a spenderci con tutto il cuore per l’evangelizzazione e per il bene del popolo a noi affidato. Sono di stimolante attualità le parole del Maestro: «il buon pastore dà la sua vita per le pecore. Il mercenario, che non è pastore… abbandona le pecore e si dà alla fuga… Io sono il buon pastore, e do la mia vita per le pecore» (Gv 10,11-14).

Con ogni sforzo e sempre nel rispetto delle regole anti-contagio, dobbiamo intraprendere un nuovo percorso fatto di piccoli passi e di nuovi tentativi. Questa circostanza ha ulteriormente evidenziato l’urgenza della ‘conversione pastorale’. Certamente sarà nostro compito reinventare nuovi approcci pastorali e nuove modalità nelle forme di evangelizzazione e di catechesi. Non ci sfugga che «i pastori, e in modo particolare i parroci, “principali collaboratori del Vescovo”, devono avvertire con urgenza la necessità di una riforma missionaria della pastorale»28. Ne siamo certi: è tutto in gioco!

Diocesi - Forania - Parrocchia

In questi anni stiamo sperimentando la condivisione di un cammino tra le parrocchie, che si rende più urgente per assicurare la prossimità del Vangelo della carità in ogni cuore.

Sentiamo certamente la fatica di una comunione che stenta a concretizzarsi, ma rinnovo con entusiasmo l’appello ad un cammino sinodale, che non si vesta di uniformità delle azioni, ma di comunione affettiva ed effettiva tra i presbiteri, i laici e il Vescovo.

L’unità dell’azione pastorale è garantita dall’annuncio e dalla celebrazione della stessa Grazia, che arricchisce la diversità dei carismi e dei ministeri che lo Spirito suscita nella Chiesa per l’edificazione del Regno dei cieli. I fedeli laici, insieme ai Vicari foranei, ai Direttori degli Uffici e alle Associazioni laicali, sentono la necessità di riaffermare la ricchezza e l’opportunità di un percorso sinodale che si snoda nell’annuncio del Vangelo, nell’accoglienza del Magistero ecclesiale e nella testimonianza sacramentale e missionaria del nostro popolo.

Rivalutare la Parrocchia non significa alzare i confini, ma permettere

28 CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Istruzione La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa (29 giugno 2020), n. 35.

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la nascita intorno al mistero Eucaristico della Comunità cristiana, che cresce e si fortifica nella comunione e nella fraternità con le altre parrocchie, e nella condivisione della missione battesimale e ministeriale. Una visione di Chiesa ispirata dal Concilio vaticano II e dalle indicazioni del Magistero ci apre alla corresponsabilità e alla comune vocazione al servizio: «a tutti i fedeli laici si richiede oggi un generoso impegno al servizio della missione evangelizzatrice, innanzitutto con la generale testimonianza di una vita quotidiana conforme al Vangelo nei consueti ambienti di vita e in ogni livello di responsabilità, poi in particolare con l’assunzione di impegni loro corrispondenti al servizio della comunità parrocchiale»29.

Riflettiamo, prendiamoci tempo, soffermiamoci sul nuovo che può nascere e lasciamoci alle spalle ciò che non ci può più aiutare.

Non si escludano percorsi personalizzati per coloro i quali chiedono la ricezione dei Sacramenti, con una particolare e specifica attenzione all’anno liturgico, a prescindere dall’andamento dell’anno scolastico, focalizzando le tappe e i tempi che l’Anno Liturgico ci offre.

Le stesse indicazioni della CEI chiedono di muoverci in questa direzione: a partire dalla prima domenica di Avvento, fino alla celebrazione di Cristo Re dell’universo, attraverso la profonda spiritualità del Triduo pasquale30, possiamo scandire il cammino dell’annuncio e della catechesi nelle nostre comunità.

Il cammino educativo cristiano apra processi di conversione pastorale che facciano rinascere la forza missionaria di tutti i battezzati (EG 119), mediante un cammino sinodale che permetta: a) l’ascolto; b) la narrazione; c) l’edificazione della comunità; d) la creatività evangelica che generi cinque trasformazioni pastorali: - calma sapiente di tutti gli operatori; - riscoperta della centralità della famiglia; - cura dei legami; -immersione nel kerigma; - racconto del vissuto pastorale per una visione antropologica totale e dinamica che metta al centro il Cristo Signore.

Domenica. È risorto il terzo giorno!

La domenica è il giorno della Comunità orante che annuncia e testimonia nella liturgia e nelle opere la Carità del Suo Signore. In questo

29 Ivi, n. 86.

30 Cfr. CEI, UFFICIO CATECHISTICO NAZIONALE, Ripartiamo insieme. Linee guida per la catechesi in Italia in tempo di Covid, Roma 2020, 8.

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tempo di crisi siamo chiamati a celebrare con rinnovato entusiasmo la Parola che dà luce al nostro cammino e alla scuola del Vangelo celebrare l’Amore che si dona per la salvezza dei fratelli31. Occorre riprendere il giorno del Signore per riaffermare il primato di Dio attraverso queste tappe: - dare tempo al Signore; - costruire la comunità; - dare significato agli eventi della storia umana; - celebrare il Regno di Dio presente in mezzo a noi. «La croce e il sepolcro possono diventare cattedre che insegnano a tutti a cambiare, a convertirsi, a prestare orecchio e cuore ai drammi causati dall’ingiustizia e dalla violenza, a trovare il coraggio di porre gesti divini nelle relazioni umane: pace, equità, mitezza, carità. Sono questi i germi di resurrezione, i lampi della Domenica, che rendono concreto e credibile l’annuncio della vita eterna»32 .

Il “nuovo ” Messale, ormai diffuso, è un prezioso strumento e come tale va accolto, con la chiara visione delle mete e degli obiettivi che possiamo raggiungere attraverso l’azione liturgia della Chiesa. Questo strumento può aiutarci a ripensare la visione ecclesiologica, l’impegno etico, la carità e la valorizzazione della pietà popolare. Tutto confluisce al Mistero Pasquale di Cristo e da esso promana anche la forza di una vita nuova. I Vescovi italiani, nella Presentazione della terza edizione italiana del Messale Romano, ricordano: «il Messale non è semplicemente una raccolta di «testi» da comprendere e proclamare»33, e ancora, i presbiteri «di lì impareranno l’arte di evangelizzare e celebrare, che è condizione indispensabile per una fruttuosa ed efficace partecipazione ai divini misteri della comunità loro affidata»34.

Iniziazione cristiana

La comunità cristiana riprenda con le famiglie il percorso della Celebrazione Eucaristica domenicale. Si curino i percorsi di formazione dei ragazzi, secondo le capacità e le possibilità di ogni parrocchia anche in piccoli gruppi, in ambienti idonei, per un cammino creativo35.

31 Cfr. CEI, COMMISSIONE EPISCOPALE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, L’ANNUNCIO E LA CATECHESI, È risorto il terzo giorno, una lettura biblico-spirituale dell’esperienza della pandemia, Roma 2020.

32 Ivi, 19.

33 CEI, Messale Romano, 3a edizione italiana, Presentazione, Roma 2020, n. 9.

34 Ivi, n. 6.

35 Cfr. CEI, COMMISSIONE EPISCOPALE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE, L’ANNUNCIO E LA CATECHESI, È risorto il terzo giorno, una lettura biblico-spirituale dell’esperienza della pandemia, Roma 2020, 19.

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Obiettivo non è tanto la data della celebrazione dei Sacramenti, ma la ricerca vocazionale di Dio, presente nel cuore di ogni uomo, per generare e alimentare con la Parola e i Sacramenti l’incontro reale ed esistenziale con il Cristo, per una vita nuova nel cammino della Santità.

Preparazione al matrimonio

La scelta matrimoniale dei nostri giovani è un valore da custodire ed evangelizzare. La famiglia è il luogo della vita, della speranza e dell’amore. L’amore che nasce da un uomo e una donna è benedetto dal Signore e diventa nella realtà del Sacramento il segno dell’Amore di Cristo per la Chiesa. Non si trascurino, pertanto, gli appuntamenti con i fidanzati per un’adeguata preparazione al Matrimonio, con una proposta evangelica anche in piccoli gruppi, con l’annuncio della grazia e la testimonianza anche di quelle famiglie già formate alla vita ecclesiale.

Prendiamoci cura della sofferenza e del dolore

Molte famiglie sono esposte ad una estrema precarietà economica per la perdita del posto di lavoro o di altre fragilità emerse nel tempo della pandemia. La Diocesi ha istituito un fondo di solidarietà per le famiglie per un ulteriore aiuto ai parroci nell’annunciare e vivere il Vangelo della carità.

Gli anziani e gli ammalati, soli o in case di cura, sentano la preghiera di tutta la Chiesa. I parroci e i ministri straordinari della Comunione frequentino con assiduità i luoghi della sofferenza per portare la forza consolante della grazia di Cristo, nel rispetto delle disposizioni sanitarie statali e regionali.

La pietà popolare

In questo tempo di pandemia abbiamo vissuto la privazione di molte feste e incontri. Alle comunità spesso è mancata l’occasione della festa, dell’incontro, del ritorno al paese natale, delle tradizioni locali, delle fiere paesane. Ora è il tempo di ripensare e di valorizzare ciò che custodiamo per non permettere che vada smarrito per sempre.

Ringrazio vivamente tutti i parroci, gli operatori pastorali e i comitati festa, per aver mostrato senso di responsabilità nel rispetto della normativa vigente per il contenimento del contagio. Ho potuto apprezzare il senso di comunione ecclesiale nel custodire l’essenziale annuncio della santità nella vita della nostra gente.

