Appunti sul rapporto tra Bernard Rudofsky e il Mediterraneo ovvero, come un’attrazione fisica e istintiva può contenere i germi di un percorso intellettuale e creativo dei più fertili del Novecento
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Andrea Bocco Guarneri
Mi è stato chiesto di scrivere un articolo su Rudofsky per questa rivista, in un numero tematico sul Mediterraneo. Su Rudofsky e anche sulla sua “mediterraneità” ho già scritto altrove, e non vorrei troppo ripetermi.1 D’altra parte, non posso dare per scontata la conoscenza di Rudofsky, personaggio straordinario della cultura architettonica del Novecento ancora misconosciutissimo. E l’occasione mi permette di ritornare su di lui, per mettere in fila qualche considerazione in modo libero, senza aggravare il testo di troppi riferimenti. Ho pensato allora di proporre un elenco: l’elenco dei temi che a parer mio Rudofsky ha saputo trarre dalla sua relazione con il Mediterraneo e a trasformare in elementi, oltre che di definizione esistenziale, di ossatura della sua riflessione sull’architettura (e molto altro, come vedremo). Con particolare attenzione per quel che, oggi, c’è ancora da imparare da lui. Dal primo viaggio in Asia minore nel 1925 all’estate prima della sua morte, Rudofsky resta quasi sempre vicino al Mediterraneo: biograficamente, i passaggi chiave sono il viaggio del 1929 che tra l’altro lo porta a Santorini, a cui dedica la tesi di dottorato; il trasferimento da Vienna a Capri (poi Napoli e Procida) nel 1932, al termine degli studi; l’incontro a Ischia con Berta nel 1934, presto divenuta sua moglie, e la progettazione di una casa a Procida per lei;2 la partnership professionale con Cosenza che porta tra l’altro alla realizzazione di casa Oro nel 1936-37;3 la collaborazione con Ponti nel 1937-38 intorno al concetto di “casa all’italiana”;4 il ritorno ai viaggi, in particolare in Italia, a partire dal 1948; la costruzione di una casa per sé e Berta a Nerja, in Andalusia, nel 1969-71, dove trascorre tutte le estati da allora in avanti. La relazione con que-
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sto mare, da cui si sente attratto prima di tutto fisicamente, è però completa nell’esperienza di vita, nella comprensione dei modi concreti delle cose e delle loro ragioni, nonché nell’esplorazione, nelle biblioteche europee e americane, di una vasta letteratura. Rudofsky resta vicino al Mediterraneo anche quando ne è fisicamente separato. (Nello stesso modo, comincia a conoscere il Giappone, che è per lui l’altro grande centro di civiltà e fonte di insegnamenti, ben prima di visitarlo.) Il primo e forse più ovvio, ma non meno importante, tema che Rudofsky coltiva soprattutto, anche se non esclusivamente, abbeverandosi alle rive del Mediterraneo, è quello della casa “senza architetto”. O popolare, contadina, anonima, “spontanea”... Le definizioni poco gli interessano, la sua ricerca non è rigorosa dal punto di vista scientifico. Ma intanto, pur non essendo certo il primo a disegnarle, fotografarle, scrivere di case vernacolari, risulta, soprattutto grazie all’imprevisto successo della sua mostra del 1964,5 uno degli autori che più hanno influenzato sia il cambiamento di attribuzione di valore nei loro confronti, sia l’innesto della pluralità (diversità culturale come ricchezza in se) e dei valori locali nella cultura architettonica dopo la tabula rasa modernista. Non è certo questa la sede per ripercorrere il pluridecennale lavoro di Rudofsky sull’“architettura senza architetti”. Ora m’importa solo richiamare come abbia saputo metterne in evidenza le sue qualità ecologiche (accettazione delle condizioni date e loro ingegnoso sfruttamento in modo sostenibile), umane (vivibilità, scala, valori comunitari, aderenza ai bisogni della società), e politiche (autonomia nell’individuare e provvedere a quanto necessario, senza dipendere
1 Comignoli di Apanomeria, Santorini foto Bernard Rudofsky, 1929 The Bernard Rudofsky Estate, Vienna © Bernard Rudofsky by SIAE 2011 2 Pyrgos, Santorini, 1929 acquarello, matita e tempera su carta 55,1X74,6 cm Getty Research Institute, Los Angeles (920004) The Bernard Rudofsky Estate, Vienna © Bernard Rudofsky by SIAE 2011