Restauro Archeologico 2|2017

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Zaira Barone

RA Fig. 17 Altavilla Milicia (Palermo), chiesa di Santa Maria di Campogrosso, particolare della cornice modanata del prospetto principale, angolo sud-ovest (foto dell’autore, 2015)

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tura materiale e immateriale che caratterizza questo territorio è probabilmente l’unica possibilità di avvio di un processo di valorizzazione dei monumenti presenti e collegati al complesso di Santa Maria di Campogrosso. D’altronde erano originariamente uniti al complesso monastico le altre architetture monumentali delle torri costiere e delle tonnare che oggi rappresentano un percorso da sperimentare anche dal mare, con imbarcazioni che permetterebbero di conoscere la costa e comprenderne, una volta arrivati a terra, anche il patrimonio culturale monumentale delle architetture monumentali superstiti, prima fra tutte i ruderi del complesso di Santa Maria di Campogrosso. Il loro restauro, la valorizzazione del paesaggio che li contiene e un loro reciproco collegamento, garantirebbe un percorso culturale-turistico tematico che, per altro, potrebbe ricadere perfettamente all’interno dell’itinerario “Palermo arabo normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale”, già recentemente inserito nella lista del patrimonio dell’Umanità dell’Unesco.


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