Suggerisco di continuare ancora sulla stessa linea della sobrietà e

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dell’austerità, anche in rapporto alla raccolta di offerte, la cui disponibilità è notevolmente ridimensionata nell’economia delle famiglie. Non mancheranno i generosi segnali di ripresa e i provvidenziali inizi.

Non lasciamoci rubare la Speranza

Gli alunni e i genitori, investiti anche dalle precarie condizioni di lavoro, hanno bisogno della presenza di uomini e donne di carità. Sosteniamo con la preghiera e la vicinanza coloro che con fatica portano avanti il progetto educativo delle nuove generazioni. La Scuola sente la difficoltà di costruire percorsi adatti alla crescita integrale delle nuove generazioni e ha bisogno della genuina freschezza del Vangelo36. Il nostro impegno sia concreto nell’offrire in questo tempo la forza rigenerante della carità per condividere la sfida educativa e garantire un’alleanza intergenerazionale a vantaggio di coloro che desiderano costruire un progetto di vita. Coloro che possono disporre di locali idonei non esitino a condividerli per fronteggiare il crescente bisogno di nuovi spazi educativi.

I giovani fanno i conti con la debolezza di una cultura meramente orizzontale, schiacciata sul presente, senza memoria e senza speranza: osiamo annunciare e portare il Cristo – il Risorto – , colui che comprende e orienta l’intera storia umana verso l’eternità! Invitiamo i giovani a scoprire nel seno della comunità la vocazione alla santità, in percorsi di evangelizzazione alla vita cristiana, alla vita religiosa, sacerdotale e matrimoniale.

Una riflessione particolare merita la pastorale giovanile: va sostenuta, incoraggiata e condivisa anche con nuove metodologie e nuove proposte. Alla ripresa delle nostre celebrazioni si è confermata la vistosa assenza dei giovani. Essi sono presi d’assalto da una molteplicità di proposte e di informazioni che frequentemente provocano disorientamento e false visioni della realtà. Non ultimo, contribuiscono a una visione individualistica e ad un impegno etico più strumentale che sapienziale.

Entriamo nel mondo dei social, senza forzature giovanilistiche-adolescenziali, ma con il profilo di educatori e di uomini a cui la fede conferisce un supplemento di responsabilità, di visione e di sostegno. Tocca a noi il compito di indicare un orizzonte alto della vita e l’impegno

36 Cfr. CEI, COMMISSIONE EPISCOPALE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA, LA SCUOLA E L’UNIVERSITÀ, Educare, Infinito presente. Pastorale della Chiesa per la scuola, Roma 2020.

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verso il futuro. Il filosofo Albert Camus, molto opportunamente, ha scritto: «la vera generosità verso l’avvenire consiste nel dare tutto al presente»37, senza fantasiosi miraggi e con realistica prospettiva di speranza.

Gli Uffici pastorali

Gli Uffici Pastorali diocesani sono impegnati a proporre iniziative che non potranno ridursi alla ripetizione di appuntamenti scritti in calendario. Occorre una stagione di autentica conversione pastorale che parta dall’ascolto della realtà ecclesiale, da una programmazione che investa le relazioni di tutto il popolo di Dio e sappia attendere, nel discernimento dello Spirito, quelle azioni che con coraggio e parresia debbono realizzarsi in mezzo alle nostre comunità, in alleanza con le Associazioni, i forum giovanili e le Istituzioni locali per il bene comune, sui temi dell’accoglienza, dell’integrazione, della carità e della crescita delle nuove generazioni. Ogni cosa possiamo vivere alla luce dell’adagio paolino “Dum omni modo…” (Fil 1,18); non perdiamo di vista che la nostra missione è quella di trasmettere il Vangelo alle nuove generazioni.

Celebrare la Carità ha spinto la Caritas diocesana a intraprendere una serie di lodevoli iniziative. La vicinanza alle famiglie è stata capillare ed efficace. Gli anziani, gli ammalati, gli studenti, sono i destinatari di una particolare attenzione. Il fondo di solidarietà per le famiglie consente di riannodare un dialogo pastorale tra famiglie lontane e parrocchia, attraverso la Caritas diocesana.

Il percorso di questo anno pastorale farà riferimento al documento della Congregazione per il Clero: “La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa”38 . Invito i parroci e gli operatori pastorali a tenere in debito conto il documento e farne traccia di catechesi e di riflessione in tutti gli appuntamenti pastorali. Come presbiterio ci ritroveremo per la presentazione del documento nel ritiro mensile di dicembre 2020.

Carissimi fratelli e sorelle, gli Orientamenti Pastorali vanno accolti con semplicità e con la disponibilità pastorale a ricominciare. Non sono

37 A. CAMUS, L’uomo in rivolta, Bompiani, Milano 2017.

38 CONGREGAZIONE PER IL CLERO, Istruzione La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa (29 giugno 2020).

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un vademecum di impegni o un prontuario di iniziative, mirano a suscitare il fraterno confronto e il dialogo, per intercettare vie comuni. Non si tratta di elencare le cose che dobbiamo fare o di varare nuove imprese con quell’instancabile frenesia che contrappone il pensiero con l’azione, il fare con l’essere. Persino la presunta contrapposizione tra dottrinale e pastorale contribuisce a sconfigger la gioia e l’entusiasmo che accompagna ogni inizio.

Gli Orientamenti Pastorali servono prima di tutto a generare pensieri e riflessioni non teorici. Con gli Orientamenti Pastorali consolidiamo il patrimonio motivazionale e teologale per pensare alla Chiesa di questo tempo e, soprattutto, di questo territorio. Non racchiudono strategie, né offrono risposte, sono solo la provocazione a un discernimento ecclesiale che non isola i pastori dal gregge, né confina i fedeli laici a meri destinatari, ma evidenziano lo sforzo sovrumano di una mirabile comunione per comprendere che «la Chiesa è, in Cristo, in qualche modo il sacramento, ossia il segno e lo strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano. Le presenti condizioni del mondo rendono più urgente questo dovere della Chiesa, affinché tutti gli uomini, oggi più strettamente congiunti dai vari vincoli sociali, tecnici e culturali, possano anche conseguire la piena unità in Cristo»39.

Negli Orientamenti Pastorali cogliamo lo sforzo di «dare priorità al tempo [ciò] significa occuparsi di iniziare processi più che di possedere spazi», «senza ansietà, però con convinzioni chiare e tenaci»40, per avviare un dialogo fecondo e costruttivo nelle nostre comunità, con gli operatori pastorali e tra noi presbiteri, soprattutto con quanti desiderano impegnarsi per il bene comune. Non si esauriscono per quanto contengono, ma valgono per ciò che sono capaci di includere attraverso la riflessione, il dialogo e la preghiera.

Non cediamo ai lamentosi tranelli, perché «all’inganno del “tutto va male” corrisponde un “nessuno può aggiustare le cose”, “che posso fare io?”. In tal modo, si alimenta il disincanto e la mancanza di speranza, e ciò non incoraggia uno spirito di solidarietà e di generosità»41.

Questo è il tempo della radicale dedizione per edificare un futuro di speranza.

39 CONCILIO ECUMENICO VATICANO II, Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium (21 novembre 1964), n. 1.

40 FRANCESCO, Esortazione Apostolica Evangelii gaudium (24 novembre 2013), n. 223.

41 FRANCESCO, Lettera enciclica Fratelli tutti (3 ottobre 2020), n. 75.

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La Vergine Maria interceda per noi, ci liberi dalla paura e infonda in noi la sua materna carità per essere in Cristo partecipi del suo regno e lodare, nel tempo e per l’eternità, l’Amore che non ha fine!

Teggiano, 4 ottobre 2020 Festa di San Francesco d’Assisi, Patrono d’Italia

+padre Antonio De Luca Vescovo

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Carissimi fratelli e sorelle, abbiamo imparato a caro prezzo che “l’individualismo indifferente e spietato…, l’individualismo radicale è il virus più difficile da sconfiggere”.

“Individualismo” è una parola ideologica che la pandemia ha smentito: siamo tutti connessi e “sulla stessa barca”. Abbiamo bisogno di avere una visione planetaria della sopravvivenza e acquisire la consapevolezza che “o ci salviamo tutti o nessuno si salva”.

Papa Francesco, nella Lettera Enciclica Fratelli tutti, ci ricorda che «bisogna guardare al globale, che ci riscatta dalla meschinità casalinga» e che il mondo non è «un museo folkloristico di eremiti localisti, condannati a ripetere sempre le stesse cose, incapaci di lasciarsi interpellare da ciò che è diverso e di apprezzare la bellezza che Dio diffonde fuori dai loro confini». Non si tratta solo della constatazione di un comune destino, che può essere di gloria o di fallimento, ma è la carica generativa che spinge a prendersi cura gli uni degli altri. A nessuno sfugge il messaggio che ci viene dal detto che ci consegna la saggezza popolare: “Il battito d’ali di una farfalla può provocare un uragano dall’altra parte del mondo”.

Il COVID-19 non ha risparmiato nessuno, ha valicato frontiere culturali, religiose, politiche, etniche e geografiche. Una grande lezione sul concetto di famiglia umana e di amicizia sociale, la cui radice risiede nell’universale riconoscimento della dignità umana e dei diritti fondamentali. Non possiamo alimentare, come ci dice Papa Francesco, la tragica illusione di alcuni di sentirsi «sani in un mondo malato».

