Il cubito biblico. Misura di tutte le cose | Laura Aiello

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Inoltre vi è un’ulteriore questione che emerge nelle pieghe della storia dell’architettura, come mai il cubito viene adottato in ambito medievale al posto del definito e grandemente usato piede romano, che uniforma il costruire per più di un millennio ed ha estensioni pari all’impero? Il cubito doveva dunque avere una tenace motivazione tale da rientrare in ambito medievale ed essere adottato e diffuso oltre il tempo e le sponde dell’Egitto. La sua forza, sembra non derivare dall’uniformità mensoria, per ambito geografico, ma è ben chiaro l’ambito culturale in cui emerge ed è impiegato traendo il suo vigore espressivo da una sua qualità che riteniamo ancora oggi non svelata o non messa a fuoco. L’Egitto è la terra a cui si approda quando si parla di cubito. Al museo di Torino vi sono almeno una decina di esemplari di cubito: pieghevole, dorato, costituiti in genere da legno di ebano, a sezione quadrata o esagonale e riportanti sulle varie facce del prisma varie successioni graduate per i sottomultipli4. Studi metrologici sul cubito L’utilizzo nei Testi Sacri di un’unità lineare storicamente riconosciuta, quale i cubito, richiede per rigore scientifico una trattazione che possa dare il quadro di riferimento: • storico, per quanto attiene l’evoluzione dei sistemi metrici di riferimento mediterranei; • qualitativo, per l’enumerazione dei diversi cubiti conosciuti; • metrologico, per il problema di codificazione della quantità metrica corrispondente. Ricerche bibliografiche hanno evidenziato che oltre i moderni manuali di metrologia, i maggiori testi scientifici di riferimento sembrano concentrarsi tra la fine del 1800 e gli inizi del 1900. In particolare, per la codificazione metrico-decimale del cubito è stato utilizzato come testo di riferimento Metrologia e Circolazione Monetaria degli antichi di Angelo Segrè del 1928. La trattazione appare particolarmente convincente per il rigore scientifico con cui tutti i dati, rilevabili dai testi classici e dai campioni conservati nei vari musei, sono messi a stretto confronto. Si riesce così a ricostruire un quadro generale coerente in cui tutti i tasselli trovano una collocazione all’interno di un ambito più ampio che riesce a tenere conto anche delle unità di volume e di peso in rapporto a quelle di lunghezza. Nella trattazione appare per noi interessante l’analisi della misura dei cubiti depositati presso il museo egizio di Torino e la dimostrazione di aver preso in analisi i testi di Erodoto, Erone 4 Tomba di Kha. Fondazione del Museo delle Antichità Egizie di Torino. Uno dei maggiori capolavori del Museo Egizio di Torino fu scoperto durante una campagna di scavo nel 1906: la tomba inviolata di Kha custodiva 506 oggetti che per la loro peculiarità potrebbero costituire un Museo a sé. Una testimonianza straordinaria che rivela moltissimi particolari sulla vita quotidiana di Kha e Merit, una coppia di sposi vissuti intorno al 1400 a.C. In questo corredo vi è un cubito dorato.


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