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logge italiane. genesi e processi di trasformazione • alessandro merlo
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Loggia del Grano Montepulciano
Ai tempi dell’annessione allo stato fiorentino (1511), Montepulciano, che grazie alla sua posizione geografica era divenuto un importante centro culturale e mercantile, aveva già raggiunto la sua massima espansione all’interno delle mura. Non essendo disponibili, pertanto, aree libere per costruirvi nuovi edifici che adempiessero le funzioni richieste dal nuovo ruolo ricoperto dalla città (nel XVI secolo, per volere di Cosimo I, Montepulciano divenne sede di capitanato e sede vescovile), si operò trasformando il preesistente tessuto edilizio. La piazza Maggiore, fulcro della vita comunitaria medioevale, fu quasi totalmente modificata su iniziativa sia pubblica sia privata da artisti del calibro di Antonio da San Gallo il Vecchio, Peruzzi, Vignola e Ippolito Scalza: la cisterna pubblica fu sostituita dal Pozzo dei Grifi, coronato da un grosso stemma mediceo, il lato Est fu chiuso dal Palazzo Contucci13, la Pieve fu trasformata in Cattedrale e, nel 1564, la Loggia venne incorporata nel Palazzo De’ Nobili Taurugi. Contemporaneamente, l’area commerciale fu spostata più a valle, lungo via di Voltaia nel Corso e via di Gracciano nel Corso, seguendo un indirizzo già in atto da tempo; ed è proprio qui che nel 1570 fu costruita, in piazza delle Erbe, la Loggia detta del Grano14 dove aveva luogo il mercato giornaliero15. Il Palazzo Contucci, terminato a metà del XVI secolo, con Ferdinando I divenne casa Medici. Presumibilmente questo appellativo è successivo alla sua costruzione, dato che nei documenti cinquecenteschi si evince che sotto la loggia si vendevano “grani, biade, ortaggi, pane, frutti di tutte le sorti, con altre robbe commestibili” (Benci, 1968, p. 33). 15 La piazza Grande continuò ad ospitare fino al XVII secolo il mercato settimanale del sabato. 13 14