I provvedimenti determinati dalla necessaria strategia anti-contagio con le restrizioni che viviamo e l’impossibilità di incontri e di assembramenti, accentuano il distanziamento, ma non possono inquinare o indebolire la disposizione di ogni essere umano all’incontro e alla relazione. La presente fragilità ha smascherato l’inaffidabilità di una cultura egemone che ignora l’umanesimo: l’economia, l’educazione, le relazioni, sono poste sotto l’assedio di una vulnerabilità che può essere risanata solo ponendo al centro la persona umana e la sua dignità, che si esprime nella solidarietà. Ora, più che mai, abbiamo bisogno di senso, di motivazioni, di incontro e di coraggiosi e audaci tentativi per rimettere insieme i frammenti di una spiritualità che aiuti ad orientarci in tanta confusione, per scoprire che in ogni successo ed in ogni progresso la misura

MESSAGGIO PER IL NATALE 2020
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deve restare sempre la persona umana: non il denaro, né il profitto o la tecnologica, neppure la convulsa infodemia, ma l’uomo con la sua matrice divina che gli suggerisce allo stesso tempo l’origine e la destinazione finale.

Siamo a Natale, un evento di fede che il mondo occidentale fa coincidere, purtroppo, anche con il tentativo di un rilancio del trend dei consumi. In questa congiuntura pandemica quando si parla di salvare il Natale, ci si riferisce piuttosto all’aspetto economico e finanziario, con i consumi e le convulse corse spenderecce.

Il COVID-19, in qualche modo, ha posto fine a questo modo di vivere il Natale. Sarà una rinnovata occasione per creare modalità di prossimità che ci aiutino a dare senso agli enormi sforzi per continuare a sperare. Quanti sono soli, vivono da dimenticati, esclusi, quanti confinati nelle periferie esistenziali! A Natale si inaugura la cultura dell’incontro che si oppone alla logica dello scarto e della ingiustizia. Papa Francesco ci ricorda che nelle periferie Dio chiede di essere riconosciuto: «gli ultimi ingannati e abbandonati a morire nel deserto; sono gli ultimi torturati, abusati e violentati nei campi di detenzione; sono gli ultimi che sfidano le onde di un mare impietoso; sono gli ultimi lasciati in campi di un’accoglienza troppo lunga per essere chiamata temporanea. Essi sono solo alcuni degli ultimi che Gesù ci chiede di amare e rialzare. Purtroppo, le periferie esistenziali delle nostre città sono densamente popolate di persone scartate, emarginate, oppresse, discriminate, abusate, sfruttate, abbandonate, povere e sofferenti». La teologia dell’incontro supera le paure e oltrepassa le frontiere, è il senso autentico del Natale.

Recentemente il giornalista Giorgio Paolucci, sul quotidiano Avvenire, ha scritto: “in questi giorni da più parti si dice che ‘dobbiamo salvare il Natale’… ma quello che accade ci sfida a riconoscere che forse abbiamo bisogno di essere salvati noi dal Natale, di aprire il cuore al Dio che si è fatto compagno di strada dell’umana fragilità abbracciandola con un Amore più grande di quello che l’uomo è capace di produrre». Con sguardo di fede dobbiamo ricomprendere la cifra del mistero dell’Incarnazione e della Redenzione, con tutte le conseguenze, e lasciarci guidare dall’amore provvidente di Dio.

A Natale si rivela Dio, con la potenza di tutta la sua predilezione di amore. A nulla possono valere i nostri discorsi intrisi di sentimentalismo sulla grotta, la mangiatoia, il freddo e il gelo, se sono diventati solo recinti del nostro egoismo e perciò ostacoli per incontrare il vero volto

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di Dio e dell’uomo nostro fratello. La scrittrice Alda Merini, con amaro realismo, in una sua poesia annota: «A Natale non si fanno cattivi pensieri ma chi è solo lo vorrebbe saltare questo giorno». Aiutiamo a non saltare il Natale!

25 dicembre 2020

+Padre Antonio De Luca Vescovo

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CURIA

S.E. Mons. Antonio De Luca, in data: 30/04/2020 ha nominato don Angelantonio Costantino Amministratore Parrocchiale della Parrocchia Santa Maria Maggiore in Sant’Angelo a Fasanella (SA). 08/06/2020 ha eretto Santuario Diocesano la chiesa S. Maria dei Martiri in Casaletto Spartano (SA). 15/06/2020 ha nominato P. Massimiliano Polito O.F.M. Amministratore Parrocchiale delle Parrocchie: S. Cristoforo in San Cristoforo di Ispani (SA); San Ferdinando Re in Capitello di Ispani (SA); San Nicola di Bari in Ispani (SA); 06/07/2020 ha derogato, a motivo della pandemia in atto, la validità delle istruttorie matrimoniali fino al 31 dicembre 2020; 27/07/2020 ha eretto Santuario Diocesano la chiesa S. Benedetto in Pertosa (SA); 21/08/2020 ha nominato don Paolo Longo Parroco della Parrocchia SS. Annunziata in Sala Consilina (SA) e don Donato Romano Amministratore Parrocchiale della Parrocchia Santi Pietro Ap. e Benedetto in Polla (SA); 07/09/2020 ha riconfermato il titolo di Santuario Diocesano alla Chiesa di S. Demetrio Martire in Morigerati (SA); 26/09/2020 ha nominato Frà Emilio Giuseppe Cafaro O.F.M., della Comunità Francescana di Polla, Vicario Parrocchiale della Parrocchia Santi Pietro Ap. e Benedetto in Polla (SA); 26/09/2020 ha nominato addetto alla Curia il Sac. Gerardo del Duca SDV; 30/11/2020 ha emanato le disposizioni circa la celebrazione delle esequie e la conservazione delle ceneri dopo la cremazione; 30/12/2020 ha provveduto alla rettifica catastale della Parrocchia di S. Agostino in Teggiano. 30/12/2020 ha riconfermato la nomina di Vicario Generale di Don Giuseppe Radesca; 30/12/2020 ha incardinato P. Enzo Rispi.

DECRETI
E NOMINE
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ORDINAZIONI E MINISTERI

Il giorno 20 febbraio 2020, nella Cappella del Seminario Metropolitano “Giovanni Paolo II” di Pontecagnano-Faiano, S.E. Mons. Andrea Bellandi, Arcivescovo di Salerno-Campagna-Acerno, ha istituito Lettore il seminarista Monaco Saverio della Parrocchia S. Giacomo Apostolo in Monte San Giacomo.

Il giorno 31 maggio 2020, nella Parrocchia S. Sisto di Piacenza, P. Nicola Albanesi C.M., Rettore del Seminario Maggiore di Piacenza, ha ammesso agli Ordini il seminarista Ciociano Ivan della Parrocchia S. Daniele e S. Nicola in Camerota;

Il giorno 23 luglio 2020, per le normative di prevenzione Covid-19, nell’Anfiteatro “Kamaraton” di Camerota (SA), S.E. Mons. Antonio De Luca, Vescovo di Teggiano-Policastro, ha ordinato Presbitero il Diacono Emanuele Cammarano della Parrocchia S. Daniele e S. Nicola in Camerota;

Il giorno 24 settembre 2020, per le normative di prevenzione Covid19, nel Piazzale antistante il Santuario Diocesano “S. Antonio di Padova” in Polla (SA), S.E. Mons. Antonio De Luca, Vescovo di Teggiano-Policastro, ha ordinato Presbitero il Diacono P. Emilio Giuseppe Cafaro O.F.M., Professo perpetuo della Provincia SalernitanoLucana dei Frati Minori Francescani.

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Premesso che:

CELEBRAZIONE DELLE ESEQUIE E CONSERVAZIONE DELLE CENERI IN CASO DI CREMAZIONE

Prot. 12/2020

D E C R E T O

-con l’Istruzione Piam et costantem del 5 luglio 1963 l’allora Sant’Uffizio aveva stabilito che «sia fedelmente mantenuta la consuetudine di seppellire i cadaveri dei fedeli» aggiungendo, tuttavia, che la cremazione non è «di per se contraria alla religione cristiana» e che non siano più negati i sacramenti e le esequie a coloro che abbiano chiesto di farsi cremare, a condizione che tale scelta non sia voluta «come negazione dei dogmi cristiani, o con animo settario, o per odio contro la religione cattolica e la Chiesa» (Piam et constantem, Istruzione del Sant’Uffizio, in AAS 56 (1964), 822-823);

-il 15 agosto 2016 la Congregazione per la Dottrina della Fede, con specifico mandato del Sommo Pontefice Francesco, ha pubblicato l’istruzione Ad resurgendum cum Christo circa la sepoltura dei defunti e la conservazione delle ceneri in caso di cremazione, nella quale si afferma che «la prassi della cremazione si è notevolmente diffusa in non poche Nazioni, ma nel contempo si sono diffuse anche nuove idee in contrasto con la fede della Chiesa» (Ad resurgendum cum Christo, 1);

-è opportuno, soprattutto nei tempi attuali, ribadire l’antica tradizione di seppellire nei cimiteri i corpi dei fedeli defunti, così come insistentemente raccomanda la Chiesa, per confermare la fede nella resurrezione della carne come professato nel Credo e per contrastare prassi errate che, sempre più spesso, si stanno diffondendo tra i fedeli, con grave confusione, generando false concezioni della morte; -queste norme ed indicazioni intendono essere di aiuto e di supporto all’opera pastorale dei parroci, alla formazione dei fedeli e per indicare anche agli operatori delle agenzie di onoranze funebri una prassi comune che non crei difficoltà ad alcuno in occasione di esequie e di cremazione; a norma dei cann. 29; 386, §§ 1-2; 392, §§ 1-2; 1176, § 2-3, 1184, § 1-2 CJC e tenuto conto di quanto è già stabilito nel Direttorio LiturgicoPastorale della nostra Diocesi, con il presente decreto emano le seguenti

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DISPOSIZIONI DIOCESANE CIRCA LA CELEBRAZIONE DELLE ESEQUIE E LA CONSERVAZIONE DELLE CENERI IN CASO DI CREMAZIONE

1. La Chiesa continua a preferire e raccomandare la pia consuetudine della sepoltura nei cimiteri dei corpi dei defunti, che resta il luogo privilegiato della visita e della preghiera in loro suffragio; tuttavia non si oppone alla cremazione, a meno che questa non sia stata scelta per ragioni contrarie alla fede cristiana.

