FIRENZE Architettura 2011-1

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di dimostrare il carattere esterofilo del Razionalismo tedesco.24 Gli anonimi autori del collage confondono, ovviamente, la gestalt con l’eidos, l’apparenza con la sostanza: il modello del primo progetto di insediamento per l’esposizione Die Wohnung rivelava già chiaramente quanto l’architettura magrebina e l’archetipo della casbah avessero realmente ispirato l’architetto. Come la bianca al-Jazâ’ir, la moderna Siedlung di Mies van der Rohe rappresenta un’utilizzazione riuscita del territorio: le strade seguono l’andamento naturale della collina e gli edifici sono disposti in maniera tale che da tutte le abitazioni si possano osservare la valle ed il paesaggio circostante. Mentre il tetto piano, intorno al quale si concentrano gli attacchi di Paul Schultze-Naumburg e degli altri architetti conservatori, è solo un aspetto formale, la necessaria conseguenza di un adattamento alle esigenze di un mondo mutato.25 Il Weissenhof è, per citare ancora una volta Camus, la sua “casa di fronte al mondo”.

1 La miseria, il sovraffollamento delle abitazioni e il degrado sociale. Cfr.: Zeynep Çelik, Urban Forms and Colonial Confrontations: Algiers Under French Rule, Berkeley: University of California Press, 1997. 2 Ci si riferisce al celebre dipinto Femmes d’Alger dans leur appartement di Eugène Delacroix (1834) e alle 15 varianti dipinte da Picasso tra il 1954 e il 1955 ed intitolate Femmes d’Alger: la letteratura popolare ha spesso associato la Casbah alla figura

di una tipica donna algerina, affascinante e sensuale, una donna di cui innamorarsi perdutamente. Lucienne Favre, Tout l’inconnu de la casbah d’Alger, Algeri: éd Baconnier frères, 1933. 4 Cfr.: Edward W. Said, L’Orientalisme. L’Orient créé par l’Occident, Paris: Le Seuil,1980. 5 Le Corbusier, Le folklore est l’expression fleurie des traditions, in “Casabella” n. 531/532, 1987. 6 “La Maison devant le Monde” è il nome dato da Albert Camus ad una casa da lui abitata in Rue Des Amandiers ad Algeri, da cui si poteva godere di un vasto panorama che spaziava dalla baia ai monti della Cabilia. Cfr.: Albert Camus, La Mort Heureuse (Les Cahiers Albert Camus, n° 1), Paris: Gallimard, 1971. 7 Cfr. La definizione di standard attribuita a Le Corbusier e contenuta in Alex Gerber, L’Algérie de Le Corbusier: les voyages de 1931, Lausanne: Thèse EPFL, no 1077 (1992), p. 284. 8 Hassan Fathy, De l’implicite en architecture (Aphorismes), in André Réverau, Le M’Zab. Une leçon d’architecture, Arles: Sindbad Actes Sud, 2003, pp. 9-14: 10. 9 “La Casbah d’Algeri (...) è un’entità architettonica e urbanistica ammirevole. È la città più standardizzata e la più funzionale che si possa sognare; è anche la città più poetica per chi la sappia guardare”. Cfr.: Le Corbusier, Œuvre Complete. 1929-1934, Zurich: Les éditions d’architecture, 1965, vol. II, p. 172. 10 Le Corbusier, Le folklore est l’expression fleurie des traditions, cit.. 11 Le Corbusier, Louange à l’Algérie, in “Le Journal Général des Travaux Publics et du Bâtiment”, n. 392 del 25 05 1931. Articolo citato in: Alex Gerber, Le Corbusier et le mirage de l’Orient. L’influence supposée de l’Algérie sur son œuvre architecturale, in “Revue du monde musulman et de la Méditerranée”, n 73-74, 1994, pp. 363-378. 12 “È la stessa regola che regna. Ma che diversità; lo standard, solido appoggio dell’immaginazione”. Cfr.: Le Corbusier, La ville radieuse: éléments d’une doctrine d’urbanisme pour l’équipement de la civilisation machiniste, Boulogne: Ed. de l’Architecture d’Aujourd’hui, 1935, p. 232. 13 Hassan Fathy, Costruire con la gente - Storia di un villaggio d’Egitto: Gourna, Milano: Jaca Book, 1986, p. 105. 14 “Patio, inalveato firmamento./ È il patio la pendice/ per cui straripa fino in casa il cielo”. Jorge Luis Borges, Un Patio, in Jorge Luis Borges, Carme presunto e altre poesie, (traduzione a cura di Umberto Cianciòlo), Torino: Einaudi, 1961. 15 Su questo tema cfr.: Jorge Luis Borges, Manuscri3

to hallado en un libro de Joseph Conrad, in Jorge Luis Borges, Luna de enfrente, Buenos Aires, 1295. 16 In una prima versione della poesia Un Patio, Borges aveva scritto che il patio è il declivio attraverso il quale “Dio guarda le anime”. 17 Manfredo Tafuri, Macchina e memoria: la città nell’opera di Le Corbusier, in AA. VV., Le Corbusier. Enciclopedia, Milano: Electa, 1988, pp. 126-138. 18 Ibidem. 19 Le Corbusier, La ville radieuse: éléments d’une doctrine d’urbanisme pour l’équipement de la civilisation machiniste, cit., p. 232. 20 Ibidem, p. 315. 21 Le Corbusier, Le Corbusier et la Méditerranée, Marsiglia: Editions Parenthèses, Musées de Marseilles, 1987, p. 7. 22 Ludwig Mies van der Rohe, Sulla forma in architettura, in Ludwig Mies van der Rohe, Gli scritti e le parole, Torino: Piccola Biblioteca Einaudi, 2010, p. 41. 23 George Nelson, Gli architetti europei oggi, in Ludwig Mies van der Rohe, Gli scritti e le parole, cit., pp. 87-90: 89. 24 Al centro della discussione è, ovviamente, l’utilizzo del tetto piano, intorno al quale si sviluppa una lunga e confusa polemica: “a chi si oppone si rinfaccia di essere reazionari, a chi aderisce si rinfaccia un atteggiamento esterofilo”. Cfr.: Ludwig Mies van der Rohe, Sulla forma in architettura, in Ludwig Mies van der Rohe, Gli scritti e le parole, cit., p. 41. 25 Ludwig Mies van der Rohe, La battaglia per il tetto piano, in Ludwig Mies van der Rohe, Gli scritti e le parole, cit., pp. 43-44: 43.

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