Oggetti ricordo per un museo del ghiaccio
Luoghi Il progetto è un contributo al tema del design per la valorizzazione del territorio. In particolare l’attenzione è rivolta alle problematiche legate ai beni culturali nell’ambito di un dibattito che negli ultimi anni si è sviluppato a livello nazionale: si pensi ai workshop sul tema organizzati in Campania da Ermanno Guida e Vincenzo Cristallo. In particolare, la tesi si è sviluppata attorno ad un’ipotesi di Museo del ghiaccio della montagna pistoiese – ad oggi non esistente, mentre è presente un ecomuseo diffuso sul territorio con un itinerario di cui fa parte il percorso del ghiaccio nella valle del Reno – di cui si ipotizza la realizzazione e per il quale sono progettati oggetti ricordo. Una realtà, quella dell’industria del ghiaccio, nata alla fine del ’700 come misero incremento per gli scarsi introiti degli abitanti della montagna. Conoscenze Nonostante le possibilità offerte dalla Legge Ronchey che stimolava i musei alla creazione di merchanding, scarsi sono ancora nel nostro paese gli esempi di progettazione coordinata legata alle collezioni museali. Nella tesi è citato il caso di I love Pompei che, con il coordinamento di Claudio Gambardella, ha portato alla realizzazione di una serie di souvenir d’autore, figli di “quel filone umanistico che Ponti identificava con le origini stesse del design italiano” (Gambardella, 2002), disegnati, tra l’altro, da Andrea Branzi, Riccardo Dalisi, Isao Hosoe, Enzo Mari, Alessando Mendini, Paola Navone… Scenari “L’immateriale del materiale” oggetto del progetto ha inizialmente creato qualche problema – “Bisogna capire se si deve progettare il ghiaccio, per il ghiaccio o ispirandosi al ghiaccio…”. Poi la scelta è caduta sull’oggetto memoria del territorio: l’obiettivo era quello di andare al di là di forme stereotipizzate; la difficoltà stava nel “riacquistare quell’attaccamento al proprio territorio e alle proprie radici che la routine cittadina aveva in qualche modo intrappolato in un cantuccio della memoria.” (Baria). Sul piano tipologico la scelta è caduta su due direzioni di lavoro: la progettazione di alcuni elementi grafici – il segnalibro la cartolina, la t-shirt, l’ombrello – ed altri più ‘oggettuali’, il portaghiaccio, i bicchieri con relativo packaging.
relatore Giuseppe Lotti
Progetti Relativamente alle scelte progettuali, queste sono da individuare nella grafica di tipo fotografico con immagini trattate “alla Andy Warhol” – con il ghiaccio che diviene oggetto di culto così come la banana della copertina del disco dei Velvet Underground & Nico. Nascono i loghi per t-shirt coo_slowly, be_cool e ice_drink in cui il ghiaccio è interpretato con i colori dell’Ecomuseo della Montagna pistoiese “quasi a raffreddare chi indossa la maglietta in un caldo pomeriggio d’estate”. Altro motivo grafico, il ragazzo che, quasi sospeso in aria, gioca con il ramo spezzato dal “bruscello” fenomeno naturale che trasforma le piante in sculture di ghiaccio spesso portandole alla rottura con ingenti danni all’ecosistema bosco – quasi ad esorcizzarne gli effetti dannosi: “Hai voluto spezzare il ramo? E ora io mi ci diverto.” Relativamente all’oggettistica, le forme sono derivate direttamente dall’”insieme del ghiaccio” e cioè da quel complesso di strutture ed attrezzi che sono stati teatro della produzione a cavallo tra ‘800 e ‘900. Così il portaghiaccio deriva la sua forma da La Madonnina, la ghiacciaia più famosa della valle del Reno con due tronchi di cono concentrici dai vertici opposti in acciaio inox stampato. La stessa ispirazione formale è alla base anche dei bicchieri Glass 21/12, ottenuti attraverso incamiciatura di due paste di vetro con un doppiofondo nel quale è serigrafata la scritta ”cool_slowly” che compare solo in presenza del liquido e New Wave realizzati in vetro dicroico che cambia colore a seconda della natura della luce – artificiale o naturale. Completa il set di bicchieri un imballaggio formalmente neutro in cartone ondulato realizzato senza colla né punti metallici. [G.L.]
Approfondimenti Duccio Canestrini, Non sparate sul turista, Bollati Boringhieri, Torino, 2004 Flaviano Celaschi, Alba Cappellieri, Alessandra Vasile, Lusso versus design. Italian design, beni culturali e luxury system: alto di gamma e cultura di progetto, Polidesign – Franco Angeli, Milano, 2005 Claudio Gambardella, I love Pompei, Electa, Napoli, 2002 Rolando Nesti, L’industria del ghiaccio a Prataccio. Ricerca sulle vecchie ghiacciaie del rio Buio, Polistampa, Firenze, 1998
75 territori & connessioni
Bringing it all back home
progetto di
Emilio Baria