2.Nel caso che sia stata fatta la libera scelta della cremazione per motivazioni legittime, questa deve avvenire dopo la celebrazione delle esequie, informando previamente il parroco consentendogli di poter supportare la famiglia del defunto. La parrocchia di appartenenza resta, ordinariamente, il luogo della celebrazione delle esequie.

3.Per la Celebrazione delle Esequie, anche nel caso di cremazione, è obbligatorio l’utilizzo del nuovo Rito delle Esequie, (ed. CEI, Libreria Editrice Vaticana, 2010). Per le esequie in caso di cremazione si faccia riferimento all’Appendice dello stesso rito (nn. 165-191).

4.La celebrazione delle esequie dopo la cremazione deve essere ritenuta un’eccezione per la quale è necessario il permesso previo dell’Ordinario del luogo. Tale eccezione può essere ammessa solo quando non è possibile celebrare le esequie prima della cremazione, come nel caso di morte all’estero, dovendo attendere il rientro dell’urna cineraria. Nella celebrazione dopo la cremazione il sacerdote dovrà osservare gli opportuni adattamenti previsti dalla liturgia.

5. Dopo la cremazione le ceneri dovranno essere deposte esclusivamente nel cimitero, in un luogo debitamente indicato dalle competenti autorità civili ed ecclesiastiche, per garantire la preghiera e favorire il ricordo del defunto presso la comunità cristiana.

6.Per garantire sempre il rispetto e le adeguate condizioni di conservazione, è assolutamente vietato custodire le ceneri nelle abitazioni

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private o in altri luoghi non sacri. È urgente, inoltre, scongiurare l’usanza di dividere le ceneri del defunto tra i familiari o usarle per la creazione di monili e gioielli.

7. È assolutamente vietata la dispersione delle ceneri (nell’aria, in terra, in acqua o in altro modo) come segno di rispetto e, soprattutto, per preservare i fedeli da concezioni errate della morte.

8. Nel caso in cui il defunto avesse notoriamente disposto la cremazione e la dispersione in natura delle proprie ceneri, si devono negare le esequie ecclesiastiche, a norma del diritto, sempre e solo dopo aver consultato l’Ordinario del luogo (cfr. 1184, § 2 CJC).

9.Tutti i sacerdoti della Diocesi di Teggiano-Policastro hanno il dovere di far rispettare queste disposizioni. In modo particolare: a.informando accuratamente i fedeli circa la corretta posizione della Chiesa riguardo alla cremazione e conservazione delle ceneri, illustrando i contenuti del presente decreto; b.dedicando alcune catechesi o predicazioni circa i temi della morte, del corpo come tempio di Dio, della resurrezione della carne e dell’importanza della preghiera personale e comunitaria per i defunti; c.domandando espressamente, al momento della richiesta delle esequie, quale forma di sepoltura sia stata scelta; qualora si sia optato per la cremazione ne chiedano, attraverso un colloquio pastorale le motivazioni, appurando che non siano ragioni contrarie alla fede cristiana; d.essendo obbligatoria in ogni Parrocchia la presenza del Registro dei defunti (cann. 535, § 1 e 1182 CJC) il parroco, in caso di cremazione del defunto, nel compilare il registro avrà cura di indicare la seguente dicitura: “la salma dopo le esequie è stata cremata e le ceneri sono state deposte nel cimitero di__________”; e.sia il parroco o il sacerdote celebrante a stabilire giorno ed orario della celebrazione delle esequie, in accordo con i familiari, tenendo anche conto delle esigenze pastorali della comunità parrocchiale (cfr. Direttorio Liturgico-Pastorale pag. 72); f.per sottolineare l’essenzialità del momento che si vive, in

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questa occasione sarà utile ribadire, che durante la celebrazione esequiale, ed anche in occasione di trigesimi e anniversari, non è consentito apporre foto del defunto sulla bara o esporle in qualsiasi altra parte della chiesa. Lo stesso valga per altri oggetti che sarebbero origine di distrazione (cfr. Direttorio Liturgico-Pastorale pagg. 71-72); g.a norma dei cann. 848 e 1181 CJC, l’eventuale offerta per la celebrazione delle esequie dovrà essere lasciata alla totale libertà e generosità dei fedeli e non dovrà pervenire tramite le agenzie funebri; h.i sacerdoti potranno trattenere per sé l’offerta per la Santa Messa. L’eventuale rimanenza dovrà essere versata nella cassa parrocchiale; i.non è consentito permettere alla famiglia del defunto, nel trigesimo, nell’anniversario o in altre occasioni, di portare in Chiesa le ceneri del defunto custodite impropriamente in casa oesporre foto dello stesso; Nella celebrazione delle esequie dei fedeli defunti, la Chiesa celebra e proclama la Pasqua del suo Signore: «Annunziamo la tua morte Signore, proclamiamo la tua resurrezione, nell’attesa della tua venuta». A Maria, porta del cielo, madre dei credenti, primizia dei risorti in Cristo, affidiamo il cammino della Chiesa pellegrina nel tempo verso la piena realizzazione del Regno.

Teggiano, dalla Sede Vescovile, il 30 novembre 2020 Festa di S. Andrea Apostolo

+Antonio De Luca Vescovo di Teggiano-Policastro

Sac. Luigi Terranova Cancelliere Vescovile

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MIGRANTES

L’Ufficio Migrantes della Diocesi di Teggiano-Policastro esprime amicizia, solidarietà e vicinanza alla Comunità Cinese che vive nella nostra Diocesi e che è in questi giorni oggetto, suo malgrado, di diffidenza e sospetto, anche a causa della irresponsabile diffusione di fake news sulle modalità di diffusione della malattia virale che si sta propagando nel mondo.

La Diocesi di Teggiano-Policastro è da sempre accogliente e rispettosa, per questo invitiamo tutti alla preghiera e a non permettere che accadano episodi di intolleranza e discriminazione del tutto immotivati.

19 febbraio 2020

Arturo Esposito Direttore Migrantes diocesana

COMUNICATO CARITAS DIOCESANA

La Diocesi di Teggiano-Policastro, attraverso la Caritas Diocesana, risponde all’appello dell’emergenza sanitaria di questi giorni, fornendo mascherine protettive ai presidi ospedalieri “Luigi Curto” di Polla (SA), diretto dal dott. Luigi Mandia e “Maria SS. Addolorata” di Eboli (SA), diretto dal dott. Mario Minervini, nonché ai numerosi cittadini che ne hanno bisogno.

Con l’aiuto di alcune imprese sartoriali del territorio e il supporto della Protezione Civile Vallo di Diano, il dispositivo di sicurezza sarà confezionato con tutti i criteri e le condizioni previste dalla legge.

L’emergenza che stiamo vivendo impone l’accantonamento di ogni motivo di frammentazione per generare invece una risposta sinergica, in aiuto al territorio.

L’emergenza Covid-19 non scoraggia la solidarietà. La Caritas Diocesana continua regolarmente il suo operato, nel rispetto delle direttive nazionali e con le dovute precauzioni sanitarie, continuando a garantire quotidianamente la sua assistenza. Restano dunque aperti i centri di ascolto, con la prudenza necessaria e senza esporsi ed esporre gli altri a rischi. Anche il “pacco alimentare”

COMUNICATO
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continuerà ad esistere, ma per esso è stato pensato un sistema di consegna a domicilio, che avverrà nel rispetto di tutte le norme igienico-sanitarie obbligatorie. La mensa dei poveri di Sapri si riorganizza alla luce dell’emergenza Coronavirus: è stato introdotto il pasto d’asporto per coloro i quali hanno la possibilità di consumarlo presso il proprio domicilio. Chi, invece, fosse per necessità costretto a consumare il pasto presso la mensa, verrà opportunamente tutelato. Agli ospiti sono garantite tutte le disposizioni igienico-sanitarie previste. La Caritas diocesana di Teggiano-Policastro continua con audacia a proporre con entusiasmo e piena convinzione il servizio e la cautela ai soggetti più deboli e vulnerabili, attraverso il generoso gesto di vicinanza di chi vive il volontariato e l’oblatività come autentico atto di fede. Caritas

14 marzo 2020

don Martino De Pasquale Direttore Caritas Diocesana

COMUNICATO

Domenica 22 marzo, IV di Quaresima, alle ore 11.00 il nostro Vescovo Padre Antonio De Luca presiederà la Celebrazione della Santa Messa nella Cappella dell’Episcopio di Teggiano e sarà trasmessa in diretta a partire dalle 10.55 sulla pagina Facebook "Diocesi di Teggiano-Policastro" (https://www.facebook.com/diocesiteggianopolicastro). La diretta streaming è accessibile a tutti, non è necessario avere un account Facebook.

A seguito delle ulteriori misure restrittive giunte nella notte che sconsigliano qualsiasi spostamento, il Vescovo ha ritenuto opportuno non recarsi al Santuario della Madonna di Pietrasanta ma di Celebrare nella Cappella del suo Episcopio.

21 marzo 2020

Massimo La Corte Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali

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COMUNICATO

Domenica 29 marzo, V di Quaresima, alle ore 17.30 il nostro Vescovo Padre Antonio De Luca presiederà la Celebrazione della Santa Messa da Teggiano e sarà trasmessa in diretta a partire dalle 17.25 sulla pagina Facebook "Diocesi di Teggiano-Policastro" (https://www.facebook.com/diocesiteggianopolicastro). La diretta streaming è accessibile a tutti, non è necessario avere un account Facebook.

