Memories on John Ruskin 1 | Susanna Caccia Gherardini, Marco Pretelli (a cura di)

Page 241

La conservazione programmata La conservazione diviene così strumento operativo capace di manifestare la conclamata attenzione verso il senso di appartenenza di un popolo e come tale non identifica il momento che precede l’ultima fase di vita della fabbrica ma al contrario identifica un aspetto strutturale, indispensabile alla sua stessa esistenza. L’architetto dovrà, pertanto, porsi il problema dell’intera vita dell’edificio, da qui la necessità di tutelare le fabbriche con operazioni di manutenzione al fine di scongiurare di perderle o di “danneggiarle” con interventi non tempestivi: […] vi sono due compiti – afferma Ruskin – che incombono su di noi nei confronti dell’architettura del nostro paese […] il primo consiste nel conferire una dimensione storica all’architettura di oggi, il secondo nel conservare quella delle epoche passate come la più preziosa delle eredità9.

La conservazione è uno dei principi basilari del riconoscimento dell’identità ed è per questo che la sua pratica deve concretizzarsi in un progetto attento che, partendo dalla profonda conoscenza del manufatto risulti capace di individuare ed arrestare i “dissesti” che intervengono nella conformazione estetico-ecologica del paesaggio. Ma ancor di più l’atto conservativo risulta più efficace laddove sia in grado di identificare i possibili “dissesti” nella fase di rottura degli equilibri interni ai rapporti d’identità dei luoghi10. In questa logica la prevenzione diviene atto pratico di attenzione e di controllo eseguibile con provvedimenti a ciclo manutentivo sulla materia dell’architettura e contestualmente del suo paesaggio. Così come l’uomo non può cambiare gli eventi accaduti prima del suo passaggio terreno, alla stessa stregua l’architettura, in quanto memoria storica, non può essere rein-

Fig. 3 J. Ruskin, Ponte Vecchio con l’Arno in piena, Firenze da J. Ruskin, Mattinate fiorentine, a cura di A. Brilli, Milano, Mondadori,1984. Fig. 4 J. Ruskin, Elementi architettonici, incisione per il volume The Seven Lamps of Architecture da J. Ruskin, Mattinate fiorentine, a cura di A. Brilli, Milano, Mondadori,1984. Fig. 5 J. Ruskin, Arcatella di San Michele, Lucca, incisione per il volume The Seven Lamps of Architecture da J. Ruskin, Mattinate fiorentine, a cura di A. Brilli, Milano, Mondadori,1984.

suoi confronti […] non vi sarebbe stato per questi figli alcun caldo monumento nel focolare e nella casa» J. Ruskin Le sette lampade… cit., p.212.

239


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.
Memories on John Ruskin 1 | Susanna Caccia Gherardini, Marco Pretelli (a cura di) by DIDA - Issuu