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rializzate, le architetture cercano sempre di limitare la loro dipendenza ontologica dalla forza di gravitĂ . Sulla luce che incontra la materia Quando un raggio luminoso incontra la materia, il raggio si scompone in tre parti: luce riflessa, luce assorbita e luce trasmessa. In fisica classica, con il termine materia, si indica generalmente qualsiasi cosa che abbia una massa e che occupi spazio; ma questo vale solo per lâinfinitamente grande. Quando il campo di ricerca diventa lâinfinitamente piccolo, entrano in gioco le leggi della meccanica quantistica e la materia si presta ad interpretazioni diverse. Succede allora che lo spazio occupato da un oggetto Ăš prevalentemente vuoto, che
energia e materia sono equivalenti e che insieme compongono ogni cosa esistente. A confermarlo Ăš lâ equazione della relativitĂ ristretta del 1905 di Albert Einstein: E=mcÂČ. In architettura sembra che lâinfinitamente piccolo e lâinfinitamente grande trovino un punto di contatto che la fisica non riesce a confermare. Prendiamo un qualsiasi edificio. Questo, come tutti gli altri, non puĂČ sottrarsi alla forza di gravitĂ , al peso, al fatto di essere denso. In realtĂ non Ăš cosĂŹ, perchĂ© tutti gli edifici, pur essendo infinitamente grandi, sono costituiti per lo piĂč da vuoti e non da pieni. Il senso dello spazio nellâopera di Eduardo Chillida Ăš collegato principalmente al concetto di vuoto. Lo spazio, entitĂ concava, cava, viene ritagliato nella materia. Ritagliare lo spazio
dentro la montagna di Tindaya significa creare un luogo che da pieno diventa vuoto. Ă il concetto di âspazio caricoâ, di âvuoto pieno di tensioni e vibrazioniâ che sta al centro della ricerca spaziale di Chillida: un vuoto da abitare, da riempire. La costruzione non Ăš piĂč nel mettere una pietra sullâaltra per gravitĂ , nellâinterporre oggetti dentro lo spazio; la costruzione Ăš costruire lo spazio, costruire la forma immateriale dello spazio dove la luce non serve per rivelare ed esaltare plasticamente le forme dellâarchitettura, ma per dare corpo al vuoto, per riempire lo spazio ottenuto per sottrazione di materia. La luce allora Ăš un pieno e la materia un vuoto. Il Nuovo Teatro Comunale Lea Padovani Ăš materia scavata dalla luce.
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