28 marzo 2020

Massimo La Corte Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali

COMUNICATO

Venerdì 3 aprile 2020, a due mesi dalla solennità di San Cono, figlio della nostra terra e patrono della Diocesi di Teggiano-Policastro, alle ore 12:00, il Vescovo P. Antonio De Luca, presiederà in forma privata un momento di preghiera nella Cattedrale di Teggiano, davanti all’immagine del Santo. Il Vescovo affiderà la Diocesi e tutto il Mondo al patrocinio di San Cono perché il Signore custodisca ogni famiglia, particolarmente gli anziani e i bambini, doni conforto a quanti più da vicino sono colpiti dal COVID-19, sostenga i medici e gli operatori sanitari e liberi il mondo dalla pandemia. La Comunità diocesana si unirà al proprio Pastore attraverso la diretta streaming sulla pagina Facebook Diocesi di Teggiano-Policastro.

1° aprile 2020

Massimo La Corte

Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali

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COMUNICATO

Il nostro Vescovo P. Antonio De Luca presiederà i riti della Settimana Santa nella Cattedrale di Teggiano, senza concorso di popolo e a porte chiuse, come previsto dal Decreto In Tempo di Covid-19 della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei sacramenti e degli Orientamenti per la Settimana santa della Presidenza CEI. Le Celebrazioni saranno tutte trasmesse in diretta streaming sulla pagina Facebook Diocesi di Teggiano-Policastro (https://www.facebook.com/diocesiteggianopolicastro), secondo il calendario e gli orari che seguono:

5 Aprile – DOMENICA DELLE PALME E DELLA PASSIONE DEL SIGNORE

Ore 10:00 Celebrazione dell’Eucaristia

9 Aprile – GIOVEDI’ SANTO

Ore 17:00 Celebrazione nella Cena del Signore

10 Aprile – VENERDI’ SANTO

Ore 15:00 Celebrazione della Passione del Signore

PASQUA DI RISURREZIONE

Sabato 11 Aprile - Ore 19:00 Veglia Pasquale Domenica 12 Aprile - Ore 10:00 Celebrazione Eucaristica

03 aprile 2020

Massimo La Corte Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali

COMUNICATO CARITAS DIOCESANA

Sostenuti dalla Conferenza Episcopale Italiana e da Caritas Italiana, anche la diocesi di Teggiano-Policastro ha offerto un notevole contributo per affrontare la grave situazione di pandemia causata dall’esplodere del contagio da covid-19.

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Il Vescovo p. Antonio De Luca ha da subito corresponsabilizzato la Caritas diocesana per tessere una fitta rete di aiuto e sostegno alle situazioni più urgenti, destinando a tale scopo risorse e stimolando generose iniziative. Alle già collaudate esperienze di vicinanza si è aggiunto, grazie ad una proficua collaborazione con alcune imprese sartoriali locali, la produzione di mascherine chirurgiche in TNT. Con l’inizio dell’epidemia, infatti, questi preziosi dispositivi di protezione individuale sono divenuti introvabili o comunque insufficienti a soddisfare l’accresciuta richiesta. L’attenzione è stata rivolta prioritariamente al personale ospedaliero (Luigi Curto di Polla e Immacolata di Sapri), alle forze dell’ordine e a quanti sono schierati in prima linea per contrastare il Coronavirus e dunque più esposti al pericolo del contagio. Si è provveduto a fornire di mascherine anche le attività commerciali che operano a stretto contatto con il pubblico (alimentari, supermercati, farmacie, ecc.). Non sono state trascurate le residenze per anziani che ne hanno fatto richiesta.

Il Vescovo ha predisposto la costituzione di un fondo per garantire una risposta urgentissima alle aumentate difficoltà economiche di tanti nuclei familiari. I parroci e le rispettive comunità si sono mobilitati in una gara di solidarietà verso i due centri ospedalieri della Diocesi. Non si è interrotto il servizio mensa a Sapri, dove accedono persone che possono anche ritirare il pasto da consumare a casa. La Diocesi ha offerto inoltre una struttura, sita nel comune di Ispani, alla ASL di Salerno per coloro che sono tenuti ad osservare una quarantena obbligatoria. Un servizio di assistenza psicologica viene offerto attraverso l’attivazione di un numero telefonico.

La Caritas diocesana continua a rispondere agli innumerevoli appelli di necessità e di urgenza, che giungono da parte di famiglie particolarmente provate. La carità della Chiesa è il tratto distintivo dell’annuncio del Vangelo nel quale tutti i battezzati siamo coinvolti

21 aprile 2020

don Martino De Pasquale Direttore Caritas Diocesana

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COMUNICATO PER IL RAMADAN

O voi che credete! Vi è prescritto il digiuno, come fu prescritto a coloro che furono prima di voi, nella speranza che voi possiate divenire timorati di Dio” (sura II, v.183).

Cari fratelli e sorelle di fede musulmana, a nome della comunità cattolica della diocesi di Teggiano-Policastro, il Vescovo Padre Antonio De Luca insieme all’ufficio diocesano per la Pastorale della Migrantes, all’inizio del mese sacro del Ramadan, desiderano rivolgere il loro pensiero a voi tutti.

Per voi questo è un tempo di digiuno e di preghiera nel quale purificare con le privazioni i vostri cuori, per essere più vicini gli uni agli altri. Ma è anche un tempo di festa nel quale riscoprire che Dio, nostro Creatore, deve ispirare le nostre scelte e le nostre azioni perché tutti veniamo da Lui. Che Dio clemente e misericordioso benedica le vostre famiglie e doni la pace agli uomini, soprattutto là dove è più minacciata. Mentre vi assicuriamo il ricordo nella preghiera, vi rinnoviamo la nostra amicizia e vi auguriamo un buon e santo Ramadan. Ramadan Mubarak! Ramadan Kareem!

23 aprile 2020

+Padre Antonio De Luca Il direttore Migrantes e l’equipe diocesana

COMUNICATO

Domenica 3 maggio, ad un mese dalla solennità di San Cono, Patrono della Diocesi di Teggiano-Policastro, alle ore 12:00, il Vescovo P. Antonio De Luca, presiederà in forma privata un momento di preghiera nella Cattedrale di Teggiano, rinnovando l’affidamento della diocesi al Santo.

La Comunità diocesana è invitata ad unirsi nella preghiera attraverso la diretta streaming sulla pagina Facebook Diocesi di Teggiano-Policastro.

02 maggio 2020

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COMUNICATO

In vista della riapertura degli Istituti Culturali della Diocesi di Teggiano-Policastro (Musei di Teggiano e Policastro, Biblioteche di Teggiano e Policastro, Archivi di Teggiano e Policastro), nella giornata del 18 maggio 2020, in ottemperanza a quanto normato dal Decreto del Presidente del Consiglio e previe operazioni di sanificazione degli ambienti, come per legge, che a far data dal 18 maggio 2020, si osserveranno le seguenti disposizioni di apertura e fruizione dei suddetti Istituti Culturali:

•Museo Diocesano di Teggiano e Lapidario Dianense: apertura dal 19 maggio 2020 (osservando la chiusura settimanale del lunedì), con orari, 10-13 e 16-19 e con osservazione delle compartimentazioni di ingresso e delle procedure di igienizzazione, collocate agli ingressi (info ai numeri 0975/79930 e 3495140708 ed e-mail museoteggiano@diocesiteggiano.it);

•Museo Diocesano di Policastro Bussentino: apertura dal mese di giugno o luglio 2020, ancora da stabilirsi e con emanazione di prossime indicazioni (info ai numeri 0975/79930 e 3495140708 ed e-mail museoteggiano@diocesiteggiano.it);

•Biblioteca Diocesana di Teggiano: apertura nei giorni di lunedì e venerdì dalle 9.30 alle 12.30, previa prenotazione all’indirizzo di posta elettronica biblioteca@diocesiteggiano.it e con osservazione delle compartimentazioni di ingresso e delle procedure di igienizzazione, collocate agli ingressi;

•Biblioteca Diocesana di Policastro Bussentino: apertura nei giorni di giovedì e venerdì dalle 9.30 alle 12.30, previa prenotazione all’indirizzo di posta elettronica bibliopolicastro@diocesiteggiano.it e con osservazione delle compartimentazioni di ingresso e delle procedure di igienizzazione, collocate agli ingressi;

•Archivio Diocesano di Teggiano: apertura nei giorni di lunedì e venerdì dalle 9.30 alle 12.30, previa prenotazione all’indirizzo di posta elettronica archivio@diocesiteggiano.it e con osservazione delle

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compartimentazioni di ingresso e delle procedure di igienizzazione, collocate agli ingressi;

•Archivio Diocesano di Policastro Bussentino: apertura nei giorni di giovedì e venerdì dalle 9.30 alle 12.30, previa prenotazione all’indirizzo di posta elettronica bibliopolicastro@diocesiteggiano.it e con osservazione delle compartimentazioni di ingresso e delle procedure di igienizzazione, collocate agli ingressi.

Per quanto alle norme di fruizione degli istituti Culturali sopra richiamati, si rimanda alle scrupolose osservazioni che saranno indicate dal personale e nei punti di accesso alle strutture.

15 maggio 2020

Don Giuseppe Radesca Vicario Generale

Don Fernando Barra Direttore Ufficio Diocesano Beni Culturali Ecclesiastici

Don Domenico Santangelo Direttore Biblioteca e Archivio Teggiano

Don Pietro Scapolatempo Direttore Biblioteca e Archivio Policastro

Arch. Marco Ambrogi Resp. Scientifico e Culturale Musei Teggiano e Policastro

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COMUNICATO

“Dal 18 maggio si riprendono le celebrazioni con il popolo. Come recita il Protocollo, la ripresa delle celebrazioni liturgiche sia “graduale”, secondo le disponibilità e tenendo conto delle eventuali difficoltà a “ripartire”. Raccomandiamo soprattutto molta prudenza e buon senso, in quanto il rischio dei contagi è ancora presente”.

