“Il seme nel solco”, così si intitola il capitolo dell’autobiografia di Carlo Carrà dove il maestro piemontese ricorda gli anni del suo impegno didattico in qualità di professore di pittura presso l’Accademia di Brera. Immagine fondativa del rito contadino della semina che diviene perfetta metafora della trasmissione del sapere, del tracciamento — secondo una precisa misura — del comune terreno dove poter far germogliare nuove idee e diverse sensibilità partendo da una regola e da una poetica condivise.
Inevitabile d’altronde, avendo scelto la terra di Versilia per l’esercitazione progettuale degli studenti del Laboratorio di Progettazione dell’Architettura del terzo anno, ricorrere a Carrà quale nume tutelare per rileggere fra le righe, a partire da questo locus, pieno di vita e colori nelle stagioni estive, totalmente metafisico d’inverno, le più ampie questioni del Novecento che riguardano la nostra disciplina.