Con queste parole, in un messaggio indirizzato ai sacerdoti, i Vescovi della Campania annunciano la graduale ripresa delle Celebrazioni con il popolo, dando delle linee unitarie per tutte le Diocesi della Regione.

L’Ufficio per le Comunicazioni Sociali della Diocesi di Teggiano-Policastro, in vista della ripresa dal 18 maggio, ha realizzato due cartelli informativi per i fedeli con le indicazioni essenziali per l’accesso alle chiese in occasione delle Celebrazioni Liturgiche.

15 maggio 2020

Massimo La Corte Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali

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In occasione della 54a giornata mondiale delle comunicazioni sociali, nella solennità dell’Ascensione del Signore, prima Domenica in cui la Comunità si ritrova nuovamente per la Celebrazione dell’Eucaristia, l’Ufficio per le comunicazioni sociali della Diocesi di Teggiano-Policastro presenta il libro “Prendersi cura”, con la raccolta dei messaggi che il nostro Vescovo Padre Antonio De Luca ha condiviso con la Comunità Diocesana nei giorni più difficili dell’emergenza Covid-19.

I messaggi del Vescovo sono nati in giorni di smarrimento e paura, di grande incertezza, di preoccupazione e di pianto; giorni che al contempo hanno visto il rafforzarsi della speranza alimentata dalla preghiera e l’accrescersi di una meravigliosa carità, fatta di tanti piccoli e grandi gesti, a testimonianza della fede e della solidarietà delle nostre comunità.

In salita non si parla molto per non sciupare le resistenze del respiro, si sussurrano parole di incoraggiamento, si condivide lo stupore di fronte alle prospettive bellissime di una montagna, di ruvide scogliere scoscese o di strapiombi mozzafiato. Così i messaggi del Vescovo ci hanno provvidenzialmente raggiunti nei giorni della forzata reclusione nelle nostre case, nelle salite della triste ferialità, nella stanchezza monotona del trascorrere quotidiano, per “prendersi cura”, sostenendo, confortando, consolando e stimolando ad una salutare riflessione attraverso il silenzio e la preghiera.

Questa pubblicazione è la narrazione di un vero e proprio percorso spirituale che ha scandito il tempo della prova; tempo difficile e di crisi, ma illuminato dalla speranza e fecondato della carità, per “ritrovare le radici e la forza per andare avanti insieme”.

24 maggio 2020

Massimo La Corte Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali

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Dopo un delicato e mirato intervento di restauro e di ricomposizione, verrà riconsegnato ai fedeli di Controne, domenica 12 luglio, lo stupendo fonte battesimale degli inizi del Settecento, collocato nella chiesa parrocchiale di San Nicola di Bari. Nel corso della celebrazione religiosa pomeridiana, alla presenza del Vescovo della Diocesi di Teggiano-Policastro, Padre Antonio De Luca, verrà benedetto il rinnovato fonte battesimale, ubicato nella prima cappella laterale destra. Realizzato in marmo di Carrara e marmi policromi intarsiati, fu voluto dall’abate commendatario Fabrizio De Capua, nel 1726 e realizzato da un eccellente marmoraro salernitano, lo stesso che avrebbe eseguito anche l’altare maggiore, sul quale compare lo stesso emblema araldico di De Capua. Particolarmente importanti le celebrazioni per l’inaugurazione dell’antico fonte; sabato 11 luglio, alle ore 19.00, si terrà la Lectio catechetica sul significato del Battesimo nella vita cristiana, dal titolo “Rinascere dell’alto”, tenuta dall’Arcivescovo di Sant’Angelo dei LombardiConza-Nusco-Bisaccia, mons. Pasquale Cascio, che è stato anche parroco di Controne. Domenica 12 luglio, alle ore 18, la santa messa, presieduta dal Vescovo Padre Antonio De Luca, alla presenza del parroco don Antonio Marino e del cerimoniere don Romolo Barbarulo (nativo di Controne), durante la quale si inaugurerà il rinnovato fonte, secondo il rito proprio di benedizione della conca battesimale. Al termine della celebrazione eucaristica, l’architetto Marco Ambrogi, progettista dell’intervento e vicedirettore dell’Ufficio Tecnico diocesano, illustrerà la storia e l’arte del fonte battesimale e le fasi di restauro del prezioso monumento, che sono state eseguite dalla ditta padulese di restauro, Cartusia Foelix di Giuseppe Libretti, sotto l’Alta Sorveglianza della Soprintendenza alle Belle Arti di Salerno. Semidistrutto dal crollo del tetto, ad opera del fulmine del 1914, il fonte fu sottoposto ad un primo restauro già negli anni ‘20 del Novecento, per essere poi smembrato, nella parte superiore, dopo il terremoto del 1980. Don Antonio Marino, attuale parroco, ne ha ritrovato le lastre marmoree frammentate del coperchio, in un deposito della chiesa di San Nicola di Bari ed ha subito pensato alla ricostruzione del fonte, coinvolgendo la Diocesi di Teggiano-Policastro e la ditta di restauro, mediante il beneficio dalle preziose offerte dei fedeli di Controne. Prezioso ed originale questo recupero, per un’opera d’arte considerata

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tra le più importanti della sua categoria nell’intero territorio diocesano e che anticipa il prossimo evento, di fine agosto, nel quale avverrà la presentazione del libro inerente alla storia ed all’arte della parrocchia di San Nicola di Bari a Controne, curato dall’architetto Marco Ambrogi.

12 luglio 2020

COMUNICATO

Riapre le porte per la stagione estiva, il Museo Diocesano di Policastro Bussentino, a seguito delle operazioni di pulizia e sanificazione, per le esigenze dell’emergenza sanitaria Covid-19.

Per un’agevolazione della fruizione turistica, il museo osserverà gli orari di apertura differenziata; nei weekend della seconda metà di luglio e precisamente nei giorni 18, 19, 25 e 26, la collezione d’arte sacra sarà aperta dalle ore 10.00 alle 12.00 e dalle 18.30 alle 20.30. Nel mese di agosto l’orario di apertura sarà pomeridiano, dalle 18.30 alle 21.30, mentre nel mese di settembre si osserverà sempre l’apertura di pomeriggio, dalle 17.30 alle 20.30.

Per particolari esigenze di visita o per richieste di accompagnamento turistico, si può contattare la struttura museale all’indirizzo email: museoteggiano@diocesiteggiano.it.

Arricchito da nuove opere d’arte, in particolar modo da uno stupendo crocifisso del Settecento, rientrato in collezione dopo un attento restauro, la struttura museale si pone come uno dei musei d’arte sacra più interessanti del Golfo di Policastro e dell’area cilentana. La fruizione del Museo Diocesano policastrense, permette di poter godere anche della visita della contigua cattedrale dell’Assunta, che raccoglie numerose opere d’arte stratificatesi nel corso dei secoli e del bel centro storico di Policastro Bussentino.

15 luglio 2020

Massimo La Corte

Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali

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Un nuovo Ambone per la Cattedrale di Teggiano realizzato in un particolare momento di preghiera e di riflessione, questo il “segno” eloquente, in un intenso tempo di tribolazione, generato della Diocesi di Teggiano-Policastro e dal Capitolo Cattedrale, che verrà benedetto e presentato ai fedeli il giorno 14 agosto 2020, alle ore 19.30, nella chiesa di Santa Maria Maggiore. Fortemente voluto dal Parroco della Chiesa Cattedrale, don Giuseppe Puppo e dal Capitolo dei Canonici di Santa Maria Maggiore, grazie alla munifica benevolenza del vescovo di Teggiano-Policastro, Padre Antonio De Luca, l’Ambone nasce da un’idea progettuale del professore Antonio Tortorella di Sala Consilina, supportata dall’Ufficio Tecnico diocesano e validata dalla Soprintendenza ai Beni Storici, Artistici ed Archeologici di Salerno e Avellino. Venerdì 14 agosto, dopo la celebrazione dei Primi Vespri della Solennità dell’Assunzione al Cielo di Maria Santissima, titolare della Chiesa Cattedrale, ci sarà un breve momento introduttivo e narrativo, moderato dall’architetto Marco Ambrogi, Direttore dei Musei della Diocesi di Teggiano-Policastro e dal progettista dell’opera, professore Antonio Tortorella, al quale seguirà la benedizione del nuovo ambone, realizzato in pietra di Teggiano, dalla ditta Antonio Aumenta di Sala Consilina, alla presenza dei canonici di Santa Maria Maggiore, del clero e dei fedeli.

Linee geometriche pure ed essenziali, assemblate ad elementi di forte valenza simbolica, quali il cherubino e la colonna con capitello corinzio, movimentano quest’opera, che si pone in una sequenza storica ed iconologica multiforme e variegata, prendendo avvio dall’importante ambone duecentesco, opera del magister Melchiorre. La pietra di Teggiano modella le geometrie dell’alzato e dei tre gradi di ascesa al Lettorino, simboleggiando la Parola nella celebrazione liturgica in diretto ascolto dal popolo fedele.

Il nuovo Ambone completa il progetto di adeguamento liturgico della chiesa cattedrale di Santa Maria Maggiore, dopo la realizzazione, durante l’episcopato di mons. Angelo Spinillo, della Mensa Eucaristica, sempre scolpita nella morbida essenza litica della Pietra di Teggiano, con la quale è costruita l’intera Chiesa Cattedrale.

12 agosto 2020

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Dal 1° settembre al 4 ottobre, il Santo Padre e la Chiesa Italiana ci invitano a vivere il “tempo del creato”, inteso come celebrazione di preghiera e di azione a difesa del creato.

La Parrocchia San Pietro Apostolo in Sala Consilina organizza una giornata di sensibilizzazione sui temi dell’ecologia, come evidenziati nell’Enciclica Laudato si’ di papa Francesco, attraverso un pellegrinaggio, chiamato "passeggiata nel creato" con l’obiettivo di lasciarci interrogare dal dono di Dio fatto attraverso la natura che ci circonda, per confrontarci insieme sulle modalità più corrette per custodire la bellezza della creazione e la presa in cura responsabile di quella cultura che deve scaturire da un impegno serio per salvaguardare l’esistenza e la sua migliore valorizzazione.

Domenica 6 settembre 2020

Ore 9:00 Ritrovo davanti la Chiesa di San Pietro Apostolo; Ore 9:20 Inizio del percorso presso la salita di "Allegracore" (in località San Raffaele). Al termine del cammino Celebrazione della Santa Messa.

COMUNICATO CARITAS DIOCESANA

La Diocesi di Teggiano-Policastro, unitamente alla Caritas Diocesana, visto il difficile momento storico che stiamo vivendo a causa dell’epidemia da Covid-19, ha deciso di scendere in campo con una lodevole iniziativa: l’istituzione di un “Fondo Solidarietà Famiglia”.

Un segno di vicinanza concreta a famiglie e soggetti in difficoltà, residenti nel territorio della Diocesi. L’emergenza Covid-19 con cui conviviamo ormai da mesi, infatti, ha segnato profondamente la vita delle nostre comunità, non solo da un punto di vista sanitario, ma anche piscologico e soprattutto economico.

Ci siamo trovati impreparati, deboli e vulnerabili sotto i colpi di questo virus. Abbiamo conosciuto l’esperienza della sofferenza, della quarantena, della sospensione di numerose attività e, per molte famiglie, l’emergenza Coronavirus è diventata anche emergenza lavorativa. Sempre più persone lamentano, infatti, difficoltà per via della perdita di

COMUNICATO
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lavoro, riduzione dell’orario o di entrate, cassa integrazione, attività in proprio ridotta o chiusa. A questo si aggiungono le difficoltà nella gestione dei canoni di affitto, gli sfratti per morosità, nonché i disagi legati alla gestione delle spese per lo studio o la salute. In molti non sono più in grado nemmeno di poter garantire il pranzo al proprio nucleo familiare. Sono i cosiddetti “nuovi poveri”, le vittime di questo durissimo periodo di crisi. È alla luce di tutto ciò che nasce l’idea del “Fondo Solidarietà Famiglia”. Si tratta di una misura straordinaria, tempestiva e limitata nel tempo, accompagnata da azioni sostenibili di presa in carico delle fragilità familiari attraverso la Caritas Diocesana. Le attribuzioni in denaro a valere sul Fondo, che la Diocesi assegnerà senza obbligo di rimborso o controprestazione, verranno assegnate previa accurata valutazione della Commissione e fino all’esaurimento del Fondo stesso. I beneficiari riceveranno il contributo o in un’unica soluzione o una tantum, in base alle valutazioni interne della Commissione o fino alla variazione reddituale del beneficiario. I soggetti interessati potranno presentare la loro richiesta ai propri Parroci, presso le parrocchie di appartenenza, a partire dal 12 Ottobre 2020 e fino al 31 Maggio 2021. Successivamente, dopo un’accurata indagine, la richiesta verrà indirizzata alla Diocesi di Teggiano Policastro, presso l’ufficio della Caritas Diocesana e sottoposta al vaglio della Commissione.

10 ottobre 2020

don Martino De Pasquale Direttore Caritas Diocesana

COMUNICATO

In considerazione del protrarsi dell’emergenza da COVID-19 e per la tutela della salute del personale e dell’utenza, i seguenti Uffici Diocesani saranno aperti al pubblico esclusivamente per richieste e pratiche per le quali sia indispensabile la presenza fisica, il lunedì, mercoledì e venerdì dalle 9:00 alle 13:00, previo appuntamento programmato telefonicamente o per e-mail:

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• Vicario Generale: dongiuseppe.radesca@gmail.com;

• Cancelleria Vescovile: curia@diocesiteggiano.it - tel. 097579053;

• Ufficio Matrimoni Policastro: pietroscapolatempo@gmail.com0974984024;

• Economato: economato@diocesiteggiano.it;

• Ufficio Liturgico: liturgia@diocesiteggiano.it;

• Caritas Diocesana: info@caritasteggianopolicastro.it;

• Ufficio Comunicazioni Sociali: comunicazioni@diocesiteggiano.ittel. 0974984024;

• Tribunale Ecclesiastico Diocesano: peppe.pup@libero.it;

• IDSC: idsctp@tiscali.it - tel. 097579774;

• Ufficio Tecnico Diocesano: beniculturali@diocesiteggiano.it;

• Fondazione NASHAK: info@nashak.org, fondazionenashak@gmail.com - tel. 3920506421.

I seguenti servizi sono raggiungibili unicamente per e-mail: Biblioteca "Pio XI" di Teggiano: biblioteca@diocesiteggiano.it; - Archivio di Teggiano: archivio@diocesiteggiano.it; Biblioteca "G. Cataldo" e Archivio di Policastro: bibliopolicastro@diocesiteggiano.it; Musei Diocesani: museoteggiano@diocesiteggiano.it.

05 novembre 2020

Massimo La Corte Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali

COMUNICATO

L’Ufficio Catechistico Diocesano propone una prima serie di tre incontri per la formazione diocesana dei catechisti sul documento "Ripartiamo insieme". Prendendo spunto dalle linee guida fornite dall’Ufficio Catechistico Nazionale e facendo una lettura sapienziale del tempo che si sta vivendo, i catechisti saranno invitati e aiutati a riflettere sulle modalità per il ripensamento e il rinnovamento della prassi catechistica nel contesto in cui sono chiamati a operare.

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Gli incontri, in modalità online, saranno in diretta streaming sulla pagina Facebook della Diocesi e nel Gruppo Catechisti Diocesi TeggianoPolicastro nei giorni 12, 19 e 26 novembre alle ore 16:00.

05 novembre 2020

COMUNICATO

Come riportato nelle ultime ore dagli organi di stampa, con Ordinanza del Ministero della Salute la Regione Campania è stata inserita nell’area rossa.

Il DPCM del 3 novembre scorso regola le tre fasce di criticità e per quanto riguarda le Celebrazioni, precisa che “l’accesso ai luoghi di culto avviene con misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro” (art. 1 comma 9 lettera p). Come già nei precedenti DPCM viene chiarito che le celebrazioni con la partecipazione del popolo si svolgono nel rispetto del protocollo sottoscritto dal Governo e dalla Conferenza Episcopale Italiana, integrato con le successive indicazioni del Comitato tecnico-scientifico (articolo 1 comma 9 lettera q).

Nessun cambiamento, dunque, circa accesso e modalità celebrative. I fedeli, per partecipare a una celebrazione o recarsi in un luogo di culto, dovranno compilare l’autodichiarazione.

Per le zone rosse, inoltre, la Segreteria Generale della CEI invita a evitare momenti in presenza favorendo, con creatività, modalità d’incontro già sperimentate nei mesi precedenti e ponendo la dovuta attenzione alle varie fasce di età.

Per utilità dei fedeli alleghiamo un modello di autodichiarazione da utilizzarsi per la partecipazione alle Celebrazioni o recarsi in un luogo di culto per la preghiera personale.

13 novembre 2020

Massimo La Corte

Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali

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COMUNICATO

Sabato 21 novembre 2020, alle ore 19:00, il nostro Vescovo P. Antonio De Luca terrà, sulla piattaforma ZOOM, una catechesi alle famiglie sul tema: "La Famiglia in tempo di pandemia".

Di seguito il link per accedere all’incontro: https://us02web.zoom.us/j/86074419412

ID riunione: 860 7441 9412

Per info contattare l’Ufficio diocesano per la pastorale della Famiglia: tel. 3475702194 (Angelo Imparato). COMUNICATO

L’ufficio diocesano per il Progetto Culturale e la formazione ecclesiale, anche quest’anno propone il percorso di formazione per gli operatori pastorali. Il percorso è aperto a tutti e sono invitati in particolare catechisti, ministri straordinari della Comunione, cantori, operatori della carità, insegnanti di religione, animatori della liturgia, membri di associazioni e gruppi ecclesiali.

Come di consueto, il percorso prende vita dagli Orientamenti Pastorali affidati dal Vescovo, Padre Antonio De Luca, alla Chiesa locale che quest’anno chiedono di continuare con coraggio il cammino ecclesiale di pastori e discepoli del Signore perseverando, in special modo in questo periodo di incertezza e di disagio causato dall’emergenza sanitaria, nel prendersi cura della vita, del prossimo e della casa comune. Visti la necessità del distanziamento sociale e il divieto di assembramenti, la proposta formativa sarà trasmessa in diretta streaming sulla pagina Facebook della Diocesi, accessibile anche a coloro che non posseggono un profilo.

Gli incontri avranno cadenza settimanale e si terranno il mercoledì alle ore 19:00. Il primo incontro, con la catechesi del Vescovo per l’Avvento, si terrà il 15 dicembre 2020 per continuare, dopo le feste natalizie, dal 13 gennaio al 3 marzo 2021, come da calendario allegato. Al termine del percorso, dopo Pasqua, si effettuerà una verifica scritta sui temi affrontati durante l’itinerario di formazione. La verifica sarà

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obbligatoria per insegnanti di religione, catechisti e ministri straordinari della Comunione. Il rilascio di eventuale attestato di partecipazione sarà vincolato allo svolgimento della verifica.

23 novembre 2020 Massimo La Corte

Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali

COMUNICATO

Con l’incontro di catechesi nel tempo di Avvento, tenuto dal nostro Vescovo Padre Antonio De Luca, inizia il percorso di formazione per gli operatori pastorali. L’incontro, in modalità online, sarà trasmesso in diretta streaming martedì 15 dicembre alle ore 19:00 sulla pagina Facebook della Diocesi (https://www.facebook.com/diocesiteggianopolicastro), accessibile an-

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che a chi non possiede un account personale. Il percorso di formazione è aperto a tutti e sono invitati in particolare catechisti, ministri straordinari della Comunione, cantori, operatori della carità, insegnanti di religione, animatori della liturgia, membri di associazioni e gruppi ecclesiali.

09 dicembre 2020

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Massimo La Corte Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali

COMUNICATO

Esce oggi, curato dall’Ufficio diocesano per le Comunicazioni Sociali, il nuovo libro del nostro Vescovo Padre Antonio, dal titolo "Lasciar andare".

Lasciar andare è il secondo percorso di riflessioni in tempo di pandemia. Se nella precedente edizione, Prendersi cura, il Vescovo aveva coniugato la premura di ciò che è stato generato o, tante volte, violentato dalle circostanze di vulnerabilità e di precarietà nelle relazioni ecclesiali e sociali, seguendo il registro della fede che opera per mezzo della Carità, nella presente raccolta contempla la Carità in azione, mentre genera percorsi di speranza, di futuro, di crescita all’interno della realtà umana ed ecclesiale.

15 dicembre 2020

Massimo La Corte Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali

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CA2020
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A.DISTRIB.AIUTIASINGOLE PERSONE BISOGNOSE

.da parte delle diocesi 0,00 1 .da parte delle parrocchie 20.500,00 2 .da parte di altri enti ecclesiastici 50.000,00 3 70.500,00

B.DISTRIB.AIUTI NON IMMEDIATIAPERSONE BISOGNOSE

.da parte della Diocesi 44.663,00 1 44.663,00

C.OPERE CARITATIVE DIOCESANE

.in favore di famiglie particolarmente disagiate - direttamente dall’Ente Diocesi0,00 1 .in favore di famiglie particolarmente disagiate - attraverso eventuale Ente Caritas169.065,00 2 . in favore di categorie economicamente fragili (quali precari, disoccupati e giovani in cerca di lavoro) - direttamente dall’Ente Diocesi 4.000,00 3 . in favore di categorie economicamente fragili (quali precari, disoccupati e giovani in cerca di lavoro) - attraverso eventuale Ente Caritas 20.000,00 4 .in favore degli anziani - direttamente dall’Ente Diocesi12.100,00 5 .in favore degli anziani - attraverso eventuale Ente Caritas0,00 6 .in favore di persone senzafissa dimora - direttamente dall’Ente Diocesi0,00 7 .in favore di persone senzafissa dimora - attraverso eventuale Ente Caritas10.000,00 8 .in favore di portatori di handicap - direttamente dall’Ente Diocesi0,00 9 .in favore di portatori di handicap - attraverso eventuale Ente Caritas145.000,00 10 . per la prevenzione della devianza adolescenziale e della prostituzione - direttamente dall’Ente Diocesi 0,00 11 . per la prevenzione della devianza adolescenziale e della prostituzione - attraverso eventuale Ente Caritas 0,00 12 .in favore di immigrati, rifugiati e richiedenti asilo - direttamente dall’Ente Diocesi0,00 13 .in favore di immigrati, rifugiati e richiedenti asilo - attraverso eventuale Ente Caritas10.000,00 14 .per il recupero delle vittime della tratta di esseri umani - direttamente dall’Ente Diocesi0,00 15 .per il recupero delle vittime della tratta di esseri umani - attraverso eventuale Ente Caritas0,00 16 .in favore di vittime di dipendenze patologiche - direttamente dall’Ente Diocesi0,00 17 .in favore di vittime di dipendenze patologiche - attraverso eventuale Ente Caritas0,00 18 .in favore di malati diAIDS - direttamente dall’Ente Diocesi0,00 19 .in favore di malati diAIDS - attraverso eventuale Ente Caritas0,00 20 .in favore di vittime della pratica usuraria - direttamente dall’Ente Diocesi15.000,00 21 .in favore di vittime della pratica usuraria - attraverso eventuale Ente Caritas0,00 22 . in favore del clero: anziano/malato/in condizioni di straordinaria necessità - direttamente dall’Ente Diocesi 0,00 23 . in favore del clero: anziano/malato/in condizioni di straordinaria necessità - attraverso eventuale Ente Caritas 0,00 24 .in favore di minori abbandonati - direttamente dall’Ente Diocesi0,00 25 .in favore di minori abbandonati - attraverso eventuale Ente Caritas0,00 26 .in favore di opere missionarie caritative - direttamente dall’Ente Diocesi13.000,00 27 .in favore di opere missionarie caritative - attraverso eventuale Ente Caritas0,00 28 398.165,00

2 INTERVENTI CARITATIVI
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D.OPERE CARITATIVE PARROCCHIALI

.in favore di famiglie particolarmente disagiate20.800,00 1

.in favore di categorie economicamente fragili (quali precari, disoccupati e giovani in cerca di lavoro)0,00 2

.in favore degli anziani 35.000,00 3

.in favore di persone senzafissa dimora 0,00 4

.in favore di portatori di handicap 0,00 5

.per la prevenzione della devianza adolescenziale e della prostituzione0,00 6

.in favore di immigrati, rifugiati e richiedenti asilo0,00 7

.per il recupero delle vittime della tratta di esseri umani0,00 8 .in favore di vittime di dipendenze patologiche0,00 9

.in favore di malati diAIDS 0,00 10

.in favore di vittime della pratica usuraria 0,00 11

.in favore del clero: anziano/malato/in condizioni di straordinaria necessità0,00 12

.in favore di minori abbandonati 0,00 13

.in favore di opere missionarie caritative 0,00 14 55.800,00

E.OPERE CARITATIVE DIALTRI ENTI ECCLESIASTICI

.opere caritative di altri enti ecclesiastici 0,00 1 0,00

b)TOTALE DELLE EROGAZIONI EFFETTUATE NEL2020569.128,00

RIEPILOGO

TOTALE DELLE SOMME DAEROGARE PER L`ANNO 2020809.375,29

ADEDURRETOTALE DELLE EROGAZIONI EFFETTUATE NELL`ANNO 2020 (fino al 31-05-2021)569.128,00

DIFFERENZA 240.247,29 240.247,29 Altre somme assegnate nell''esercizio 2020 e non erogate al 31-05-2021 (da riportare nel rendiconto assegnazioni 2021)

INTERESSI NETTI del 30-09-2020;31-12-2020 e 31-03-2021 (al netto di oneri bancarifino al 31/05/2021)2.367,19

ASSEGNI EMESSI O BONIFICI EFFETTUATI MANONANCORACONTABILIZZATI NELL''E/C0,00

SALDO CONTO CORRENTE E/O DEPOSITOTITOLIAL31-05-2021242.614,48

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AVVENIMENTI

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IN MEMORIAM

donVincenzo Manzione

(/0/193//20) 0143201020 +

IlVescovoPadreAntonioDeLucaeilPresbiteriodellaDiocesidiTeggianoPolicastro,annuncianocheèentratonella lucedellaResurrezionedonVincenzoManzionee,ricordandoneilgenerosoministero intellettualeepastorale,loaffidano all’abbracciomisericordiosodiDioealla preghieradisuffragiodeifedeli,invocando lapaceelagioiadelSignore.

DonVincenzoeranatoaTeggiano(SA)il1°apriledel1933ederastato ordinatosacerdoteil7luglio1957.ParrocoindiverseComunitàdellaDiocesi,fuPostulatorenelleCausedibeatificazioneecanonizzazionedelServodiDioFedericoPezzullo,VescovodiPolicastro,ediMariantoniaSamà(conosciutacomelaMonachelladiSanBruno)diSant’AndreaIonio (CZ).

LeesequiesarannopresiedutedalnostroVescovoPadreAntonioDeLuca,sabato24ottobrealleore9,00nellaChiesaCattedralediTeggiano.La salmasaràtumulatanelcimiterodiTeggiano.

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Mons. Mario Carpentieri

(/10/1930//20) 05141220 +

IlVescovoPadreAntonioDeLucaeilPresbiteriodellaDiocesidiTeggianoPolicastro,annuncianocheèentratonella lucedellaResurrezionemons.MarioCarpentierie,ricordandoneilgenerosoministeropastorale,loaffidanoall’abbracciomisericordiosodiDioeallapreghieradi suffragiodeifedeli,invocandolapaceela gioiadelSignore.

DonMarioeranatoaSanGiovanniaPiro(SA)il5ottobredel1930edera statoordinatosacerdoteil28giugno1953.FuParrocodellaParrocchia MariaSS.delleNeviinCastelRuggero,dellaParrocchiaCattedraleS. MariaAssuntainPolicastroBussentino,dellaParrocchiaSanGiovanni BattistainSapri,dellaParrocchiaS.PietroApostoloinTorracaedellaParrocchiaImmacolatainScario.FuancheRettoredelSeminarioVescovile diPolicastroeCanonicodelCapitoCattedralediTeggiano.

LeesequiesarannopresiedutedalnostroVescovoPadreAntonioDeLuca,mercoledì16dicembrealleore15,30nellaChiesaParrocchialediScario.

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DIOCESIDITEGGIANOPOLICASTRO www.diocesiteggiano.it e-mail comunicazioni@diocesiteggiano.it

Editing, impaginazione e grafica Massimo La Corte

STAMPA

Via Degli Edili, 101 -() SAPRISA Tel. 0973 603365 - E-mail: legatoria.cesare@alice.it

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